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TWF - Tex Willer Forum

[354/357] La Congiura


ymalpas
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Soggetto e sceneggiatura : Claudio Nizzi
Disegni: Claudio Villa
Periodicità mensile: Aprile 1990 è Luglio 1990
Inizia nel numero 354 e finisce nel numero 357 a pag. 39



Il capo della polizia di Frisco, Tom Devlin, è stato rapito dalla mala! Chiamati da Mike Tracy dell'Alameda Hotel e da Sam Brennan del San Francisco Examiner, Tex e Carson scendono a patti con il diavolo per ritrovare l'amico, perchè soltanto capitan Barbanera Drake sa dov'è! E mentre i pards concordano con l'avvocato Bixler tempi e modi del colloquio con Drake, qualcuno interno alla polizia li marca stretti: l'ispettore Linder e il bieco Alex Munro, che hanno tolto di mezzo Devlin per diventare i padroni della città. Intanto, ad Alcatraz, Barbanera gioca la sua carta vincente: vuole la libertà o non aprirà bocca! Il nerboruto capitan Drake ha saputo che il capo della polizia Tom Devlin, pesante ostacolo per la mala, è stato fatto rapire dal suo vice Linder e da Alex Munro, gran manovratore di soldi sporchi. Forti delle inconfessabili conoscenze dell'avvocato Bixler, Tex e Carson è con un paio di divise false e alcuni documenti contraffatti da Sam Brennan è organizzano l'evasione di Barbanera! Scoperti all'ultimo istante, i nostri si salvano con uno spettacolare tuffo nelle nebbiose acque della baia. Lasciando la Baia di San Francisco, il veliero Albatros di capitan Hogarth prende il largo per il Nord con un prigioniero a bordo, il capo della polizia Tom Devlin! Tex e Carson, alleati di Capitan Drake, salpano all'inseguimento sul Leviathan, la baleniera di capitan Brooke: quando però avvistano un cetaceo, i pards e la ciurma del Leviathan devono calare le lance in mare per la caccia, per non destare sospetti negli inseguiti. Poi, ad Aberdeen, fatto cantare uno dell'Albatros, i nostri scoprono che Devlin verrà sbarcato nel Puget Sound, dove finirà i suoi giorni schiavo degli indiani Nootka! I pards e Drake strappano Tom Devlin dalle grinfie degli indiani Nootka e i due ceffi che l'avevano fatto rapire per regnare incontrastati su San Francisco, l'ispettore Linder e il finanziere Munro, vengono smascherati proprio mentre brindano al loro effimero successo!



© Sergio Bonelli Editore

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Una mattina d’estate a San Francisco. Fulmini, questa città cresce a vista d’occhio! afferma con ammirazione Carson e Tex approva con un cenno del capo. Molta gente viene a stabilirsi qui e gli affari prosperano. Così anche la piccola delinquenza. La vecchia Frisco è un pò meno romantica del solito e più sporca.

Un piccolo cinese strappa un dollaro dalle mani del ranger e si dà alla fuga in oscure viuzze. Tex non ci sta e lo insegue, senza sentire le parole del cocchiere che lo avverte del tranello. Segue una piccola scazzottata con gli amici del ladruncolo che ben presto ne hanno abbastanza, ma ne arrivano altri a dar loro manforte e questa volta sono i due tizzoni d’inferno a darsi alla fuga. Finiscono quindi nelle mani di altri avanzi di galera, del nostromo Kevin per l’esattezza, che finge di aiutarli e invece li stordisce con due mazzate sulla testa. Sembra di assistere ad uno dei classici riempitivi tanto cari a Nolitta, in realtà la situazione è più complessa e non è casuale la presenza del capitano della Leviathan e dell’avvocato Bixler… che venuto a conoscenza dell’identità dei due, impedisce che siano derubati e li rispedisce al mittente: l’Alameda hotel di Mike Tracy!

E per i due pards gli strani incontri con personaggi patibolari non sono finiti.

Il vero protagonista di questa nuova, spettacolare avventura a Frisco è infatti il capitano Drake. La prima e unica apparizione di Barbanera risaliva addirittura al lontano 1973, nella storia San Francisco ( n° 155 / 56 ).

Ricordiamo brevemente la trama di quell'appasionante avventura. Diamond Jim, ricco affarista della Costa dei Barbari, per vendicarsi di Tex, che aveva causato la morte del fratello Shangay Kelly, aveva disposto il rapimento di Kit Willer facendolo imbarcare nel bellissimo “Black Shark” del capitano Drake, con l’ordine di abbandonarlo in qualche isola sperduta del Pacifico. E Tex si era lanciato in un lungo inseguimento a bordo del “Sea Tiger”, il veliero di Billy Bart, che di Barbanera era l'accerrimo nemico. Al primo scalo, il porto di Kalaupapa nell’isola di Molokai nell’arcipelago delle Hawaii, dopo una monumentale rissa, Tex era riuscito ad imbarcarsi sul Black Shark e approfittando di una notte di tempesta che rompeva con onde imponenti l’oceano, si era dato alla fuga col figlio Kit, dopo aver abbattuto una parte dell’alberatura che metteva nei guai capitan Barbanera, lasciandolo in balia dell’uragano, scena drammatica che è rivissuta nei bellissimi disegni di Villa che illustrano le indimenticabili baruffe verbali del capitano con Tex e Billy Bart, nel flashback a pag, 47 dell’albo La congiura

Questa storia però, a differenza della precedente, vede i nostri eroi alleati con l’impetuoso lupo di mare, alle prese con avversari comunque non meno straordinari. Un’avventura che dopo l’emozionante liberazione di capitan Barbanera dal carcere di Alcatraz, culminerà nella lunga rincorsa, nell’immensità delle acque dell’oceano Pacifico, all’Albatros del capitano Hogarth, che nelle stive della sua nave tiene prigioniero il capo della polizia, Tom Devlin.

Il capitano Barbanera, nato dalla penna di Giovanni Luigi Bonelli è un vecchio lupo di mare che non esita a vendere vecchi archibugi agli indigeni della Micronesia, un grosso tanghero insomma, ma a modo suo anche un uomo di parola, che mai viene meno ai suoi impegni. Diciamo subito che la personalità del capitano nella storia di Claudio Nizzi resta sostanzialmente fedele al personaggio originale. Un nuovo sentimento di antagonismo semmai domina i rapporti tra Drake e i due pards, da recepirsi più che altro in termini di una profonda e radicata rivalità, quasi esasperata, che non esclude però nella sua durezza, in parte solo fittizia, un profondo senso di rispetto che accomuna entrambe le parti. Tex lo descrive come un grandissimo bastardo ma allo stesso tempo anche un marinaio di prim’ordine.

Per le trippe di cento squali! Guarda chi si rivede! Che io sia impiccato al più alto dei pennoni se avrei mai immaginato di dovervi incontrare di nuovo, amici miei!

Nell'inferno del penitenziario, a pochi metri dagli interminabili spazi oceanici che incessantemente gli ricordano la libertà perduta, Barbanera, sagace e opportunista, ha una sublime carta in mano. Il capitano sa dove Tom Devlin viene tenuto prigioniero e in cambio della sua libertà si offre di aiutare Tex a ritrovarlo. Barbanera è un uomo vitale e dinamico, il soggiorno prolungato nel famigerato carcere di Alcatraz lo sta buttando a terra, dice con commiserazione l’avvocato Bixler, mentre accompagna i due pards nella visita al nemico storico che si appresta a diventare il più importante degli alleati. Nelle parole gaie e scherzose del capitano Drake, così come nella luce briosa e vitale dei suoi occhi, si nasconde un uomo prostrato da un anno di gretta prigionia, che intravede finalmente la realistica possibilità della sua liberazione. Acqua passata quello che è successo, Barbanera si ritiene sufficientemente punito con la perdita del suo adorato Black Shark, il più veloce tre alberi che abbia mai solcato i sette mari e Tex in cuor suo è pronto a perdonarlo, conquistato dall’immensa simpatia che, diciamolo, è la quintessenza di questo straordinario personaggio. Il capitano Drake ci conquista con la sua allegria e il suo colorito linguaggio marinaresco, che non ricade mai nelle volgarità tipiche che potremo sospettare in un uomo di mare che rompe ad esempio la sua monotona esistenza in malfamate e maleodoranti taverne.

Scoperta il cinque agosto del 1775 dalla fregata spagnola “San Carlos” e ribattezzata dal capitano Juan Manuel de Ayala “la isla de los Alcatraces” ( l’isola dei pellicani ), l’isola di Alcatraz, nel mezzo della baia di San Francisco è un mondo a se stante, dove il tema costante per tutti i suoi abitanti è la solitudine. Per questo motivo resta disabitata fino al 1838, cioè durante gli anni del dominio spagnolo. Nel 1848 la autorità militari statunitensi scoprono l’alto valore strategico dell’isola e a partire dal 1853 iniziano i lavori di costruzione di una fortezza, che ben presto diventa una prigione nella quale sono accolti, dal 1861, molti prigionieri della guerra civile. Circondata da fredde acque e forti correnti marine, è un luogo ideale di detenzione in quanto impedisce qualsiasi forma di comunicazione con il mondo esterno. È anche un luogo di supplizi medievali, nelle celle ricavate nei sotterranei manca l’aria e la luce, le pareti stillano umidità e i topi vi scorrazzano da padroni.

E in una di queste celle, la numero dodici, nei sotterranei, capitan Barbanera conta i minuti e le ore che lo separano dalla libertà. Il capitolo è quello dell’evasione e il vecchio lupo di mare non poteva scegliere complici migliori dei due satanassi ( e di un cervello fino come l’avvocato Bixler ).

Certo la fuga da Alcatraz si presenta sulla carta difficile, non meno ostica di quella dall’arcigna isola d’If, situata anch’essa in mezzo al mare che bagna le bellissime coste della Provenza. È da questa prigione che evadeva Edmond Dantès, l’eroe del celeberrimo libro – Il conte di Montecristo – di Alexandre Dumas padre e l’evasione di Barbanera, che molto ce la ricorda, si rivelerà non meno rocambolesca di quella del conte.

Il merito è tutto dell’avvocato Bixler, il mitico Bixler, il leguleio della malavita di San Francisco. Inviso alla polizia e detestato dal direttore del carcere di Alcatraz, che lo vede letteralmente col fumo negli occhi, perché cura gli interessi della delinquenza spicciola che rende ingovernabile la grande città, è una delle più singolari creazioni di Claudio Nizzi, bravo nel creare un personaggio che capta fin dalla sua prima apparizione le simpatie del lettore. Furbo, astuto, senza scrupoli, calcolatore, opportunista, cervello fino, abbottonatissimo nella sua riservatezza, Bixler è un azzeccagarbugli di basso rango ma cura gli interessi del suo cliente come pochi. In fondo è una figura complementare di Barbanera, i due sono fatti della stressa pasta e si intendono a meraviglia. Vivono in simbiosi. Così quando viene il momento del grande salto dagli enormi bastioni di Alcatraz, Barbanera non si dimentica di Bixler, se lo stringe al petto e con lui si lancia nel vuoto per precipitare nelle fredde acque che circondano l’isolotto, sotto la fitta nebbia così magistralmente tratteggiata dall’inchiostratura di Villa. È alla mente ingegnosa di Bixler che si deve l’ideazione del machiavellico piano di evasione. L’idea è semplice. L’avvocato è in possesso di un facsimile dell’ordine di trasferimento del detenuto Drake verso il penitenziario di San Diego, che opportunamente compilato ( da leggersi falsificato ) apre tutte le porte del carcere di Alcatraz. I nostri due pards sono invece le due guardie carcerarie che si presentano munite di regolari tesserini e dell’autorizzazione per la scarcerazione con la firma del direttore ( che Bixler sa imitare alla perfezione ), che dovranno scortare il prigioniero verso la libertà.

Sam Brennan, l’intraprendente e combattivo direttore del “San Francisco Examiner”, quello che dalle pagine del suo giornale fa scoppiare il “caso Devlin” grazie all’opportuna soffiata guarda caso dell’avvocato Bixler, si occupa di falsificare tutti i documenti necessari per l’evasione. L’attempato Brennan è un’altra nostra vecchia conoscenza anche se la sua ultima apparizione rimanda il lettore direttamente dalle pagine di Squali ( n° 62 ). Dustin, il suo migliore tipografo, è tanto abile e pratico che potrebbe sfornare delle banconote nuove fiammanti che ingannerebbero perfino la Tesoreria di stato! E l’avvocato Bixler, in un impeto di profonda ammirazione per l’arte e il mestiere dell’oscuro impiegato si lascia sfuggire una frase che tradisce in lui un’anima poco devota all’onestà:

- E perché non lo fa ?

Esclamazione che gli vale il bonario rimprovero di Brennan, che lo guarda con un inconfondibile occhio truce. Curiosamente il nome del direttore del “San Francisco Examiner” ricorda quello del complice di Teller, cioè il nome dell’uomo che deciso a vendicarsi di Tex, scatenò l’epidemia di vaiolo nella riserva navajo che vide la morte della bella Lilith ( si veda Il giuramento n° 104 e seguenti ). Mera coincidenza.

Anche l’ex agente Mike Tracy, fa la sua piccola comparsata, anche se in tono minore. Ospita i due pards nell’hotel Alameda e quindi nel più modesto capanno da pesca, alla “Punta dei Pescatori”, sugli scogli, perennemente immerso nella nebbia che mette i nostri provvidenzialmente al riparo dagli sguardi indiscreti dell’agente Riordan, permettendo alla loro imbarcazione di arrivare inosservata sull’isolotto di Alcatraz.

La polizia è infatti implicata nel rapimento di Tom Devlin. L’agente Ralph Riordan, un colosso irlandese con i capelli rossi e due enormi baffoni, poco sveglio, si fa sorprendere ben due volte dal suo sorvegliato speciale. La prima volta il ranger accorgendosi di essere tenuto d'occhio, si fa seguire in un vicolo, dove dopo aver acceso un fiammifero per farsi riconoscere, dice allo sventurato poliziotto:

- Prendi nota, mi chiamo Tex Willer e alloggio all’Alameda. Se vorrai arrestarmi sai dove trovarmi. 
- Arrestare ? E perché mai ? 
- Per aggressione a pubblico ufficiale, amico!

Riordan non riesce ad evitare una monumentale sberla neanche in occasione del secondo incontro con i due tizzoni d’inferno al molo. L’agente, privo di sensi, viene stavolta rinchiuso in una grande cassa, che un povero pescatore cinese di passaggio si incarica di consegnare precipitosamente al vicecapo della polizia … contiene ( infatti ) merce deperibile! È un avvertimento indiretto che servirà a fargli capire che se a Tom dovesse capitare qualcosa, i due pards saprebbero già in quali acque gettare l’amo per pescare il colpevole. Nessun pericolo. L’ispettore Martin Linder rivaleggia, per intelligenza, con l’avvocato Bixler in questa difficilissima partita a scacchi. È un avversario molto pericoloso, che non vuole liberarsi dell’ostaggio per lasciarsi una via d’uscita, scelta che invece pagherà a caro prezzo. Intuisce lucidamente tutte le mosse dei rangers, ma sempre con un attimo di ritardo, che permette ai due pards di squagliarsela per un pelo per ben due volte. E quando Linder li raggiunge, sull’isolotto di Alcatraz, la cattura resta un’illusione, un fuoco di paglia, perché i quattro evasi riescono ancora una volta a sfuggirgli di mano, anche grazie alla nebbia che rende inutili le ricerche in mare. L’altro villain della storia, il complice di Linder, è Alex Munro, un grosso furfante in guanti bianchi, l’erede di Diamond Jim, padrone di una flotta, di molte case da gioco, di parecchie fumerie e praticamente di qualsiasi attività che renda denaro, che rimane però nell’ombra, con un destino cupo, che lo vedrà alla fine della storia prendere il posto di Barbanera in un’umida cella di Alcatraz.

Con Barbanera finalmente libero inizia la seconda parte della storia, che sulla rotta del Pacifico potremo intitolare “Leviathan” contro “Albatros”. E alla guida della baleniera ritroviamo nientemeno che il vecchio pirata e qui si opera una ideale sostituzione di ruolo con il capitano Bart, la trasformazione cioè del capitano Drake in eroe positivo che riscatta gli errori del passato.

Un enorme cetaceo viene avvistato all’orizzonte, impossibile non dargli la caccia, quelli dell'Albatros si insospettirebbero. La nave si riempie di una frenetica animazione, le lance sono ammainate e calate nel mare aperto. Svelti, accidenti a voi, svelti! grida Barbanera, la caccia alla balena è roba da veri uomini! Tex e Carson accettano di partecipare alla caccia e per una volta sottostanno agli ordini imperiosi del capitano Drake. Gli arpioni del ramponiere sibilano nell’aria. Il cetaceo ferito, impazzisce dal dolore e consuma le sue ultime energie lanciandosi in una corsa disperata, finché uno spruzzo rossastro di sangue non intorpidisce l’acqua… È l’inizio della fine. La balena inizia vorticosamente a girare su se stessa in circoli sempre più stretti e dopo aver colpito violentemente l’acqua con l’enorme coda, si rovescia pancia in su. In confronto la caccia ai bisonti è roba da poppanti!

Dopo questo piccolo diversivo di Melviniana memoria, la caccia all’Albatros prosegue incessante. Il capitano Hogarth attracca la sua nave nella baia di Aberdeen, dove incontra il canadese Talbot, l’ultima pedina di questo sporco gioco, che mira a confinare il capitano Devlin in lidi sperduti e sconosciuti alla civiltà, come Kit Willer tanti anni prima. Hogarth ha bisogno di Talbot perché solo lui conosce l’esatta posizione del villaggio di indiani Nootka dove abbandonare l’ostaggio, un punto della frastagliata costa del Puget Sound, alla foce del fiume Skagit, a nord della baia di Everett, un autentico labirinto di insenature, isole e canali. La partita sembrerebbe persa senza il provvidenziale incontro con il marinaio Starky, il secondo dell’Albatros, vecchia conoscenza di Barbanera, che impaurito, si impegna a segnalare la posizione precisa del villaggio con un barile che affidato alla corrente marina, conterrà le necessarie indicazioni.

Il prigioniero viene sbarcato e la sua sorte non è delle migliori. È destinato infatti a diventare lo schiavo del capo Torak. La società dei Nootka è basata sull’ostentazione delle ricchezze, chi può sfoggiare la capanna più grande, i magazzini più forniti e il più grande numero di schiavi, gode del massimo prestigio e ha diritto ai posti di commando. Uno schiavo bianco è una rarità, inutile dirlo, anche se Devlin viene frettolosamente giudicato come:

- non giovane 
- non forte 
- non ha un buon carattere

E il brutto scimmione su questo ci può scommettere, se la risposta di Devlin è una sonora sventola sul grugno. Ed è una fortuna che Torak si sia impegnato a non ucciderlo e del resto ha troppa smania di pavoneggiarsi con uno schiavo bianco.

La liberazione di Tom non è delle più facili. I Nootka sono selvaggi pericolosi ma non frequentano la foresta perché la ritengono abitata da spiriti malvagi. Tex decide dunque di sfruttare questa loro superstiziosa credenza per penetrare nel villaggio da nord a loro insaputa. Siamo all’atto finale della storia. Ma a complicare la liberazione, tra le gigantesche sequoie, è l’incontro con uno splendido esemplare di un euarctos americanus, l’orso americano dal mantello bruno rossiccio, che vive proprio in quelle regioni boscose ( e in primavera ) di preferenza lungo i fiumi. Per abbatterlo servono tante pallottole che mettono però sul chi vive i Nootka. Tutto comunque finisce per il meglio e i nostri, accompagnati da un Devlin più morto che vivo, possono finalmente salire sulla barca di Drake, che li aspetta in prossimità della riva.

Una breve nota su Tex e Carson. Si adattano facilmente a situazioni sempre diverse, come quando ad esempio indossano le divise da guardie carcerarie e si atteggiano a sbirri veri. Sono gli unici di cui Drake si fida. Brennan dice che li conosce ormai da un bel mucchietto di anni e i due non fanno che punzecchiarsi, eppure non ha mai visto in vita sua un paio di amigos più affiatati di loro. E ci potreste scommettere la camicia con chi dice il contrario! E i siparietti che li vedono protagonisti sono tanti e divertentissimi. Nel capanno di Mike Tracy, Tex ad esempio lancia un cuscino sulla testa di Carson perché si lamenta in continuazione e poi gli dice di ringraziare la sua buona stella perché non ha uno stivale sotto mano! Oppure, quando Brennan compilando i tesserini, dice che Carson ha sessant’anni, il vecchio cammello si irridisce e protesta vibrantemente.:

- Cosa ? Già che sei perché non scrivi che ne ho cento ? Per tagliare la testa al toro scrivi che ne ho cinquantacinque.

Cinquantasei, lo stuzzica Tex.

- Cinquantacinque! Lo sai meglio tu o lo saprò meglio io ?

Ci piace ancora ricordarli immersi nella vasca da bagno, che vedete nell’immagine sottostante, mentre assaporano i piaceri della vita cittadina. È sempre più raro vederli in queste situazioni e i bagni più frequenti sono ormai ben altri!

Ciò che rende un capolavoro questa storia è quello che emerge fra le righe: la poesia di alcune scene ( come quella del capanno sulla Punta dei Pescatori, dal quale si intravede, in lontananza, la lugubre prigione di Alcatraz, avvolta nella nebbia ), i rapporti umani, l'allegria che nasce dalla complicità, gli ideali di fraterna amicizia, la sicurezza che la giustizia finisce sempre con avere la meglio. Per tutti questi motivi l'episodio del ravvedimento di Barbanera è senza ombra di dubbio un caposaldo dell'intera saga texiana, degno di stare nel pantheon delle migliori avventure, accanto ad alcuni intramontabili classici dell'epoca di Bonelli e Galep [ citazione da Cavalcando con Tex, vol. V ]

Sul piano grafico, i disegni di Villa, che con questi albi illustra la sua terza storia su Tex, mostrano incontestabilmente la raggiunta maturità artistica dell'autore, a suo agio nel dipingere degli scenari diversissimi tra loro ( l'apice della rappresentazione è raggiunto con i fiordi del Puget Sound canadese ), ma abilissimo anche a rendere pienamente certe atmosfere, come la caccia alla balena o la nebbia protettrice che cala e avvolge la baia di Frisco.

Una storia indimenticabile. Uno dei grandi capolavori di Nizzi, forse mai come in questa occasione a livelli così eccelsi. E se ci fosse qualche denigratore alla ricerca della solita pagliuzza d’oro nel fienile, segnaliamo il ruolo dell’agente Malloy, l’origliatore del “San Francisco Examiner”. È proprio vero che inaugura una serie di personaggi tanto cari a Nizzi!

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  • 1 anno dopo...

Si tratta di albi che non ho più - per il momento - ma che ricordo come capolavori per trama e disegni, con pezzi IMHO di pregevole umorismo come il

pestaggio del povero agente Riordan (se ne parla nel sito citato da Ymalpas) da parte di Tex che prima si identifica perchè il malcapitato possa denunciarlo per "aggressione a pubblico ufficiale"
Se non merita 10 questa storia......
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  • 3 settimane dopo...

Questa storia merita e stramerita un bel 10 pieno se non di più. Tom Devlin una persona, un protagonista.

Durante la storia si vede poco, ma è lui il motivo per cui Tex mette a soqquadro quasi tutta Frisco, per il suo rapimento da parte della mala. Gli organizzatoridel suo rapimento sono il suo collega Linder e Alex Munro, con l'ambizione di impadronirsi della città.
Il capitano Drake alias Barbanera, che dire di lui e dell'avvocato Bixler, se non ci fossero stati loro a
mettere sulla giusta strada Tex, soprattutto Barbanera che, in cambio della libertà, visto che è rinchiuso ad Alcatraz, gli dice dove è nascosto Devlin, ovvero sull'Albatros, il veliero del capitano Hogarth, complice della mala, e gli fa scoprire anche cosa vogliono fare di lui, cioè farlo diventare schiavo degli indiani Nootka. Tutto è bene quel che finisce bene e dopo aver punito i due malfattori, brindano tutti insieme e anche con Drake. Strano pensare che fino a poco tempo prima era uno dei nemici più caotici di Tex.
Questo ritorno di Drake è stato molto carino, anche se la prima volta non si scorda mai, però devo dire che questa storia non toglie nulla a "San Francisco" e "Lotta sul mare", anzi per certi aspetti è anche migliore. Questo
turn face ovvero passaggio a buono di Barbanera,
fa sè che possa tornare al fianco di Tex in altre avventure, magari essendo molto importante e protagonista come in questa storia. Voto: 10 e lode
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  • 2 mesi dopo...

L'avevo letta anni fa.. me la ricordavo bella.. invece ora l'ho riletta.. e ho scoperto che è proprio un vero capolavoro! Una pietra miliare della saga, direi (a proposito, chi diceva che Nizzi non scrive belle storie?? ;)). Al di l' dei disegni spettacolari del maestro Claudio Villa, l'intreccio funziona perfettamente, riuscendo ad amalgamare elementi ed ambienti eterogenei, ed è proprio anche questa la ricchezza di questa storia: dal poliziesco cittadino di San Francisco, all'inseguimento in mare, alla sfida con degli indiani selvaggi in uno sperduto angolo del Canada.. E poi, consentitemi, l'evasione da Alcatraz! E' davvero uno dei momenti più emozionanti di tutte le avventure di Tex.. si sviluppa in un crescendo di tensione.. e l'immagine di Tex e gli altri che si tuffano nel vuoto dalle mura di Alcatraz.. beh mette i brividi nel vero senso della parola. Per non parlare del capitan Barbanera, una delle figure meglio riuscite di sempre, in particolare per quanto riguarda il contrasto fra il suo essere un delinquente, e il suo essere, a modo suo, un uomo d'onore. Da leggere e rileggere fino a consumare le pagine.

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  • 1 mese dopo...
  • co fondatore

Condivido in pieno quasi tutto quello che avete detto, perchè è una storia bellissima e disegnata bene. E ricordo allo sceriffo Clemmons che nessuno ha mai detto che Nizzi non sapesse scrivere, anche se c'è chi ha cercato inutilmente di ridimensionare i suoi primi gloriosi anni su Tex. La storia cade sulle ultime vignette: Barbarossa che sino alla penultima pagina sembra quello vecchio, il baleniere che nonostante tutto si trova ancora in conflitto tra la gratitudine e l'odio nei confronti di Tex, passa da simpatico "ragagli?t" (Wasteeeeeeeeeeeeeed :P !) a bonaccione. Peraltro, la storia è da ricordare per un Villa superbo, favoloso, unico. InsommaTESTI: 10-DISEGNI: 10 e lode.

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  • 2 mesi dopo...

'La Congiura'C'era una volta Nizzi... Che bella questa storia, che sa essere al contempo emozionante e spiritosissima. In breve: Tex e il Vecchio Cammello arrivano a San Francisco, e scoprono che il capo della polizia, nonchè storico amico, Tom Devlin è stato rapito, e la polizia ha qualche mela marcia. Chi può aiutarli, se non il redivivo capitan Barbanera? Un unico problema: si trova ad Alcatraz!Come sempre, ad ogni problema c'è tuttavia una soluzione: una bella evasione, ma le cose si complicano... Bellissime le atmosfere della Baia di San Francisco, straordinarie le nebbie del nostro Claudio Villa, e quelle scene della caccia alla balena non sono da meno. I personaggi di contorno sono tutti simpaticissimi, a cominciare dal piccolo, occhialuto leguleio della mala Bixler, e dal tonto agente marcio Riordan ( buffa la scena in cui viene inscatolato da Tex e Carson! ). Tornando a Villa, una considerazione finale: continuo a pensare che sia un disegnatore talentuosissimo, ma che non ha nulla da sparire con il Western, e non a caso da il suo meglio nelle ambientazioni non alla John Ford, per intenderci! Ah, ultima cosa curiosa: ma non trovate che il buon Mike Tracy assomigli un po' nello sguardo ad Einstein° Fatemi sapere, intanto comunico il mio 10 magna cum laude!

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Tornando a Villa, una considerazione finale: continuo a pensare che sia un disegnatore talentuosissimo, ma che non ha nulla da spartire con il Western

Cosa cosa?? Eresia!! Spero che sia uno scherzo :(A parte il fatto che Villa è uno dei miei disegnatori preferiti (il che è comunque soggettivo), se fosse così come dici tu, pensi che sarebbe stato scelto come erede "copertinista" di Galep?? Considera poi che è uno dei disegnatori texiani più apprezzati dal pubblico!! Medita, medita ;)
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Ciao Ray, siamo sempre in disaccordo!Villa è un grande, maniacale nei dettagli ( non a caso in più di 20 anni ha disegnato solo sei storie), ma , a mio giudizio, poco western: pensaci Ray, di storie classiche ha in effetti disegnato solo l'esordio ' Il ranch degli uomini perduti' e ' Nella terra degli Utes', che non ricordo tra i capolavori della saga. E' invece strepitoso in storie semi-fantastiche come 'La Tigre Nera' o 'Gli spiriti del deserto'. Ti dir? di più, a mio giudizio gli unici disegnatori veramente western mai visti su Tex sono Ticci e Ortiz: la scelta del copertinista credo cadde su Villa per ovvie ragioni anagrafiche ( aveva 35 anni quando eredit? il fardello di Galep ). Non mi sparare, Clemmons!

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Guest Wasted Years

Non mi sparare, Clemmons!

Tranquillo, ti sparo io ;):colt::colt::colt: A tuo giudizio solo Ticci e Ortiz, eh? A parte L'off topic che Clemmons ha fatto in allegria e che tu hai seguito altrettanto allegramente, questo giudizio davvero ben motivato mi ha riscaldato il cuore. Naturalmente vi invito ad uscire dall'OFF topic immediatamente.;)
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  • 4 mesi dopo...

"La congiura" e seguiti sono gli albi che mi hanno fatto definitivamente appassionare a Tex nel lontano 1990, e convinto ad acquistare l'intera collezione pochi mesi dopo. Siamo di fronte ad un capolavoro vero e proprio, e forse alla piu' bella storia ambientata in una location non western. Un Nizzi & Villa in stato di grazia che ci propongono una storia unica, appassionante, intrigante, epica. Non c'e' niente che stoni, ne una vignetta, ne i tanti dialoghi presenti, ne un espressione dei protagonisti della storia. Una lettura che ti coinvolge fino alla fine, complice una trama ben orchestrata con una caratterizzazione dei personaggi pressoche' perfetta. Naturalmente mi riferisco all'avvocato Bixler che ha un ruolo fondamentale nella storia e soprattutto al capitano Drake alias Barbanera. E' quest'ultimo il pezzo forte, quel personaggio che d' quel tocco in piu' ad un avventura gia' di per se' fantastica. L'idea di riprendere un antagonista nato dalla penna di G. L. Bonelli, farlo "risorgere" e "ricostruire" la sua personalita' e' uno dei piu' grandi meriti di Nizzi in qesti albi, cosi' come e' splendida l'idea di farlo evadere da Alcatraz per mano dei suoi piu' grandi nemici:Tex e Carson. Leggendo la storia non si puo' fare a meno di immergersi nell'atmosfera della San Francisco di fine '800, con quella nebbia che e' l'elemento costante di tutta la vicenda, e anche complice dei due pards. Molte volte infatti, quest'ultima, nasconde i movimenti di Tex e Carson agli occhi delle spie incaricati di vigilarli. Ma oltre a Frisco, dove e' prevalentemente ambientata la storia, sono anche altri gli scenari che rendono questa avventura pressoche' unica nel suo genere. Oltre al carcere di Alcatraz, indimenticabile e' la caccia alla balena alla quale partecipano, oltre al simpatico Barbanera, anche i due tizzoni d'inferno, cosi' come e' memorabile la foresta delle sequoie, percorso obbligato per liberare il povero Tom Devlin nelle mani dei terribili indiani Nootka. Oltre all'avventura vera e propria ci sarebbe anche da evidenziare altri elementi trattati. Come quello dell'amicizia e dell'affiatamento unico esistente tra Tex e Carson, sottolineata piu' volte da Nizzi, i momenti di relax in compagnia di Sam Brennan e Mike Tracy, gli eccellenti e gli eccentrici dialoghi tra Tex e Barbanera e dulcis in fundo, i siparietti comici dei due pards, tra i piu' riusciti di tutta la serie. Rileggendola non posso che provare e riprovare una certa nostalgia di quando la lessi per la prima volta in un eta' adolescenziale, ma nostalgia anche per un grandissimo autore che a quell'epoca sapeva veramente scrivere Tex e capolavori come questo.

Per i disegni non occorrerebbe nemmeno un commento. Parlano da soli. Se questa avventura e' considerata quasi all'unanimita' un capolavoro, lo e' anche grazie ai disegni di un Villa "extratterestre" nel senso buono del termine. Anche se ancora il volto di Tex non e' quello definitivo e ottimizzato dei nostri giorni, le sue tavole sono una gioia per gli occhi. Insuperabile.


Storia:10 e lode
Disegni: 10 e lode
____________________________________

Ecco un interpretazione di Civitelli che ritrae un momento di questa storia:

Immagine postata

Svettavano altissimi nel cielo come pilastri giganteschi. Il sole, penetrava a fatica fra quei colossi vegetali, provocava magici giochi di luci e ombre conferendo al luogo la sorprendente mistica atmosfera di un immensa cattedrale gotica a cileo aperto. Nell'interpretazione grafica di Fabio Civitelli ammiriamo il fiabesco e incantevole scenario della foresta delle sequoie del Puget Sound, sulle coste canadesi.

Descrizione di Giovanni Battista Verger.

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  • 2 settimane dopo...

E' la storia che amo di più, anche se, come tutte le questioni "sentimentali", non c'è un motivo oggettivo. Non è nemmeno particolarmente classica n° rappresentativa del contesto Texiano, visto che mancano gli indiani, il deserto ed i saloon, e oltretutto non c'è nemmeno il quartetto al completo. Sarà la presenza di un personaggio ambivalente come Barbanera, uno dei pochissimi casi di "conversione" nel panorama di Tex, che rende la storia così peculiare assieme all'episodio della caccia alla balena (con illustrazioni uniche). Oppure la figura di Carson, forse il miglior Carson della serie assieme a quello - ovviamente - di Boselli nell'avventura degli Innocenti. O le strizzatine d'occhio fra Tex e Barbanera, vicinissimi per indole sebbene così distanti per ruolo. O ancora i disegni di Villa, che nelle storie di Tex non sono poi così frequenti. O la sceneggiatura, ricchissima eppure semplice e scorrevole. Sarà l'umorismo che striscia in tutte le tavole di quest'avventura, anche nei momenti più drammatici, e la alleggerisce senza farle perdere spessore. Non la più epica, non la più caratteristica; ma un 10 se lo merita tutto.

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  • 2 settimane dopo...

La ho letta qualche giorno fa, e secondo me è una storia molto ben fatta. La cosa che mi è piaciuta di piu è il fatto che ci sono cose imprevedibili. Per esempio il fatto che Tom Devlin sia prigioniero in una nave e destinato a degli indiani. E poi è anche bello il fatto che Tex e Carson hanno avuto bisogno di molte persone per arrivare a Devlin. Ma queste persone se ne sono andate solo alla fine della storia, senn° sono stati per quesi tutta la storia una vera squadra, e non come al solito che fanno tutto i due satanassi. Poi è stata geniale la trovata di mettere la caccia alla balena, così Nizzi ha messo azione anche nell'inseguimento a distanza. La scena che mi ha fatto ridere tanto, è stata quella in cui Tex invia in una scatola Riordan al vice-capo della polizia! haha. Belli anche i siparietti fra i due satanassi e Barbanera, in particolare quello che è poco prima della caccia alla balena!In breve:Nizzi: 10!Villa: 9,5

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Secondo me lo spunto per l'evasione dal famoso carcere Nizzi lo ha ripreso dal bellissimo film con Clint Eastwood intitolato appunto FUGA DA ALCATRAZ.......voi che dite?

Beh, la fuga da un carcere e' un elemento presente in molti film, romanzi, fumetti etc... Non so se "Fuga da Alcatraz" abbia influenzato Nizzi in tal senso, ma comunque, ci sono alcune differenze tra il film e l'episodio di questa storia:


-Nel film, sono solo i carcerati a conquistare la fuga, mentre nella storia scritta da Nizzi,Barbanera e' fuori da Alcatraz grazie all'aiuto esterno, e cioe' di Tex e Carson.

-la modalita' della fuga e' ben diversa. Mentre nel film,Clint Eastwood & C. riescono a trovare la liberta mediante l'impianto di aereazione,Barbanera ci riesce grazie ai trucchetti burocratici dell'avvocato Bixler e grazie all'abilita' di Tex e Carson nello scontro a fuoco contro le guardie carcerarie.

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Secondo me lo spunto per l'evasione dal famoso carcere Nizzi lo ha ripreso dal bellissimo film con Clint Eastwood intitolato appunto FUGA DA ALCATRAZ.......voi che dite?

Beh, la fuga da un carcere e' un elemento presente in molti film, romanzi, fumetti etc... Non so se "Fuga da Alcatraz" abbia influenzato Nizzi in tal senso, ma comunque, ci sono alcune differenze tra il film e l'episodio di questa storia:


-Nel film, sono solo i carcerati a conquistare la fuga, mentre nella storia scritta da Nizzi,Barbanera e' fuori da Alcatraz grazie all'aiuto esterno, e cioe' di Tex e Carson.

-la modalita' della fuga e' ben diversa. Mentre nel film,Clint Eastwood & C. riescono a trovare la liberta mediante l'impianto di aereazione,Barbanera ci riesce grazie ai trucchetti burocratici dell'avvocato Bixler e grazie all'abilita' di Tex e Carson nello scontro a fuoco contro le guardie carcerarie.

Io infatti mi riferivo solo allo spunto, l'idea, le 2 storie si strutturano indiscutibilmente su impianti diversi, però l'idea della fuga da QUEL carcere può essere stata ispirata all'autore dal film che è comunque abbastanza famoso e conosciuto.......
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  • 1 anno dopo...

Storia molto bella sorretta da ottimi disegni. Inutile aggiungere altri complimenti a quelli sin qua fatti. Poche righe per dire che il punto di forza è nella trama ben strutturata e capace di inserie qualche diversivo, come la caccia alla balena, mantenendo alta la tensione e senza mai annoiare. Sarebbe da dieci se non fosse per una stonatura.

Durante la navigazione il capitano Hogarth presentandosi al capo della polizia Tom Devlin gli spiega dettagliatamente il suo destino precisandogli che il vicecapo della polizia, ispiratore di tutto l'affare, si è voluto mantenere aperta una soluzione di ripiego se le cose dovessero mettersi male in modo che lo tornerebbe a prendere dalla sua prigionia apparendo così il suo salvatore. Bene anzi male visto che così facendo Hogart ha bruciato questa possibilità. Quindi Nizzi non doveva mettere questo colloquio nella storia, in un ipotetico rapimento reale i rapitori si guardano bene dal rivelarsi ai rapiti in quanto una volta tornati liberi non devono poterli riconoscere. Quindi il nostro Hogart durante tutto il viaggio avrebbe dovuto mantenere bendato Tom Devlin consegnandolo agli indiani senza che quest'ultimo sapesse niente ne dei suoi carcerieri ne degli ispiratori del rapimento.
Per questa che ritengo una grave lacuna a tutto l'impianto della storia tolgo mezzo punto. Quindi voto 9 e mezzo.
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  • 11 mesi dopo...

Aprile 1990. La primavera, l'inizio di una nuova storia di Tex disegnata da uno che mi aveva già strabiliato (con la nave nel deserto) e i miei ultimi giorni di servizio militare. Tutto concorreva a ben dispormi a questa nuova avventura di Tex. L'ho riletta in questi giorni pasquali e mi è piaciuta tantissimo come allora. Alcuni punti di eccellenza della storia, secondo me:1) La caratterizzazione eccellente dei personaggi: l'Avvocato Blixen - il prototipo del leguleio di basso rando tipico dell'immaginario nizziano - è formidabile. Cosè come il ritorno di Barbanera vera guest-star di questa avventura. Come mi piacerebbe rivederlo, magari in un'altra avventura sui mari.2) Il brillante rapporto Tex-Carson ai massimi livelli della serie.3) Le diverse locations: S. Francisco sempre apprezzatissima, un p? più cupa e meno movimentata rispetto alle avventure di GLB (mancano i ragazzi della palestra) ma sempre godibilissima e ricca di spunti per la storia. Il penitenziario di Alcatraz, i mari del nord, le foreste del Canada. Di tutto di più.4) Alcuni momenti veramente vivacissimi, altri esilaranti, sempre con ritmo e giusta misura. Ad esempio: il tranello e la scazzottata con i cinesi, l'incontro/scontro dei due gruppi nel penitenziario di Alcatraz. Ma su tutti, voglio ricordare la splendida "Caccia alla Balena"; una piccolo condensato della Moby Dick di melveliana momoria.5) Le tavole del mio disegnatore preferito. Stupende, nonostante questa non sia - IMHO - la sua produzione migliore. Le 365 tavole di questa storia (la più lunga che ha disegnato insieme a Mefisto) risento in qualche momento della necessit? di concludere per tempo. Infatti per Mefisto Villa si prender? molto più tempo per ultimare i disegni rispetto ai soli due anni che intercorrono dalla precedente sua storia a questa. La necessit? di velocizzare lo si evince da molte tavole a sfondo bianco (o nero) come quelle relative ai colloqui tra Tex e Blixen o Tex e Barbanera in carcere o tra Linder e Riordan. Ciò nonostante, fantastico Villa. Vedere le sequenze della caccia alla balena o le tavole dove si riprendono le sequoie canadesi. Infine una considerazione un p? malinconica. Perchè Nizzi ha smesso di scrivere storie così. E perchè Villa non lo possiamo vedere più spesso sulla serie regolare? Che peccato. In fineStoria Voto 10Disegni Voto 10 (la lode manca perchè ho visto Villa superarsi nelle sue storie successive e secondo me anche nella Nave del deserto)

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Mi trovo ancora una volta d'accordo sull'ottima analisi di Ted. Quella fu' una storia memorabile, proprio per i punti citati nel precedente post. Anch'io la lessi in "diretta" in quel 1990 e rimasi incantato sia per i disegni e sia per quella splendida avventura. Fu' la classica storia che mi fece "innamorare" definitivamente del fumetto Tex, dato che era solo da qualche anno che lo leggevo sporadicamente. Furono proprio quegli albi che mi spinsero ad acquistare l'intera collezione in un tempo record. in soli due mesi riusci' a recuperare qualcosa come 300 numeri. Poveri i miei genitori!Insomma, una storia senza tempo e da rileggere. Non ti tradira' mai!E pensare che ancora esiste qualcuno che mette in discussione anche il Nizzi di quel periodo. Mah!!!

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Grazie Anthony. E' vero. Ho sentito anch'io critiche eccessive ed oltre misura su Nizzi, che tra l'altro avrebbe pure il torto di non frequentare i forum (sempre secondo alcuni dei suoi detrattori). Mah, che possiamo farci. Pazienza. Ci restano queste storie che ci fanno ricordare dei bei tempi che sono stati e che, come dici tu, non ci tradiranno mai. :trapper:

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Una gran bella storia che altro dire! Movimentata al punto giusto. Riesce a mantenere alta l'attenzione del lettore anche se non ci sono grandi conflitti a fuoco e quindi si potrebbe pensare che non ci sia azione. Tutt'altro! Magnifici i disegni. Che altro dire.

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  • 5 mesi dopo...

Riletta proprio oggi. Ma quant'? bella questa storia, ragazzi? Tutta la varietà di ambienti che propone (da Frisco ad Alcatraz, dal mare alle splendide sequoie), l'umorismo di cui è condita (splendidi i siparietti Tex e Carson, e due su tutti: Tex che lancia un cuscino addosso a Carson e il modo in cui Tex fa accettare a Carson la caccia alla balena dicendogli dopo: hai fatto tutto tu. Indimenticabile!!!), la caratterizzazione dei personaggi (non solo Barbanera, comunque grandissimo, ma anche il leguleio e il vicecomandante della polizia), le situazioni che ci fa vivere (tutta la parte ambientata ad Alcatraz è adrenalina pura). E Villa? Non ci sono parole. In una parola: STRA-OR-DI-NA-RIA!

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  • 1 mese dopo...

Ho riletto la storia negli ultimi due giorni. Cavolo non me la ricordavo così bella. I disegni di Villa danno una grossa mano alla trama inquanto riesce a realizzare splendidamente i più svariati ambienti dalla città al mare alle foreste. Un piccolo capolavoro la scena delle sequoie con Carson che tenta di abbracciarle. Nizzi in forma particolare riesce a creare una vicenda che si svolge senza un attimo di tregua. Un avvenimento dietro l'altro con i nostri pards senza un attimo di respiro. Riesce inoltre a rendere ottimo il recupero di un cattivo come il capitano Drake e a far si che il suo voltafaccia non sia affatto banale. A contribuire a rendere mitica la storia si mettono pure scene indimenticabili come la fuga all'ultimo respiro dal super carcere di Alcatraz, uno spettacolare inseguimento navale e una scena unica come quella della caccia alla balena. Il soggetto inoltre è molto originale e prende molto il lettore attirando la sua attenzione. Disegni 10Trama 10

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