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TWF - Tex Willer Forum

[497/499] La Grande Invasione


Guest Colonnello_Jim_Brandon
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Io personalmente credo che Corbett non sia tornato indietro perchè temeva che sarebbe morto.Come ho detto,poteva benissimo curarsi in Messico.Invece,decide di tornare in galera piuttosto che lasciare soli i suoi amici.Certo,poi Tex permette che sia liberato,ma questo lui non poteva saperlo,e ,in ogni caso,non ci avrebbe creduto.

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<span style="color:red">9 ore fa</span>, Leo dice:

 

La bellezza del personaggio di Corbett sta in questa ambiguità. Per me Tex non ha sbagliato a giudicarlo, semplicemente perché Corbett, in quel momento, era ingiudicabile. Se Tex lo avesse lasciato andare, il primo pensiero di Corbett sarebbe stato varcare il Rio Grande. Quindi Tex non sbaglia. 

 

Non concordo con te quando dici che Corbett è terrorizzato dalla morte. Un ex guerrigliero come lui non ha paura di morire, e non fugge per quello. Lui fugge per la LIBERTÀ. Quella è la sua motivazione. Quindi la freccia, che per te sarebbe decisiva perché ha annullato in Corbett la paura della morte, per me non lo è per questa ragione. Il tuo assunto è: Corbett fugge per paura della morte, poiché crede che la freccia possa spacciarlo, ecco che la paura passa e pensa agli amici. Io non la vedo così.

 

Corbett, accalorato dalla situazione e dall'azione, fugge per conquistare la libertà. La freccia lo costringe a fermarsi per medicarsi. Lì comincia a pensare, e più forte del desiderio di libertà, prorompe in lui il desiderio di salvare i suoi amici. Non perché crede che stia morendo: non si fa scoraggiare dalla freccia, e gli zoccoli del suo cavallo sono sulla riva del fiume di frontiera. Se lui fa dietrofront, è solo per AMICIZIA. un sentimento che gli diventa chiaro solo a mente fredda.

 

È lì che qualcosa, questo sentimento di amicizia, ha il sopravvento sul resto. Ed è lì che Corbett cambia, inaspettatamente anche per lui. Quindi Tex non ha sbagliato a giudicarlo, perché quando Corbett era al forte era ancora un'altra persona. O meglio, CREDEVA lui stesso di essere un'altra persona...

 

 

Corbett cambia idea quando RIFLETTE perché gli viene dato il tempo di farlo. Trovo che come al solito (non sempre ma quasi) Diablero abbia forse colto le sue intenzioni (e le mie). Se lasciato all'istinto, forse avrebbe abbandonato gli altri (salvo tardivamente pentirsene). E l'istinto, come Tex sapeva, era stato dominante nella sua vita sempre sul filo. Ma la pausa fa emergere la sua parte migliore, che aveva bisogno di tempo per emergere. Che era sepolta, ma c'era.

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4 minuti fa, borden dice:

 

 

Corbett cambia idea quando RIFLETTE perché gli viene dato il tempo di farlo. Trovo che come al solito (non sempre ma quasi) Diablero abbia forse colto le sue intenzioni (e le mie). Se lasciato all'istinto, forse avrebbe abbandonato gli altri (salvo tardivamente pentirsene). E l'istinto, come Tex sapeva, era stato dominante nella sua vita sempre sul filo. Ma la pausa fa emergere la sua parte migliore, che aveva bisogno di tempo per emergere. Che era sepolta, ma c'era.

 

Ma della pausa parlo io! Dico che la freccia gli consente di fermarsi a pensare. E dico infine che torna per amicizia, mentre Diablero dice che torna perché la paura di morire da solo è più forte della paura di morire tout court. Mi sembra che quello che dici tu è proprio quello che dico io, però nonostante questo dai ragione a Diabelro! E dillo che sei prevenuto :P

Modificato da Leo
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Adesso, Leo dice:

 

Ma della pausa parlo io! Dico che la freccia gli consente di fermarsi a pensare. E dico infine che torna per amicizia, mentre Diablero dice che torna perché la paura di morire da solo è più forte della paura di morire. Mi sembra che quello che dici tu è proprio quello che dico io, però nonostante questo fai ragione a Diabelro! E dillo che sei prevenuto :P

 

 

Ah! Ah! Cito a memoria, ma se ho messo l'incidente è perché dovevo creare qualcosa che faceva porre dei dubbi a  Corbett sulla sua scelta (che sino a quell'istante lui credeva ben ponderata) di pensare solo a se stesso. Il motivo per cui lo lasciamo -se ben ricordo- mentre traversa il fiume è esclusivamente per creare suspense a fini narrativi.

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La verità è che, per alcuni di voi, Diablero ha sempre ragione. La cosa bella è che spesso ce l'ha anche secondo me (eccede su Nizzi però), però non dategliela sempre, eccheccavolo. :D:P:D

<span style="color:red">2 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Ah! Ah! Cito a memoria, ma se ho messo l'incidente è perché dovevo creare qualcosa che faceva porre dei dubbi a  Corbett sulla sua scelta (che sino a quell'istante lui credeva ben ponderata) di pensare solo a se stesso. Il motivo per cui lo lasciamo -se ben ricordo- mentre traversa il fiume è esclusivamente per creare suspense a fini narrativi.

 

Che è proprio quello che dico io. Testuale quasi. Ma è importante la conclusione: perché torna, Corbett? Io dico che torna per un sentimento di amicizia verso Tex e Kyrby (anxhe verso Tex, da cui è "affascinato"). Per Diablero, invece, torna per non morire da solo. Qual è la tua chiave di lettura? 

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<span style="color:red">6 minuti fa</span>, Leo dice:

La verità è che, per alcuni di voi, Diablero ha sempre ragione. La cosa bella è che spesso ce l'ha anche secondo me (eccede su Nizzi però), però non dategliela sempre, eccheccavolo. :D:P:D

 

Che è proprio quello che dico io. Testuale quasi. Ma è importante la conclusione: perché torna, Corbett? Io dico che torna per un sentimento di amicizia verso Tex e Kyrby (anxhe verso Tex, da cui è "affascinato"). Per Diablero, invece, torna per non morire da solo. Qual è la tua chiave di lettura? 

 

 

Perché scopre di essere migliore di quello che pensava di essere.

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<span style="color:red">2 minuti fa</span>, borden dice:

 

 

Perché scopre di essere migliore di quello che pensava di essere.

 

E allora siamo d'accordo. Non lo sei con Diablero però ;)

 

Sulla sua vecchiaia malinconica, che non pare realmente giustificata né dall'esito di questa storia né da Jethro, non credi che potrebbe esserci una terza avventura che in qualche modo provochi la cupezza dei suoi ultimi tempi? Sarebbe un buon pretesto per fare tornare un personaggio che, due volte su due, ha colto nel segno.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

 

E allora siamo d'accordo. Non lo sei con Diablero però ;)

 

Sulla sua vecchiaia malinconica, che non pare realmente giustificata né dall'esito di questa storia né da Jethro, non credi che potrebbe esserci una terza avventura che in qualche modo provochi la cupezza dei suoi ultimi tempi? Sarebbe un buon pretesto per fare tornare un personaggio che, due volte su due, ha colto nel segno.

 

Che significa non giustificata? Glen rimane da solo e povero, con i suoi ricordi, invecchiando si sarà intristito come capita a tanti. Non mi sembra ahimè materia da storia avventurosa, anche perché spiego chiaramente che lui e Tex non s'incontrarono mai più e il loro commiato è alla fine di  Jethro.

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<span style="color:red">17 minuti fa</span>, borden dice:

 

Che significa non giustificata? Glen rimane da solo e povero, con i suoi ricordi, invecchiando si sarà intristito come capita a tanti. Non mi sembra ahimè materia da storia avventurosa, anche perché spiego chiaramente che lui e Tex non s'incontrarono mai più e il loro commiato è alla fine di  Jethro.

 

Ok, grazie per la risposta. 

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<span style="color:red">10 minuti fa</span>, Diablero dice:

Se borden mi riconosce di capire i suoi fumetti, io devo riconoscergli che pare l'unico che capisce quello che scrivo nei miei post!  :laugh: :rolleyes:

A questo punto, visto che siete in ottima sintonia, prova a proporgli qualche soggetto interessante. Potrebbe trovarlo di suo gradimento! :D

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1 ora fa, Diablero dice:

Se borden mi riconosce di capire i suoi fumetti, io devo riconoscergli che pare l'unico che capisce quello che scrivo nei miei post!  :laugh: :rolleyes:

 

Ma non stavolta, stavolta la sua tesi è più vicina alla mia che alla tua :D posto che ha detto che si è solo scoperto migliore, senza altri pensieri.

 

Con questo non voglio nemmeno dire di aver ragione io e torto tu, perché anche lo stesso Borden, che pure ha scritto la storia, potrebbe avere torto. È proprio come dice Condor senza meta: una volta creati, i personaggi vivono di vita propria, e chissà quali sono stati i loro reali intendimenti e le loro vere motivazioni.

 

In questo senso, mi viene in mente una risposta di Borden, che mi lasciò di stucco: quando gli chiesi come mai, ne L'Inesorabile, il fuorilegge avesse espresso, nell'ultima scena, parole di odio verso il fratello, che pure gli aveva salvato la vita, e senza che prima fosse stato palesato questo sentimento avverso, lui mi rispose: "bisognerebbe chiederlo al personaggio, ha sorpreso anche me". Non potei replicare: aveva ragione!

 

Modificato da Leo
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55 minutes ago, Poe said:

A questo punto, visto che siete in ottima sintonia, prova a proporgli qualche soggetto interessante. Potrebbe trovarlo di suo gradimento! :D

 

Mi trovo bene nel ruolo di quello che critica dalla sua poltrona piuttosto che in quello di chi viene criticato, grazie! :cool:

 

3 minutes ago, Leo said:

Ma non stavolta, stavolta la sua tesi è più vicina alla mia che alla tua :D posto che ha detto che si è solo scoperto migliore, senza altri pensieri.

in realtà, no (almeno, per come ho capito io il suo post), ma mi sono stancato di spiegarlo...  :rolleyes:

 

Mi sembra che vi siete molto incantati sui termini "ricalcolare", "rivalutare", etc  e appena li avete letti, un po' tutti siete partiti in un loop che parlava solo di biechi calcoli egoisti, perfide e ipocrite ricerche di salvezza personale,etc, non importa quanto mi sia sforzato di spiegarlo più e più volte.  insomma...  ragazzi, avete un PESSIMO rapporto con la matematica, se il solo usare qualcuno dei suoi termini vi spinge a pensare SOLO ad opportunismo, calcolo egoista e tradimenti!   :laugh:

 

In realtà, sono totalmente equivalenti al "riflettere" di borden.  Solo che io ho una formazione ingegneristica e non odio la matematica!  :rolleyes:

 

Il punto fondamentale di disaccordo REALE fra noi due, a parte le letture distorte del mio "rivalutare", è che secondo te, Corbett si sarebbe fermato COMUNQUE prima di andare in Messico, e avrebbe aiutato gli altri anche senza la freccia.

 

Secondo me, il suo "pentimento" senza la freccia sarebbe avvenuto molto dopo, solo quando si sarebbe fermato un po' (a riflettere, come dice borden), cioè GIORNI dopo, visto che è in fuga. Cioè quando sarebbe stato troppo tardi.

 

Quindi in termini pratici: senza la freccia avrebbe salvato i suoi amici?

 

Secondo te sì, secondo me e borden, no.

 

(ma concordo anche con chi dice che, una volta pubblicata, una storia è interpretabile dal lettore: l'autore può al massimo dire cosa VOLEVA dire, ma su cosa ha EFFETTIVAMENTE detto, non ha più autorità di chiunque altro...)

 

 

 

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Il 7/5/2021 at 03:47, Diablero dice:

 

Non è un personaggio problematico e indeciso. È un uomo d'azione. Ha preparato un piano per salvare la pelle, e lo esegue, portandosi dietro anche un "agnello sacrificale" da consegnare agli indiani come diversivo.

 

Ti pare possibile che, quando il suo piano avesse avesse avuto successo, avesse detto "oh, ho cambiato idea. Io sono così capriccioso di natura, adesso voglio aiutare quelli del forte!" :lol:

 

Tu scrivi questo. E più tardi scrivi che la freccia gli fa scemare la paura di morire e incrementare la paura di morire solo. Per questo torna sui suoi passi. Non lo vedi come uno che cambia idea, e dici che lo fa solo perché , con la freccia  , ha paura di morire solo. Dici questo o no?

 

Io dico invece che la freccia è servita solo come pausa di riflessione, e che a prescindere dalla paura di morire o di morire solo torna disinteressatamente. Per me sarebbe tornato anxhe SENZA LA FRECCIA, bastava qualsiasi occasione di pausa per riflettere. Riflettere non sulla paura di morire solo o meno, ma sulla possibilità di salvare o meno i suoi amici.

 

E Borden dice che la freccia è un pretesto per fermarsi a iflettere. Ma che la cosa decisiva non è la ferita o la paura di morire, si scopre semplicemente migliore di quello che crede.

 

Che poi borden non ne sappia più di noi, siamo tutti d accordo :D

Modificato da Leo
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Una cosa su cui siamo tutti d'accordo è che Corbett voleva davvero fuggire e lasciare gli altri al loro destino e solo all'ultimo ci ripensa. 

Poi sil perché ci ripensi possiamo continuare a discutere.:laugh:

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20 minutes ago, Leo said:

Tu scrivi questo. E più tardi scrivi che la freccia gli fa scemare la paura di morire e incrementare la paura di morire solo. Per questo torna sui suoi passi. Non lo vedi come uno che cambia idea, e dici che lo fa solo perché , con la freccia  , ha paura di morire solo. Dici questo o no?

 

Sì, ed è perfettamente equivalente a quello che ha detto borden. Ripeto, non so che loop strano ti provochi l'uso di termini tipo scemare, calare, aumentare, più meno, diviso, etc, tanto da dare un senso negativo all'intera frase che li contiene!

 

Pensa che io dopo che ho visto come era stato equivocato il primo post, li ho utilizzato sempre e sempre di più, fino a fare anche l'esempio scemo con i numeri, pensando che così potevo spiegarmi meglio in maniera più chiara, e solo dopo ho capito che erano quelli che cancellavano tutto il resto della frase. Roba che se scrivevo "calcolò che la sua vita non valeva nulla in confronto a quella di cento bambini, e si sacrificò per salvarli", mi rispondete "che pezzo di merda, di fronte a bambini in pericolo fa dei calcoli!" :laugh:

 

Ma dire che vede con più calma  la sua situazione e di fronte alla possibilità di morire riflette, e dire che gli cala la paura di morire, cioè il panico, la fuga dell'animale braccato, la corsa forsennata e rivaluta la situazione, è LA STESSA COSA!  Dovete riuscire ad andare oltre a questo pregiudizio razzista contro le parole "calare" e "rivalutare"!   :laugh:

 

20 minutes ago, Leo said:

Io dico invece che la freccia è servita solo come pausa di riflessione,

 

E senza freccia, niente pausa. Senza pausa, niente riflessione.  Senza la freccia quello non si fermava manco per farsi un caffè finchè non era in messico da tre giorni! :laugh:

 

E dubito molto che comunque una pausa-caffè gli avrebbe fatto l'effetto di una freccia con una ferita probabilmente letale (per l'infezione, non perchè abbia leso organi vitali)

 

Se gli bastava una pausa-caffè, vorrebbe dire che tutto quanto è stato un equivoco causato dal fatto che mancava Carson! Se c'era Carson gli faceva un caffè e Corbett diventava subito buono! :laugh:

 

Invece Tex non gli offre il caffè, e Corbett fa ben TRE tentativi di fuga, si avvicina a Byrne con l'intenzione DECISA di sgozzarlo (è solo preceduto dagli indiani), attacca Tex alle spalle DECISO a ucciderlo, e dà un pugno al suo migliore amico abbandonandolo a morire... e per te gli bastava un caffè e cambiava idea?  :laugh:

Modificato da Diablero
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20 minuti fa, Diablero dice:

Invece Tex non gli offre il caffè, e Corbett fa ben TRE tentativi di fuga, si avvicina a Byrne con l'intenzione DECISA di sgozzarlo (è solo preceduto dagli indiani), attacca Tex alle spalle DECISO a ucciderlo, e dà un pugno al suo migliore amico abbandonandolo a morire... e per te gli bastava un caffè e cambiava idea?  :laugh:

 

Era chiaro quello che avevi scritto, non c'è bisogno di fare dell'ironia sulle capacità di comprensione di un testo scritto, sia pure con termini (anche) matematici.

Sì, per me bastava anxhe una pausa caffè, a sorbirlo da solo, lì , nella prateria, sotto le stelle. Bastavano un caffè, le stelle e la mente, finalmente, fredda. A mente fredda avrebbe ripensato (anche) a Tex. E sarebbe tornato. E a me sembra che Borden fosse più vicino alla mia versione: la freccia è un pretesto per fermarsi, e per scoprirsi migliore. Ma ripeto che non voglio la ragione di Borddn, è solo il mio modo di vedere le cose. Come dice Carlo, possiamo discuterne all'infinito, e non arriveremmo a una conclusione. Ma le tue parole erano chiare.

Modificato da Leo
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  • 2 anni dopo...

Storia avvincente e da leggere tutta d’un fiato, sempre con la sensazione che qualcosa di terribile possa accadere all’improvviso.

Le personalità dei protagonisti sono tratteggiate con grande maestria e durante il viaggio si scoprirà che cattivi non sono troppo cattivi e i buoni (forse) non troppo buoni. La redenzione finale di Corbett è sorprendente

Apprezzo inoltre come Tex sia maturato con gli anni nelle storie di Boselli: più calmo, più riflessivo ma con la stessa forza e determinazione.

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  • 6 mesi dopo...

In questa storia di Tex, senza alcun dubbio tra le migliori negli oltre 75 anni di vita editoriale, a farla da padrona incontrastata è l'epicità. Quella tipica epicità che non solo si può leggere, ma si può nitidamente percepire vignetta dopo vignetta, pagina dopo pagina, lungo la lettura di tutti e tre gli albi. Un risultato merito della sceneggiatura di Boselli, abilissimo a plasmare una trama avvincente e circostanziata al meglio, narrata da Tex in flashback (uno dei cavalli di battaglia del Bos), contestualizzando le peripezie e le imprese di un pugno di uomini e donne coraggiosi in fuga dalla Grande Scorreria dei Comanches, e valorizzata egregiamente da un'altra prova superlativa del compianto Marcello, persino più attento del consueto nel curare anche il minimo dettaglio delle sue tavole (chissà come mai, del resto, almeno tre delle storie più memorabili della saga hanno i suoi disegni).

 

Impegnato nella non facile missione di mettere in salvo più coloni possibili dalla scorreria intrapresa dai bellicosi ed irriducibili Comanches, Tex si ritrova a condurre alla salvezza una dozzina di coloni e sei condannati ai lavori forzati, tra le mille difficoltà ed i mille imprevisti che inevitabilmente si presentano in simili circostanze; costretti più volte a fuori programma ed a veri e propri cambi di programma, i membri dell'improvvisata carovana si dirigono infine verso Fort Quitman, trovandolo però abbandonato, dove si ritrovano improvvisamente assediati da circa un migliaio di Comanches. Pur senza averlo voluto, ed al prezzo di molte vite, hanno qui modo di dare un contributo fondamentale, respingendo l'assalto dei nemici e resistendo stoicamente fino al ritorno della guarnigione, di fatto salvando un Texas ancora semiselvaggia da fine certa, sotto la guida determinata di Tex, al contempo oculato e disposto a correre rischi.

 

Il Tex di questa avventura è sicuramente uno dei migliori di sempre: carismatico, sempre deciso, sempre determinato, sempre pronto a rischiare in primissima linea, sempre in grado di prendere la decisione giusta (poi è chiaro che neanche lui avrebbe potuto prevedere l'assedio di Fort Quitman), emerge distintamente quale leader indiscusso e punto di riferimento imprescindibile, sia in occasione dei vari imprevisti, sia in occasione di decisioni non facili da prendere (nello specifico, togliere le catene ai forzati e successivamente dare loro un'arma), sia soprattutto durante il drammatico attacco dei Comanches al forte, quando la determinazione che mostra funge da sola ad infondere fiducia negli altri, facendo in modo che non si diano per vinti.

 

Perché tale impresa riesca, tuttavia, si rende necessario l'arrivo dei soldati di stanza ad El Paso, avvertiti da Glenn Corbett, il tipico eroe che non ti aspetti. Se già con la caratterizzazione dei galeotti, scandagliati abbastanza a fondo nella loro psiche, Boselli svolge un ottimo lavoro, con Corbett in particolare egli tocca punte ancor più elevate: personaggio contraddittorio, almeno in apparenza senza etica né morale, sinceramente legato solo all'inseparabile amico Kirby Doyle, dà più volte prova di essere un combattente provetto seppur cinico, e soprattutto ha il grande merito di mantenere il livello di tensione altissimo fino alla fine, per via dell'ambiguità che lo contraddistingue letteralmente sino all'ultimo. In apparenza, fugge dal forte insieme al soldato Madsen (una vera carogna) con la promessa di condurlo in salvo in Messico, in realtà con l'obiettivo di darlo in pasto al nemico per assicurarsi via libera e recarsi oltre il Rio Grande, ma non per eclissarsi bensì per andare in cerca dei soccorsi. Un personaggio senza dubbio perennemente in bilico tra Bene e Male, estremamente riuscito, che trova infine il modo di riscattare i passati errori salvando Tex la maggior parte degli altri compagni di viaggio, guadagnando la loro stima ed eterna riconoscenza.

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5 hours ago, juanraza85 said:

. In apparenza, fugge dal forte insieme al soldato Madsen (una vera carogna) con la promessa di condurlo in salvo in Messico, in realtà con l'obiettivo di darlo in pasto al nemico per assicurarsi via libera e recarsi oltre il Rio Grande, ma non per eclissarsi bensì per andare in cerca dei soccorsi.

Beh, no. Come secondo me abbastanza chiarito dalla storia (e ulteriormente chiarito da questa discussione in cui ha confermato la cosa anche Boselli), l'obiettivo di Corbett era DAVVERO fuggire in Messico. Solo dopo che è stato colpito dalla freccia (e quindi si rende conto che difficilmente sopravviverebbe da solo) cambia direzione.

 

In questa storia, persino Tex alla fine è convinto di aver sbagliato a giudicare Corbett. Solo Corbett sa la verità: che Tex l'aveva giudicato bene, non si era sbagliato...

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