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TWF - Tex Willer Forum

[452/454] Il Ritorno Del Morisco


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Voto alla storia  

67 utenti hanno votato

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Mi sembra un concetto troppo astruso per dei tirapiedi messicani.

Preferisco concedere ancora una volta la sospensione dell'incredulità e continuare a pensare che il buon Jesse avesse capito quanto dicevano i figli di Horus.

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No,  non lo dicevano i tirapiedi.Ma parlavano in spagnolo perché c'erano ANCHE i tirapiedi. Claro?

 

Non ho mai pensato che i figli di Horus fossero tutti arrivati dall'Egitto il giorno prima, ma che ci fossero tra loro anche degli "oriundi", come Morisco.  Però, dopo vent'anni, non ho certezze.

 

 

 

Modificato da borden
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  • 5 mesi dopo...

Storia dal sapore agrodolce. Non so, infatti, se catalogarla nel genere western (il mio preferito) o in quello esotico/soprannaturale, che tanto non mi garba.
La nota più lieta é l'introduzione di un bel personaggio, che tornerà: Juan Raza, velocissimo pistolero.

Peccato che non si scontri con Tex!
La stonatura é, a mio parere, da ravvisarsi nel lieto fine, fin troppo lieto, da fiaba.
Ma la cosa peggiore sono i disegni, veramente orribili. Peccato, perché la storia non é male e avrebbe potuto essere ancora più apprezzabile se fosse stata valorizzata da disegni idonei.
Voto alla storia: 7,2
Voto ai disegni: 6

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  • 7 mesi dopo...

Da una sommaria analisi, pare che Boselli sul finire degli anni ’90 destinasse a Letteri, le storie più particolari e con soventi escursioni nel fantasioso universo del paranormale. Dopo “Terrore a Silver Bell”, “Wild West Show” ecco il turno del “Ritorno del Morisco”, episodio molto originale e lontano dai canonici stilemi western della serie. Ammetto che una rilettura attuale fa emergere perplessità su alcuni aspetti della narrazione, ma la prima volta che lo lessi vent’anni fa, rimasi entusiasta.

L’idea di scandagliare il passato del Morisco è a mio avviso ottima e apre lo spiraglio per trarne interessantissimi spunti. Boselli coglie nel segno, cesellando un soggetto particolare arricchito dalla presenza di insoliti antagonisti, ovvero la setta egizia di fanatici che rispondono al nome dei “Figli di Horus”.

La sceneggiatura è ben calibrata, a parte un leggero calo di ritmo sul secondo albo, ma come di consueto l’autore riesce sempre a donarci un finale serratissimo e carico di tensione.

Nulla togliendo ai nostri due pards, che la penna boselliana dipinge sempre al top della forma, ciò che più affascina il lettore è la creazione di comprimari del calibro di Raza e il vecchio Jesse, che mostra, se ancora ci fossero dubbi, quanto lo sceneggiatore si trovi a suo agio nel caratterizzare i personaggi nelle sue prove.

Juan Raza rappresenta il modello tipo del personaggio boselliano: un uomo molto in gamba, duro, deciso, che vorrebbe apparire malvagio ma in fondo ha un animo leale e nobile che nelle fasi clou della narrazione, lo porta a saltare il fosso e schierarsi con i nostri. Personaggio grigio alquanto complesso che indubbiamente fa l’occhiolino al lettore e lascia il segno. Il vecchio ranger in pensione Jesse, apparentemente sembrerebbe una macchietta, ma mostra il suo perché con l’evolversi della storia. Uomo di vecchio stampo, onesto e generoso, capace di saper perdonare (si veda il suo rapporto con Raza). Due personaggi che bucano la pagina e che l’autore, ovviamente, riproporrà anni dopo in un sequel. Molto simpatici pure i due ragazzini rapiti che rappresenteranno l’evento scatenante della conversione di Raza, come avvenne con la celebre Lucia manzoniana e l’Innominato. Detto ciò, si potrebbe pensare che l’episodio possa fregiarsi del massimo dei voti, ma realmente non è così. Sebbene molto leggibile e coinvolgente, la prova si attesta un paio di gradini sotto il virtuale livello delle migliori composizioni boselliane su Tex. La resurrezione della mummia, sebbene estrema, può starci come idea e sembra richiamare alcuni spunti bonelliani, visto che il patriarca del fumetto spesso e volentieri amava spaziare nell’insolito e nel paranormale, ma trovo che alcuni passi siano un po’ troppo forzati e ingenui, sebben altamente spettacolari. Improbabile che si potessero trovare dei consanguinei di un sacerdote morto tremila anni prima, mentre qui ne troviamo almeno quattro! Anche il campionario magico di oggetti sacri egizi riesumati addirittura da Atlantide, suona come un film di fantascienza o un albo di Martin Mystere: buffa poi la scena dell’occhio di Horus che manda il maleficio, respinto dallo specchio magico sostenuto dal Morisco, sembra più un passo di una fiaba fantasy per bimbi. Sull’identità del demone Bes sorvolo, ma la spiegazione del nano (immortale visto che più di trent’anni non lo privano affatto del suo vigore fisico!) non regge, di conseguenza la sua presenza tra le tavole sembra una forzatura. Anche il finale da “vissero tutti felici e contenti”, con l’improbabile ritorno in scena di Octave, dato per morto in tutta la narrazione e il ravvedimento di Sekhmet, che zitta zitta se la cava dopo aver barbaramente ucciso l’archeologo inglese, col senno di poi lascia la sensazione di un epilogo rosa da fiaba natalizia. Boselli, apre le porte al ritorno di Raza, ritagliandogli un possibile ingresso nei ranger, ma anche questo passaggio sembra un po’ troppo osato e simile al percorso già vissuto da Tex in giovinezza. Tirando le somme: storia gradevole, ma di certo non indimenticabile o esente da pecche. Anche i disegni legnosi di un logoro Letteri non contribuiscono molto a valorizzare alcune scene chiave. Il disegnatore romano tiene ancora botta nei primi piani, ma le figure intere perdono grazia e proporzioni e pure il dinamismo nelle vignette, è uno sbiadito ricordo. Credo che la stessa sceneggiatura, con temi così a lui congeniali, se gli fosse stata affidata vent’anni prima nel periodo del suo apice creativo, avrebbe avuto un esito totalmente diverso. Il mio voto finale è 7

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un capolavoro boselliano, uno dei ricordi della mia infanzia( sembra strano detto da uno che compie 17 anni fra due giorni ma e' cosi':D  e' passato un sacco di tempo da quando l' ho letta la prima volta) Mistero,suspense colpi di scena, sparatorie nuotate nel fiume, finale al cardiopalma. Cosa chiedere di piu'?  Ma  e' Raza  cio' che piu' mi interessa di questa storia: personaggio  ottimo!

Jesse resta piu' sullo sfondo, ma anche lui sa emozionare il lettore. Scena da ricordare? Raza nella taverna che uccide il messicano dopo aver precedentemente annunciato di non avere tempo( " dopotutto il tempo          c' era"), la scena finale con Raza che commenta ironicamente che a suo padre sarebbe venuto un colpo se avesse saputo che era in compagnia di rangers, quando Jesse dimostra di saper essere in gamba nonostante la vista sparando agli egiziani, quando Carson gli dice che uccidera' degli egiziani a costo di indicargli la direzione dove sparare, quando Raza rivela a Jesse che non e' mai riuscito a catturare suo padre perche quest' ultimo aveva paura proprio di Jesse.  Scene da antologia. Letteri ha quasi un altro stile rispetto ai suoi lavori precedenti ma e' uno stile che non mi dispiace affatto anzi. Voto 9.5

Modificato da Grande Tex
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  • 3 mesi dopo...

Ho riletto questa storia con piacere, trovo la trama interessante, con i personaggi tipici di Boselli,  "J. Raza" o il vecchio ranger, veramente egregi. 

Nota dolente per me  i disegni di Letteri, ormai nel periodo discendente della sua lunga carriera sul nostro, anche se a me piaceva molto poco anche prima. Soggetto 6/7 sceneggiatura 7  disegni 5.

 

On 16/9/2010 at 14:58, KitWiller79 dice:

 Oggi come allora non compravo Tex ogni mese ma solo se usciva qualche storia che mi piaceva o mi intrigava. Non mi interessava chi fosse lo sceneggiatore, non prestavo alcuna attenzione a questo. Sarà brutalmente sincero: leggevo Tex sperando di aver comprato una bella storia. 

Interessante questo passaggio, ma come facevi a sapere prima se la storia era bella oppure no?

Cosa facevi se la storia non ti piaceva? La cestinavi o la regalavi?

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  • 1 anno dopo...
Il 27/6/2018 at 07:36, Barbanera dice:

una storia che lessi nel lontano 1998 (avevo appena compiuto 18 anni!) e che mi era piaciuta un sacco.da tanti, troppi anni non la riprendo in mano ma la ricordo abbastanza bene.

Sono d'accordo con chi ha definito il finale troppo buonista: fa un po' pena Morisco quando vede la sua amata andata in sposa a colui che credeva un suo fedele amico.

capitolo personaggi: Jaun Raza non mi è piaciuto: qui Borden esagera nel trasformarlo da killer e comanchero spietato addirittura in ranger in pectore (rischia la pelle per dei ragazzini che in realtà all'inizio disprezza); il ranger cieco ha un ruolo abbastanza da "macchietta"

Non male l 'inizio ambientato nell'Egitto degli anni '30/40. mi è piaciuto l'esoterismo simil massone (tipicamente ottocentesco) che aleggia nella storia.

Morisco innamorato mi ha fatto storcere un po' il naso...

in ogni caso, una buona storia

 

 

Allora..Anche io non la riprendevo dal 1998 ed avevo 16 anni. Bella, coinvolgente, misteriosa, storica, corale, con colpi di scena. Non è un "capolavoro" perché troppo "buona". Comunque altro grande colpo del Boss. Poi El Morisco disegnato da Letteri è delizioso e nostalgico.

 

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Sbagliai, all'epoca, a non acquistare questa storia. Letta finalmente oggi per la prima volta, mi ha molto divertito. Come altre volte con altri comprimari storici, anche qui Boselli fruga nel passato di uno di loro, quel Morisco che fece la sua prima apparizione in Tex nel fatidico numero 101, generato peraltro dalla medesima matita che ha disegnato la storia in argomento. Sono passati decenni, ma nell'ideale passaggio del testimone, quasi a sfida dei poteri del tempo, la staffetta è significativamente incarnata da quel Letteri che all'epoca illustrò la storia di GLB e che "oggi" invece ha dato vita all'avventura concepita da Boselli.

 

La storia, come dicevo, è appassionante. In Tex non è un'intrusa la componente horrorifica o inverosimile, ma qui c'è tanto di più: c'è la civiltà egizia, l'archeologia, il rimando, affascinante, ad Atlantide quale civiltà generatrice delle successive degli egizi, degli inca, dei maya. C'è poi la conturbante nazionalista fanatica Nephret, vecchia fiamma del Morisco, c'è un'iscrizione inquietante su un sarcofago (elemento abbastanza classico, che tuttavia a me personalmente ha ricordato le iscrizioni sulla "Tomba di Sarah" e su quella di Vespertilia, oltre che su quella di Carmilla, le protagoniste di racconti di vampiri letti anni fa che ho molto apprezzato), c'è l'elemento del sacrificio umano (che invece mi ha fatto tornare alla mente quello architettato dal druido Merlino per far tornare sulla terra gli dei nel romanzo Excalibur di Bernard Cornwell, letto molti anni fa e che mi entusiasmò: chiedo a @bordense conosce i suddetti racconti - Carmilla credo proprio di sì - e il romanzo e se li ha apprezzati e se in qualche modo li ha mai usati, non necessariamente in questa storia, come fonte di ispirazione).

 

E non basta! C'è infatti poi il bel personaggio di Juan Raza: è forse destino che questa storia mi faccia fare continui rimandi (d'altronde Eco diceva che tutti i libri dialogano tra di loro, e qui io estendo il concetto e ci aggiungo oltre ai libri anche i film e, appunto, i fumetti), ma Juan non può non ricordare il fuorilegge di Quel treno per Yuma, un vero bastardo che però si affeziona al ragazzo tanto da salvarlo: anche qui, Boselli costruisce molto bene il rapporto che viene a instaurarsi tra i ragazzini e il bandito, con quest'ultimo che dice di fare la scena ma che in realtà, suo malgrado, si lega alle vittime tanto da tornare sui suoi passi per salvarle. Molto bella, a questo proposito, la scena in cui rimugina nel saloon, bevendo tequila e chiedendosi cosa fare. E per ricordare al lettore che Raza è pur sempre il bastardo che abbiamo visto finora, Boselli ce lo mostra assassinare un avventore del bar, in un duello solo apparentemente ad armi pari, posto che il figlio del Comanchero è un fulmine con la pistola.

 

Insomma, questa storia ha tutti i crismi per restare memorabile, ma fa di più: pone Tex davvero in difficoltà: è bellissimo vederlo soccombere ai vortici del fiume, ed è altrettanto intenso vedere Carson reagire da par suo: "Tex non aspetterebbe...e io per lui scenderei anche all'inferno", e più tardi: "piuttosto che stare qui inattivo, preferisco condividere la sorte del mio pard". E' un Carson molto provato ma che si mantiene lucido, in assenza del suo scatenato pard prende le redini della situazione e si muove da quel grand' uomo d'azione che in effetti è.

 

Insomma, tutto molto bello fino al finale. Non che questo non sia riuscito, anzi è molto avvincente. Ma non mi spiego, se non per pure esigenze di sceneggiatura, per quale ragione Octave sia stato rapito (facendolo credere morto), per poi drogarlo: era forse necessaria la presenza di un consanguineo dei ragazzi perché il sacrificio umano avesse successo? Questo non lo si dice da nessuna parte, e mi resta la fastidiosa sensazione che l'archeologo sia lì solo per risolvere la situazione. A parte questo, però, la storia fila che è un piacere, appartiene a quel filone per cui da tempo non voglio più farmi troppe domande, abbandonandomi solo al puro divertimento. E mi sono divertito!  

Modificato da Leo
  • +1 2
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<span style="color:red">54 minuti fa</span>, Leo dice:

Sbagliai, all'epoca, a non acquistare questa storia. Letta finalmente oggi per la prima volta, mi ha molto divertito. Come altre volte con altri comprimari storici, anche qui Boselli fruga nel passato di uno di loro, quel Morisco che fece la sua prima apparizione in Tex nel fatidico numero 101, generato peraltro dalla medesima matita che ha disegnato la storia in argomento. Sono passati decenni, ma nell'ideale passaggio del testimone, quasi a sfida dei poteri del tempo, la staffetta è significativamente incarnata da quel Letteri che all'epoca illustrò la storia di GLB e che "oggi" invece ha dato vita all'avventura concepita da Boselli.

 

La storia, come dicevo, è appassionante. In Tex non è un'intrusa la componente horrorifica o inverosimile, ma qui c'è tanto di più: c'è la civiltà egizia, l'archeologia, il rimando, affascinante, ad Atlantide quale civiltà generatrice delle successive degli egizi, degli inca, dei maya. C'è poi la conturbante nazionalista fanatica Nephret, vecchia fiamma del Morisco, c'è un'iscrizione inquietante su un sarcofago (elemento abbastanza classico, che tuttavia a me personalmente ha ricordato le iscrizioni sulla "Tomba di Sarah" e su quella di Vespertilia, oltre che su quella di Carmilla, le protagoniste di racconti di vampiri letti anni fa che ho molto apprezzato), c'è l'elemento del sacrificio umano (che invece mi ha fatto tornare alla mente quello architettato dal druido Merlino per far tornare sulla terra gli dei nel romanzo Excalibur di Bernard Cornwell, letto molti anni fa e che mi entusiasmò: chiedo a @bordense conosce i suddetti racconti - Carmilla credo proprio di sì - e il romanzo e se li ha apprezzati e se in qualche modo li ha mai usati, non necessariamente in questa storia, come fonte di ispirazione).

 

E non basta! C'è infatti poi il bel personaggio di Juan Raza: è forse destino che questa storia mi faccia fare continui rimandi (d'altronde Eco diceva che tutti i libri dialogano tra di loro, e qui io estendo il concetto e ci aggiungo oltre ai libri anche i film e, appunto, i fumetti), ma Juan non può non ricordare il fuorilegge di Quel treno per Yuma, un vero bastardo che però si affeziona al ragazzo tanto da salvarlo: anche qui, Boselli costruisce molto bene il rapporto che viene a instaurarsi tra i ragazzini e il bandito, con quest'ultimo che dice di fare la scena ma che in realtà, suo malgrado, si lega alle vittime tanto da tornare sui suoi passi per salvarle. Molto bella, a questo proposito, la scena in cui rimugina nel saloon, bevendo tequila e chiedendosi cosa fare. E per ricordare al lettore che Raza è pur sempre il bastardo che abbiamo visto finora, Boselli ce lo mostra assassinare un avventore del bar, in un duello solo apparentemente ad armi pari, posto che il figlio del Comanchero è un fulmine con la pistola.

 

Insomma, questa storia ha tutti i crismi per restare memorabile, ma fa di più: pone Tex davvero in difficoltà: è bellissimo vederlo soccombere ai vortici del fiume, ed è altrettanto intenso vedere Carson reagire da par suo: "Tex non aspetterebbe...e io per lui scenderei anche all'inferno", e più tardi: "piuttosto che stare qui inattivo, preferisco condividere la sorte del mio pard". E' un Carson molto provato ma che si mantiene lucido, in assenza del suo scatenato pard prende le redini della situazione e si muove da quel grand' uomo d'azione che in effetti è.

 

Insomma, tutto molto bello fino al finale. Non che questo non sia riuscito, anzi è molto avvincente. Ma non mi spiego, se non per pure esigenze di sceneggiatura, per quale ragione Octave sia stato rapito (facendolo credere morto), per poi drogarlo: era forse necessaria la presenza di un consanguineo dei ragazzi perché il sacrificio umano avesse successo? Questo non lo si dice da nessuna parte, e mi resta la fastidiosa sensazione che l'archeologo sia lì solo per risolvere la situazione. A parte questo, però, la storia fila che è un piacere, appartiene a quel filone per cui da tempo non voglio più farmi troppe domande, abbandonandomi solo al puro divertimento. E mi sono divertito!  

Puro Vangelo!

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  • Sceriffi
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Ho ordinato gli arretrati. Se non mi piaceranno, te ne chiederò il rimborso :D 

 

Beh ora posso tirare un sospiro di sollievo 😅

  • Haha (0) 1
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<span style="color:red">27 minuti fa</span>, pecos dice:

 

Beh ora posso tirare un sospiro di sollievo 😅

 

Puoi ben tirarlo, caro pard 😆

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Bene! :D

 

No, le ispirazioni trovate da Leo non sono dirette, l'iscrizione è un topos diffusissimo.

 

Non ho mai letto niente di Cornwell.

 

Davvero c'è un ragazzino in Quel treno per Yuma? Non me lo ricordavo, non è uno dei film che preferisco. Ho  ignorato il remake, ovviamente.

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, borden dice:

Bene! :D

 

No, le ispirazioni trovate da Leo non sono dirette, l'iscrizione è un topos diffusissimo.

 

Non ho mai letto niente di Cornwell.

 

Davvero c'è un ragazzino in Quel treno per Yuma? Non me lo ricordavo, non è uno dei film che preferisco. Ho  ignorato il remake, ovviamente.

 

Sì, l'iscrizione è molto classica, ma nonostante tutto è sempre efficace. Ma Carmilla la conosci no? Di Cornwell non ho letto molto altro neanch'io, ma Excalibur è una rivisitazione della leggenda arturiana a mio parere molto bella, sicuramente originale e con l'attenzione a mantenersi verosimile: per intenderci, non è un fantasy ma una storia pressoché realistica di come dovevano più o meno andare le cose nella Britannia post romana. 

 

Su quel treno per yuma, in effetti io ho visto solo il remake... 

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Leo dice:

 

Sì, l'iscrizione è molto classica, ma nonostante tutto è sempre efficace. Ma Carmilla la conosci no? Di Cornwell non ho letto molto altro neanch'io, ma Excalibur è una rivisitazione della leggenda arturiana a mio parere molto bella, sicuramente originale e con l'attenzione a mantenersi verosimile: per intenderci, non è un fantasy ma una storia pressoché realistica di come dovevano più o meno andare le cose nella Britannia post romana. 

 

Su quel treno per yuma, in effetti io ho visto solo il remake... 

Ah, ecco, ci giurerei che nel remake hanno inventato un sacco di roba, nell'originale non succede quasi niente! Per questo non è tra i film preferiti della mia gioventù e non l'ho mai rivisto. Mentre tuttora mitizzo i film di Anthony Mann.

 

Come potrei non conoscere Carmilla? Scrivo Dampyr!:laugh:

 

 

 

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Adesso, borden dice:

Ah, ecco, ci giurerei che nel remake hanno inventato un sacco di roba, nell'originale non succede quasi niente! Per questo non è tra i film preferiti della mia gioventù e non l'ho mai rivisto. Mentre tuttora mitizzo i film di Anthony Mann.

 

Come potrei non conoscere Carmilla? Scrivo Dampyr!:laugh:

 

 

 

 

Eh appunto appunto... di recente ho acquistato una raccolta di racconti di Sheridan le fanu, sperando siano all'altezza di Carmilla, che è un racconto notevole davvero... 

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Le Fanu è uno dei grandi, dipende dalla scelta, però... Augier Street, Schalken il pittore, Tè verde, Il giudice Harbottle...

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<span style="color:red">1 minuto fa</span>, borden dice:

Le Fanu è uno dei grandi, dipende dalla scelta, però... Augier Street, Schalken il pittore, Tè verde, Il giudice Harbottle...

 

Li leggerò, sperando siano nella selezione dei racconti che ho.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, borden dice:

 ignorato il remake, ovviamente.

è uno dei rari casi in cui è meglio dell'originale

<span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

avvincente. Ma non mi spiego, se non per pure esigenze di sceneggiatura, per quale ragione Octave sia stato rapito (facendolo credere morto), per poi drogarlo: era forse necessaria la presenza di un consanguineo dei ragazzi perché il sacrificio umano avesse successo? Questo non lo si dice da nessuna parte

ecco un dubbio che ho sempre avuto anche io

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  • Sceriffi
<span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

Come altre volte con altri comprimari storici, anche qui Boselli fruga nel passato di uno di loro, quel Morisco che fece la sua prima apparizione in Tex nel fatidico numero 101

No, Leo. El Morisco appare per la prima volta, nel numero 77. Per il resto, bellissimo commento.

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<span style="color:red">8 minuti fa</span>, MacParland dice:

No, Leo. El Morisco appare per la prima volta, nel numero 77. Per il resto, bellissimo commento.

 

Vero. L'avevo dimenticato, devo rileggere quella storia, prima o poi. Grazie per l'apprezzamento. 

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  • 11 mesi dopo...

Gentile @borden certamente la mia sensazione e' parzialmente dovuta alla similare ambientazione delle due storie, ma devo dire che soprattutto nel Ritorno del Morisco (Albo 452) 

Spoiler

quando i tre baldi egittologi penetrano nella tomba di Akhran

ho ritrovato elementi e sensazioni che avevo provato quando ho letto i due tomi de "Il Mistero della Grande Piramide" (Le avventure di Blake e Mortimer del grande E P Jacobs). Lo avevi letto? È stato parziale fonte di ispirazione? O come ho detto prima si tratta solo di simile ambientazione?

  • +1 1
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<span style="color:red">22 ore fa</span>, Lucero dice:

Gentile @borden certamente la mia sensazione e' parzialmente dovuta alla similare ambientazione delle due storie, ma devo dire che soprattutto nel Ritorno del Morisco (Albo 452) 

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quando i tre baldi egittologi penetrano nella tomba di Akhran

ho ritrovato elementi e sensazioni che avevo provato quando ho letto i due tomi de "Il Mistero della Grande Piramide" (Le avventure di Blake e Mortimer del grande E P Jacobs). Lo avevi letto? È stato parziale fonte di ispirazione? O come ho detto prima si tratta solo di simile ambientazione?

 

 

Letto da ragazzo, naturalmente. Un capolavoro. Tutto  quel che si legge entra "in circolo".

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