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TWF - Tex Willer Forum

[523/525] I Lupi Rossi


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Messaggi consigliati/raccomandati

<span style="color:red;">6 ore fa</span>, Magico Vento dice:

Ottima storia di Mauro Boselli, anche se, secondo me, non un capolavoro; non so, manca qualcosina per farla diventare un capolavoro, ma rimane comunque una storia bellissima.
Molto bello il flashback che narra la storia dei due ragazzi indiani: il cheyenne Colpo Coraggioso e il pawnee Cavallo Bianco. Ottimo il retroscena storico della vicenda. Ben ricostruite anche le culture delle tribù indiane (a parte il guerriero lakota che parla di "Manito":furiosi75:). I due ragazzi indiani sono caratterizzati in modo eccelso, e, anche se io simpatizzi di più per i "Dog soldiers" e gli Cheyennes, anche il pawnee è un ottimo personaggio che mi è piaciuto. Fantastico il rapporto di rispetto che è presente tra i due nemici.
Per quanto concerne la storia nel presente, ordinaria amministrazione per il ranger e i suoi pards. Azione e colpi di scena si susseguono rendendo assai avvincente la lettura. Bella la scena del processo-farsa e ottimo il finale. Ho apprezzato moltissimo anche come Boselli concluda la vicenda legata a Colpo Coraggioso e Cavallo Bianco. Quindi, ottima storia, ben sceneggiata da Boselli.
Riguardo ai disegni, i volti di Font non mi convincono, come al solito. Non male, però, le ambientazioni, i paesaggi e le scene d'azione.
Ottime le copertine di Villa.

 

Soggetto/Sceneggiatura: 9
Disegni: 7,5

 

I Lupi Rossi (forse l'avevo già scritto in passato ma ribadisco il concetto) è una delle migliori cose scritte da Boselli in assoluto insieme a Patagonia e Fort Apache.
Una o anche due spanne sopra storie ben più blasonate dai forumisti come Il Passato di Carson o gli Invincibili.

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  • 4 mesi dopo...

Non sono mai riuscito ad amare questa storia, e questa mia rilettura non fa eccezione. Non saprei dire perché, forse ci sono troppi personaggi, forse è un po lenta. La verità è che non saprei dire bene perché, e in questi casi preferisco glissare: ci sono storie che ti restano dentro, e altre che non fanno scoccare la scintilla. Qui non è scoccata. Per ora, in questa mia rilettura, ho potuto assaporare solo capolavori o grandi storie. Poi una storia divertente (quella di El Morisco) e due storie che non ho amato, l'ultima di Juan Raza e questa. Diciamo che il 500 non è partito come il 400...

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Leo dice:

Non sono mai riuscito ad amare questa storia, e questa mia rilettura non fa eccezione. Non saprei dire perché, forse ci sono troppi personaggi, forse è un po lenta. La verità è che non saprei dire bene perché, e in questi casi preferisco glissare: ci sono storie che ti restano dentro, e altre che non fanno scoccare la scintilla. Qui non è scoccata. Per ora, in questa mia rilettura, ho potuto assaporare solo capolavori o grandi storie. Poi una storia divertente (quella di El Morisco) e due storie che non ho amato, l'ultima di Juan Raza e questa. Diciamo che il 500 non è partito come il 400...

 

Insieme a Fort Apache, i Lupi Rossi è una delle cose migliori che Boselli abbia mai scritto sulla serie regolare.

Questione di punti di vista.

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46 minuti fa, gilas2 dice:

 

Insieme a Fort Apache, i Lupi Rossi è una delle cose migliori che Boselli abbia mai scritto sulla serie regolare.

Questione di punti di vista.

 

Ma infatti ho preferito glissare perché non saprei dire cosa non va o cosa non mi piace. Ci sono due personaggi intensi e tutto un contorno interessante. Inoltre, fino alla prima parte mi piace molto: è dopo lo stacco temporale che non mi ritrovo più: Loup Fork in mano a Quaile, North che pur non essendo più sceriffo fa le ronde notturne a difesa dei Pawnee; ripeto che non saprei cosa imputare a Boselli, che anzi racconta al solito una storia ambiziosa e non a caso apprezzata da tanti. Alcuni la antepongono pure, come te, a Il Passato di Carson, segno che ancora una volta Boselli centra l'obiettivo. Qui si entra nel soggettivo puro, come con Patagonia. È probabilmente anche inutile cercare di capire il perché di certe situazioni: ci sono scintille che scoccano e scintille che non lo fanno, e spesso la causa non sta nella storia ma nel fruitore della stessa.

Modificato da Leo
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Il mio "problema" è che fin dall'esordio sulla regolare con Thonga il tiranno non ho mai digerito e non sono mai riuscito a digerire Marcello come disegnatore, quindi sia il Passato di Carson che gli Invincibili che La Grande Invasione mi erano e mi rimangono assolutamente indigeste; la scintilla se non scocca, non scocca ;)

 

Poi ci sono appunto storie come questa, Fort Apache o, appunto, Patagonia, che hanno un'altra impostazione e tutto un altro 'respiro' quasi da kolossal cinematografico di stampo fordiano, che evidentemente mi si confà di più. :)

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A me la storia era piaciuta molto. Anche la struttura "passato-presente", che vede l'epilogo situato nel "presente texiano", mi piace. Piccola nota, a margine. In uno degli albi, il protagonista cheyenne, in visita nel villaggio dei Pawnee, pur provando stima per il giovane amico-rivale, manifesta tutto il suo disprezzo per i Pawnee. Bene. E' perfettamente verosimile, storicamente. Il lettore moderno legge e metabolizza facilmente la cosa, anzi, quasi non vi da' alcun peso. A me, però, ha fatta sempre una certa impressione e non capivo bene il perché. Però ora ho capito.

Proviamo ad immaginare se frasi del genere (rivolte a qualsiasi tribù o etnia) fosse stata fatta pronunciare ad un personaggio bianco... Sarebbe stata dura presentarlo come un personaggio, nonostante tutto, positivo. E' uno dei "paradossi dell'antropologo": massima comprensione, tolleranza, se non apprezzamento, per usanze e civiltà esotiche, spietata critica e autoflagellazione per la propria civiltà.

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21 ore fa, Leo dice:

Non sono mai riuscito ad amare questa storia, e questa mia rilettura non fa eccezione. Non saprei dire perché, forse ci sono troppi personaggi, forse è un po lenta. La verità è che non saprei dire bene perché, e in questi casi preferisco glissare: ci sono storie che ti restano dentro, e altre che non fanno scoccare la scintilla. Qui non è scoccata. Per ora, in questa mia rilettura, ho potuto assaporare solo capolavori o grandi storie. Poi una storia divertente (quella di El Morisco) e due storie che non ho amato, l'ultima di Juan Raza e questa. Diciamo che il 500 non è partito come il 400...

 

 

Ecco, le tue "recensioni" negative, due, sinora, sono deludenti perché non motivate. Non ti piacciono. Punto. Non è granchè, come critica. ^_^

Forse sei stanco per la rilettura integrale! Riposati!

Leggi qualche altro autore come intervallo!

 

Modificato da borden
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12 ore fa, Leo dice:

North che pur non essendo più sceriffo fa le ronde notturne a difesa dei Pawnee

Le fa perché non tollera che la città sia in mano ai disonesti...in questo non vi trovo nulla di male, essendo stato anche comandante del Pawnee Battalion oltre che sceriffo non riesce a starsene con le mani in mano...

Molto bello il topos dei coloni venuti dall'Europa che stabiliscono con gli anni ottimi rapporti coi Pawnee...il vero "melting pot"

Un piccolo inciso sull inizio.quando il Pawnee e il Sioux cambiano nome per le loro prime gesta,mi suonano nella mente le splendide note del capolavoro di De Andrè "Coda di Lupo": "rubai il primo cavallo e mi fecero uomo,cambiai il mio nome in Coda di Lupo...cambiai il mio pony con un cavallo muto"

La scena iniziale dell episodio è pura poesia ed è bellissima.come la canzone di Fabrizio,una delle sue migliori...

 

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

 

 

Ecco, le tue "recensioni" negative, due, sinora, sono deludenti perché non motivate. Non ti piacciono. Punto. Non è granchè, come critica. ^_^

Forse sei stanco per la rilettura integrale! Riposati!

Leggi qualche altro autore come intervallo!

 

 

Ok, accetto il consiglio. Non le ho motivate perché, soprattutto per la seconda, non ho mai capito cosa non scatti in me. È una bella storia, due bei personaggi, però... comunque rifiato qualche giorno, per poi riprendere con più slancio ;)

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  • 1 anno dopo...

Storia recuperata in  versione "Le grandi storie di Tex" di Repubblica.

Si vede che è stata scritta con intenti ambiziosi, ma, come di rado mi capita, ho faticato a finirla, trovandola verbosa e alquanto prolissa, con una vicenda che, pur essendo classicamente western (tra boss che spadroneggiano in città, carovane, indiani, ecc.), come quelle che apprezzo maggiormente, non mi ha coinvolto appieno, come anche il rapporto sullo sfondo tra Cavallo Bianco e Colpo Coraggioso, sulla cui natura più profonda Sigmund Freud avrebbe avuto forse qualcosa da dire.

Buoni i disegni di Font, ma, come sempre mi capita con questo disegnatore, non riesco ad apprezzarne appieno il tratto, specie per quanto riguarda il modo di rappresentare Tex e i pards. In particolare ho trovato, in alcune vignette, un Carson rappresentato in modo per me troppo caricaturale nelle sue espressioni.

 

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  • 3 mesi dopo...

Concordo con chi mette quest' avventura ai livelli di "Il passato di Carson. 

Il primo albo incentrato sulla giovinezza dei personaggi e sulle guerre nelle grandi pianure, lungi dal costituire un prologo, resta per me la parte migliore, un magistrale romanzo di formazione.

Font non mi fa impazzire ma in queste pagine sembra davvero di sentire l'odore di prateria e dei bivacchi.

Tex e Tiger Jack fanno la loro bella figura e un personaggio storico come North incuriosisce parecchio.

Con il ritorno al presente le atmosfere si fanno più crepuscolari mantenendo inalterata la loro bellezza e non mancano momenti di tensione, ben caratterizzati anche da personaggi minori come lo sceriffo.

La storia perde un po' di mordente e diventa prolissa solo nella parte finale, perché in sostanza il processo a un semplice sgherro di Dutronc diventa il motore degli eventi, anche se ho apprezzato ancora una volta la veridicità storica, per cui la "giustizia di frontiera" all'epoca veniva amministrata in saloon improvvisati a tribunali proprio come quelli descritti da Boselli.

Un po' veloce la "conversione" di Colpo Coraggioso, ma mentre tutto sembrava volgere in tragedia, un happy ending come questo ogni tanto non guasta!

In sostanza, la storia resta appena al di sotto di un capolavoro, a mio avviso avrebbe meritato lo spazio di un albo in più per poter sviluppare meglio il finale.

 

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  • 2 mesi dopo...

Ottima storia, riletta a cavallo tra ieri ed oggi. 

Due personaggi principali davvero ben caratterizzati ed affascinanti e la presenza dei 4 pards ben gestita e valorizzata. 

Non concordo con chi dice che Tex non sia centrale. Semmai non si prende sempre tutta la scena, ma mi pare molto realistico. Con una guerra indiana e l'esercito di mezzo davvero si può pensare che un solo uomo faccia e dica tutto?

Sarebbe quasi ridicolo. Ma Tex c'è eccome e svolge sempre un ruolo molto importante.

Concordo sull'unica pecca, forse non serviva riesumare Quayle o come si scrive, un cattivo davvero dimenticabile e come tanti nella storia di Tex. L'ultimo dei balordi promosso quasi a cattivo principale, mi pare una scelta un po' debole ma che non va ad influire sulla bellezza della storia.

Bei disegni, soprattutto suggestivi nelle scene con ambienti aperti (montagne e praterie). 

 

Soggetto 7.5 (nonostante alcuni elementi parecchio classici)

Sceneggiatura 8

Disegni 7.5

 

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  • 3 mesi dopo...

Ho appena finito di rileggere questa storia nella versione "Bonelli Digital Classic" in HD dopo averla letta un'unica volta ai tempi dell'uscita quasi 20 anni fa.

Una storia epica, ricca di personaggi iconici (Colpo Coraggioso su tutti), con tutti e quattro i pards e ricca di scene "alla Tex", vedi la devastazione del magazzino di Dutronc e lo sganassone rifilato allo sceriffo. La coralità della vicenda, come tipico nelle storie di Boselli, c'è e si sente, ma non si ha la percezione che Tex sia in secondo piano perché alla fine, ciò che conta, è che agisca come Tex e che le sue azioni portino avanti la storia. 

Che non sia passivo e si comporti come uno qualsiasi, insomma.

Sul versante disegni, ammetto di non essere mai stato un grande amante di Font (ne riconosco l'immensa bravura, ma non fa per me), benché questa sia senza dubbio fra le sue prove migliori, soprattutto nella prima parte con la guerra nella prateria. 

Forse è la questione disegni che mi impedisce di mettere questa storia alla pari dei grandi classici di Boselli del periodo, però rimane comunque un'ottima avventura. 

Conto di non far passare altri 20 anni prima di rileggerla.

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  • 11 mesi dopo...

Una delle migliori storie di Boselli, ormai un classico, anche se non è mai stata raccolta in un unico volume dalla casa editrice (e sarebbe il caso, visto che tra l’altro inizialmente era destinata a un Maxi).

La prima parte è quella più bella e originale, un intreccio di tre flashback narrati rispettivamente da Tiger, Cavallo Bianco e Tex, che raccontano la rivalità tra lo Skidi Pawnee Cavallo Bianco e il Cheyenne Colpo Coraggioso, nemici tra loro ma accomunati da un identico senso dell'onore e del coraggio e - secondo lo sciamano  pawnee - uniti dal destino (“fratelli nella terra delle ombre… il legame che c’è tra voi appartiene al regno degli spiriti”).

Il tutto in un contesto storico di guerre indiane rigoroso.

 

La seconda parte è più tradizionale e glbonelliana (con tanto di incendio notturno al magazzino del pezzo grosso e suo maltrattamento, come secondo tradizione texiana), forse un po’ meno avvincente ma sempre ottima: molti anni dopo Tex e i pards tornano per proteggere i Pawnee (passati da preziosi alleati a fastidioso intralcio sulla via del progresso) dalle mire dello spregiudicato agente indiano Quayle che, insieme al corrotto sceriffo e al mercante Dutronc, trama per impossessarsi delle loro terre.

Per fortuna i Nostri ritrovano i vecchi compagni di avventure invecchiati ma sempre onesti e leali nel difendere gli amici Pawnee: FranK North, la famiglia Dolan, ecc. Tanti sono i personaggi a cui il lettore si affeziona subito e che contribuiscono a dare luce a una storia che esprime energia e vitalità dall’inizio alla fine.

 

Poteva essere un' avventura amara e crepuscolare sulla decadenza dei fieri indiani delle pianure sconfitti dall’avida civiltà dei bianchi, invece il finale, con l’alleanza tra gli antichi rivali Cavallo Bianco e Colpo Coraggioso, fa sperare in un futuro meno negativo per loro  (”Perché in tutti questi anni ho avuto temo per pensare, - dice Colpo Coraggioso - e ho capito che noi uomini rossi avremmo dovuto essere fratelli… se voi Pawnee vi siete alleati con i bianchi è sta anche colpa nostra”).

Mentre per Quayle il tempo sembra non essere trascorso, visto che rimane il vigliacco e gretto personaggio di sempre che ha solo fatto carriera diventando un disonesto agente indiano senza scrupoli, per gli antichi avversari indiani il passare del tempo alla fine ha portato saggezza e una insperata collaborazione contro i veri nemici.  

Voto: 8,5.

Modificato da Poe
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