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TWF - Tex Willer Forum

Nuovi Aumenti albi Bonelli 2025


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Non voglio fare l'avvocato del diavolo con questo mio commento controcorrente.

Non voglio neanche fare discorsi sulla qualità che potrebbe giustificare gli aumenti dei prezzi.

Così come non voglio assolutamente analizzare le cause della progressiva scomparsa della carta stampata in generale e del fumetto in particolare.

 

Voglio solo fare dei confronti e mi pongo una domanda: quanto costava un albo di Tex  nel 1948?

Quanto costavano 32 strisce, quasi 11 pagine del formato attuale?

Lo sapete tutti: 15 lire.

Cosa ci si comprava con quella cifra nel 1948?

Ho fatto un po' di ricerche: un gelato costava 10 lire.

Il significato è uno solo.

Un albo con le 110 pagine attuali sarebbe costato 150 lire, cioè l'equivalente di 15 gelati.

Fate voi il conto del costo odierno di 15 gelati.

Ma voi direte: ma anche i televisori una volta erano così cari che li compravi a rate mentre ora te li tirano dietro per quattro soldi (se non compri i top di gamma a 80 pollici).

Però la tecnologia ora consente una minore (molto minore) spesa per la produzione.

Per i fumetti non è così, le spese non sono per nulla diminuite.

Gli arretrati che aumentano di prezzo è un sistema come un altro per colmare buchi nei bilanci.

 

E allora?

Non è giusto lamentarsi degli aumenti?

Per carità, è giustissimo.

Ma se volete tagliare Tex perché troppo caro, tagliate prima le sigarette e diminuite il consumo di alcool, poi tagliate pure anche Tex.

Tagliatelo per il prezzo, per il calo di qualità, per quello che volete, ma tagliatelo per ultimo, dopo bacco e tabacco.

Venere no, perché, se togliete anche quello, che ci state a fare al mondo?

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Concordo con tutto ciò che ha detto @Letizia, a parte la parte sul non tagliare le spese relative al coito, ma solo perché, non essendo mai andato a disoneste, non so quanto si spenda in merito.

Edited by virgin
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Qualunque serie a fumetti ha un ciclo vitale, in cui (una volta) partiva, prendeva lettori, arrivava al massimo successo, poi calava (più recentemente con l'estinzione del lettore occasionale, la continuity oppressiva e per me anche il livello di certe proposte, al posto di questi ciclo vitale ce n'è uno più semplice in cui le copie calano sempre continuamente dal numero uno, ma il finale è lo stesso: le vendite calano)

 

Questo fatto è accaduto, da sempre, ad ogni serie Bonelli (anche se alcune come Tex hanno avuto un ciclo vitale lunghissimo e mantenuto buone vendite per decenni: però Tex è anche una delle pochissime serie Bonelli che era fatta in maniera da poter prendere nuovi lettori ad ogni albo senza un eccessivo peso della continuity, e questa cosa conta).

 

Come mai la Bonelli non è andata in crisi con il calo di vendite delle strisce? Si è inventata un nuovo formato. Poi quando sono calate le vendite del Ragazzo nel Far West è uscito Zagor. Escono ancora L Pattuglia dei Bufali, i Tre Bill e Hondo? No, ma sono arrivati Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never, etc.

 

Insomma, man mano che le serie andavano in crisi, come TUTTO da sempre va in crisi prima o poi, si sono sempre inventati qualcosa di nuovo.

 

Oggi questo ricambio non esiste più. L'ultima serie Bonelli con abbastanza gambe da durare è stata Dragonero, dal 2013 (ma il personaggio è del 2007 con il suo Romanzo a fumetti), un piccolo modesto successo che secondo me (in base a quello che vedo in edicola, poi le cifre di vendita non le so) si è già sgonfiato ma ancora ha i numeri per stare in edicola. Ma è stato DODICI ANNI FA! Da allora tutti flop o iniziative di poco respiro destinate da subito a durare pochi albi (o tre storie come Deadwood Dick), o roba per librerie che davvero non so come potessero pensare di vendere in Italia: credono che ci compra Zerocalcare poi si cerchi qualsiasi altro cartonato a fumetti?

 

Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla.

 

Non aiuta la crisi generale del fumetto come media, certo. Rende tutto più difficile, e te le puoi scordare le 700.000 copie di una volta. Ma il punto attuale di pareggio di un albo Bonelli regolare è sotto le 20.000 copie: davvero il fumetto sarebbe così in crisi da non riuscire più a superare le 20.000 copie? Il pubblico residuo dei lettori abituali di fumetti in edicola è di come di diverse centinaia di migliaua di persone e i lettori Bonelli sono ancora come minimo 150.000 persone (ipotizzando che siano sempre gli tessi a comprare tutti gli albi bonelli altrimenti sono molti di più): il fumetto è in crisi ma non è ancora deceduto, come si vede bene dalla massa di albi ancora pubblicati, è che la bonelli mi sembra molto più in crisi del fumetto. "Là fuori" ci sono ancora nuove proposte innovative. Solo, non dalla Bonelli.

 

È un problema di nuovi autori che non fanno nuovi personaggi "vendibili", come dicevo, ma è anche e soprattutto un problema di SCELTE EDITORIALI.

 

Invece di rischiare di lanciare nuovi personaggi, la nuova direzione Bonelli ha deciso di "spremere" i lettori delle serie più vendute inflazionandole con una folle iperproduzione che ne ha fatto calare a picco la qualità. Vediamo oggi quanto sia stata lungimirante questa scelta, con i lettori che fuggono a frotte.

 

Nuovi formati? Hanno scommesso su quell'assurdo "formato audace" che aveva come punto di forza ai loro occhi per me "così copiamo la Marvel anche nel formato", un flop epocale (mentre il formato indovinato per questo periodo per me l'hanno beccato quasi per caso con Tex Willer ma poi non l'hanno utilizzato molto altrove)

 

E soprattutto hanno creduto a quella favoletta, che ha detto Recchioni in pubblico in un forum ma che avevo già sentito dire da tanti altri, tanto che penso fosse un mantra ripetuto da tutti nei corridoi Bonelli "il prezzo non conta"... e si sono resi conto invece che conta. Ma se ne sono resi conto un po' tardi, DOPO che hanno portato il costo annuale per seguire anche il solo Tex a quasi 250 Euro contro i 40 Euro di quindici anni fa...

 

E adesso dopo che hanno visto i risultati di tante mosse sbagliate, danno la colpa al calo delle edicole! :laugh:

 

Capisco che non sarebbe stato molto ben recepito un discorso più onesto tipo "scusate, abbiamo pensato di poter campare sugli allori sprementi i vecchi personaggi triplicando le uscite e raddoppiando i prezzi spremendo voi lettori, ma abbiamo sbagliato i calcoli, scusatevi tanto, promettiamo che ridurremo le uscite e faremo di tutto per contenere i prezzi", ma sarebbe stato, appunto, più onesto.

 

Ma vedo che ancora non stanno calando in maniera significativa i collaterali e ancora aumentano i prezzi. Si vede che la lezione ancora non gli è bastata....

 

 

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1 ora fa, Diablero dice:

Qualunque serie a fumetti ha un ciclo vitale, in cui (una volta) partiva, prendeva lettori, arrivava al massimo successo, poi calava (più recentemente con l'estinzione del lettore occasionale, la continuity oppressiva e per me anche il livello di certe proposte, al posto di questi ciclo vitale ce n'è uno più semplice in cui le copie calano sempre continuamente dal numero uno, ma il finale è lo stesso: le vendite calano)

 

Questo fatto è accaduto, da sempre, ad ogni serie Bonelli (anche se alcune come Tex hanno avuto un ciclo vitale lunghissimo e mantenuto buone vendite per decenni: però Tex è anche una delle pochissime serie Bonelli che era fatta in maniera da poter prendere nuovi lettori ad ogni albo senza un eccessivo peso della continuity, e questa cosa conta).

 

Come mai la Bonelli non è andata in crisi con il calo di vendite delle strisce? Si è inventata un nuovo formato. Poi quando sono calate le vendite del Ragazzo nel Far West è uscito Zagor. Escono ancora L Pattuglia dei Bufali, i Tre Bill e Hondo? No, ma sono arrivati Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never, etc.

 

Insomma, man mano che le serie andavano in crisi, come TUTTO da sempre va in crisi prima o poi, si sono sempre inventati qualcosa di nuovo.

 

Oggi questo ricambio non esiste più. L'ultima serie Bonelli con abbastanza gambe da durare è stata Dragonero, dal 2013 (ma il personaggio è del 2007 con il suo Romanzo a fumetti), un piccolo modesto successo che secondo me (in base a quello che vedo in edicola, poi le cifre di vendita non le so) si è già sgonfiato ma ancora ha i numeri per stare in edicola. Ma è stato DODICI ANNI FA! Da allora tutti flop o iniziative di poco respiro destinate da subito a durare pochi albi (o tre storie come Deadwood Dick), o roba per librerie che davvero non so come potessero pensare di vendere in Italia: credono che ci compra Zerocalcare poi si cerchi qualsiasi altro cartonato a fumetti?

 

Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla.

 

Non aiuta la crisi generale del fumetto come media, certo. Rende tutto più difficile, e te le puoi scordare le 700.000 copie di una volta. Ma il punto attuale di pareggio di un albo Bonelli regolare è sotto le 20.000 copie: davvero il fumetto sarebbe così in crisi da non riuscire più a superare le 20.000 copie? Il pubblico residuo dei lettori abituali di fumetti in edicola è di come di diverse centinaia di migliaua di persone e i lettori Bonelli sono ancora come minimo 150.000 persone (ipotizzando che siano sempre gli tessi a comprare tutti gli albi bonelli altrimenti sono molti di più): il fumetto è in crisi ma non è ancora deceduto, come si vede bene dalla massa di albi ancora pubblicati, è che la bonelli mi sembra molto più in crisi del fumetto. "Là fuori" ci sono ancora nuove proposte innovative. Solo, non dalla Bonelli.

 

È un problema di nuovi autori che non fanno nuovi personaggi "vendibili", come dicevo, ma è anche e soprattutto un problema di SCELTE EDITORIALI.

 

Invece di rischiare di lanciare nuovi personaggi, la nuova direzione Bonelli ha deciso di "spremere" i lettori delle serie più vendute inflazionandole con una folle iperproduzione che ne ha fatto calare a picco la qualità. Vediamo oggi quanto sia stata lungimirante questa scelta, con i lettori che fuggono a frotte.

 

Nuovi formati? Hanno scommesso su quell'assurdo "formato audace" che aveva come punto di forza ai loro occhi per me "così copiamo la Marvel anche nel formato", un flop epocale (mentre il formato indovinato per questo periodo per me l'hanno beccato quasi per caso con Tex Willer ma poi non l'hanno utilizzato molto altrove)

 

E soprattutto hanno creduto a quella favoletta, che ha detto Recchioni in pubblico in un forum ma che avevo già sentito dire da tanti altri, tanto che penso fosse un mantra ripetuto da tutti nei corridoi Bonelli "il prezzo non conta"... e si sono resi conto invece che conta. Ma se ne sono resi conto un po' tardi, DOPO che hanno portato il costo annuale per seguire anche il solo Tex a quasi 250 Euro contro i 40 Euro di quindici anni fa...

 

E adesso dopo che hanno visto i risultati di tante mosse sbagliate, danno la colpa al calo delle edicole! :laugh:

 

Capisco che non sarebbe stato molto ben recepito un discorso più onesto tipo "scusate, abbiamo pensato di poter campare sugli allori sprementi i vecchi personaggi triplicando le uscite e raddoppiando i prezzi spremendo voi lettori, ma abbiamo sbagliato i calcoli, scusatevi tanto, promettiamo che ridurremo le uscite e faremo di tutto per contenere i prezzi", ma sarebbe stato, appunto, più onesto.

 

Ma vedo che ancora non stanno calando in maniera significativa i collaterali e ancora aumentano i prezzi. Si vede che la lezione ancora non gli è bastata....

 

 

Tutto condivisibile. Vorrei però offrire una lettura diversa dell'esperimento Audace in edicola. A me pare che Audace sia stato proprio un tentativo di rinnovamento del fumetto Bonelli. Rinnovamento di generi, di stile narrativo e anche di confezione (il formato maggiorato andava tutto a favore della tavola disegnata) proprio a mostrare la diversità da Tex, Zagor, DD, NN, MM, Dampyr e Dragonero. C'è stato anche un tentativo (benemerito) di agganciare il pubblico infantile con gli spillati in formato Audace. Insomma il tentativo di rinnovarsi c'è stato. Non tutto è andato per il verso giusto, ma a riprendere oggi in mano quelle storie (le ho seguite tutte tranne K1) ci vedo un gran lavoro di progettazione e una realizzazione curatissima. 

Epperò alla fine Audace in edicola non ha funzionato. 

Da questo dato di fatto (il fallimento in edicola della linea Audace) deriva la situazione attuale di pochi personaggi spremuti al massimo.

 

 

 

Edited by Il sassaroli
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Stiamo parlando di gente che nel comunicato sull'aumento dei prezzi non ti comunica i prezzi ma ben si premura di spingerti a comprare più arretrati possibili prima che i prezzi aumentino.

 

Stiamo parlando di gente che sta ristampando i texoni in formato ridotto e a colori.

 

Non hanno rispetto né per i lettori né per il fumetto. Non fosse perché hanno ereditato la gallina d'oro di nome Tex, che comunque stanno ammazzando, sarebbero tutti a spasso da un bel po'.

 

L'aumento di prezzo non è il problema, è tutto quello che c'è attorno.

 

Non parlo di sceneggiatori e disegnatori, ovviamente, quelli hanno e meritano il nostro rispetto e affetto (e i nostri soldi).

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Qualcuno potrebbe dire: "BOICOTTIAMO LA CASA EDITRICE!". Poi ci si pensa meglio e si continua a comprarli per non correre il rischio che i prezzi aumentino ancora.

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32 minutes ago, Doudou said:

Qualcuno potrebbe dire: "BOICOTTIAMO LA CASA EDITRICE!". Poi ci si pensa meglio e si continua a comprarli per non correre il rischio che i prezzi aumentino ancora.

 

Senza fare boicottaggi o comprare tutto indiscriminatamente (magari per riporre senza nemmeno leggere), semplicemente si valuta se il prodotto vale il prezzo, paragonato ad altri usi di quei soldi 

 

Certo che, se fatto in maniera spietata, una simile valutazione ormai sarebbe ben poco distinguibile da un boicottaggio...

 

(per esempio, ormai un albo Bonelli costa più di pasta e cappuccino per due volte, e direi che come soddisfazione spesso non c'è paragone. Croissant ripieni di tanta Crema Chantilly forever!)

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E' tempo di scelte radicali un po' per tutti. Anche per una casa editrice che partita in forma artigianale forse è cresciuta troppo per un paese come l'Italia. L'idea brillante tarda ad arrivare e il piano di riserva secondo me ha funzionato molto a lungo, adesso però mostra la corda.

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Concordo con quello che ha scritto Diablero: la Bonelli sta esagerando. Non può andare avanti in questo modo spremendo i lettori con stratagemmi vari. E' una mossa fallimentare. Spero che cambino idea e facciano anche dei personaggi nuovi. 

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Il problema è proprio questo: trovare l'idea giusta che possa invertire il moto negativo del mercato.

Se fosse così semplice credo che chiunque lo avrebbe fatto, ma evidentemente così semplice non è.

 

Che poi, anche ammesso che l'idea ci sia e abbia potenziale, è sicuro il riscontro nelle vendite?

 

Si è già elencato alcuni tentativi e testate che sono andate a fallire, con annessa perdita economica, poichè per mettere su un progetto bisogna investire tanto tempo, energie e denaro (tanto denaro mica gli autori fanno fotocopie!). Basta questo per indurre a tirare del tutto i remi in barca e puntare solo su Tex come usato sicuro? NO, ma evidentemente un po' di disorientamento in Bonelli c'è e la situazione generale del fumetto non aiuta.

  

In effetti consentitemi, anche se non siamo addetti ai lavori, ma se ci venisse chiesto a noi lettori di lungo corso di suggerire qualcosa per creare un nuovo personaggio atto a sfidare il mondo editoriale di adesso, saremmo in grado di farlo? Dall'esterno è facile dire "bisogna fare questo" o "stanno sbagliando in quest'altro", ma credo che nessuno in Bonelli voglia vedere fallire la casa editrice senza battere ciglio, ma evidentemente al momento non si riesce a trovare il bandolo della matassa e speriamo che questo bandolo non lo si perda definitivamente con questo andazzo.

 

In Bonelli sono diventati tutti incompetenti? E' davvero una scorrettezza pensarlo, anzi suppongo che pure autori di successo attuali come Zero Calcare o Leo Ortolani, se chiamati a creare un personaggio popolare e ricorrente non è detto che riescano a mantenere nel lungo periodo cifre di vendita stratosferiche.

Poi ovviamente ognuno conserva le sue opinioni e le sue presunte soluzioni, ma da dietro una tastiera è tutto più semplice. 

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39 minutes ago, Condor senza meta said:

In effetti consentitemi, anche se non siamo addetti ai lavori, ma se ci venisse chiesto a noi lettori di lungo corso di suggerire qualcosa per creare un nuovo personaggio atto a sfidare il mondo editoriale di adesso, saremmo in grado di farlo? Dall'esterno è facile dire "bisogna fare questo" o "stanno sbagliando in quest'altro", ma credo che nessuno in Bonelli voglia vedere fallire la casa editrice senza battere ciglio, ma evidentemente al momento non si riesce a trovare il bandolo della matassa e speriamo che questo bandolo non lo si perda definitivamente con questo andazzo.

 

Fischi per fiaschi.

 

Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come".

 

Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio?

 

Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"?

 

Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate)

 

Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante...  non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro!

 

Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza?

 

Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso?

 

Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono?

 

Quanti soldi butti via?

 

E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu...

 

E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..."

 

Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile.

 

Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria.

 

Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?

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@Il sassaroli sul discorso dell'Audace ti risponderei Insomma. 

E anche sui Kids e sui cartonati da Libreria. 

 

Hanno cercato altre soluzioni, ma andando nella direzione sbagliata. L'unico formato che ha sempre venduto in Italia è quello Bonelli. Cercare di cambiare formato, andando in direzione dei fumetti americani, che in Italia hanno sempre venduto molto meno dei Bonelli, e che a oggi la Panini vende a 4euro per 32 pagine, mi sembra un errore marchiano. 

Creepy Past e le prime Dragonero Adventures (poi tornate nel formato 16x21) e Four Hoods (che poi sembrava che per un periodo la Bonelli non potesse fare a meno di Recchioni: curatore di DYD- che ha perso un sacco di copie- autore di Orfani, Four Hoods e Chambara da libreria, quasi tutte chiuse in fretta e furia) andavano in quella direzione. 

E anche i fumetti per "Kids" li hanno fatti scrivere sempre ai loro autori, quelli che scrivevano i fumetti normali, non hanno selezionato nuovi autori che avrebbero dovuto occuparsi del nuovo settore. 

 

In libreria, invece, prendono la direzione del fumetto Francese che, a parte pochissime eccezioni (le solite Blueberry, Asterix e forse Lucky Luke), non ha mai venduto granché. 

Non so quanto vende Nero, che viene pubblicato anche in Francia e in Belgio, ma non credo faccia sfracelli, altrimenti ne avremmo sentito parlare, magari nelle classifiche che escono su Fumettologica tutte le settimane, o perché la Bonelli ce lo avrebbe comunicato (una serie a fumetti che vende, faccio un esempio, 30mila copie, sarebbe un evento). 


La stessa cantonata presa per i colori. Facciamo tutto a colori perché i lettori, dopo la CSAC, vogliono i colori. 

Fateci caso le ultime due serie pubblicate in edicola sono state due bagni di sangue.
Mercurio Loi (chiuso dopo 16 numeri- dopo essere passato a bimestrale), fumetto molto intellettuale e anche interessante è stato pubblicato, non si sa per quale ragione, a colori. Con 1 euro tondo in più rispetto a Tex. Non ci voleva molto per capire che, un fumetto del genere, bisognava venderlo al prezzo più basso possibile, per poterlo tenere in edicola più a lungo. 

La seconda serie è Odessa. Che come design dei personaggi si presenta come la brutta copia di Nathan Never (capelli bianchi, spolverino lungo). Magari è un fumetto bellissimo. Il problema è che non si trovano recensioni da nessuna parte. Nemmeno sui forum di fumetti c'è una discussione che vada oltre il primo numero (nonostante lo abbiano fatto ripartire da 1 per 4 volte). Forse sul forum di Nathan Never c'è qualcuno che ha recensito l'ultimo numero.

Chiaro che se queste sono le proposte, il lettore scappa. 

 

Il formato giusto lo hanno beccato per caso, come diceva @Diablero, con Tex Willer, ma in quel formato non ci hanno pubblicato nient'altro. Meno pagine, più dinamico e prezzo più basso. 
A me preoccupa che nemmeno in libreria stia uscendo nulla di nuovo. Come a dire alziamo le barricate e restiamo con questi.


 

 

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  • co fondatore
Posted (edited)

Ci si dimentica che la crisi delle edicole di cui si parlava sopra e che indubbiamente un po' ha contribuito al calo delle vendite di molte testate è stata causata in gran parte dalla deregulation dei punti vendita dei periodici voluta dalle stesse case editrici in preda a una febbre di libero mercato che si è dimostrata disastrosa. In edicola parli con l'edicolante e gli altri clienti, ti fai consigliare, alla cassa di un supermercato non è possibile.

Prima anche nei centri commerciali l'edicola era un luogo separato in galleria, poi è stata relegata in un angolo a fianco di snack, chewing gum e lamette da barba. Ciò conta molto.

Edited by Mister P
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Geronimo dice:

...

E anche i fumetti per "Kids" li hanno fatti scrivere sempre ai loro autori, quelli che scrivevano i fumetti normali, non hanno selezionato nuovi autori che avrebbero dovuto occuparsi del nuovo settore. 

Però se mio figlio oggi legge Senzanima (oltre a qualche manga) è proprio perché da piccolo ha letto Dragonero Adventures. Quindi a qualcosa è servito.

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Il paragone con la pizza andava bene fino a qualche anno fa. Adesso a Vicenza e provincia una pizza decente, che non sia la classica margherita, viene minimo 9-10 €, con picchi di 14-15. Aggiungici il coperto e un paio di birre (5 € l’una quando va bene) e per una serata in pizzeria spendi dai 20 ai 30 €. Il Tex, al netto degli prossimi aumenti, rimane ancora un passatempo molto più economico.

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<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Magic Wind dice:

per una serata in pizzeria spendi dai 20 ai 30 €

Meno male che a Milano un operaio guadagna 3.000 euro al mese altrimenti col cavolo che va a spenderne 30 per una pizza.

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1 hour ago, Il sassaroli said:

Però se mio figlio oggi legge Senzanima (oltre a qualche manga) è proprio perché da piccolo ha letto Dragonero Adventures. Quindi a qualcosa è servito.

 

Giustissimo. Però ha chiuso. E tutto il settore Bonelli Kids ha chiuso. Vedi anche le tristissime versioni kidz degli eroi normali. Era una buona idea la Bonelli Kidz? Certo. Però è stata gestita male. 

 

Anche la linea Audace poteva essere una buona idea, e anche quella è finita malissimo. Di chi è la colpa?
Anche lo sbarco in Libreria è una buona idea, e ci sono arrivati con anni di ritardo, ma anche lì sembra che oltre Tex, Zagor e DYD il resto tiri molto poco (poi magari sbaglio io, ma mi sembra che solo i cartonati di Tex e i brossurati che raccolgono le storie lunghe vengono ristampati). 

 

Il deserto dei tartari è andato bene ed è stato in classifica per un po' di tempo, ma non mi sembra che stiano producendo altro materiale simile. 

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21 hours ago, Geronimo said:

Non intervengo sul discorso edicole, perché non so cosa potrei dire. 

Però a livello generale, mi sembra che la Bonelli sia molto confusa.  E' sbarcata in Libreria e mi sembra che non abbia racimolato nessun grosso successo (forse qualche volume unico?). Le prime serie sono arrivate a conclusione e si sono fermate (K-11, Sottosopra, Quei 2), altre sono state sospese (il confine) e da un annetto le uniche che vanno avanti sono Nero, Eternity e la Divina congrega (a parte Senz'anima che comunque ha il traino di Dragonero). 

Nessun annuncio di serie nuove (l'unica cosa annunciata è il fumetto su Rocky Marciano) e la presentazione di serie francesi. 

 

Perché tutto questo discorso in questo topic?

Perché se la Bonelli avesse azzeccato una serie da Libreria, da 100mila copie a numero, forse avrebbero potuto attendere per questo aumento, o per la riorganizzazione delle testate. 

Trasferire il formato da edicola in libreria, è stata una strategia fallimentare. Non basta aggiungere il colore e tenere lo stesso tipo di narrazione dilatata da serie da edicole. 
Spero che questi mesi di silenzio, senza alcuna novità in libreria (e per novità parlo di nuove serie) servano per aggiustare il tiro. E per raggiungere finalmente un successo...

 

Stesso mio pensiero. L'editore di fumetti popolari per eccellenza che tutto a un tratto si ritira completamente dalle edicole con le nuove iniziative, comincia a puntare su uscite alla francese con prezzi completamente spropositati per gli standard a cui ha abituato i lettori in decenni di attività e lo fa senza una strategia chiara dando l'impressione di andare alla cieca.
Una cosa simile è successa anche con la demenziale operazione della linea Audace, un po' da libreria e un po' da edicola con albi più cari e con meno pagine in un formato che non ci azzeccava niente con gli albi standard della SBE.

 

E ora ci ritroviamo senza nuove iniziative da edicola, senza nuove iniziative da libreria e con la linea Audace praticamente defunta. Con un aumento di 0,5 euro ogni due anni. Genialità pura. 

16 hours ago, Diablero said:

Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla.

 

Quello che ripeto da anni. E oltre alla bravura e alla "vendibilità" aggiungerei che mancano proprio nuovi autori prolifici e che è da tantissimo che la SBE ha abdicato al ruolo di talent scout che è prima di tutto nell'interesse della casa editrice sul lungo termine, aspetto che a quanto pare si è perso completamente di vista.

Boselli da solo regge da anni mezza baracca, una volta che va in pensione buona fortuna sia alla Bonelli che a noi lettori. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Magic Wind dice:

Il paragone con la pizza andava bene fino a qualche anno fa. 

Non solo, a mio avviso sono due beni non paragonabili, visto la diversità. 

 

Per me, si continua a non centrare il punto. Non dico che Diablero abbia torto e in fondo la sovrapproduzione di albi di Tex ha davvero minato la qualità generale, ma questa è una conseguenza, non la causa a mio avviso. 

 

Il calo continuo dei lettori è dovuto al fatto che non si riescono più a captare i giovani; per ogni vecchio fans che molla, non hai il dovuto ricambio. Secondo voi quando Tex vendeva 700.000 copie erano tutti anziani coloro che lo leggevano?

 

Oggi per quanto si dica è davvero difficile fare avvicinare le giovani leve alla lettura dei fumetti e parlo con una certa concezione di causa, visto che l'associazione culturale di cui sono socio si impegna con dei progetti per proporre graphic novel agli studenti, ma tutto questo interesse dall'altra parte non c'è.

 

Per me il mezzo fumetto al momento è fuori mercato, stritolato non dalle pizze ma da intrattenimenti più alla moda che attirano giovani leve e non.

 

Ovvio la qualità c'entra pure, ma per non perdere i vecchi lettori, non per prenderne di nuovi, anche perché la qualità è soggettiva e quello che viene considerato di qualità da uno della mia generazione per un ragazzo è una boiata. 

 

Esempio: l'ultimo album dei Cure è stupendo, ma la maggioparte dei giovani non lo conosce e ascolta Toni Effe. Come la mettiamo? 

 

 

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@Condor senza meta però mio nipote (13 anni) legge manga. 
Io credo che il problema sia l'assenza di fumetti avventurosi. Sostituiti da un sacco di libri Young Adult che viene poi trasformata in film o in serie. 

Non mancano le storie, ma è il format fumetto, in occidente (occidente intendo Italia, Francia, Usa e Sudamerica), che non riesce a sfornare roba interessante di genere avventuroso. 

 

Le GF di cui tu parli sono cose molto intimiste. Romanzo di formazione e scoperta di sé stessi (alcuni belli, altri due palle!). Forse in Italia c'è qualcosa che vira verso l'horror e il fantasy, ma fumetti avventurosi, fantascientifici, storici, western c'è zero. 

E negli USA la situazione è identica. Solo supereroi e poche eccezioni ma di autori ormai in là con gli anni (Ennis, Millar), o qualcosa che vira verso l'horror...

Specifico che questa mia disamina è molto superficiale. 

 

E quindi? 

Secondo me molti degli autori che lavorano in Italia, come diceva in un'intervista Antonio Serra, ai tempi dell'uscita di Gregory Hunter, vorrebbero scrivere i supereroi, ma siccome in Italia non si producono, cercano di scrivere all'americana, scordandosi quello che che si venderebbe. 

 

@MarrFarr Non ci sono nuovi autori?
Forse è vero.

Alcuni autori hanno scritto per tutte le testate, si sono dimostrati inadeguati per tutte eppure continuano a pubblicare. 

Edited by Geronimo
  • +1 1
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6 hours ago, Geronimo said:

 

@MarrFarr Non ci sono nuovi autori?
Forse è vero.

Alcuni autori hanno scritto per tutte le testate, si sono dimostrati inadeguati per tutte eppure continuano a pubblicare. 

 

Continuano a pubblicare proprio perchè, mancando un nuovo Boselli/Castelli/Berardi/Manfredi che possa garantire velocità e qualità a qualcuno si devono pur far scrivere gli albi da mandare in edicola.

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9 ore fa, Magic Wind dice:

Il paragone con la pizza andava bene fino a qualche anno fa. Adesso a Vicenza e provincia una pizza decente, che non sia la classica margherita, viene minimo 9-10 €, con picchi di 14-15. Aggiungici il coperto e un paio di birre (5 € l’una quando va bene) e per una serata in pizzeria spendi dai 20 ai 30 €. Il Tex, al netto degli prossimi aumenti, rimane ancora un passatempo molto più economico.

Non posso dire che sono anni che io non vado più in pizzeria perché preferivo spendere quei soldi per i fumetti, ma sta di fatto che da quando non compro più fumetti non mi trovo comunque soldi avanzati per andare a mangiare la pizza! Il mese prossimo c'è il cambio dei pneumatici, il bollo e la revisione dell'auto, mentre il mese scorso c'era l'assicurazione, altro che i "giornaletti"...

Edited by Dix Leroy
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<span style="color:red">19 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Fischi per fiaschi.

 

Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come".

 

Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio?

 

Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"?

 

Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate)

 

Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante...  non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro!

 

Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza?

 

Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso?

 

Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono?

 

Quanti soldi butti via?

 

E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu...

 

E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..."

 

Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile.

 

Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria.

 

Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?

 

Come non essere d'accordo ... sfortunatamente per noi lettori e soprattutto acquirenti.

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Si parla di lotta tra pizza e fumetti, ma il problema dell'aumento dei prezzi è che mette in competizione prima di tutto prodotti presenti sullo stesso scaffale.

Un esempio: i Grandi Classici Disney costa 5,50€. Ha una buona fattura, belle copertine, tante pagine a colori, spesso ottime storie, redazionali interessanti.

Quando ogni mese vado a prendere Tex lo vedo sempre, lì a pochi centimetri e qualche volta sono tentato di prenderlo, ma per regola mi concedo un solo fumetto al mese, salvo eccezioni.

Finora Tex costava meno, il mese prossimo non si sa.

 

Signori della Bonelli, siete così sicuri di offrire un prodotto migliore della concorrenza? L'uomo è debole, la tentazione è lì vicina, sullo stesso ripiano dell'edicola.

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