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TWF - Tex Willer Forum

[137/139] Il Ritorno Di Montales


ymalpas
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48 utenti hanno votato

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Vedo che la storia ha mietuto commenti entusiastici. Io invece alla lunga mi sono annoiato: soggetto scarno, solo azione, ripetuti assalti, qualche "bang bang" di troppo, passaggi lenti. Da qui in poi, come giustamente osservato da Ymalpas, purtroppo Montales avrà sempre più la funzione di pretesto, anche se le sue successive presenze mi sono particolarmente care perché incastonate in due delle storie più belle della saga del ranger: I Cospiratori e L'Uomo con la frusta. Questa, invece, che ricordavo poco, mi ha lasciato abbastanza indifferente.

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Forse leggendo

La adesso mi darebbe questa sensazione, ma quando la lessi la prima volta negli anni 70 ne rimasi entusiasta, con quei personaggi che ti facevano sognare solo a sentire i loro nomi:El Gato il generale Carranza il capitano Flores il colonnello Obregon e il golpe che avevano ordito I danni di Montales.

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Just now, Piombo Caldo dice:

Forse leggendo

La adesso mi darebbe questa sensazione, ma quando la lessi la prima volta negli anni 70 ne rimasi entusiasta, con quei personaggi che ti facevano sognare solo a sentire i loro nomi:El Gato il generale Carranza il capitano Flores il colonnello Obregon e il golpe che avevano ordito I danni di Montales.

 

Non c'è dubbio che i nomi siano molto evocativi: anch'io adoro le storie messicane. Alla lunga, quello che mi ha tradito è stato il canovaccio, che ho trovato un po' prevedibile e poco appassionante. 

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3 ore fa, Leo dice:

Carranza il capitano Flores il colonnello Obregon

Piccolo appunto storico: nel caso di Carranza e Obregon parliamo di due ex seguaci del "Rivoluzionario" Francisco Madero, colui che aveva portato avanti una revolution in parte violenta in parte legalitaria contro il vecchio e violento Generale Porfirio Diaz- Mdero, che tra le altre cose voleva una riforma della terra e l'abolizione del latifondo, era stato ucciso e sostituito dal suo ex collaboratore e capo dell'Esercito federale Victoriano Huerta, che aveva l 'appoggio degli Agrari  e dell'Esercito

Carranza, che era diventato  generalissimo dell'Esercito regolare del Messico e poi Presidente del Messico dopo Huerta (Obregon era colonnello ed era di tendenza "Socialista laburista") avrebbe poi eliminato sia Zapata sia Villa perchè scomodi...Carranza  riformò la Guardia Rural, tra le altre cose...

 

Chiaro che Glb prese   a piene mani dalla storia del Messico in questa avventura mischiando storia e fantasia

Modificato da Barbanera
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La storia di assedio definitiva...epica, traboccante furia bellica ed eroismo disperato...praticamente un'unica monumentale, dettagliata, strategica sparatoria che occupa tutta la seconda parte della storia...i ripetuti assalti respinti con uragani di piombo, l'ingresso del cortile trasformato in una barricata fatta di macerie, cadaveri umani ed equini ammassati, Pat Mac Ryan che demolisce la casa A MANI NUDE per costruire le barricate...Tex e pards grandiosi, ma la leggenda qui è Pat, in una delle sue storie fondamentali di sempre...capolavoro.

Voto : 10

E un Galep super ai disegni.

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  • 9 mesi dopo...
Il 6/6/2020 at 07:56, Leo dice:

Vedo che la storia ha mietuto commenti entusiastici. Io invece alla lunga mi sono annoiato: soggetto scarno, solo azione, ripetuti assalti, qualche "bang bang" di troppo, passaggi lenti.

Mi accodo al tuo giudizio. Sinceramente, oltre a trovarla noiosa, mi è sembrata anche un pò troppo prevedibile in diverse situazioni.

Vogliamo parlare poi degli astuti strateghi militari messicani che non fanno altro che mandare al massacro i propri soldati attaccando scriteriatamente in pieno giorno senza un minimo di tattica?

Qualche siparietto divertente, qualche bella scena d'azione ma poi non ci trovo molto altro di interessante.

Come già fatto notare da altri commenti, il plot di questa storia verrà ripreso più volte in seguito da Nizzi con esiti molto buoni.

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Storia che ad una prima lettura sembra banale,ma leggendola meglio non si possono non cogliere i dettami del Tex originale.audace, coraggioso e altruista.il muro della casa ricorda "Alamo"su cui si infrange senza un attimo di respiro ogni singolo attacco dei Federales.finale da "Arrivano i nostri"tipico del genere western anni 50.caposaldo (battuta 🤠😜?)se non vogliamo chiamarlo capolavoro.

5 ore fa, Juan Ortega dice:

Vogliamo parlare poi degli astuti strateghi militari messicani che non fanno altro che mandare al massacro i propri soldati attaccando scriteriatamente in pieno giorno senza un minimo di tattica?

Tanti piccoli Sant Ana 😆🤠😜...mi sa che hai troppa stima dei Tacchini Gallonati del 1800...la "ricetta"era con poche variazioni la seguente: poca tattica e manovre, meglio un bell attacco frontale... tanto i soldati sono "polli" da poter sacrificare senza troppi piagnistei.ad Alamo,del resto,i Messicani attaccarono senza un minimo di pianificazione la missione perché ritenevano breve e facile la battaglia.a San Jacinto Sam Houston sbaragliò Sant' Ana in dieci minuti, d altra parte...qui i Greasers attaccano un pugno di valorosi che si difendono con le unghie e con i denti.a differenza di Alamo arriveranno i soccorsi, però...

Un omaggio all'epopea del west

Modificato da Barbanera
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  • 1 anno dopo...

Storia sicuramente non ascrivibile tra i capolavori texiani, ma comunque in grado di coinvolgere emotivamente il lettore ogni volta che se la ritrova tra le mani, che sia la prima o l'ennesima volta. La sceneggiatura di GLB, in apparenza abbastanza semplice e senza troppi fronzoli, è però al contempo estremamente rappresentativa della "texianità" più classica, capace di mostrarne tutti i principali capisaldi: coraggio, prontezza, lealtà, incondizionata ed infinita disponibilità verso gli amici, risolutezza, ottimismo ad oltranza, capacità di sdrammatizzare anche nelle difficoltà. Stesso dicasi per quanto riguarda i disegni di Galep, capace di raffigurare Tex ed il suo mondo con la medesima naturalezza dei primordi, magari contraddistinta da un pizzico di attenzione in più alle minuzie.

 

Anni dopo essersi aiutati a vicenda per risolvere i rispettivi problemi, Tex e Montales tornano finalmente a rivedersi su richiesta di quest'ultimo, alle prese con apparati deviati dei federales messicani che intendono metterlo a tacere per sempre. Lungo la strada che lo dovrà portare all'hacienda di Montales, Tex ed i pards hanno modo di imbattersi per caso anche in un'altra vecchia conoscenza, Pat Mac Ryan, che decidono immediatamente di arruolare tra le loro fila, arrivando giusto in tempo per un attacco frontale portato dai bandidos di El Gato, capobanda al soldo del generale Carranza, aspirante rivoluzionario desideroso di eliminare Montales per evitare di essere denunciato alle autorità governative. Se l'attacco portato dai bandidos viene respinto con relativa facilità grazie all'eliminazione di El Gato, Tex e compagni hanno invece vita assai meno facile nel fronteggiare gli uomini di Carranza, che effettivamente costringono i Nostri a trasformare l'hacienda in una "nuova Alamo", in grado comunque di resistere grazie all'esperienza e all'irriducibilità dei suoi difensori, pronti a tutto pur di non arrendersi ad una sorte apparentemente segnata, finanche a demolire parte della casa su consiglio del solito Tex, e grazie alla manovalanza del forzuto Pat (e qui l'intuizione di esserselo portato dietro risulta quanto mai felice, al netto della sua notoria incapacità nell'adoperare armi da fuoco).

 

La grande abbondanza di truppe nemiche si pone ad invalicabile ostacolo per Tex e compagni anche nello sfruttamento di un passaggio segreto, scoperto per caso dai soldati, ma come da tradizione texiana la fortuna giunge in aiuto sotto forma di reparti militari fedeli al governo, mandati a chiamare giorni addietro da Montales, e giunti al momento giusto per cavare i Nostri dai guai e porre fine ai sogni di gloria di Carranza.

 

Finale da incorniciare, poiché anch'esso fedelissimo alla tradizione di Tex: dopo aver dovuto "subire" per giorni e giorni ricevimenti e feste mondane in ringraziamento del loro contributo ad aver salvato il Messico da un golpe, i quattro pards più Pat si precipitano a bordo di un treno in partenza (persino Carson, date le circostanze, sale senza borbottare come di consueto), non senza congedarsi con virile commozione da Montales, colmo di gratitudine per l'aiuto ricevuto.

 

Modificato da juanraza85
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  • 3 mesi dopo...

Mah, vedo che ci sono commenti poco lusinghieri, ma io mi sono divertito.

Montales è un pretesto, i messicani sono mandati stupidamente al macello, è tutto un bang bang, la storia è scarna, i ritorni di Montales con il primo Nizzi sono al servizio di storie decisamente più belle.

Tutto vero.

Ma c'è Pat che mi fa "schiantare" come dicono a Firenze. L'omone spacca tutto mi è sempre piaciuto e mi fa divertire quando picchia e quando distrugge il palazzo di Montales come fosse un bulldozer.

Poi c'è il mega rissone iniziale, che è una cosa che si vede sempre meno spesso ed è una goduria.

Insomma, io ho trovato motivi di divertimento.

Molto bene anche i disegni di un Galep qui in stato di grazia.

Un 7 pieno alla storia e un 9 a Galep.

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  • 2 settimane dopo...

Storia che non mi ha entusiasmato, da un soggetto molto scarno ne scaturisce una trama molto tirata con infinite sparatorie, troppe lungaggini e colpi di scena telefonati. A mio avviso è decisamente migliore la prima avventura con Montales raccontata ne "l'eroe del messico".

 

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Questa per me è una delle storie entrate nel mio personale mito texiano. Assieme (ma non solo) a Tra due bandiere, a Giubbe Rosse, a Kento non perdona, a Il Tranello, a Black Baron e, ovviamente, la più bella di tutte, La cella della morte.  :)

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  • 1 anno dopo...

La tematica dell’assedio è un classico del Tex di GL Bonelli e già nelle storie del primo centinaio era stata presentata diverse volte, ma al tempo il tratto di un Galep pressato dalle stringenti scadenze non sempre era riuscito a valorizzare al meglio le molte scene di battaglia.

Quando esce questa avventura al creatore grafico di Tex si erano affiancati altri validi disegnatori e finalmente abbiamo delle tavole più curate, degne del ritorno in scena di uno storico personaggio come Montales e di una storia serratissima dove la pura azione domina l’intera scena.

A parte la divertente sequenza iniziale ambientata a Corpus Christi, con la rissa al porto e l’incontro con il simpatico Pat Mac Ryan, tutta la vicenda si svolge nell’unico scenario rappresentato dall’hacienda assediata di Montales, una specie di fortino improvvisato, dove i nostri sono chiamati in soccorso dell’ex rivoluzionario tenuto sotto scacco dai banditi di El Gato e dai militari del colonnello Carranza.

Le carte segrete che provano la volontà di un colpo di stato sono custodite dal vecchio amico di Tex e difese da un manipolo di pochi uomini, l’arrivo dei quattro pards e del forzuto Pat darà inizio ad un lungo assedio dove non mancheranno scene anche molto truci, in questo senso ricordo che da ragazzo mi fece particolarmente impressione la montagna di corpi e cavalli che ostruivano l’ingresso della fattoria.

Il soggetto di questa storia è veramente basico e presenta uno svolgimento estremamente lineare, si punta tutto sull’epica della resistenza e da questo punto di vista l’obiettivo è assolutamente centrato, gli innumerevoli attacchi dei nemici sono destinati a fallire miseramente e per quanto la differenza numerica tra i due gruppi sia nettamente a favore dei congiurati non si ha mai l’impressione che i nostri corrano un reale pericolo, la scoperta poi del passaggio segreto che conduce all’esterno smorza ancora di più la tensione.

Ma è chiaro che a GL Bonelli tutto questo interessava relativamente (anzi, per niente), cercare un minimo di senso logico negli attacchi suicidi di El Gato e dei militari corrotti di Carranza è operazione del tutto inutile, ci troviamo di fronte a semplice carne da macello utile al solo scopo di innalzare l’eroismo di Tex e dei suoi pards.

E la storia tutto sommato funziona ancora oggi rendendo la lettura gradevole, al netto chiaramente di una certa ripetitività delle azioni, di uno scenario che non cambia mai e di alcuni passaggi più lenti dove un po' di noia spunta minacciosa, di contro la sceneggiatura è sempre frizzante e tra battute al fulmicotone e l’ironia di un personaggio come Pat (assoluto protagonista) si arriva ad un finale scontato ma inevitabile.

Dopo i falliti attacchi dei banditi e degli ufficiali militari sono due semplici soldati ad avere l’idea giusta e basta un piccolo cannone (un pezzo da “75”) a porre fine all’eroica resistenza, del resto è risaputo che il creatore di Tex non aveva simpatia per le alte cariche militari e spesso tendeva a ridicolizzarle, a volte (come in questo caso) esagerando un po' a discapito di un minimo di verosimiglianza narrativa.

Non è la mia storia preferita con protagonista Montales e per mio gusto non rientra nemmeno tra le 10/15 migliori del secondo centinaio pur restando una lettura piacevole e per certi versi molto classica.

Storia: 7 Disegni: 8

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