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TWF - Tex Willer Forum

rimatt

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Messaggi pubblicato da rimatt

  1. Se poi dite che la storia come trama è un minimo leggibile, ci pensano i disegni di Diso (buoni finch? non si trova a disegnare i 4 pards) a far passare la voglia di leggere l'albo.

    Uhm... Per me definire questo Maxi "illeggibile" è fargli un complimento. Uno dei peggiori fumetti che abbia mai letto in vita mia, e lo dico con grande rammarico. Nizzi si è davvero superato, stavolta: come dire, al peggio non c'è mai fine. Peccato per i disegni di Diso, che mi sono decisamente piaciuti... Ma la sceneggiatura è veramente qualcosa di grottesco. :(
  2. Spero che un topic simile non esista già! Comunque... Il Tex di GLB era assolutamente inimitabile, come assolutamente inimitabile era la capacità di questo immenso sceneggiatore di gestire il rapporto tra Tex e Carson. La bellezza di alcuni scambi di battute tra i due è semplicemente insuperabile, e sarebbe bello raccoglierne alcuni esempi in questo topic. Comincio io: Tex e il Pard sono seduti davanti al fuoco, di sera. Carson: Mmm... Forse, invece di limitarci a spaventarlo, lo avremmo dovuto prendere. Tex: Carter? Carson: Sissignore! Messo gentilmente a sedere su un fuocherello come questo, quell'emerito furfante avrebbe sicuramente firmato anche una tonnellata di confessioni, e così... Tex: Stai ragionando come un Apache. Carson: Dovrei forse vergognarmene?... Quella è brava gente. Quando scoprono che uno dei loro è un grosso mascalzone, lo ficcano sino al collo in una buca e dopo avergli spalmato la faccia di miele lo lasciano a far quattro chiacchiere con le formiche rosse. Noi, invece, anche se sappiamo che uno ha tagliato la gola a sua madre, abbiamo bisogno di prove per... Tex: Su! Bevi il tuo caff? e poi cerca di dormire. Vedrai che domattina sarai di umore diverso. Credi davvero che non mi renda conto del tuo stato d'animo? Carson: Mmm... Tex: Per quasi due mesi abbiamo ingoiato polvere e grondato sudore su tutte le peggiori piste da El Paso ai Monti Apache... Siamo quasi morti di sete sulla Sierra Blanca, e c'è mancato poco che restassimo secchi su quelle dannate rocce dei monti Van Horn... Perciò è umano che si voglia far pagare ai colpevoli il prezzo di tante fatiche e rischi... Tuttavia, non possiamo dimenticare di essere al servizio della legge. Carson (preparandosi per la notte): Non dirmi altro. Stai diventando disgustosamente per bene, e del tutto dimentico del tempo in cui la tua legge era la Colt 45. Buonanotte. Tex: Sogni d'oro, satanasso! QUESTI erano Tex e Carson negli anni Settanta. Ovviamente, non sto neanche a dirvi da che storia è tratto questo meraviglioso scambio di battute: non voglio offendere dei Texiano esperti come voi! ;-)

  3. Inizio dicendo che la storia non è immune da pecche, a mia modestissima opinione. Però mi è piaciuta non poco. Difetti ce ne sono, dicevo, però mi chiedo una cosa: non sarà che, dopo anni di Nizzite, siamo tutti un po' troppo timorosi e rischiamo di ingigantirli? Tanta è la voglia di trovare un nuovo, bravo sceneggiatore per Tex che, inevitabilmente, questo debutto è stato caricato di un'attesa davvero spasmodica, quasi ci fosse la necessit? di trovarsi subito di fronte a un capolavoro. Capolavoro che non c'è, ma non per questo ci si deve sentire delusi, anzi. Situazioni già viste, dialoghi già sentiti... Ma le pagine scivolano via senza difficolt?, e la sceneggiatura pare in grado di divertire fino all'ultimo. Tex si trova in difficolt?, e almeno in una situazione ci si aspetterebbe forse una maggior reattività... Però l'albo è piacevole, i personaggi ben caratterizzati, e la trama non dice nulla di nuovo ma lo dice piuttosto bene, quindi mi ritengo soddisfatto. Mano a mano che la confidenza di Tito con il mondo Texiano aumenter?, aumenter? anche l'efficacia delle sue sceneggiature, ne sono certo. Lui si divertir? di più, e ci divertiremo di più anche noi. In quanto a Ortiz, è sempre il solito: bravo ma troppo veloce. Comunque, non era certo lui quello "sotto esame", e stavolta ritengo valga la pena di concertarci al 90% (o già di l') sulla sceneggiatura, piuttosto che sui disegni. ;)

  4. Il secondo albo è IMO leggermente inferiore al primo (soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura, il soggetto è eccelso) ma la storia, nel complesso, è ottima. Avvincente, dura, piacevolmente "western". La ritengo la miglior "boselliana" dai tempi de Gli eroi del Texas (uno dei capolavori di Boselli).

    La scena migliore di questo secondo albo è IMO l'entrata in scena di Carson: l'anziano Ranger è presente solo in poche tavole, ma la sequenza in questione è più che sufficiente a metterne in risalto il carisma. Forse (e dico forse) avrei preferito un Tex ancor più "spaccamontagne", ma in mancanza d'altro mi accontento di questo ( :D scherzo, è solo che lo sceriffo Langdon era così carogna che avrei poreferito vederlo freddato direttamente nel duello)! ;)

    :colt:

    Ottimi i disegni di Font. In qualche vignetta i volti dei pard mi convincono solo a metà, ma tutto il resto è eccelso.

    In conclusione, una gran storia di Tex. Avercene.

  5. Nil humanum a me alienum puto. PS Spero che il latinorum sia giusto! :trapper:

    quasi! nihil :P
    Terenzio (o i suoi quotatori) scrissero proprio NIL. Borden
    Esatto, e infatti in latino "nil" non è altro che l'abbreviazione di "nihil"... parola di prof! ;)
  6. Borden, tra le storie che hai scritto per Tex, qual'? stata quella piu' complessa da sceneggiare?perche?

    Diavolo di domanda! Di solito rispondo "Gli assassini" [...] mi pare che la storia scorra liscia [...]
    Eccome se scorre liscia, anzi, direi che è ammirevole anche per la fluidità. Gran bella lettura, all'epoca dell'uscita mi piacque una cifra (non che ora mi sia calata).
  7. Cosa dico? Ecco qua! :trapper:

    La prima impressione è molto positiva. C'è in me un certo entusiasmo, inutile nasconderlo, e la sensazione che se la seconda parte non deluder? le attese ci si trover? di fronte a una storia da ricordare a lungo.

    Morte nella nebbia, va detto, è un albo atipico: Tex si vede molto poco, anche se (come è accaduto altre volte nelle storie del miglior Boselli) la sua presenza è sempre "palpabile" (anche quando, fisicamente, il Ranger non c'è) e il suo carisma mai in discussione. Però Kit è un buon protagonista, e dimostra di meritare - una volta tanto - l'onore della ribalta; del resto, egli stesso lo ribadisce: "Cerco di comportarmi come farebbe mio padre se si trovasse nella stessa situazione". Il montaggio è spezzettato, e questo rischia talvolta di spezzettare anche le emozioni, ma francamente non so se sarebbe stato possibile raccontare la vicenda in altro modo. Sta di fatto che la sceneggiatura è avvincente, veloce (anche se, fortunatamente, i momenti più rilassati non mancano), ispirata. Nel prossimo numero (che non vedo l'ora di leggere) entrar? in scena Tex, e ci saranno fuochi d'artificio.

    I disegni sono una meraviglia, anche se Font pare trovarsi più a proprio agio con i paesaggi che con le figure umane. Meglio di Colorado Belle, a mia opinione, dove ogni tanto affiorava qualche imperfezione anatomica. Da quando è al lavoro su Tex, il disegnatore spagnolo sta realizzando alcune delle tavole migliori della sua lunga carriera. Speriamo che la collaborazione con Bonelli (e con Boselli) duri a lungo.

    Un gran bel fumetto. Avercene, di Tex così.

  8. Alimento la discussione, in attesa che qualcun altro abbia letto l'albo, riportando uno dei passaggi che più mi è piaciuto (spero non occorra lo spoiler).


    Non devi fare osservazioni stupide, straniero, ma rispondere alle mie domande!
    Ho chiesto il tuo nome!

    Non ho difficolt? ad accontentarti, amico.
    Mi chiamo Tex Willer. Ma mi domando chi sia tu!
    L'ultima volta che l'ho incontrato, Farrel non aveva ancora un cane da guardia a due zampe!

    Ho anche due pistole...

    Vedo. Insolito per un cane da guardia!...


    Bel dialogo incisivo e molto GLBonelliano, che non può non risultare gradito ai Texiani. Ottima anche la conclusione della storia (le ultime due pagine, intendo).

  9. La prima volta che lessi questa storia, il mio entusiasmo per i disegni di Diso (che apprezzavo moltissimo su Mister No) era tale che mi feci quasi piacere anche la sceneggiatura. Già a una prima rilettura, purtroppo, mi resi conto di come Figlio del vento fosse scritta male e noiosa. Nel frattempo, inoltre, avevo anche recuperato Silver Star, e il confronto, l'avete detto tutti, è impietoso. Peccato per i disegni di Diso, che IMO meriterebbero sceneggiature migliori.

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    Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli
    Disegni: Ernesto Garcia Seijas
    Periodicità annuale : Febbraio 2006



    Una banda di apaches fuggiti dalla Riserva è accusata di avere avvelenato i pozzi della tribù. Tra le vittime ci sono i parenti di Salgado, capo della polizia tribale, il quale ha giurato vendetta e vuole usare ogni mezzo per catturare i fuggiaschi. A capo di essi c'è il cugino di Salgado, Klanay, che si proclama innocente. Riuscirà Tex, deciso a impedire uno scontro fratricida, ad assicurare alla giustizia i veri colpevoli della strage? Ad arricchire l'Almanacco ci sono i tre illustratissimi dossier a colori dedicati al divo Glenn Ford, ai romanzi western di Mino Milani e agli eroi pulp di Frank Gruber.



    © Sergio Bonelli Editore

     

     

     

     

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    Speravo in qualcosa di meglio, francamente.

    L'inizio è molto buono, addirittura ottimo, complici gli strepitosi disegni di Seijas (impareggiabili nel raffigurare i paesaggi bruciati dal sole dell'Arizona) e la narrazione secca e incisiva del solito Boselli. Poi, però, qualcosa si guasta: la sceneggiatura funziona a corrente alternata, e in certi passaggi il Tex di Boselli pare quasi fondersi con il Tex di Nizzi (del Nizzi odierno, beninteso). Insomma, c'è un Ranger che non sempre è risolutore, non sempre è in primo piano, non sempre è reattivo come vorremmo fosse. E quindi, tirando le somme, la storia non decolla mai del tutto, concludendosi bene ma suscitando al tempo stesso qualche perplessità. Sono curioso di sentire le vostre opinioni al riguardo.

    In quanto a E. R. G. Seijas, tanto di cappello. Prestazione eccellente, grande cura per ogni particolare e un Tex duro e ironico come non si vedeva da tempo (anche se sono sicuro che qualcuno storcerà il naso di fronte ai suoi lineamenti poco "ticciani"). Peccato solo che il piccolo formato delle pagine finisca per soffocare qualche vignetta, che avrebbe IMO meritato un respiro più ampio, ma, mi ripeto, il lavoro del disegnatore argentino tocca comunque vette di assoluta eccellenza.

    • +1 1
  11. Ciao, Borden. Una domanda a cui spero tu possa dare risposta. Ora che il bravissimo Moreno Burattini è diventato ufficialmente il curatore di Zagor, c'è qualche speranza che tu diventi il curatore di Tex? Io te ( e me) lo auguro di cuore!

  12. Splendido topic, per il quale mi complimento con Ymalpas. C'è da dire che nonostante l'apporto di autori "esterni" abbia dato vita quasi sempre a storie più che apprezzabili, il mio Tex preferito rimane di gran lunga quello GLBonelliano al 100%, seguito dal Nizziano dei tempi d'oro.

  13. Guarda Anthony che Ortiz è un signor disegnatore solo che il fumetto Tex non lo ha mai voluto disegnare secondo le sue possibilità.

    Se non, forse, nelle sue primissime storie: il Texone è ottimo, a mia modesta opinione, e anche i primi Maxi, seppur leggermente inferiori, sono disegnati alla grandissima. Poi è iniziata una sorta di frenesia realizzativa che ha portato (tra l'altro) anche a una decisa spersonalizzazione del volto di Tex. :(
  14. Mah, come storia continuo a ritenerla passabile. Non sarà un granché, ma IMO è ben lontana da certi orrori passati e futuri. L'ho addirittura riletta senza troppi sbadigli, e già questo la dice lunga. Certo, per farsela piacere occorre dimenticare che il protagonista è Tex... Ortiz è ancora su buoni livelli, da qui in poi ha iniziato un lento declino dovuto IMO alla troppa fretta con cui disegna.

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