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TWF - Tex Willer Forum

[Maxi Tex N.32] La grande congiura


MacParland
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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Mister P dice:

Semplici: GLB

Semplicistiche: Nizzi

Un pò semplicistico lo è anche questo commento, mi spiego meglio, andrebbe capito a cosa ti riferisci. Se il confronto proposto è tra il GLB migliore e il Nizzi post crisi, concordo pienamente. Ma anche GLB ha avuto un periodo piuttosto lungo (non come quello di Nizzi), di declino con storie davvero brutte, non solo semplici, ma proprio brutte. Dal 250 in poi praticamente tutte e alcune anche un poco prima. Non vi è dubbio che le letture Nizziane del centinaio 300 siano migliori di quelle di questo GLB che ho appena citato.

Va sempre contestualizzato il periodo a cui ci si riferisce.

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40 minuti fa, valerio dice:

Ma anche GLB ha avuto un periodo piuttosto lungo (non come quello di Nizzi), di declino con storie davvero brutte, non solo semplici, ma proprio brutte. Dal 250 in poi praticamente tutte e alcune anche un poco prima.

 

Quelle del periodo in questione di GLB le ho lette abbastanza recentemente e concordo con te.

Però se ho ben capito post 250 del creatore di Tex vennero pubblicati solo fondi di cassetto o storie appena abbozzate, il tutto arrangiato alla meno peggio...o mi sbaglio??

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Bisognerebbe citare tutte le storie in cui GLB ha mortificato il personaggio di Tex. Così di primo acchito mi viene da pensare al povero portiere del Golden Gate, l'albergo di New Orleans ne ''La città corrotta'', ucciso dagli sgherri di Rod Rever per aver parlato con i due pards. Ma sappiamo che quella scena non è farina del sacco bonelliano, ma un'aggiunta di Sclavi.

 

Nizzi andrebbe giudicato sulla base delle storie scritte fino alla crisi del 1992. Gli fu chiesto di continuare e non ha avuto più brillanti idee. Non si contano da allora i soggetti suggeriti da disegnatori come Villa e Civitelli o altri della redazione (per esempio la storia di Boston) che contano tra le sue storie meglio riuscite, i soggetti riciclati da sue vecchie storie del Giornalino, i plagi come nel caso della pur bella avventura di Nuvola Bianca, i soggetti di Traversa dai primi anni duemila in poi, i suggerimenti che gli giungevano dai lettori da Torino (Guarino) a Palermo. Ci sarebbe da analizzare storia per storia cosa è di Nizzi e cosa nasce su impulso esterno, credo che le sorprese non mancherebbero. E vedere cosa è riuscito a tirar fuori da quelle idee.

 

 

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<span style="color:red">10 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Bisognerebbe citare tutte le storie in cui GLB ha mortificato il personaggio di Tex. Così di primo acchito mi viene da pensare al povero portiere del Golden Gate, l'albergo di New Orleans ne ''La città corrotta'', ucciso dagli sgherri di Rod Rever per aver parlato con i due pards. Ma sappiamo che quella scena non è farina del sacco bonelliano, ma un'aggiunta di Sclavi.

 

Nizzi andrebbe giudicato sulla base delle storie scritte fino alla crisi del 1992. Gli fu chiesto di continuare e non ha avuto più brillanti idee. Non si contano da allora i soggetti suggeriti da disegnatori come Villa e Civitelli o altri della redazione (per esempio la storia di Boston) che contano tra le sue storie meglio riuscite, i soggetti riciclati da sue vecchie storie del Giornalino, i plagi come nel caso della pur bella avventura di Nuvola Bianca, i soggetti di Traversa dai primi anni duemila in poi, i suggerimenti che gli giungevano dai lettori da Torino (Guarino) a Palermo. Ci sarebbe da analizzare storia per storia cosa è di Nizzi e cosa nasce su impulso esterno, credo che le sorprese non mancherebbero. E vedere cosa è riuscito a tirar fuori da quelle idee.

 

 

Se il metro sono gli spunti, allora Galep che ha copiato tutte le copertine come dovremmo giudicarlo?:lol:

Comunque si, andrebbe giudicato prevalentemente sulla base del periodo di auge, come tutti gli autori, anche se un declino lungo va chiaramente messo nella bilancia come aspetto comunque negativo.

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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, valerio dice:

Se il metro sono gli spunti, allora Galep che ha copiato tutte le copertine come dovremmo giudicarlo?

 

Non spunti, soggetti veri e propri. La decadenza di Nizzi andrebbe giudicata anche tenendo conto di questo fattore, nel senso che non si è sforzato molto le meningi, anche questo segno di molto attaccamento al personaggio.

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27 minuti fa, ymalpas dice:

 

Non spunti, soggetti veri e propri. La decadenza di Nizzi andrebbe giudicata anche tenendo conto di questo fattore, nel senso che non si è sforzato molto le meningi, anche questo segno di molto attaccamento al personaggio.

Personalmente che un autore sia attaccato o meno al personaggio non mi importa un accidente. Mi importa che scriva bene e mi piaccia. Che Nizzi ami o odi Tex onestamente chissenefrega. Dcino che la Callas odiasse la musica di Puccini e Tosca in particolare, eppure è stata la migliore Tosca del secolo scorso. Ci si fossilizza troppo sul discorso "psicologia di Nizzi", ci si chiede se amasse o no il personaggio. Tutte riflessioni interessanti, ma non ha alcuna importanza!

Pare il discorso dei tifosi di calcio, che se ne hanno a male quando il giocatore passa alla squadra rivale e prendono a detestarlo per questo, dicendo che "non tiene alla maglia". Nessun giocatore o quasi tiene alla maglia (a parte alcuni tipo Totti per dire, che giocano nella squadra che tifavano da piccoli), gli altri sono professionisti nella migliore delle ipotesi e puttane nella peggiore, che prestano i loro servizi a chi gli dà più garanzie economiche e magari anche di trofei.

Ok, detto questo, concordo pienamente sul discorso dei soggetti pesantemente decaduti dal 400 in poi.

Si trattava di vera mancanza di idee e da li inizia il pilota automatico e l'aiuto di qualche spunto e buona dritta.

Ho sempre criticato a Nizzi, non già gli eventuali errori di sceneggiatura, ma l'appiattimento drastico dei soggetti, la sopravvenuta incapacità di osare con idee nuove. Nel centinaio 400 ancora qualcosa c'è in questo senso, ma spesso appunto da idee altrui, poi comunque abbastanza ben sviluppate in storie come Il Presagio, l'uomo senza passato, le colline dei Sioux (questa una storia davvero molto molto bella, anche qui con spunto evidente, ma davvero sceneggiatura impeccabile e commovente), e anche qualcos'altro.

Hai glissato su Galep, ma altro che spunti, sono proprio copertine copiate di sana pianta! Non ho alcuna remora a toccare gli intoccabili.

Modificato da valerio
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Ho provato una strana sensazione a lettura conclusa: non mi sono annoiato ma mi è sembrato tutto un dejà vu, un collage di scene riciclate. Ora nel passato ci sono state storie di altri autori che ho malsopportato, stavolta no, però una certa sensazione di aver perso tempo sì. 

La mia conclusione è che Nizzi avrebbe potuto continuare su questo registro indefinitamente ma non penso avrebbe detto nulla di originale, quindi in fondo sono contento che la collaborazione sia giunta al termine.

Faccio presente che sto rileggendo i primi 100 numeri per l'ennesima volta e di nuovo trovo motivi di interesse: quindi non è questione di cercare novità ma un poco di spessore: in GLB abbonda, in Nizzi latita.

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C'è un punto della storia (ottima) che non mi quadra.

A pagina 226 nessuno sa dove si trova Tex, Carson decide quindi di mandare un telegramma con la speranza che gli venga recapitato in fretta.

A pagina 233 si vede Tex raggiunto nel campo di Alce Silente da un indiano che in fretta e furia gli consegna il telegramma di Carson.

 

Come ha fatto Tex a ricevere il telegramma di Carson se Carson stesso non sapeva dove si trovava il pard?

 

Qualcuno può chiarire la situazione?

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Ho letto il malloppo solo oggi nonostante l'avessi preso il 7 aprile (giorno successivo all'uscita). 

 

Devo dire che il ritorno di Nizzi ai testi è come me l'aspettavo, trama molto classica e divertente, ottimi disegni di alessandrini (anche se un po' troppo "mascelloso" ma vedendo cosa disegna di solito capisco il perché). 

 

La congiura è ben congeniata, forse visto il formato di 276 pagine pure un poco dispersiva, a tratti mi ha un po' dato la sensazione di troppa carne al fuoco, ma alla fine sono venuti al pettine praticamente tutti i nodi e quindi, da lettore, posso ritenermi soddisfatto. 

 

Domanda per i più esperti, ma è uno standard di Nizzi quello del cercatore d'oro con mula appresso ? Non ho letto tante storie sue ma mi sembra di averlo trovato in ognuna di quelle lette :D

 

Unica nota un po' dolente il finale, che nonostante le tante pagine mi sembra un po' forzato e veloce, parlo dell'ultimissima pagina e di quanto succede nella casa dell'amico di Parker quando lo scagnozzo va a recuperare le memorie, abbastanza pretestuoso nonostante venga detto che "sono lontani e nessuno avrà udito gli spari" non accertarsi che tutti siano morti sul serio visto a cosa poi ha portato. 

 

Insomma c'è un po' di tutto in questa storia che attinge a quasi tutto il repertorio classico del personaggio, che prende spunto dal Bonelli padre e pur diramandosi in scene scontante, già lette, ed in cui tutto fila liscio perché così si muove la storia per andare al compimento resta un prodotto non noioso o inutile ma anzi una buona spesa per passare un'ora o più in compagnia di quella sempre più lontana frontiera. 

 

 

Modificato da Tex_Willer90
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Il 22/4/2023 at 11:02, &quot;Indio&quot; Mac Kelly dice:

C'è un punto della storia (ottima) che non mi quadra.

A pagina 226 nessuno sa dove si trova Tex, Carson decide quindi di mandare un telegramma con la speranza che gli venga recapitato in fretta.

A pagina 233 si vede Tex raggiunto nel campo di Alce Silente da un indiano che in fretta e furia gli consegna il telegramma di Carson.

 

Come ha fatto Tex a ricevere il telegramma di Carson se Carson stesso non sapeva dove si trovava il pard?

 

Qualcuno può chiarire la situazione?

Il telegramma viene mandato a tutti gli uffici postali della zona o comunque dotati di telegrafo

Periodicamente un indiano della riserva va a fare spesa in paese e già che c'è controlla se c'è posta ;)

(tutto vero, tutto già visto in passato)

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Storia che mi è piaciuta malgrado ci siano molte situazioni fortunose un po' al limite.

I pastori che danno le dritte, i pards che vanno a sbattere per caso contro Corvo Rosso, l'incontro di Kit col minatore che lo salva, i telegrammi super veloci che arrivano subito a Tex anche se non si sa dove sia, e il colonnello che arriva in perfetto orario. Tutte cose che dovrebbero farmi storcere il naso, e invece la storia me la sono goduta. La scena invece pessima è stata quella di Kit che lancia il sasso con il foglietto a Parker, quando invece poteva chiamarlo silenziosamente e passargli una delle sue due pistole.

Comunque per me è la storia migliore (se così si può dire)  dal suo ritorno.

Alessandrini devo ancora capire se mi piace o non mi piace, ( a volte apro l'albo  e mi piace, altre volte non mi piace), certo la differenza con i disegnatori realistici, alla Villa, è abissale. E per Tex si  dovrebbe adottare un disegno realistico sopratutto per la regolare secondo mè. 

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Piombo Caldo dice:

Storia che mi è piaciuta malgrado ci siano molte situazioni fortunose un po' al limite.

I pastori che danno le dritte, i pards che vanno a sbattere per caso contro Corvo Rosso, l'incontro di Kit col minatore che lo salva, i telegrammi super veloci che arrivano subito a Tex anche se non si sa dove sia, e il colonnello che arriva in perfetto orario. Tutte cose che dovrebbero farmi storcere il naso, e invece la storia me la sono goduta. La scena invece pessima è stata quella di Kit che lancia il sasso con il foglietto a Parker, quando invece poteva chiamarlo silenziosamente e passargli una delle sue due pistole.

Comunque per me è la storia migliore (se così si può dire)  dal suo ritorno.

Alessandrini devo ancora capire se mi piace o non mi piace, ( a volte apro l'albo  e mi piace, altre volte non mi piace), certo la differenza con i disegnatori realistici, alla Villa, è abissale. E per Tex si  dovrebbe adottare un disegno realistico sopratutto per la regolare secondo mè. 

 

Alessandrini divide quasi quanto Nizzi. A me non piaceva proprio per nulla nel passato, adesso accetto anche il suo stile perché ho compreso essere il frutto di un'evoluzione particolare. Invito ad analizzare vignetta dopo vignetta di questo albo e si comprenderà come ognuna di esse non sia improvvisata, ma scelta fra decine di pose possibili ... di norma proprio la migliore.

  • +1 1
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<span style="color:red">55 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Alessandrini divide quasi quanto Nizzi. A me non piaceva proprio per nulla nel passato, adesso accetto anche il suo stile perché ho compreso essere il frutto di un'evoluzione particolare. Invito ad analizzare vignetta dopo vignetta di questo albo e si comprenderà come ognuna di esse non sia improvvisata, ma scelta fra decine di pose possibili ... di norma proprio la migliore.

Però alcune facce non si possono proprio vedere, imho

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Red Arrow dice:

Però alcune facce non si possono proprio vedere, imho

 

Vero ... sono proprio brutte, ma sono la cifra stilistica di Alessandrini che ha scelto di distinguersi dagli altri per queste fisionomie da totem tribali. La prima volta che ho letto un fumetto di Martin Mystère mi sono detto di non poter acquistare un fumetto disegnato in quella maniera. Poi ho iniziato ad apprezzare Alessandrini, ma ho abbandonato lo stesso la testata per la qualità delle storie, non per i disegni.

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<span style="color:red">23 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Vero ... sono proprio brutte, ma sono la cifra stilistica di Alessandrini che ha scelto di distinguersi dagli altri per queste fisionomie da totem tribali. La prima volta che ho letto un fumetto di Martin Mystère mi sono detto di non poter acquistare un fumetto disegnato in quella maniera. Poi ho iniziato ad apprezzare Alessandrini, ma ho abbandonato lo stesso la testata per la qualità delle storie, non per i disegni.

Su MM Alessandrini mi piace molto. Anche a me le storie non mi interessavano tanto mentre disegni li trovavo belli. Però penso che Tex andrebbe disegnato in modo più uniforme, cartonati a parte

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In definitiva, disegni "anomali" per una storia di Tex, ma originali e caratterizzati da ottime inquadrature e situazioni. Pertanto li ritengo promossi con merito.

 

Relativamente alla storia, nulla che mi abbia dato particolarmente fastidio, comprese le svolte facili delle vicende.

 

Tutto scorre abbastanza bene, partendo da un soggetto piuttosto classico, ogni personaggio svolge a dovere il proprio compito, ma alla fine ne sono uscito piuttosto annoiato. Ottima la scelta di raccogliere l'intera vicenda in unico tomo.

 

Rispetto al maxi precedente, questa storia è complessivamente scritta meglio, ma manca del pathos  presente in quella vicenda di vendicatori per nulla noiosa.

 

Voto complessivo: 6 1/2

 

Fortuna che c'è il Tex Willer giovane di @borden.

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  • 2 settimane dopo...

Finito e digerito il Maxi.

 

Premessa, non sono interessato alle guerre talebane e trovo che litigare su un ottuagenerio che si comporta in pubblico come Vittorio Feltri (quello vero, non quello di Crozza) sia poco produttivo, visto che nessuno si schioda dalle sue posizioni e l'unica cosa che si ottiene è quella di "dirottare" i threads.

 

In ogni caso, per la cronaca, la mia posizione su Nizzi, di cui ho letto pochissimo è, come già detto da altri, che per lui Tex sia sempre stato un "lavoro" e che questo si rifletta in maniera evidente sulla sua produzione.
Per gli altri è "anche un lavoro" ma innanzitutto una passione, lo leggevano e lo amavano prima di iniziare a scriverlo.
Lui no, lui si sentiva (e probabilmente si sente ancora) uno scrittore di gialli prestato a fumetti non suoi ("mi avete rubato Nick Raider!").

 

Passando all'albo in oggetto, l'ho preso fondamentalmente per Alessandrini e mi sono avvicinato attendendomi un disastro totale, forse per questo non sono rimasto deluso.

La parte iniziale mi è scivolata via bene, poi alcuni dettagli hanno iniziato a farmi perdere feeling, ma alla fine resta una prova a mio parere dignitosa.

 

Certo non mancano le note stonate, la base di partenza non è ovviamente molto originale e il senso di deja vu palpabile, ci sono troppi baloons che descrivono cose non necessarie ("se sparo rischio di colpire Tiger!", "farò un giro largo per non essere visto"), troppa "serindipidità" nell'azione dei nostri (i ribelli ciucchi nella caverna poi portati a braccia alle canoe sono piuttosto ridicoli), mi disturbano i riferimenti a Carson "alcolista" ed è assai poco texiano il Tex che fa spallucce e viene addirittura rimproverato da Carson quando sembra che il colonnello l'abbia avuta vinta.

 

Capitolo "origlioni" che ho trovato meno "risibile" del solito. In particolare:

 

- Il caso del pastorello non mi ha turbato (se avete mai letto i libri di Tony Hillerman, che si svolgono in tempi moderni nella riserva Navajo, avrete notato che c'è sempre un pastore a portata di mano, è una delle poche attività a loro disposizione), mentre mi ha lasciato di sasso la "paghetta" che gli rifila Tex per comprarsi i dolci.

 

- Riguardo al tizio che parla nel sonno e alla prostituta che riporta le sue chiacchiere, mi sembra che la trovata possa ritenersi eccessiva e/o poco credibile, ma ha una particolarità che è l'opposto di quello che contestiamo sempre a Nizzi: nell'ambito texiano è originale (almeno credo che sia così, visto che nessuno ha scritto di averla già vista in altre avventure di Tex). Forse per questo non mi ha disturbato più di tanto.

 

Passando al reparto disegni, nel complesso la mia valutazione è positiva. Alessandrini ha il suo stile riconosciuto, che può naturalmente non piacere.
E' vero, Kit e Tex sono spesso indistinguibili (e mi sembra che il simbolo del falco sulla giubba di Kit cambi ogni tanto forma) ma a me non dispiace leggere versioni "personali" eseguite da autori con un proprio stile peculiare.
D'altra parte mi piacciono Mastantuono e Font, che molti non apprezzano, mentre sono più freddo su altri artisti che godono di più ampia popolarità.

 

In sintesi 6,5.

 

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Augustus McCrae dice:

Finito e digerito il Maxi.

 

Premessa, non sono interessato alle guerre talebane e trovo che litigare su un ottuagenerio che si comporta in pubblico come Vittorio Feltri (quello vero, non quello di Crozza) sia poco produttivo, visto che nessuno si schioda dalle sue posizioni e l'unica cosa che si ottiene è quella di "dirottare" i threads.

 

In ogni caso, per la cronaca, la mia posizione su Nizzi, di cui ho letto pochissimo è, come già detto da altri, che per lui Tex sia sempre stato un "lavoro" e che questo si rifletta in maniera evidente sulla sua produzione.
Per gli altri è "anche un lavoro" ma innanzitutto una passione, lo leggevano e lo amavano prima di iniziare a scriverlo.
Lui no, lui si sentiva (e probabilmente si sente ancora) uno scrittore di gialli prestato a fumetti non suoi ("mi avete rubato Nick Raider!").

 

Passando all'albo in oggetto, l'ho preso fondamentalmente per Alessandrini e mi sono avvicinato attendendomi un disastro totale, forse per questo non sono rimasto deluso.

La parte iniziale mi è scivolata via bene, poi alcuni dettagli hanno iniziato a farmi perdere feeling, ma alla fine resta una prova a mio parere dignitosa.

 

Certo non mancano le note stonate, la base di partenza non è ovviamente molto originale e il senso di deja vu palpabile, ci sono troppi baloons che descrivono cose non necessarie ("se sparo rischio di colpire Tiger!", "farò un giro largo per non essere visto"), troppa "serindipidità" nell'azione dei nostri (i ribelli ciucchi nella caverna poi portati a braccia alle canoe sono piuttosto ridicoli), mi disturbano i riferimenti a Carson "alcolista" ed è assai poco texiano il Tex che fa spallucce e viene addirittura rimproverato da Carson quando sembra che il colonnello l'abbia avuta vinta.

 

Capitolo "origlioni" che ho trovato meno "risibile" del solito. In particolare:

 

- Il caso del pastorello non mi ha turbato (se avete mai letto i libri di Tony Hillerman, che si svolgono in tempi moderni nella riserva Navajo, avrete notato che c'è sempre un pastore a portata di mano, è una delle poche attività a loro disposizione), mentre mi ha lasciato di sasso la "paghetta" che gli rifila Tex per comprarsi i dolci.

 

- Riguardo al tizio che parla nel sonno e alla prostituta che riporta le sue chiacchiere, mi sembra che la trovata possa ritenersi eccessiva e/o poco credibile, ma ha una particolarità che è l'opposto di quello che contestiamo sempre a Nizzi: nell'ambito texiano è originale (almeno credo che sia così, visto che nessuno ha scritto di averla già vista in altre avventure di Tex). Forse per questo non mi ha disturbato più di tanto.

 

Passando al reparto disegni, nel complesso la mia valutazione è positiva. Alessandrini ha il suo stile riconosciuto, che può naturalmente non piacere.
E' vero, Kit e Tex sono spesso indistinguibili (e mi sembra che il simbolo del falco sulla giubba di Kit cambi ogni tanto forma) ma a me non dispiace leggere versioni "personali" eseguite da autori con un proprio stile peculiare.
D'altra parte mi piacciono Mastantuono e Font, che molti non apprezzano, mentre sono più freddo su altri artisti che godono di più ampia popolarità.

 

In sintesi 6,5.

 

 

Concordo, parola per parola.

Ho già espresso il mio giudizio su storia e disegni, unico grande difetto è la sensazione di noia a circa metà albo. Le soluzioni facili non sono il meglio possibile, ma possono starci anche bene in un soggetto discretamente articolato come questo.

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  • 2 settimane dopo...
On 4/21/2023 at 3:47 PM, ymalpas said:

i plagi come nel caso della pur bella avventura di Nuvola Bianca

 

A che storia si è ispirato, in quel caso?

 

Io comunque ho finalmente letto questo maxi e devo dire che sono più che deluso. Un Nizzi alimentare, un soggetto riciclato per l'ennesima volta e sviluppato in modo molto svogliato, in una storia senza alcun guizzo o momento di tensione dove dalla prima all'ultima pagina tutto è prevedibile e telefonato con gli immancabili origlioni e i cattivi che si raccontano per filo e per segno i propri piani. Per non parlare del monologo di Ely quando resta solo in cantina per la prima volta, che farebbe mettere le mani nei capelli anche a Burattini.

Le uniche scene veramente imprevedibili sono quelle dei malfattori che praticamente si suicidano l'uno dopo l'altro, chi saltando dalla finestra, chi scegliendo di affrontare i quattro pards - e non so se sono più comiche o demenziali.

Peccato per Alessandrini, un altro ottimo disegnatore che (come Casertano) finora è stato trattato veramente male su Tex vedendosi affidate storie per nulla all'altezza del suo talento e della sua fama.

Modificato da MarrFarr
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