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TWF - Tex Willer Forum

[151/154] Una Campana Per Lucero


Guest Kerzhakov 91
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chissà se poi Lucero è morto davvero...  ;)

(io questo dubbio l'ho sempre avuto)

 

Eh, insomma... Lo hanno seppellito  :D

 

 

Chissà, per evitargli di finire sulla forca, dopotutto era un allievo della loro missione, i frati potrebbero anche avere mentito...  ;)

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  • 3 anni dopo...

Una storia che lascia un po' di amaro in bocca nel finale...

Mi sono sempre chiesto se Lucero fosse veramente un "patriota" apache, desideroso come dice all'inizio di punire i bianchi per l'esproprio della sua terra , oppure solo un geniale furfante che veste i panni di don Fabio e conduce una vita da rispettabile haciendero, alimentata dai soldi e dalle rapine perpetuate dai Mescaleros...o magari entrambi i personaggi...

D'altra parte il dubbio che mi assale leggendo questa storia non viene svelato da GLB nemmeno col tragico finale, con quel gesto di pietà che Lucero in fin di vita ha nei confronti del frate che anni prima aveva brutalmente assassinato.Forse Glb si rende conto che un finale come questo è l'unico possibile per una storia in cui Tex appare in parte sconfitto da un avversario che ha perso sul campo ma che è riuscito a sfuggire alla punzione da parte del Nostro...

Glb toglie dall'imbarazzo i pard e lascia al fato la punizione del Mescalero, che si pente in punto di morte dei suoi peccati. Se non ricordo male, i dubbi su Lucero continueranno a rimanere in Tex a distanza di tempo: il Nostro ne fa infatti cenno a Carson nell'albo "Geronimo".Segno che la vicenda ha segnato Tex

Comunque, un storia che si cololoca nella Top Ten della saga

 

Modificato da Barbanera
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  • 4 mesi dopo...

Autentica pietra miliare della saga! Episodio che, senza tema di smentite, può fregiarsi dell'appellativo di capolavoro. G.L. Bonelli, in stato di grazia, tira fuori un antagonista con i fiocchi, forse uno dei migliori usciti dalla sua inesauribile miniera della fantasia; uno dei rari casi bonelliani in cui il villain oscura in parte il protagonista. Il progetto criminoso ideato da Lucero per assaltare convogli e diligenze è geniale. Il trucco delle trasformazioni in pastori dei suoi predoni per far perdere le tracce dopo ogni colpo, è a mio avviso uno dei piani più brillanti e originali mai apparsi tra le tavole di Tex. Il sogno utopistico del famigerato mescalero è quello di poter ammassare tanta ricchezza, utile alla formazione di una nazione indiana indipendente dal mondo dei bianchi e pur di perseguirlo, non esita a seminare morte e distruzione, con una fredda ferocia che mette paura. Pur di salvaguardare la sua utile copertura di ricco haciendiero inoltre, è disposto a eliminare cinicamente tutte le tracce del suo passato e sgozzare di suo pugno anche il frate direttore del convento in cui trascorse gli anni della sua infanzia. Però il fato non tarda a intralciare il suo cammino: l'unica traccia lasciata alle spalle dai temutissimi  mescaleros, mette in moto la macchina investigativa di Tex e co. che a breve diventa inarrestabile. Dopo aver ingoiato parecchi rospi amari, i rangers riescono a cingere definitivamente d'assedio la banda dei predoni rossi, smantellandola, ma non riusciranno comunque a vedere mai in viso l'avversario, infatti, sebbene seriamente ferito nell'agguato, Lucero riuscirà a sfuggire alla giustizia terrena,  ma non a quella divina. Il melodrammatico finale, in cui l'inafferrabile predone prossimo alla morte, raggiunge la missione di San Xavier e finisce col convertirsi e chiedere perdono dei suoi peccati, è un'autentica perla di sceneggiatura. Uno degli apici per carica emotiva dell'intera saga; concordo con chi in precedenza paragona simile epilogo con le tragedie greche e a ben vedere il personaggio di Lucero sembra poter rientrare anche nella logica verghiana dei vinti: un'anima inquieta pervasa dall'odio verso i bianchi, che spende tutta la sua esistenza sotto il vessillo dell'odio e la vendetta (non del tutto ingiustificata visto i soprusi subiti dal popolo rosso) ma che alla fine si deve piegare ai disegni supremi di un infausto destino. Tuttavia negli ultimi istanti di vita, sulla tomba del frate a cui tolse la vita, il mescalero trova il coraggio per combattere la sua più importante battaglia, riuscendo a chiedere perdono per i suoi crimini. Altro che un semplice fumetto popolare, qui si rasenta la perfezione stilistica che quasi nulla ha da invidiare alla letteratura più colta! Di notevole fattura pure la caratterizzazione dei comprimari e dinamica la sceneggiatura, con i quattro pards magistralmente gestiti dall'autore, in un'escalation di azione e colpi di scena che porta a divorare le numerose pagine. Impeccabile la prova ai disegni di Letteri; la sua linea chiara al servizio delle lunghe storie della serie, garantì in quei magici anni un rapporto qualitativo-quantitativo che al giorno d'oggi un editore può solo immaginare nei più rosei sogni. il mio voto finale è 10 

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

Il sogno utopistico del famigerato mescalero è quello di poter ammassare tanta ricchezza, utile alla formazione di una nazione indiana indipendente dal mondo dei bianchi e pur di perseguirlo, non esita a seminare morte e distruzione, con una fredda ferocia che mette paura

Ecco, quello che dici tu viene lasciato col punto interrogativo da Glb:non si capisce se Don Fabio si serva di Lucero o Lucero si serva di Don Fabio.Mi spiego meglio: la dicotomia del personaggio è lasciata volutamente ambigua,secondo me non è così chiaro se Lucero sia intenzionato davvero a usare i soldi delle sue scorribande per acquistare un territorio per la sua gente (come sostiene con la madre anziana che,infatti,manifesta dei dubbi sull' operato del proprio figlio).Oppure sia semplicemente intenzionato a vivere da nababbo e ricco haciendero sfruttando attività di commercio apparentemente legali, alimentate dalle rapine, vestendo ogni tanto i panni del Mescalero per alimentare il suo desiderio mai sopito di vendetta e di uccisione dei Bianchi.ed è proprio questo dubbio che fa della storia un autentico capolavoro.

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  • co fondatore

E' qui che qualcuno ha definito Lucero un personaggio shakespeariano? In quel caso direi che ci ha azzeccato, con la definizione.

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<span style="color:red;">6 ore fa</span>, Barbanera dice:

Ecco, quello che dici tu viene lasciato col punto interrogativo da Glb:non si capisce se Don Fabio si serva di Lucero o Lucero si serva di Don Fabio.Mi spiego meglio: la dicotomia del personaggio è lasciata volutamente ambigua,secondo me non è così chiaro se Lucero sia intenzionato davvero a usare i soldi delle sue scorribande per acquistare un territorio per la sua gente (come sostiene con la madre anziana che,infatti,manifesta dei dubbi sull' operato del proprio figlio).Oppure sia semplicemente intenzionato a vivere da nababbo e ricco haciendero sfruttando attività di commercio apparentemente legali, alimentate dalle rapine, vestendo ogni tanto i panni del Mescalero per alimentare il suo desiderio mai sopito di vendetta e di uccisione dei Bianchi.ed è proprio questo dubbio che fa della storia un autentico capolavoro.

Osservazione acuta e attinente Barbanera. In effetti G.L. Bonelli non chiarisce del tutto e lascia la questione aperta a qualsiasi interpretazione. Personalmente mi piace credere che, sebbene sanguinario e crudele come pochi, il famigerato Lucero operi per un fine più nobile (e purtroppo utopistico!) rispetto al dio denaro, tuttavia il dubbio da te sollevato è plausibile. Purtroppo non lo sapremo mai, visto che l'indomito mescalero porterà con se nella tomba questo attanagliante mistero. L'unica certezza che rimane a noi lettori: l'episodio è davvero un capolavoro senza tempo! 

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<span style="color:red;">6 ore fa</span>, Mister P dice:

E' qui che qualcuno ha definito Lucero un personaggio shakespeariano? In quel caso direi che ci ha azzeccato, con la definizione.

 

Non è nemmeno il primo se è per quello. Anche i personaggi de "La sconfitta" sarebbero piaciuti al Bardo, specie il vecchio Baker.

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Dopo aver notato i post degli ultimi giorni, a diversi anni di distanza dall'ultima volta è venuta anche a me la voglia di andarmi a rileggere l'avventura di Tex contro Lucero/don Fabio Esqueda, senza ombra di dubbio uno degli avversari più astuti, subdoli e contorti - e dunque più pericolosi - che i quattro pards abbiano mai incrociato nella loro "settantennale" esperienza di raddrizzatorti lungo la Frontiera. Concordo totalmente con Barbanera circa le considerazioni sulla doppiezza del personaggio, ed ho tratto anche io l'impressione che non si capisca mai del tutto se sia don Fabio Esqueda a vestire all'occorrenza i panni di Lucero, o piuttosto sia l'esatto contrario. Più precisamente, dal mio punto di vista Lucero/don Fabio Esqueda altri non è, se lo si vuole, il prodotto di una sorta di "civilizzazione" forzata cui vennero all'epoca sottoposti alcuni giovanissimi nativi, una rieducazione che nel suo caso ha prodotto un lucido folle, forse a suo modo mosso da un proprio ideale, perenemente in bilico - sia nella mente che nella mera forma - tra due mondi completamente opposti l'uno all'altro.

 

Ne consegue che anche io ritengo che l'ottima riuscita di questa storia, da considerarsi a tutti gli effetti uno dei classici texiani, risieda principalmente nella caratterizzazione dell'antagonista, volutamente non svelata sino in fondo da Gianluigi Bonelli, il cui supremo capolavoro è stato, a mio personale avviso, la sequenza dell'ultima, tragica cavalcata di Lucero/don Fabio Esqueda verso la missione da cui era fuggito da ragazzo, con l'intento di chiedere perdono al frate da lui ucciso alcuni giorni addietro prima di esalare a sua volta l'ultimo respiro, il tutto senza che i quattro pards - caso forse non unico, ma di certo assai raro nel mondo di Tex - possano mai vederlo in volto, o meglio nel suo vero volto (in occasione della sparatoria, era vestito da mescalero), dovendosi piuttosto accontentare di vederne la modesta tomba.

 

Le mie sole perplessità sono relative al ruolo che devono esattamente avere avuto i pastori messicani incaricati di coprire i predoni di Lucero dopo le incursioni criminose della banda: quello catturato da Tex sostiene di non essere al corrente della doppia natura del proprio datore di lavoro, per quanto Griego deve comunque aver fornito qualche motivazione agli ordini che impartiva per conto del suo capo. Facile che i pastori fossero stati incentivati a non fare troppe domande dietro minacce di passare brutti momenti, tuttavia il dubbio rimane.

 

Così come però rimane, senza esserne intaccato, il superaltivo lavoro di GLB, ulteriormente impreziosito dalla matita di Letteri, come sempre particolarmente a suo agio nelle storie ambientate nel Sud-Ovest, tra apaches e messicani.

  • +1 1
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<span style="color:red;">38 minuti fa</span>, gilas2 dice:

Faccio solo notare che, tecnicamente, la morte di Lucero non l'abbiamo mai vista.

 

E' stato ipotizzato più volte che 'potrebbe' anche non essere morto ;)

Beh,i frati della missione avrebbero dovuto fingere coi pard, alquanto improbabile.calcola che il buon Don Fabio era più morto che vivo quando è arrivato alla missione.poi,nunca se Sabe ;)

<span style="color:red;">1 ora fa</span>, juanraza85 dice:

Le mie sole perplessità sono relative al ruolo che devono esattamente avere avuto i pastori messicani incaricati di coprire i predoni di Lucero dopo le incursioni criminose della banda: quello catturato da Tex sostiene di non essere al corrente della doppia natura del proprio datore di lavoro, per quanto Griego deve comunque aver fornito qualche motivazione agli ordini che impartiva per conto del suo capo. Facile che i pastori fossero stati incentivati a non fare troppe domande dietro minacce di passare brutti momenti, tuttavia il dubbio rimane.

Dubbio più che legittimo Juan...e questo aggiunge ulteriormente dubbi sulla vera natura di Lucero.se ti ricordi Don Fabio minaccia Griego quando alla fazenda lo chiama Lucero anziché Don Fabio.e TUTTI i suoi dipendenti,eccetto Nico Medranos e i Mescalero, non conoscono la reale (?) identità del nostro Don Fabio

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<span style="color:red;">36 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Beh,i frati della missione avrebbero dovuto fingere coi pard, alquanto improbabile.calcola che il buon Don Fabio era più morto che vivo quando è arrivato alla missione.poi,nunca se Sabe ;)

 

E' chiaro che avrebbero mentito ;) (fosse anche solo per salvargli la pellaccia dal sicuro capestro, insomma, dal loro punto di vista 'a fin di bene')

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Io vado un pò controcorrente, ma soltanto per quanto riguarda il termine capolavoro. Secondo me é una buona storia, ma non un capolavoro, perché dotata di alcuni difetti che ne fanno
scemare la qualità, e quindi l’importanza.

Buona l'idea base, ma la storia si dipana per troppe tavole essendo accompagnata da poca azione e troppi dialoghi, a volte un pò troppo ripetitivi. La mia idea è che si sarebbe potuto farne una storia ancora più bella con un albo in meno.
Voto alla storia: 8,2

Voto ai disegni: 7,5

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  • 2 mesi dopo...

Dopo averla riletta, e con grande piacere, per l'ennesima volta, mi è venuta una curiosità: che rapporti ci sono tra Lucero e la coppia Amanda / Felix? Sono imparentati in qualche modo? o sono solo i 'badanti' dell'anziana madre di Lucero? Ci vengon fatti vedere in diverse occasioni ma di loro non si sa nulla.

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Dal prosieguo della storia, in particolare dall'ultimo 'saluto' tra Lucero, ferito alla schiena da Carson ed in fuga verso il monastero dove poi 'avrebbe trovato' la morte (perchè io tuttora non sono così convinto che sia morto davvero ;) ), e lo stesso Felix, si capisce che Felix ed Amanda sono una coppia, ma in altra circostanza si riferisce a lei come 'la povera Amanda', facendo intuire che dietro ci sia una qualche sottotrama (che ne so, l'ha trovata da qualche parte da piccola rimasta orfana), ma quale possa essere non viene spiegato.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Tim Birra dice:

Lucero DEVE essere morto. Secondo me la grandezza della storia sta soprattutto nella sua tragica fine.

Completamente  d' accordo. Forse Bonelli avrebbe  dovuto  far vedere il corpo, per togliere ogni dubbio al lettore.

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L'ho già detto e lo ripeto: se Lucero fosse vivo l'intera storia perderebbe la sua grandezza: è la morte di Lucero a renderla unica, il suo pentimento sulla tomba del frate, lo scambio di battute con gli altri frati, perderebbero di epicità e significato. Resterebbe solo una storia di Apache con il trucchetto della doppia identità. Si possono riprendere forse elementi di quella storia ma non Lucero, che riposi in pace.

  • +1 1
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  • 1 anno dopo...
On 17/10/2018 at 13:10, Condor senza meta dice:

Autentica pietra miliare della saga! Episodio che, senza tema di smentite, può fregiarsi dell'appellativo di capolavoro. G.L. Bonelli, in stato di grazia, tira fuori un antagonista con i fiocchi, forse uno dei migliori usciti dalla sua inesauribile miniera della fantasia; uno dei rari casi bonelliani in cui il villain oscura in parte il protagonista. Il progetto criminoso ideato da Lucero per assaltare convogli e diligenze è geniale. Il trucco delle trasformazioni in pastori dei suoi predoni per far perdere le tracce dopo ogni colpo, è a mio avviso uno dei piani più brillanti e originali mai apparsi tra le tavole di Tex. Il sogno utopistico del famigerato mescalero è quello di poter ammassare tanta ricchezza, utile alla formazione di una nazione indiana indipendente dal mondo dei bianchi e pur di perseguirlo, non esita a seminare morte e distruzione, con una fredda ferocia che mette paura. Pur di salvaguardare la sua utile copertura di ricco haciendiero inoltre, è disposto a eliminare cinicamente tutte le tracce del suo passato e sgozzare di suo pugno anche il frate direttore del convento in cui trascorse gli anni della sua infanzia. Però il fato non tarda a intralciare il suo cammino: l'unica traccia lasciata alle spalle dai temutissimi  mescaleros, mette in moto la macchina investigativa di Tex e co. che a breve diventa inarrestabile. Dopo aver ingoiato parecchi rospi amari, i rangers riescono a cingere definitivamente d'assedio la banda dei predoni rossi, smantellandola, ma non riusciranno comunque a vedere mai in viso l'avversario, infatti, sebbene seriamente ferito nell'agguato, Lucero riuscirà a sfuggire alla giustizia terrena,  ma non a quella divina. Il melodrammatico finale, in cui l'inafferrabile predone prossimo alla morte, raggiunge la missione di San Xavier e finisce col convertirsi e chiedere perdono dei suoi peccati, è un'autentica perla di sceneggiatura. Uno degli apici per carica emotiva dell'intera saga; concordo con chi in precedenza paragona simile epilogo con le tragedie greche e a ben vedere il personaggio di Lucero sembra poter rientrare anche nella logica verghiana dei vinti: un'anima inquieta pervasa dall'odio verso i bianchi, che spende tutta la sua esistenza sotto il vessillo dell'odio e la vendetta (non del tutto ingiustificata visto i soprusi subiti dal popolo rosso) ma che alla fine si deve piegare ai disegni supremi di un infausto destino. Tuttavia negli ultimi istanti di vita, sulla tomba del frate a cui tolse la vita, il mescalero trova il coraggio per combattere la sua più importante battaglia, riuscendo a chiedere perdono per i suoi crimini. Altro che un semplice fumetto popolare, qui si rasenta la perfezione stilistica che quasi nulla ha da invidiare alla letteratura più colta! Di notevole fattura pure la caratterizzazione dei comprimari e dinamica la sceneggiatura, con i quattro pards magistralmente gestiti dall'autore, in un'escalation di azione e colpi di scena che porta a divorare le numerose pagine. Impeccabile la prova ai disegni di Letteri; la sua linea chiara al servizio delle lunghe storie della serie, garantì in quei magici anni un rapporto qualitativo-quantitativo che al giorno d'oggi un editore può solo immaginare nei più rosei sogni. il mio voto finale è 10 

Buonissima storia, un cattivo bravo furbo e complesso come Lucero è indimenticabile. Tex e i pards sono tutti protagonisti, i disegni d Letteri sono perfetti e soprattutto adatto alla storia (seppur troppo classici...Io preferisco i Villa e i Civitelli). Unico neo della sceneggiatura è il personaggio di Cochise che ad un certo punto sparisce proprio. Comunque ottimo finale.

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  • 1 mese dopo...
On 15/3/2020 at 19:36, Diablorojo82 dice:

Buonissima storia, un cattivo bravo furbo e complesso come Lucero è indimenticabile. Tex e i pards sono tutti protagonisti, i disegni d Letteri sono perfetti e soprattutto adatto alla storia (seppur troppo classici...Io preferisco i Villa e i Civitelli). Unico neo della sceneggiatura è il personaggio di Cochise che ad un certo punto sparisce proprio. Comunque ottimo finale.

Riletta oggi.

Cominciamo subito col dire che le patatine compaiono ben due volte e che c'è la solita origliata, il solito Niz...ah no scusate. Allora va bene.

Scherzi a parte, si tratta di una storia che fa parte del mito di Tex. Il personaggio del Mescalero dalla doppia identità è bellissimo e intrigante sin dalla partenza, e la vicenda si dipana con una sceneggiatura a dir poco perfetta, e con dialoghi molto belli, sempre sospesi tra la durezza e l'ironia, come si conviene a Tex. Qualche dubbio sul modo ingenuo con cui Lucero si fa scoprire...nessuno ha pensato di bruciare la baracca dove teneva i travestimenti. Forse si poteva escogitare qualcosa di meno telefonato. Bellissimo il finale, con il criminale che torna nel luogo del delitto (e della sua giovinezza), cioè la Missione, e va a morire, pentito, sulla tomba del Padre che ha trucidato. Un finale "Boselliano", con il cattivo che si redime.

Piccolo appunto, un ritmo alquanto slentato, ma si può spiegare con la lunghezza della storia.

Letteri, di cui sto rileggendo le storie, se la cava bene, anche se molti volti sono molto simili tra loro.

GLB 9

Letteri 7

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<span style="color:red;">5 ore fa</span>, valerio dice:

Riletta oggi.

Cominciamo subito col dire che le patatine compaiono ben due volte e che c'è la solita origliata, il solito Niz...ah no scusate. Allora va bene.

Scherzi a parte, si tratta di una storia che fa parte del mito di Tex. Il personaggio del Mescalero dalla doppia identità è bellissimo e intrigante sin dalla partenza, e la vicenda si dipana con una sceneggiatura a dir poco perfetta, e con dialoghi molto belli, sempre sospesi tra la durezza e l'ironia, come si conviene a Tex. Qualche dubbio sul modo ingenuo con cui Lucero si fa scoprire...nessuno ha pensato di bruciare la baracca dove teneva i travestimenti. Forse si poteva escogitare qualcosa di meno telefonato. Bellissimo il finale, con il criminale che torna nel luogo del delitto (e della sua giovinezza), cioè la Missione, e va a morire, pentito, sulla tomba del Padre che ha trucidato. Un finale "Boselliano", con il cattivo che si redime.

Piccolo appunto, un ritmo alquanto slentato, ma si può spiegare con la lunghezza della storia.

Letteri, di cui sto rileggendo le storie, se la cava bene, anche se molti volti sono molto simili tra loro.

GLB 9

Letteri 7

Concordo su Letteri...

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