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TWF - Tex Willer Forum

[297/299] Fuga Da Anderville


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<span style="color:red">14 minuti fa</span>, Thor983 dice:

Walcott zio è un insospettabile assoluto

Non sono la persona giusta per affermare che lo zio è l'unica persona sospettabile, ma lo dico lo stesso: leggendo FdA, " sta vedere che è stato lo zio" è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Vediamo:

I casi possibili sono due:

- John è colpevole

- John è innocente

Se John è colpevole, amen, l'oro è perduto.

Se John è innocente, i casi possibili sono sempre due:

- il colpevole è Leslie, amen, l'oro è perduto

- il colpevole è qualcun altro.

Se il colpevole è qualcun altro, i casi sono sempre due:

- qualcuno ha intercettato la cassa, ha preso l'oro e ha riempito la cassa di sassi

- l'oro nella cassa non c'è mai stato.

Occavolettidibruxelles!!!

Vuoi vedere che è proprio così?

 

Devo andare avanti e spiegarvi per filo e per segno in che modo Tex, facendo questi semplici ragionamenti, sarebbe riuscito a dare un nome e un cognome a un altro possibile sospettato?

L'oro apparteneva alla Confederazione, chi lo aveva in consegna prima di essere consegnato ai sudisti comandati da Leslie?

Non lo si sapeva, si viene a sapere alla fine.

Ma, facendo qualche indagine, la verità sarebbe venuta a galla sicuramente.

Ma Nizzi ha preferito altrimenti.

E Tex non ne è uscito bene.

 

Forse queste mie sono opinioni personali, ma mi sembrano fortemente fatti non opinabili.

Era così impossibile che Tex non usasse una minima parte di cervello?

Già ma questo è un diagramma di flusso, cose che nel West non avevano la minima idea di cosa fossero.

 

Tutta questa tiritera per dire solo: ma non è venuto in mente a nessuno che l'oro nel forziere non c'è mai stato?

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">49 minuti fa</span>, Letizia dice:

Ma, facendo qualche indagine, la verità sarebbe venuta a galla sicuramente

 

Ma Tex poteva svolgere indagini, in zona di guerra, non essendo nemmeno un ranger? Il tuo è un discorso col senno di poi, che fai alla luce del Tex successivo, ranger e mastino. Ma all'epoca Tex non era un ranger né poteva indagare sullo stato maggiore confederato. 

 

<span style="color:red">51 minuti fa</span>, Letizia dice:

questa tiritera per dire solo: ma non è venuto in mente a nessuno che l'oro nel forziere non c'è mai stato

 

No. E ci sta. 

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<span style="color:red">24 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Ma Tex poteva svolgere indagini, in zona di guerra, non essendo nemmeno un ranger? Il tuo è un discorso col senno di poi, che fai alla luce del Tex successivo, ranger e mastino. Ma all'epoca Tex non era un ranger né poteva indagare sullo stato maggiore confederato. 

 

 

No. E ci sta. 

Leo, Leo, Tex aveva forse bisogno della patacca di ranger per fare indagini per i fatti suoi?

Nella testata Tex Young non ha mai fatto qualche piccola indagine?

Il cerchio d'oro?

Con il senno di prima.

 

E poi tutto ci può stare.

Specialmente (direbbe Diablero) quando il tutto viene da Nizzi.

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<span style="color:red">56 minuti fa</span>, Letizia dice:

Non sono la persona giusta per affermare che lo zio è l'unica persona sospettabile, ma lo dico lo stesso: leggendo FdA, " sta vedere che è stato lo zio" è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Vediamo:

I casi possibili sono due:

- John è colpevole

- John è innocente

Se John è colpevole, amen, l'oro è perduto.

Se John è innocente, i casi possibili sono sempre due:

- il colpevole è Leslie, amen, l'oro è perduto

- il colpevole è qualcun altro.

Se il colpevole è qualcun altro, i casi sono sempre due:

- qualcuno ha intercettato la cassa, ha preso l'oro e ha riempito la cassa di sassi

- l'oro nella cassa non c'è mai stato.

Occavolettidibruxelles!!!

Vuoi vedere che è proprio così?

 

Devo andare avanti e spiegarvi per filo e per segno in che modo Tex, facendo questi semplici ragionamenti, sarebbe riuscito a dare un nome e un cognome a un altro possibile sospettato?

L'oro apparteneva alla Confederazione, chi lo aveva in consegna prima di essere consegnato ai sudisti comandati da Leslie?

Non lo si sapeva, si viene a sapere alla fine.

Ma, facendo qualche indagine, la verità sarebbe venuta a galla sicuramente.

Ma Nizzi ha preferito altrimenti.

E Tex non ne è uscito bene.

 

Forse queste mie sono opinioni personali, ma mi sembrano fortemente fatti non opinabili.

Era così impossibile che Tex non usasse una minima parte di cervello?

Già ma questo è un diagramma di flusso, cose che nel West non avevano la minima idea di cosa fossero.

 

Tutta questa tiritera per dire solo: ma non è venuto in mente a nessuno che l'oro nel forziere non c'è mai stato?

Sinceramente, a me dello zio non è venuto in mente. O meglio, alla fine la storia ti porta lì (anche se non sai che lo zio è il colpevole intuisci che sappia perlomeno qualcosa), ma solo perchè noi lettori abbiamo il quadro della situazione e quelli sono gli unici personaggi di rilievo che compaiono. Riprendo il tuo discorso.

  • John è innocente o colpevole: ci sta
  • Leslie è innocente o colpevole: ci sta

Il colpevole è qualcun altro. Vediamo questo qualcun altro (visto dalla parte di Tex).

Qualcuno ha intercettato la cassa, ha preso l'oro e ha riempito la cassa di sassi. Potenzialmente sono coinvolti:

  • i soldati che l'hanno materialmente caricata sul carro prima della partenza;
  • l'ufficiale che ha gestito il carico;
  • qualcuno dei confederati di scorta al convoglio prima dell'attacco, approfittando di un turno di guardia durante la notte, con la complicità di qualche commilitone (all'insaputa di Leslie);
  • idem come sopra ma da parte nordista (all'insaputa di John).

L'oro nella cassa non c'è mai stato. Vediamo chi potrebbe essere coinvolto:

  • lo zio Walcott, importante funzionario della tesoreria;
  • un qualunque funzionario della tesoreria confederata che ha avuto a che fare con il carico (Walcott l'ha sigillata, ma non possiamo escludere che sia passata per altre mani);
  • un qualunque dipendente come sopra;
  • ufficiali e/o soldati se la cassa è stata in custodia da qualche altra parte prima di essere caricata sul convoglio.

Questo è il punto di vista di Tex, perchè Tex non è un lettore e lui non ha il nostro quadro della situazione. In tempo di guerra una cassa d'oro passa per parecchie mani. Non è un ragionamento semplice. O meglio, lo è per il lettore, ma non per chi si trova a vivere la storia. Noi vediamo solo il finale, cioè quando il carico viene attaccato, ma ci manca tutta la parte precedente, che non è importante per la storia, ma lo è (e parecchio) in una ipotetica indagine successiva.

In altre parole: Leslie sapeva che era stato lo zio a sigillare la cassa (ed è il motivo per cui viene ucciso), ma ovviamente lo sapeva solo lui, e Tex lo scopre alla fine quando lo zio glielo dice. A quel punto fare 2+2 è semplicissimo, ma solo a quel punto.

Tutto questo per dire che non è affatto una situazione strana o forzata che Tex non riesca a capire chi sia il colpevole.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Thor983 dice:

Tutto questo per dire che non è affatto una situazione strana o forzata che Tex non riesca a capire chi sia il colpevole

Non ho mai detto che per Tex scoprire il colpevole sia facile.

Ho solo parlato di indaginini e sospettati.

Tex non può capire chi è il colpevole se non indaga.

Il mio ragionamento non trae conclusioni di chi, come lettore, conosce fatti ignoti al protagonista.

Mi limito ad esaminare tutte le possibilità e in maniera neanche dettagliata come fai tu.

 

Il fatto ripetuto fino alla nausea è che Tex si arrende: è quello che non mi va.

Tex indaga ma poi non scopre nulla perché lo zio è troppo furbo?

Ci sta.

Tex si arrende?

Non ci sta (e non ci sto).

 

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Inutile dire che concordo con Thor. L'indagine di Tex era difficile, per non dire impossibile. Solo al lettore può apparire facile.

Prima di deporre in commissione d'inchiesta, si sarà lambiccato il cervello pur di arrivare a una conclusione, non riuscendoci. È amareggiato, e lo dice allo zio Walcott, per non aver potuto fornire una versione diversa, che avrebbe potuto riabilitare John. Lo dice chiaramente, e dietro quelle parole si legge il dispiacere per non aver saputo fare di più. Immagino quindi, per come è scritta quella sequenza, che Tex abbia pensato a come trovare la quadra, ma con i due cugini morti e in un ambiente a lui precluso (quello confederato) non ha potuto fare di più. 

 

Per me ci sta. Anzi, sta proprio lì - anche lì- una certa bellezza della storia. La chiudo qui sennò gli altri forumisti ci azzannano perché andiamo in loop (ci sta, non ci sta, ecc.). 

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Letizia dice:

Specialmente (direbbe Diablero) quando il tutto viene da Nizzi.

 

Non l'ho capita.

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<span style="color:red">23 minuti fa</span>, Leo dice:

Inutile dire che concordo con Thor. L'indagine di Tex era difficile, per non dire impossibile. Solo al lettore può apparire facile.

Prima di deporre in commissione d'inchiesta, si sarà lambiccato il cervello pur di arrivare a una conclusione, non riuscendoci. È amareggiato, e lo dice allo zio Walcott, per non aver potuto fornire una versione diversa, che avrebbe potuto riabilitare John. Lo dice chiaramente, e dietro quelle parole si legge il dispiacere per non aver saputo fare di più. Immagino quindi, per come è scritta quella sequenza, che Tex abbia pensato a come trovare la quadra, ma con i due cugini morti e in un ambiente a lui precluso (quello confederato) non ha potuto fare di più. 

 

Per me ci sta. Anzi, sta proprio lì - anche lì- una certa bellezza della storia. La chiudo qui sennò gli altri forumisti ci azzannano perché andiamo in loop (ci sta, non ci sta, ecc.). 

 

 

Non l'ho capita.

Non vorrei looppare, ma mi si chiama in causa e ritengo cattiva educazione non rispondere.

Nizzi la storia l'ha voluta in un certo modo e, a mio avviso, ha fatto fare a Tex la figura del pirla, intenzionalmente o no.

 

Tutto quello che la storia non dice ma che il lettore immagina che ci sia stato ci porta a Happytown.

 

Tex, Nizzi non lo dice, ma ha passato i due anni successivi alla fine della guerra, a cercare l'oro rubato: ne ha trovato le tracce per ben tre volte e per altrettante le ha di nuovo perse.

Alla ricerca dell'oro confederato è stato persino in Nigeria, insieme a Eva Rojas e all'amico Giordino.

Non mi prendete per matta, ma le mie fantasie hanno la stessa valenza di quelle altrui.

Se Nizzi non lo dice, come escludere con dimostrazione accademica, che questi fatti non possono non essere accaduti?

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<span style="color:red">9 minuti fa</span>, Letizia dice:

Nizzi la storia l'ha voluta in un certo modo e, a mio avviso, ha fatto fare a Tex la figura del pirla, intenzionalmente o no.

 

Per te fa la figura del pirla, per me semplicemente viene fregato ma non da pirla, bensì da personaggio credibile.

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Torno a scrivere dopo un secolo, chissà che sia la volta buona per tornare su questi lidi attivamente.

Premessa doverosa: ritengo Fuga da Anderville una delle storie più belle in assoluto della saga. E tuttavia, molte delle critiche esposte sono a mio parere condivisibili. Ciò di cui secondo me non si sta tenendo conto è che è un Nizzi ancora nuovo su Tex, un Tex che, sembra strano pensarlo, Nizzi non aveva mai letto prima di ricevere onori e oneri dalla SBE (che forse era ancora Daim Press, peraltro).

 

L'autore stesso ha raccontato di come si mise ventre a terra a leggere l'intera saga, una saga in cui si era inserito Guido Nolitta col suo universo personale profondamente diverso da quello del padre. Differenze certamente caratteriali, a cui si unisce un humus culturale inevitabilmente differente: anche a livello cinematografico, gli anni '70 vedono l'avvento della Nuova Hollywood, in cui gli eroi non esistono più. E peraltro già da molti anni la cinematografia, western ma non solo, aveva visto emergere personaggi rosi dai dubbi e, in definitiva, destinati alla sconfitta (vedasi su tutti il John Wayne/Ethan Edwards di Sentieri Selvaggi).

Questo per dire che, certamente, il Tex di Fuga da Anderville è un Tex profondamente nolittiano, nei pregi e nei difetti.

Se c'è un tratto tipico nelle storie del figlio di Gian Luigi, è proprio il porre il protagonista in situazioni complicate sia da un punto di vista emotivo che da un punto di vista pratico, laddove il padre, per predisposizione probabilmente naturale, non l'avrebbe ficcato.

Gli esempi che qui potrei citare, andando a semplice memoria di lettore, sono numerosissimi. Scegliendone tre: ne Il Segno di Cruzado, ecco il nostro confrontarsi con uno dei navajo ribelli che, morente, implora Aquila della Notte di ucciderlo per alleviarne le sofferenze; in Contro Tutti, Tex da infiltrato viene invitato ad uccidere un uomo a sangue freddo; in Grido di Guerra si trova a dover far fuori degli Cheyenne amici per salvare la pellaccia (e almeno qui agisce, a differenza degli altri due casi in cui è salvato dagli eventi).

 

E tuttavia tenderei a distinguere tra le varie scene incriminate: se è vero che Gian Luigi non avrebbe posto il nostro ranger in una situazione simile, con Tom Tex non si comporta da codardo, ma si rende conto che, pur pronto a tornare indietro a morire con lui, il destino del suo compagno di viaggio è segnato, e che il consiglio di John è saggio. Non è una resa, né una fuga (tipica del Tex di Nolitta, vedasi ne I Ribelli del Canada come si comporta nell'agguato); quanto ai suoi tormenti interiori, al dubbio su John e sulla loro amicizia, anche qui non è il Tex di Gian Luigi, ma mi piace: è umano, ma non debole, si trova impossibilitato a risolvere un dilemma e lo fa suo: lo accetta con tormento ma non con inerzia; quanto infine alle critiche sulla rappresentazione semplicistica dei sudisti, con tutta franchezza mi sembrano del tutto gratuite, e bastano la costruzione psicologica di Leslie e Howard e le scene (splendide) nella palude per accorgersene.

 

Ma veniamo al grande tasto dolente: il finale, in cui Tex è proprio il Tex di Nolitta quando non mi piace.

Non è certo il non essersi reso conto del segreto nascosto dal vecchio Walcott ad infastidirmi: è la sua reazione emotiva da sconfitto, identica guarda caso a quella delle ultime pagine di Caccia all'Uomo. E' un Tex che impreca, e quindi non è solido. Nella sua maschera di finta imperturbabilità, intrisa di rassegnazione e di rimorsi, Howard si dimostra forte, laddove Tex si dimostra debolissimo. E questo non va proprio bene.

 

Ciò detto, resta una storia magnifica per intreccio, sottigliezze, atmosfere, rese in modo straordinario da Ticci, ça va sans dire. Nonché una storia a cui sono umanamente legatissimo, memore delle sere passate da infante (e ancora analfabeta :D) a farmela leggere da mio padre, che non aveva mai letto Tex e mai l'avrebbe più fatto in seguito. Ma ok, sto andando troppo sul personale! :indianovestito:

 

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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

 

Torno a scrivere dopo un secolo, chissà che sia la volta buona per tornare su questi lidi attivamente.

 

Lo speriamo tutti, caro Giacomo ;)

 

<span style="color:red">5 ore fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

 

E tuttavia tenderei a distinguere tra le varie scene incriminate: se è vero che Gian Luigi non avrebbe posto il nostro ranger in una situazione simile, con Tom Tex non si comporta da codardo, ma si rende conto che, pur pronto a tornare indietro a morire con lui, il destino del suo compagno di viaggio è segnato, e che il consiglio di John è saggio. Non è una resa, né una fuga (tipica del Tex di Nolitta, vedasi ne I Ribelli del Canada come si comporta nell'agguato); quanto ai suoi tormenti interiori, al dubbio su John e sulla loro amicizia, anche qui non è il Tex di Gian Luigi, ma mi piace: è umano, ma non debole, si trova impossibilitato a risolvere un dilemma e lo fa suo: lo accetta con tormento ma non con inerzia; quanto infine alle critiche sulla rappresentazione semplicistica dei sudisti, con tutta franchezza mi sembrano del tutto gratuite, e bastano la costruzione psicologica di Leslie e Howard e le scene (splendide) nella palude per accorgersene.

 

D'accordo con te. Hai esposto come meglio non si potrebbe le ragioni per le quali non trovo sbagliate le scene incriminate:

 

1) con Tom Tex non si comporta da codardo ma semplicemente capisce che il suo destino è segnato e che per non rendere vano il suo sacrificio deve abbandonarlo.

 

2) il dilemma di John è impossibile da risolvere e ciò tormenta Tex nei giorni e anni a venire.

 

3) sono contento che parli di "costruzione psicologica" di Leslie, segno che non sono il solo a pensarla in un certo modo. Per aver detto questa stessa cosa ho subito qui critiche che mi hanno fatto girare le scatole non poco.

 

Circa il fatto che Tex qui non è quello di Glb, non sono del tutto d'accordo. Tex è quello di Glb, solo che è calato in situazioni tormentate, nolittiane appunto. Ma mentre il Tex di Nolitta, anche nelle reazioni alle situazioni in cui si trova, spesso non è Tex (suda per la tensione perdendo il proverbiale sangue freddo, fa errori di valutazione), questo di FDA è invece Tex in tutto e per tutto, solo calato in circostanze che lo mettono spalle al muro. Non è il personaggio che è cambiato, ma le trame. E quando si dice che l'autore non deve mettere il personaggio in determinate situazioni, a mio parere si sta entrando nella sfera delle scelte narrative: su queste io credo che l'autore debba avere la massima libertà, mentre non deve snaturare (come invece faceva Nolitta) il carattere del personaggio, le sue valutazioni, le azioni che ci si aspetta che lui faccia (qui potremmo dire che il Tex di Glb avrebbe provato a salvare Tom, questo è un punto di vista che capisco; tuttavia, il Tex di Glb non è un suicida e il fatto che qui Tex accetti il rimorso a vita per Tom lo rende un buon giudice di situazioni: poiché non posso salvarlo, almeno non ne vanifico il sacrificio).

 

<span style="color:red">5 ore fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

Ma veniamo al grande tasto dolente: il finale, in cui Tex è proprio il Tex di Nolitta quando non mi piace.

Non è certo il non essersi reso conto del segreto nascosto dal vecchio Walcott ad infastidirmi: è la sua reazione emotiva da sconfitto, identica guarda caso a quella delle ultime pagine di Caccia all'Uomo. E' un Tex che impreca, e quindi non è solido. Nella sua maschera di finta imperturbabilità, intrisa di rassegnazione e di rimorsi, Howard si dimostra forte, laddove Tex si dimostra debolissimo. E questo non va proprio bene.

 

Sulla reazione isterica, sul fatto che sia sconfitto, siamo tutti d'accordo. A me, vista l'eccezionalità della vicenda e la bellezza della storia, questa parte non disturba molto. Però è chiaro che qui Tex non è il solito Tex che conosciamo. 

 

<span style="color:red">5 ore fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

 

Ciò detto, resta una storia magnifica per intreccio, sottigliezze, atmosfere, rese in modo straordinario da Ticci, ça va sans dire. Nonché una storia a cui sono umanamente legatissimo, memore delle sere passate da infante (e ancora analfabeta :D) a farmela leggere da mio padre, che non aveva mai letto Tex e mai l'avrebbe più fatto in seguito. Ma ok, sto andando troppo sul personale! 

 

Bellissimo aneddoto, caro pard. Prezioso.

 

PS. Mi sono arrivate due notifiche di faccine perplesse per due miei post allo stesso orario (5 ore fa) in cui hai scritto il tuo messaggio. È chiaro che questo non significa automaticamente che sia stato tu a esprimere disappunto per quei miei due post, ma te ne chiedo comunque conferma per due ragioni:

 

1) l'orario appunto è lo stesso

 

2) in quei due post mi sembra di esprimere concetti non molto dissimili da quelli da te espressi nel tuo commento, quindi se così fosse non li capisco. O forse, al contrario, non ho capito proprio il senso finale del tuo post, il che è peggio perché vuol dire che le vacanze (e gli annessi orari da nottambuli che alcuni amici sconsiderati mi stanno costringendo a fare) mi stanno mandando in pappa il comprendonio :D

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Leo, scusami, non vorrei essere una spaccamarroni caparbia ed insistente, ma vorrei dire un paio di cosette.

Lo so che excusatio non petita, accusatio manifesta, ma io lo dico lo stesso: le faccine perplesse non sono nel mio stile, se devo spaccare i marroni, li spacco senza nascondermi dietro l'anonimato.

Non so se gli amministratori possono vedere l'autore di queste reazioni poco piacevoli, ma penso di sì, nel qual caso sono autorizzati, nel caso, a svergognarmi.

 

Con Tom, Tex non si comporta da codardo, assolutamente no.

Si comporta da John Doe, ma non si comporta da Tex.

Tex sarebbe tornato indietro a cercare di salvarlo.

Hai letto il mio commento con la mia versione alternativa?

Dimmi solo che preferisci alla mia la versione originale di Nizzi e io mi taccio.

(Belin, questa osa paragonarsi a Nizzi!!!)

Mi si perdoni l'intercalare, accettato anche dalla Crusca.

 

Il dilemma di John impossibile da risolvere è una interpretazione personale.

Tex si comporta come nel finale della storia in cui Mefisto ritorna in vita: Tex è scarsamente interessato a inseguire Mefisto, così come qui è scarsamente interessato a scoprire la verità sull'oro trafugato.

 

A proposito, perché John è ritornato nell'esercito nordista?

Non era ricercato dall'Unione, non temeva di essere arrestato per il furto dell'oro di cui era così sospettato che era stato già giudicato colpevole da tutti, Tex compreso?

 

Ci voleva la mente di Sherlock Holmes per capire che lo aveva fatto perché era innocente?

Ma no, John aveva una mente così sopraffina e diabolica da escogitare: se mi presento al mio esercito, nessuno potrà mai pensare che sono colpevole perché, se lo fossi, non sarei certo così cretino da ritornare da chi mi vuole mettere davanti a un muro bucherellato da palle di piombo.

 

Non mi si dica che Tom ignorava di rischiare la pelle per il furto dell'oro (in tempo di guerra c'era la fucilazione per un reato così grave).

 

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17 minuti fa, Letizia dice:

Leo, scusami, non vorrei essere una spaccamarroni caparbia ed insistente, ma vorrei dire un paio di cosette.

Lo so che excusatio non petita, accusatio manifesta, ma io lo dico lo stesso: le faccine perplesse non sono nel mio stile, se devo spaccare i marroni, li spacco senza nascondermi dietro l'anonimato.

Non so se gli amministratori possono vedere l'autore di queste reazioni poco piacevoli, ma penso di sì, nel qual caso sono autorizzati, nel caso, a svergognarmi.

 

Quelle faccine non mi sono simpatiche e andrebbero abolite. Meglio una faccina incazzata che una come quella che sembra suggerire che uno dice cose senza senso. Detto questo, sono faccine, non è che me la prenda più di tanto. Per i punti di vista che hai espresso su questo topic (sempre corretti e ben argomentati, anche se a volte con toni un pò perentori ;) ), se le faccine le avessi messe tu, anche se come detto le ritengo personalmente infelici, non avrei avuto nulla da ridire. Ma ho visto che sono state messe nello stesso orario dell'intervento di Don Fabio, e volevo solo sapere se fossero sue. E volevo saperlo non perché non potesse metterle, ci mancherebbe, ma perché mi sembrano in contraddizione con il suo post successivo. Volevo solo capire, niente di più :)

 

17 minuti fa, Letizia dice:

 

Con Tom, Tex non si comporta da codardo, assolutamente no.

Si comporta da John Doe, ma non si comporta da Tex.

Tex sarebbe tornato indietro a cercare di salvarlo.

Hai letto il mio commento con la mia versione alternativa?

Dimmi solo che preferisci alla mia la versione originale di Nizzi e io mi taccio.

(Belin, questa osa paragonarsi a Nizzi!!!)

Mi si perdoni l'intercalare, accettato anche dalla Crusca.

 

La tua versione mi piace di più, e non avrebbe fatto perdere in pathos. Quello che però intendo dire è che all'epoca a Nizzi è venuta così, e io concordo con Thor e Don Fabio quando difendono quella scelta o perlomeno non la trovano così scandalosa. Ho ammesso più volte (l'ultima nel mio post di stamattina) che la scena può destare perplessità. Solo che a me la sequenza va bene comunque, non mi chiedo come poteva essere fatta in alternativa (e ripeto che la tua alternativa è sicuramente più felice e azzeccata), ma prendo atto della scelta dell'autore che non mi scandalizza perché non la ritengo lesiva della texianita' (diciamo che è al limite).

 

17 minuti fa, Letizia dice:

dilemma di John impossibile da risolvere è una interpretazione personale.

Tex si comporta come nel finale della storia in cui Mefisto ritorna in vita: Tex è scarsamente interessato a inseguire Mefisto, così come qui è scarsamente interessato a scoprire la verità sull'oro trafugato.

 

A proposito, perché John è ritornato nell'esercito nordista?

Non era ricercato dall'Unione, non temeva di essere arrestato per il furto dell'oro di cui era così sospettato che era stato già giudicato colpevole da tutti, Tex compreso?

 

Ci voleva la mente di Sherlock Holmes per capire che lo aveva fatto perché era innocente?

Ma no, John aveva una mente così sopraffina e diabolica da escogitare: se mi presento al mio esercito, nessuno potrà mai pensare che sono colpevole perché, se lo fossi, non sarei certo così cretino da ritornare da chi mi vuole mettere davanti a un muro bucherellato da palle di piombo.

 

Non mi si dica che Tom ignorava di rischiare la pelle per il furto dell'oro (in tempo di guerra c'era la fucilazione per un reato così grave).

 

Non puoi fucilarlo per dei sospetti. Chissà cosa potrebbe essere accaduto in campo confederato, le autorità non sanno nulla. Nessuno lo sa. Nessuno ci si raccapezza. Lo stesso Tex, anche se ancora giovane, e' già un buon giudice di uomini e dentro di sé ritiene John un buono, ma nemmeno lui alla fine sa davvero cosa pensare. Per una volta, Tex non è il mago di cui spesso tutti gli autori hanno abusato. È un uomo, anzi poco più di un ragazzo.

Modificato da Leo
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4 ore fa, Leo dice:

 

 

Circa il fatto che Tex qui non è quello di Glb, non sono del tutto d'accordo. Tex è quello di Glb, solo che è calato in situazioni tormentate, nolittiane appunto. Ma mentre il Tex di Nolitta, anche nelle reazioni alle situazioni in cui si trova, spesso non è Tex (suda per la tensione perdendo il proverbiale sangue freddo, fa errori di valutazione), questo di FDA è invece Tex in tutto e per tutto, solo calato in circostanze che lo mettono spalle al muro. Non è il personaggio che è cambiato, ma le trame.

 

PS. Mi sono arrivate due notifiche di faccine perplesse per due miei post allo stesso orario (5 ore fa) in cui hai scritto il tuo messaggio. È chiaro che questo non significa automaticamente che sia stato tu a esprimere disappunto per quei miei due post, ma te ne chiedo comunque conferma per due ragioni:

 

1) l'orario appunto è lo stesso

 

2) in quei due post mi sembra di esprimere concetti non molto dissimili da quelli da te espressi nel tuo commento, quindi se così fosse non li capisco.

 

Ciao Leo, non mi ricordo più come si fa la citazione multipla.

Anyway, se ho mandato io le faccine in questione è stato per puro errore! Non so del resto neppure quali fossero i post in questione...

 

Quanto alla prima parte, non l'ho probabilmente specificato bene nel mio post, ma sono pienamente d'accordo con te: penso sia un Tex nolittiano, ma del Nolitta migliore. È un Tex la cui umanità non consiste certo nell'ingenuità o nell'inerzia, come avviene in tante storie di SB. Con l'eccezione del finale, che onestamente vede Tex come non dovrebbe essere mai: fuori controllo.

 

P.S. Se i moderatori possono controllare, e se le faccine di commento ai post di Leo fossero effettivamente mie, vi chiedo se potete cancellarle... Si tratterebbe di qualche pasticcio dovuto all'ora in cui sono intervenuto!

Modificato da Don Fabio Esqueda
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

La tua versione mi piace di più, e non avrebbe fatto perdere in pathos.... ripeto che la tua alternativa è sicuramente più felice e azzeccata

 

Yppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiieeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!

 

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

Non puoi fucilarlo per dei sospetti.

No?

Io, se avessi avuto i sospetti che non ho, lo avrei impiccato e, mentre stava per tirare le cuoia, gli avrei acceso un fuoco sotto i piedi e poi lo avrei fucilato, ma con tutti colpi non mortali (sennò il divertimento durava poco).

Credi che in tempo di guerra gli sarebbe stato d'aiuto il beneficio del dubbio?

Lo avrebbero fucilato e poi gli avrebbero trattenuto il costo delle pallottole dalla busta paga (e non gli avrebbero neanche pagato i contributi).

 

Leo, è sempre un piacere "litigare" con te. :lol2:

 

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<span style="color:red">28 minuti fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

Quanto alla prima parte, non l'ho probabilmente specificato bene nel mio post, ma sono pienamente d'accordo con te: penso sia un Tex nolittiano, ma del Nolitta migliore. È un Tex la cui umanità non consiste certo nell'ingenuità o nell'inerzia, come avviene in tante storie di SB. Con l'eccezione del finale, che onestamente vede Tex come non dovrebbe essere mai: fuori controllo.

 

Completamente d'accordo. 

 

E cerca di restare sul forum, stavolta ;)

<span style="color:red">19 minuti fa</span>, Letizia dice:

Yppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiieeeeeeeeeeeeeeeeeee

 

:D :D :D

 

<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Letizia dice:

?

Io, se avessi avuto i sospetti che non ho, lo avrei impiccato e, mentre stava per tirare le cuoia, gli avrei acceso un fuoco sotto i piedi e poi lo avrei fucilato, ma con tutti colpi non mortali (sennò il divertimento durava poco).

Credi che in tempo di guerra gli sarebbe stato d'aiuto il beneficio del dubbio?

Lo avrebbero fucilato e poi gli avrebbero trattenuto il costo delle pallottole dalla busta paga (e non gli avrebbero neanche pagato i contributi).

 

Ma era più facile (come poi è stato) che il trafugamento fosse avvenuto da parte confederata no?

 

<span style="color:red">20 minuti fa</span>, Letizia dice:

 

Leo, è sempre un piacere "litigare" con te. :lol2:

 

Il piacere è reciproco ;) :)

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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Don Fabio Esqueda dice:

 

Torno a scrivere dopo un secolo, chissà che sia la volta buona per tornare su questi lidi attivamente.

Premessa doverosa: ritengo Fuga da Anderville una delle storie più belle in assoluto della saga. E tuttavia, molte delle critiche esposte sono a mio parere condivisibili. Ciò di cui secondo me non si sta tenendo conto è che è un Nizzi ancora nuovo su Tex, un Tex che, sembra strano pensarlo, Nizzi non aveva mai letto prima di ricevere onori e oneri dalla SBE (che forse era ancora Daim Press, peraltro).

 

L'autore stesso ha raccontato di come si mise ventre a terra a leggere l'intera saga, una saga in cui si era inserito Guido Nolitta col suo universo personale profondamente diverso da quello del padre. Differenze certamente caratteriali, a cui si unisce un humus culturale inevitabilmente differente: anche a livello cinematografico, gli anni '70 vedono l'avvento della Nuova Hollywood, in cui gli eroi non esistono più. E peraltro già da molti anni la cinematografia, western ma non solo, aveva visto emergere personaggi rosi dai dubbi e, in definitiva, destinati alla sconfitta (vedasi su tutti il John Wayne/Ethan Edwards di Sentieri Selvaggi).

Questo per dire che, certamente, il Tex di Fuga da Anderville è un Tex profondamente nolittiano, nei pregi e nei difetti.

Se c'è un tratto tipico nelle storie del figlio di Gian Luigi, è proprio il porre il protagonista in situazioni complicate sia da un punto di vista emotivo che da un punto di vista pratico, laddove il padre, per predisposizione probabilmente naturale, non l'avrebbe ficcato.

Gli esempi che qui potrei citare, andando a semplice memoria di lettore, sono numerosissimi. Scegliendone tre: ne Il Segno di Cruzado, ecco il nostro confrontarsi con uno dei navajo ribelli che, morente, implora Aquila della Notte di ucciderlo per alleviarne le sofferenze; in Contro Tutti, Tex da infiltrato viene invitato ad uccidere un uomo a sangue freddo; in Grido di Guerra si trova a dover far fuori degli Cheyenne amici per salvare la pellaccia (e almeno qui agisce, a differenza degli altri due casi in cui è salvato dagli eventi).

 

E tuttavia tenderei a distinguere tra le varie scene incriminate: se è vero che Gian Luigi non avrebbe posto il nostro ranger in una situazione simile, con Tom Tex non si comporta da codardo, ma si rende conto che, pur pronto a tornare indietro a morire con lui, il destino del suo compagno di viaggio è segnato, e che il consiglio di John è saggio. Non è una resa, né una fuga (tipica del Tex di Nolitta, vedasi ne I Ribelli del Canada come si comporta nell'agguato); quanto ai suoi tormenti interiori, al dubbio su John e sulla loro amicizia, anche qui non è il Tex di Gian Luigi, ma mi piace: è umano, ma non debole, si trova impossibilitato a risolvere un dilemma e lo fa suo: lo accetta con tormento ma non con inerzia; quanto infine alle critiche sulla rappresentazione semplicistica dei sudisti, con tutta franchezza mi sembrano del tutto gratuite, e bastano la costruzione psicologica di Leslie e Howard e le scene (splendide) nella palude per accorgersene.

 

Ma veniamo al grande tasto dolente: il finale, in cui Tex è proprio il Tex di Nolitta quando non mi piace.

Non è certo il non essersi reso conto del segreto nascosto dal vecchio Walcott ad infastidirmi: è la sua reazione emotiva da sconfitto, identica guarda caso a quella delle ultime pagine di Caccia all'Uomo. E' un Tex che impreca, e quindi non è solido. Nella sua maschera di finta imperturbabilità, intrisa di rassegnazione e di rimorsi, Howard si dimostra forte, laddove Tex si dimostra debolissimo. E questo non va proprio bene.

 

Ciò detto, resta una storia magnifica per intreccio, sottigliezze, atmosfere, rese in modo straordinario da Ticci, ça va sans dire. Nonché una storia a cui sono umanamente legatissimo, memore delle sere passate da infante (e ancora analfabeta :D) a farmela leggere da mio padre, che non aveva mai letto Tex e mai l'avrebbe più fatto in seguito. Ma ok, sto andando troppo sul personale! :indianovestito:

 

È bello rileggere un tuo intervento. Segui ancora Tex e non scrivi? O non segui e non scrivi?

Giusto per farmi i fatti tuoi 😁

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<span style="color:red">23 ore fa</span>, Leo dice:

Ma era più facile (come poi è stato) che il trafugamento fosse avvenuto da parte confederata no?

Come come come?

I soldati dell'Unione avrebbero potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento?

No no no, è un ragionamento troppo complicato per un povero ufficialetto sudista.

 

Forse Tex sarebbe potuto arrivarci se...

Ma no, no: il ragionamento era troppo complicato anche per lui.

 

Ma mi meraviglio che tu possa aver pensato che:

i soldati dell'Unione avrebbero potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento

 

e invece Tex 

non avrebbe potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento.

:blink:

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<span style="color:red">48 minuti fa</span>, Letizia dice:

Come come come?

I soldati dell'Unione avrebbero potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento?

No no no, è un ragionamento troppo complicato per un povero ufficialetto sudista.

 

Forse Tex sarebbe potuto arrivarci se...

Ma no, no: il ragionamento era troppo complicato anche per lui.

 

Ma mi meraviglio che tu possa aver pensato che:

i soldati dell'Unione avrebbero potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento

 

e invece Tex 

non avrebbe potuto pensare che John sarebbe potuto essere innocente perché il colpevole sarebbe potuto essere stato qualche confederato che avrebbe potuto sgraffignare l'oro senza che nessuno se ne fosse mai accorto, forte (il qualche confederato) del fatto che nessuno avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che un confederato avrebbe mai potuto sgraffignare l'oro perché c'era già bell'e pronto il colpevole servito su un piatto d'argento.

:blink:

 

Non ci ho capito nulla. Ergo non capisco neanche quello che dico io stesso :D :D :D

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  • 2 settimane dopo...

Salve! Devo dire due parole sulle mie intenzioni riguardo a questo thread.

 

Ma prima, devo ringraziare Valerio che, per non fare sentire la mia mancanza durante il mio periodo di sospensione, ha continuato ad attaccarmi per diversi post nel periodo in cui non potevo rispondere! B)

 

Alcuni esempi...

 

On 8/10/2022 at 7:28 PM, valerio said:

Ma dico, a parte insultare tutti per 3 anni, ha definito un autore "miserabile sacco di immondizia" e si chiede riduzione pena?

Capisco che sia sempre un dispiacere una sospensione, ma direi che la abbiamo tirata anche troppo per le lunghe.

 

On 8/10/2022 at 7:49 PM, valerio said:

Esatto Leo, e dirò di più. Questa sospensione certifica la serietà di questo forum. E potrebbe far persino bene all'utente in questione. Non so se il suo comportamento sia incontrollabile, se lo è c'è poco da fare, ma se non lo è potrebbe aver compreso e provare a moderarsi, finalmente.

Sulla buona fede avrei un pò da ridire, perchè se ce l'ha su GLB, come giustamente dici, non ce l'ha sull'autore che continua a insultare e a deridere a testa bassa da anni.

 

On 8/10/2022 at 10:15 PM, valerio said:

Allora va cambiato il regolamento in funzione di Diablero, della serie che lui può insultare chi vuole, mentre gli altri no:D

Ma davvero cosa tocca leggere.:lol:

 

Non avendo potuto rispondere in quel momento, vorrei rispondere adesso. E lo faccio per dirgli che... ha ragione!

 

Devo dire che le sue argomentazioni mi hanno convinto, è intollerabile insultare un autore, chi lo fa va bannato subito. Io ho semplicemente citato una famosa frase di GL Bonelli per fargli "rispondere" idealmente agli insulti di Nizzi (che in pratica da anni dice che GL Bonelli era un autore incapace che faceva storielline e non sapeva caratterizzare i personaggi, così come oggi insulta Borden dicendo che scrive sempre storie con solo Tex e Carson perchè non sa usare Tiger e Kit, e come insulta da anni tanti altri autori), ma anche così, non si fa, non si fa davvero.

 

Alla fine, le filippiche di Valerio contro la mia mancanza di rispetto e il mio linguaggio mi hanno convinto, e penso seguirò il suo esempio, e non quelli di questo altro utente...

 

On 4/26/2020 at 10:57 AM, valerio said:

Benissimo. Nizzi è uno stronzo. E con questo direi che si può chiudere il giudizio umano. E si può tornare a quello professionale.

 

Chi l'ha scritto questo?

 

...Oops!   :blink:

 

Ehm...  OK, forse quest'ultimo post era meglio non quotarlo...  fischiettiamo e facciamo finta di niente...  :P

 

--------------------------------

 

Passiamo alle cose serie.  Io ho intenzione di proseguire questo thread. Ho parlato solo di una cosa delle tre che volevo sottolineare. La seconda è la rappresentazione di Tex per TUTTA la storia (e non solo nel finale), su cui è già intervenuta Letizia anche se avevo detto che ne parlavamo dopo, (che di cose anche lì ne avrei da dire...  :P ) e la terza è la qualità e il senso della storia "gialla" su cui Nizzi imbastisce tutto.

 

Solo che adesso non ho assolutamente il tempo di farlo. È finito agosto, il lavoro torna a pieno regime, e ho visto che se anche solo TOCCHI con la minima critica questa storia scateni SEMPRE un vespaio, non importa quando chiedi di stare sul concreto e sul dettaglio.  Quindi serve NON SOLO il tempo di scrivere TANTO, e non solo di rispondere all'inevitabile vespaio, ma anche il tempo di farlo CON CALMA, e non sul momento o di fretta, per non cadere nelle perenni provocazioni.

 

Adesso non ce l'ho questo tempo (come si vede da quanto poco posto nel forum, e posto questo messaggio anche per garantire che non sono offeso o altro, è proprio il tempo che manca), quindi si rimanda a quando ce l'avrò.

 

Tanto questa storia non scappa...  B)

 

 

 

 

 

 

 

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Mi spiace Diablo, non cado in provocazioni. Nemmeno nel tuo solito giochetto di quotare frasi di anni fa (quella dello "stronzo", che ovviamente hai preso fuori dal contesto a tuo uso e consumo), e non ribatto, augurandoti buon lavoro.

 

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1 ora fa, Mister P dice:

Ci risiamo?

Chiedilo a lui. È rientrato cercando subito scontri e polemiche. Io ho subito chiuso li, non ci casco.

Modificato da valerio
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  • 1 mese dopo...

Le avventure di Tex ambientate almeno in parte in flashback al tempo della Guerra di Secessione mi hanno sempre lasciato una certa sensazione di amaro in bocca per la drammaticità degli eventi narrati, mista però alla consapevolezza di aver letto storie di primissimo livello, quando non veri e propri capolavori. Oltre a Tra due bandiere, capolavoro glbonelliano che illustra magistralmente il volto più orribile ed assurdo della guerra, può senza ombra di dubbio essere iscritta nel novero delle pietre miliari della serie anche Fuga da Anderville, tra le migliori prove in assoluto di Claudio Nizzi che, coadiuvato ai disegni dall'altrettanto eccelso Giovanni Ticci (il cui tratto contribuisce non poco a conferire epicità alla vicenda), realizza una toccantissima storia di amicizia sullo sfondo del conflitto bellico, piena di situazioni rimaste vaghe ed oscure fino all'ultimo.

 

Nel corso di un lungo viaggio in treno che deve condurre lui e Carson fino a Richmond, capitale della Virginia, Tex rievoca un'altra delle avventure da lui vissute durante la guerra civile, quando ha l'occasione di conoscere e stringere immediatamente amicizia con John Walcott, tenente unionista benché virginiano, nipote di Howard Walcott, funzionario della Tesoreria di Stato. Un'amicizia a prima vista, nata in maniera rocambolesca e dimostrata da Tex con il solito disinteressato sprezzo del pericolo, allorquando non esita un attimo ad accettare di favorirne l'evasione da Anderville, famigerato campo di prigionia sudista. Un'avventura epica, contraddistinta in più dall'affetto che Tex ha modo di sviluppare nei confronti di Tom, schiavo della famiglia Walcott devotissimo a John, tanto devoto da non esitare a seguire Tex in un'impresa apparentemente disperata e, soprattutto, da sacrificare la propria vita in una delle più commoventi sequenze dell'intera saga texiana, offrendosi di trattenere a colpi di fucile un'orda di Giubbe Grigie per garantire a Tex e John pochi ma preziosissimi minuti, che consentono loro di scampare agli inseguitori.

 

Rovescio della medaglia, il giallo di un mucchio di lingotti scomparsi, della cui sparizione è sospettato John, al comando del reparto nordista che lo aveva sottratto al nemico prima di perderlo in un successivo scontro. Un enigma del quale inizialmente Tex non riesce a venire a capo, accontentandosi - forse più per spirito di amicizia che per effettiva convinzione - delle giustificazioni dell'amico ed appuntando i propri sospetti sul cugino Leslie, fanatico ed altezzoso ufficiale sudista. Il destino, tuttavia, fa sì che entrambi i cugini muoiano prima di poter chiarire la propria posizione: Leslie viene ucciso a bruciapelo da mano ignota, mentre John cade tempo dopo in battaglia tra le braccia di Tex, in un'altra scena da pelle d'oca.

 

Il sipario sulla faccenda si rialza d'improvviso solo anni dopo, con la convocazione di Tex a Richmond da parte di Howard Walcott, per un finale insolitamente ricco di colpi di scena, al contempo drammatico ed estremamente suggestivo. Ormai in fin di vita, Howard Walcott racconta a Tex la verità circa quegli eventi passati, confessando di essere stato lui a trafugare i lingotti dalla famosa cassa che, attraverso varie peripezie, aveva causato tanti guai per John e Leslie, e soprattutto confessando di essere stato lui ad assassinare Leslie e ad aver lasciato deliberatamente marcire ad Anderville John. Alla reazione indignata di Tex, Walcott risponde di averlo convocato affinché egli contribuisca a riabilitare la memoria dei nipoti e, poco dopo essersi congedato dal Ranger, al colmo del rimorso e forse convinto di non aver più alcun motivo di attendere il corso della malattia che lo sta pian piano uccidendo, si toglie la vita con un colpo alla tempia.

 

Memorabili ed incredibilmente toccanti le parole con cui Tex illustra l'epilogo finale della vicenda: "E' una verità che ti lascia un sapore di veleno in bocca, anche se è servita a restituirmi intatto il ricordo della mia amicizia con John Walcott". Parole che dicono tutto sulle sensazioni che questa storia lascia ad un lettore.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, juanraza85 dice:

Memorabili ed incredibilmente toccanti le parole con cui Tex illustra l'epilogo finale della vicenda: "E' una verità che ti lascia un sapore di veleno in bocca, anche se è servita a restituirmi intatto il ricordo della mia amicizia con John Walcott". Parole che dicono tutto sulle sensazioni che questa storia lascia ad un lettore.

 

Mi emoziona sempre, anche se la conosco a memoria. Piu' che un personaggio, John è stato un amico, personaggio alla pari con un Ray o con uno Shane. Olimpo texiano.

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