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TWF - Tex Willer Forum

Interviste Agli Autori


ymalpas
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<span style="color:red;">17 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Ma sì, mi riferisco a questo, naturalmente.:lol: Non ci sono altri forum di Tex degni di nota.

E si capisce anche a chi ti riferisci :lol:

<span style="color:red;">4 minuti fa</span>, Grande Tex dice:

credo non sia più attivo( e meno male) 

La pluralità è un bene. 

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6 minuti fa, Loriano Lorenzutti dice:

pluralità è un bene. 

sì, ma è che quelli dell'altro forum non erano granchè come educazione verso gli autori

Modificato da Grande Tex
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Peccato che l'ipotetico romanzo di Borden sia destinato a sbiadire nel cassetto. Già dalle poche anticipazioni sfuggitegli, la mia curiosità è schizzata alle stelle. Zafon, l'ambientazione in una città misteriosa tipo Praga, il genere gotico: tutti aspetti che mi inducono a pensare che, rielaborati da un narratore talentuoso del suo calibro, possano garantire un'opera di notevole spessore. Spero ci ripensi e si decida a concluderlo, di certo la mia copia è assicurata. :)

 P.s. Intervista davvero interessante, è stato un piacere sentirla. 

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  • 2 settimane dopo...
<span style="color:red;">4 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Ehm... ti è forse sfuggito il Color dello scorso novembre?

Ehmmmm Carlo se guardi l'intervista fino alla fine capisci cosa interndo per Tex  di  Aldo Di Gennaro.

Il Color è gia tra le mie mani.

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  • 2 mesi dopo...
<span style="color:red">36 minuti fa</span>, ymalpas dice:

Interessante intervista di Nizzi di qualche mese fa:

 

https://www.industrienerd.it/2020/12/14/due-chiacchiere-con-claudio-nizzi/

 

Bella intervista. Sul suo giudizio sul Tex odierno non si smentisce mai...

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La frase di Nizzi nell'intervista che, però, lascia perplessi è questa:

 

"La texianità ... [è il] ripetersi identico delle situazioni: le bevuta al saloon, la mangiata al ristorante (con un menu  molto monotono), le  cavalcate, il guado, la sosta notturna attorno al fuoco del bivacco, il rito del caffé, le lunghe chiacchierate, sempre con le stesse parole, con le stesse esclamazioni. La  texianità è un bagno tiepido in cui il lettore si immerge ogni mese quando apre il  nuovo albo, sperando di trovarci quei sapori che ben conosce e che desidera siano sempre gli stessi."

 

Non so quanti lettori di Tex si riconosco in questa immagine. Io sinceramente no...

 

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  • Sceriffi

Qui dentro forse no, ma fuori di sicuro si. Ogni Week End, quando apro a scrocco qualche sito o su qualche social dei gruppi su Tex, vedo gente che posta foto di Bistecche e patatine, o che dice: "Bistecca Alta tre dita! Farebbe invidia anche a Carson!" "Che pinta di Birra! Fresca come piace ai Pards"...... E sono un campione molto più rappresentativo del nostro. Io più o meno mi ci ritrovo, se ogni tanto quei cliché vengono inseriti all'interno di una storia, io sono contento, ma se non li trovo, di certo non affosso la storia. Comunque, mi ha colpito questo "Politically incorrect" di Nizzi. Si sapeva già, ma qui lo si nota ancora di più: "Non mi erano piaciute le prove che Font aveva presentato" "Erano nato degli screzi con Sergio"... O tutto il parere sul Tex di oggi (condivido il parere sulla mancanza di umorismo), che non è negativo, ma di certo non è solo positivo. Intervista molto bella. 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

 

Bella intervista. Sul suo giudizio sul Tex odierno non si smentisce mai...

Sì molto interessante. Credo che per molti lettori basti trovare i vecchi sapori, per altri invece no. Il punto è che il filone è stato spolpato(sono più di settant'anni) quindi ci vogliono idee ma senza tradire più di tanto le caratteristiche principali di Tex. Il compito è arduo, ma se Sergio Bonelli era pessimista sugli spunti e sul raschiare il barile all'epoca, credo che il tempo gli abbia dato torto. Grazie a Nizzi e soprattutto Boselli. Spero che il tempo possa dare torto anche ai lettori pessimisti.

 

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3 hours ago, Poe said:

La frase di Nizzi nell'intervista che, però, lascia perplessi è questa:

 

"La texianità ... [è il] ripetersi identico delle situazioni: le bevuta al saloon, la mangiata al ristorante (con un menu  molto monotono), le  cavalcate, il guado, la sosta notturna attorno al fuoco del bivacco, il rito del caffé, le lunghe chiacchierate, sempre con le stesse parole, con le stesse esclamazioni. La  texianità è un bagno tiepido in cui il lettore si immerge ogni mese quando apre il  nuovo albo, sperando di trovarci quei sapori che ben conosce e che desidera siano sempre gli stessi."

 

Non so quanti lettori di Tex si riconosco in questa immagine. Io sinceramente no...

 

 

Beh, descrive perfettamente il SUO Tex, quello che ha scritto per tanti anni e che scrive anche ora. E che non ha nulla a che vedere con quello di GL Bonelli...

 

Io ho notato un'altra frase che mi ha fatto un po' girare le scatole...

" Altra osservazione: Tex non aveva mai compiuto tante stragi come fa oggi. Qui forse entra davvero in ballo la mia età avanzata, che mi porta a preferire i film  western classici a quelli superviolenti di oggi. Può darsi che i lettori odierni  richiedano alti tassi di violenza, ma, certo, la violenza è anche una scorciatoia troppo facile per risolvere le situazioni."

 

Come al solito, Nizzi fa le cose e poi le attribuisce agli altri. Come attribuisce a Bonelli il tuo Tex ripetitivo e soporifero, così parla di "stragi" nelle storie degli altri autori. Quando le sue ultime storie sono piene di pagine e pagine dedicata ad ammazzamenti in serie di decine di indiani, a livelli tanto paradossali da diventare ridicoli

Ne parlavo qui:

http://texwiller.ch/index.php?/topic/5053-714715-la-rupe-del-diavolo/&do=findComment&comment=157493

 

E nella storia precedente, Tex ammazza qualcosa come 50-60 indiani, uno per uno, pagina dopo pagina, per un sacco di pagine.

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Mah, la cosa del bagno tiepido ecetera eccetera non è certo la prima volta che la dice, e credo abbia in gran parte ragione. E' vero, anche io ogni volta che apro un social e mi appaiono aggiornamenti dalle pagine dedicate a Tex, trovo bivacchi, bistecche et similia. Ricordiamo che il lettore di Tex è, di solito, agèe e ipertradizionalista, e necessita delle solite atmosfere, frasi e situazioni. Nizzi ha cucinato gli stessi ingredienti con risultati eccelsi per anni.

Per il resto si, sempre scorretto, e questo devo dire che potrà fare incazzare qualcuno alla Bonelli, ma è molto divertente da leggere. Il giudizio sul Tex odierno non lo vedo così negativo. Si sa che predilige un Tex molto legato alla tradizione, ma lascia aperto il giudizio sulle variazioni odierne dandosi anche del "vecchietto". Mi piace che si metta a disposizione del Bos nel modo che dice...altri molto quotati non lo fanno, come abbiamo già detto mille volte. E parliamo di celebrati sceneggiatori che però su Tex non hanno fatto nulla o quasi. Nizzi, che su Tex ha fatto una parte consistente della storia, ha l'umiltà di accettare alla sua età ogni cosa di buon grado.

 

Detto questo, su come tutto ciò si tradurrà in termini di qualità resto molto dubbioso.

La storia dell'ultimo maxi è più che sufficiente, apprezzabile nei dialoghi ma sostanzialmente dimenticabile. Quelle precedenti non mi sono piaciute, se non in qualche parte.

 

Comunque bella intervista, come sempre senza peli sulla lingua.

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6 minutes ago, valerio said:

Mah, la cosa del bagno tiepido ecetera eccetera non è certo la prima volta che la dice, e credo abbia in gran parte ragione. E' vero, anche io ogni volta che apro un social e mi appaiono aggiornamenti dalle pagine dedicate a Tex, trovo bivacchi, bistecche et similia. Ricordiamo che il lettore di Tex è, di solito, agèe e ipertradizionalista, e necessita delle solite atmosfere, frasi e situazioni. Nizzi ha cucinato gli stessi ingredienti con risultati eccelsi per anni.

 

E infatti...   quello è il SUO pubblico.

 

Tempo fa Boselli mi aveva detto che non ho capito che per molti QUELLO è Tex. TUTTI o quasi quelli che hanno iniziato a leggere Tex dagli anni 80 in poi (quindi, quelli che oggi hanno meno di 50 anni circa) hanno iniziato con il Tex di Nizzi. Per loro Tex è QUELLO. (e magari, come capita con Grande Tex, quando poi leggono il Tex di Bonelli e Galep dicono "ma cos'è stà roba?")

 

Chi pensi di trovare su Facebook? I vecchietti che ancora ricordano GL Bonelli? Quelli sono ancora su blog e forum, o non ci vanno proprio su internet!

 

No, non è che non l'ho capito. È che la cosa mi fa incavolare. È come se orde di ragazzini che hanno iniziato con Episode One a guardare Star Wars affollassero i social a dire "Anakin è un ragazzino. Chi cavolo è questo Darth Fener di cui straparlare? Sicuramente non è figo come un bambino che fa le corse con gli sgusci!" :lol:

 

Perchè la storia è storia, chi ha creato cosa è scritto nella pietra (e nella carta e nella memoria). Se uno ha "scoperto" il rock l'altro ieri, non è che può dire che è nato l'altro ieri, e prima non c'era niente...

 

 

 

 

----------

Oh, per essere più espliciti:

1) Nizzi può ripetere quella balla tutte le volte che vuole

2) I suoi "fans" su Facebook possono applaudire quanto gli pare

3) Chi vuole può continuare a ripetere "sì, ha ragione, anche Bonelli faceva sempre le stesse storie, "il grande Re" è identico a "terra promessa" che è "uguale uguale al "figlio di Mefisto", e anche lui riempiva i tre quarti delle storie di battutine sulle patanine fritte". C'è libertà di dire anche minchiate.

 

Ma tutto questo non lo rende meno falso.

 

Carta canta. Le storie sono lì. E sono pietre. Basta leggerle e se vuoi, capisci subito che ha detto una minchiata.

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<span style="color:red">7 minuti fa</span>, Diablero dice:

 

E infatti...   quello è il SUO pubblico.

 

Tempo fa Boselli mi aveva detto che non ho capito che per molti QUELLO è Tex. TUTTI o quasi quelli che hanno iniziato a leggere Tex dagli anni 80 in poi (quindi, quelli che oggi hanno meno di 50 anni circa) hanno iniziato con il Tex di Nizzi. Per loro Tex è QUELLO. (e magari, come capita con Grande Tex, quando poi leggono il Tex di Bonelli e Galep dicono "ma cos'è stà roba?")

 

Chi pensi di trovare su Facebook? I vecchietti che ancora ricordano GL Bonelli? Quelli sono ancora su blog e forum, o non ci vanno proprio su internet!

 

No, non è che non l'ho capito. È che la cosa mi fa incavolare. È come se orde di ragazzini che hanno iniziato con Episode One a guardare Star Wars affollassero i social a dire "Anakin è un ragazzino. Chi cavolo è questo Darth Fener di cui straparlare? Sicuramente non è figo come un bambino che fa le corse con gli sgusci!" :lol:

 

Perchè la storia è storia, chi ha creato cosa è scritto nella pietra (e nella carta e nella memoria). Se uno ha "scoperto" il rock l'altro ieri, non è che può dire che è nato l'altro ieri, e prima non c'era niente...

 

 

 

 

----------

Oh, per essere più espliciti:

1) Nizzi può ripetere quella balla tutte le volte che vuole

2) I suoi "fans" su Facebook possono applaudire quanto gli pare

3) Chi vuole può continuare a ripetere "sì, ha ragione, anche Bonelli faceva sempre le stesse storie, "il grande Re" è identico a "terra promessa" che è "uguale uguale al "figlio di Mefisto", e anche lui riempiva i tre quarti delle storie di battutine sulle patanine fritte". C'è libertà di dire anche minchiate.

 

Ma tutto questo non lo rende meno falso.

 

Carta canta. Le storie sono lì. E sono pietre. Basta leggerle e se vuoi, capisci subito che ha detto una minchiata.

Capisco il tuo punto di vista ma non ne farei un gran problema. Non è possibile che per 70 anni e riprendendo un personaggio scritto da altri, si debba stare sempre sugli stessi binari. Il Tex di Nizzi per anni è rimasto piuttosto fedele all'originale (con l'aggiunta di spruzzate di poliziesco e una maggiore, e deliziosa, ironia nei dialoghi e nelle situazioni), poi Nizzi ha comunque delineato un personaggio facilmente riconoscibile (nel bene e nel male), così come Boselli o chiunque altro scriva ci mette del suo. Io ho cominciato con Bonelli, negli anni 70, Nizzi addirittura l'ho proprio saltato a piedi pari visto che smisi di comprare il fumetto proprio nel periodo Nizziano (che poi ho recuperato solo anni dopo), e ho ripreso quando Nizzi se ne era ormai andato e quindi ho ripreso con Boselli.

Questo per dire che il mio Tex non è quello di Nizzi. E' quello di Bonelli e poi di Boselli, ma non ci vedo nulla di strano ad apprezare il Tex di Nizzi, che è anzi un Tex molto importante (e lo vediamo anche nel fatto che ogni classifica delle storie migliori vede anche molte opere di Nizzi ai primissimi posti), anche se tu non la pensi così.

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<span style="color:red">11 minuti fa</span>, Diablero dice:

Chi pensi di trovare su Facebook? I vecchietti che ancora ricordano GL Bonelli? Quelli sono ancora su blog e forum, o non ci vanno proprio su internet!

Si vede, che non controlli quei gruppi. Non è un colpa, io non li vorrei controllare, solo che in questo periodo non c'è nulla da fare.... Comunque, su quei gruppi, il 75% delle persone ricorda con affetto SOLO Bonelli e Galep. Basta vedere le foto di disegnini che postano. Quando c'è il disegno super curato, magari fatto da un Fan i Like sono tanti, quando mettono il disegno in bianco nero di Galleppini, con Tex in primo piano, tutto sproporzionato e dietro un Totem ed una capanna, i mi piace schizzano alle stelle. Le persone che popolano quei gruppi, hanno un'età media alta, molto alta.

<span style="color:red">17 minuti fa</span>, Diablero dice:

3) Chi vuole può continuare a ripetere "sì, ha ragione, anche Bonelli faceva sempre le stesse storie, "il grande Re" è identico a "terra promessa" che è "uguale uguale al "figlio di Mefisto", 

Cosa c'entra?  Paragoni storie con Tematiche Fantasy e non, a storie(elle) normali, puramente Western. 

<span style="color:red">21 minuti fa</span>, Diablero dice:

e anche lui riempiva i tre quarti delle storie di battutine sulle patanine fritte".

Quindi in una storia di 280 pagine, 70 sono di patatine fritte? Interessante, non ci avevo mai fatto caso.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, MacParland dice:

Comunque, mi ha colpito questo "Politically incorrect" di Nizzi.

fa bene, io ne ho piene le tasche del buonismo televisivo e da salotto...

sulle cose che dice sono abbastanza d'accordo. Non mi sembra manchi di rispetto a nessuno. 

faccio un esempio che mi è capitato proprio oggi: un collega mi ha regalato quattro texoni (che per altro avevo già), diecendomi che sono i preferiti suoi e del padre novantenne (il mio collega ne ha sessanta). Due lettori classici, cheora leggono sporadicamente Tex ma lo conoscano da una vita.Ebbene, i quattro Texoni sono tutti e 4 di Nizzi...ora, voglio dire: ciò non fa statistica, ovviamente, ma lo stile "classic" e linerae di Nizzi piace moltissimo a una buona fetta di lettori, è la verità: gente che in mezzo alla Gazzetta legge Tex e Quattro Ruote. è stato detto un milione di volte. Sono loro che tengono in vita la serie, non noi.

<span style="color:red">31 minuti fa</span>, Diablero dice:

E infatti...   quello è il SUO pubblico.

 

e meno male, scusa...se no Tex venderebbe sicuramente meno copie...

<span style="color:red">22 minuti fa</span>, valerio dice:

Questo per dire che il mio Tex non è quello di Nizzi. E' quello di Bonelli e poi di Boselli, ma non ci vedo nulla di strano ad apprezare il Tex di Nizzi, che è anzi un Tex molto importante (e lo vediamo anche nel fatto che ogni classifica delle storie migliori vede anche molte opere di Nizzi ai primissimi posti), anche se tu non la pensi così.

il mio Tex è quello di GLB...apprezzo Nizzi, per la capacità di sceneggiatore, mi piace il suo stile "nazional popolare" ma apprezzo ancor di più l''ultimo Tex di Boselli, che soprattutto in Tex Willer sta facendo un ottimo lavoro, superandosi.

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2 minutes ago, Barbanera said:

fa bene, io ne ho piene le tasche del buonismo televisivo e da salotto...

sulle cose che dice sono abbastanza d'accordo. Non mi sembra manchi di rispetto a nessuno. 

faccio un esempio che mi è capitato proprio oggi: un collega mi ha regalato quattro texoni (che per altro avevo già), diecendomi che sono i preferiti suoi e del padre novantenne (il mio collega ne ha sessanta). Due lettori classici, cheora leggono sporadicamente Tex ma lo conoscano da una vita.Ebbene, i quattro Texoni sono tutti e 4 di Nizzi...ora, voglio dire: ciò non fa statistica, ovviamente, ma lo stile "classic" e linerae di Nizzi piace moltissimo a una buona fetta di lettori, è la verità: gente che in mezzo alla Gazzetta legge Tex e Quattro Ruote. è stato detto un milione di volte. Sono loro che tengono in vita la serie, non noi.

 

Ma io non sto contestando il fatto che a tanti lettori piaccia rileggere sempre le stesse cose, come dice Nizzi, farsi cullare in una specie di sonno, in cui non devono trovare nulla di nuovo, nulla che richieda un ragionamento o una certa soglia di attenzione. (e qui, mi pare strano che Nizzi è "senza peli sulla lingua" e "politicamente scorretto" PARLANDO DEI SUOI LETTORI, e dandone quella descrizione ben poco lusinghiera... e viene lodato per questo proprio dai suoi lettori! Forse per loro è lusinghiera, boh...)

 

Il fatto che esistano è innegabile. A parte che parlano e postano, se non esistesse quel pubblico non si spiegherebbe il successo del 99% dei programmi televisivi...

 

La parte che contesto io, è il fatto che ANCHE LE STORIE DI GL BONELLI FOSSERO TUTTE UGUALI COME DICE LUI.

 

E questa non è "una questione di opinioni". Non è una "votazione a maggioranza" o un "sondaggio". Questa è una cosa OGGETTIVA in cui le convinzioni NON CONTANO UN CAVOLO. Se il 99.999999 della gente al mondo crede che "Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto" sia una citazione di DANTE, questo NON la rende una citazione di Dante! Rimane comunque una citazione di Topolino!

 

Una cosa falsa è una cosa falsa. Anche se il pubblico di Nizzi la crede vera.

 

 

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6 ore fa, Diablero dice:

 

Beh, descrive perfettamente il SUO Tex, quello che ha scritto per tanti anni e che scrive anche ora. E che non ha nulla a che vedere con quello di GL Bonelli...

 

Io ho notato un'altra frase che mi ha fatto un po' girare le scatole...

" Altra osservazione: Tex non aveva mai compiuto tante stragi come fa oggi. Qui forse entra davvero in ballo la mia età avanzata, che mi porta a preferire i film  western classici a quelli superviolenti di oggi. Può darsi che i lettori odierni  richiedano alti tassi di violenza, ma, certo, la violenza è anche una scorciatoia troppo facile per risolvere le situazioni."

 

Come al solito, Nizzi fa le cose e poi le attribuisce agli altri. Come attribuisce a Bonelli il tuo Tex ripetitivo e soporifero, così parla di "stragi" nelle storie degli altri autori. Quando le sue ultime storie sono piene di pagine e pagine dedicata ad ammazzamenti in serie di decine di indiani, a livelli tanto paradossali da diventare ridicoli

Ne parlavo qui:

http://texwiller.ch/index.php?/topic/5053-714715-la-rupe-del-diavolo/&do=findComment&comment=157493

 

E nella storia precedente, Tex ammazza qualcosa come 50-60 indiani, uno per uno, pagina dopo pagina, per un sacco di pagine.

 

 

Come al solito ti stringerei la mano, pard!  E' il  passaggio che ha fatto più incacchiare me, perchè chiaramente porta acqua al suo mulino, ma, in questo caso, falsificando la realtà.

 

Il resto dell'intervista è interessante e piacevole. Niente in confronto a un'altra rilasciata poco prima in cui affermava che per fortuna tornava lui, perché nessuno sapeva scrivere Tex inel momento attuale. Quella era difficile da digerire. Ma l'abbiamo perdonato... Qui è stato più diplomatico, dai!

 

 

Modificato da borden
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

Chi vuole può continuare a ripetere "sì, ha ragione, anche Bonelli faceva sempre le stesse storie, "il grande Re" è identico a "terra promessa" che è "uguale uguale al "figlio di Mefisto", e anche lui riempiva i tre quarti delle storie di battutine sulle patanine fritte". C'è libertà di dire anche minchiate.

 

Non mi sembra dica questo. Non dice che Bonelli faceva sempre le stesse storie, ma che intercalava nelle stesse modi di dire e situazioni abbastanza frequenti (la mangiata al saloon, le chiacchiere al bivacco) perché questo tipo di situazioni fanno sentire il lettore "a casa". Tex come "bagno tiepido in cui immergersi", oltre che una bella similitudine, è una dichiarazione di intenti, la manifestazione di una Poetica (la sua), che può essere abbastanza condivisibile (a patto di non abusarne) e che comunque è ben accetta da un certo tipo di pubblico, cioè un pubblico più ruspante, meno cervellotico, che non  vedo perché, come dici tu, dovrebbe offendersi per questa definizione.

Purtroppo sto lavorando e ho approfittato di un momento di down della rete per scrivere questo post, senza rileggere l'intervista, ma l'ho letta ieri e mi pare che le sue dichiarazioni siano queste, non quella che Glb scrive sempre le stesse cose... magari mi sbaglio...

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4 ore fa, Diablero dice:

magari, come capita con Grande Tex, quando poi leggono il Tex di Bonelli e Galep dicono "ma cos'è stà roba?")

con me caschi male 

Io ho iniziato con Glb e prendo sempre il suo Tex come esempio

A questo punto, forse sei tu a doverti fare due domande

4 ore fa, Diablero dice:

Basta leggerle e se vuoi, capisci subito che ha detto una minchiata.

non ha detto che le storie sono tutte uguali: togliti i prosciutti dagli occhi, neanche l' uomo con la frusta è uguale alla tigre nera

Dice solo che ci sono le stesse atmosfere, ed ha ragione, perchè in qualsiasi storia di Tex scritta bene, e non troppo atipica, dal Grande Re alla Terra Promessa a Manhattan, ci sono le stesse atmosfere

Nizzi non ga mai detto che Glb scriveva storie tutte uguali: questo è un errore tipico di molti antinizziani che hanno frainteso il significato delle sue parole

Modificato da Grande Tex
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12 ore fa, Diablorojo82 dice:

Sì molto interessante. Credo che per molti lettori basti trovare i vecchi sapori, per altri invece no. Il punto è che il filone è stato spolpato(sono più di settant'anni) quindi ci vogliono idee ma senza tradire più di tanto le caratteristiche principali di Tex.

non è vero. Se un autore è in gamba e si documenta BENE può trovare ancora MILIONI di spunti.Non servono solo i libri e i film, basta consultare la cartina geografica a volte...il Texas (la patria di Tex) offre una milionata di spunti da seguire, idem il Messico, il Canada...tante volte se pensi ad un paesaggio partricolare, ad una tribù indiana, ad un personaggio storico riesci a trovare  quello che io chiamo il "break point", il pitch...e costruisci intorno una storia. la fantasia è una miniera inesauribile, sconfinata...come la grandezza di Tex che non ha confini. 

gà solo il filone della Guerra Civile offre potenzialmente moltissimi spunti interessanti...filone poco sfruttato, per altro...

 

2 ore fa, Leo dice:

Non mi sembra dica questo. Non dice che Bonelli faceva sempre le stesse storie, ma che intercalava nelle stesse modi di dire e situazioni abbastanza frequenti

esatto... la grandezza eterna di GL è soprattutto nel dialogo...nessuno è più riuscito a replicarlo dopo al suo livello. questo rende magiche le sue storie. gli si possono  perdonare gli svarioni cronologici e le dimenticanze più o meno volute in alcune delle sue ultime opere (come quando, per esigenze di copione, "dimentica" personaggi ormai diventati superflui). Ma la genuina capacità di rendere parte della storia di Tex il lettore nessun altro autore è riuscito a ricrearla. GLB vive in prima persona l'avventura di Tex, e fa immedesimare il lettore...

3 ore fa, borden dice:

Ma l'abbiamo perdonato... Qui è stato più diplomatico, dai!

ha una lingua tagliente...mannaggia.:lol::D...

mica è l'unico!:lol:

 

 

 

 

 

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

Non mi sembra dica questo. Non dice che Bonelli faceva sempre le stesse storie, ma che intercalava nelle stesse modi di dire e situazioni abbastanza frequenti (la mangiata al saloon, le chiacchiere al bivacco) perché questo tipo di situazioni fanno sentire il lettore "a casa". Tex come "bagno tiepido in cui immergersi", oltre che una bella similitudine, è una dichiarazione di intenti, la manifestazione di una Poetica (la sua), che può essere abbastanza condivisibile (a patto di non abusarne) e che comunque è ben accetta da un certo tipo di pubblico, cioè un pubblico più ruspante, meno cervellotico, che non  vedo perché, come dici tu, dovrebbe offendersi per questa definizione.

 

Be', nell'intervista Nizzi dice questa frase: "Oltre al dialogo studiai le trame, che avevano tutte lo stesso  schema, differenziandosi solo per l’ambientazione. "

E questa è una sciocchezza, perché se è vero che alcune storie (per esempio quelle cittadine) hanno a volte una trama simile (ma quasi sempre con variazioni decisive), è altrettanto vero che GL Bonelli nelle sue quasi 200 storie di Tex ha saputo variare notevolmente gli schemi narrativi cercando di rinnovarsi fino alla fine ("Il figlio di Mefisto" è diversa da "Diablero" che è diversa dal "Fiore della morte" che è diversa da "Le terre dell'abisso" che è diversa da "La gola della morte", che è diversa da "Il marchio di satana", per restare solo nel filone fantastico).

Semmai è Nizzi che ha studiato il Tex di GL Bonelli e ne ha in gran parte replicato pedissequamente alcuni schemi (quelli che gli erano più consoni) e il linguaggio.

 

Per quanto riguarda la visione di Tex come un "bagno tiepido in cui immergersi" e dei suoi lettori che "desiderano che quei sapori siano sempre gli stessi" a me non sembra una definizione molto lusinghiera. Certo, un lettore che legge una serie (non solo Tex) da anni e anni finisce per apprezzare anche i leitmotiv e certi cliché che inevitabilmente si ripetono, ma il motivo principale per cui un lettore continua è che vorrebbe trovarvi sempre nuove storie che lo appassionino, che lo facciano divertire, che lo stupiscano o lo emozionino.

Non a caso, qui nel forum i nizziani (e non solo) citano continuamente "Furia rossa" e "Fuga da Anderville", che sono tutto tranne che "un bagno tiepido" e sono forse le storie più originali scritte da Nizzi (diverse da quelle di GL Bonelli), oltre che quelle con meno bistecche e patatine e clichè vari... Se non ci fossero state storie simili - e non ci fossero tuttora -  a mio parere tantissimi lettori non avrebbero proseguito..

 

Interessante, semmai, quando Nizzi nell'intervista, tra i motivi del successo di Tex, cita anche "il forte senso di amicizia che lo lega ai pards, così totale da suscitare nei lettori un profondo senso d'invidia e di partecipazione".

Questo penso che sia vero e tutti gli sceneggiatori ne hanno sempre tenuto conto. Inconsciamente il legame inossidabile dei 4 pards è un punto di riferimento per tutti i lettori di ogni epoca.

 

L'altra cosa che mi ha divertito è questa: "Già nel 1981, al mio arrivo in Bonelli, Sergio commentava che con Tex si era ormai raschiato il fondo del barile, per dire che erano già stati sfruttati tutti gli spunti  possibili e per non ripetersi bisognava fare i salti mortali"

 

Sono passati 40 anni esatti e Sergio si è sbagliato clamorosamente! Altro che raschiato il fondo del barile, in questi 40 anni ci sono state alcune delle più belle storie di Tex in assoluto, tutti i Texoni, "Nueces Valley" e ancora la nuova serie "Tex Willer" che è appena all'inizio!

 

 

 

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1 ora fa, Poe dice:

Be', nell'intervista Nizzi dice questa frase: "Oltre al dialogo studiai le trame, che avevano tutte lo stesso  schema, differenziandosi solo per l’ambientazione. "

 

 

Documentata tra l'altro nel libro del 1979:

 

TEX-WILLER-ANALISI-SEMIS.jpg

 

 

A me le parti più interessanti sono risultate quelle quando parla del texone di Buzzelli e di quello di Magnus. Poi le spiegazioni che dà sul texone di Seijas. Per il resto e su Boselli in particolare, più diplomatico del solito.

 

 

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