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TWF - Tex Willer Forum

[297/299] Fuga Da Anderville


ymalpas
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L'ho riletta su Tex Nuova ristampa. MERAVIGLIOSA!Non trovo altri aggettivi per definirla. Davvero un Tex splendido in cui Nizzi riesce a sposare bene la graniticit? del Tex GLB all'umanit? del Tex di Nolitta senza perdere nulla delle due caratterizzazioni, anzi.... Carson ottima spalla per questo racconto in parte a flash back e in parte in itinere. La caratterizzazione dei personaggi è perfetta. John, Leslie, Tom, Nathan, il Comandante di Anderville, il suo luogotenente e il Vice-governatore Walcot, sono molto ben definiti nella loro personalit? ed agiscono in modo conforme e convincente rispetto al ruolo che lo sceneggiatore gli ha assegnato. L'intreccio poi è molto avvincente e Nizzi si toglie anche lo sfizio di inserire un p? di quel "giallo" che tanto ha dimostrato di amare. Lo sfondo della guerra di secessione è l'occasione per dare risalto ai valori, ai caratteri, alle aspettative di ciascun personaggio. Infine un Ticci funzionalissimo nel rendere scene e personaggi. Bravissimo IMHO nel rendere bene gli stati d'animo che ciascun protagonista nelle diverse vicissitudini che incontrano nel corso della storia. Storia da 10 e lode.

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  • 1 mese dopo...

Rileggendo quello che continua ad essere un capolavoro nella produzione di Tex in generale e di Nizzi in particolare, ho notato, o meglio è più risaltato alla mia vista, perchè mi aveva già colpito durante altre letture, lo strano e quasi "immaturo" atteggiamento di Tex in certe occasioni. Mi spiego: che Tex sia un convintissimo antirazzista non ci piove. Attenzione: soprattutto nelle storie di GL Bonelli non si peritava di apostrofare come "musi di carbone" o "musi gialli" i criminali di altra razza, ma erano criminali, appunto. E non sono mancate occasioni in cui si rivolgeva loro con un paternalistico "Carboncino" o "Limoncino". Ma sicuramente non può tollerare gli atteggiamenti di superiorit? e disprezzo dei più accaniti razzisti. Lo sappiamo. Tuttavia, quando recita la parte del gentiluomo schiavista del sud, può anche fare l'illuminato, uno di quelli che trattava i suoi schiavi con una certa umanit?, ma non può dimenticare il suo ruolo al punto da permettere a un negro (uso questo termine ora poco gradito alle persone di colore perchè è quello che veniva adoperato in quel contesto) di permettere al suo schiavo negro, dicevo, non solo di sedersi a tavola con lui in un locale dove gli era stato detto che non poteva, ma addirittura di incitarlo a prendere a pugni un bianco! Le conseguenze avrebbero potuto essere già da subito molto peggiori, e tutto perchè Tex non ha saputo controllarsi (ecco perchè l'ho definito "immaturo") e interpretare fino in fondo il suo personaggio. Avrebbe dovuto piuttosto chiedere alla padrona qualche avanzo e lasciare lo "schiavo" fuori dalla porta, magari nella stalla se glielo permettevano. Tom avrebbe capito, e lui avrebbe recitato molto meglio la sua parte di servo fedele e sottomesso. Ma un uomo d'affari che dovrebbe approvvigionare il nobile esercito sudista e poi fa sfracelli per far sedere un negro all'osteria... bah! Qual è il vostro parere al riguardo?

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  • 1 mese dopo...

Rileggendo quello che continua ad essere un capolavoro nella produzione di Tex in generale e di Nizzi in particolare, ho notato, o meglio è più risaltato alla mia vista, perchè mi aveva già colpito durante altre letture, lo strano e quasi "immaturo" atteggiamento di Tex in certe occasioni. Mi spiego: che Tex sia un convintissimo antirazzista non ci piove. Attenzione: soprattutto nelle storie di GL Bonelli non si peritava di apostrofare come "musi di carbone" o "musi gialli" i criminali di altra razza, ma erano criminali, appunto. E non sono mancate occasioni in cui si rivolgeva loro con un paternalistico "Carboncino" o "Limoncino". Ma sicuramente non può tollerare gli atteggiamenti di superiorit? e disprezzo dei più accaniti razzisti. Lo sappiamo. Tuttavia, quando recita la parte del gentiluomo schiavista del sud, può anche fare l'illuminato, uno di quelli che trattava i suoi schiavi con una certa umanit?, ma non può dimenticare il suo ruolo al punto da permettere a un negro (uso questo termine ora poco gradito alle persone di colore perchè è quello che veniva adoperato in quel contesto) di permettere al suo schiavo negro, dicevo, non solo di sedersi a tavola con lui in un locale dove gli era stato detto che non poteva, ma addirittura di incitarlo a prendere a pugni un bianco! Le conseguenze avrebbero potuto essere già da subito molto peggiori, e tutto perchè Tex non ha saputo controllarsi (ecco perchè l'ho definito "immaturo") e interpretare fino in fondo il suo personaggio. Avrebbe dovuto piuttosto chiedere alla padrona qualche avanzo e lasciare lo "schiavo" fuori dalla porta, magari nella stalla se glielo permettevano. Tom avrebbe capito, e lui avrebbe recitato molto meglio la sua parte di servo fedele e sottomesso. Ma un uomo d'affari che dovrebbe approvvigionare il nobile esercito sudista e poi fa sfracelli per far sedere un negro all'osteria... bah! Qual è il vostro parere al riguardo?

Noto che nessuno ti ha risposto (nemmeno io, che mi sono fatto sfuggire il topic probabilmente perchè ero nel mio letto di dolore all'epoca). Rimedio subito: hai ragione tu, ovviamente: la spiegazione più logica è che il suo comportamento sia stato dettato da una certa immaturit?. Dopotutto Tex in quel periodo era appena un giovanotto (anche se spesso Ticci lo ritrae come se avesse 50 anni :malediz... :lol2:) e ci sta che abbia agito senza riflettere sul fatto che rischiava di compromettere la sua copertura. Un'altra tesi non interna all'universo fumettistico è che Nizzi non abbai resistito all'idea di sceneggiare la classica scena in cui il negro (uso anch?io questo termine che in Italiano non ha mai avuto connotazioni razziste ma solo descrittive) vorrebbe essere servito in un locale pubblico ma arrivano i razzisti che vorrebbero buttarlo fuori e ne nasce un conflitto. Diciamo che è stata probabilmente una combinazione tra le due cose. :generaleS:
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Approfitto dell'occasione per un breve commento sulla storia da me riletta giusto l'altro ieri. Si tratta probabilmente della migliore storia di Nizzi, molto intesa e ricca di pathos. Nizzi tenta una sorta di fusione tra lo stile di Bonelli padre e di Bonelli figlio e la cosa, per quanto possa sembrare sorprendente a qualcuno, gli riesce benissimo costruendo una trama d'azione sè, ma intrisa di malinconia, se non, a tratti, di pessimismo vero e proprio. :old: clap Decisamente ben riusciti i personaggi dei cugini John e Leslie Walcott (il primo dei quali mi sembra modellato sulle fattezze di Clark Gable, reminiscenze di ?Via col vento??). Ottima anche la figura del negro Tom e non può non commuovere la sua decisione di sacrificarsi per far fuggire Tex e John Walcott. Ho la sensazione che Nizzi oltre alle cronache sul reale campo di prigionia di Andersonville (su cui quello fittizio di Anderville è chiaramente modellato anche se situato in South Carolina invece che in Georgia) sia stato influenzato anche dal film ?Il Buono, il Brutto, il Cattivo? anche se l' il campo di prigionia era nordista. La cosa, comunque, per me non sarebbe stata un difetto, sia chiaro. :generaleN: I disegni sono come sempre di alto livello. Francamente non m?importa assolutamente che Ticci possa essere stato aiutato da suo fratello Alfio per le chine o che Angelo Todaro gli abbia fatto una cinquantina di pagine di matite, il lavoro è comunque ottimo e tanto mi basta. clap In fin dei conti gli unici veri difetti che posso trovare a questa storia sono:1) Il semplicismo con cui sono descritti i motivi della guerra: il Nord non ha fatto la guerra per abolire la schiavit? (ben 4 degli stati fedeli all'Unione erano schiavisti e lo rimasero fin quasi alla fine e per avere una dichiarazione di emancipazione completa bisogna arrivare al 1863), piuttosto fu il Sud a volere la Secessione e la conseguente guerra per i motivi spiegati benissimo da John Walcott a pag. 87/88 del n. 297.2) Sia nei flashback che nel ?presente? Tex e il vecchio Walcott sembrano avere sempre la stessa età, come se, invece di essere passati 20 ani ne fossero passati meno di 5. Richiesta di Nizzi? Ordine di scuderia? Iniziativa personale di un ?pigro? Ticciò L'ultima è quella che mi convince di meno. Comunque, se sono questi i difetti, c'è poco da lamentarsi no? ::evvai::P. S. Non assegno a questa storia la qualifica di capolavoro, come hanno fatto altri prima di me, semplicemente perchè i miei criteri nell'assegnare tale qualifica sono estremamente restrittivi. La assegno, però, alla categoria immediatamente successiva: quella di ?ottima storia?.

Modificato da Carlo Monni
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Rileggendo quello che continua ad essere un capolavoro nella produzione di Tex in generale e di Nizzi in particolare, ho notato, o meglio è più risaltato alla mia vista, perchè mi aveva già colpito durante altre letture, lo strano e quasi "immaturo" atteggiamento di Tex in certe occasioni. Mi spiego: che Tex sia un convintissimo antirazzista non ci piove. Attenzione: soprattutto nelle storie di GL Bonelli non si peritava di apostrofare come "musi di carbone" o "musi gialli" i criminali di altra razza, ma erano criminali, appunto. E non sono mancate occasioni in cui si rivolgeva loro con un paternalistico "Carboncino" o "Limoncino". Ma sicuramente non può tollerare gli atteggiamenti di superiorit? e disprezzo  dei più accaniti razzisti. Lo sappiamo. Tuttavia, quando recita la parte del gentiluomo schiavista del sud, può anche fare l'illuminato, uno di quelli che trattava i suoi schiavi con una certa umanit?, ma non può dimenticare il suo ruolo al punto da permettere a un negro (uso questo termine ora poco gradito alle persone di colore perchè è quello che veniva adoperato in quel contesto) di permettere al suo schiavo negro, dicevo, non solo di sedersi a tavola con lui in un locale dove gli era stato detto che non poteva, ma addirittura di incitarlo a prendere a pugni un bianco! Le conseguenze avrebbero potuto essere già da subito molto peggiori, e tutto perchè Tex non ha saputo controllarsi (ecco perchè l'ho definito "immaturo") e interpretare fino in fondo il suo personaggio. Avrebbe dovuto piuttosto chiedere alla padrona qualche avanzo e lasciare lo "schiavo" fuori dalla porta, magari nella stalla se glielo permettevano. Tom avrebbe capito, e lui avrebbe recitato molto meglio la sua parte di servo fedele e sottomesso. Ma un uomo d'affari che dovrebbe approvvigionare il nobile esercito sudista e poi fa sfracelli per far sedere un negro all'osteria... bah! Qual è il vostro parere al riguardo?

Noto che nessuno ti ha risposto (nemmeno io, che mi sono fatto sfuggire il topic probabilmente perchè ero nel mio letto di dolore all'epoca). Rimedio subito: hai ragione tu, ovviamente: la spiegazione più logica è che il suo comportamento sia stato dettato da una certa immaturit?. Dopotutto Tex in quel periodo era appena un giovanotto (anche se spesso Ticci lo ritrae come se avesse 50 anni :malediz... :lol2:) e ci sta che abbia agito senza riflettere sul fatto che rischiava di compromettere la sua copertura. Un'altra tesi non interna all'universo fumettistico è che Nizzi non abbai resistito all'idea di sceneggiare la classica scena in cui il negro (uso anch?io questo termine che in Italiano non ha mai avuto connotazioni razziste ma solo descrittive) vorrebbe essere servito in un locale pubblico ma arrivano i razzisti che vorrebbero buttarlo fuori e ne nasce un conflitto. Diciamo che è stata probabilmente una combinazione tra le due cose. :generaleS:
Ma il Tex giovane di GLB, a cui Nizzi si è ispirato, agisce così. Se qualcuno gli sta antipatico e con buoni motivi prima lo prende a botte tanto per schiarirgli le idee e poi semmai gli parla. Nel caso in questione anche se teoricamente dovrebbe stare dalla stessa parte di chi gli ordinava di non far mangiare il suo schiavo a tavola con lui prevale la sua idea di giustizia. Inoltre si può pensare ad un atteggiamento di superiorit?: Io sono Tex e a me nessuno ordina con chi debbo stare a tavola e quindi se mi va di far sedere uno schiavo al mio tavolo nessuno me lo impedisce ed anzi mi diverto a farti picchiare dal mio schiavo.
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Ho avuto in questi giorni tempo di rileggere nuovamente questa storia. Che dire, ogni volta che la si legge si colgono sfumature passate inosservate alla lettura precedente, la sensazione a prendere in mano questi albi è sempre quella della prima volta e si ha sempre lo stesso piacere e la stessa voglia di scoprire la trama della vicenda. Questa è la miglior dimostrazione che anche se con un numero più limitato di pagine e con una trama complessa ma molto ben orchestrata e composta si riescono a tirare fuori dal cilindro dei vero e propri capolavori. La storia è ricca di fascino e a ciò contribuisce il finale a sorpresa e completamente inaspettato. I disegni di Ticci completano al massimo questo grande capolavoro. A mio avviso questo Ticci cioè quello del periodo 250-400 è il migliore di sempre. Semplicemente fantastico. Trama 10Disegni 10Soggetto 10

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Ho riletto da poco questa storia e non è cambiato il giudizio, anzi è persino migliorato! Ritengo che questa sia la migliore storia di Tex in assoluto, sia per quanto riguarda i disegni, sia per quanto riguarda la trama. Ci sono alcune vignette davvero splendide e dall'espressivit? unica. Me la sono riletta in uno dei cartonati a colori Mondadori: costa un p?, ma ve lo consiglio, d' molto risalto alle vignette grazie al suo grande formato, e poi è anche bello da mettere in libreria.

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  • 3 settimane dopo...

Rileggendo quello che continua ad essere un capolavoro nella produzione di Tex in generale e di Nizzi in particolare, ho notato, o meglio è più risaltato alla mia vista, perchè mi aveva già colpito durante altre letture, lo strano e quasi "immaturo" atteggiamento di Tex in certe occasioni. Mi spiego: che Tex sia un convintissimo antirazzista non ci piove. Attenzione: soprattutto nelle storie di GL Bonelli non si peritava di apostrofare come "musi di carbone" o "musi gialli" i criminali di altra razza, ma erano criminali, appunto. E non sono mancate occasioni in cui si rivolgeva loro con un paternalistico "Carboncino" o "Limoncino". Ma sicuramente non può tollerare gli atteggiamenti di superiorit? e disprezzo  dei più accaniti razzisti. Lo sappiamo. Tuttavia, quando recita la parte del gentiluomo schiavista del sud, può anche fare l'illuminato, uno di quelli che trattava i suoi schiavi con una certa umanit?, ma non può dimenticare il suo ruolo al punto da permettere a un negro (uso questo termine ora poco gradito alle persone di colore perchè è quello che veniva adoperato in quel contesto) di permettere al suo schiavo negro, dicevo, non solo di sedersi a tavola con lui in un locale dove gli era stato detto che non poteva, ma addirittura di incitarlo a prendere a pugni un bianco! Le conseguenze avrebbero potuto essere già da subito molto peggiori, e tutto perchè Tex non ha saputo controllarsi (ecco perchè l'ho definito "immaturo") e interpretare fino in fondo il suo personaggio. Avrebbe dovuto piuttosto chiedere alla padrona qualche avanzo e lasciare lo "schiavo" fuori dalla porta, magari nella stalla se glielo permettevano. Tom avrebbe capito, e lui avrebbe recitato molto meglio la sua parte di servo fedele e sottomesso. Ma un uomo d'affari che dovrebbe approvvigionare il nobile esercito sudista e poi fa sfracelli per far sedere un negro all'osteria... bah! Qual è il vostro parere al riguardo?

Noto che nessuno ti ha risposto (nemmeno io, che mi sono fatto sfuggire il topic probabilmente perchè ero nel mio letto di dolore all'epoca). Rimedio subito: hai ragione tu, ovviamente: la spiegazione più logica è che il suo comportamento sia stato dettato da una certa immaturit?. Dopotutto Tex in quel periodo era appena un giovanotto (anche se spesso Ticci lo ritrae come se avesse 50 anni :malediz... :lol2:) e ci sta che abbia agito senza riflettere sul fatto che rischiava di compromettere la sua copertura. Un'altra tesi non interna all'universo fumettistico è che Nizzi non abbai resistito all'idea di sceneggiare la classica scena in cui il negro (uso anch?io questo termine che in Italiano non ha mai avuto connotazioni razziste ma solo descrittive) vorrebbe essere servito in un locale pubblico ma arrivano i razzisti che vorrebbero buttarlo fuori e ne nasce un conflitto. Diciamo che è stata probabilmente una combinazione tra le due cose. :generaleS:
Ero talmente rassegnata a non vedere risposte che mi sono accorta della tua quasi un mese dopo :lol2:
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Ma il Tex giovane di GLB, a cui Nizzi si è ispirato, agisce così. Se qualcuno gli sta antipatico e con buoni motivi prima lo prende a botte tanto per schiarirgli le idee e poi semmai gli parla. Nel caso in questione anche se teoricamente dovrebbe stare dalla stessa parte di chi gli ordinava di non far mangiare il suo schiavo a tavola con lui prevale la sua idea di giustizia. Inoltre si può pensare ad un atteggiamento di superiorit?: Io sono Tex e a me nessuno ordina con chi debbo stare a tavola e quindi se mi va di far sedere uno schiavo al mio tavolo nessuno me lo impedisce ed anzi mi diverto a farti picchiare dal mio schiavo.

Credo però che soprattutto in quel contesto storico - una guerra talmente sentita, soprattutto dai Confederati, da lasciare un lungo ricordo anche dopo la sua fine - perfino l'ipotetico orgoglio del "faccio quello che mi pare e piace" avrebbe ceduto il passo al comune senso di razza. Insomma, dubito che un sudista, come Tex doveva apparire, avrebbe umiliato un suo "simile" a vantaggio di un "inferiore"
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Sorry, Cheyenne, anch'io mi ero perso il tuo spunto. Personalmente, penso che il comportamento di Tex sia qui perfettamente in linea con le fondamenta del personaggio. Il fine giustifica il mezzo, fin quando questo non sia umiliante per Tom: lo si può spacciare per schiavo, ma non trattarlo come una bestia facendolo mangiare in una ciotola per strada o farlo pestare impunemente. Nell'impartire la lezione ai fanatici del paese, Tex peraltro può ragionevolmente pensare che questi non possano costituire un reale ostacolo alla missione. Difficile che l'esercito confederato possa interessarsi a un fatto tanto marginale, considerato che Tex, pur di fatto difendendo Tom, non ha disvelato la realtà dei fatti. No, non parlerei proprio di ingenuità.

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Secondo me non l'avrebbe "umiliato" (tenendo conto del modo di pensare e fare dell'epoca e del luogo) se avesse semplicemente chiesto alla padrona qualche boccone da portare nelle scuderie. E' un trattamento a cui i pards stessi si sono a volte sottoposti, senza sentirsene mortificati.

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Secondo me non l'avrebbe "umiliato" (tenendo conto del modo di pensare e fare dell'epoca e del luogo) se avesse semplicemente chiesto alla padrona qualche boccone da portare nelle scuderie. E' un trattamento a cui i pards stessi si sono a volte sottoposti, senza sentirsene mortificati.

Un conto sono i pard stessi, ben altro Tom, che vive continuamente mortificato e col rischio di rimetterci persino il collo. Una soluzione come quella che proponi IMHO sarebbe stata assurda e antitetica a Tex.
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Capisco il tuo - e quello di altri - punto di vista. Ma in quel momento non c'era Tex, c'era il signor Vattelapesca (ora non ricordo il nome) proprietario di schiavi, sia pure di carattere moderato e comprensivo, che evidentemente tifa per il sud in quanto si occupa di approvvigionarne l'esercito. L'immaturit? che segnalavo sta proprio nel fatto che Tex non ha saputo recitare la sua parte. Probabilmente avrebbe potuto concordare con Tom una linea di comportamento che pur senza mortificarlo evitasse di metterli in mostra. Arrivare addirittura a dirgli "menaje!", invitarlo cioè a fare ciò che costituiva forse il reato più grave, mi sembra davvero esagerato.

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  • 1 mese dopo...

Senza dubbio uno dei più grandi capolavori dell'intera saga di Tex. Tutto un susseguirsi di colpi di scena e ribaltamenti di fronte, con degna sorpresa finale. Superlativi i tre co-protagonisti Howard, John e Leslie, figure tutt'altro che scontate e dispensatrici di continui colpi di scena: quello che sembra il più simpatico a Tex, John, si trova coinvolto in tanti di quelli intrighi che la sua immagine ne esce pulita solo all'ultimo, quello che sembrava più carogna, il sudista Leslie, dimostra invece di avere a modo proprio a cuore la sorte del cugino, mentre il "caro zio" Howard, pur di raggiungere i propri scopi, non esita a lasciar marcire in carcere John ed addirittura uccidere personalmente Leslie. Con il risultato di vivere quanto gli rimane con un pesantissimo fardello di rimorso. Una delle più malinconiche avventure di Aquila della Notte, che merita un bel 9,5 alla sceneggiatura ed altrettanto ai disegni di Ticci.

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  • 2 settimane dopo...

Eh storia letta e riletta piu' volte grazie al vostro forum, leggo anche che quella maledetta prigione esisteva davvero, noi come vicinanza geografica conosciamo bene l'olocausto ma anche in america sono successe belle porcate purtroppo.... che dire delle?a storia bellissima, grande il personaggio del vecchio politicante avido, ben caratterizzati i 2 ragazzi disposti su diversi fronti, quasi eroica la figura del ragazzo di colore che si sacrifica..... anche se ti aspetti che tex torni indietro.... ma giustamente non lo fa'..... molto belli i disegni... sicuramente una delle 5 storie piu' belle di sempre....

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  • 2 settimane dopo...

Come si capisce dal mio nome utente, sono uno degli altri che impazzisce per questa storia (nome scelto in omaggio a uno dei miei personaggi preferiti). Non ho bisogno di trovare le parole per questa storia e i suoi elementi perchè vedo con piacere che sono già stati ampiamenti discussi (c'è pure la discussione apposita per la famiglia Walcott e il nero Tom).

Qui leggiamo uno dei capolavori scritti dal maestro Claudio Nizzi, che mostra pienamente il suo talento (aveva già fatto delle storie ottime): uno scrittore che purtroppo, continuo a dirlo, non gode spesso della stessa stima del patriarca Bonelli, dello zagoriano Nolitta o dello sfacettato Boselli; oggi ci sono fan che lo associano a storie disastrose. Non difendo affatto le ultime storie nizziane, e concordo con chi pensa che debba chiudere. Merita però la sua fama e il suo elogio, proprio in nome di capolavori come questi ( e altri ne verranno da qui).

Lode, lode piena senza timori o paure. CAPOLAVORO eterno e forse la miglior storia di Tex in assoluto.

C-A-P-O-L-A-V-O-R-O clap clap clap
-ave_ -ave_ -ave_
:inch::inch::inch:

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  • 2 mesi dopo...

Ho riletto questa storia recentemente e credo sia superfluo dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro artistico-narrativo, sicuramente una delle migliori storie di Tex di tutti i tempi... Ottima la sceneggiatura di Nizzi, composta da dialoghi avvincenti e divertenti, che ricalcano grossomodo lo stile di GL Bonelli. Regolare e ben strutturata la narrazione, fluida e scorrevole, e i vari momenti di flashback; assolutamente vincente e ben articolata la trama, che tratta il complesso argomento della guerra civile americana, riportando così alla luce la terribile storia dei deportati nordisti nei campi di concentramento confederati... Ottima anche la caratterizzazione dei co-protaginisti della vicenda; John Walcott è il tipico soldato idealista ed estroverso, umile e consapevole delle sue decisioni, mentre il cugino Leslie assume un comportamento antipatico e sgarbato, il classico bellimbusto testardo e presuntuoso rigidissimo nei suoi principi. Lo zio Howard assume invece un comportamento apparentemente affettuoso nei confronti dei nipoti (anche se nutre una maggiore simpatia per John), che però si rivela, alla fine, un vile traditore disposto a tutto pur di raggiungere gli scopi più importanti e le vette più alte, ricorrendo anche al tradimento e all'omicidio. Tavole e disegni ottimi sotto ogni punto di vista. Dinamici, puliti ed estremamente espressivi i disegni di Ticci, capaci di rendere benissimo le varie atmosfere, le scene di azione e i vari flashback, come ad esempio il tuffo di Tex nel fiume con Tom, o i prigionieri stremati dalla fame e dalle malattie nel campo di Anderville... VOTO: 10

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Ho riletto questa storia recentemente e credo sia superfluo dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro artistico-narrativo, sicuramente una delle migliori storie di Tex di tutti i tempi... Ottima la sceneggiatura di Nizzi, composta da dialoghi avvincenti e divertenti, che ricalcano grossomodo lo stile di GL Bonelli. Regolare e ben strutturata la narrazione, fluida e scorrevole, e i vari momenti di flashback; assolutamente vincente e ben articolata la trama, che tratta il complesso argomento della guerra civile americana, riportando così alla luce la terribile storia dei deportati nordisti nei campi di concentramento confederati... Ottima anche la caratterizzazione dei co-protaginisti della vicenda; John Walcott è il tipico soldato idealista ed estroverso, umile e consapevole delle sue decisioni, mentre il cugino Leslie assume un comportamento antipatico e sgarbato, il classico bellimbusto testardo e presuntuoso rigidissimo nei suoi principi. Lo zio Howard assume invece un comportamento apparentemente affettuoso nei confronti dei nipoti (anche se nutre una maggiore simpatia per John), che però si rivela, alla fine, un vile traditore disposto a tutto pur di raggiungere gli scopi più importanti e le vette più alte, ricorrendo anche al tradimento e all'omicidio. Tavole e disegni ottimi sotto ogni punto di vista. Dinamici, puliti ed estremamente espressivi i disegni di Ticci, capaci di rendere benissimo le varie atmosfere, le scene di azione e i vari flashback, come ad esempio il tuffo di Tex nel fiume con Tom, o i prigionieri stremati dalla fame e dalle malattie nel campo di Anderville... VOTO: 10

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  • 1 mese dopo...

Come si capisce dal mio nome utente, sono uno degli altri che impazzisce per questa storia (nome scelto in omaggio a uno dei miei personaggi preferiti). Non ho bisogno di trovare le parole per questa storia e i suoi elementi perchè vedo con piacere che sono già stati ampiamenti discussi (c'è pure la discussione apposita per la famiglia Walcott e il nero Tom).

Qui leggiamo uno dei capolavori scritti dal maestro Claudio Nizzi, che mostra pienamente il suo talento (aveva già fatto delle storie ottime): uno scrittore che purtroppo, continuo a dirlo, non gode spesso della stessa stima del patriarca Bonelli, dello zagoriano Nolitta o dello sfacettato Boselli; oggi ci sono fan che lo associano a storie disastrose. Non difendo affatto le ultime storie nizziane, e concordo con chi pensa che debba chiudere. Merita però la sua fama e il suo elogio, proprio in nome di capolavori come questi ( e altri ne verranno da qui).

Lode, lode piena senza timori o paure. CAPOLAVORO eterno e forse la miglior storia di Tex in assoluto.

C-A-P-O-L-A-V-O-R-O  clap  clap  clap
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L'altra volta sono andato in brodo di giuggiole per questa storia.

Adesso però scrivo qualcosa di più.

Si legge di un contesto della Guerra Civile, la guerra che probabilmente ha segnato più di tutte l'immaginario statunitense. Nella storia "Tra due bandiere" Tex aveva già capito la natura del conflitto opponeva fratelli contro fratelli.
La scelta di Tex in campo militare è quella dell'uomo semplice , dell'uomo che combatte per un principio tanto giusto ed elementare quanto fondamentale. L'idea di GLB era stata questa.

Nizzi nella sua storia entra però più nella dimensione della guerra. I membri della famiglia Walcott con le loro opinioni e personalit? riflettono le varie ma soprattutto le vere dinamiche che stanno alla base della guerra.
John Walcott è il giovane che ha capito perfettamente i tempi in cui vive : sa benissimo che ormai il Sud è soltanto un sistema vecchio, arretrato e ingiusto; il Nord rappresenta lo sviluppo e il benessere che porta con se. Il discorso che fa al suo primo incontro con Tex indica alla perfezione la contrapposizione Nord - Sud e i motivi per cui si fanno la guerra.
Leslie Walcott è praticamente cio che John definisce come "il Sud che vuole che niente cambi e che per ciò combatte la guerra". Per il suo carattere patriottista Leslie potrebbe essere preferito a John più opportunista e contemporaneamente più umano, visto che John indirettamente appoggia una causa giusta.
Howard Walcott è l'intermediario, che aspetta le sorti della guerra per esprimersi con chiarezza. E'vicino a John per come capisce i tempi e cerca la maniera di sfruttarli ; forse è questa indirettamente la ragione per cui lo zio Walcott ha una preferenza per John.

Periodo molto difficile in cui si trova Tex : "? difficile tenersi una testa attaccata sopra" , i furfanti di mezza tacca non scarseggiano mai e chi si ritrova coinvolto patisce fame e sofferenze nei campi di prigionia. Anderville, dove i prigionieri si trovano meglio da morti, dove "uno non ha nemmeno diritto a una croce sulla tomba" e deve scomparire nel fango. Gli aguzzini sudisti non sono neanche tanto messi bene ; dicono loro stessi "il Sud è in ginocchio" e detestano i prigionieri che appartengono a quella fazione che gli sta sconfiggendo e umiliando. Il comandante di Anderville vede che presto i ruoli nel campo (prigionieri e carcerari) stanno per invertirsi. Di fronte all'illuso ufficiale sudista che visita il campo, il comandante pensa solo alla maniera con cui uscirne. Una dose di sfortuna lo lascer? sconfitto.

E' questo il quadro con cui interagisce Tex insieme al nero Tom, personaggio minore ma comunque di una certa importanza. Tom all'inizio agisce piuttosto con passivit?; Tex è li come a ricordarli che deve tirare fuori la grinta e far valere la propria dignit? (nell'episodio del ristorante) per far capire definitivamente che il tempo della schiavit? è finito.
Abbiamo quindi un Tex duro e sicuro di se come pochi, anche se in questa storia deve ritrovarsi con notevoli dubbi.

Quando giunge il momento di ritrovare l'oro, la soluzione potrebbe essere indicata nella persona di Leslie. Il suo omicidio e la scomparsa di John rimescolano tutte le certezze sui personaggi : non si è più certi in che cosa siano stati sinceri i due cugini, dove stiano i colpevoli e dove gli innocenti.

Le rivelazioni finali di Howard Walcott mettono fine a questi dubbi che hanno attanagliato Tex per anni. Il peso che però il Ranger si è portato per anni non può essere cancellato con facilit?.
L'amicizia fra Tex e John Walcott è rimasta rovinata per molto tempo e in un certo senso non potr? essere ripristinata del tutto visto la morte del secondo.
Le scene con Tex sconvolto nell'apprendere come abbia dovuto giudicare male un amico per tanti anni a causa di un maledetto complotto.
Sono pagine sui legami d'amicizia che a me colpiscono ancora più del rapporto fra Carson e Clemmons nel "Passato di Carson".



Vedete quanto questa storia ispiri e quanto fa pensare, come rimane dentro dalla cena iniziale con i Walcott alla sfuriata finale di Tex con Howard Walcott (Quello che avete fatto è un abominio!). Ciò che rimane a Tex alla fine è solo il desiderio di abbandonare un posto che lo stesso servo dei Walcott, Nathan, indica come "non più come una volta"; sono anche queste le cicatrici della guerra.
La presenza di Kit Carson come accompagnatore è comunque significativa perchè indirettamente si legge di come lui negli anni sia sempre l'amico fraterno di Tex, il cui legame rimane intatto attraverso gli anni ( a differenza di quello tragico con John Walcott). Sarà lui infatti a far compagnia a Tex in "un bar luccicante e pieno di specchi in cui berci un bicchiere sopra".

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Vedete quanto questa storia ispiri e quanto fa pensare, come rimane dentro dalla cena iniziale con i Walcott alla sfuriata finale di Tex con Howard Walcott (Quello che avete fatto è un abominio!). Ciò che rimane a Tex alla fine è solo il desiderio di abbandonare un posto che  lo stesso servo dei Walcott, Nathan, indica come "non più come una volta"; sono anche queste le cicatrici della guerra.
La presenza di Kit Carson come accompagnatore è comunque significativa perchè indirettamente si legge di come lui negli anni sia sempre l'amico fraterno di Tex, il cui legame rimane intatto attraverso gli anni ( a differenza di quello tragico con John Walcott). Sarà lui infatti a far compagnia a Tex in "un bar luccicante e pieno di specchi in cui berci un bicchiere sopra".

D'accordissimo con te, John. Questa storia fa pensare e ti lascia dentro tanta amarezza. Sono d'accordo anche sulla significativit? della presenza del Vecchio Cammello, sia pure in veste di accompagnatore. La vignetta finale, dove i due pards cavalcano tra i campi di cotone del Sud e Tex cerca di mandar già il boccone amaro con il vento tra i capelli e la compagnia del suo amico fraterno, è forse la vignetta più bella e più intrisa di significato di tutta la saga.
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  • 1 anno dopo...

L'avrà letta almeno cinque volte... che capolavoro incredibile!Volevo focalizzare l'attenzione più a fondo sulla figura di John Walcott: negli interventi che ho letto sembra emergere l'idea di un uomo pragmatico, opportunista, contrapposto all'idealista Leslie. Ma siamo sicuri che sia davvero così? A mio giudizio occorre distinguere l'opinione che Walcott ha di sè stesso con la realtà oggettiva. Oggettivamente, a John sarebbe convenuto mille volte stare dalla parte del Sud. Piaccia o non piaccia, il Sud era la sua terra, nel Sud c'erano i suoi affetti, con il Sud avrebbe sempre dovuto avere a che fare, indipendentemente dall'esito della guerra. Anche lo zio Howard sa benissimo che il Nord è destinato a vincere... ma si guarda bene, da vero opportunista qual ?, dal farlo capire agli altri, in modo tale da passare per buon patriota ed iniziare successivamente una proficua carriera politica. Vedo un John alquanto attratto dal progresso che il Nord porta con sè: John dentro di sè vuole che le cose cambino e sa di essere storicamente " dalla parte giusta". I due cugini sono molto più simili di quanto essi stessi credano: idealisti, legati l'uno all'altro ed in generale alla famiglia, con un forte senso dell'onore. L'elemento estraneo è invece proprio lo zio Howard... lui crede solo nella propria persona e alla carriera politica, anche in modo alquanto fine a sè stesso ( ma a che serve prendere il potere politico a 70 anni, quando sei nella parabola discendente della vita? Che vantaggi veri ne ricavi? E chi continuerà la tua opera dopo la tua morte, quando hai ucciso a sangue freddo un tuo nipote e determinato indirettamente la morte dell'altro?). In tutto ciò un grandissimo Tex, coadiuvato alla grande dal vecchio cammello: strepitosi alcuni dialoghi tra i due pards. Fantastico Ticci, la sua miglior prova a mio giudizio. Trama: 10 e lodeDisegni: 10 e lode

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mad' i disegni di Ticci... mitici. Grande Nizzi in una storia difficile da scrivere nel senso che quelle ambientate nella guerra Civile sono impegnative perchè vanno a confrontarsi con quel capolavoro(quellosè che lo ?) di "Quando tuona il Cannone" dei mitici GLB e Galep.

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