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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione dal 27/03/2024 in tutte le sezioni

  1. Qui si stanno mischiando pere con mele con ferrari testarossa. E mischiando cose diverse, si fa confusione e si perde il punto. Esaminiamo una cosa per volta. -------------------------------------------------------------- 1) L'uso di didascalie descrittive COME METODO DI SINTESI PER RACCONTARE DI PIÙ IN MENO SPAZIO. Questo è il caso dell'esempio citato da Poe da "Diablero": l'osservazione di Poe secondo cui qui GL Bonelli sarebbe "prolisso" per me manca totalmente il bersaglio, anzi, per me è incomprensibile: questo che vediamo in quelle pagine è un esempio di mirabile SINTESI NARRATIVA. Inviterei Poe a fare semplicemente l'elenco delle cose che vengono narrate in quelle pagine. E poi pensare a quante DECINE DI PAGINE verrebbero impiegate, oggi, per raccontare le stesse cose senza usare didascalie. Ho visto per esempio in uno Zagor recente diverse pagine dedicate a Zagor che taglia i rami da un tronco di un albero per costruire un ponte di fortuna. Vignette su vignette con Zagor che taglia rami spiegando cosa sta facendo. Tutto spiegato nei minimi dettagli per un lettore non solo ritenuto "non capente" ma che pensa sarebbe mandato nel panico da un semplice montaggio della scena, senza fargli vedere per filo e per segno come fa Zagor a creare il ponte di fortuna. Vediamo le tre pagine postate da Poe. Guardate la PRIMISSIMA VIGNETTA. Quella vignetta sarebbe, oggigiorno, minimo 5-6 pagine. Si inizierebbe a far sentire i lupi, per spiegare al lettore che ci sono i lupi. Poi si mostrerebbero avvicinare. L'indiano spiegherebbe con "dialoghi descrittivi" (in cui spiega la situazione all'aria circostante) che ha paura che i lupi mangino il cavallo, per preparare il pubblico impressionabile allo shock della scena di violenza. A pagina due si vedrebbero i lupi. A pagina 3 inizierebbero l'attacco, che verrebbe mostrato nei dettagli per 2-3 pagine. A pagina 5 o 6 ci vedrebbe una vignetta simile a quella pubblicata all'epoca, poi seguirebbero 2-3 pagine di parole esplicative ad alta voce dell'indiano per spiegare come mai è nei guai e cosa teme, e arriviamo a pagina 9. Pagina 10 e 11 mostrerebbero, lentamente, l'arrivo del pipistrello. Probabilmente prima del vedere l'ombra del Diablero passerebbero più pagine, ma in ogni caso NESSUNO SCENEGGIATORE "MODERNO", nemmeno i migliori, liquiderebbe "la notte di terrore" in DUE STRISCE. "mungerebbero" la "scene fica" per almeno 20 pagine! Con versi, terrore, mantenere il fuoco, etc. E perchè non dovrebbero? In quella maniera invece di farsi pagare solo 2 pagine, se ne fanno pagare 30!!! Allungando semplicemente il brodo! (poi capisci come fanno a fare tante pagine senza uno straccio di idea...) Con la tormentata fuga del guerriero verso il campo poi fanno almeno altre 10-20 pagine, e così invece di farsi pagare 2 pagine se ne fanno pagare 40-50! (dico "farsi pagare" per far capire che risparmio sarebbe anche per la casa editrice fare albi più snelli e che si leggono più rapidamente, ma onestamente non credo che la motivazione principale oggi sia l'avidità: credo che sia invece il "panico da disegnatore!", hai 10-15 disegnatori che ti mandano avanti altrettante storie, qualcuno che ha finito le pagine e ti telefona ci sarà praticamente tutti i giorni, se hai una buona idea per il seguito e sta tutta in due pagine quello ti richiama il giorno dopo, se la allunghi fino a 20-30 pagine non lo risenti per almeno un mese...) Idem per la terza pagina con Mitla: una pagina qui è il tempo (anche di lettura) che ci vuole per mantenere il ritmo: non è un caso se certe storie erano (e sono ancora) APPASSIONANTI, mentre troppe pagine attuali, ammiri i disegni, dici "che dialoghi realistici", ma poi... alla fine, sotto sotto, ti sei annoiato e non hai voglia di rileggere. Oggi, quella pagina di Mitla con la lucertola sarebbe ovviamente descritta senza didascalia ("argh! Orrore! una didascalia!" Gli sceneggiatori italiani, evoluti e bravissimi, copiano la TV e le fiction Rai anche nel ritmo lento, vogliono "berardeggiare" mentre in realtà stanno facendo "Gli Occhi del Cuore". Non si abbasserebbero ad usare didascalie come fanno certi autorucoli come... Alan Moore, Frank Miller, Joe Sacco, Zerocalcare, Neil Gaiman, etc! Meglio imitare gli sceneggiatori di Boris!). Quindi, minimo 1-2 pagine per l'arrivo della lucertola, il testo della didascalie a le informazioni contenute sarebbero da mostrare azione per azione in vignette separate, quindi invece di una "antiquata" didascalia... una bella sequenza di 2-3 pagine! Poi capisci come mai oggi in un albo di 110 pagine (330 strisce) accadono meno cose di quelle che accadevano una volta in 80 strisce (26,66 pagine)... OK, ricapitolando... QUESTA È SINTESI! L'uso di didascalie per "tagliare" e dare RITMO alle scene, mostrando le cose in due strisce invece di dover usare 10 pagine. Dando così al lettore TANTE scene, tanta azione, tanto "fumetto", senza farlo annoiare a vedere il protagonista che taglia rami per pagine e pagine. Gli altri temi di cui si parla, lo "spiegazionismo" e i terrificanti "dialoghi esplicativi", sono il primo totalmente indipendente, e il secondo addirittura OPPOSTO: abbandonando il ritmo che poteva essere dato da un uso saggio delle didascalie, arrivi ai terrificanti dialoghi esplicativi attuali, innaturali, prolissi, e pallosissimi. La prova, come sempre, sta semplicemente nell'ASSAGGIARE la zuppa: quelle storie di GL Bonelli, narrate con RITMO e SINTESI grazia all'uso ben studiato delle didascalia, erano ZEPPE DI IDEE anche perchè, occupando poco spazio, ne servivano tante. E NON ANNOIAVANO. La stessa cosa non si può dire dei "brodi allungati" attuali, lentissimi, con "dialoghi esplicativi" pallosissimi, ma "moderni" perchè non usano le aborrite didascalie (che quello è l'importante, non usare didascalie, poi se si annoia il lettore non è importante, anzi, nel fumetto Bonelli "moderno" il lettore si DEVE annoiare mentre lo "istruisci", mica è lì per divertirsi...)
    5 points
  2. Non ho chiamato i moderatori per non farti parlare di Nizzi come ti pare, tanto sappiamo già quale è il tuo pensiero, semplicemente trovo stucchevole rimescolare sempre la stessa minestra ogni volta che c'è Nizzi di mezzo, usando sempre gli stessi esempi e gli stessi argomenti. Non trovi che sia una richiesta lecita? Ti ho citato, non a caso , poiché troverei molto più interessante e utile alla discussione che tu partissi almeno dalla lettura del maxi attualmente in edicola (che io sto leggendo e non ho ancora terminato, per la cronaca), piuttosto che rifarti a storie già citate più volte, sempre da te e sempre per mettere l'accento ai difetti...vuoi dirmi che non è così? Il mio era un invito ad essere un po' più costruttivo nei commenti, senza sempre andare in un' unica direzione, e poiché tu ti metti subito sulla difensiva, aggiungo che sei stato molto più sgradevole in questa tua risposta piuttosto che nel post precedente, perché ti sei messo subito a fare la vittima, senza capire che il mio richiamo ai moderatori era soltanto per regolare la discussione, non zittire le critiche a Nizzi o zittire Diablero. Mi dispiace se c'è stato questo malinteso, ma non credo di aver fatto male, in questo caso. Detto ciò, non mi nascondo e resto dell' idea che le critiche nei confronti di Nizzi mosse da te e da alcuni utenti più prevenuti dovrebbero moderarsi nei toni e nella frequenza, basandosi almeno sulla lettura delle storie inedite e poi , eventualmente, ricollegarsi al resto ( l'abbandono di Nizzi, le parti di vecchie storie che non vi piacciono ecc) Passo e chiudo, da parte mia non c'è niente contro di te, sappilo. Ma non mi piace che ogni volta ci si basi sui soliti preconcetti quando sul forum ci sono dei nuovi lettori o curiosi che vorrebbero godersi le storie senza la solita retorica volta ad azzoppare in partenza una storia "perché è di Nizzi".
    4 points
  3. Due disegni realizzati nel finale di estate e autunno 2021: Il primo dedicato al giovane Tex e alla sua amata Lilyth (mi piaceva rappresentarlo con la divisa degli inizi). il secondo invece, è un ritratto a figura intera, omaggio a Lilyth.
    3 points
  4. Bos, ti prego, torna a riferire personalmente (senza nulla togliere all'amico Carlo). Qui c'è ancora un sacco di gente a cui manchi e che, almeno credo, si merita la tua presenza. Please.
    3 points
  5. La storia Un mondo perduto (di cui Il mistero del Monte Rainier è il seguito) occupava un albo e mezzo, ma conteneva talmente tanti eventi e situazioni (l’arrivo a Yakima e l’incontro con Gros-Jean, i preparativi per la spedizione, la tappa al villaggio dei klamath, la scalata del ghiacciaio, l’attacco dei ghundar, la scoperta del mondo sotterraneo, la cattura e l’incontro con il professor Steiner, ecc.) che oggi facilmente verrebbe spalmata su 4 o 5. Per questo quando leggo “albo introduttivo” storco il naso: una volta non esistevano albi introduttivi, ogni albo, anche se la storia rimaneva da concludere, presentava tantissimi momenti avventurosi e colpi di scena ed era comunque perfettamente fruibile per se stesso, anche perché poteva capitare in mano a un lettore occasionale, e in questo caso magari spingerlo all’acquisto dell’albo successivo: se a uno, ad esempio, capitava in mano Zagor contro Supermike era spinto dall’incalzare della storia a comprare La settima prova per vedere come andava a finire, se a uno capita in mano il Supermike di Burattini (dove i primi 3 albi finora sono introduttivi) mi sa che fa il ragionamento opposto…
    3 points
  6. Nizzi scrive una trama fatta sostanzialmente di azione, con atti di guerriglia ai danni di nemici poco all'altezza e con un finale sbrigativo e "faraciano". Nulla di nuovo sotto il sole, sempre la solita minestra per i suoi lettori da "bagno caldo". Leggi in relax, senza impegno, nessuna sorpresa, poco interesse. Ma tutto sommato è una buona lettura. Perché c'è ritmo, ci sono dialoghi frizzanti, c'è fluidità di narrazione. C'è tutto il mestiere di un autore che sa scrivere Tex e che continua a saperlo scrivere, magari anche divertendosi, nonostante e forse anche grazie alla sua età. Perché è meglio questo Nizzi che scrive senza particolari vincoli, da vecchio leone che ogni tanto si diverte a dare una zampata, con una leggerezza che in questo caso si traduce nel brio di questa sua buona sceneggiatura, che quello che non si vergognava di proporre Cane Giallo e i Fratelli Donegan, quando era bollito ma non voleva, perniciosamente, mollare.
    3 points
  7. Il mondo è bello perché è vario, e anche i giudizi sulle storie. Però in certi casi non capisco bene le critiche: Come sarebbe che non c'è un mistero? Tutto questo primo albo è basato proprio su un'atmosfera di mistero (come dice anche il titolo) di cosa sia celato sul monte Rainer: sono davvero sopravvissuti alcuni Gundhar? Sono loro che uccidono i cercatori d'oro che s'inoltrano nella foresta oppure, come più probabilmente, qualcun altro che non vuole venga violata la sua vetta? Quale segreto nascondono il geologo russo e il suo strano assistente? Gli esseri simili a rettili che erano giunti dallo spazio sono ancora vivi? E che intenzioni hanno? Sono rimasti intatti i macchinari visti ne "Un mondo perduto" e avranno un loro ruolo? E le pietre che provocano ustioni? Chi è "il demonio che ha preso Reuben" come dice l'uomo sfigurato che appare nell'ultima vignetta dell'albo? Ecc. ecc. ecc. Tutto questo albo è fatto di misteri su misteri che si accumulano di pagina in pagina. Si potrebbero fare diversi esempi di storie classiche in cui i pards entrano in scena piano piano e il primo albo è dedicato alla preparazione dell'azione e alla presentazione dei comprimari, o degli avversari: se non ricordo male nel primo albo di "Diablero" i Nostri non fanno quasi niente, se non avvicinarsi alla zona dove agiscono i Diableri, mentre tutto l'albo è dedicato proprio a loro e a El Morisco che si reca dagli Apaches minacciati. Oppure il primo albo della "Congiura" è fatto solo di dialoghi tra i pards che arrivano a Frisco e via via incontrano Mike Tracy, Sam Brennan, e poi l'avvocato Bixler e infine Barbanera in carcere: quasi niente azione, ma solo preparazione di quello che avverrà in seguito (l'evasione). In realtà qui in 110 pagine di cose se ne vedono tante, abbiamo fatto la conoscenza di numerosi nuovi personaggi: i due fratelli indiani Salish, Holt e la sua banda, il geologo russo, l'avido proprietario della mandria poi pentito, lo sceriffo, il ritorno di Gros-Jean, la sorpresa di Mamie, un mezzo linciaggio di Tiger, lupi minacciosi nella foresta, uno stampede disastroso, uno scontro a fuoco che coinvolge Kit Willer e Tiger... direi che di cose ne sono accadute parecchie e non ci si è annoiati. Il ritmo della storia è quello classico dei tempi d'oro di GLB. Poi l'azione vera e propria che coinvolgerà i Nostri nella foresta è abbastanza ovvio che la vedremo presto nel secondo albo, visto che si sono appena addentrati nel cuore di tenebra. Qui è chiaro che la scelta di Boselli, avendo a disposizione tre albi, è quella di preparare bene il lettore, di creare attesa e allo stesso tempo di chiarire il contesto, per cui il flash-back sulla precedente storia sul monte Rainer era inevitabile (e comunque ben sintetizzato), anche perché secondo me persino i vecchi esperti lettori di Tex si erano scordati quella che non è proprio tra le più memorabili avventure di GLB... In più, oltre al tema "mysterioso", io ci ho visto anche echi dal film "Terra lontana" di A. Mann, con i cercatori d'oro di Dawson City che hanno bisogno di carne per sfamarsi e James Stewart che ha il compito di consegnare la mandria di bovini, tra ladri di bestiame, banditi, sceriffi e affaristi senza scrupoli, tutti impazziti per l'oro. E mi sembra che qui Boselli sia ben riuscito ad amalgamare il tema fantastico con quello più realistico e terra terra della corsa all'oro.
    3 points
  8. Iniziando proprio dai disegni di Bocci, per me non ci siamo, invece. Tex e Carson incerti in molte vignette, volti di certi personaggi addirittura effeminati, vignette poco leggibili a causa dell'eccessiva saturazione dei dettagli, inquadrature e geometrie non sempre armoniche. Lo ricordavo meglio. Non è tra i disegnatori che hanno molta premura della leggibilità, come se non fosse una delle prime cose da ricercare. Se pensiamo alle foreste, da Ticci a Fusco a Ortiz, forse ci capiamo meglio. La sceneggiatura di Boselli per una volta non mi ha rapito. È solo il primo albo, ma per me sono 110 pagine in buona parte sprecate. In effetti l'autore insiste su un mistero che non è un mistero, c'è poi un flashback dedicato ai lettori che non hanno letto la precedente avventura (mentre quelli che leggono Tex da sempre la storia la ricordavano o se la sono riletta per l'occasione come ho fatto io), c'è la sorpresa positiva di Mamie (che comunque come personaggio non mi ha mai entusiasmato), il resto tra stampede, visite allo sceriffo o allo studioso russo che cambia faccia nell'arco di qualche decina di pagine, pagine che per l'appunto sembrano tentare di distoglierci dall'oggetto principale della storia. Insomma la carne al fuoco deve essere altra e se si arriva al terzo albo con l'autore che ti infila il finale ''veloce'' può essere che l'impressione di un certo sbilanciamento tra le varie parti si faccia velenosamente strada. In effetti forse uno dei pochi appunti che possiamo fargli è che Boselli ultimamente ritardi un po' troppo a ingranare la marcia, certi primi albi come quello della storia dell'Erebus o la più recente della Tigre nera, questa impressione me l'hanno data. Mi si risponderà che servono a fissare un'atmosfera, a aiutare i nuovi lettori a calarsi dolcemente in una storia, ma se è vero che le storie in cui Tex entra in azione già nelle prime pagine come accadeva un tempo hanno anche loro i loro difetti, mi sembrano comunque esagerate 110 pagine con i pards a combinare un fico secco (o quasi) come avviene qui. Questa è appunto la sensazione che ho tratto da questa prima parte e non mi convince per niente.
    3 points
  9. Sbagli. Il mio personaggio è Coguaro. E, a onor del vero, Ruju ha ripreso il soggetto ma ha realizzato una sceneggiatura che rispecchia molto poco la mia trama. Avevo in mente di pubblicare il mio racconto originale, ma non l'ho fatto e non lo farò per rispetto prima di tutto per Boselli e poi per Ruju. Ecco un giudizio che non accetto, che dimostra che non hai capito assolutamente niente. Io adoro alcune storie di Nizzi, specialmente il primo Texone: se fossi dannatamente prevenuta (che significa dare un giudizio negativo a prescindere), non direi mai una cosa del genere. E questo è sintomo di scarsa capacità analitica: spari sulla croce rossa perché non ti piace il rosso. Se non hai afferrato il paragone, sarò più esplicita: esprimi giudizi superficiali. Ecco un altro tuo giudizio a conferma di quanto ho già detto. Non so se conosci il significato delle parole: astio è il rancore provato nei confronti di una persona da cui ritieni di aver ricevuto un grave torto. Portato all'estremo è un sentimento peggiore dell'odio. Se non sapessi che tu hai usato questa parola con la superficialità che ti contraddistingue, ti direi: "ma come ti permetti di bollarmi come un essere così schifoso?", ma sono sicura della tua immaturità e, per questa volta, ci passo sopra. Ma in futuro stai ben attento a sparare sentenze così offensive, perché io non sono uno zuccherino.
    3 points
  10. Senza entrare nell'annosa questione dell'integralismo o meno, ritengo che le modifiche apportate da Mauro nella sua versione della Mano Rossa possono pure starci nell'ottica di una serie moderna come Tex Willer. La giovane saga verosimilmente deve pure mantenere una sorta di autonomia dalla serie regolare ed è rivolta anche a un pubblico più giovane che non conosce a fondo i classici bonelliani. La mia non vuole essere una critica alla iniziativa editoriale, che finora è stata di grande spessore e qualità e anche in futuro ci proporrà spunti interessanti, ma personalmente questi inevitabili toccate nella "tappe imprescindibili" della vita di Tex (che si trasformano in parziali remake), mi appassionano poco. Gusto soggettivo ovviamente, ma preferisco di gran lunga gli episodi con soggetti inediti; ciò non toglie che continuerò ad acquistare Tex Willer, ma per quanto ben sceneggiato, all'episodio della Mano Rossa attualmente in edicola, prediligo le ariose trame ambientate in Florida o in Montana.
    2 points
  11. Stai scherzandooooooooo????????? Che vita sarebbe senza ii fumetti!!!!!!!!
    2 points
  12. E' regola valida per tutto il multiverso che ogniqualvolta l'eroe si trovi in un ambiente oscuro - se l'eroe è privo di torcia o altri mezzi di illuminazione propri- l'ambiente stesso sia rischiarato da funghi luminescenti o pietre fosforescenti o luci magiche o qualsiasi altro espediente consenta al protagonista di cavarsela ed allo spettatore di vedere che sta succedendo. Strano ma vero.
    2 points
  13. Non solo quelli, che pure mi sono piaciuti. Vedere battibeccare i due come ai vecchi tempi è per me un piacere, e credo che anche Nizzi si sia divertito nel riproporre le consuete, gustose pantomime tra i due pards (a onor del vero, nell'ultima parte della storia forse eccede un po'). Ma anche il resto l'ho trovato svelto, dinamico, tosto al punto giusto, complici anche i disegni di Torti che trovo molto efficaci. Se devo giudicare l'operato dell'ultimo Nizzi, non posso che concordare con la proposta di Diablero su una collana Nixi-Tex. Ciascuno legge ciò che gli piace senza nemmeno il timore di inoltrarsi in polemiche infinite sul forum: stiamo di fatto leggendo cose diverse, assecondando i nostri gusti. Così io posso continuare a pensare che i dialoghi proposti da Nizzi siano davvero frizzanti, non semplici battibecchi tra comari né acqua gasata con la CO2
    2 points
  14. Sono d'accordo su tutto, @Diablero. Essendomi da poco avvicinato ai fumetti Bonelli, questa cosa della mancata capacità di sintesi la percepisco molto. Leggo storie di 200, 300 o addirittura 400 pagine e mi rendo conto che nella storia è successo estremamente poco. Lo riscontro in tutte le storie, non solo quelle di Boselli. Penso all'ultimo ritorno della Tigre: servivano davvero 450 pagine per raccontarla? O La pattuglia scomparsa: non era sufficiente un albo? Paradossalmente per quest'ultima storia ricordo di aver pensato che avrei voluto un albo in più per approfondire alcuni dettagli (la storia del soldato e della sua fidanzata, prima che morisse). Quindi non è tanto il numero di pagine o albi il problema, ma il rapporto tra il numero di pagine e quello che effettivamente viene raccontato, la densità. Ricordo che nei fumetti che leggevo da piccolo su Topolino o sul Giornalino succedevano così tante cose in 30 o 60 pagine! Qui ne leggo centinaia eppure alla fine mi sembra che sia successo poco o che alcune parti non siano state approfondite abbastanza. A volte si parla del perché in questo periodo di crisi del fumetto i manga in realtà vendano bene. Secondo me ha anche a che fare con il modo in cui in Giappone vengono serializzati. Un autore di manga quando scrive una storia non è costretto ad allungarla per riempire le centinaia di pagine che compongono un volume perché lì i fumetti vengono pubblicati prima su rivista un capitolo per volta. Quindi l'autore può lasciare che la storia prosegua con il ritmo necessario e che si prenda un numero di capitoli non predefinito. Quando un numero sufficiente di capitoli già pubblicati su rivista sono pronti si procede a raccoglierli in un volume, ma senza scadenze regolari. Con Tex se ci pensate agli inizi non era così diverso. Le storie erano ragionate in termini di capitoletti di 32 strisce (10 pagine moderne), quindi la storia poteva prendersi lo spazio a lei necessario, ragionando in multipli di 32 strisce. Oggi invece si è costretti a ragionare in termini di 112 pagine per volta! Per forza di cose alcuni soggetti un po' deboli finiscono per essere forzatamente gonfiati per riempire un albo o più e alcune storie risultano avere una densità di azione o approfondimento calibrate male. Una possibile soluzione? Tornare ad avere albi con storie a lunghezza non predefinita, ovvero albi in cui può capitare che una storia finisca prima della fine dell'albo e ne cominci un'altra. Follia?
    2 points
  15. Ma quella è narrazione, non sono dialoghi. Boselli è l'esatto opposto: zero didascalie e nuvolette rigurgitanti di parole.
    2 points
  16. Farò la "voce fuori dal coro", ma questa è una storia che ho sempre amato, fin da quando uscì (si, non sono un "giovanissimo") e proprio domenica scorsa me la sono riletta, dopo un tot di anni. Mi sono sempre piaciute le storie dove Tex si confronta con episodi realmente esistiti e non mi sembra affatto sconfitto o sminuito. La "storia", semplicemente, è stata quella. Ed è una sorta di "omaggio", nel bene e nel male, ad un personaggio storico: Apache Kid.
    2 points
  17. Primo albo di assoluto valore. Tanti dialoghi e poca azione ma è una piacevolissima lettura perché Boselli riesce a costruire un affascinante ed enigmatico evento soprannaturale che entra in perfetta simbiosi con l'atmosfera avventurosa e western. Quello che rende più interessante il numero 762 sono le reazioni dei protagonisti alla prospettiva di avere davanti qualcosa di "alieno" che poco si adatta a uomini abituati a ben altre avventure che niente hanno a che vedere con la fantascienza.. a parte rari casi naturalmente. I disegni di Bocci non hanno deluso le mie aspettative: tavole da incorniciare! Paesaggi e personaggi perfetti con una estrema attenzione ai particolari che ha pochi eguali nel mondo del fumetto bonelliano e non..Maestro! Se penso che nello stesso mese è uscito un Tex di Torti mi vengono i brividi nel metterli a confronto..
    2 points
  18. Ammetto di non conoscere molto il tuo vissuto sul forum, e ti chiedo scusa. Purtroppo il tuo intervento è giunto nel momento in cui si parlava proprio della non necessità di ricordare sempre e comunque la famosa uscita polemica di Nizzi, e questo potrebbe aver inasprito i toni più del dovuto. Io sono contro la cancel culture, e non mi piace il clima da tribunale militare che si crea spesso nei confronti di Nizzi. In poche parole, stiamo parlando di un autore e delle sue storie, poi certo, c'è il modo in cui si può essere posto, ha sbagliato e tutto, poteva aver avuto anche le sue ragioni poiché noi non siamo chissachi per giudicare in modo assoluto, ma non è possibile che ogni benedetta volta in cui esce Nizzi inedito si deve rimescolare la stessa minestra. Letizia dice che non dovrei usare la parola astio, ma se l'ho usata è perché SEMBRA che ci sia un vero e proprio astio verso Nizzi. Perciò forse non sono del tutto pazzo. Spero che questa mia spiegazione sia sufficiente, mi scuso se ho avuto un comportamento sbagliato, ma invito anche alcuni di voi a riflettere un attimo, se potete, sul modo e la frequenza in cui criticate Nizzi. E l' attinenza con le discussioni. Invito, non obbligo non bavaglio, non sia mai. Non dubito dell' intelligenza di nessuno, siamo tutti lettori con pregi e difetti, si può litigare e avere opinioni diverse. Buon pomeriggio a tutti.
    2 points
  19. In realtà, sono le storie pubblicate finora sula serie regolare dal suo ritorno (e non solo...) che non ci dovevano stare. Ci saremmo almeno risparmiati quella storia grottesca e ridicola di Tex che fa migliaia di km, un viaggio di SETTIMANE, per essere su una barca LA PRECISA NOTTE in cui un origlione gli ha già detto che criminali faranno qualcosa di grave per fermare il battello (farlo saltare magari, o affondarlo facendo annegare tutti i passeggeri addormentati), e... vanno TUTTI a dormire. E quando sente un rumore sospetto, esce come un bischero in mutande disarmato e ai banditi deve chiedere umilmente scusa... La verità è che Boselli ha richiamato Nizzi perchè non sapeva più come fare a produrre la smodata quantità di pagine causata dalla folle proliferazione di testate di Tex. E ha raschiato il fondo del barile (Nizzi). E il fondo del barile è finito sulla serie regolare già troppe volte. Così facciamo precipitare anche le vendite di Tex ai livelli di Dylan Dog, perchè no? Hai un pubblico che si lamenta di disegnatori come Mastantuono o Font, e tu ci vorresti mettere ALESSANDRINI???? È vero che ci sono curatori di testate Bonelli che credono di poter "obbligare" il pubblico a comprare quello che vogliono loro, ma i risultati (sulle vendite) di certe pretese poi si vedono... E invece pare che sarà proprio lì che vedremo la sua prossima storia, mi dispiace per la tua tesi. La tesi sta benissimo, grazie! Il fatto che mettano uno a disegnare sulla serie regolare dopo averlo "provato" su Texone (prima) e Maxi o poi il cartonato a colori e aver saggiato il gradimento dei lettori è una cosa molto diversa dallo sbatterlo subito sulla serie regolare. O il fatto che Font adesso disegni sulla serie regolare adesso "dimostrerebbe" che da subito Sergio Bonelli si era arrischiato a pubblicarlo sulla regolare e non è più vero che all'inizio fu spostato in corso d'opera sul maxi? (e le ricordo solo io le lamentele sul volto di Tex dopo il suo Texone? Immagino che adesso dopo più di 500 pagine texiane ci abbia preso meglio le misure...o semplicemente con l'invecchiamento del parco disegnatori e la mancanza di disegnatori adatti, adesso non possono più permettersi di stare a sottilizzare troppo...)
    2 points
  20. Esattamente il pensiero di Boselli. In futuro ci sono storie che potranno tranquillamente essere saltate perché non fondamentali, ma non questa sequenza Più che una speranza è una sicurezza per me.
    2 points
  21. Il soggetto di Giorgio Bonelli fu ampiamente sforbiciato dal padre. La storia fu penalizzata anche dalla morte di Nicolò nel febbraio 1983, a due anni più o meno esatti dal suicidio di Cormio, un periodo caratterizzato insomma dai primi lutti nell'ambiente della casa editrice. GLB aveva finito di sceneggiarla tutta ? L'altro soggetto scritto da Mauro Boselli non fu preso nemmeno in considerazione. Il tema attraeva poco GLB, come ha già spiegato Diablero sopra. A Boselli una volta avevo chiesto se mai avesse pensato, una volta diventato un autore dello staff, di riprendere e sviluppare quella trama giovanile ma mi disse che quel suo soggetto era andato perso e non ne ricordava molto. Non doveva valere molto. Tanti anni dopo l'abbiamo visto invece avere l'intuizione di riprendere quella storia e di fonderla con quella dell'extraterrestre, non dobbiamo dimenticare infatti che questa storia dovrebbe essere il seguito non solo di ''Un mondo perduto'' ma anche dell'altra storia (almeno in parte). Sarebbe interessante approfondire di più quel fecondo periodo di collaborazione tra Mauro e Giorgio che in questo caso non unirono le loro forze a differenza de ''La minaccia invisibile'', nata poco tempo dopo nella loro mente fresca, e riuscire a capire quanto di quelle idee contenute nel soggetto di Boselli siano anche inconsciamente state riprese in questa nuova avventura. Probabilmente nessuna, ma non è detto.
    2 points
  22. Anche a me. Più ripenso a questa storia e più mi rendo conto di aver inizialmente dato troppo peso, nel mio giudizio, alla pochezza della vicenda di contorno, quella che coinvolge Tex e i contrabbandieri. I veri protagonisti sono Lagarde e i suoi fantasmi interiori e non c'è nulla di male se ogni tanto Tex e soci stanno sullo sfondo. Tutto sommato è stata una buona storia e Lagarde, se sviluppato in storie successive, potrebbe diventare un personaggio ricorrente interessante, al pari di Jim Brandon o anche meglio.
    2 points
  23. Per me è chiaro che la serie "Tex Willer", se fosse solo una serie di remake (come era nell'idea iniziale di Airoldi) non avrebbe alcun senso. Non avrebbe senso pagare per ri-leggere storie che conosciamo già solo perchè sono "ammodernate" da Boselli e altri disegnatori. Io preferirò sempre l'originale alla copia. La serie Tex Willer ha un senso quando diventa una maniera per gli autori di proporre storie NUOVE di un Tex DIVERSO. Detto questo, la serie è anche una "sistemazione cronologica" (imperfetta) della storia di Tex e quindi non è pensabile che certi episodi vengano saltati: mi pare quindi ovvio che in qualche maniera gli episodi "storici" tipo La Mano Rossa, come prima Il Totem Misterioso, debbano essere narrati adeguandoli al tono della serie. Una necessità ineludibile. Non lo scopo finale della serie. Accettata questa necessità, nasce una certa curiosità di leggerle queste "nuove versioni": cosa sarà cambiato? Cosa rimarrà uguale? E noi come lettori questi cambiamenti li approviamo o no? A questi aspetti generali, nel caso della Mano Rossa se ne aggiunge un altro: il fatto che in realtà, LA MANO ROSSA NON L'HA LETTA QUASI NESSUNO. Ne hanno letto la versione "censurata politicamente corretta" creata da tante "manine censorie"! edizione dopo edizione alla Bonelli, che l'hanno resa in gran parte insensata. La versione "censurata" pubblicata su TuttoTex o Tex Nuova Ristampa 1 (o nelle ristampe anonime censurate di Tex Gigante 1) non ha alcun senso. Tex vuole consegnarli alla legge, e non lo fa mai. Vuole prenderli vivi e si mette sempre in situazioni in cui può solo prenderli morti. E non ha alcun senso che lo debba fare lui: che ci stanno a fare gli sceriffi? Che senso ha che a "indagare" ci sia un ricercato fuorilegge? La versione DAVVERO originale, che si trova solo nelle anastatiche, ha una coerenza che le versione successive non hanno e non potranno mai avere, perchè risolve l'inconsistenza di base: perchè dovrebbe essere Tex a indagare e consegnare alla legge dei banditi, quando lo stesso Tex è un ricercato? Tutto è molto più chiaro nella versione originale, dove Tex cerca i componenti della banda PER UCCIDERLI, senza pietà, senza remore, senza bisogno di prove, senza bisogno di seguire nessuna "legge" se non quella della giustizia. Solo così le sue azioni hanno un senso. Qui Borden si trova di fronte il problema di dover fare un "remake" di una storia che i lettori conoscono solo in una versione così mutilata da non avere più senso. Da qui certe "spiegazioni", certi arzigogolamenti per spiegare come mai Tex faccia certe cose. Ma alla fine rimane l'elefante nella stanza: una volta che Tex si è scagionato, perchè rimane a "indagare" non avendo alcuna autorità e anzi essendo lui stesso ricercato? Alla fine, la versione originale non censurata per me rimane la versione più sensata.
    2 points
  24. Serpieri per me era un grande ai tempi in cui disegnava le sceneggiature western di Ambrosio su Lanciostory: se volete vedere un Serpieri che si sforza, che cerca di superare i suoi limiti, cercate il suo periodo PRIMA che gli si appiccicasse sopra la ridicola etichetta di "autore di fumetto d'autore": come per tanti altri suoi colleghi, una volta che ti appiccicano quella etichetta, e allora sei un "autore", scendi nella auto-parodia Agli inizi della sua strada nelle "riviste d'autore", in quella che fu la migliore del mazzo (Orient Express) ancora fa storie western tipo "l'Indiana Bianca", ma già si nota la debolezza delle sue sceneggiature: il problema è che a quel punto (1985) si inventa (o copia dal vivo, pare) il culo di Druuna: la formula per il successo: perchè impegnarsi quando basta il culo di Druuna per fare soldi? Ora, anch'io apprezzo molto il culo di Druuna, ma ad un certo punto le storie associate diventano così insensate, contraddittorie, prolisse, che manco il culo di Druuna è più bastato a farmele leggere. (A differenza di Angelo, io posso anche apprezzare un fumetto basato solo sui disegni: basta che i testi si levino davvero di mezzo, tipo Harzack di Moebius, e non stiano a rompere le scatole in mega-ballons pallosissimi e scritti male). Il Serpieri di Druuna è un autore che si ripete da anni sempre con le stesse cose, per me non ha fatto più nulla di valido in trent'anni. E la cosa peculiare è che... Tex è stato disegnato NUMEROSE VOLTE da disegnatori migliori di lui. Per me sia il Galep degli anni 50 che Ticci sono più bravi, sanno "raccontare" meglio, ma se andiamo a cercare anche i "nomi"... per me come considerazione e valore delle loro opere extra-Tex, sia Magnus che Buzzelli si mangiano Serpieri a colazione. E si sono approcciati a Tex con molta più umiltà e senza bizza da primadonna. Ma purtroppo, alla Bonelli ce ne sono tanti che si sono bevuti la storiella del "fumetto d'autore" (incredibile, pensando a cosa hanno pubblicato... ma parliamo di gente che ha sempre invidiato i supereroi dopotutto)
    2 points
  25. Allora...In un albo e mezzo Boselli coadiuvato dall'ottimo Seijas ci racconta una bella storia di redenzione. Tanti personaggi ben identificati, i cattivi Owens e Spade, il ranger Donovan, lo sceriffo Warren ma soprattutto Frank Harris. La sua redenzione, le sue traversie, la sua abilità con la pistola ti tengono compagnia per un'oretta. Sparatorie, inseguimenti, linciaggi non riusciti, un Tex sul pezzo. Boselli e Seijas in poco tempo e in poche pagine danno soddisfazione. Concordo...Riesce a scrivere storie ambiziose e storie "semplici" ma efficaci. 😁 Sacrosante parole.. 👏👏👏
    1 point
  26. Soggetto: Bonelli Gianluigi, Boselli Mauro Sceneggiatura: Boselli Mauro Disegni: Brindisi Bruno Copertina: Dotti Maurizio LA PRIMA MISSIONE UFFICIALE DI TEX PER CONTO DELLA LEGGE… Un crudele desperado messicano, noto come El Diablo, sparge il terrore a nord del confine. C’è chi, come Sanchez, lo ritiene un eroe, l’erede di Juan Cortina. Altri, come mister Marshall e i Texas Rangers, riconoscono in lui un bandito al soldo dell’esercito nazionalista messicano e dei cospiratori sudisti, tatticamente alleati per creare scompiglio e preparare il terreno per la guerra. Tex ha l’incarico di trovare il suo nascondiglio. Ma persino i diavoli, sotto sotto, hanno un cuore. E il duro cuore del Diablo batte per sua figlia, la tenera e innocente Florecita.
    1 point
  27. Per quanto riguarda una certa terminologia come Sakem, Manito ecc. le fonti erano sicuramente i romanzi di James Fenimore Cooper in cui protagonisti erano gli indiani del Nord Est di etnia algonchina. Boselli sa Benissimo che questi termini sono fuori luogo, anzi decisamente sbagliati, se applicati agli indiani del Sud Ovest o delle Grandi Pianure, ma ha scelto di rispettare la tradizione. Non sia mai che una certa fascia di lettori sia sconvolta nel vedere termini come: nantan, Usen e così via. Allo stesso modo si continua ad usare sceriffo per indicare sia lo sceriffo propriamente detto, che aveva giurisdizione su un'intera contea ed era eletto dai suoi cittadini, che il Town Marshall che era scelto e nominato dall'equivalente del nostro consiglio comunale per mantenere l'ordine nei confini della sua cittadina.
    1 point
  28. La faccenda del viso di Tex è gravissima, altrochè. Se non gli garbava come Wilson faceva Tex (gli avranno fatto fare delle prove, suppongo) il Texone allora lo fai disegnare in toto da Monti, senza fare quello scempio. Tra l'altro, come si vede da queste tavole originali, il Tex di Wilson era perfetto...
    1 point
  29. Oddio, anche tu per illuminare le menti non e' che sei male! Comunque, io non capisco proprio il senso (a parte quello economico) di andare a modificare la storia forse piu' iconica di Tex. E' come fare un remake piu' scarso di una canzone bella ed amata. Poi non posso credere che un genio quale e' Boselli non avrebbe potuto liquidare questa storia con un paio di pagine di continuita', se solo avesse voluto. Insomma, spero ardentemente che questa Mano Rossa non sia l'araldo della deriva di Tex Willer verso Tex 2.0.
    1 point
  30. E non solo: ci sono addirittura bambini che si sono avvicinati a Tex grazie a Tex Willer ed alcuni di loro sono passati anche al Tex classico.
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  31. Tex Willer è una serie destinata, almeno nelle dichiarazioni, anche a nuovi lettori. E anche se mi pare chiaro che la maggior parte degli acquirenti siano i vecchi lettori di Tex, ESISTONO nuovi lettori che leggono solo Tex Willer. Presentargli di colpo un Tex che ha già fatto il ranger, è stato ricercato per tradimento, ha fatto la rivoluzione messicana, etc dicendogli "se volete sapere cosa è successo nei due anni passati dall'albo del mese scorsoi a questo, leggete Tex gigante tot pubblicato nel 1958 o una delle sue ristampe" mi sembra il metodo più veloce per cacciarli via. Capisco il desiderio di cacciare via tutti i lettori giovani e rimanere noi vecchi, ma non capisco perchè la Bonelli dovrebbe accontentarci...
    1 point
  32. Allora...Ho letto due volte a stretto giro questa storia. Non mi capita quasi mai ma la prima lettura mi ha preso tanto perché ero incalzato e coinvolto dagli eventi. Nella seconda lettura ho "assaporato" i personaggi, i dialoghi e le scene. Boselli si conferma il mio autore preferito (naturalmente non esente da difetti e naturalmente certe sue storie non mi hanno convinto), per lo stile, per la coralità, per la creazione di tanti personaggi coinvolgenti. Questi personaggi sono sia in prima linea (Bronco, Langdon) che dietro le quinte (padre Esteban, Manchas, Donner). Personaggi incisivi con poche (o molte) battute, ben definiti. Poi la gestione dei pards... Kit il protagonista, Tiger sempre su pezzo, Carson che chiude il conto con i veri rapinatori e Tex che chiude i conti. Questa storia è a metà strada per me tra le vette e le storie discrete di Boselli. Font sicuramente ha un tratto caratteristico ed efficace, però non sarà mai tra i miei disegnatori preferiti (tipo Marcello) e questo un po' ha "penalizzato" la storia. Comunque lettura molto soddisfacente. :-)
    1 point
  33. Digli che se torna mi rimetto a leggere Dampyr!
    1 point
  34. Per la serie: riceviamo e pubblichiamo, Boselli mi ha incaricato di riferirvi quanto segue: non esistono albi introduttivi. La storia inizia a pagina 1 ed è assurdo criticare usando un concetto artificiale che non esiste se non nella testa di qualcuno. Questo è quanto mi è stato chiesto di riferire ed ora consentitemi di dire la mia. Una storia, qualunque storia, è composta da tre elementi fondamentali: l'introduzione, ovvero la presentazione dello scenario e dei personaggi; il conflitto, ovvero la rottura di un equilibrio preesistente che scatena una serie di eventi e di peripezie dei protagonisti che debbono affrontare una serie di difficoltà; risoluzione ovvero il ripristino dell'equilibrio violato. Questi tre elementi sono sempre presenti, ma non necessariamente distinti o consecutivi. Una storia può iniziare in medias res oppure addirittura dalla fine e poi andare a ritroso oppure ancora non narrare gli eventi in rigoroso ordine cronologico. "Viale del Tramonto" e "Quarto potere" ne sono un esempio lampante. Direste forse che i primi 100 minuti di "Viale del Tramonto" sono introduttivi solo perché Norma Desmond spara a Joe Gillis solo dieci minuti prima della fine? Nel caso di questa storia, abbiamo la presentazione dello scenario, dei personaggi e delle loro motivazioni. Viene introdotto un mistero che ovviamente non viene svelato subito sennò che mistero sarebbe? La vicenda entra subito nel vivo con Holt e la sua banda e le loro azioni motivate dal desiderio di impadronirsi delle presunte ricchezze della montagna che li porta in diretto conflitto con i nostri eroi. In più, il personaggio visto all'inizio, che sembrava un pazzoide si rivela essere invece tutt'altro e probabilmente nasconde anche lui qualche segreto. Nel finale dell'albo poi accade qualcosa: chi o cosa ha provocato quelle ferite allo sgherro di Holt? E perché? Insomma, a me pare che non ci sia semplicemente un'introduzione. Se poi voi pensate che il clou di una vicenda sia esclusivamente il confronto con l'antagonista e tutto il resto sia introduzione, beh, vi sbagliate: non è così che funzionano le storie. Contesto radicalmente questa interpretazione. Nei tre albi finora usciti c'è ovviamente la necessaria introduzione dei personaggi e delle loro motivazioni, ma è assolutamente sbagliato affermare che non succede niente. Non solo si reintroduce Supermike e gli si dà una caratterizzazione più affine a quella di Nolitta che a quella di Castelli, si spiegano alcune reali o presunte incongruenze della storia precedente ricapitolando anche le sue vicende passate (ed in questo senso il flashback nel terzo albo è tutt'altro che superfluo come sostiene qualcuno perché il bravo sceneggiatore deve anche pensare che questo potrebbe essere il primo albo di Zagor per qualcuno). Abbiamo la conferma che Supermike non è un assassino e che segue un sia pur distorto codice etico. Abbiamo il rapimento di alcuni amici di Zago, viene delineata la figura di Tumak, alleato tutt'altro che affidabile di Supermike e vero cattivo della storia e si può persino pensare ad una temporanea alleanza tra Zagor e Supermike contro di lui. Certo, se qualcuno pensa che la storia sia semplicemente Zagor e Supermike si affrontano in altre sette prove, credo che abbia sbagliato bersaglio. Chiudo l'OT zagoriano con una considerazione generale che riguarda anche questa storia: emettere giudizi sulla lunghezza di una storia prima di averla letta interamente è assolutamente e radicalmente sbagliato. Alla fine potrebbe anche capitare che dopo la lettura si possa pensare che tre albi siano stati troppo pochi.
    1 point
  35. Il soggetto è veramente il minimo sindacale, è sempre la stessa storia, come ho scritto anch'io il pilota automatico che utilizza Nizzi fa innescare un meccanismo analogo anche nel lettore, che legge "a mente spenta". Ora, un lettore più esigente (quale sono stato anch'io per tanto tempo) dovrebbe solo bocciare questa storia, l'ennesima trama abusata e di nullo interesse. La cosa assurda è che la sceneggiatura, briosa e frizzante, funziona. O forse è il nostro cervello che non funziona più, abituato ormai a tanta mediocrità? Dovremmo fare causa alla SBE per averci lobomotizzati a tal punto che ci accontentiamo di queste loro misere proposte? Non so, so solo che mi ci sono divertito, mi dovrò rassegnare a un declino cognitivo evidente...
    1 point
  36. L'alcol non fa male. È una diceria inventata dagli astemi. Potrei dire che anche l'automobile, che provoca un numero troppo alto di decessi, fa male.
    1 point
  37. 1 point
  38. Hai ragione, sarebbe come tirare perle ai PORCI...
    1 point
  39. La Bonelli deve pubblicare le storie da qualche parte, le ha pagate e deve fare cassa. Parlando di valore oggettivo delle storie e di meriti personali, qui siamo alla preistoria; ho gia letto la prima ciofeca sulla regolare del Nizzi 2, la seconda mi sono limitato a guardare i disegni di Mastantuono dall'albo 2, la prossima guarderò i disegni di Ticci, sperando che sia l'ultima sulla regolare. E' già da tempo che non spreco più un centesimo per Nizzi, per fare un esempio al di fuori di TEX, ho preso tutta l'ultima miniserie di Nick Raider, eccetto il numero 1. Arriva per tutti il tempo di riposare.
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  40. Come volevasi dimostrare, c'è una volontà a sottolineare sempre questa cosa, ormai vecchia. Le storie non sono chiuse nel cassetto, perché alla Bonelli hanno ancora la mente aperta per fortuna, e vanno oltre gli screzi tra autori, riconoscendo il valore oggettivo delle storie e i meriti professionali di chi le scrive. Fatevene una ragione. Non è questo il punto, e lo sai benissimo. A parte il tuo velato sarcasmo nei miei confronti , su una cosa hai certamente ragione: leggere una storia a fumetti di Nizzi mi diverte di più del gossip su Nizzi. Si lo so grazie lo stesso per il chiarimento.
    1 point
  41. La comprerei all'istante! Attualmente prendo sia la Nuova Ristampa che TuttoTex per riempire buchi nella collezione, ma l'idea di una VERA ristampa, stile "3 stelle" in formato magari leggermente più grande (rigorosamente in b/n) mi attirerebbe non poco!
    1 point
  42. Sin da ragazzo, pur apprezzando queste prime storie di Bonelli/Galep mi ha sempre colpito, avendole lette dopo oltre trent'anni dalla loro prima pubblicazione, la estrema sintesi dei testi e l'approssimazione grafica. E ho sempre sperato in una "rivisitazione" nella sceneggiatura e nei disegni. Rileggere la storia della "mano rossa" che diede il titolo al primo gigante , e che si sviluppava in 50 pagine circa , ampliata e risceneggiata e con i bellissimi disegni di Ghion mi ha molto gratificato. Anche io sono andato a rivedermi la vecchia storia di GLB ed ho notato le variazioni apportate da Boselli , tuttavia le ho apprezzate ! Molti hanno criticato il cambio del barbiere, da cinese a messicano; io non ricordavo questo dettaglio e leggendo la nuova storia non mi ha dato alcun fastidio, pienamente congruente con lo svolgimento della storia e rispettosa del periodo storico , aspetto a cui Boselli ha prestato attenzione sin dal primo numero. Tutti ricorderanno l'acconciatura dei capelli e del vestiario del padre di Tesah, consone alle attuali conoscenze dei popoli "rossi". Mi aspetto un analogo trattamento per Freccia Rossa , erroneamente rappresentato da Galep come un capo degli indiani delle pianure, quando sarà presente nelle prossime storie. Anche il contesto ha la sua importanza. Si sta procedendo a raccontare le prime avventure di Tex , integrandole con altre inedite ad inserire nuovi personaggi tenendo conto delle più approfondite conoscenze degli eventi storici, dei contesti degli usi e costumi di quegli anni e cercando di rispettare anche una cronologia storica. Tex, personaggio leggendario che si confronta con l'intera storia del West. Iniziativa che fino ad oggi apprezzo e spero di apprezzare ancora.
    1 point
  43. Altro ritratto, stavolta a figura intera, dedicato a Capelli d'Argento alias Kit Carson.
    1 point
  44. sempre secondo il tuo punto di vista,comunque
    1 point
  45. Degli innegabili difetti insiti in quest'avventura si è già ampiamente parlato nei messaggi che precedono il mio. Riguardano a dire il vero un paio di sequenze al massimo: a ) i pards sorpresi sul treno che nascondono le armi; b ) i pards sorpresi sul limitare della foresta sull'isola del tesoro dai miliziani, che si liberano con estrema facilità dei cinturoni e delle pistole. Inoltre c'è il discorso iniziale sul treno di Carson a proposito di Montales. Che sembra posto lì, preventivamente, per arginare le critiche dei lettori sul ruolo marginale assunto dallo "scaldasedie" Montales nel corso della storia. Con un'accurata supervisione redazionale si sarebbe indubbiamente sforbiciata e riscritta la scena del treno, poi si sarebbe riscritto il dialogo su Montales. Poche pagine in tutto in una storia di 330 tavole!!! Ad essere onesti fino in fondo ci sarebbe da sottolineare, come pecca, anche l'atteggiamento tutto sommato remissivo di Tex nei confronti di Buchanan nel corso di tutta l'avventura. Mi spiego meglio: se hai qualcuno alle costole e sai che ti segue con cattive intenzioni, non ti fai pedinare per tutta l'avventura ma tenti invece di scrollartelo di dosso con le buone o le cattive. Specialmente se ti chiami Tex Willer. Dal secondo albo le cose vanno già nettamente meglio e si profila una bella avventura in terra messicana, con ambientazione esotica e marina e una bella caccia al tesoro nel più classico modello stevensoniano. Nella parte conclusiva si omaggia, al'interno della grotta, anche il ciclo di film di "Indiana Jones", particolarmente cari all'autore( i trabocchetti e le insidiose frecce sparate dai muri non appena si mette il piede su una lastra di pietra sbagliata, erano già presenti nella prima storica avventura della Tigre Nera). Di particolare fascino sono le prime pagine stilizzate che raccontano l'antefatto sul tesoro, classico prologo già visto in altre storie texiane, in cui Ortiz strappa più di un applauso. Che il disegnatore si sia divertito, almeno quanto lo sceneggiatore, a disegnare quest'avventura è intuibile dall'impegno profuso sulle tavole, alcune delle quali mostrano inquadrature veramente degne di nota. Certo contribuisce efficacemente anche la sceneggiatura, che contempla l'uso di un pallone aerostatico, con una visione dall'alto panoramica che, come ricorda l'autore Nizzi nel libro "Tex secondo Nizzi", è certamente meglio sfruttata rispetto alla precedente storia nolittiana dove il viaggio in mongolfiera appariva più pretestuoso. Nel commento alla storia, nel sopra citato e fondamentale volume, Nizzi ammmette la sua ignoranza sulla conformaziione dell'arcipelago della baja California, con delle isole che potevano apparire anche pianeggianti rispetto a quelle montagnose disegnate da Ortiz. Per una volta è andata bene, in effetti, come si deduce dall'immagine sottostante, quelle isolette sono proprio come le ha disegnate l'artista iberico! Nizzi, dicevo, afferma di essersi particolarmente divertito a scrivere questa storia. Lo si capisce anche dalla citazione per esempio dell'isola di Tiburon e all'avventura vissuta in compagnia della bella Lupe. L'isola in questione funge da supporto logistico per gli avversari e non mi dispiacerebbe che Boselli ne tenesse conto nell'avventura che sta scrivendo sul ritorno della messicana. Tutto il secondo albo ha il suo particolare fascino: è l'albo della vecchia missione diroccata e della cripta. Alzi la mano chi non apprezza queste situazioni in un albo di Tex. A dire il vero un paio di appunti si possono fare: Ortiz in questo frangente non eccelle nella rappresentazione grafica delle rovine, che non ricordano neppure da lontano le vestigia di un antico monastero. E Nizzi avrebbe potuto escogitare qualcosa di più emozionante per l'incontro con i crotali nella cripta, purtroppo spilerato dall'immagine della copertina (come spesso accadeva, assurdamente, all'epoca, sacrificando il piacere della lettura a ragioni strettamente commerciali ). Stupisce anche in negativo la perdita di memoria quando, assediati, i nostri pards non si ricondano più della possibilità di fuga attreverso il cunicolo che dà sulla seconda uscita segreta. Da notare infine la galleria di personaggi posti a corredo di quest'avventura che riprende dal passato la figura stramba di Doberado e aggiunge una serie nuova di ritratti presentando i suoi amici studiosi dell'università. E' l'occasione per scrivere diverse pagine intrise di fine umorismo, per me particolarmente divertenti e che certo segnano un deciso stacco con le storie "musone" che dominano in questi giorni. Insomma una storia che, nonostante tutti i difetti di cui si è parlato, si lascia comunque leggere con vivo piacere, per cui il mio voto complessivamente è 8 (otto).
    1 point
  46. SPOILERStoria che, dall'inizio, non mi è piaciuta poi molto. Sarà perchè ancora sulle nuvole per il capolavoro che è El Supremo, ma in questa ho visto i principali difetti del grande Boselli... i bambini supremi (il ritorno di Durango non me lo apsettavo, ma che fosse pure parente di Kid Rodelo è un po' tanto tirata... mo che scopriamo che Castle è un cugino la prossima volta?), i cattivi che in realtà sembrano "buoni" (orribile come Carson debba ripetere ogni due per tre che si parla di spietati assassini a un Tex e un Kit quasi ammirati) e che spero davvero non si redimano perchè sarebbe una vergogna. Poi il destino ha voluto che sia uscita una storia in cui 7 poliziotti vengono ammazzati per un'evasione all'indomani di due feriti realmente per lo stesso motivo... ma diciamo che sarebbe disturbante vedere due assassini di poliziotti venire perdonati da quegli stessi Tex e Carson che hanno attraversato più volte l'America per vendicare i colleghi (ranger, sceriffi, mountie e pure rurales a volte) ammazzati. Purtroppo dalle tavole in anteprima e dal riassunto sembra che l'andazzo sia questo, mi auguro di sbagliarmi e di vedere tutti e 3 finire all'inferno, anche perchè n° Kid n° Rodelo arriveranno mai al carisma e alla caratterizzazione di un altro grandissimo killer boselliano: Mondego, che proprio nella sua fine ha trovato, per me, la sua consacrazione). Ottima invece la tendenza di Boselli nel dare una continuit? a Tex ripresentando i diversi personaggi in maniera continuativa, ripronendoci oggi il capitano/maggiore Morrow, dando a Tex quasi una continuity e comunque una sua coerenza (un grosso difetto dei vecchi tempi era che in base allo sceneggiatore gli sceriffi delle varie città cambiavano). Giudizio in sospeso insomma.
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  47. Quoto integralmente Carlo!!Il fatto che l'accusa a Boselli di non amare Tex sia gratuita e infondata,? dimostrato non solo dai "dati biografici" dello sceneggiatore (ormai lo sanno tutti che Boselli è da sempre un appassionato del ranger)ma soprattutto dalle sue storie!!ps. se la storia del Texone di Parlov è vergognosa, mi chiedo quante siano le storie di Tex che ti piacciono,Donovan!
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  48. Che la storia abbia dei punti molto deboli e' difficile negarlo. Dovrei rileggerla, ma ricordo che il soggetto faceva molta acqua, per non parlare del "Killer misterioso" svelato dalla copertina del secondo albo. Ma con tutto questo la storia si fa leggere lo stesso, non e' un portento di storia ma non e' neanche cosi' pessima. Per i disegni, se mi dici che Civitelli e' sprecato per la qualita' della storia potrei essere d'accordo(a lui affiderei solo le storie piu' importanti)ma che le locations o i personaggi non sono graficamente caratterizzati bene dai disegni mi trovi in disaccordo piu' totale. Trovo Civitelli adatto a qualsiasi tipo di ambientazione, che sia nel Messico o a New orleans.
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  49. Sorry, ma rimango dell'idea che richiamare dall'oltretomba un morto, ancorch? importante come Mefisto, è stato poco più di un mezzuccio per dare il via al secondo mezzomigliaio di Tex. Se i soggettisti vogliono e si danno da fare, nemici vivi e vegeti per il ranger ne trovano a bizzeffe. Non classificato.
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  50. - A volte non conviene fare gli eroi! Mio fratello Jim mor? da eroe? e io non voglio finire come lui!... - Ma per me hai corso un grosso rischio! - Ci mancherebbe altro! Tu sei il mio migliore amico! Pagina cinquantanove. Bronco Lane ha appena salvato Kit Willer con una mossa temeraria ed eroica, senza troppo riflettere sull'azzardo commesso. Langdon ha il fucile in mano e la sua corsa verso la salvezza si arrester? infatti un attimo dopo. Ho ripreso questa frase perchè mi sembra la più emblematica della storia, una di quelle capaci di donare il dovuto spessore a un personaggio. L'aspettavo con ansia da Boselli. Bronco Lane muore innocente, per un fatto non commesso, purificato dal suo stesso sacrificio per gli errori del passato. ? il destino comune degli uomini braccati dalla legge, anche se questa è rappresentata da personaggi sanguinari come lo sceriffo di Angel Rock. ? l'ennesimo amico che si spegne tra le braccia di Kit Willer. Una lista nera veramente interminabile. E' un cerchio che si chiude. Le ultime immagini, quelle che ci mostrano la caccia del puma e il nascere di una nuova amicizia tra Piccolo Falco e Nehdi, ci illustrano comunque anche il rinnovamento dei cicli della vita. Non per essere pessimista, ma se dicessi... corone di fiori anche per il piccolo cacciatore navajo? Visti i precedenti, la cosa non mi sorprenderebbe più di tanto 8) Qualche ( criticabile ) chiave di lettura? Nehdi e Bronco Lane Le prove di iniziazione che fanno di Nehdi un vero guerriero, capace di fronteggiare un' imponente aquila e di resistere alle più dolorose torture, prefigurano la morte di Bronco Lane sin dalla prima pagina. L'esile filo dell'amicizia non deve interrompersi. Boselli si preoccupa cioè di rigenerare i legami della fratellanza creando dal niente la figura del giovane navajo, che apre la storia con prove di bravura e coraggio e la chiude sostituendosi idealmente a Bronco Lane, dando così al lettore un'idea di continuit?, che rende più ammissibile il sacrificio dell'amico. Il tema del viaggio. Per una Morte nella nebbia così densa di avvenimenti, duecentoventi tavole sono effettivamente scarse, specialmente se teniamo conto dell'eccessiva dilatazione spaziale e temporale che assume la storia. Viaggio o odissea, stupisce il numero delle ambientazioni ( non è la prima volta per Boselli, basti pensare al suo texone ). Per questo motivo tutto sembra svolgersi sul piano del sogno piuttosto che della realtà vissuta. Servirebbe un maggiore dosaggio. Quemado Ai confini del deserto, la paradisiaca oasi di Quemado ricorda non poco la Heaven ( Helltown ) di Jack Thunder l'implacabile. Boselli gioca anche sul nome della città, come è stato già fatto notare in qualche post precedente. D'j? vu! Langdon Un altro punto di contatto con quella storica avventura è rintracciabile nella figura dello sceriffo Langdon, un furfante dalla psicologia spicciola, non troppo dissimile per malvagit? e crudeltà, dal già citato Jack Thunder. Fanatico integralista è Boselli non insiste troppo su questo atout, preoccupandosi in maniera per molti versi sommaria di insanguinare la pista. La violenza ( gratuita ) che questo antagonista degenerato riesce a sprigionare, alimenta la storia, ma, tutto sommato, fa perdere anche la scommessa con i lettori. L'ultima parte dopo la fuga di Langdon da Quemado è quasi tutta da dimenticare e neanche la scena del duello riesce a sopperire a certe sbavature. Se come si racconta Sergio Bonelli ha messo un veto sul ritorno di Jack Thunder, difficile ammettere che abbia lasciato anche solo una chance a Langdon. E Boselli sembra smarrirsi proprio nelle pagine finali, quando dovendo dargli una morte, non sa bene come districarsi. La morte di Langdon è fiacca. Molti lo avrebbero visto appeso a una solida corda insaponata, una morte però fuori dai canoni della tradizione. Il caso più eclatante che io ricordi è lo straordinario finale di Gli eroi di Devil Pass, con l'umiliante castigo inflitto da Tex a Cane Giallo. Nizzi si è servito talvolta dello stesso stratagemma degradando ad esempio qualche borioso ufficiale. Certo trovare il meritato castigo per lo sceriffo dello Utah non sarebbe stato oggettivamente facile, ma una carta da giocare pur restava a Boselli, ed era quello di farlo morire suicida. Non so se è gia stato detto.
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