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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N. 12] Gli Assassini


bressimar
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, virgin dice:

quello che provo rileggendo i miei vecchi messaggi è un misto tra vergogna e autoammonimento del tipo: "Quante figure da pirla ti saresti risparmiato se avessi sempre evitato di scrivere", NON mi farò traviare e non rileggerò il mio vecchio messaggio (dell'oblio del quale il tempo trascorso mi ha, deo gratias, locupletato)

Ma no, dai, non essere così severo con te stesso! Io mi diverto ogni tanto a leggere i vecchi commenti delle storie che più mi piacciono e li trovo spesso interessanti - in questo caso, non ci crederai, anche il tuo! :lol: 

Da questo punto di vista il Forum è davvero una miniera di riflessioni, idee, angolazioni diverse sulle storie di Tex a cui a volte non avevo pensato. "Gli assassini" è davvero un eccellente Texone, che merita tutti gli apprezzamenti rivoltigli.

E ti posso assicurare che il tuo vecchio messaggio - visto che non l'hai riletto - non era quello di un pirla, anzi, era molto equilibrato! Forse sei peggiorato col tempo... :lol2:

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Il 15/11/2021 at 20:24, Poe dice:

E ti posso assicurare che il tuo vecchio messaggio - visto che non l'hai riletto - non era quello di un pirla, anzi, era molto equilibrato!

 

Me lo sono riletto e ti dirò che in un paio di punti, che evito di quotare direttamente per pudore, mi è venuta voglia di avere la macchina del tempo per tornare indietro e schiaffeggiarmi da solo. :D

"Boselli il primo a portare una certa raffinatezza letteraria su Tex"... mah. Sono fumetti, letteratura d'appendice, avventura: i codici sono completamente diversi, non mescolarli a vanvera, virgin. Posa il fiasco.

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Mi tocca difendere anche il tuo commento, oltre alla storia di Boselli! :D

 

Il 18/9/2010 at 09:19, virgin dice:

Boselli dispiega tutta la propria abilità e i propri artifici narrativi per raggiungere la massima naturalezza: una spontaneit? che non è svaccata e zoppicante come quella di un principiante, ma raffinata e studiata con cura. Soprattutto, dalla lettura appare evidente come borden "ci creda", quanto egli abbia lavorato.

Questa tua osservazione, per esempio, è molto pertinente perché sottolinea come Boselli cercasse di raggiungere nelle sue prime storie degli anni '90 (oggi forse un pochino meno) una naturalezza e un'apparente spontaneità e immediatezza che in realtà sono il frutto di una profonda conoscenza dei meccanismi narrativi, e di una cultura fumettistica e letteraria notevole, oltre che di un amore verso il personaggio che traspare dalle sue avventure. Boselli ci crede, mentre altri imitano (più o meno bene).

Poi ok, stiamo parlando di fumetti, non di Italo Svevo, ma che vuol dire? Boselli in molte sue storie (le sue più riuscite) ha portato una maggior cura nei dialoghi, nella psicologia dei personaggi, nella costruzione della trama (come a suo tempo Berardi con Ken Parker), che ha senz'altro elevato la serie di Tex, fumetto popolare ma di qualità. E, grazie a lui, talvolta di qualità molto alta.

 

Poi, nel tuo commento sei stato uno dei pochi che non ha iniziato con la solita solfa sulla poca centralità di Tex e su Mitch che ruba la scena, ecc., al Nostro, che secondo molti invece dovrebbe praticamente comparire in ogni pagina, se no GL Bonelli si rivolta nella tomba... E già questo è un merito non da poco!

 

Quindi direi che è arrivato il momento per te di cominciare a leggere la serie "Tex Willer" e farci sapere - dall'alto di una maggiore, più matura e ponderata competenza letteraria e fumettistica:D - che ne pensi. B)

  • +1 2
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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Poe dice:

Boselli cercasse di raggiungere nelle sue storie una naturalezza e un'apparente spontaneità e immediatezza che in realtà sono il frutto di una profonda conoscenza dei meccanismi narrativi, e di una cultura fumettistica e letteraria notevole, oltre che di un amore verso il personaggio che traspare dalle sue avventure. Boselli ci crede, mentre altri imitano (più o meno bene).

Quoto tutto, ma questo pensiero ha esattamente espresso come la vedo anch'io. 

  • +1 1
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  • 2 settimane dopo...

Torno sul luogo del delitto (del resto, la storia mica si intitola "Gli assassini"? A A A) per buttare lì un paio di osservazioni che avrei voluto fare in occasione della rilettura, ma che causa stanchezza/scazzo/ottundimento farmacologico/boh non ho scritto.

Preciso che si tratta di osservazioni puramente oziose. Ma il fatto stesso che ci troviamo in un forum di fumetti rende oziosa tale precisazione più del resto del messaggio.

 

Anche a me ha fatto sorridere, come già accaduto a @Diablero, la pistola legata sotto il tavolo, così in bella vista: non perfetta l'interpretazione di Font, in effetti; ma non mi convince comunque la scelta di metterla lì, sarà che in vent'anni di carriera scolastica (tredici da studente, sette dalla parte sbagliata della cattedra) ho ormai imparato che sotto i banchi e i tavoli c'è appiccicato di tutto, quindi quando mi siedo controllo istintivamente se ci sia qualcosa, prima di muovere le mani a caso e ritrovarmi le mani impelagate nella cicca che il geometra che si è appena occupato della ristrutturazione del mio tinello attaccò lì nella sua beata gioventù studentesca, venticinque anni addietro. Un po' forzata pure la pistola sopra l'armadio, posto non solo banale (tanto che infatti i Regolatori la beccano; anche qui, sono portato facilmente a controllare, perché la parte superiore degli armadi si trova, in genere, proprio all'altezza dei miei occhi), ma anche difficile da raggiungere senza destare sospetti.

Ma tant'è: Mitch una pistola doveva pure riuscire a tirarla fuori e mica poteva ficcarsela nel sedere.

Morale: chissenefrega, si sorride, poi si va avanti, la scena funziona alla grande.

 

Fanno sorridere anche Kit e Tiger che si precipitano a testa bassa all'attacco e poi finiscono, giustamente, infilzati come polli. Ma anche qui sfumatura veniale, si tratta del dettaglio di una scena e non di una scena nel suo complesso. Forse il GLB dell'epoca d'oro li avrebbe fatti comportare più sensatamente; ma il GLB dell'età eroica ci fa vedere Tex che viene sorpreso alle spalle dieci volte in trenta pagine perché distratto dalla scollatura di Tesah, quindi direi pari e patta: si sorride, si va avanti, la scena funziona alla grande.

 

Ho notato anche i famosi complimenti delle storie di @borden: il giovane poliziotto, Mitch, i nostri... In effetti a un certo punto quasi speravo che entrasse in scena il signor Wolf:

 

 

:D

 

Finite le cose sciocche (ma come ha scritto giustamente @Leo, discutere con passione e precisione di assolute minuzie è proprio il bello di essere qui. A patto di essere consapevoli che di assolute minuzie si tratta, altrimenti si sprofonda nel delirio o nelle mie recensioni chilometriche che apparivano un decennio or sono sul Tex Willer Magazine, scusate la dittologia sinonimica), passiamo alle cose serie (serie, va be'... no, ho capito, niente precisazioni demenziali).

 

Una delle caratteristiche della scrittura di Boselli, come ripetiamo tutti, è la sua natura fogliettonesca, il giocare con le coincidenze, gli incastri e le simmetrie: quasi tutto torna, da buona prassi romanzesca. Ciò fa sì che talvolta le sue trame siano in linea teorica prevedibili, perché da lettore scafato sai che un autore scafato non ti ha messo quel dettaglio lì o quell'allusione a caso, ma che prima o poi avrà un senso preciso; e più vai avanti, più quel senso diventa chiaro, prima ancora di svelarsi. Però... qui riprendo quello che diceva @Diablero in un altro topic: l'autore bravo sa farti dimenticare tutto questo, sa prenderti nella storia e sa farti trovare bella, fresca e nuova l'agnizione finale del fratello creduto morto da anni che chiunque, già dall'inizio, sa essere il finale della commedia. Qui Boselli ci riesce alla grande: non appena ci viene detto che la Vedova è leggermente meno infame di quanto sembrasse all'inizio, siamo sicuri che morirà per sbaglio per mano dei suoi stessi compagni (siamo sicuri che non morirà volontariamente per mano loro perché è sì meno infame di quanto inizialmente prospettato, ma non mostra i segni di ravvedimento di molti altri personaggi di Boselli), ma quando ciò accade il nostro non è uno sbuffo e un: "Ettipareva", ma un sorriso; però non il sorriso di chi ha trovato una sbavatura, ma il sorriso complice del lettore verso un autore che ha sì fatto ciò che era romanzescamente prevedibile, ma l'ha fatto al meglio. E magari te l'ha anche fatto capitare in un momento in cui non ci pensavi più, o in cui non te l'aspettavi.

 

A me i fogliettoni non dispiacciono. Mi ci diverto, anche se in genere preferisco altro. Ho ad esempio una certa preferenza per le storie di genere che però a un certo punto si mostrano un po' sghembe, con improvvise irruzioni di realtà. Come quando l'autore caratterizza benissimo un personaggio e poi a un terzo del romanzo lo fa morire, per giunta in maniera banale. A volte un effetto simile nasce grazie a imprevedibili necessità redazionali. A me, ad esempio, piacque moltissimo la sequenza di Espectro nella recente "Gli schiavisti": lì si vede benissimo che Boselli a un certo punto ha allungato la storia a tre albi e si è inventato questa digressione che nella struttura della storia non ha minimamente senso... e la rende benissimo, da consumato prestigiatore che inserisce con naturalezza nel suo numero la sua assistente che inciampa e tira una culata per terra.

La scrittura di una storia avvincente è anche estro, improvvisazione. Il nostro adorato fumetto popolare, con i suoi spazi limitati di revisione, le pagine già disegnate che si possono ritoccare fino a un certo punto, è un ottimo esempio di come l'arte del narrare sia ancora qualcosa di molto simile a quello che facevano i canterini medievali, che spesso improvvisavano e se qualcosa veniva leggermente storto... poco male, sarà la forza stessa del racconto a portarci oltre, buona la prima, c'è un altro orco dietro la svolta del sentiero, Orlando.

 

Il 18/11/2021 at 12:12, Poe dice:

Quindi direi che è arrivato il momento per te di cominciare a leggere la serie "Tex Willer" e farci sapere - dall'alto di una maggiore, più matura e ponderata competenza letteraria e fumettistica:D - che ne pensi. B)

 

Ho letto solo la prima storia e mi ha conquistato, come scrissi all'epoca nel topic relativo.

La mia competenza letteraria e fumettistica è molto più ampia di una volta (fumettistica fino a un certo punto, però... come dico spesso a me i fumetti non piacciono. Mi piace Tex, mi piacciono i fumetti Disney, Asterix e poca altra roba. Ci sarebbero diverse serie a fumetti che vorrei leggere, come la Storia del West, il DyD di Sclavi, Ken Parker, Magico Vento etc., però non ho lo spazio), ma la mia scrittura si è inacidita e disseccata tanto che, ogni volta che arriva il mio compleanno, gli utenti del forum si stupiscono giustamente che io abbia trent'anni e non settanta.

  • +1 2
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  • 2 mesi dopo...

Questo periodicamente me lo rileggo...l'inizio con Kit ferito gravemente, e Tiger pesto col cappio al collo, è uno degli apici di drammaticità della serie tutta (ed è, appunto, solo l'inizio)... da qui si srotola un'avventura travolgente e densissima, dal New Mexico, al Colorado, a Frisco, fino alle isole al largo del Messico, per poi ricongiungersi a dove tutto è iniziato. MItch è un gran co-protagonista, tormentato e, all'occorrenza giustamente privo di scrupoli...i momenti (melo)drammatici, pochi ma intensi...Le sparatorie : sontuose ! Quella nella villa dei Regolatori, è a mio avviso tra gli apici "balistici" Texiani di sempre (se la gioca col finale Messicano di "Chinatown" e il lungo devastante assedio del "Ritorno di Montales"). Tex che scende il corrimano della scala sparando ; Mitch che spara appeso al lampadario ; il ciccione Shotgun Mojo crivellato di colpi...mi esaltano sempre a livelli estremi ! E che body-count, gente !;)

Ai disegni un Font grandioso (questa è l'opera che me lo rivelò) ovunque, ma soprattutto quando tratteggia una Frisco mai così sporca, fumosa, nebbiosa.

Uno dei miei Texoni preferiti.

Voto : 9

 

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  • 3 mesi dopo...

Ogni rilettura di questo Texone me ne fa ogni volta rivalutare al rialzo la qualità: trama di ampio respiro, curata da Mauro Boselli nei minimi particolari, grazie all'ottima gestione delle due principali sottotrame che si svolgono in parallelo e senza ostacolarsi a vicenda, valorizzata dall'ottima prova d'esordio ai disegni di Alfonso Font, capace di districarsi con la medesima maestria dagli sconfinati spazi del Sudovest alla tentacolare e caotica San Francisco, e di conciliare il suo classico tratto che fa molto "brutto, sporco e cattivo" con una oculata caratterizzazione dei personaggi con cui Tex e Carson hanno a che fare, dal pard d'occasione Mitch Anderson ai Regolatori (mi sovvengono, in particolare, le caratterizzazioni della faccia da schiaffi di Micky Cohen e del funereo Bud Miller, oltre che dell'affascinante ed ambigua Vedova).

 

Decisamente atipici, per quanto al contempo ben presenti nella saga e nella realtà storica del Vecchio Ovest, gli avversari per i nostri due pards: nientemeno che un'associazione di sicari a pagamento dotata di organizzazione capillare, con radici in tutto il West, se non in tutti gli Stati Uniti, abili e spietati nell'onorare i contratti di morte da essi sottoscritti, nonché bravi nel nascondersi agli occhi della legge grazie a comprovate capacità di agire con discrezione e sottotraccia, spesso nascondendosi dietro attività legali. La strada di Tex e Carson, implicati nella caccia a questi spietati assassini dopo che alcuni di loro hanno quasi ucciso Kit e Tiger Jack (che si trovavano per caso sul luogo di uno dei loro eccidi), si viene ad incrociare con quella del giovane Mitch, abile pistolero anch'egli sulle tracce dei Regolatori, colpevoli di avergli ucciso il padre dieci anni prima. Dopo averlo incontrato una prima volta in Colorado, ove il ragazzo riesce a farsi arruolare tra i Regolatori solo per arrivare a tiro di Micky Cohen (uno dei quattro assassini di suo padre) e propiziarne la morte, i due pards lo rincontrano tempo dopo a Frisco, dove Mitch è alla ricerca di Larry Dude, altro pezzo grosso dell'associazione ed altro responsabile della morte del padre.

 

Se fino a questo momento Tex e Carson hanno di fatto giocato di rimessa, mancando sempre di un soffio la possibilità di approfondire la conoscenza di Mitch, grazie a fortuite quanto tragiche circostanze - in primis un attentato ai danni loro, di Lefty Potrero e di Tom Devlin, che resta ferito - riescono nella sostanza a prendere le redini della vicenda, dapprima salvando Mitch dalle affascinanti grinfie della Vedova (alias Lisa, anch'ella a suo tempo coinvolta nell'omicidio del padre del ragazzo), e grazie a lui riescono a risalire a Dude, acciuffandolo nella fumeria d'oppio che usa come base operativa - molto glbonelliana la rissa che i due pards ed i forzuti della palestra Hercules vi scatenano :D -  e riuscendo a carpirne alcuni dettagli che si rivelano fondamentali per individuare il rifugio del gran capo dei Regolatori, tale mister Boydon.

 

Questi, individuo all'apparenza mingherlino e tale da poter passare tranquillamente per un banale commerciante, dirige l'organizzazione da un'isola al largo della Baja California, ambientazione quanto mai azzeccata che sa molto di spy story alla James Bond, dove si svolge la fase conclusiva e decisiva della vicenda, in un crescendo di adrenalina ed emozioni. La sparatoria che nasce tra i Nostri - cui si è aggiunto l'agente di polizia Tony Bamonte - è, effettivamente, uno dei momenti più "forti" dell'intera storia, tale da porre in secondo piano anche l'azione e le sparatorie in quel di Frisco: un pistolero dietro ogni angolo dell'imponente magione, colpi di pistola a getto continuo e repentini ribaltamenti di fronte, ma soprattutto ulteriori emozioni. Mitch riesce a risultare decisivo per neutralizzare Bud Miller - anch'egli sulla sua lista - e, soprattutto, con la morte della Vedova (quarta ed ultima degli assassini del padre) viene a conoscenza di un'insospettabile verità: anche suo padre era stato un Regolatore, per poi cercare di redimersi e venendo a causa di ciò ucciso dai quattro su ordine di Boydon, su fratello; la Vedova, innamorata di Clive Anderson ma al contempo ligia all'incarico affidatole, pur notando la presenza del piccolo Mitch aveva provveduto a salvargli la vita tacendo la circostanza ai complici. 

 

Pura accademia l'epilogo della storia, in quel di Città del Messico, ove Tex, Carson e Mitch riescono infine ad acciuffare Boydon, alias Nobody, alias Yuri Gromek, assicurandolo alla giustizia messicana e chiudendo la lunga ed affascinante vicenda. Mitch, ottenuta la sua vendetta, capisce cosa possa comportare una vita tra sparatorie ed omicidi, e decide di seguire l'esempio del padre scegliendo una tranquilla vita da rancher nel New Mexico.

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Mi sono sempre chiesto perché a questa storia non abbiano messo come titolo,  I regolatori.🤔🙋‍♂️

 

In effetti, sarebbe stato più di effetto.

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<span style="color:red">29 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

Mi sono sempre chiesto perché a questa storia non abbiano messo come titolo,  I regolatori.🤔🙋‍♂️

 

 

Sergio lo riteneva non comprensibile al grande pubblico.

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  • 1 anno dopo...

Quella pila di texoni (due pile) riesumata durante i lavori non è stata riposta ma è restata lì, in bella vista mia ma ahimè anche di mia moglie, che non lesina poco pacate e fracassanti proteste sul nuovo disordine nella stanza che si sarebbe dovuta sistemare. Però vuoi mettere che, grazie a quel disordine, ho potuto rigustarmi L'ultima Frontiera, una delle piu belle prove d'autore di Nizzi sulla saga?

 

In ordine assolutamente casuale, in base all'apparizione sulla pila, oggi ho protervamente perseverato nella lettura di questi vecchi texoni, incappando nientepopodimenoche nell'esordio di Boselli sulla collana del Tex Speciale, più amichevolmente detto Texone. E sono assolutamente d'accordo con Virgin quando dice che in questa storia c'è tutto e che tutto funziona. C'è l'elemento giallo (chi è Mitch? Perché suo padre è stato ucciso?), c'è l'azione (con una prima scena da brividi, con Kit che sembra essere stato ferito a morte, con Tiger pestato a sangue prima e poi urlante di dolore come una belva a cui stiano strappando l'anima), c'è il conturbante personaggio della Vedova (per nulla scontato il fatto che avesse voluto salvare, dieci anni prima, il figlio della sua vittima). Ci sono eccellenti cattivi, dal misterioso e astuto Boydon ai killers col sorriso sulle labbra (nella caratterizzazione dei quali Font eccelle, se si considera la resa grafica di analoghi assassini dai tratti sorridenti vista anche in Colorado Belle). 

 

La qualità della sceneggiatura è tale da rendere credibile anche la ricerca dei nostri, alla caccia di assassini misteriosi che dovrebbero essere a dire il vero introvabili. Ed invece, identikit perfetto a parte (esagerato il fatto che Angelo riconosca Mitch per un semplice disegno, fatto peraltro su narrazione indiretta, posto che nemmeno Tex e Carson avevano mai visto prima il giovane Anderson), tutto sembra incastrarsi perfettamente, non ci sono giri a vuoto o situazioni che appaiano eccessivamente improbabili. C'è una bella recherche dei nostri, alle prese con ottimi cattivi e con uno di quei personaggi rubascena tanto vituperati ed invece efficaci e, come in questo caso, memorabili. 

 

Grande esordio del Borden, non pago evidentemente di quanto aveva fatto, anni prima, sulla regolare, ma grande esordio anche di Font, disegnatore divisivo ma che il sottoscritto, pur non negando l'eccesso caricaturale di molte sue vignette (presente anche nel texone che sto commentando), semplicemente adora.

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