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TWF - Tex Willer Forum

[774/775/776] Rick Master, Detective


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18 minutes ago, Jeff_Weber said:

A quanto pare sono costretto a riportare di seguito ciò che ho scritto e rispondere, dato che come sempre stravolgi a tuo uso e consumo le intenzioni e le parole degli altri:

 

"Ma, a mio parere, forse una caratterizzazione così spinta e attraente dei personaggi avrebbe avuto necessità di qualche dialogo in più sui personaggi di Scottsdale (Arizona) che immagino non vedremo più, dato che l'azione si trasferirà presso i mormoni di New Hope. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio, conoscere meglio lo sceriffo e il suo aiutante, morti ammazzati in così breve tempo".

 

Ho chiedo di conoscere dello sceriffo e del suo aiutante, vita, morte e miracoli, come da prassi burattiniana? No ! Ho scritto soltanto che con quella bella caratterizzazione grafica di Gomez; avrei avuto piacere di leggere qualche dialogo in più fra i due personaggi morti appena all'inizio della storia !!!

 

Fammi qualche esempio pratico (non pretendo la sceneggiatura, ma almeno qualcosa per farmi capire meglio), perchè continuo a immaginarmi cose superflue o magari anche moleste (per me), ma se ho equivocato quello che intendevi dire vorrei scusarmi.

 

L'esempio di Burattini era nella sezione "non parlo di te" e mi serviva perchè probabilmente è l'esempio più clamoroso ed eclatante, per far capire di che parlo, ma proprio per questo è un esempio ESTREMO, la maggior parte della gente che vedo chiedere più informazioni (per me) superflue non arriva a certi eccessi: ho specificato che lì non parlavo di te! :lol:

 

Ma anche se ho sbagliato a interpretare quello che desideravi vedere, ti garantisco che quella maniera di "leggere" che ho descritto l'ho incontrata ormai troppe volte per illudermi che non esista davvero...

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8 ore fa, Jeff_Weber dice:

Ho postato qui, anziché nel topic specifico, perché mi ricollego alla storia di @borden per un confronto. 

 

La sua storia, da me molto apprezzata e recensita a più riprese, ovviamente non è iniziata in medias res e credo tutti abbiamo goduto (a parte qualcuno, in realtà) di un bel prologo di una ventina di pagine che inquadra la vicenda arricchendola anche in termini "culturali".  

 

Nella storia di Manfredi non abbiamo invece alcun prologo, si entra subito nell'azione più pura con dialoghi essenziali e con i disegni di Gomez che caratterizzano tutti i personaggi al meglio, compreso il morto messo di traverso sopra il cavallo. 

 

Ma, a mio parere, forse una caratterizzazione così spinta e attraente dei personaggi avrebbe avuto necessità di qualche dialogo in più sui personaggi di Scottsdale (Arizona) che immagino non vedremo più, dato che l'azione si trasferirà presso i mormoni di New Hope. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio, conoscere meglio lo sceriffo e il suo aiutante, morti ammazzati in così breve tempo. 

 

A questo punto mi chiedo. E' la mia una sindrome da bosellite acuta?

 

Oppure, semplicemente ciascuno ha i propri gusti, godendo di volta in volta dell'opera dei diversi autori con il loro diversi stili

 

 

Semplicemente sono storie diverse con scelte diverse.

Manfredi decide di fare un "prologo" d'azione in medias res con una vicenda che non c'entra assolutamente niente con la vicenda principale, ma niente niente. Cosa legittima, che non credo lui abbia fatto altre volte o non ricordo e che anch'io forse non ho fatto mai o non riesco a ricordarmene, perché di solito cerco una specie di aggancio con la trama principale.

E quindi che bisogno c'era di approfondire quei personaggi? Sono un pretesto per un inizio esplosivo.

 

La mia invece riguarda la trama principale dall'inizio alla fine ed è una trama complessa, che presenta personaggi fondamentali e nuovi, quindi l'inizio é tutt'altra cosa e ha altre esigenze.

 

Le due sceneggiature rispondono a esigenze diverse del momento e della singola storia e non sono paragonabili.

 

 

E sia ben chiaro, fare un errore parlando di inizio in MEDIAS RES! L'inizio di Manfredi è SLEGATO dalla trama, che inizia a pag. 93!!! Non inizia a metà trama, il prologo non c'entra un fico con la trama! La Medias Res di un prologo non vale!

 

 

 

 

PS PER DIABLERO.

 

Burattini NON ha inventato il cognome WILDING, l'ha inventato NOLITTA IN "ZAGOR. RACCONTA..."  Diamine!

Edited by borden
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Geronimo dice:

Quoque tu @Diablero!

Il nome di Diabolik non può mai essere Mario Rossi. 
Come Diabolik insegna nome proprio in italiano e cognome straniero. Il vero nome di Diabolik sarà Mario Red, Giovanni Luttwack, Franco Eisenhower, Michele Carter, Antonio Corbin... Etc. 

Scusate per l'off-topic

Oh bella!

E io che credevo che il vero nome di Diabolik fosse Diamantino Boliconi.

Che scema!

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40 minutes ago, borden said:

PS PER DIABLERO.

 

Burattini NON ha inventato il cognome WILDING, l'ha inventato NOLITTA IN "ZAGOR. RACCONTA..."  Diamine!

 

Lo so, "Diamine!", ma io parlavo del NOME, mica del cognome! :lol:

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20 minuti fa, Diablero dice:

 

Lo so, "Diamine!", ma io parlavo del NOME, mica del cognome! :lol:

Dai POST ambigui sopra, compreso il tuo, pareva che fosse lesa maestà dare un qualsivoglia nome a Zagor, visto che Diabolik non ce l'ha! Siccome Sergio aveva chiamato Mike Wilding il padre di Zagor, al nostro mancava solo il nome. Sergio stesso aveva dato a Mister No il nome Jerry Drake, no? Sergio stesso si rese conto che dopo trent'anni la mancanza di un nome di battesimo era stucchevole e accettò la proposta di Burattini di chiamarlo Patrick. Davvero, dove sta il problema? Perché diamine per voi tutto è diventato un problema?

 

Certo, io non lo chiamavo  Patrick a ogni pié sospinto, lo chiamavo Zagor... Ma non è avere un  nome il problema. Zagor non è nè Diabolik nè Macchia Nera!

 

 

PS Il vero nome di Diabolik è Cornelius Deville.

Edited by borden
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25 minutes ago, borden said:

Dai POST ambigui sopra, compreso il tuo, pareva che fosse lesa maestà dare un qualsivoglia nome a Zagor, visto che Diabolik non ce l'ha! Siccome Sergio aveva chiamato Mike Wilding il padre di Zagor, al nostro mancava solo il nome. Sergio stesso aveva dato a Mister No il nome Jerry Drake, no? Sergio stesso si rese conto che dopo trent'anni la mancanza di un nome di battesimo era stucchevole e accettò la proposta di Burattini di chiamarlo Patrick. Davvero, dove sta il problema? Perché diamine per voi tutto è diventato un problema?

Appunto: è DIVENTATO un problema.

 

Perché un conto è fare UNA STORIA in cui Cico scopre magari che si chiamava Patrick, ma se ti leggi gli Zagor "moderni"...  si chiama Patrick. Spesso si presenta come Patrick. "ma gli indiani mi chiamano Zagor"

 

Zagor diventa un "soprannome indiano", e un identità segreta da supereroe: tipo Peter Parker e Spider-man.

 

Ma non era questo il senso che dava la lettura di "Zagor racconta": in quella storia Zagor rinnegava tutta la sua vita precedente (votata unicamente ad una vendetta insensata), e rinnegava anche il nome "Wilding". E DIVENTA Zagor: non è una maschera, è una nuova vita, un nuovo nome, una nuova missione a cui dedicarsi.

 

Oggi tutto questo è sparito, il padre era un poveretto buono buonino falsamente accusato, Solomon Kinsky era davvero una carogna spregevole a lo era sempre stato, la vendetta di Patrick era stata giustissima e sacrosanta e nemmeno troppo sanguinaria... perchè mai avrebbe dovuto cambiare nome?

 

 

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, Diablero dice:

Appunto: è DIVENTATO un problema.

 

Perché un conto è fare UNA STORIA in cui Cico scopre magari che si chiamava Patrick, ma se ti leggi gli Zagor "moderni"...  si chiama Patrick. Spesso si presenta come Patrick. "ma gli indiani mi chiamano Zagor"

 

Zagor diventa un "soprannome indiano", e un identità segreta da supereroe: tipo Peter Parker e Spider-man.

 

Ma non era questo il senso che dava la lettura di "Zagor racconta": in quella storia Zagor rinnegava tutta la sua vita precedente (votata unicamente ad una vendetta insensata), e rinnegava anche il nome "Wilding". E DIVENTA Zagor: non è una maschera, è una nuova vita, un nuovo nome, una nuova missione a cui dedicarsi.

 

Oggi tutto questo è sparito, il padre era un poveretto buono buonino falsamente accusato, Solomon Kinsky era davvero una carogna spregevole a lo era sempre stato, la vendetta di Patrick era stata giustissima e sacrosanta e nemmeno troppo sanguinaria... perchè mai avrebbe dovuto cambiare nome?

 

 

 

E su Zagor, a malavoglia devo ammettere, sono sempre dello stesso parere di @Diablero.

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Quindi il parere di Sergio Bonelli non conta. Ma bravi! Ecco la vera deriva... da fanzinari!

 

Perché la prima serie di Star Trek sarà sempre l'unica accettata, anche se Gene Roddenberry ha dato il via alle successive.

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<span style="color:red">13 minuti fa</span>, borden dice:

Quindi il parere di Sergio Bonelli non conta. Ma bravi! Ecco la vera deriva... da fanzinari!

 

Perché la prima serie di Star Trek sarà sempre l'unica accettata, anche se Gene Roddenberry ha dato il via alle successive.

 

Il cognome di Zagor rimane e non si contesta, ma molto altro di quanto scritto da Nolitta è andato a farsi benedire.

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3 ore fa, Jeff_Weber dice:

"bosellite acuta", a quanto pare condivisa perfino con la tua gemella virtuale @Letizia,

Ma ti ha morso una tarantola?

Chi ti ha ficcato nella zucca che io penso che sei affetto da bosellite acuta?

Te l'ha confidato il mio gemellino?

Ma dalle parti tue la colonnina del mercurio a quanto è arrivata?

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Letizia dice:

Ma ti ha morso una tarantola?

Chi ti ha ficcato nella zucca che io penso che sei affetto da bosellite acuta?

Te l'ha confidato il mio gemellino?

Ma dalle parti tue la colonnina del mercurio a quanto è arrivata?

 

Credevo sapessi leggere. Dico soltanto che questa volta hai condiviso con me l'apprezzamento alla storia di @borden, compresa la lunga premessa, a differenza del tuo gemello virtuale. Abbiamo entrambi una bosellite acuta, cioè troppo amore per le sue storie? Ci sono delle virgole e avranno pure un senso, per dindirindina !

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30 minutes ago, borden said:

Quindi il parere di Sergio Bonelli non conta. Ma bravi! Ecco la vera deriva... da fanzinari!

Gran parte della deriva "patrickiana" (e delle "origini" di ogni spillo di Darkwood) è avvenuta dopo la sua morte. E non era per niente felice nemmeno lui del ripescaggio dei suoi vecchi personaggi (tanto che a quanto ne so per un certo periodo diede proprio il veto).

 

E come disse lui stesso (e come dici anche tu a volte come curatore), un editore deve anche pubblicare cose che non gli piacciono: Zagor in edicola ci doveva andare, il fatto che pubblicasse tutte le storie non implica che gli piacessero tutte le storie (più meno come quando tu approvi cose tipo il pistolero Vudu).

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<span style="color:red">57 minuti fa</span>, Diablero dice:

Gran parte della deriva "patrickiana" (e delle "origini" di ogni spillo di Darkwood) è avvenuta dopo la sua morte. E non era per niente felice nemmeno lui del ripescaggio dei suoi vecchi personaggi (tanto che a quanto ne so per un certo periodo diede proprio il veto).

 

E come disse lui stesso (e come dici anche tu a volte come curatore), un editore deve anche pubblicare cose che non gli piacciono: Zagor in edicola ci doveva andare, il fatto che pubblicasse tutte le storie non implica che gli piacessero tutte le storie (più meno come quando tu approvi cose tipo il pistolero Vudu).

Ah! Ah! Però su Patrick Wilding era d'accordo. Certo, non bisogna esagerare, come ho detto.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Jeff_Weber dice:

 

Credevo sapessi leggere. Dico soltanto che questa volta hai condiviso con me l'apprezzamento alla storia di @borden, compresa la lunga premessa, a differenza del tuo gemello virtuale. Abbiamo entrambi una bosellite acuta, cioè troppo amore per le sue storie? Ci sono delle virgole e avranno pure un senso, per dindirindina !

Hai ragione, chiedo venia.

Ma poiché credo che ormai nessuno qui pensa che io abbia una bosellite (in senso positivo) o una nizzite (in senso negativo) ho erroneamente pensato che tale bosellite non fosse riferita a me neanche di striscio.

Poi non mi è andata giù la faccenda della gemella.

Quando devo esprimere un parere non considero minimamente il destinatario e, se devo stroncare Boselli o elogiare Nizzi, lo faccio senza tanti scrupoli.

Se poi capita praticamente (quasi) sempre il contrario, non è colpa mia.

Come disse non ricordo chi (ricordo solo che è un napoletano), non sono io che sono razzista, sono loro che sono napoletani.:P

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<span style="color:red">54 minuti fa</span>, Letizia dice:

Come disse non ricordo chi (ricordo solo che è un napoletano), non sono io che sono razzista, sono loro che sono napoletani.:P

Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni a Sportacus su Odeon TV, se non ricordo male :D

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<span style="color:red">4 minuti fa</span>, Il sassaroli dice:

Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni a Sportacus su Odeon TV, se non ricordo male :D

Credo proprio di sì.

E, se non ricordo male, fu Paolantoni a dirla.

Ricordo che, quando l'ho raccontata a un mio carissimo amico di Mergellina, ci siamo fatti matte risate.

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@borden Cornelius Deville è inaccettabile. Al massimo Cornelio Devilles (ma anche così è troppo letterario. Io punterei su Gino Fletcher). 

 

Per @Diablero ricordo anche io un periodo in cui Zagor si presentava come Patrizio Wilding, Zagor per gli indiani (soprattutto nei forti) però non so in che periodo. Dopo qualche storia però la cosa rientrò...

P.S. Mi rendo conto che alimento l'off topic e non ho ancora commentato la storia...

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Recuperata per intero la storia in questione, ma non la discussione della quale ho letto solo qualche messaggio sparso nelle ultime pagine.
Sicuramente una buona storia, alla luce del finale si palesa come prologo di una vicenda futura, che parte un po' con il freno a mano tirato e poi prosegue con una una buona dose d'azione e un bel ritmo. I due pards e il coprotagonista Rick Master sono risultati in forma per tutto l'arco della vicenda e in generale non ho trovato eccessivamente verbosi, ripetitivi o ampollosamente fuori luogi i dialoghi, ad eclusione forse di qualche passaggio iniziale. Sicuramente la cosa che meno mi ha convinto e la relativa facilità con la quale i nostri finiscono per mettere in scacco la temibile organizzazione, compresa qualche coincidenza leggermente forzata...mi sarei aspettato qualcosa in più insomma dai cattivoni, tutto sommato abbastanza impalpabili. Staremo poi a vedere se dietro alla maschera del misterioso Dark si cela la maggiore indiziata o se verremo in qualche modo stupiti da Borden...appuntamento al prossimo episodio.

Alla buona riuscita generale sicuramente contribuiscono gli eccellenti disegni di Benevento, ottimi per tutto il corso dell'avventura e in alcune sequenze davvero da applausi! Un passo avanti anche rispetto al già alto livello di quelli della storia con la figlia di Satania, secondo me.

Per finire, pur confermando la bontà della storia, condivido la richiesta del buon Leo: @bordenmagari tu ti sei stufato di scrivere storie western più classiche, però ogni tanto potresti farci il piacere di sfornare qualche cosa di più tradizionale sulla regolare, che ne so, qualcosa alla cercatori di piste, o a sangue freddo, o ad altre tue per Ortiz, Font o Mastantuono,  qualcosa di western sporco e duro...mettici pure qualche elemento caratterizzante dei tuoi...senza per questo certo abbandonare le storie più esotiche e feuillettonesche che tanto ti piacciono, grazie! :D

Edited by Il Biondo
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Il Biondo dice:

qualcosa alla cercatori di piste

Storia sensazionale, l’ho letta per la prima volta settimana scorsa, nel formato grandi storie Bonelli. Complimenti @borden! E più storie così, come dice @Il Biondo

Ma complimenti anche per questo quasi trittico, l’ho trovato scorrevole e mi ha piacevolmente intrattenuto

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Con netto ritardo sono riuscito anch’io a ultimare la lettura dell’albo finale del tanto atteso team up di Tex e Rick Master.

 

Ammetto che è stata una sorta di tortura quella di dover stare lontano dal topic per evitare gli spoiler, mentre la discussione prometteva scintille e di farsi interessante. Magari la dieta del capo della Tong, mi sarebbe servita come punizione visto l'incipiente pinguedine, ma mi son dovuto accontentare di girare al largo, per recuperare solo oggi la lettura della lunga sfilza di commenti che hanno popolato questo post. :D

 

Non è mai una buona idea leggere i commenti prima della recensione personale, poiché il rischio di essere influenzato a destra e a manca è sempre alto. Cercherò nel possibile di rimanere ancorato alle mie impressioni provate dopo la lettura, sorvolando sulle tante argomentazioni che sono state sfoderate in queste pagine.

 

Come già accennato nel primo commento di due mesi fa, la storia si è mostrata subito interessante e il sottoscritto questo interesse lo ha mantenuto intatto fino all’ultime tavole.

 

Per meglio godere il totale, ho riletto in sequenza i primi due albi prima dell’epilogo del terzo e credetemi, che questo stratagemma è stato indicato nell’occasione.

Piccola digressione personale: non mi pento di aver scelto proprio il primo albo della prova per farmelo autografare direttamente da Mauro a Etnacomics, in compagnia del celeberrimo “Il passato di Carson” (quello si imprescindibile nonostante ingiallito da tre decenni di riletture), poiché, a mio avviso, sebbene non del tutto esente da difettucci, l’episodio in questione è destinato a divenire un autentico classico dei tempi recenti e di certo la migliore storia di Mauro sulla regolare dai tempi dell’epopea sull’Artico.

 

Rick Master non lo conoscevo, quindi mi fido della caratterizzazione fornita da Mauro, comunque mi è sembrato subito simpatico e pieno di carisma e merita la vetrina di prestigio accanto a Tex.

Molto ben calibrata la prima parte con le due indagini parallele che finiscono col confluire nel secondo albo e da allora il ritmo esplode e la storia diventa davvero al cardiopalma.

 

Master e collaboratore giapponese non rubano la scena a Tex e Carson, ma si ritagliano comunque una buona fetta di peso specifico nell’economia della storia.

 

L’organizzazione che agisce in estorsioni e rapimenti promette fin dall’inizio di dare filo da torcere alla squadra dei buoni e gli indizi seminati dallo sceneggiatore, preparano il vero incedere della sceneggiatura.

 

Fra le critiche mosse nei commenti che mi hanno preceduto, ho fissato in particolar modo quella che definisce troppo semplice e “pilotata” l'indagine che porta subito i nostri sulla strada buona.

 

Può anche darsi che Borden abbia un po’ forzato sulla casualità e sospensione dell’incredulità per sciogliere alcuni passaggi, ma ho avuto come l’impressione che più che altro all’autore premesse mettere in mostra il parterre di onore di protagonisti che il giallo o l’indagine vera e propria.

 

Il simbolo della giacca come vessillo da indossare dai capi sezione può essere stato pur un vezzo di Mauro e mi ha lontanamente ricordato la bandana rossa della banda innocenti.

Ma come, un’associazione simile vorrebbe agire nella segretezza e anonimato e si lascia alle spalle tracce così compromettenti?

 

Dunque, come ogni opera, un diverso punto di vista non per forza finisce con l'essere assoluto, quindi se da un lato le osservazioni di Diablero possono anche non essere campate in aria, dall’altro anche i pareri opposti, fra cui quello dell’autore hanno il loro valore.

Oltre al fatto che in simili centri abitati non era scontato risalire da una giacca nera, sebbene preziosa, all’identità dei caporioni dell’associazione, fornisco un altro punto di vista che finora non è stato evidenziato, ma che sta pur in piedi come gli altri due già esposti e dibattuti: in fondo chi l’ha detto che all’associazione a delinquere premesse passare del tutto inosservata? Come le varie mafie, spesso i componenti sono noti ai più, ma per omertà, collusione o paura, la gente comune finge di non conoscerli, se non addirittura rispettarli. E se anche in California accadeva questo? In fondo l’associazione è potente e ramificata e anche gli investigatori potrebbero aver evitato di indagare oltre ai misfatti, fino all’arrivo di Tex e Carson che danno il loro coraggioso contributo a Devlin. Il non far conoscere fra loro i capisezione può essere stato un espediente di Miss Dark per impedire eventuali dispute o tentativi di combutta ai suoi danni. Non vi convince? Magari avete ragione, ma la stessa cosa può accadere al sottoscritto leggendo le osservazioni di tizio e caio, quindi...

 

Per il resto, molto bella la sequenza della liberazione della giovane cinese, così come si mostrano molto avvincenti le sparatorie che vedono i nostri pard in grande spolvero.

Ho trovato molto ben pensata anche la location in cui si svolge la battaglia finale e quelle chicche storiche cittadine che Mauro non disdegna mettere nelle sue storie per ammodernare le sequenze quali il servizio di posta prioritaria, il tram a fili, il telefono e l’ascensore dell’albergo lussuoso.

 

Capitoli dialoghi: lo stile di Mauro è ormai noto e la presenza corposa di frasi nelle sue conversazioni sono un marchio di fabbrica. In passato ci sono state storie più verbose che mi hanno infastidito (vedi il ritorno della Montoya) qui tutto sommato li ho trovati meno pesanti e la storia scorre meglio rispetto ad alcune recenti prove.

 

La fuga in mongolfiera di Miss Dark, il mistero sulla sua identità (che sta popolando il topic creato ad hoc) e l’imminente ritorno dell’arcana villain, sono un tocco in più di Mauro (scelte narrative che possono piacere o meno ma denotano comunque il desiderio di non essere mai ripetitivi o banali) anzi mi chiedo se l’idea di lasciare il finale aperto sia nato al momento in cui è stata dirottata sulla regolare la prova o Borden intendeva usarlo pure nel caso in cui la collocazione dell’avventura fosse stata quella originaria, ovvero un maxi.

Non so se Mauro vorrà rispondermi, peccato non averlo saputo prima che glielo chiedevo di persona durante il nostro incontro o in conferenza, tuttavia mi sento di porgergli i miei complimenti, visto che la storia mi è davvero molto piaciuta e attendo con trepidazione il seguito.

 

Chiudo spendendo alcune parole di elogio per il comparto grafico impeccabile di Michele Benevento.

Bravo, bravo, bravo! Già nelle prove passate mi aveva appassionato, qui l’artista si supera, con tavole curate, dettagliate (che goduria gli interni perfetti con tanto di carta da parati elegante), ma pur sempre leggibili e dalla giusta atmosfera e dinamicità.

La sequenza tra la nebbia non ha tanto da invidiare a quella perfettamente resa dal maestro Villa nella “Congiura”, le fattezze dei nostri eroi sono armoniose e piacevoli. L’atmosfera cittadina resa alla perfezione e anche la rappresentazione di China Town e le sue tong mi ha convinto.

 

Di certo ci toccherà aspettare un po’ per l’immancabile sequel, ma abbiamo la certezza che graficamente Benevento non ci deluderà, anzi sono pronto a scommettere che alzerà ulteriormente l’asticina della  qualità, ben stimolato da Borden che sa come curare i talenti affidati alle sue mani.

Il mio voto finale è 9

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Allora...Boselli da ieri sera fino a stamattina mi ha tenuto incollato alle pagine e di questi tempi è grasso che cola. Tra Los Angeles e San Francisco, tra tong, agguati, pestaggi, combattimenti alla Grosso guaio a Chinatown, inseguimenti e rapimenti si dipana una storia coinvolgente. Rick Master e Yoko sono personaggi sfiziosi, Tex e Carson sul pezzo e questa collaborazione promette bene.

 

Spoiler

 

 

 

Mister Dark si è salvato, un'idea su chi possa essere c'è, chissà quando rivredemo il prossimo episodio.

Bene Benevento, primi piani ben fatti e una buona dose di dinamismo.

Lettura godibilissima.

 

 

 

 

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  • 2 weeks later...
Posted (edited)

La storia mi è piaciuta, la conclusione prevedibile è comunque inedita e lascia aperte prossime avventure, la storia scorre bene, bella l'ambientazione del finale, darei un bel 8 complessivo, speriamo che il futuro ci riservi quote rosa almeno negli antagonisti di Tex

Edited by marco6691
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Finita di leggere pochi giorni fa con importante ritardo. Dirò solo questo: capolavoro di sceneggiatura e di resa grafica dall'inizio alla rocambolesca fuga aerea delle ultime pagine.

Per una volta sono contento che la vicenda non si concluda esaustivamente ma che abbia un finale aperto poichè questo significa che ne vedremo ancora delle belle grazie a @borden e Benevento su qualche prossimo numero!

 

Voto:

Sceneggiatura: 9+ 

Disegni: 9 (vi immaginate che splendore queste tavole stampate in un formato più ampio?)

Sono storie come queste che, dopo due o tre di Ruju poco convincenti (per essere buoni), mi ridanno la carica e l'entusiasmo di andare in edicola ogni mese. Una storia così e la "fatica del lettore" passa in un attimo, guai a non averne almeno una all'anno, sarebbe la fine! 

 

Come @borden non ce n'è. Alla SBE dovrebbero cominciare a preoccuparsi.

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Il 14/6/2025 at 14:57, Diablero dice:

l'albo finale dove FINALMENTE TI AFFIDI AL DISEGNATORE, ci sono persino TAVOLE MUTE (oddiomio, quando ho visto pagine 6 dell'ultimo albo non potevo crederci...), come se di colpo ti fossi ricordato che c'era anche il disegnatore che poteva contribuire mostrando altre cose oltre a quelle scritte nei balloon...

 

Gli altri rilievi mi sembrano fuori fuoco, ma su questo concordo (ho notato subito anch'io quella tavola). Nel senso che il tipo di sceneggiatura densa e particolareggiata che utilizza Boselli - che a me piace - rischia di penalizzare il lavoro del disegnatore. 

 

Esempio:

 

Tex cartonato La leggenda di Yellow Bird (testi di Giusfredi)

1659452110992.jpg--.jpg?1659452111000

 

Tex cartonato La maledizione del Charro Negro (testi di Boselli)

1737381484048.jpg--.jpg?1737381484000

 

(non sono tavole che sono andato a scegliere apposta io, ma sono quelle che si trovano sul sito Boselli, e le altre sono più meno uguali)

 

Quindi si a una sceneggiatura ricca e dialogata, ma lasciando spazio di manovra al disegnatore, ad es. con tavole mute  (senza arrivare agli estremi di Nizzi, ovviamente) come quella di pag. 6, splash-page e semi splash-page e anche la possibilità di sforare la canonica griglia bonelliana (uscendo dai contorni delle vignette, per capirci).

Allora la sinergia scrittore - disegnatore per me raggiungerebbe il top

 

 

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1 ora fa, Magic Wind dice:

 

Gli altri rilievi mi sembrano fuori fuoco, ma su questo concordo (ho notato subito anch'io quella tavola). Nel senso che il tipo di sceneggiatura densa e particolareggiata che utilizza Boselli - che a me piace - rischia di penalizzare il lavoro del disegnatore. 

 

Esempio:

 

Tex cartonato La leggenda di Yellow Bird (testi di Giusfredi)

1659452110992.jpg--.jpg?1659452111000

 

Tex cartonato La maledizione del Charro Negro (testi di Boselli)

1737381484048.jpg--.jpg?1737381484000

 

(non sono tavole che sono andato a scegliere apposta io, ma sono quelle che si trovano sul sito Boselli, e le altre sono più meno uguali)

 

Quindi si a una sceneggiatura ricca e dialogata, ma lasciando spazio di manovra al disegnatore, ad es. con tavole mute  (senza arrivare agli estremi di Nizzi, ovviamente) come quella di pag. 6, splash-page e semi splash-page e anche la possibilità di sforare la canonica griglia bonelliana (uscendo dai contorni delle vignette, per capirci).

Allora la sinergia scrittore - disegnatore per me raggiungerebbe il top

 

 

Non puoi paragonare una scena di dialogo e atmosfera a una d'azione serrata, sono  due cose diverse.  Altrimenti dal finale di Yellow Bird ti citerei almeno due o tre tavole d'azione con dodici-tredici vignette per tavola...:rolleyes:  Vedere per credere. E a me stanno benissimo, ma il buon Giusfredi sa di essere arrivato stretto a quelle pagine finali, ne abbiamo pure parlato. 46 pagine son poche.

 

E  l'osservazione di Diablero sull'ultimo albo di Rick Master è miope e non tiene conto dell'insieme della storia. C'è scena e scena. la scena muta ci sta se il personaggio è solo e si aggira in un paesaggio spettacolare e strano e si crea la suspense.

 

Ma quando si mettono o le basi per l'intrigo e ci sono dei tipi in scena in un luogo chiuso, che devono fare? Stare zitti? Che sciocchezza!

 

Se avessi iniziato con una scena diversa e è più d'atmosfera la storia , come ho fatto per la figlia di Satania, per es, sempre per Benevento, ad es., ci sarebbe stato meno dialogo.

 

Ma a ben vedere, anche qui la ragazza arriva e ci sono due o tre pagine dilatate n cui scende dalla carrozza, osserva la strana casa di  Rick e succede poco, pagine d'atmosfera, CHE QUALCUNO HA CRITICATO dicendo che sarebbero bastate due vignette!:lol:

 

Capite che non posso darvi retta? Io devo tener conto dell'INSIEME, non dei dettagli superficiali. 

 

 

PS Mi manca qualcosa. Un intervento sarcastico di Letizia, a questo punto...

Edited by borden
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