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TWF - Tex Willer Forum

[121/124] Sulle Piste Del Nord


Guest Wasted Years
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Voto alla storia  

68 utenti hanno votato

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Guest Wasted Years


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Soggetto e sceneggiatura: G. L. Bonelli
Disegni: Giovanni Ticci
Periodicità mensile: Novembre 1970 - Febbraio 1971
Inizia nel numero 121 a pag. 87 e termina nel numero 124


Nel Grande Nord, le Giubbe Rosse di Jim Brandon sono alle prese con una brutta gatta da pelare: una tribù di indiani Fox, rifornita di armi e whisky in cambio di pepite dal bieco cacciatore Stan Jordan, si sbarazza dei nemici trafiggendoli con frecce nere, dopo averli legati a sinistre croci. L'arrivo dei quattro pards a Winnipeg, chiamati nel Grande Nord da Jim Brandon, non passa inosservato: Paul Bonnet, uno dei capi del traffico di armi e alcol, messo sull'avviso da un suo uomo, tenta inutilmente di spedire sottoterra i pericolosi avversari. Tex intuisce che, dietro lo sporco tentativo di fomentare una rivolta indiana, si nascondono cospicui interessi economici e convince l'avvenente Rita Duchesne è una maliarda che la banda usa per incantare i gonzi è a passare dalla sua parte e rivelare quel che sa, prima che sia troppo tardi per salvarsi. Sulla pista per Fort Black, dov?? di stanza Jim Brandon, i pards vengono intercettati dai Fox, allertati dal meticcio Lacoste e dal suo aiutante Ko-Wan. Lacoste, con la sua baracca di pietra sulle rive del Saskatchewan, funge da punto di scambio per le pepite con cui gli indiani pagano le armi. Prima di finire all'inferno, il mezzosangue spiffera l'inghippo a Tex: il vero obiettivo di monsieur Bonnet è mettere le mani sui ricchi giacimenti d'oro di quelle fredde terre! Ma intanto Kit Willer è caduto negli artigli dei bellicosi pellerossa, che già calcano il sentiero di guerra? Kit è legato al palo della tortura! Tex, Carson e Tiger Jack è fiancheggiati dalle Giubbe Rosse di Jim Brandon è lo liberano con un'azione da commando: gli indiani che li inseguono, fatti saltare in aria dai pards su un ponte roccioso naturale, precipitano sul fondo della gola dove gettavano i loro nemici dopo averli crocifissi! Uno dei superstiti, lo stregone Ho-Kuan, decide di accordarsi direttamente con il capobanda Bonnet. Ma ormai il destino della cricca di speculatori è segnato: lo sciamano ci lascia le penne e l'oro accumulato dalla banda cola a picco nella baia dell'Hudson.


Copyright: Sergio Bonelli Editore

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Storia Stupenda e disegnata in maniera... non trovo l'aggettivo, diciamo IPERBOLICA da un Ticci grandioso. Aggiungo che la storia è davvero fortissima, vista a colori è uno schianto, bellissimi i disegni e bellissima la trama. Tex va molto per le spicce, facendo soffrire l'ufficiale delle giubbe rosse, c'è in ballo una bella donna, uno stregone ventriloquo e giacimenti auriferi più un losco traffico fluviale. E un passaggio davvero... esplosivo!
Ed una strana croce con dei cadaveri trafitti dalle frecce.
A me i paesaggi di questa storia fanno venire i brividi, e credo che sia annoverabile tra i grandi capolavori.
Non mi stanco davvero mai di rileggerla.

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Guest Kerzhakov 91

CAPOLAVORO, CAPOLAVORO ED ANCORA CAPOLAVORO!Tra le mie storie preferite in assoluto, la piazzo nella Top 3. La migliore delle canadesi che ho letto, il che è tutto dire.

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Guest Wasted Years

Nel votare e dare diciamo...10 :D a questa storia fantastica, chiedo a "Kerz" se vuole dilungarsi un attimino sugli aspetti che lo hanno colpito in questa storia, che io ho particolarmente a cuore per averla amata e per amarla ancora in maniera speciale. Magari un giudizio più analitico sui disegni o sui personaggi, un confronto con le altre storie ambientate al Nord eccetera... Forza pard, sono tutto orecchi!

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Guest Kerzhakov 91

Mah, direi che sono un insieme di cose che mi hanno fatto amare questa storia, in primis la perfetta sceneggiatura e la trama. Già dalle prime pagine, con quegli strani omicidi già visti una volta in Tex (ne "La croce tragica", sui numeri 20), aveva intuito di avere in mano un albo speciale. Inoltre "Sulle piste del nord" ha segnato il ritorno - se escludiamo il celebrativo numero 10 - della giubba rossa Jim Brandon, il mio personaggio preferito insieme a Montales, che mancava - pensate un p? - dall'albo numero 12!!!Come detto, il punto di forza principale però, insieme alla fantastica ambientazione, è il racconto in sè, in cui tutto è davvero azzeccatissimo, inserito al pozzo giusto. Infine, merita una citazione sicuramente anche il furbissimo stregone Ho-Kuan (in assoluto, uno dei nemici più "svegli" di Tex), con quel suo indimenticabile corvo ammaestrato :DComunque sulle storie canadesi io sono un p? di parte, le adoro tutte, fin dalla prima che ho letto, vale a dire "La mano scarlatta", storia in cui fecero il loro esordio assoluto Gros-Jean, Jim Brandon e... Kit Willer!

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Vita e miracoli di Ho-Kuan.

Venduto dai suoi ai missionari di Saskatoon che gli diedero una buona educazione, scapp? da loro a quindici anni per seguire un ciarlatano che campava alla faccia dei gonzi esibendosi con trucchi da prestigiatore... Poi fin° in un circo americano da cui se ne and' dopo molti anni per tornare tra la sua gente, presentandosi agli irochesi come uno stregone capace di strabilianti prodigi ( ... tanto che numerosi guerrieri e cacciatori delle altre tribù accorrevano anche da lontano pur di vederlo e ascoltarlo! ).

Ho-Kuan, lo sciamano con il corvo sulla spalla che appare nella mitica Sulle piste del Nord, è in realtà un autentico furbone pieno di trucchi, che sfrutta la sua abilità di ventriloquo e l'esperienza acquisita, per alimentare più che i sogni di ricchezza, quelli della gloria e della fama personale, segnato com'? dalla tragica e bruciante esperienza dell'abbandono.

Le sue doti attecchiscono tra l'ignoranza e il fanatismo della sua gente, la sua frustrazione si trasforma in arroganza e ambizione, la sua perfidia si sfoga nel macabro rito delle croci, una strana fusione di cristianesimo e paganesimo che convive in lui dai tempi in cui i missionari lo allevarono, educandolo ma anche sottraendolo al suo mondo.

Segnato da una profonda ingiustizia, Ho-Kuan, come Lucero anni dopo, rinnega la religione dei bianchi, senza più riavvicinarsi ad essa, tanto che nel suo aspetto fisico ( vedi il suo abbigliamento e la su fisionomia ) ci appare come un perverso e diabolico monaco ( con le sataniche corna del suo copricapo in bella evidenza ). Per questo motivo anche la sua morte è meno violenta e emblematica di quella di Lucero, lo stregone infatti non è mai stato plasmato nella sua anima dalle idee cristiane che i missionari hanno cercato di inculcare in lui, mostrando precocemente una mente aperta invece al crimine.

E' un antagonista di tutto rispetto per il ranger, che emana un aura di magia e cattiveria nel suo ghigno irriverente.

Tratteggiato con una grande maestria da G. L Bonelli e graficamente da uno stratosferico Giovanni Ticci, Ho-Kuan è un personaggio unico per la sua atipicit? nella lunghissima saga texiana....

... tanto che è stata davvero una grave perdita quella che noi lettori abbiamo subito in quel lontano mese di febbraio del 1971!

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Beh Wast, qui fai suonare le corde del mio animo "brandoniano"... una delle storie "classiche" più belle in assoluto.... mi ricordo ancora la fantastica operazione di commando per liberare Kit willer... da cardiopalma!!!! Un Tex ancora molto GLBonelliano, astuto e svelto che, come piace a te, non ci pensa due volte prima di sforacchiare qualche viscido serpente!!!! I disegni? Diavolo è Ticci, il grande!!!! Cos'altro dire se non..... 10 e lode!!!!!!!!!

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  • 1 anno dopo...
  • co fondatore

Quando il vecchio Bonelli e il giovane Ticci s'incontravano succedeva sempre un piccolo miracolo e l'alchimia tra mente e cuore era perfetta. Non riesco a pensare a Tex come una tradizionale serie a fumetti perchè in mezzo ci sono saghe epiche come questa. Tex è un monumento, non dimentichiamolo. Grazie Gianluigi, grazie Giovanni. Il voto è il massimo.

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  • 4 mesi dopo...
  • Rangers

Questa l'ho sempre considerata tra le più belle storie scritte da GLB. Inoltre è sicuramente tra le più affascinanti per quanto riguarda l'ambientazione. Il tratto di Ticci innanzitutto, qui è tra i più perfetti e penso che abbia aperto la strada o almeno influenzato grandi nomi come quello di Villa. Tutta la storia è senza ombra di dubbio perfetta in ogni suo dettaglio, nel susseguirsi delle vicende non c'è nulla (almeno per me) fuori posto. Nel momento in cui il giovane Kit viene rapito, si rimane col fiato sospeso fino alla fine. Il territorio non facilita certamente le indagini e le azioni dei nostri pards, infatti come spesso accade nelle avventure al Nord, dietro ad ogni albero vi può essere un pericolo. L'idea della ribellione indiana, è certo qualcosa di già visto, ma è in questo caso talmente geniale il tutto che anche i più criticoni non possono non amare questo capolavoro. Oltretutto i 4 pards sono in formissima, non mancano sparatorie e la stupenda battaglia sull'arco a suon di dinamite. I cattivi che ritroviamo nel corso della storia, son tutti da scoprire. Da leggere e rileggere.10!!! :inch:

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  • 11 mesi dopo...

Questa l'ho sempre considerata tra le più belle storie scritte da GLB. Inoltre è sicuramente tra le più affascinanti per quanto riguarda l'ambientazione. Il tratto di Ticci innanzitutto, qui è tra i più perfetti e penso che abbia aperto la strada o almeno influenzato grandi nomi come quello di Villa. Tutta la storia è senza ombra di dubbio perfetta in ogni suo dettaglio, nel susseguirsi delle vicende non c'è nulla (almeno per me) fuori posto. Nel momento in cui il giovane Kit viene rapito, si rimane col fiato sospeso fino alla fine. Il territorio non facilita certamente le indagini e le azioni dei nostri pards, infatti come spesso accade nelle avventure al Nord, dietro ad ogni albero vi può essere un pericolo. L'idea della ribellione indiana, è certo qualcosa di già visto, ma è in questo caso talmente geniale il tutto che anche i più criticoni non possono non amare questo capolavoro. Oltretutto i 4 pards sono in formissima, non mancano sparatorie e la stupenda battaglia sull'arco a suon di dinamite. I cattivi che ritroviamo nel corso della storia, son tutti da scoprire. Da leggere e rileggere.10!!! :inch:

Sono d'accordo, una storia bellissima, disegnata inoltre da Ticci in maniera magistrale. L'incontro con le foreste del Canada esalta il suo tratto. Se non sbaglio questa è la terza storia disegnata da Ticci, la seconda mi aveva un p? deluso non perchè non fosse disegnata bene ma perchè dopo il suo esordio mi aspettavo chissà che cosa. Ma in questa terza storia Ticci si supera, leggerla a colori è stato un estremo godimento. Voto il massimo e peccato non poter votare 10 e lode.
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  • 1 anno dopo...

Sulle Piste Del Nord

Ritorno in grande spolvero nel Grande Nord per il nostro inossidabile Ranger, chiamato in soccorso ancora una volta dall'amico nonchè capitano dei Mounties Jim Brandon.
Sono le misteriose croci indiane a dare un timbro horror-noir ad una storia già ricca di eventi quanto fertile di emozioni (c'è spazio tuttavia anche per momenti di tranquillit?:basti vedere la sequenza al villaggio centrale della riserva Navajo, così come il viaggio in treno dei nostri) nella quale ancora una volta è l'oro a far perdere la testa all'uomo bianco, che si serve astutamente dei nativi per impossessarsene.
Fucili in quantit? per gli indiani Fox, ardenti nel desiderio di scacciare proprio il nemico dalla pelle chiara dai loro territori:? questo in effetti il mozzicone gettato sulla cassa di dinamite.
"La Croce Tragica" si presenta sin da subito una storia epica, contenitore di brillanti quanto originali personaggi, senza dubbio ben caratterizzati dal genio di Gianluigi Bonelli.
A tal proposito impossibile non citarne alcuni, ad esempio l'astuto sciamano Ho-Kuan, il capo dei Fox Sokami, mai sazio di potere,Paul Bonnet, capo dei trafficanti,Stan Jordan,Vic e Jess Hardy,Lacoste, nonchè il preziosissimo alleato per Tex & co., Rita Duchesne.
E' facile descrivere la presente avventura come uno dei capisaldi dell'intera serie, o comunque una delle storie maggiormente rilevanti, in grado di affermare l'indiscusso mito di Tex, attraverso scene nelle quali si affermano il suo pensare ed il suo modus operandi.
E' un uomo forte, carismatico, un po' sbruffone, in grado allo stesso tempo di pensare, prevedere e, all'occasione, preoccuparsi.
Ma lo fa con decisa naturalezza, sempre aiutato dai suoi fedelissimi amici, senza far mai (importante) la figura del fesso.
Ed è proprio in questo che l'autore si dimostra un mago:nel saper dosare differenti elementi per un prodotto a dir poco fantastico, forse dal finale lievemente affrettato e scontato, pecca tuttavia adombrata dal livello globale del racconto.
Passerei adesso a tessere gli elogi di Giovanni Ticci,Maestro della natura e della città, in una fase di "distacco" dai cosiddetti canoni giolittiani incentrati sulla ricerca quasi maniacale dei dettagli (qui comunque sempre presenti) e della graniticit? del raffigurato, in particolar modo dei volti e dei corpi.
Se è vero infatti che i particolari non mancano affatto,? impossibile non notare quel progressivo "allungamento" delle facce, che raggiunger? l'apice in "Terra Promessa", altro indiscusso capolavoro della serie:il tratto dolce sostituisce quello scattoso e per certi versi nervoso individuabile nelle precedenti prove dell'artista senese, ed ora prende sempre più corpo lo stile di riferimento per le successive generazioni di disegnatori.
Memorabili il dinamismo dei cavalli, il tratteggio dei muscoli, i paesaggi così come gli interni ed i fondali.
Va aperta adesso una parentesi per la caratterizzazione grafica dei personaggi, originale e mai banale:ne sono la prova i volti, tutti assolutamente differenti l'uno dall'altro, in grado di distinguere immediatamente il buono dalla carogna, l'onesto dal furfante, il sincero dallo sporco bugiardo.
Indubbiamente grandioso l'utilizzo dell'espressione, del gesto, della recitazione:elementi curati al massimo, ma non per questo caricaturali, ad hoc per le sequenze fortemente cinematografiche di Ticci.
E' una storia,"La Croce Tragica", leggibilissima persino in assenza dei baloons, delle didascalie, tanto son chiari gli eventi che la accompagnano.
Le stesse copertine di Aurelio Galleppini, impegnative quanto ben riuscite, possono raccontarci da sole la vicenda:regna la tensione, il senso fortemente drammatico ed un pizzico di curiosità che cattura l'attenzione anche del più sfuggente lettore.
Magistrale
Soggetto:10
Sceneggiatura:10
Disegni:10
Globale:10

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  • 4 mesi dopo...

Sulle piste del nord

Se la gioca con ?Tra due bandiere? per il primo posto (chiaramente secondo me)

In questa storia è presente anche la scena più divertente, che dimostra come Tex non si fa (o non dovrebbe) farsi mette i piedi in faccia da nessuno.

Carson: Ne avremo ancora per molto?

Tex: Già stanco di viaggiare su un comodo treno che ci farà risparmiare tempo e fatica?

Carson: Comodo?!... Per giove, ho tutte le ossa rotte da questa infernale panca di legno!

Tizio 1: Li senti?

Tizio 2: Certa gente non dovrebbero nemmeno lasciarla salire sui treni! Oltretutto, a forza di vivere con gli indiani, finiscono per puzzare anche loro come??!

TUM (sberla di Tex)

Tex: Chiedo scusa, simpaticone. Ti spiacerebbe ripetere quello che hai appena detto? Sono un po' duro d'orecchi, purtroppo, e prima di farti svolazzare dal finestrino vorrei esser ben certo di aver sentito bene!

Tizio 1: Al diavolo!... Dovevi credete di essere?

Tex: Alla presenza di una coppia di immensi idioti, boriosi e screanzati! Una coppia che non immagina nemmeno lontanamente i guai che sta per passare! Dunque, fratello. Vogliamo ripetere quella tal frase circa una certa puzza?

Tizio 2: Puzza? Mai detto niente del genere, mister.

Tex: Strano! M?era sembrato di sentirti dire che da queste parti c'è aria irrespirabile e siccome non è affatto da escludere che voi due pellegrini vi siate recentemente imbattuti in qualche grossa puzzola, così intendevo darvi un consiglio.

Tizio 1: E sarebbe?

Tex: Di tener chiuse quelle vostre maledette boccacce fino alla prossima fermata dove, se avete ancora un grammo di buon senso in zucca, vi affrettereste a scendere per sparire definitivamente dalla mia vista. Mi sono spiegato, testa di manzo?

Tizio 2: Non°Non intendevo offendervi, mister.

Tex: Il che dimostra che la tua testa non serve affatto per contenere un cervello, ma solo a dare alloggio a un mucchio di grosse pulci!

Carson: Non sprecare altro fiato, Tex! Con certi tipi non serve.

Tex: Forse hai ragione! Comunque, voi due non dimenticate il mio consiglio. Ci guadagnerete in salute!

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certo che la copertina di "Tamburi di Guerra" è meravigliosa. *__*Storia epocale. Come già detto nel topic della miglior storia canadese, qui ci troviamo davanti a una di quelle avventure con la A maiuscola. Difficile non leggerla tutta d'un fiato. E poi le ambientazioni.... arte pura. Immenso Ticci. Pensare che questa era la sua terza prova texana.@Calvera come non sorridere leggendo quello che hai postato! Sono questi dialoghi e questo senso sprezzante e duro che ci ha fatto tanto amare Tex Willer! :)

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  • 2 mesi dopo...

Era davvero da tanto tempo che non rileggevo questa mitica storia, e forse avevo un po' scordato il motivo per cui è amata al punto che molti la considerano come la più bella avventura di Tex. Io non arrivo a questo punto, però, per tutti i diavoli, l'ovvio lo dico anch?io: questa storia è un dannato Capolavoro, e uno dei fumetti in assoluto più belli che abbia mai letto!Semplicemente, qui siamo al cospetto di un Capolavoro narrativo e grafico. Ci sono tante cose da dire, ma io mi limito a soffermarmi su un paio di fatti che mi hanno colpito durante questa rilettura. La straordinaria leggibilità dell'intera storia, in primis: 350 pagine lette nel giro di ?massimo- tre ore, che non annoiano mai, che riescono a divertire il lettore sempre, anche nei dialoghi più lunghi che in altre mani avrebbero condotto a qualche momento di noia. Il tutto si lascia leggere con facilit? e puro divertimento: davvero il lettore è catturato da una trama splendida in tutto e per tutto, avvincente al sommo grado. Inoltre, avevo sempre pensato che il limite si questa storia (che comunque non mi ha mai impedito di gridare al Capolavoro!) fosse il finale, troppo affrettato. A questa rilettura trovo smentita questa considerazione, perchè il finale mi è sembrato buono così com??. L'uso dei quattro pards, magnifico. A rileggere avventure come queste ammetto di apprezzare ancor di più il lavoro che BoSelli fa da sempre col quartetto, riportandolo ai fasti bonelliani. Fasti bonelliani che consistono nella valorizzazione di ciascun pard: in questa storia abbiamo un Tiger fenomenale, protagonista di almeno un paio di scene spettacolari e risolutivo nella liberazione di Kit, protagonista in solitario di numerose pagine. Bonelli questa volta mi sembra si sia soffermato particolarmente su di lui. Anche Kit fa una bella figura: la maestria bonelliana è nell'averlo saputo esaltare anche nella prigionia, in almeno un paio di scene di sicuro effetto. Carson è stato forse il più in ombra, per quanto riguarda gli acuti individuali; ma a dire il vero il vecchio cammello fa il suo figurone comunque: è sempre l'interlocutore privilegiato di Tex, il più simpatico di tutti (tipo quando prende sotto braccio Kit e Tiger e li porta al banco) e poi nella scena della mega battaglia dell'ultimo albo è lui a rimanere insieme a Tex, ultimi sul ponte di roccia con la miccia già accesa. E questo mi sembra molto significativo. Tante altre cose da dire, dicevo prima ?Un Tex grandioso, semplicemente straordinario, duro e deciso come forse poche altre volte è apparso: i discorsi, magnifici (specie il secondo), ai due ufficiali delle giubbe rosse sono da incorniciare e imparare a memoria per chiunque voglia sceneggiare questo personaggio! Nel discorso dopo il rapimento di Kit, abbiamo forse il vangelo texiano espresso nella sua maniera più efficace e memorabile. Che dire poi dei tanti personaggi che affollano questa storia, ognuno degno di un ricordo nella mente dei lettori (lo stregone su tutti)? O delle straordinarie scene d'azione che letteralmente ti tengono incollato alle pagine? O dei magnifici disegni di un Ticci ancora acerbo, se pensiamo ai suoi sviluppi successivi, ma già in grado di realizzare un autentico Capolavoro grafico?Non aggiungo altro, tranne l'ovvio voto a testi e disegni: 10 e lode!

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  • 2 mesi dopo...

A me dispiace veramente tanto sminuire questa storia;perchè da quel che vedo è rimasta nel cuore della maggior parte dei texiani del forum. Il problema è che non sono riuscito a rivelare niente che mi abbia colpito così tanto da poter darle del capolavoro. Ora la maggior parte di voi immagino che si trover? in disaccordo con me, ma io piu di 6/7 non riesco a darci. Disegni senza dubbio stupendi... un 8 se lo meritano tutto, ma in quanto al resto non riesco veramente a reputarla un capolavoro..

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  • 2 settimane dopo...

Storia davvero mitica, sia per il soggetto, molto intrigante, sia per la sceneggistura, con un GLB perfetto, all'apice del suo talento, sia per i disegni di uno stratosferico Ticci. Unico appunto, ma proprio per cercare il pelo nell'uovo: il finale un po' troppo compresso, davvero un peccato vista l'ariosit? della storia. Le ultime pagine, in particolare il saluto tra Tex e Brandon ricordano le mitiche strisce dei primi anni. Il motivo, a mio parere, potrebbe stare nella decisione (del tutto condivisibile) di far inziare la storia successiva, che sarà l'altrettanto mitica IL FIGLIO DI MEFISTO, all'inizio dell'albo.

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  • 1 mese dopo...

Anche a mio parere questa è una gran bella storia, che ti prende tenendoti incollato alla sedia fino alla fine. Ecco, la fine è ciò che mi è piaciuto di meno, e non perchè la trovi affrettata, come è sembrato a Paco di primo acchito, ma anzi un po' troppo allungata. Come in Chinatown la scena finale poteva ben essere quella della morte del Drago, qui a mio parere la scena perfetta per il finale era quel primo piano del corvo morto, a simboleggiare la fine del perverso Ho-Kuan. Trovo che, a volte, le storie di Bonelli si dilunghino un po' troppo, anche dopo che gli eventi clou della storia sono accaduti. Ciò porta inevitabilmente a cali di tensione che si potrebbero invece evitare se si facesse terminare la storia nel suo culmine, quando se ne consumano gli eventi decisivi. Anche qui ho avuto la stessa sensazione, anche se ciò non sminuisce il mio più che positivo giudizio per una storia ben costruita, avvincente, con bei dialoghi e magistrali disegni. Per non parlare della figura di Ho-Kuan, un cattivo indimenticabile. Alla sua storia e al suo passato, decisamente singolari, si uniscono il significativo e divertente particolare del corvo "parlante" e, soprattutto, un ghigno (grande Ticci nella smorfia beffarda che conferisce al volto del perverso sciamano) che costituisce l'emblema di questo personaggio, rivelatore della sua anima sadica e nera. Grande storia, quindi, indimenticabile nell'ambientazione e nei personaggi cardine, pur non raggiungendo, IMHO, le vette del capolavoro.

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Scusa Leo, ma in questo caso era necessaria, la parte dopo la super battagliona: Bonelli doveva farlo vedere che i cattivi vengono sconfitti del tutto. E a differenza di una "Chinatown", qui i personaggi di quest'ultima parte compaiono già prima- voglio dire che la sensazione di trovarsi improvvisamente in un'altra storia, diversa, qui secondo me non c'è. Ps. ribadisco che per me "Chinatown" è uno dei capolavori di Bonelli! :D

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In effetti in Chinatown c'è una vera e propria cesura che divide la storia in due. Qui non si può dire la stessa cosa; resta il fatto però che, dopo la morte di Ho-Kuan, il mio interesse per la storia è un po' scemato, perchè il Cattivo non c'era più e gli altri (molto poco interessanti) avevano il destino segnato. Non c'è la sensazione di trovarsi di fronte a due storie, ma l'unica storia, per me, poteva finire un po' prima (anche se non posso escludere che molto di questa sensazione dipenda dalla mia stanchezza; ormai leggo solo di sera con gli occhi cascanti dal sonno... zzzz)

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  • 2 mesi dopo...

Questa storia è unica nel suo genere sia per la bellezza della trama sia per quella delle fantastiche ambientazione magistralmente disegnate dal Ticci prima versione. La trama è arricchita della presenza di personaggi interessanti e unici come lo stregone ventriloquo Ho-Kuan e il mitico Jim Brandon. Non si può non menzionare l'ambientazione fantastica e unica nel suo genere, soprattutto nella seconda parte della vicenda (quella nelle foreste). Trovo poi semplicemente straordinario lo stile giolittiano del primo Ticci, davvero un gioiello non ritrovabile da altre parti se non nella sua prima avventura illustrata. Ricco di azione lo scontro epico sul ponte di roccia. Concordo con chi dice che la morte dei cattivi Ho-Kuan e Sokami la storia perde i due personaggi più interessanti e cala leggermente nel finale. Come non menzionare in conclusione poi lo straordinario ruolo da protagonista svolto da Tiger nella vicenda: Questo è il vero Tiger Jack. Soggetto 9Disegni 10Trama 10

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  • 4 anni dopo...
On 3/3/2008 at 16:50, Guest Kerzhakov 91 dice:

Mah, direi che sono un insieme di cose che mi hanno fatto amare questa storia, in primis la perfetta sceneggiatura e la trama. Già dalle prime pagine, con quegli strani omicidi già visti una volta in Tex (ne "La croce tragica", sui numeri 20), aveva intuito di avere in mano un albo speciale. Inoltre "Sulle piste del nord" ha segnato il ritorno - se escludiamo il celebrativo numero 10 - della giubba rossa Jim Brandon, il mio personaggio preferito insieme a Montales, che mancava - pensate un p? - dall'albo numero 12!!!Come detto, il punto di forza principale però, insieme alla fantastica ambientazione, è il racconto in sè, in cui tutto è davvero azzeccatissimo, inserito al pozzo giusto. Infine, merita una citazione sicuramente anche il furbissimo stregone Ho-Kuan (in assoluto, uno dei nemici più "svegli" di Tex), con quel suo indimenticabile corvo ammaestrato :DComunque sulle storie canadesi io sono un p? di parte, le adoro tutte, fin dalla prima che ho letto, vale a dire "La mano scarlatta", storia in cui fecero il loro esordio assoluto Gros-Jean, Jim Brandon e... Kit Willer!

In realtà Jim Brandon compRE ANCHE NEL NUMERO 100

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, San Antonio Spurs dice:

In realtà Jim Brandon compRE ANCHE NEL NUMERO 100

 I

Il ragazzo si è evidentemente sbagliato. Intendeva ovviamente dire: " se escludiamo il celebrativo numero 100". :D

E sbaglierebbe,comunque perché, anche se no n incontra Te, Jim compare anche in un breve flashback nel n. 75.;)

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Caro Carlo, di quel numero 100 ricordo la trepida attesa scandita dalle quarte di copertina dei mesi precedenti. Gran bella storia, anche se oggi mi fa sorridere il fatto che Jim Brandon sia in divisa e Gros Jean vestito come se la temperatura anziché a +40 fosse a -20. Febbraio 1969...

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  • 2 anni dopo...

Una gran bella storia, disegnata magnificamente, con un unica grande pecca: lo stregone ventriloquo non si può proprio vedere, uno dei personaggi più assurdi che si siano mai visti sulle pagine di Tex, a maggior ragione se inserito in una storia 'di ampio respiro' come questa. 

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<span style="color:red;">53 minuti fa</span>, gilas2 dice:

lo stregone ventriloquo non si può proprio vedere, uno dei personaggi più assurdi che si siano mai visti sulle pagine di Tex

A me invece è piaciuto particolarmente...trovo che sia indicato come cattivo dall'aspetto un po' comico ma allo stesso tempo spietato e astuto.una sorta di Mefisto indiano, certo non con le capacità e le doti del Dickart...

 

Sulla storia:uno dei capolavori della serie,disegnato magnificamente.ci sono alcuni riferimenti nel Maxi Tex "Nei territori del Nord Ovest"

 

Il finale, con la fuga dei pard e con l' inseguimento dei pellirosse è di rara bellezza scenografica...

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  • 3 settimane dopo...

Capolavoro di Gianluigi Bonelli dalle magiche atmosfere e dai suggestivi scenari. Non c'é niente da dire, il grande Nord fa sempre il suo effetto, e in questa storia fa anche di più. C'é tutto: il mistero, l'avventura allo stato puro, Il Tex dei tempi migliori ed i quattro pards tutti insieme. E poi c'é uno stratosferico Ticci.

Voto alla storia: 10

Voto ai disegni: 10

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