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TWF - Tex Willer Forum

[323] La Città Corrotta


ymalpas
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Voto alla storia  

38 utenti hanno votato

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Ripercorrendo a ritroso alcune vecchie avventure bonelliane, mi sono recentemente imbattuto in questo albo autoconclusivo. Ci troviamo al cospetto presumibilmente della "storia senza soggetto", poiché par chiaro fin dal principio che una vera e propria trama non c’è. Il fatto che i nostri si trovino a New Orleans per sgominare la famigerata “Banda del fiume” più che uno spunto rappresenta solo il pretesto per accompagnare il lettore in una serie ritmata di scazzottate, sparatorie e sequenze d’azione nel tipico stile texiano. Bonelli riesce comunque a far divertire, con il consueto stile pittoresco di sceneggiatura, proponendoci due pards tirati a lucido e molto esilaranti nelle loro azioni e dialoghi. Ovviamente fa di contro una carente caratterizzazione degli antagonisti, che, inutile girarci intorno, sembrano solo fantocci messi lì apposta per subire sganassoni, umiliazioni e lezioni varie. Anche Rod Rever introdotto nelle prime pagine come un potente gangster in pieno stile, si rivela più invertebrato di un mollusco e con estrema facilità viene dai nostri “schiacciato”. Presumibilmente Bonelli non se la sentiva più di orchestrare trame elaborate e lo stesso Sclavi, che lo ha coadiuvato in questa che rappresenta una delle sue ultime prove, ha evitato di complicarsi troppo la vita e si è limitato a rendere accettabile questo episodio breve e senza eccessive pretese. Rispetto ad altri lavori del periodo comunque, la storia si presta a valutazioni più positive ma è indubbio che l’ambientazione e lo spunto avrebbero potuto costituire lo scenario per tutt’altra prova, così rimane solo una fuggevole parentesi che si gusta rapidamente e rapidamente si archivia nei cassetti dell’oblio dopo aver riposto il volume sullo scaffale. Pirotecnico il finale a suon di dinamite sulla bisca galleggiante ma che di certo non profuma di originalità, visto che scene simili sono già state viste in passato, una su tutte che mi viene in mente su due piedi, quella ai danni dei seguaci del voodoo nella lunga (e soporifera!) storia di Yama nei primi anni ’80. Nota senz’altro positiva, i disegni di un giovanissimo Civitelli, in pieno rodaggio nella serie ammiraglia ma già al suo agio col personaggio e soprattutto nelle ambientazioni cittadine. Il segno visto oggi, appare ancora un po’ acerbo, ma già dalle pulite tavole traspare tutto il talento di un autore destinato a divenire con gli anni una meritata colonna portante della saga. Splendidi gli scorci della città o le rappresentazioni dei battelli. Impeccabili le anatomie e buone le espressioni facciali; mancano ancora i superlativi puntinati che arricchiranno di chiaro scuri le sue future vignette, tuttavia il bilanciamento tra i bianchi e neri è apprezzabile e nel complesso la prova grafica è di alto spessore e lo stile già molto personale e “moderno”. Il mio voto finale è 6

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Per qualche motivo a me ignoto, Carson che tira la dinamite nello sfiatatoio del motore pensando "Y que vaya con Dios" mi è rimasto impresso in maniera indelebile.

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  • 7 mesi dopo...

Allora...Si parte da Civitelli, tra i miei disegnatori preferiti, quindi già c'è un bonus sul voto. Per la storia...Tex e Carson arrivano e tra scazzottate, sparatorie, candelotti di dinamite, navi che colano a picco, mettono a soqquadro New Orleans. Schema semplice, qualche battuta e la brutta fine dell'albergatore (quando si era allontanato dal ruolo di "coniglio") rendono di discreto livello questa storia. Niente di ambizioso o elaborato ma ogni tanto queste storie ci vogliono. Vedere i pards in versione "piazza pulita" senza andare per il sottile. Tutto in puro stile GLB.

Modificato da Diablorojo82
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  • 9 mesi dopo...

E per iniziare l'anno nuovo, cosa di meglio di un classico di GL Bonelli, con tanti fuochi d'artificio?

Storia breve e semplice semplice, ma che va presa per quello che è: l’estremo omaggio del creatore al suo personaggio più riuscito (è la terzultima di GLB ma è come se fosse l’ultima, per me) prima di appendere le scarpe (o meglio, le pistole e il cinturone) al chiodo. E’ come un saluto, un commiato e un ringraziamento ( l’ultima vignetta con Nat Mac Kennet che dice: “Gran peccato che se ne vadano via”), che riassume in modo schematico ma divertente e ironico il mondo di Tex: arriva lui e non ce n’è per nessuno, arriva lui e con modi spicci smantella ogni forma di corruzione e malaffare, di mafia ed estorsione (“i cosiddetti protettori che chiedono tangenti non mi sono mai piaciuti… a maggior ragione quando le vittime sono lavoratori onesti e sempliciotti”), contro tutti i prepotenti e i potenti che campano grazie allo sfruttamento, la paura e l’omertà della brava gente (e dei vigliacchi onesti, come il portiere).

La scena migliore è ovviamente quella con la dinamite, uno dei marchi di fabbrica di Tex, dopo i pugni e le colt, per eliminare ogni forma di ingiustizia in modo definitivo. E così ci si diverte ancora una volta a vedere Tex e Carson che affondano in quattro e quattr’otto la bisca clandestina, che allegramente distruggono tutto a suon di esplosioni, candelotti e “y que vaja con Dios”, finché il battello non prende fuoco, fa fuggire tutti, criminali e ricchi polli che si fanno spennare, e sparisce tra le acque nere del porto di New Orleans.

Ecco, ultimamente si sente un po' la mancanza di Tex e Carson dinamitardi...

 

P.S: nella prima pagina Tex dice che è già stato a New Orleans un paio di volte, ma in realtà sono tre: numeri 37-38, poi n. 72-73 e terza volta n. 229-230-231-232.

Modificato da Poe
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