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TWF - Tex Willer Forum

[497/499] La Grande Invasione


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Voto alla storia  

89 utenti hanno votato

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Just now, Leo dice:

 

Ci sta ;)

Poi magari ricambio idea sul terzo posto ma la top four è questa. Però tra le riletture e le letture spero di trovare storie così.

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  • 3 settimane dopo...

In questi giorni di calura mi sono riletto questa storia... Che dire, una delle migliori del suo tipo (Tex che racconta una storia con poca o nessuna azione nel presente). I disegni di Marcello li ho sempre apprezzati molto. La storia è intrigante, con il mistero del defunto che accompagna il lettore dall'inizio alla fine. La minaccia dei Comanche tiene sempre sulle corde, e i pard "temporanei" di Tex non fanno rimpiangere quelli "abituali". Il dilemma interiore di Glenn Corbett e Kirby Doyle è rappresentato a meraviglia, con una soluzione tutt'altro che banale, ed è stato un vero piacere ritrovare alcuni personaggi di questa storia in tempi più recenti. L'unica pecca, se proprio devo cercare il pelo nell'uovo, è la mancanza di caratterizzazione dei Comanche che a parte Aquila Bianca vengono tutti presentati come guerrieri sanguinari (per dirne una, non mi sarebbe dispiaciuto sapere qualcosa di più di Quanah Parker; facendo una ricerca, è risultato essere il figlio di Nokona, il capo la cui morte ha dato inizio alla "grande invasione"), ma ai fini della trama ha poca importanza.

Storia: 9,5

Disegni: 8,5

Voto finale; 9

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  • 3 mesi dopo...

Storia che avevo perso ed ho letto ieri. Bella prova di Boselli, che ci presenta una storia corale  con personaggi ben delineati, fra cui, su tutti, spicca quello di Corbett. Alcuni passaggi dell'assedio finale al forte mi hanno ricordato molto le scene del film Zulu, del 1964, in cui si narra la battaglia di Rorke's Drift tra gli inglesi e gli Zulu. Chissà se Boselli si è in qualche modo ispirato.

Per quanto riguarda i disegni, buona prova di Marcello, disegnatore di Tex che conosco poco, anche se avevo più apprezzato i disegni de "il passato di Carson" . In ogni caso, in entrambe le storie i disegni ben si adattano all'epicita' della trama ideata da Borden.

Modificato da Jim Brandon
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  • 2 mesi dopo...

Capolavoro della premiata ditta Boselli/Marcello, un duo sinonimo di altissima qualità, che sta diventando tra i miei preferiti al pari dei più famosi e classici Nolitta/Ferri su Zagor o Bonelli/Galep su Tex. Il bello è che Boselli e Marcello sono stati in coppia sia su Tex sia su Zagor! 
Sarà difficile recensire un tale capolavoro, ma ci proverò.
Bella l'idea di non svelare subito l'identità del morto e di lasciare la curiosità nel lettore fino alla fine del terzo albo. Io ho intuito chi potesse essere, e ci ho visto giusto!
La trama è una delle più avvincenti che abbia mai letto, talmente interessante che non sono riuscito a smettere di leggere la storia finché non l'ho finita. La storia è molto entusiasmante sia quando Tex scorta le carovane sia quando si asserraglia con loro in un forte, privo di guarnigione, per difendersi dai Comanche. Uno degli aspetti migliori della storia è la bellissima caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quella dei carcerati, tra cui spiccano a loro volta Corbett e Doyle. Nessun personaggio è banale: ogni personaggio, nessuno escluso, è ben caratterizzato psicologicamente, e perciò può risultare simpatico o antipatico al lettore a seconda dei momenti. Sia durante il viaggio per raggiungere il forte sia, e soprattutto, all'interno dello stesso, Boselli alterna in modo eccezionale scene di guerriglia e azione a quelle ricche di tensione nell'attesa degli attacchi dei Comache, scene così realistiche che mi hanno fatto sembrare di essere direttamente lì, all'interno del forte. Mi sono piaciute e mi hanno quasi commosso alcune scene, come quelle in cui Jamie e la donna con lui danno, di spontanea volontà, da bere ai carcerati incatenati, nel primo albo, o quella in cui Ogre, affezionatosi a Jamie, ritrova la memoria e racconta la sua tragica storia. Stupendo il finale del flashback e devo dire che io avevo sempre creduto in Corbett, personaggio magnifico! Fantastico anche il finale della storia. Tex che dice al funerale dell'amico: "Avevi ragione, Gleen Corbett. Io non ti avrei lasciato andare...e avrei fatto il peggiore errore della mia vita."...scena da brividi, indimenticabile. Grande Boselli, che si conferma essere uno dei migliori sceneggiatori di fumetti di tutti i tempi, e che dovrebbero far santo anche solo per aver scritto questo capolavoro! Se devo trovare un difetto, uno c'è: nella storia i Comanche sono presentati come invasori, mentre i Texani e i bianchi come i patrioti...mentre le cose stavano esattamente al contrario. Anche se in quel periodo purtroppo si pensava così, questo aspetto mi ha lasciato l'amaro in bocca (ma comunque non influisce sul voto della storia).
Sto apprezzando sempre più i disegni di Marcello! Seppur questa non sia la sua prova migliore, a mio avviso, il risultato è, indubbiamente, ottimo. Spettacolari le scene con decine di Comanche all'attacco! Complimenti anche a Marcello.
La storia presenta anche tre copertine magnifiche di Villa. Quella di "Gli eroi del West" è qualcosa di incredibile!
Capolavoro da leggere assolutamente.
Soggetto/sceneggiatura: 10 e lode
Disegni: 9-

  • +1 1
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Il titolo originale era La grande Scorreria. Ma Sergio odiava la parola Scorreria. Io odiavo Invasione, per i motivi suddetti da MV, ma l'editore era lui.

 

 

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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, borden dice:

Il titolo originale era La grande Scorreria. Ma Sergio odiava la parola Scorreria. Io odiavo Invasione, per i motivi suddetti da MV, ma l'editore era lui.

 

 

Ciao Mauro, sono emozionato per il fatto che tu abbia letto la mia recensione e abbia risposto...che onore!:)

Comunque è la risposta che avrei voluto sentire...meno male che il titolo "La grande invasione" non è stato scelto da te!

Grazie mille per la precisazione!

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36 minuti fa, Magico Vento dice:

Capolavoro della premiata ditta Boselli/Marcello, un duo sinonimo di altissima qualità, che sta diventando tra i miei preferiti al pari dei più famosi e classici Nolitta/Ferri su Zagor o Bonelli/Galep su Tex. Il bello è che Boselli e Marcello sono stati in coppia sia su Tex sia su Zagor! 
Sarà difficile recensire un tale capolavoro, ma ci proverò.
Bella l'idea di non svelare subito l'identità del morto e di lasciare la curiosità nel lettore fino alla fine del terzo albo. Io ho intuito chi potesse essere, e ci ho visto giusto!
La trama è una delle più avvincenti che abbia mai letto, talmente interessante che non sono riuscito a smettere di leggere la storia finché non l'ho finita. La storia è molto entusiasmante sia quando Tex scorta le carovane sia quando si asserraglia con loro in un forte, privo di guarnigione, per difendersi dai Comanche. Uno degli aspetti migliori della storia è la bellissima caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quella dei carcerati, tra cui spiccano a loro volta Corbett e Doyle. Nessun personaggio è banale: ogni personaggio, nessuno escluso, è ben caratterizzato psicologicamente, e perciò può risultare simpatico o antipatico al lettore a seconda dei momenti. Sia durante il viaggio per raggiungere il forte sia, e soprattutto, all'interno dello stesso, Boselli alterna in modo eccezionale scene di guerriglia e azione a quelle ricche di tensione nell'attesa degli attacchi dei Comache, scene così realistiche che mi hanno fatto sembrare di essere direttamente lì, all'interno del forte. Mi sono piaciute e mi hanno quasi commosso alcune scene, come quelle in cui Jamie e la donna con lui danno, di spontanea volontà, da bere ai carcerati incatenati, nel primo albo, o quella in cui Ogre, affezionatosi a Jamie, ritrova la memoria e racconta la sua tragica storia. Stupendo il finale del flashback e devo dire che io avevo sempre creduto in Corbett, personaggio magnifico! Fantastico anche il finale della storia. Tex che dice al funerale dell'amico: "Avevi ragione, Gleen Corbett. Io non ti avrei lasciato andare...e avrei fatto il peggiore errore della mia vita."...scena da brividi, indimenticabile. Grande Boselli, che si conferma essere uno dei migliori sceneggiatori di fumetti di tutti i tempi, e che dovrebbero far santo anche solo per aver scritto questo capolavoro! Se devo trovare un difetto, uno c'è: nella storia i Comanche sono presentati come invasori, mentre i Texani e i bianchi come i patrioti...mentre le cose stavano esattamente al contrario. Anche se in quel periodo purtroppo si pensava così, questo aspetto mi ha lasciato l'amaro in bocca (ma comunque non influisce sul voto della storia).
Sto apprezzando sempre più i disegni di Marcello! Seppur questa non sia la sua prova migliore, a mio avviso, il risultato è, indubbiamente, ottimo. Spettacolari le scene con decine di Comanche all'attacco! Complimenti anche a Marcello.
La storia presenta anche tre copertine magnifiche di Villa. Quella di "Gli eroi del West" è qualcosa di incredibile!
Capolavoro da leggere assolutamente.
Soggetto/sceneggiatura: 10 e lode
Disegni: 9-

Il Boss e Marcello hanno fatto Il passato di Carson, Gli Invincibili e La Grande invasione...Tre indizi fanno una prova. Meravigliosi!!!

Modificato da Diablorojo82
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36 minutes ago, borden said:

Il titolo originale era La grande Scorreria. Ma Sergio odiava la parola Scorreria

 

Ora che mi ci fai pensare, è vero, non mi ricordo un albo Bonelli con "scorreria" nel titolo...  :o

 

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1 ora fa, Magico Vento dice:

lasciato andare...e avrei fatto il peggiore errore della mia vita."...scena da brividi, indimenticabile. Grande Boselli, che si conferma essere uno dei migliori

anche a me quella vignetta in particolare ha sempre emozionato tanto

non avevo fatto caso al titolo, ma ora che ci penso, è vero, non è un invasione.

Almeno però suona bene;)

Modificato da Grande Tex
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Ancor più di quella vignetta, comunque estremamente suggestiva, a me ha sempre emozionato l'ultima pagina della storia, quando Tex, in risposta alla predica del prete secondo cui nella vita di Glenn bene e male avevano avuto eguale spazio, getta nella fossa i due coltelli che egli stesso aveva dato a Glenn e Kirby Doyle durante la scorreria dei Comanches.

 

Talmente toccante, a mio modo di vedere, che mi prendo la libertà di riportarla a seguire...

 

IMG-20201206-230508.jpg

 

Da pelle d'oca...

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<span style="color:red;">30 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

Ancor più di quella vignetta, comunque estremamente suggestiva, a me ha sempre emozionato l'ultima pagina della storia, quando Tex, in risposta alla predica del prete secondo cui nella vita di Glenn bene e male avevano avuto eguale spazio, getta nella fossa i due coltelli che egli stesso aveva dato a Glenn e Kirby Doyle durante la scorreria dei Comanches.

 

Talmente toccante, a mio modo di vedere, che mi prendo la libertà di riportarla a seguire...

 

IMG-20201206-230508.jpg

 

Da pelle d'oca...

Anche questa è una scena profondamente toccante.

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  • 1 mese dopo...
  • Sceriffi

Urgeva rilettura, visto che tra meno di un mese uscirà il cartonato che aggiungerà retroscena su questa storia. La cosa che mi colpisce e che mi chiedo, ma Boselli aveva già in mente tutto?

Questa storia fa parte di una ipotetica trilogia. Qui si parla di Jayhawkers e della vendetta di Jethro, che abbiamo nelle storie: "Missouri" e "Jethro". La cosa assurda è che la storia più vicina a questa è la prima, che è uscita a quasi cento numeri di distanza, tanto tempo. La storia è bella, il secondo albo un po' troppo pieno di dialoghi, mentre il terzo è pura dinamite! I personaggi molto belli, piano piano veniamo a conoscenza del loro passato tramite Flashback o racconti narrati brevemente da uno di loro. Il più bello ovviamente è quello di Jethro che Boselli approfondirà nella bellissima con lo stesso nome. Mi è piaciuta la breve scena in cui vediamo Marshall, Carson giovane ed il mitico Arkansas Joe! Su quest'ultimo Marcello si è allontanato troppo da quello che vediamo di sfuggita nei primi albi di Tex. Non vedo l'ora di rivederlo nella storia di Giusfredi e Valdambrini. Tex è lui, è riconoscibilissimo. Nonostante il Cast sia ricco, non perde mai il ruolo di 'protagonista'. Anche le scelte nel valutare i carcerati, mentre i soldati li volevano lasciare nelle celle, Tex li libera e piano piano guadagna la loro fiducia, infatti quando Corbett vuole fuggire tutti gli vanno contro. Interessante la scelta di rivelarci alla fine il morto, anche se risulta prevedibile, perchè anche se sono tutti ben caratterizzati,  il vero coprotagonista è Glenn Corbett. Quest'ultimo uomo spietato non esita un secondo a portarsi dietro un altro uomo solo per attirare i Comanche e lasciare il via libera a lui. Boselli ci lascia sulle spine, Corbett è un traditore o un eroe? Scelta alla fine prevedibile quella di Corbett nonostante faccia intendere di voler andare in Messico, è abbastanza ovvio che vada a chiamare rinforzi dopo aver visto seimila Comanche tutti in fila,  è ovvio che un pugno di uomini non può fronteggiare tutti quei Comanche. E' incredibile, come tutte le storie finali della fascia (tranne il 199 ed il 399), si rivelino grandi storie o capolavori. Per Marcello stravedo, non capisco perchè non piaccia agli Zagoriani. Le scene dell'ultimo albo sono stupende, raffigura molto bene le donne, tutto questo essendo comunque molto veloce.

Boselli 9

Marcello 9

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<span style="color:red;">3 minuti fa</span>, MacParland dice:

La cosa che mi colpisce e che mi chiedo, ma Boselli aveva già in mente tutto?

Questa storia fa parte di una ipotetica trilogia. Qui si parla di Jayhawkers e della vendetta di Jethro, che abbiamo nelle storie: "Missouri" e "Jethro". La cosa assurda è che la storia più vicina a questa è la prima, che è uscita a quasi cento numeri di distanza, tanto tempo.

 

Secondo me è in parte così: il Bos potrebbe aver avuto già allora in mente almeno il soggetto dell'avventura di Tex e Damned Dick contro i Jayhawkers, utile anche per riprendere la narrazione degli eventi in cui Tex è rimasto coinvolto durante la Guerra di Secessione, e durante la fase di scrittura de La grande invasione, approfittando della caratterizzazione che aveva dato a Glenn Corbett e Kirby Doyle, potrebbe aver deciso di accennare a quell'episodio di Tex durante la Guerra che forse in quel momento era solo una sfiziosa idea, ma che prima o poi avrebbe trasformato in una vera e propria storia. Solo successivamente, nel terminare la sceneggiatura della storia contro i comanches, potrebbe essergli venuto in mente che forse anche la vendetta di Jethro valeva un'ulteriore storia da scrivere in futuro.

 

Le tempistiche di uscita di Missouri! e Jethro!, avesse fondamento questa mia ipotesi formulata su due piedi, potrebbero essere così spiegate, ma ovviamente solo il buon @bordenpotrebbe rivelarci i veri retroscena ;)...

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  • 3 mesi dopo...

Con questa storia, Boselli chiude nel migliore dei modi il centinaio che lo ha visto esordire su Tex. C'è davvero tutto il West, in questa avventura: galeotti ai lavori forzati, coloni in fuga, soldati buoni e cattivi, indiani in rivolta. Egoismi e generosità, vigliaccherie ed eroismi, condanne e redenzioni, morte e sopravvivenza. C'è quel senso di angosciosa attesa, che qualcuno ha paragonato al clima de Il Deserto dei Tartari, e poi quella tensione latente, doppia perché generata sia dalla minaccia pellerossa che dagli uomini vestiti a strisce. Questa è in effetti soprattutto una storia di atmosfera, ed è quasi inspiegabile l'interesse avido con cui essa si fa leggere: in definitiva, sin dalle prime pagine sappiamo che Glenn Corbett è un buono, Tex va al suo funerale, e allora perché dubitiamo fino all'ultimo, perché siamo intrigati dal vedere come si comporterà il bandito, quando già sappiamo come la storia finirà? Non è forse, questo, un segno dell'eccezionale bravura dello sceneggiatore che, pur avendoci rivelato la fine anzitempo, ci fa immergere con tale efficacia nella vicenda da renderci immemori delle pagine iniziali, perché troppo presi da quello che accade durante la lettura? 

 

Notevoli diversi dei personaggi che animano questa avventura, ma ovviamente qui si deve parlare di Glenn Corbett, di cui ciò che mi piace di più è che resta un gran bastardo lungo tutta la durata dell'avventura. Provoca Beresford sul feeling della moglie con Carradine, assiste all'uccisione del ragazzo indiano da parte di Madsen senza battere ciglio, fugge con lo stesso Madsen provocandone volontariamente la morte: Corbett è un cattivo fatto e finito, una carogna a tutto tondo. E una carogna in gamba, anche: c'è infatti una cosa che non ricordavo ma che è abbastanza clamorosa: Corbett batte Tex! Durante una colluttazione, infatti, Tex ha la peggio, e se Corbett non lo sbudella è solo perché "preferisce risolvere la faccenda a cazzotti".  Cos'è, questa? Eresia dell'autore? mancanza di rispetto del personaggio? No, assolutamente: non dobbiamo dimenticare che il Tex di questa storia è giovane, mentre Glenn è un vecchio lupo, esperto di guerriglia e poderoso fisicamente: ci sta che con una ginocchiata si liberi del nostro, e ci sta che il nostro, per una volta, sia vulnerabile. Ma Corbett lo grazia, immagino perché, come lui stesso dice prima, "anche a lui piace il ranger". Già, Corbett oltre che un gran bastardo è un combattente e un uomo duro, e in Tex riconosce un suo omologo buono, il rovescio di quella medaglia di cui egli rappresenta la faccia cattiva. Rispetta l'uomo che è Tex che, nonostante sia uno sbirro, non può non piacergli.  

 

Bellissima a mio parere è la scena decisiva di questa avventura: Glenn da solo, ferito dai Comanche, che sta per guadare il Rio Grande, sta per conquistare l'agognata libertà, e ripensa all'amico Kirby Doyle (altra bella figura), a Tex che lo starà maledicendo, a quel ragazzino coraggioso, Jamie..."avrei potuto morire con loro, invece di crepare da solo nella prateria, come un coyote...": in un momento di vulnerabilità pensa al suo destino e a quello dei compagni lasciati laggiù, a Fort Quitman, condannati dagli eventi. Poi, senza alcuna spiegazione, senza alcun contorsionismo psicologico, solo i fatti, nudi e crudi: Glenn che sta per oltrepassare il Rio Grande, e subito dopo sempre Glenn in compagnia dei soldati che ha allertato: cosa è successo? Boselli non indugia sulle ragioni di questa "conversione": semplicemente, Corbett è e resta sempre un bastardo, ma anche uno come lui non se la sente di abbandonare gli amici. E tra questi non c'è il solo Kirby, ma c'è anche Tex: Tex, che si è guadagnato il rispetto e l'ammirazione di Corbett, e a quelle latitudini e in quelle circostanze il rispetto e l'ammirazione valgono più dell'affetto, sono i componenti essenziali dell'amicizia virile tra due uomini della Frontiera. E infatti, a simbolo di quell'amicizia, alla fine di questa straordinaria avventura non ci sono solo sorrisi mesti e ricordi agiografici; ci sono invece due coltellacci bowie, con cui Glenn e il suo compare Doyle sbudellavano i nemici durante la guerriglia, perché questo è Glenn, senza edulcorazioni o addolcimenti: un coltellaccio da affondare nella pancia di qualcuno, magari con un sorriso.

  • +1 2
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<span style="color:red">29 minuti fa</span>, Leo dice:

Questa è in effetti soprattutto una storia di atmosfera, ed è quasi inspiegabile l'interesse avido con cui essa si fa leggere: in definitiva, sin dalle prime pagine sappiamo che Glenn Corbett è un buono, Tex va al suo funerale, e allora perché dubitiamo fino all'ultimo, perché siamo intrigati dal vedere come si comporterà il bandito, quando già sappiamo come la storia finirà? Non è forse, questo, un segno dell'eccezionale bravura dello sceneggiatore che, pur avendoci rivelato la fine anzitempo, ci fa immergere con tale efficacia nella vicenda da renderci immemori delle pagine iniziali, perché troppo presi da quello che accade durante la lettura? 

 

 

In primis complimenti per l'ottima recensione pard, sempre molto curata e carica di spunti interessanti. Ho citato questo tuo passo solo perchè mi è sorto un dubbio, dovuto anche al fatto che è passato un po' di tempo dalla mia ultima rilettura: mi pare di ricordare che Borden fino alle ultime pagine non specifica l'identità della salma di cui venivano eseguite le esequie, o sbaglio? Leggendola per la prima volta, non si ha la certezza che si tratti di Corbett, cosi ricordo se la memoria non mi gioca uno scherzetto :). Comunque per il resto è tutto molto condivisibile e la trovata dei bowie conservati in ricordo di un amico mi colpì molto, la tipica pennellata di classe boselliana ad arricchire ulteriormente una prova splendida. 

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<span style="color:red">19 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

In primis complimenti per l'ottima recensione pard, sempre molto curata e carica di spunti interessanti. Ho citato questo tuo passo solo perchè mi è sorto un dubbio, dovuto anche al fatto che è passato un po' di tempo dalla mia ultima rilettura: mi pare di ricordare che Borden fino alle ultime pagine non specifica l'identità della salma di cui venivano eseguite le esequie, o sbaglio?

 

Non sbagli, hai ragione tu. Mi sono lasciato ingannare dalla mia conoscenza della storia: rileggendo le prime pagine, io sapevo già di Corbett, ma di certo non lo sapevo la prima volta; certo, anche la prima volta era facile sospettarlo...

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<span style="color:red">15 minuti fa</span>, Leo dice:

rileggendo le prime pagine, io sapevo già di Corbett, ma di certo non lo sapevo la prima volta; certo, anche la prima volta era facile sospettarlo...

Complimenti anche da parte mia per la recensione.:lol:

Però a proposito dell'identità della salma, in realtà all'inizio non si capisce bene di chi sia il funerale anche perché Boselli depista un po', anzi secondo me c'è un vero proprio errore - mi pare perché è da molto che non la rileggo - quando qualcuno all'inizio dice del defunto che era un tipo riservato e di poche parole (o qualcosa del genere), definizione che non corrisponde certo al carattere di Corbett. Per quanto mi riguarda ci ho messo un po' a intuire il finale...

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, Poe dice:

Complimenti anche da parte mia per la recensione.:lol:

Però a proposito dell'identità della salma, in realtà all'inizio non si capisce bene di chi sia il funerale anche perché Boselli depista un po', anzi secondo me c'è un vero proprio errore - mi pare perché è da molto che non la rileggo - quando qualcuno all'inizio dice del defunto che era un tipo riservato e di poche parole (o qualcosa del genere), definizione che non corrisponde certo al carattere di Corbett. Per quanto mi riguarda ci ho messo un po' a intuire il finale...

 

Non un errore ma un depistaggio: è possibile che Corbett in quel paese abbia passato una vecchiaia malinconica e di poche parole, caratteristiche plausibili e funzionali a depistare il lettore. 

In effetti fa di tutto per non far capire di chi si tratti: mi sono fatto ingannare dalla mia pregressa conoscenza della storia.

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Leo dice:

Corbett è e resta sempre un bastardo, ma anche uno come lui non se la sente di abbandonare gli amici. E tra questi non c'è il solo Kirby, ma c'è anche Tex: Tex, che si è guadagnato il rispetto e l'ammirazione di Corbett, e a quelle latitudini e in quelle circostanze il rispetto e l'ammirazione valgono più dell'affetto, sono i componenti essenziali dell'amicizia virile tra due uomini della Frontiera. E infatti, a simbolo di quell'amicizia, alla fine di questa straordinaria avventura non ci sono solo sorrisi mesti e ricordi agiografici; ci sono invece due coltellacci bowie, con cui Glenn e il suo compare Doyle sbudellavano i nemici durante la guerriglia, perché questo è Glenn, senza edulcorazioni o addolcimenti: un coltellaccio da affondare nella pancia di qualcuno, magari con un sorriso.

bella recensione Leo. 

Sono molto d'accordo sulla figura di Corbett. è un ex guerrigliero nordista, un frontier man...sa di essere una carogna, ma comprende infine il valore dell'amicizia e aiuta i suoi amici in difficoltà...Tex ne guadagna la stima con il suo carisma, e Corbett ne rimane folgorato

la Guerra trasforma i migliori nei peggiori e i peggiori nei migliori...anche meglio, la Guerra tira fuori la vera natura degli uomini...è questo il messaggio che il Bos ci lascia con questa storia...Glenn ha senso dell'onore e lo dimostra nel finale.

anni fa ho visto una serie Russa di venti episodi che narra le vicessitudini degli ex prigionieri dei gulag che scelsero in modo più o meno consapevole di far parte dei famigerati "Battaglioni di Disciplina" sovietici che operarono in condizioni disperate ed inumane a partire dal 1942 sul fronte del Caucaso. Alcuni di quei personaggi sembrano usciti da tale storia: ci sono ex biscazzieri, ex assassini, prigionieri politici o semplici criminali che per le più disparate ragioni scelgono di difendere la Madrepatria...alcuni solo per sopravvivenza o per tentare la fuga alla prima occasione, altri ancora per riscattare il proprio nome, altri inizilamente per necessità ma poi rimangono affascinati dal carisma del proprio comandante...uno di queti personaggi, in modo impressionante, è uguale a Corbett...la serie è del 2004: chissà, magari lo sceneggiatore russo ha letto la storia del Bos per ispirarsi :lol::lol2:;):D

scherzi a parte, storia da 10

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">10 ore fa</span>, Leo dice:

Corbett batte Tex! 

piano,piano... Corbett dice" Avrei potuto sbudellarti", ma è lui che lo dice;)noi,che conosciamo Tex,sappiamo che non ci sarebbe riuscito

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10 hours ago, Leo said:

Questa è in effetti soprattutto una storia di atmosfera, ed è quasi inspiegabile l'interesse avido con cui essa si fa leggere: in definitiva, sin dalle prime pagine sappiamo che Glenn Corbett è un buono, Tex va al suo funerale, e allora perché dubitiamo fino all'ultimo, perché siamo intrigati dal vedere come si comporterà il bandito, quando già sappiamo come la storia finirà?

 

E in effetti, questo è un depistaggio: perchè la storia in realtà ci rivela... che Corbett avrebbe abbandonato gli altri a morire!

 

Rivediamo l'ultimo albo.  A pagina 7, Corbett è pronto ad uccidere Byrne. Sta per farlo, l'ha già deciso.  Si sta avvicinando, fingendosi amichevole. Byrne non si fida, lo conosce. E proprio perché si distrae e si rende visibile, probabilmente, diventa un bersaglio per la freccia degli indiani. Ma gli indiani hanno solo preceduto Corbett.

 

A pagina 32, pianifica e inizia a mettere in atto la sua fuga. Non ha il minimo scrupolo a lasciare gli altri a morire. Per fortuna Tex lo scopre, altrimenti sarebbero stati spacciati.

 

A pagina 59, è con Madsen quando tortura l'indiano. Ma interviene solo quando Madsen minaccia Jethro. Come gli dice Tex, "avresti dovuto impedirglielo". Ma non ci ha nemmeno provato. Stava a guardare mentre Madsen torturava l'indiano.

 

A pagina 71 fugge con Madsen, abbandonando gli altri, dopo aver colpito il suo migliore amico, abbandonandolo. Come poi abbandonerà anche Madsen, sacrificandolo freddamente come diversivo.

 

Alla fine, messi sul piatto della bilancia la fedeltà alla parola, la solidarietà, l'amicizia...  la sua scelta è che tiene di più alla sua pelle, e li abbandona. Li abbandona tutti. Amici, nemici, bambini, donne, tutti quanti, pensando a salvare solo sè stesso.

 

E NON È IL PENTIMENTO, a farlo andare a cercare soccorsi. Questo è un punto che molti, a leggere le recensioni, non hanno colto. È UNA FRECCIA.

 

La freccia che lo ucciderà, per l'infezione, se non riuscirà a trovare soccorso.  Certo, potrebbe ancora farcela. potrebbe trovare aiuto in Messico. Ma mentre prima, la prospettiva più probabile era salvarsi lasciando crepare gli altri, adesso la cosa più probabile è che muoia anche lui.

 

Quella freccia, buttata sul piatto della bilancia insieme a tutto il resto, alla fine pesa di più. Ma senza quella freccia, non sarebbe andato a cercare soccorsi (e un medico, ovviamente, assieme ai soccorsi).

 

E arriviamo a pagina 111.  La cosa buffa è che Tex crede di essersi sbagliato all'epoca, su Corbett. E non saprà mai che invece, aveva visto giusto.

 

Come sempre, Tex sa giudicare gli uomini. E aveva visto che carogna fosse Corbett. Solo che, in quel caso, è vero, la sua "infallibilità nel saper leggere l'animo umano", li avrebbe condannati. Sarebbe stato il peggiore errore della sua vita... anche se aveva ragione!

 

Ma Tex sa leggere nell'animo umano, non prevede il futuro. Non poteva prevedere la freccia, e la serie di fortunate circostanze che hanno portato all'arrivo dei soccorsi. Qui, ad essere sconfitta, non è la capacità di Tex di saper distinguere le carogne. È piuttosto la sua convinzione che agire correttamente sia la strada per avere il miglior risultato. Mentre invece le vite degli uomini sono dominate dal caso, e alla fine è la fortuna che conta.

 

Ma c'è una persona che lo sa. Un unica persona al mondo, che sapeva che l'eroismo di Glen Corbett era finto, che non meritava elogi e onori, che in realtà, nel momento in cui c'era da prendere quella decisione, Corbett aveva anteposto la sua vita a qualunque altra cosa, abbandonando gli altri. Corbett lo sa. Corbett nonostante le sue bugie e le sue sbruffonate, ora ha ben chiaro quello che veramente vale.

 

Per questo, come dice Jethro (pagina 112) "per tutta la vita ha preferito dimenticare". Si è isolato, evitando ogni compagnia (i becchini si meravigliano che abbia amici da qualche parte). Perchè lui stesso era l'unico giudice a cui non era potuto sfuggire.

 

P.S.: c'è una scena a pagina 39 che ha fatto tanto discutere, anche se si è vista già mille volte in nella serie...  :rolleyes:

 

10 hours ago, Leo said:

E una carogna in gamba, anche: c'è infatti una cosa che non ricordavo ma che è abbastanza clamorosa: Corbett batte Tex! Durante una colluttazione, infatti, Tex ha la peggio, e se Corbett non lo sbudella è solo perché "preferisce risolvere la faccenda a cazzotti".  Cos'è, questa? Eresia dell'autore?

 

No, è che Corbett è uno sbruffone e un bugiardo! :lol:

 

Rifletti. Si è già visto che è un assassino senza scrupoli. Avrebbe sparato al suo amico (magari tentando di ferirlo solamente. In quella situazione, con Tex fra lui e la libertà...  pensi davvero che abbia gettato il coltello "per risolverla a pugni" :laugh:

 

E per gettare il coltello.. l'avrebbe gettato a 5 cm dal naso di Tex... rischiando che poi Tex prenda il suo coltello, mentre lui è ancora disarmato?

 

No, non sta in piedi. Se avesse voluto gettare il coltello, l'avrebbe gettato lontano da Tex (come si è visto fare a Tex decine di volte in casi simili). Corbett l'ha semplicemente mancato, ma da sbruffone qual è, ha detto di averlo fatto apposta (magari sperando così che Tex ricambi la sua "lealtà" non afferrando il suo coltello).

 

E la cosa "strana", riguardo a come è stata vista questa scena dai lettori... è che l'abbiamo già vista decine di volte. Quante volte abbiamo visto un "cattivo" dichiarare che avrebbero potuto far secco Tex, se solo non avessero avuto fretta, se non avessero aspettato troppo, se non avessero esitato, se non avessero tirato prima ad un altro, etc... tutti dei gran "guarda, se volevo vincevo io, eh, tranquillo, che se io sparavo a Tex lo beccavo, mica come tutti gli altri"

 

Perchè a tutti questi il lettore non ha mai creduto, mentre con Corbett ci crede? Cosa cambia? Cambia che per lunghi tratti della storia, vediamo le cose dal punto di vista di Corbett, quindi ci appare "protagonista", in più proprio l'inizio ci spinge a pensare che sotto sotto sia "buono", e su Tex siamo abituati a credere al protagonista, mettere un "narratore bugiardo" è una tecnica sconosciuta in Tex.  Ma in realtà, Corbett NON È "buono", e lì è semplicemente uno dei tanti villain che, a parole, hanno "graziato" Tex, ma guarda, che se ci riprovano, Tex lo fanno fuori facilmente, tranquilli...  :lol:

 

E se volete un'altra conferma... andate a pagina 109. Cosa dice Corbett a Tex nella quarta vignetta? :lol:

 

Glen Corbett è un bugiardo e uno sbruffone. E voi gli state ancora a dare credito!  :P

 

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