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[Maxi Tex N. 37] Il Grande Rodeo


Sam Stone

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Cossu ha uno stile molto particolare, con linea chiara e discreta dovizia di particolari.

 

Negli anni è anche molto migliorato e il suo compito lo porta al termine con dignità, tuttavia il suo difetto (non piccolo per un fumettista, poichè è un mestiere diverso rispetto un illustratore) è la legnosità delle figure nelle scene di azione e una recitazione alquanto forzata dei suoi personaggi.

 

La dinamicità nelle nuvole parlanti è importante, soprattutto nel genere western.

Non a caso autori molto bravi ma poco dinamici come Scascitelli faticano non poco col genere. 

 

Comunque stiamo parlando di autori con molta esperienza e poi ogni pensiero è soggettivo, lo dimostra la diversa predisposizione che hanno avuto i lettori per la storia di Luigi Sinis. 

 

 

  • +1 1
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Ultimata la lettura del maxi. Ad una buona prima storia, ne segue una più debole, e non per i disegni a mio parere. Tutto sommato comunque una buona lettura, un po' cara senz'altro, ma l'inflazione morde tutti i settori, non solo quello delle nostre amate nuvolette parlanti...

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Appena finito.

 

Prima storia più che sufficiente. Mignacco riesce ad imbastire una trama abbastanza articolata con un finale non troppo scontato.

Parentesi su Cossu. Non è tra i miei preferiti, ma trovo il suo lavoro più che buono. Tra i suoi pregi ci sono sicuramente la cura dei dettagli e la caratterizzazione dei personaggi anche secondari. Per contro usa sempre inquadrature molto semplici, quasi sempre frontale, che lo rendono statico e ripetitivo. Che è un difetto fino ad un certo punto visto che in questo modo le sue tavole sono scorrevoli e di facile lettura. Non a caso in giro si trovano parecchi estimatori. Se dovessi accostarlo ad un autore del passato mi viene in mente Erio Nicolò.

 

Seconda storia trascurabile vista la brevità. Siniscalchi a me piace, ma capisco che il suo tratto possa risultare ostico a molti. Secondo me se vuole continuare su Tex dovrà fare qualche riflessione e ritornare a quel tratto che lo vedeva non a caso nascere sulla scia di Brindisi e De Angelis.

 

Nel complesso un volume non eccezionale ma piacevole. 

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