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TWF - Tex Willer Forum

[151/154] Una Campana Per Lucero


Guest Kerzhakov 91
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Magnifica . Un colpo di genio di GLB il modo in cui i mescaleros riuscivano a non essere più ritrovati dopo i loro attacchi alle diligenze camuffandosi da pastori : metodo con cui riusciranno a ingannare pure Tex e i pards . In pochissimi casi sulla serie un nemico ha dato così tanto filo da torcere al ranger del Texas... e che nemico ! In Lucero ho trovato finalmente un nemico memorabile e più complesso a differenza dei soliti signorotti del paese che hanno davvero stufato . Un indiano cresciuto tra i bianchi in un convento che per vendicarsi di coloro che vogliono trasferire il suo popolo in un altro luogo , decide di compiere razzie e assalti alle diligenze . La complessità e l'originalità del personaggio si notano anche nel finale in cui si pente degli atti da lui commessi . Finale incredibile dove ogni cosa ed ogni traccia fa percepire che la sua morte incombe : a partire dai presagi della madre , la sua ferita e la morte rappresentata nel cielo . Se dovessi trovare un difetto direi che l'azione è ridotta all'osso , difetto che non mi sento di considerare granché dato che la storia si legge tutta d'un fiato data la grandissima tensione .

aggiornamento delle mie storie texiane preferite :
1) il figlio di Mefisto
2) il giuramento
3) sulle piste del nord
4) tra due bandiere
5) odio senza fine

STORIA : 10
DISEGNI : 8

  • +1 1
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Sulla sceneggiatura mi è rimasta una perplessità. Perché, quando Tiger decide di seguire il mercante Medranos e il mescalero Griego, con la certezza che questi lo porteranno alla fazenda di Don Fabio (Tiger e Kit avevano infatti sentito i loro discorsi), Tex decide di non andare con loro ma pensa a levar di mezzo i mescaleros? "messi fuori combattimento loro, il resto sarà uno zucchero", dice Tex. Solitamente però i nostri tentano di togliere di mezzo il capo, senza il quale le pecorelle si squagliano come neve al sole. Insomma, mi è parsa un'idea, quella di Tex, in controtendenza rispetto al suo consueto agire.

Peraltro mi metto subito il cuore in pace, perché questa scelta a mio parere insolita di Tex non inciderà granché sul resto della storia, visto che Griego non giungerà mai al covo del suo padrone, essendosi dovuto scontrare, per pura fatalità, con il pard navajo di Tex in un duello di rara bellezza e tensione.

 

Vorrei far notare però una cosa, secondo me significativa:

 

- Tiger è protagonista di un bel duello acquatico con Griego (quoto in pieno le parole di @Mister P sul punto)

- Carson ferisce mortalmente Lucero, provocandone la futura morte

-  Kit, poco dopo, è protagonista di un altro duello con un ovejero mescalero.

 

Insomma, l'unico a non far nulla, in questa storia, è Tex! Certo, lui architetta il piano e questo è già sufficiente, è sul piano dell'intelligenza che il nostro vince, però è curioso che gli snodi d'azione della storia siano appannaggio degli altri pards e non suoi: segno peraltro di quanto GLB, quando voleva, sapesse dosare con equilibrio le parti dei vari pards, rendendoli tutti ottimi co-protagonisti senza mettere in ombra Tex, comunque risolutore della storia con la sua idea.

 

Certo, poi c'è quest'altro aspetto:

 

On 18/12/2009 at 05:00, Don Fabio Esqueda dice:

E' un Tex che, anzi, capisce molto poco di ciò che accade: addirittura non comprende, se non al termine dell'avventura, che Lucero e Don Fabio Esqueda sono la stessa persona. E mai conoscer? i veri progetti di Lucero, i sogni di libertà del mescalero-illuminista, il sincero anelito di riscatto per un popolo - quello dei nativi - condannato dalla Storia alla sconfitta, alla sottomissione ad un mondo - quello dei bianchi - estraneo e corruttore. Neppure l'immagine di Lucero è a conoscenza dei pards: un nemico sognatore, che ha scelto il male per trovare il bene, che non può non sottrarsi alla punizione di Tex, privilegio di pochissimi, seppure non a quella del Destino. Tutta la storia è pervasa da quel senso di fatalit? che è tipico della Tragedia Greca : ciò che deve accadere non può non accadere: mai come in questa storia è chiara, sin dall'inizio, la sorte di un personaggio, che corre verso la morte: ma la suspence è tutta nel capire, nell'immaginare, come sarà la sua morte: riuscir? Tex a carpire anche solo un frammento della grandezza di Lucero? No, ed è una Sconfitta per Tex e i nostri pards, altro che Ruby Scott !

 

Io credo che Don Fabio abbia  perfettamente ragione: costretto a lasciare campo libero ai suoi pards nei momenti d'azione, anche nel confronto con Lucero il nostro esce vincente ma non con una vittoria piena: non vedrà mai Lucero in volto e non capirà mai i sogni di quest'ultimo e le sue motivazioni. Possibile che GLB volesse assicurare a questo suo personaggio una sorta di "intangibilità" da Tex? Qualche storia prima, un altro personaggio a cui evidentemente GLB vuole bene, vale a dire Mitla, non trova la morte per mano dei pards ma viene colpita dal Fato: qui Lucero muore sì per la ferita di Carson, ma GLB ci tiene a far sapere che, decisivi per la morte del mescalero, sono la caduta da cavallo e l'infettarsi della ferita per via dell'acqua sporca! E se Bonelli volesse, qui come nella storia di Diablero, pervadere il tutto (come dice Giacomo-Don Fabio) di un senso di fatalità che presuppone l'ESCLUSIONE di Tex come causa della morte dell'avversario? Come se GLB si innamorasse a tal punto dei suoi personaggi, li rispettasse così tanto, che non volesse davvero farli morire per mano di Tex ma:

 

- nel caso di Mitla, a causa di un serpente, animale che fino a quel momento la giovane sembrava poter controllare con i suoi arcani poteri

- nel caso di Diablero, in fin dei conti sempre a causa di un serpente, che provoca la caduta nell'acqua che avrà un'incidenza fatale nell'incurabilità della ferita di Don Fabio.

 

Ed entrambi, poi, altro parallelismo, muoiono in luoghi sacri (un tempio antico per Mitla e una missione per Lucero).

Entrambi con, sulla bocca, i nomi di persone morte e a cui erano stati legati (Mitla il fratello Guaimas, Diablero il frate che aveva conosciuto in gioventù e che poi aveva assassinato provando ora un lancinante rimorso).

 

Ed infine, entrambi mossi da ideali NON MATERIALI:

 

- Mitla persegue il Male, puro e semplice e senza che GLB ce ne spieghi le motivazioni: segno che dietro deve esserci qualcosa di arcano, di "mistico" quasi (per quanto perverso e malvagio), ma comunque non connesso all'avidità;

- anche Lucero ha il suo ideale, e qui francamente non concordo con l'amico @Barbanera: a mio parere non è Don Fabio che si serve di Lucero, ma viceversa, e soprattutto non c'è ambiguità: nei dialoghi con la madre, l'ultimo dei quali è bellissimo per la cappa che grava su questi personaggi da tragedia, con l'addio della madre al proprio figlio, è evidente che Lucero vuole l'oro per acquistare tanta di quella terra da poterci vivere, alla maniera apache, con gli altri mescaleros, da indiano LIBERO. Soprattutto, benché anch'io ritenga suggestiva l'idea di Barbanera, non trovo nel testo né "tra le righe" elementi che possano far pensare che GLB volesse rendere l'idea di tale ambiguità (se doveste trovarli e citarmeli, sarò pronto a cambiare idea: solitamente leggo le storie con attenzione certosina, ma non posso essere certo che qualcosa non mi sia sfuggita, figuriamoci ;) ). 

 

Infine, un'ultima annotazione sull'idea di @gilas2: nel film Il Sette e l'otto, l'ex mafioso rappresentato da Remo Girone cambia identità e viene accolto dai frati di un piccolo paesino in Calabria, che lo accolgono tra loro simulandone perfino la morte con tanto di tomba! Quindi l'idea di una non morte di Lucero potrebbe non essere così campata in aria e forse è a questa circostanza che Nizzi pensò per un eventuale ritorno del personaggio.

 

Tuttavia, concordo con @Carlo Monni che la presente storia perderebbe troppo: il lirismo di questa bellissima avventura GLBonelliana sta anche nell'ineluttabilità del destino del mescalero, in quell'esito finale, anticipato peraltro dalla morte che cavalca con lui nel suo ultimo viaggio verso la missione dove tutto era partito e dove tutto finirà.

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in assoluto l 'avversario più complesso e affascinante mai incontrato da Tex...Grigio o Nero come la peste, a seconda dei punti di vista...e il finale, quando l'anziano frate dice a Lucero che Dio perdona sempre, fa venire i brividi...un capolavoro non solo del fumetto, ma della letteratura. 

Ho voluto rileggere codesta sublime storia e ne ho tratto un'impressione ulteriore: il dubbio sulla vera natura del predone Mescalero assale il Texiano e, ad una prima lettura... pagina dopo pagina, il dubbio cresce fino a alla domanda delle doamande: Lucero è un astuto furfante o un patriota? Leggendo però la storia da una prospettiva diversa e più attenta si nota che GLB in realtà il dubbio sulla vera natura di Lucero ce lo toglie subito:  Lucero non è solamente un brigante sanguinario ma anche un calcolatore astuto e spietato, che potrebbe vivere tranquillamente come un ricco haciendero e far vivere bene la sua gente nella sua fazenda...in realtà, in lui la volontà primordiale della vendetta si è mutata col tempo nel desiderio della violenza e del saccheggio, fine a se stessi...la violenza e l'abominio dei suoi gesti, tra cui l'omicidio di ben due anziani frati, lo spingono definitivamente sulla strada della violenza SENZA attenuanti: Lucero ha infatti preso il peggio dei bianchi (avidità, calcolo)e degli Apache (tortura) e non ha scusanti per i suoi gesti: il suo desiderio non è far ritornare a vivere in pace la sua gente comprando una terra(perché dovrebbe farlo?la terra la possiede già!) ma solo uccidere, arricchirsi, perepetuando una vendetta che in realtà è desiderio di potenza, degno di un satrapo non di un vero guerriero.  Lucero è la perfetta nemesi di Cochise: Cochise è stato un valoroso capo e combattente Apache, che ha sotterrrato l'ascia di guerra prima che le Giacche Azzurre distruggessero in modo defintivo il suo popolo, ritirandosi sulle Dragoon Mountains. Cochise è rimasto un vero Apache, senza tradire la sua gente e i suoi valori, a differenza di Lucero, che sfrutta i suoi Mescaleros per arrichirsi, relegandoli poi al ruolo di semplici pastori...

Nel finale il destino farà pagare a Lucero le proprie colpe, facendolo pentire dei suoi peccati...

e in queste ultime pagine assistiamo al dramma umano di Lucero, che si rende conto della follia e della sus Ybris, del tradimento e della violenza...un finale così bello e tragico da fare letteralmente commuovere..."Giustizia di Dio Padre", dirà un Tex apparentemente imperturbabile

 

chapeau, formidabile...

23 minuti fa, Leo dice:

è evidente che Lucero vuole l'oro per acquistare tanta di quella terra da poterci vivere, alla maniera apache, con gli altri mescaleros, da indiano LIBERO. 

penso che Lucero menta anzitutto a se stesso, quando afferma questo...poi magari mi sbaglio...

Modificato da Barbanera
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  • 6 mesi dopo...

Molto bella questa storia, che però contiene, a mio avviso, un grosso difetto. Come trama, penso sia una delle più belle della serie. Il problema è che (la storia dura circa tre albi) ci sono troppi dialoghi e pochissime (quasi nessuna) scene d'azione. La storia risulta quindi un po' "pesante" e non troppo entusiasmante, nonostante la trama sia davvero ottima. Sarebbe potuta essere una delle mie storie in assoluto preferite, ma contiene purtroppo questo difetto che non mi consente di ritenerla un capolavoro a tutti gli effetti. Molto bello l'inizio della storia: il modo con cui i Mescaleros fanno perdere le proprie tracce è davvero geniale! Nell'inizio compare anche il nemico principale della storia: Lucero, che è, secondo me, un nemico meraviglioso, uno dei migliori dell'intera serie! Un cattivo davvero originale e caratterizzato ottimamente. La trama è veramente complessa e presenta numerosi intrecci che ho apprezzato moltissimo. Dal punto in cui Lucero viene ferito fino alla fine, la storia è davvero bellissima. Stupenda, a mio avviso, la vignetta in cui la Morte accompagna Lucero nella cavalcata. Commovente e molto riuscito il finale in cui Lucero si pente in punto di morte e si fa seppellire. Ottima la storia, a parte il discorso della verbosità. I disegni di Letteri non mi dispiacciono, ma non è neanche tra i miei disegnatori preferiti. Copertine (a parte quella de "I predoni della Sierra") e titoli (soprattutto "Una campana per Lucero", fantastico) sono bellissimi. Tra le copertine, "Odio senza fine" è secondo me una delle più belle della serie.

Soggetto/Sceneggiatura: 9,5

Disegni: 7,5

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  • 2 settimane dopo...

 

Chi è veramente Lucero/Don Fabio Esqueda? Uno spietato apache mescalero che vuole vendicarsi dei soprusi degli odiati bianchi e contemporaneamente derubarli dell’oro necessario per acquistare la terra dove il suo popolo potrò tornare a essere libero? Oppure un ricco proprietario terriero che crede di essere ancora un mescalero, ma che invece, a forza di vivere con i bianchi e come i bianchi, è diventato (senza rendersene conto) come loro, cioè avido, calcolatore e desideroso di potere? Questo è il dubbio che assale il lettore mentre sfoglia la splendida storia di “Una campana per Lucero”, indubbio capolavoro di GL Bonelli & Letteri del 1973.

La risposta, a mio modesto parere, è: entrambe le persone. Sì, perché la bellezza e l’originalità di questa storia sta proprio nella doppiezza dell’antagonista, nella sua natura contraddittoria, se vogliamo schizofrenica: Lucero vuole veramente comprare la terra per il suo popolo e per sua madre, ed è sincero quando afferma che vuole dare loro un futuro di speranza e libertà, ma allo stesso tempo (contagiato dalla sete di ricchezza e di potere) vuole esserne lui il futuro dominatore e capo. Lo dice esplicitamente nel dialogo più bello e chiarificatore con la madre (p. 64 del n. 153):

Lucero: “Ancora qualche incursione… e avremo tanto oro da poter comprare quanto basterà per vivere da guerrieri liberi su terra nostra!”

Madre di Lucero: “Parli come un bianco, figlio.”

Lucero: “Ci hanno scacciati dalle terre dei tre fiumi, e a noi è rimasta un'unica speranza. Quella di poter tornare a vivere come nei tempi antichi, ma su terre protette dal mio oro e dal mio nome.”

Madre: “Figlio, forse hai il cuore puro, ma la tua mente vede un sogno che svanirà...”

 

Un sogno, appunto, un’utopia impossibile, quella di poter tornare a vivere come in passato, quando i bianchi ancora non c’erano, ma utilizzando gli stessi loro metodi (le rapine alla diligenza, il calcolo, l'inganno e qualsiasi mezzo che giustifichi il fine), su un territorio libero e selvaggio ma “protetto dal mio oro e dal mio nome”. E’ chiaro che un’utopia simile sarebbe fallita in ogni caso, anche senza l’arrivo dei nostri eroi, oppure si sarebbe trasformata in chissà quale distopia (ed è per questo che su tutta la storia Bonelli fa gravare un senso di Destino tragico inevitabile). Lucero non è diventato del tutto un bianco, ma non è nemmeno rimasto un vero apache. E’ tutt’e due, e nessuno dei due, un uomo doppio in mezzo a due civiltà, con due maschere, ma che piano piano vede predominare quella “bianca”. E infatti Bonelli lo fa morire da uomo bianco, non da apache, col crocefisso in mano, pentito dei suoi omicidi sulla tomba della vittima, nel luogo dove è avvenuta la sua "civilizzazione", lontano dai suoi mescaleros.

Dice bene juanraza85:

 

On 18/10/2018 at 13:00, juanraza85 dice:

Lucero/don Fabio Esqueda altri non è, se lo si vuole, il prodotto di una sorta di "civilizzazione" forzata cui vennero all'epoca sottoposti alcuni giovanissimi nativi, una rieducazione che nel suo caso ha prodotto un lucido folle, forse a suo modo mosso da un proprio ideale, perennemente in bilico - sia nella mente che nella mera forma - tra due mondi completamente opposti l'uno all'altro

 

Una delle vette di GL Bonelli, stranamente mai raccolta in volume (mi pare). E sarebbe ora di farlo, perché di aspetti interessanti e originali questa storia ne ha davvero tanti (la trama con gli indiani travestiti da pastori, l'incapacità di Tex e dei pard di comprendere il loro nemico o anche solamente di vedere che faccia abbia, ecc. ecc.) come si legge anche in alcuni ottimi commenti qui sopra.

 

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  • 2 mesi dopo...

Dalla rilettura di questi albi mi rimane dentro una grande emozione.

Non starò a ripetere i tanti pregi di questa indimenticabile storia, ennesima perla proposta dal grande GLB.

I tanti commenti precedenti (cito in particolare quelli di @Barbanera, @juanraza85 e @Poe) hanno già descritto e sviscerato alla perfezione il tema portante di questo episodio e, soprattutto, l'affascinante figura di Lucero.

Mi limito con il sottolineare un aspetto forse secondario ma, secondo me, molto interessante, ovvero quello religioso.

Il crocifisso rubato tanti anni prima, assume per Lucero un forte significato simbolico piuttosto che essere solo un banale oggetto dorato. E' appeso al muro alle sue spalle, quasi a ricordargli in continuazione un passato dal quale non può slegarsi. E con il quale sa di dover fare i conti, prima o poi.

 

Il 3/1/2021 at 01:12, Poe dice:

su tutta la storia Bonelli fa gravare un senso di Destino tragico inevitabile

Un Destino inesorabile e quel crocifisso pare quasi sia il suo strumento, un monito perenne rivolto al Mescalero.

Ed è a quel crocifisso che, in qualche modo, si aggrappa Lucero nella sua disperata fuga.

"Prendi con te il tuo totem della croce?", chiede il fido Felix.

"Certo! Mi ha sempre portato fortuna, e in ogni caso non voglio che cada in altre mani"

 

E quasi all'epilogo della sua tragica e tormentata esistenza, è proprio a quel crocifisso che si rivolge Lucero, dando un senso soteriologico all'intera vicenda.

"Il crocefisso di Padre Tommaso... il segno del Dio dei bianchi che vuole essere riportato dove un tempo l'avevo preso!"

"Aiutami dunque ad arrivare laggiù, croce-totem... Lucero ti riporterà dai padri e forse in cambio essi allontaneranno la morte che mi brucia dentro".

Nel finale, il cerchio si chiude: il prezioso simbolo cristiano tornerà nella sua naturale casa e, finalmente, Lucero troverà la sua pace interiore e spegnerà quel fuoco che lo divora.

Non so quanto GLB abbia voluto dare un senso cristiano a questa cosa.

Forse è stata solo una scelta narrativa e basta.

Sta di fatto che il tutto, almeno per me, riesce a dare un senso ancora più profondo ad una storia impossibile da dimenticare.

Letteri è semplicemente splendido. L'immagine trasfigurata di Lucero con il crocifisso in mano è da antologia.

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Su tutto ciò che è stato scritto, penso che almeno su una cosa possiamo essere tutti d accordo.

Lucero non deve tornare mai più.

Personaggio troppo bello da ripresentare senza stravolgerlo o dargli,se preferite,una chiara fisionomia.

Per me la galoppata finale di Lucero, con la Morte che lo segue e con il suo delirio è un qualcosa di impossibile da replicare... siamo ai livelli di perfezione de "il buono il brutto e il cattivo" con il triello finale, nessuno è mai più riuscito ad eguagliare tale scena.

In tale storia GLB ha raggiunto una vetta inarrivabile

Modificato da Barbanera
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<span style="color:red">18 minuti fa</span>, Barbanera dice:

Su tutto ciò che è stato scritto, penso che almeno su una cosa possiamo essere tutti d accordo.

Lucero non deve tornare mai più.

 

Assolutissimamente d'accordo. La statura del personaggio, benché subdolo antagonista, e la grandezza e la bellezza della storia stessa sarebbero di fatto vanificate da un suo ipotetico ritorno. Ma, per fortuna, stando se ben ricordo ad un suo post di qualche tempo addietro pare proprio che Boselli non abbia alcuna intenzione di riproporlo ;).

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