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TWF - Tex Willer Forum

[203/207] I Ribelli Del Canada


ymalpas
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72 utenti hanno votato

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

E' come dicevo io: dipende da come si leggono le storie. Per me i personaggi sono fondamentali.

 

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

Qui ti devo nuovamente contraddire. Io non campo affatto male per così poco. Quando leggo Fuga da Anderville, o Colorado Belle, o Cheyenne Club, provo un appagamento senza eguali: sono davvero un bambino nel paese dei balocchi, la persona più entusiasta del mondo. Tanto sono entusiasta di un certo tipo di storie, tanto riesco a farmi stare indigesta una storia come I Ribelli del Canada: esigere e pretendere un certo tipo di trame, o una certa qualità da parte dello sceneggiatore, non è una sega mentale, ma fa parte del piacere di leggere. E se una lettura la ritengo una non buona lettura, per le tante ragioni esaminate sopra, non è una mia sega mentale, ma è una lettura che non mi piace. Si può leggere in maniera approssimativa o approfondita, senza troppe pretese o confidando nello sceneggiatore, in cerca di un'oretta di svago o in cerca di un appagamento più duraturo (qual è quello che mi danno Shane, Glenn Corbett, Andy, ecc.). Non si tratta di seghe mentali né di campare meglio o peggio, ma di come si è abituati a considerare la lettura. 

 

E fin qui siamo d'accordo. Io leggo a modo mio, tu leggi a modo tuo, Tizio leggerà a modo suo.

Per esempio, e non è la prima volta che lo scrivo, Marcello come disegnatore non mi ha mai convinto, certe volte Dotti mi lascia perplesso,  Fuga da Anderville è una bella storia ma per me non un capolavoro eccelso, sui 'personaggi' non mi sto a soffermare più di tanto. 

Altri possono non concordare, rispetto tutte le opinioni, per me e per come leggo Tex non cambia nulla.

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

Diverso è il discorso di Carlo o di Juan Raza, che non si trincerano dietro la noncuranza per i personaggi (ma allora perché si legge, di grazia?)

 

E qui siamo d'accordo un po' meno.

Personalmente non mi"trincero" affatto dietro la noncuranza per i personaggi, ma da Tex in edicola non cerco l'esegesi o l'approfondimento psicologico, cerco l'intrattenimento e l'azione.

Perchè Donovan (o qualsiasi altro personaggio che non sia un protagonista od un personaggio ricorrente della saga) si comporta in un certo modo mi interessa fino ad un certo punto, mi interessa vedere cosa fa e come va a finire la storia.

E come me, credo, il 99% dei lettori abituali di Tex.

I partecipanti di questo forum possono rappresentare (giustamente) un 'focus group' particolare ma, nel complesso delle decine di migliaia di lettori, sono poco 'significativi', questo si è detto tante volte.

 

Quindi: ognuno è libero di leggere Tex come vuole.

Ed anche chi lo legge in maniera 'semplice' merita lo stesso rispetto come chi ne sviscera ogni minimo aspetto. 

 

(metterei l'icona di due boccali di birra che brindano, se ci fosse)

 

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<span style="color:red;">41 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Andy Wilson, co-protagonista di Mingo il Ribelle, quella sì una grande storia, tra l'altro proprio dell'accoppiata Nolitta-Fusco.

Sai Leo, che la storia di Caccia all'uomo non sono mai riuscito a leggerla volentieri. Mi ricordo perfettamente quando è uscita, allora non riuscivo a capire il perchè

ma non era il Tex che conoscevo. Inoltre c'erano i disegni di Fusco, credo alla sua seconda esperienza, e anche quello non era il Tex che conoscevo.

Ne I ribelli del Canada, di un paio di anni più recente, ho risentito seppur in maniera minore, le stesse perplessità.

Entrambe non fanno parte delle mie storie preferite.

Per me il capolavoro di Sergio rimane El Muerto.

  • +1 1
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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

Fuga da Anderville è una bella storia ma per me non un capolavoro eccelso

 

AAAAARRRGHHHHHH :o   Per me questa è una bestemmia ;) 

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

Quindi: ognuno è libero di leggere Tex come vuole.

Ed anche chi lo legge in maniera 'semplice' merita lo stesso rispetto come chi ne sviscera ogni minimo aspetto. 

 

Su questo siamo d'accordissimo, l'ho detto anch'io nel mio post. 

 

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

(metterei l'icona di due boccali di birra che brindano, se ci fosse)

 

Brindisi condiviso, pard ;) 

 

<span style="color:red;">16 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Sai Leo, che la storia di Caccia all'uomo non sono mai riuscito a leggerla volentieri. Mi ricordo perfettamente quando è uscita, allora non riuscivo a capire il perchè

ma non era il Tex che conoscevo

 

Caccia all'uomo non è una storia di Tex, infatti. O meglio, Tex non è lui. Ma Andy è un gran personaggio, e la storia fila che è un piacere. E' una grande storia western, con un West sporco, cattivo e malvagio, dove non c'è posto per le facce d'angelo. L'ancora acerbo Fusco non pare nemmeno lui, tanto si è evoluto il suo stile successivamente, ma i disegni di questa storia mi piacquero comunque moltissimo. Caccia all'Uomo è, come I Ribelli del Canada, una storia con un Tex molto annacquato. Solo che I Ribelli del Canada non funziona proprio come storia, mentre Caccia all'uomo sì. Sempre parer mio, eh! :) 

 

<span style="color:red;">19 minuti fa</span>, Tim Birra dice:

Per me il capolavoro di Sergio rimane El Muerto.

 

El Muerto è una grande storia (anche qui Tex è abbastanza nolittiano), ma per me il più grande capolavoro di Nolitta, oltre che una delle storie più belle della saga, è Cheyenne Club, o Il Colonnello Watson che dir si voglia.

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e vabbè ma acchiapparla da un'altra pagina non vale :P

 

comunque era quella a cui pensavo, chiediano di inserirla ufficialmente anche tra le animazioni disponibili del forum 

 

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  • 3 settimane dopo...
  • co fondatore
On 27/11/2018 at 20:37, Leo dice:

L'ancora acerbo Fusco non pare nemmeno lui

Acerbo? Se disegnava fumetti già da un quarto di secolo!

 

L'unico Donovan che mi piace è quello di Mellow Yellow e The Season of the Witch.

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  • 2 settimane dopo...

domanda 'storica' 

 

All'inizio della vicenda, quando Tex e Brandon inseguono i cugini Goudret e Donovan in fuga verso il canada, arrivano al Milk River ed al traghetto di Fresno, con Brandon che afferma che l'altra sponda è 'territorio canadese'. 

 

Se guardo Google Maps, però, sia Fresno che il Milk River che l'altresì menzionata città di Shelby sono tutte di almeno 15-20 km in territorio americano.

 

All'epoca della vicenda - quindi, seconda metà del 1800 - com'era la situazione? come descritta da Nolitta, ed il Milk River era già allora confine tra USA e Canada, e solo in seguito è stata tracciata la linea dritta che è l'attuale confine, oppure Nolitta l'ha scritta così come era senza badare troppo all'accuratezza storica? 

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La risposta sta nel mezzo: il Milk River scorre davvero tra il Montana e l'Alberta e la parte di fiume che si trova a nord del 49° parallelo, confine settentrionale degli Stati Uniti sin dal 1846, è territorio canadese ma Shelby è effettivamente in Montana e quindi Nolitts si è preso una licenza.

Poca rispetto a qundo GLB aveva addirittura "ceduto" l'Alaska al Canada ai tempi de "Il tranello"..:lol:

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  • 2 anni dopo...

Mi sono approcciato a questa lettura con grande entusiasmo dato che mi piacciono molto le storie ambientate nel grande Nord e che questa cavalcata nolittiana viene annoverata tra i grandi capolavori del secondo centinaio.

Devo dire la verità,  sono rimasto abbastanza deluso. A parte "Golden Pass" questa è la prima storia di Nolitta che leggo su Tex e devo dire che sono rimasto spiazzato. Ho letto alcune delle storie di GLB e qualcuna in più di Nizzi ma essendo un lettore "giovane" di Tex il mio punto di riferimento sono i testi di Boselli. Ne i "Ribelli del Canada" ho fatto fatica a riconoscere l'anima caratteriale di Tex (fallimenti a parte), mi piace quando si viene dato più spazio alle altre figure della storia, ma in questa il nostro eroe è quasi ininfluente alle dinamiche di essa. Non ho apprezzato nemmeno come vengono tratteggiate le figure di Jim e di Donovan ed inoltre, vista la lunghezza della storia, avrei inserito almeno un altro pard e a dirla tutta non sono riuscito a respirare nemmeno appieno le atmosfere del grande nord. Di contro ho apprezzato i personaggi di Big Bear e Soubrette e anche la storia in sé è buona ma non si confà, IMHO, ai canoni di Tex.

Più che buoni i disegni di Fusco,  anche se non mi fanno gridare al capolavoro svolgono egregiamente la loro funzione.

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  • 2 mesi dopo...

La fine di questa lunga e appassionante storia mi lascia realmente appagato, un po' come la luculliana cenetta di pesce che mi sono concesso ieri sera:)

Gli ingredienti che mette in tavola Nolitta sono di altissimo livello e ben dosati: l'amalgama dato dagli splendidi disegni di Fusco è la classica ciliegina sulla torta.

Trovo veramente ispirata la sceneggiatura stesa dall'autore, che non risparmia colpi di scena, tradimenti e combattimenti all'ultimo respiro, tutti ben incastonati all'interno della rivolta sobillata dai due cugini Goudret.

Proprio la caratterizzazione di questi ultimi due, il Profeta e Big Bear, sono una della carte vincenti della storia, proprio perché riescono a rendere il tutto credibile e convincente.

Due figure emblematiche dei diversi spiriti che animano rivolte di questo tipo, ovvero quella idealista e un po' utopistica (Roger) e quella violenta e approfittatrice (Pierre).

Splendida la resa della drammatica fine di Roger, portato via come una reliquia dagli indiani che lui aveva dimostrato di capire e con i quali era riuscito ad instaurare un vero dialogo.

Forse la figura di Donovan non è così comprensibile e riuscita come le altre ma, all'interno di una storia che mi ha appassionato così tanto, la digerisco senza troppi problemi.

Tra le mie preferite di Nolitta e in generale dell'intera serie di Tex.

 

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  • Sceriffi

Forse mi ero già espresso, concordo. La storia è una delle più strane e assurde della serie, Donovan è un personaggio alquanto particolare, risparmia Tex e trucida i militari del forte. Non memorabile come altre figure in particolare: Andy Wilson e il Sasquatch. Però nel contesto lo trovo adatto. Le ambiguità continuano: Ad inizio storia Tex urla a gran voce "Vogliamo le ballerine!" (simile a "Le veline!") che prendono il posto del mago. Si giustifica dicendo "I maghi non mi piacciono, mi ricordano Mefisto". Ancora: per mezza storia Tex e Brandon sono incantenati ad un palo vittime degli eventi, cosa assurda ed inaccettabile. Però, la storia mi piace tanto, alla faccia delle critiche! Mandare avanti una storia con i protagonisti appiccicati ad un palo non è facile e Sergio ci riesce. Non è la sua prova texiana migliore, ma vedendo cosa sarebbe uscito dopo dalla penna di suo padre, reputo "I ribelli del Canada" una delle migliori storie del centinaio e non solo. Da ricordare il grande Fusco, che ha disegnato quasi tutte le migliori storie di Nolitta. Il suo tratto è perfetto per il nord ed l'abbiamo rivisto. 

<span style="color:red">14 minuti fa</span>, Juan Ortega dice:

un po' come la luculliana cenetta di pesce che mi sono concesso ieri sera

Per curiosità, che avete degustato? Io guardacaso ho mangiato riso patate e cozze. 

  • +1 1
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24 minuti fa, Juan Ortega dice:

La fine di questa lunga e appassionante storia mi lascia realmente appagato, un po' come la luculliana cenetta di pesce che mi sono concesso ieri sera:)

Gli ingredienti che mette in tavola Nolitta sono di altissimo livello e ben dosati: l'amalgama dato dagli splendidi disegni di Fusco è la classica ciliegina sulla torta.

Trovo veramente ispirata la sceneggiatura stesa dall'autore, che non risparmia colpi di scena, tradimenti e combattimenti all'ultimo respiro, tutti ben incastonati all'interno della rivolta sobillata dai due cugini Goudret.

Proprio la caratterizzazione di questi ultimi due, il Profeta e Big Bear, sono una della carte vincenti della storia, proprio perché riescono a rendere il tutto credibile e convincente.

Due figure emblematiche dei diversi spiriti che animano rivolte di questo tipo, ovvero quella idealista e un po' utopistica (Roger) e quella violenta e approfittatrice (Pierre).

Splendida la resa della drammatica fine di Roger, portato via come una reliquia dagli indiani che lui aveva dimostrato di capire e con i quali era riuscito ad instaurare un vero dialogo.

Forse la figura di Donovan non è così comprensibile e riuscita come le altre ma, all'interno di una storia che mi ha appassionato così tanto, la digerisco senza troppi problemi.

Tra le mie preferite di Nolitta e in generale dell'intera serie di Tex.

 

 

Concordo, anche per motivi 'affettivi', dato che è una delle prime storie che abbia mai letto di Tex 'rubandola' all'estemporanea collezione di mio zio. Credo di averlo già detto in passato, ma la ricordo anche per il taglio cinematografico a campo lunghissimo in diverse sequenze (i panorami canadesi solcati in canoa) riviste forse solo nelle scene iniziali e finali con il battello in "Sulla pista di Fort Apache".

Ps non mi pare che nella scena iniziale nel bar saloon Tex nomini proprio Mefisto, mi pare dica solo che non gli piacciono maghi e prestigiatori (facendo, comunque, un ovvio riferimento al primo Mefisto).

Modificato da gilas2
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Una delle più belle storie, la lessi nella lontana primavera del 2001, poco dopo aver cominciato la mia avventura nel mondo di Tex, complici i disegni e l'ambientazione in Canada. Una storia per diversi aspetti anche tragica a causa delle battaglie e combattimenti. Mi sono sempre chiesto se un giorno rivedremo Big Bear, un cattivo tutto tondo, senza scrupolo alcuno, un personaggio sicuramente non grigio. Mi sembra che Mefisto sia proprio nominato da Tex o da Brandon (una delle tante citazioni del vecchio stregone in storie in cui non compare).

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, gilas2 dice:

Ps non mi pare che nella scena iniziale nel bar saloon Tex nomini proprio Mefisto, mi pare dica solo che non gli piacciono maghi e prestigiatori (facendo, comunque, un ovvio riferimento al primo Mefisto).

Ricordavo anch'io Tex che accennava a Mefisto; per sicurezza ho riguardato le vignette "incriminate" e, in effetti, alla fine del numero 203, cita proprio il suo nome. Questione di lana caprina comunque...

<span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Ad inizio storia Tex urla a gran voce "Vogliamo le ballerine!" (simile a "Le veline!") che prendono il posto del mago.

Io avrei fatto la stessa cosa:D

<span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

Per curiosità, che avete degustato? Io guardacaso ho mangiato riso patate e cozze.

Personalmente un antipasto (baccalà mantecato con cipolla caramellata), un primo (tagliolini cacio pepe e bottarga), un secondo (misto di gratinati).

In ogni caso nulla regge il confronto con "riso patate e cozze": hai tutta la mia invidia, mio giovane pard!

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Dopo questa storia, smisi per la prima volta di leggere Tex.  Ero un lettore accanitissimo di Tex, a 12 anni mi rileggevo gli albi 10 volte (anche perché di soldi ce ne erano pochi e potevo comprarmi pochissimi fumetti, li rileggevo tutti. Era normale, altro che "una cosa da vecchi criticoni incontentabili", era la lettura tipica dei ragazzi dell'epoca, mica tutti potevano permettersi un fumetto nuovo al giorno...), ma prima il giudice Maddox, poi El muerto e poi questa, complice anche qualche storia meno ispirata di GLBonelli subito prima, non riconoscevo più il personaggio, era un altra persona totalmente irriconoscibile.

 

(questo è l'effetto di cui parlavo anche in altri post, che nessun lettore che ha iniziato dopo Nolitta potrà mai più ottenere: il conoscere Tex come se fosse una persona, con una estrema coerenza caratteriale, come praticamente nessun altro personaggio dei fumetti. Gli altri erano spesso schiavi della trama, facevano scelte in base al finale ad effetto o al colpo di scena. Con Tex erano le trame che seguivano lui. Anche se vedevi Tex fare cose diverse dal solito in storie come Il Giuramento o Massacro, cose che oggi vengono sventolate come "prova" che anche GL Bonelli era incoerente, in realtà il personaggio che conoscevamo si sarebbe comportato così, sarebbe stato out-of-character che si fosse comportato come di routine in quelle situazioni. Questa cosa però rendeva davvero troppo evidente come il protagonista delle storie di Nolitta non fosse assolutamente Tex)

 

Ripresi dopo pochi mesi, recuperando gli albi persi nell'usato, proseguendo per un po', poi capitò un altra storia di Nolitta (anche se all'epoca erano tutte firmate GL Bonelli) e rismisi di nuovo, poi ricominciai, etc...  nel periodo da questa storia fino a pochi anni dopo credo che smisi una mezza dozzina di volte.

 

E non ero un "vecchio criticone incontentabile che non si diverte più con i fumetti". Ero un critico molto, molto, più draconiano ed esigente: ero UN TREDICENNE CON POCHI SOLDI. Il critico più spietato di tutti, che non spreca soldi per cose che non lo divertono, o che non rileggerebbe. Ed è per necessità che deve essere assolutamente onesto con sè stesso su cosa gli piace e cosa no.

 

È dopo, quando si diventa vecchi, che si è disposti ad accettare anche schifezze per nostalgia, per attaccamento, per abitudine. Quando le storie ti danno ormai così poco godimento che smetti persino di rileggerle (o le compri e smetti proprio di leggerle, al massimo le sfogli frettolosamente...)

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  • 6 mesi dopo...

Storia stranissima questa...Vive quasi completamente di dialoghi nella sua prima parte -  molti dei quali assolutamente ininfluenti e insignificanti ai fini dello svolgimento trama - ha un'impennata di violenza nella parte centrale (il massacro del forte delle giubbe rosse), e vede i suoi protagonisti legati al palo della tortura per tutta la durata dell'ultimo albo... Eppure, letta, riletta, era e rimane un capolavoro.

Forse sono proprio quei dialoghi a tratti scanzonati, a tratti drammatici, a creare un'atmosfera tale che pare davvero di essere in Canada. Indiscutibile il fascino delle giubbe rosse, per me la bellezza di questa storia non sta tanto nei personaggi (anche lo stra citato Donovan, l'ho trovato assolutamente ne'carne né pesce), quanto proprio nell'abilità con cui Nolitta è riuscito a creare un'atmosfera, prima del decollo dell'azione vera e propria - l'albo "Tortura" ti lascia veramente incollato alle pagine e col fiato sospeso.

In sintesi, la mia preferita del ciclo texiano del grande nord.

PS molti hanno sottolineato la bellezza dei disegni, per me Fusco è anche migliore di Ticci, il suo stile all'inizio era differente, forse ancora acerbo, fatto sta che se proprio devo trovare un difetto in questa storia ho trovato esagerati i sorrisi a bocca spalancata che abbondano specie nella prima parte, la faccia sconvolta che fa Tex poi quando si trova di fronte al massacro al forte è veramente inguardabile e anche poco attinente al personaggio..

 

  • Confuso (0) 1
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Una storie bellissima. Sarà anche poco texiana, ma è epica! Il mio unico rammarico è che non sia stata disegnata da Ticci, che ne avrebbe fatto un capolavoro ancora più capolavoro di quello che è.  Peccato. Quando vedo il Tex di Fusco, mi pare di leggere Lone Wolf, personalmente (solo per gusto) non l'ho mai sopportato e quando lo vidi per la prima volta su l'Idolo di smeraldo, fui talmente deluso che abbandonai Tex per qualche mese. E così mi persi anche i disegni di NIcolò (il mio Tex preferito) della storia successiva. :(

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

Una storie bellissima. Sarà anche poco texiana, ma è epica! Il mio unico rammarico è che non sia stata disegnata da Ticci, che ne avrebbe fatto un capolavoro ancora più capolavoro di quello che è.  Peccato. Quando vedo il Tex di Fusco, mi pare di leggere Lone Wolf, personalmente (solo per gusto) non l'ho mai sopportato e quando lo vidi per la prima volta su l'Idolo di smeraldo, fui talmente deluso che abbandonai Tex per qualche mese. E così mi persi anche i disegni di NIcolò (il mio Tex preferito) della storia successiva. :(

Personalmente il Fusco maturo è ai livelli di Ticci, del primo Fusco non mi piacciono i volti, soprattutto quello di Tex.

Detto questo, hai usato la parola giusta, I ribelli del Canada è una storia epica.

a proposito di volti, avete notato che Soublette è molto simile al trapper comprimario di "Corvo rosso non avrai il mio scalpo"?, prima capelli lunghi e baffi poi pelato (per evitare di farsi scappare nel film, per non essere riconosciuto nel fumetto)

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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Winchester73 dice:

PS molti hanno sottolineato la bellezza dei disegni, per me Fusco è anche migliore di Ticci

Condivido.

Fusco è l'unico caso (almeno per me) di disegnatore che, dopo un'iniziale perplessità, è riuscito a conquistarmi fino a entrare nella mia personalissima TOP5 dei disegnatori texiani!

<span style="color:red">4 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

Una storie bellissima. Sarà anche poco texiana, ma è epica!

Senz'altro, ma il mio pensiero è chiaro, avendola commentata poco tempo fa.

 

<span style="color:red">3 ore fa</span>, Winchester73 dice:

a proposito di volti, avete notato che Soublette è molto simile al trapper comprimario di "Corvo rosso non avrai il mio scalpo"?, prima capelli lunghi e baffi poi pelato (per evitare di farsi scappare nel film, per non essere riconosciuto nel fumetto)

Vero.

Credo sia stata più di un'ispirazione per Nolitta.

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È una delle storie che mi fece smettere di leggere Tex all'epoca...

 

(per i nuovi arrivati nel forum, riassumo una storia che ho già raccontato diverse volte: negli anni 80 io leggevo Tex già da più di dieci anni ed era il mio personaggio preferito. L'arrivo di Nolitta fu un trauma e diverse volte in quegli anni dopo aver letto una delle sue storie mollai la serie - di cui fino a poco tempo prima ero un fan accanito, ma all'epoca ero molto più esigente di oggi, avevo ancora in testa il Tex superlativo di GL Bonelli e non mi accontentavo di pallide imitazioni. Oggi ho molta più pazienza, altrimenti avrei smesso 30 anni fa...)

 

Avrò smesso di leggere Tex come minimo una dozzina di volte (per poi riprendere dopo una storia di GL Bonelli, all'epoca ero comunque in un ambiente di lettori di Tex che mi dicevano quando c'erano storie belle), ma non mi ricordo gli specifici albi che mi fecero smettere, a parte le primissime volte. Questa me la ricordo bene. Che pizza di storia!

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

È una delle storie che mi fece smettere di leggere Tex all'epoca...

 

(per i nuovi arrivati nel forum, riassumo una storia che ho già raccontato diverse volte: negli anni 80 io leggevo Tex già da più di dieci anni ed era il mio personaggio preferito. L'arrivo di Nolitta fu un trauma e diverse volte in quegli anni dopo aver letto una delle sue storie mollai la serie - di cui fino a poco tempo prima ero un fan accanito, ma all'epoca ero molto più esigente di oggi, avevo ancora in testa il Tex superlativo di GL Bonelli e non mi accontentavo di pallide imitazioni. Oggi ho molta più pazienza, altrimenti avrei smesso 30 anni fa...)

 

Ho letto alcune interessanti discussioni a riguardo su questo forum se il Tex di Nolitta fosse il vero Tex, e personalmente lo trovo piuttosto distante dal personaggio, però di questa storia come de "Il solitario del west" e più tardi "La strage di Red Hill" conservo solo bellissimi ricordi.

Comunque può capitare di mollare una serie, io mi sono allontanato da Tex a metà 500, sia per ragioni personali, sia perché le storie erano diventate noiose (e lo dico pure da fan sfegatato di Nizzi!)

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  • 1 anno dopo...
Il 10/1/2010 at 12:06, ymalpas dice:

La famosa scena dello spettacolo alla "Moulin Rouge" di Lilly Bijoux e delle altre ballerine che Tex mostra "scandalosamente" di apprezzare, lasciando intuire ai lettori un lato della sua vita che non appare mai nelle sue avventure e che non lo vede insomma fedelissimo alla memoria dell'amata moglie Lilyth, tragicamente scomparsa anni prima, è costata a Sergio Bonelli una valanga di critiche da parte dei lettori, dalle quali l'Editore ha cercato maldestramente di giustificarsi nel corso degli anni. La tesi che personalmente ho sempre conosciuto è sempre stata una: Tex chiama a gran voce le ragazze perchè non sopporta letteralemente gli spettacoli di prestigiazione, con tutti quei trucchi che gli ricordano la primissima avventura "messicana" che lo vide cotrapposto al modesto prestigiatore Mefisto, prossimo a diventare il nemico numero uno. Leggendo nei giorni scorsi una recente intervista nella quale si ritorna inevitabilmente sulla questione, Sergio Bonelli ha avanzato un'altra causa... Non è Tex ad avere in odio i prestigiatori, è lui stesso che non riesce a sopportarli, da quando giovanissimo frequentava un collegio particolarmente austero, di quelli che vietavano l'uscita nei weekend, obbligando i collegiali a sorbirsi letteralmente ogni domenica, lo stesso inevitabile spettacolo offerto appunto da un collega di Mefisto, neanche particolarmente abile a nascondere i suoi trucchi da quattro soldi! Da qui il rigetto è passato, forse inconsciamente, anche a Tex. Per quello che possiamo aggiungere noi, modestamente, concordiamo con lui: tra i due spettacoli, le gambe vorticosamente sollevate dalla bella Lilly e delle altre conigliette vincono la gara della serata in maniera schiacciante, stracciando simbolicamente bacchette, cappelli a cilindro e coniglietti bianchi! In realtà, se vogliamo affrontare il problema in maniera più analitica e meno scherzosa, in quella scena molto gioca la goliardia tipica del Nolitta scrittore e ancor di più la volont? di far disegnare ad un perfetto illustratore della bellezza femminile, Fernando Fusco, quello che più gli piaceva realizzare graficamente.

Grande Fusco e certo meglio le ballerine del ricordo di Mefisto ...o del collegio! ma le critiche dei lettori a Sergio Bonelli (riposi in pace) erano pienamente giustificate: se non altro Tex avrebbe dovuto usare più classe!

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Erano tante le cose che Sergio Bonelli odiava, anche se l'unico elenco più o meno "ufficiale", scritto da Alfredo Castelli, l'hanno potuto leggere in pochissimi (io vidi solo la copertina della mitica reliquia, una volta in visita alla redazione, ma non potemmo sfogliarla...), ci sono notizie "ufficiose" che di solito concordano (tipo l'odio per l'aria condizionata), certe parole che non si potevano usare nei titoli, etc.

 

Però anche se è divertente che abbia usato Tex per "vendicarsi", davvero, non è da Tex fare il prepotente contro un povero prestigiatore che non gli aveva fatto niente. Avrebbe dovuto "preparare" meglio la scena, dare a Tex qualche motivo migliore di "mi ricorda Mefisto".

 

Purtroppo, come dimostra anche "Caccia all'Uomo", quella era la visione di Tex che aveva Nolitta all'epoca: un prepotente violento e gradasso...

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