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TWF - Tex Willer Forum

[776/777] New Hope


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La splash page iniziale, caratterizzata da una "linea chiara" marcata, dimostra come all'inizio del lavoro Gomez impostasse le sue tavole pensando alla successiva opera del colorista.

 

Caspita comunque quanto è bravo! :clapping:

 

Mi allineo al pensiero di Diablero; è una fortuna per noi lettori goderci l'opera di Gomez nel classico B/n. E' quel tipo di artista che va ammirato senza colorazione invadente come quella piatta del Color.

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4 ore fa, Condor senza meta dice:

La splash page iniziale, caratterizzata da una "linea chiara" marcata, dimostra come all'inizio del lavoro Gomez impostasse le sue tavole pensando alla successiva opera del colorista.

 

A parte che quella non è una splash page, se la storia è stata ridotta delle famose 10 pagine per spostarla sulla regolare prima che Gomez iniziasse a disegnarla, perché avrebbe dovuto usare una linea più chiara per la successiva colorazione? 

A me sembra il normale stile di Gomez. Lui usa molto il computer, soprattutto per fare gli sfondi, la "scenografia", e poi ci mette i personaggi successivamente, che infatti in alcune vignette sono piccolissimi ma comunque estremamente particolareggiati, ma è perchè li ha messi dopo sullo sfondo... 

 

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10 minuti fa, Magic Wind dice:

 

A parte che quella non è una splash page, se la storia è stata ridotta delle famose 10 pagine per spostarla sulla regolare prima che Gomez iniziasse a disegnarla, perché avrebbe dovuto usare una linea più chiara per la successiva colorazione? 

A me sembra il normale stile di Gomez. Lui usa molto il computer, soprattutto per fare gli sfondi, la "scenografia", e poi ci mette i personaggi successivamente, che infatti in alcune vignette sono piccolissimi ma comunque estremamente particolareggiati, ma è perchè li ha messi dopo sullo sfondo... 

 

Non insisto, ma rimango dell'idea che la tavola sia troppo sfoglia di neri. Quasi monodimensionale.

Le anteprime postate anche qui delle altre tavole, mostrano uno stile molto diverso e più canonico per il B/N.

 

P.s. La sceneggiatura può essere stata ridimensionata già col disegnatore all'opera, di certo non camminano di pari passo i due autori, ma posso benissimo sbagliarmi, d'altronde ha poco importanza, era solo un pour parler, mica un'accusa.

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  • 3 weeks later...

Finito di leggere l’albo “I dimenticati”

 

Ottima storia, scorre via fluida e appassiona. Manfredi confeziona un soggetto interessante, ma il suo meglio lo dà a mio avviso nella sceneggiatura.


I dialoghi sono secchi, incredibilmente diretti, efficaci e sufficienti. Assenti tempi morti, ritmo serrato. Nessuno spiegone inutile, nessuna banale lungaggine riempitiva. Tante volte ho avuto paura che la storia virasse seguendo abusati cliché narrativi, ma ero sempre prontamente smentito dalle scelte di Manfredi. Davvero un’ottima prova la sua. Gli scambi tra i pard, le loro caratterizzazioni come pure quelle dei comprimari risultano per me davvero azzeccate.

 

I disegni sono a dir poco eccezzionali… non so cos’altro aggiungere.

 

Una buona prova dunque, graficamente sublime, ma…

 

Forse, avrebbe beneficiato di due/tre pagine aggiuntive, soprattutto nel finale alla velocità della luce

 

Leggerò con piacere le vostre opinioni

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Spoiler

Mi ha lasciato perplesso l'uccisione di Mamma Brenda da parte di Melinda. O meglio, la reazione di quest'ultima dopo l'uccisione. Non un pianto, non un crollo di nervi. Coraggiosa e tosta, sì, ma non aveva mai ucciso nessuno prima, credo, anche per la comunità dalla quale proviene, per cui qualche emozione in più si sarebbe potuta far trasmettere al personaggio. Disegni splendidi. Avrei preferito un approfondimento su Dermot e Patrick, sui loro caratteri, con qualche pagina in più come ha scritto Arthur Morgan.

 

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Il 19/06/2025 at 22:24, Condor senza meta dice:

Non insisto, ma rimango dell'idea che la tavola sia troppo sfoglia di neri. Quasi monodimensionale.

Le anteprime postate anche qui delle altre tavole, mostrano uno stile molto diverso e più canonico per il B/N.

 

P.s. La sceneggiatura può essere stata ridimensionata già col disegnatore all'opera, di certo non camminano di pari passo i due autori, ma posso benissimo sbagliarmi, d'altronde ha poco importanza, era solo un pour parler, mica un'accusa.

Mi ha stupito apprendere che Gomez, da qualche anno, lavora solo in digitale.

Ero convinto del contrario o comunque che facesse un lavoro "misto" come , ad esempio, Biglia.

Tu che sei del "mestiere" (e non dir di no!!!) riesci a distinguere tra lavori con la tavolozza digitale e lavori "tradizionali"?

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Grande prova di Manfredi, che oltre a scrivere una storia originale, dal ritmo serrato e con un'ambientazione peculiare, è riuscito là dove in precedenza non mi aveva con convinto: nel trasmettere il cameratismo che esiste tra Tex e Carson.

 

Gomez invece non mi è piaciuto per niente. Apprezzo il suo Dago, ma in questo Tex con una faccia che non è di Tex, con un tratto talmente grossolano negli sfondi che pare fatto con l'uniposca, con una distribuzione di dettagli così poco uniforme nelle vignette da far pensare a due autori diversi, non trovo nulla del Gomez di 10 anni fa. Non sono solo deluso, sono proprio disgustato.

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2 hours ago, Juan Ortega said:

Mi ha stupito apprendere che Gomez, da qualche anno, lavora solo in digitale.

Ero convinto del contrario o comunque che facesse un lavoro "misto" come , ad esempio, Biglia.

Ai tempi di Dago, Gomez creava in digitale gli sfondi negli ambienti interni e architettonici, ma disegnava a mano i personaggi e gli esterni, non so se poi ha cambiato metodo...

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Mi ha stupito apprendere che Gomez, da qualche anno, lavora solo in digitale.

Ero convinto del contrario o comunque che facesse un lavoro "misto" come , ad esempio, Biglia.

Tu che sei del "mestiere" (e non dir di no!!!) riesci a distinguere tra lavori con la tavolozza digitale e lavori "tradizionali"?

Ahaha Stefano, ti ringrazio ma non posso considerarmi del mestiere, sono solo un appassionato di disegno amatoriale che "strimpella" ispirandomi alle melodie dei grandi (e veri!) maestri. 😂

 

Per rispondere comunque alla tua domanda, faccio fatica anch'io a distinguere le tavole realizzate con tecnica digitale, poiché la tecnologia delle tavolette grafiche ha raggiunto negli anni livelli altissimi di resa e soprattutto è merito degli artisti che, pur usandole, fanno di tutto per non farsi prendere la mano del mezzo, lasciando comunque un margine di "artigianalità" alle loro realizzazioni.

 

Come mi spiegò una volta Luigi, che usa il digitale da tanto tempo, è sempre buona cosa considerarlo solo un "attrezzo" e non eccedere in retini ed effetti computerizzati per non rendere l'esito finale troppo freddo e impersonale. 

 

E da quel che vediamo, pure Gomez riesce a mantenere il calore del suo tratto superlativo, sebbene usi la tecnica digitale.

 

In termini di tempi di realizzazione e correzione di tavole, il risparmio è tangibile e purtroppo credo che più si va avanti e sempre meno si troveranno in giro le vecchie e classiche tavole cartacee. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Il sassaroli dice:

Non sono solo deluso, sono proprio disgustato.

 

Addirittura :blink: Ma gheto scominzià coi spritz zà de matina de bonora? :dubbioso:

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Magic Wind dice:

 

Addirittura :blink: Ma gheto scominzià coi spritz zà de matina de bonora? :dubbioso:

:lol: a no gò tolto gnanca un cafè. Magari ze l'ipoglicemia :P

Però, davvero, tolti i volti, il resto l'ho trovato ai livelli di un Gramaccioni qualsiasi.

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Il sassaroli dice:

Grande prova di Manfredi, che oltre a scrivere una storia originale, dal ritmo serrato e con un'ambientazione peculiare, è riuscito là dove in precedenza non mi aveva con convinto: nel trasmettere il cameratismo che esiste tra Tex e Carson.

D’accordissimo col tuo parere, @Il sassaroli Manfredi ha scritto davvero una piccola perla.

Confido a questo punto nell’ultima sua prova, ancora inedita. A proposito, si sa qualcosa?


Sui disegni però, non concordiamo affatto… addirittura disgustato… forse posso comprendere che non ti piaccia la sua interpretazione del volto di Tex, ma la prova grafica, per me è sontuosa

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Arthur_Morgan dice:


Sui disegni però, non concordiamo affatto… addirittura disgustato… forse posso comprendere che non ti piaccia la sua interpretazione del volto di Tex, ma la prova grafica, per me è sontuosa

No, no, Arthur, il mio giudizio negativo sulla parte grafica di questa storia va ben oltre il fatto che Tex abbia una faccia che non è la sua. 

Mi rendo conto di essere una mosca bianca, ma per me questa storia è disegnata proprio male. Non è che tutto è oro quello che esce dalla mano di Gomez. C'è Gomez e Gomez. C'è il Gomez di Dago, c'è il Gomez di Verso l'Oregon, c'è il Gomez del Charro Negro, quello di Yellow Bird e poi c'è il Gomez di questa storia qua. Ma sono davvero l'unico a vedere quanta differenza ci sia tra 'sta roba qua e tutto quello che ha fatto prima? 

Saranno mica fatti bene gli alberi di pagina 35 o 48, i disegni di pagine 62 o 68 o 83? E la striscia centrale di pagina 98 non pare appena abbozzata? Non sono goffi e innaturali i movimenti della vignetta centrale di pagina 108? 

Ho fatto solo alcuni esempi, ma la mia impressione è che tutta la storia sia a un livello di moooolto inferiore a quelle citate sopra.

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Ahimè di Gomez ho visto poco: L’ottimo charro (ma il colore “copre” un po’ il disegno) e la storia del giovane Willer “Nostra signora degli angeli”

Nei prossimi giorni recupererò l’acclamato “Verso l’Oregon” e presterò attenzione a quanto hai detto, vedrò se effettivamente riscontrerò anch’io una differenza di cura e qualità. 

Intanto grazie. I pareri differenti sono l’anima del confronto e sono sempre necessari e bene accetti, se espressi con rispetto

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<span style="color:red">3 minuti fa</span>, Arthur_Morgan dice:

Ahimè di Gomez ho visto poco: L’ottimo charro (ma il colore “copre” un po’ il disegno) e la storia del giovane Willer “Nostra signora degli angeli”

Nei prossimi giorni recupererò l’acclamato “Verso l’Oregon” e presterò attenzione a quanto hai detto, vedrò se effettivamente riscontrerò anch’io una differenza di cura e qualità. 

Intanto grazie. I pareri differenti sono l’anima del confronto e sono sempre necessari e bene accetti, se espressi con rispetto

:ok:

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E chissà cosa ne pensa il buon @Diablerodi questa storia.. la prima parte l’aveva soddisfatto mi pare di ricordare. Spero sia rimasto di quella idea

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Il sassaroli dice:

No, no, Arthur, il mio giudizio negativo sulla parte grafica di questa storia va ben oltre il fatto che Tex abbia una faccia che non è la sua. 

Mi rendo conto di essere una mosca bianca, ma per me questa storia è disegnata proprio male. Non è che tutto è oro quello che esce dalla mano di Gomez. C'è Gomez e Gomez. C'è il Gomez di Dago, c'è il Gomez di Verso l'Oregon, c'è il Gomez del Charro Negro, quello di Yellow Bird e poi c'è il Gomez di questa storia qua. Ma sono davvero l'unico a vedere quanta differenza ci sia tra 'sta roba qua e tutto quello che ha fatto prima? 

Saranno mica fatti bene gli alberi di pagina 35 o 48, i disegni di pagine 62 o 68 o 83? E la striscia centrale di pagina 98 non pare appena abbozzata? Non sono goffi e innaturali i movimenti della vignetta centrale di pagina 108? 

Ho fatto solo alcuni esempi, ma la mia impressione è che tutta la storia sia a un livello di moooolto inferiore a quelle citate sopra.

 

 

A parte che nessuno può sempre essere ineccepibile, in molti degli esempi da te fatti mi sembra di trovare la solita maestria di Gomez, né più né meno..

Invece, ora che non sono più il curatore, posso dire che non ho capito la storia? :D

 

E ci ho lavorato anch'io! Ma a volte mi è capitato, con Manfredi... Non capivo che cosa mi stesse raccontando. Un mio limite. Che nulla toglie alla sua bravura e originalità.

 

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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Diablero dice:

Ai tempi di Dago, Gomez creava in digitale gli sfondi negli ambienti interni e architettonici, ma disegnava a mano i personaggi e gli esterni, non so se poi ha cambiato metodo...

Lo diceva in una live di Otto Bit di un paio di settimane fa.
Mi sembra abbia detto che disegna solo in digitale da 4/5 anni.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

Invece, ora che non sono più il curatore, posso dire che non ho capito la storia? :D

 

In effetti con minimi aggiustamenti avrebbe funzionato anche come storia di Dylan Dog :lol:

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Allora...Probabilmente ultima storia di Manfredi su Tex (non ne ho idea se ce ne siano altre nel cassetto) e lascia un po' l'amaro in bocca. Ho sempre la sensazione che l'ottimo sceneggiatore (che ho gradito molto su Magico Vento) abbia ho il freno a mano tirato su Tex oppure (come in altre occasioni) vada fuori giri (con dialoghi e situazioni). Questa New Hope fa parte secondo me della prima versione (freno a mano tirato), perché se avesse avuto MV fra le mani avrebbe dato molto più sapore a questo piatto.

L'incipit non è male, azione, mormoni, gruppo di emarginati (a causa di una disgrazia) però poi a parte mettere in scena sparatorie e trappole non scandaglia la materia presentata al lettore. In un albo e mezzo forse non c'era spazio? Non credo perché su Magico Vento scriveva storie di un solo albo ed erano veramente coinvolgenti.

Peccato ma a una prima lettura questa storia non mi ha coinvolto molto e mi ha confermato le perplessità sul binomio Tex-Manfredi.

Nessuna perplessità invece su Gomez, assoluto fuoriclasse argentino del pennello che scala sempre di più la classifica dei miei disegnatori preferiti.

<span style="color:red">4 ore fa</span>, borden dice:

 

 

A parte che nessuno può sempre essere ineccepibile, in molti degli esempi da te fatti mi sembra di trovare la solita maestria di Gomez, né più né meno..

Invece, ora che non sono più il curatore, posso dire che non ho capito la storia? :D

 

E ci ho lavorato anch'io! Ma a volte mi è capitato, con Manfredi... Non capivo che cosa mi stesse raccontando. Un mio limite. Che nulla toglie alla sua bravura e originalità.

 

Con Magico Vento (non ho letto ancora Volto Nascosto) forse perché più libero o perché una sua creazione, "capivo" la storia, ti trascinava dentro, ti colpiva al cuore, allo stomaco e non ti lasciava indifferente (non sempre però spesso). Lo faceva in un solo albo poi.

Su Tex ho le mie perplessità e non sempre mi ha convinto.

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Ovviamente mi riferivo esclusivamente ad alcuni suoi Tex, o meglio a parti di essi. 

 

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5 ore fa, borden dice:

posso dire che non ho capito la storia? :D

In che senso? A me la storia sembra molto chiara, anzi, fin troppo.

Lo spunto iniziale potrebbe essere stato - come ha già notato qualcuno poco sopra - il film "Le colline hanno gli occhi" di Wes Craven, dove una famiglia-comunità di "mostri" aggredisce e uccide chi incontra, in particolare qui vuole distruggere la pacifica comunità di Mormoni di New Hope.

Leggendo io ho avuto come l'impressione che Manfredi volesse inizialmente scrivere una storia più complessa, in cui i buoni e i cattivi non fossero divisi così nettamente, per poi ricordarsi che non stava sceneggiando per Magico Vento o Dylan Dog e finendo quindi per accontentarsi di una seconda parte più tradizionale, in linea con Tex, come dice Diablorojo82 più sopra "col freno a mano tirato".

 

A un certo punto la storia, per renderla meno manichea, avrebbe potuto virare verso due direzioni:

1) Cercare di "umanizzare" i mostri vittima dell'esplosione, magari rendendo alcuni di loro meno malvagi o addirittura pentiti (o perlomeno stanchi) della loro vita assurdamente assassina;

2) Rendere i buoni Mormoni meno limpidi e innocenti di come sembravano, per esempio facendo emergere una loro responsabilità nell'esplosione della miniera, e quindi nella creazione dei "mostri" (o un qualunque altro loro scheletro nell'armadio).

 

La mia impressione è che Manfredi avrebbe seguito queste due strade su Magico Vento o su Dylan Dog, ma invece si sia "autocensurato" pensando che fossero poco adatte a un personaggio più tradizionale come Tex. E secondo me si è sbagliato alla grande. 

Storie più ambigue e meno manichee in Tex ce ne sono sempre state e parecchie, una per tutte, a cui in un primo momento pensavo volesse rifarsi, è "La grande minaccia", n. 276-277, anche quella una storia su misteriosi assassini che bersagliano una comunità di Mormoni che, però, in quel caso, alla fine risultano essere colpevoli di passate nefandezze (la strage di Mountain Meadow).

Oppure, un'altra storia a cui poteva rifarsi, con una divisione meno netta tra i buoni e i cattivi, è il Texone "La vendetta delle ombre".

 

Manfredi ha preferito una storia più semplice, meno problematica, con un finale solo di azione: alla fine Tex e Carson ammazzano i mostri tutti cattivi, mentre i bravi Mormoni (sebbene un po' ottusi e poco accoglienti) tornano a vivere sonni tranquilli.

Forse che l'abbia scritta anche pensando a "I sette assassini"? Chissà...

In ogni caso, è un peccato, "New Hope" aveva potenzialità maggiori, poteva essere un'ottima storia, mentre così è solo discreta.

 

(C'è da aggiungere che raccontata così questa storia risulta molto più pessimista delle mie ipotetiche versioni alternative. I mostri "dimenticati" restano mostri e dimenticati, senza speranza e senza neanche un minimo di redenzione.)

 

Sule critiche ai disegni di Gomez... State scherzando, vero? Sono notevolissimi come sempre!

Gomez è un fuoriclasse come Ticci o Villa. Vi risulta un albo di Ticci o Villa disegnato male? A me no.

Ci potrà essere qualche vignetta qua e là fatta più in fretta (ma anche in Dago capitava), ma il lavoro è al 99% Gomez puro, ossia eccezionale.

 

Edited by Poe
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In attesa di andare in edicola a prendere il 777, ho letto le prime pagine di questa storia nel finale del 776. Ottima impressione sia dalla scrittura di Manfredi che dei disegni di Gomez. Ho notato che l'artista utilizza diversi livelli di dettaglio all'interno dello stesso pannello, spesso in modo molto netto. Ad esempio i volti sembrano fatti in "punta di pennello" con linee molto sottili, mentre il resto del corpo dei personaggi ha talvolta linee molto più spesse. Il contrasto non mi dispiace per nulla ed apprezzo quando questo avviene. Rispetto ad altri disegnatori Gomez lo fa in maniera più netta. Leggo da alcuni dei commenti che precedono il mio di una commistione di chine tradizionali e parti realizzate in digitale e suppongo che anche questo contribuisca ai contrasti marcati nello spessore delle differenti linee. Molto bella la scelta delle inquadrature, danno alle scene un che di cinematografico.

Ho trovato emozionante lo scontro con il padre dei due uomini trasportati da Tex e Carson all'inizio della storia. La scena è descritta attraverso quelli che sembrano dei fermi immagine, davvero d'effetto. Certo, quando i due pards lanciano i due cavalli verso gli avversari, non sarebbe stato male vedere il padre inferocito ammazzare i due cavalli a colpi di fucile con nonchalance invece che fermarli. Forse però la cosa sarebbe risultata un filo troppo tamarra.

 

Curiosissimo di leggere il seguito questo fine settimana.

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<span style="color:red">20 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

Lo diceva in una live di Otto Bit di un paio di settimane fa.
Mi sembra abbia detto che disegna solo in digitale da 4/5 anni.

 

Digitale ... eccome ! Ma che bellezza queste nuove tavole della parte conclusiva della storia di Manfredi. La dinamica dei corpi e volti, sempre espressivi, oltre a ricordare quel lungo capolavoro che è stata la sua esperienza in Dago, mi ricorda i quadri di Caravaggio.

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<span style="color:red">19 ore fa</span>, Poe dice:

In che senso? A me la storia sembra molto chiara, anzi, fin troppo.

 

 

 

Qui sta il punto. Manichea, niente intreccio, nemici dalle motivazioni incompensibili e dalla strategia insensata, la grande minaccia che si sgonfia perché si fanno uccidere due o tre per volta... Ma che cos'è? Insalvabile. Manfredi ha scritto di meglio. E se restavo curatore dovevo pure scrivere "a cura di" e prendermi la responsabilità... Sono scappato prima.:D

 

 

Comunque smetterò di fare commenti. Diciamo che è un commento "tecnico", dai.

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