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TWF - Tex Willer Forum

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  1. Esco dal mio consueto e sempre reiterato lurkaggio, spinto dall'occasione, sperando di scrivere brevemente alcune cose sensate che possano in qualche modo contribuire a stemperare la tensione. Premetto che non ho intenzione di elaborare un contributo memorabile, ma solo approfittare dell'occasione per far notare - da lurkatore incallito - che trovo piuttosto fastidioso il fatto che sotto ogni santissima storia di Nizzi si finisca a parlare non della storia, ma del modo di concepire Tex secondo Nizzi. Alle volte anche con spunti interessanti, che è assai piacevole leggere (non mancano in questo stesso topic), e che meriterebbero quindi di essere sviscerate a parte, ma questo modus operandi seriamente rende il forum, a mio parere, piuttosto disordinato e poco fruibile. Questi flames o semi-flames (vero che Tex ci insegna a non essere delle educande, ma a volte trovo che si esageri) nascono sempre dalla stessa radice: il tentativo (soprattutto da parte di Diablero) di convincere altri utenti riguardo la propria visione dell'interpretazione texiana di Nizzi, largamente non condivisa o comunque fautrice di interlocuzioni vivaci, delle quali Diablero non riesce a farsene una ragione, apparendo a lui cristalline le proprie argomentazioni e (concedetemelo, senza astio) essendo sistematicamente incapace di lasciare l'ultima parola a qualcun altro. Giova ricordare che siamo in un forum di discussione, ove il sale della partecipazione è la disponibilità a scambiarsi opinioni, accettando il punto di vista dell'altro, che non è necessariamente errato qualora non parlassimo di fatti ma di interpretazioni dei fatti: non stiamo dibattendo se la terra sia tonda o piatta (fatto); stiamo dibattendo, ad esempio, su come decifrare uno stato d'animo reso esteriormente col desiderio di farsi una birra in compagnia del proprio migliore amico dopo una batosta (interpretazione). Ora, le osservazioni di Diablero sulla trama e sul personaggio solitamente non sono opinioni, sono fatti. Fatti indiscutibili e incontestabili, e ottimamente espressi e sviscerati, per quanto a volte un po' prolissi. Ma affermare (a titolo di esempio) che Nizzi è colpevole di lesa maestà per aver retconnato un'indicazione di Bonelli, o sostenere che Nizzi trovasse Tex antipatico al punto da volontariamente imbastire una vendetta letteraria nei confronti del creatore (meno male che di fronte a certe affermazioni l'avvocato difensore di Nizzi non abbia deciso di esplorare il labile confine tra diritto di critica e art. 595 del c.p.) non sono fatti: sono interpretazioni, a volte anche ben argomentate e ben ragionate, ma restano interpretazioni su cui è lecito avere idee differenti. "Sì, Nizzi ha retconnato una conclusione di Bonelli: e non ce ne frega niente, perchè da quello spunto è nata una storia che reputiamo buona" è un pensiero perfettamente legittimo. Altrettanto lo è l'interpretazione "Eh, ma quella frase di Tex non va presa alla lettera: può essere compresa come uno sfogo dovuto all'amarezza, e comunque Tex può avere cambiato idea, e comunque secondo me può essere interpretata ecc ecc" senza per ciò considerare Tex uno spergiuro. Ed è qui che Diablero perde (ai miei occhi) di credibilità, perché l'astio nei confronti dell'autore è evidente, e impedisce di ritenere obiettive le sue (ripeto) argomentatissime recensioni. A me pare che tutti, ma proprio tutti, qui dentro siano d'accordo sul fatto che ognuno dei tre successivi "grandi autori" di Tex abbia avuto un'interpretazione del personaggio differente rispetto a quella del suo creatore (e, per inciso, io trovo molto più "sfasata" la versione nolittiana rispetto a quella primo-nizziana, eppure su Nolitta non si scatena mai un bel flame... che delusione). Ci si scorna malamente sul fatto che c'è chi considera tale diversa interpretazione una lesa maestà, chi è disposto a concepirla senza la minima difficoltà se questo risulta propedeutico a una storia reputata di qualità (e suppongo che questa possa somigliare alla posizione di borden nel momento in cui afferma che "Caccia all'uomo" o "Fuga da Anderville" siano assolutamente degne di pubblicazione), e persino chi è talmente di bocca buona da considerare potabili anche le storie del periodo nizziano post-500 (peraltro Diablero ha più volte impeccabilmente fatto notare che quelli che diventeranno difetti indigeribili dopo il 500 sono in realtà elementi della scrittura di Nizzi che sono già presenti in nuce fin dalle prime sceneggiature, ma la qualità percepita delle storie consentiva - e consente tuttora, perchè rileggere il passato col senno del futuro è attività assai discutibile - di godersi il periodo d'oro nizziano). Ma su questo non ha senso scornarsi, perché il livello su cui poniamo l'asticella che distingue la texianità dalla non texianità è personale: son gusti, di cui possiamo discutere in eterno, accettando il fatto che potremmo non arrivare mai a una sintesi condivisa, e che è inutile farsi il sangue amaro o generare flames per una differenza incolmabile di vedute che restano legittime. Valerio l'aveva anche scritto, pagine e pagine fa, in una frasetta forse scritta anche con un po' di humor, ma che invece è il succo del discorso, e suonava più o meno così (la citazione esatta sarebbe da recuperare): "sì Diablero, hai ragione nell'analisi della storia, indubbiamente; ma ciononostante, a noi questa storia piace così". Fine. Torno nel lurkaggio.
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  2. Recentemente in una discussione su quanto fossero "complicate" le storie attuali e quanto "semplici e ingenue" fossero le storie di GL Bonelli, ho sfidato chi diceva quelle cose a contare i personaggi presenti in questa storia. Ovviamente non l'ha fatto nessuno... Però mi dispiace che non l'abbia fatto nessuno, e visto che ogni occasione è buona per rileggersi questo capolavoro, ecco i "pochi personaggi delle storie semplici di una volta" (come si "contano i personaggi"? Ovviamente non contando anche le persone anonima sullo sfondo, un personaggio è una persona identificata e identificabile che ha un ruolo e verrebbe citata nei titoli di coda con il nome o con un una identificazione precisa, non come "donna piangente scena funerale #1"_) La storia, prima di tutto, riprende una storia precedente, "Dugan il bandito", di cui è un vero e proprio "seguito" (mi viene in mente che ho letto, pochi minuti fa un post nel forum che diceva che nelle vecchie e buone storie di una volta non accadeva mai... ) Infatti, 1) Kelly, il barman, sopravvissuto alla fine di quella storia, e uno dei pochi che sa dell'esistenza dell'oro nei monti della riserva Navajo, va a raccontare tutto all'"Uomo di Flagstaff" subito nella prima pagina, dando il via all'intrigo (che parte proprio dal suo assassinio, così impara!) Notare che GL Bonelli, da buon narratore che ritiene di avere lettori svegli, NON fa nessun flashback della storia originale: chi se la ricorda bene, gli altri possono andare a rileggersi gli albi, non si SPRECANO pagine a raccontare cose già viste....) Nella prima pagina incontriamo anche 2) l'Uomo di Flagstaff, Marcus Parker, il grande tessitore dell'intrigo, e 3) Il suo fido braccio destro, Fred Redwood Se è un po' che non lo fate, rileggetevi almeno l'inizio di questa storia. L'abilità in cui, IN UNA SOLA PAGINA e senza sprecare tempo in cose inutili, vengono presentati i due nuovi avversari, il ritorno di Kelly e il pericolo per i Navajo... questo è SAPER SCENEGGIARE, altro che "storie ingenue"... Subito dopo conosciamo... 4) Myra Solano, "Viso d'angelo, cuore di pietra, cervello da volpe", bellissima come tutte le donne di Nicolò, e la vera organizzatrice della trappola per Tex 5) Lo sceriffo di Gallup, pedina inconsapevole. 6) Clay Heber. complice di Myra che si occopa del "lavoro sporco", che diventerà importante come testimone. 7) il signor Pelton, il direttore della banca Fargo, che organizza la difesa di Tex nel processo e collaborerà nel terzo albo alla fuga di Tex 8) L'avvocato Martin, il legale di Tex (all'inizio non volevo includerlo, visto il suo ruolo davvero marginale, ma poi ho visto che GL Bonelli lo mette in scena per un bel po' di pagine, più di quante ricordavo...) 9) il vice-sceriffo Morton, che scorta Tex a Vicksburg. 10) Lo sceriffo (corrotto) di Holbrook che cospira per ammazzare Tex lungo il viaggio. 11) Jeff, il vice dello sceriffo. 12) Faradine, capo del dipartimento indiano (all'inizio è solo citato per nome, poi lo si vedrà agire) 13) Larry Lyman, il nuovo agente indiano dei Navajo e personaggio più odioso di tutta la storia. 14) Il sergente Mike Murdock, il capo sorvegliante di Vicksburg (chi all'epoca leggeva Devil noterà il nome uguale a quello del fantomatico fratello gemello di Matt Murdock: coincidenza?) 15) Clem, il complice di Mike Murdock che fa da collegamento con gli indiani Mohave 16) Slim, guardia carceraria 17) Joe, guardia carceraria 18) Hayden, il direttore (alcolizzato) del carcere di Vicksburg 19) "Rosso", uno dei carcerati che fa amicizia con Tex (che poi lo farà fuggire insieme ad altri galeotti, altro che ligio alla legge...) 20) Robby, guardia carceraria 21) Lucky, il barman del "Red Bull" a Vicksburg (città) 22) Victorio, il capo dei guerrieri Mohave 23) Bill, guardia carceraria che tenta di ammazzare Tex 24) Driscoll, guardia carceraria (sto elencando SDLO le guardie carcerarie che non solo sono identificate per nome ma hanno ruoli "parlanti" che portano avanti la storia, altrimenti sarebbero molte di più) 25) il comandante di Fort Defiance 26) Il sergente Bryan, che scorta Lyman nella riserva 27) Il capitano Stone, che va a requisire i fucili dei navajo e poi comanderà la spedizione militare nella riserva. 28) Bill Finney, l'allevatore padrone del ranch "doppio sette", incaricato da Lyman di fornire bestie malate e malandate che però svela tutto a kit, e che in seguito verrà derubato. 29) Mike, il capo dei cowboy di Bill Finney 30-31) Tom e Nick (più altri complici innominati), ladri di cavalli assoldati da lyman per fare razzie dando la colpa ai Navajos 32) Lo scout indiano del capitano Stone. Non viene mai chiamato per nome ma si vede agire spesso autonomamente in diverse scene 33) il capitano Donovan, comandante della seconda colonna militare con i cannoni. 34) Sam, il sorvegliante in capo alla cava di pietra. 35) Damby, il direttore del "Flagstaff post", pennivendolo agli ordini di Marcus Parker, che è l'editore del giornale. Negli ultimi anni di attività, diciamo dagli anni 60 in poi, la visione del ruolo della stampa per GL Bonelli cambia radicalmente. Se nei primi albi era quasi una visione "eroica" (gli eroici giornalisti che quasi si fanno ammazzare in "uno contro venti" e "vendetta navajo"), anni dopo è una visione sprezzante, di una stampa sempre al servizio dei potenti, che sparge odio e menzogne, con i giornalisti descritti come lecchini servili. Pensate cosa avrebbe scritto se avesse visto la TV di oggi... 36) Oswald Foster, la "mano sinistra" di Marcus Parker. 37) Frenzy, scassinatore assoldato da Foster. 38) Lo "specialista" che Frenzy fa chiamare per aprire la cassaforte. 39) Mango: guerriero navajo che si nasconde fino a quando i soldati non sono attorno al pueblo ad assediare kit, Tiger e gli altri navaho, e poi con il suo gruppo fa saltare l'ingresso del canyon. 40) Bill Heming, tirapiedi di Foster. 41) Mike, buttafuori di Myra Solano. 42) Tom, il barista di Myra Solano che riconosce Bill Heming e la mette sull'avviso. Ed essendo un "fan" di Kit Carson, gli racconta tutto quello che gli serve per catturare Myra. 43) Il capitano Torrington, inviato dal comando dei rangers. 44) Abbot, l'agente della Pinkerton che ha fatto indagini indipendenti arrivando anche lui al nome di Marcus Parker, pur senza riuscite a trovare prove Come tutte le liste di questo tipo, anche questa è opinabile e contestabile: qualcuno avrebbe aggiunto anche altri personaggi (il giudice, per esempio), altri avrebbero magari tolto personaggi abbastanza anonimi come Tom e Nick o qualche guardia. Ma il punto è che se confrontate CON GLI STESSI CRITERI questa storia alle storie attuali, vedrete che anche le storie più "complicate" di Boselli ne hanno molti meno. poi a seconda del criterio che utilizzerete invece di essere un "44 a 15" sarà un "50 a 25" o un "35 a 9"... Eppure, qualcuno ha mai avuto qualche difficoltà a seguire questa storia? A distinguere fra questi 44 personaggi? Nessuno, vero? Un po' è perchè "la conta dei personaggi" non è un buon criterio per giudicare quanto è "difficile" una storia (però è quello che vedo usare più spesso, anche se non li contano, vedo continue lamentele che "oggi ce ne sono troppi"), un po' è ovviamente perchè GL Bonelli era davvero bravo a caratterizzarli in poche battute. Ma per me è anche nella maniera in cui sono utilizzati. Sono tutti personaggi che appaiono e scompaiono secondo la loro funzione nella storia, e ci viene detto solo quello che dobbiamo sapere. Niente di più. Non ci viene mai raccontato cosa ha fatto Parker al figlio del giudice lymestone. Non serve. Serve solo sapere che Myra Solano l'ha scritto e quello scritto può rovinare Parker. Non ci viene fatto un flashback sul passato di nessuno di questi personaggi. Non ci viene detto "Clem in fondo in fondo era buono, anche se faceva ammazzare prigionieri per denaro", e nemmeno "bada bene, Clem anche se è simpatico è malvagio! Lettore incapace di valutare, adesso ti spiego cosa devi pensare". NO! Clem ci viene semplicemente mostrato agire, e poi ciascuno valuta per conto suo. GL Bonelli scriveva per lettori pensanti! Ovvio che non tutte le storie sono così. Per Lucero, GL Bonelli ci narra sì il suo passato e la sua infanzia, perchè SERVE per la storia! Ma sempre, ogni volta, il faro da seguire è la necessità della storia. Oggi, mi pare che non sia più così. Tafazzianamente, si fanno errori basilari di narrazione (tipo riempire tutto di spiegoni superflui) perchè "i fumetti si fanno così", e i lettori tafazzianamente concordano che il fumetto DEVE ANNOIARE, o non è un buon fumetto... È come se, nel mondo del fumetto, i veri, grandi maestri, quelli che erano da seguire ed imitare perchè erano davvero i più bravi, e che avevano una vastità di tecniche da insegnare inestimabile... siano stati schifati, perchè "vendevano troppo", le loro tecniche perse e dimenticate, la loro memoria infangata con boiate sui loro "lettori ingenui" Mentre gli autori più scarsi, i più noiosi, quelli che vendevano meno, sono stati elevati a "maestri di pensiero" e guide su "come si fanno i fumetti" (per annoiate il più possibile) Infine, alcune osservazioni... Pagina 13-14 di Tex Gigante 144. Uno degli epici discorsi di GL Bonelli che chi ha tramutato Tex in uno "sbirro ligio alla legge" evidentemente non ha mai letto. Attuale oggi più che mai. Quale fumetto oggi dice cose simili? Zerocalcare. Di sicuro non i fumetti Bonelli. E oggi Zerocalcare vende piu di Tex. Mmmm... Pagina 92 di Tex 144: GL Bonelli, che scriveva storie per lettori dotati di un minimo di raziocinio, ci spiega perchè le scene alla "Tex mi ha pestato e adesso vado con lui dallo sceriffo o in tribunale a confessare tutto" tipo quelle di Nizzi o quella di Ruju nell'ultimo albo uscito sono emerite strunzate... E c'è gente che ha il fegato di dire che lui scriveva storie per "lettori ingenui"...
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  3. Contento te. A me sembri come quel tipo che decise di evirarsi per far dispetto alla moglie, ma come dicevo prima, contento tu che ti privi volontariamente di storie che potrebbero piacerti solo per una sciocca presa di posizione ideologica. E per inciso, dire che non si vogliono più storie ambientate nel passato non ha la stessa valenza di dire che se ne vogliono altre, ha la stessa valenza di dire che non si vogliono più storie di stampo fantastico ma solo storie strettamente realistiche o che non si vogliono più storie ambientate in Messico o nelle grandi città. Equivale a dire che dovrebbero realizzare solo storie di un certo tipo ma secondo i gusti di chi? Tuoi? Miei? E perché si dovrebbe limitare l'ispirazione degli sceneggiatori? Se oggi mi viene in mente una storia in cui Kit era ancora bambino che dovrei fare secondo te: tenerla in un cassetto per i prossimi vent'anni o rinunciarci perché su Tex Willer non potrebbe apparire prima di allora? Passa pure questo Texone dunque, tanto quello che potrebbe perdersi una bella storia sarai tu, non io.
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  4. Tu pensa che c'è a chi piace il Tex di GLB E il Tex di Sergio E il Tex di Nizzi E il Tex di Boselli E il Tex di Ruju. All'interno delle loro rispettive produzioni poi ci possono essere, come ci sono stati e, per gli attuali, ci saranno, alti e bassi. Ma partire con "L'ha scritto Tizio mi piace a prescindere, l'ha scritto Caio allora è sicuramente una ciofeca" (oppure "E' Tex / non e' Tex") è puro e semplice PREGIUDIZIO (e in alcuni casi persino fondamentalismo di stile talebano).
    3 points
  5. La vignetta straordinaria con cui si chiude quell'immenso capolavoro che è Fuga da Anderville, conclusione eccezionale di una storia superlativa, vede Tex e Carson cavalcare tra i campi di cotone del Sud. Tex, perdente come mai prima, dopo aver starnazzato in una maniera non accettabile per i canoni texiani contro l'ignobile zio, che anni prima lo aveva fatto fesso in maniera ridicola, deve ora trangugiare il boccone amaro, e chiede al suo amico di sempre: "mi farai compagnia, Vecchio Cammello?" E Carson c'è. Se qua invece ve ne andate tutti, chi farà compagnia a noi? Volete lasciarci soli contro quell'essere notturno e mostruoso che si accompagnava a Mitla e che è risorto dalle sue ceneri per terrorizzare i sogni di poveri utenti di forum indifesi? Perdonate l'ironia, ma almeno sono tornato in topic, ho recuperato i toni iperbolici di tanti di noi (me incluso) utilizzati in questo topic (già mi mancavano) e, alla fine, ho fatto un appello affinché tutto venga preso con più filosofia e si resti insieme a dialogare sulla nostra comune passione. Chi se ne va, anche se capisco il bisogno di serenità che magari viene disatteso sul forum in occasione dei flames, ha sempre torto Dai, amigos, non scherziamo. Ti ringrazio. Lo sai, ormai si è capito, che spesso non sopporto i tuoi toni professorali. Sei quello che mi fa, diciamo così, accalorare di più (eufemismo) perché sembri trattarci tutti da fessi. E in tutta franchezza non ti trovo equo con Nizzi. Riconosco però la tua buona fede e l'immenso amore per il Tex di Glb, che ritieni l'unico Tex corretto, poi tradito da altri, e mi spiego con questo fortissimo sentimento il tuo fondamentalismo. Se non si parla di certi argomenti, in cui sfoderi una saccenza che qua dentro ha fatto incazzare tanti, sei un utente eccezionale. Dovresti saperti limitare, come anche Valerio dovrebbe limitare le sue punzecchiature nei tuoi confronti. Comunque, qui io sono cresciuto come lettore, non solo di Tex. Grazie a tanti di voi. Non mi impoverite andandovene.
    3 points
  6. Ufficialmente l'ultima storia di Gianluigi Bonelli è stata pubblicata nel numero 364 intitolato "Il Medaglione Spagnolo". Sappiamo che si tratta di una storia sceneggiata, come ha recentemente raccontato Carlo Monni, intorno al 1986 con il titolo provvisorio "Il segreto della Sierra Madre" (che era stato usato appena tre anni prima per un precedente albo di Tex), rivista e corretta da Tiziano Sclavi e poi affidata a Letteri che la illustrò probabilmente nel corso del 1988. La storia, ricca di imperfezioni, rimase quindi nel cassetto per qualche anno finché un titubante Sergio Bonelli non si decise a pubblicarla nel 1991, con tanto di prefazione iniziale. E' una delle rarissime storie di cui non si trovano tavole del disegnatore nel mercato del collezionismo, probabilmente perché non fu mai riconsegnata dall'editore a Letteri, forse a causa della sua lunga giacenza in Via Buonarroti. Letteri, che dal tardo 1987 smette di illustrare le storie di Nizzi, sempre nel 1988 illustra anche la penultima storia glbonelliana "Terra violenta". Si tratta di una piccola storia a sfondo storico (Skagway e Soapy Smith) che stavolta è Nizzi a rivedere in via di una pubblicazione che avviene a partire dal febbraio 1989: "In una delle ultime storie che scrisse, Terra violenta, che dovetti leggere e rivedere in sceneggiatura, Tex e Carson vanno in missione a Skagway insieme a Gros-Jean. Nella versione di Bonelli con loro c'era anche Tiger Jack, che in tutta la storia non aveva alcun compito specifico e il suo contributo al dialogo era un "Ugh!" pronunciato una sola volta. Ne parlai con Canzio e togliemmo Tiger". Il fatto che sia Nizzi e non Sclavi a correggere la sceneggiatura, sembrerebbe suggerire che questa storia sia una delle ultime scritte da GLB, se non proprio l'ultimissima. Siamo verosimilmente nel 1987 o nel primo semestre del 1988. Al periodo sclaviano, quindi precedente, appartiene invece la storia "La città corrotta" che Civitelli inizia a disegnare alla fine del 1986 o nei primi mesi del 1987. Anche in questo caso il titolo di lavorazione, "New Orleans", puramente indicativo della location, era già stato usato negli anni sessanta per un albo di Tex. L'albo è bonelliano per circa tre quarti e sclaviano per il resto. Cioè Sclavi sceneggia le pagine mancanti e come è ravvisabile anche dall'immagine postata in alto interviene per correggere i dialoghi scritti da Bonelli padre. La storia funziona, è quindi affidata a un giovane disegnatore, Civitelli, che come Letteri è chiamato dalla redazione a disegnare le ultime storie bonelliane. La precedente storia illustrata da Civitelli è infatti "Gringos" che lui disegna nel 1986. Sappiamo poco di questa storia, che sicuramente è stata rivista da Sclavi. Quest'ultimo si occupa anche della bonelliana "Il ranch degli uomini perduti" che un altro disegnatore giovane, Claudio Villa, inizia a disegnare nel tardo 1985. Tra il 1984 e il 1985 vedono la luce altre due storie di Gianluigi Bonelli: una è "Tex 300" disegnata da Galep e revisionata da Sclavi, l'altra è una storia "La minaccia invisibile" nata da un soggetto di Mauro Boselli e Giorgio Bonelli che Letteri disegna nel corso del 1985 e a cui GLB partecipa in maniera marginale. Sempre Sclavi si occupa di rivedere la parte di sceneggiatura da lui scritta, che è rintuzzata in quelle parti che aveva ridondanti. Anche di questa storia non si trovano tavole del disegnatore in vendita. Al 1984, come disegni, appartengono anche le storie "Uno sporco imbroglio" di Monti e "Luna comanche" di Letteri, Del 1983 è invece "Il carro di fuoco" di Ticci e "La foresta pietrificata" di Letteri. Queste storie appartengono probabilmente come sceneggiature al periodo in cui sono state disegnate e mostrano l'esaurimento della vena creativa di GLB. Questo è quanto mi sento di supporre sulle ultime sceneggiature glbonelliane di cui abbiamo parlato tante volte in altre discussioni: un argomento importante che però meritava un suo spazio a parte. Con i contributi di tutti speriamo di poter far luce su questo travagliato periodo.
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  7. No, non regge, perché la storia dell'almanacco prende avvio dalla battaglia di Glorieta, per poi svolgersi nell'arco di parecchi giorni. Cito da p. 56: "QUALCHE giorno dopo, la città fu evacuata e noi la conquistammo senza quasi colpo ferire (...) Io e Damned Dick ci assumemmo l'incarico di sorvegliare la ritirata (...)" A quel punto inizia la vicenda dell'assedio alla diligenza, che si conclude dopo altri quattro giorni. Confronta tutto questo con p. 82 di Tramonto rosso: "Eravamo all'inizio di aprile del 1862 e Dick e io eravamo appena tornati da una puntata esplorativa lungo il corso del Cumberland". Detto ciò, il mio messaggio non voleva mica essere critico, l'Almanacco del '98 è una bellissima storia e chi se ne importa dell'incongruenza! Ho sempre trovato simpatico questo "sdoppiamento" di Tex nell'aprile del '62 e l'ho fatto presente a Diablero a mo' di battuta.
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  8. Letto "Assedio Disperato". Albo densissimo, secco e veloce che chiude alla grandissima una storia sontuosa. Le tre linee narrative principali giungono a conclusione, all'insegna di un'asprezza non-consolatoria che si pone come miglior sbocco possibile di una vicenda tragica che affonda le radici nel tradimento e nell'infamia. Tra le cose che personalmente più ho apprezzato : - Il "colpo al cappello" iniziale, abile e più credibile variazione sul "colpo di striscio alla tempia" - la tortura di Tex : Tex torna ad essere in difficoltà seria, ferito nel corpo e vulnerabile, ma sempre indomito ! Come nelle prime storie di GLB : "Uno contro Venti", "Il Sindacato dell'Oppio". Come ne "La sconfitta", "In nome della Legge", o "La collera di Tex" di Segura. Qui lo vediamo in posizione fetale, perso nell'oblio del dolore. -Idquahon, mentre tortura Tex, confessandogli la profonda delusione del tradimento, mista alla stima che comunque prova per lui. Che gran personaggio ! E di contro i sensi di colpa di Tex per averne tradito la fiducia, pur essendo di poco sfuggito alla morte per mano sua. Una scena potente, che nella finezza delle sfumature riesce a restituire il purissimo senso dell'Onore di due grandi uomini posti su fronti opposti. -Il ritrovamento degli ostaggi torturati a morte dai Chiricahuas...a differenza della storia su Juan Cortina, dove aveva un po' glissato su questo aspetto, Boselli non arretra di fronte alle derive più aspre e controverse della vicenda...tra l'altro almeno uno dei cadaveri mi pare scuoiato ? - I due assedi, quello del ranch dato alle fiamme e-soprattuto- quello finale, estenuante, col trio di valorosi feriti nel corpo che resiste con metodo e tenacia sulla sommità del colle, e riporta alla mente tanti dei momenti più drammatici usciti dalla penna di GLB - De Angelis : solo applausi per lui. Penso che questa storia sia da annoverare tra le vette di quella che è una carriera mastodontica. La scena dell'assedio al ranch, con le fiamme che si uniscono al rosseggiare (anche se è in b/n) del tramonto, la sintesi tra cura dei particolari e resa atmosferico/emotiva è qualcosa di inumano. - Il finale : il più bello e giusto possibile immaginabile. Tex lascia la vendetta al suo Fratello di sangue. Non avrebbe potuto (e voluto) fare diversamente. Anche se lui l'avrebbe portata a termine con "modalità" diverse (ma questo non vuol dire che "non approvi"). Tex è quello che lascia un uomo ferito e disarmato a farsi sbranare dai lupi, mentre le anime delle sue vittime ne tormentano gli ultimi istanti. E che manda altri uomini su una canoa senza pagaie a sfracellarsi nelle rapide del Colorado. Ma di che stiamo parlando. A mio giudizio la storia più bella, fin qui, di "Tex Willer". Capolavoro.
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  9. Vediamo di chiarire le cose. Tex lascia che Cochise torturi Querquer? Cosa significa "lascia"? "Permette"? No davvero. Permettere significa essere d'accordo. E Tex non lo è. Tex sa che la tortura di Querquer è inevitabile. Non può far nulla per fargli avere una morte veloce e non deve (che è diverso da non vuole). Deve rispettare il suo fratello di sangue Cochise. E si allontana a testa bassa conscio dell'ineluttabilità della sorte di Querquer e sicuramente prova pietà per lui. Se qualcuno mi dice che il vero Tex si sarebbe comportato diversamente, a mio avviso, non conosce per niente il nostro eroe. Questa (Tex a testa bassa che saluta Querquer), per me, è una scena stupenda. Io avrei fatto finire la storia proprio qui.
    2 points
  10. Il sondaggio per votare, per ogni decennio, la migliore annata di Tex. In tutto ci saranno sette sondaggi preliminari che qualificheranno alla fase finale 21 annate. Questa volta votiamo le annate dal 1948 al 1959. SI POSSONO IN TUTTO DARE FINO A TRE VOTI. Buon voto! Il sondaggio chiude lunedì sera. Per vedere le storie di ogni annata clicca sull'immagine sottostante per ingrandirla.
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  11. Io sono uno di quelli che ha riletto "Taglia duemila dollari" un paio di giorni prima che uscisse "Ritorno a Redrock" proprio per preparami all'annunciato seguito. Come ho già scritto nel mio commento, se si è letta l'originaria vicenda non può non percepirsi nel seguito il chiaro effetto fotocopia. Ma se non si è letta l'originaria, la trama è comunque apprezzabile proprio perchè fotocopia di una buona trama. Quindi è facile che i giudizi vadano nella duplice direzione che tu dici: buona storia per chi ha letto solo il seguito, storia inutilmente ridondante (e deleteria per come si sconfessa la chiusura della prima vicenda data da Giovanni Luigi Bonelli) per chi ha letto l'originaria "Taglia duemila dollari".
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  12. Non so veramente cos'altro aggiungere di mio a questa storia leggendaria, forse la vetta più alta della coppia GLB-Galep (vetta raggiunta qualche tempo dopo con "Il figlio di Mefisto") e dell'intera produzione texiana. In senso astratto la potremmo quasi considerare come la storia finale di Tex nel senso che potrebbe benissimo fungere da avventura conclusiva della lunga saga del ranger: una storia che riallaccia i fili del passato e porta la conclusione nel presente con Tex che raggiunge livelli di spietatezza mai vista né prima né dopo. Di fatto tutto l'ultimo albo è una lunga preparazione di un omicidio volontario a sangue freddo (per motivi tutt'altro che futili, sia chiaro), laddove in altre storie ai cattivi era pur sempre stato lasciato uno spiraglio di possibilità di salvezza. Qui no, Tex organizza tutta la messa in scena dell'omicidio di modo da infliggere le peggiori torture psicologiche al suo nemico e fa di tutto per non lasciargli scampo. Non vi è dubbio che se Brennan si salvasse dagli squali ci penserebbero Tex e i pards a saldargli il conto a suon di piombo. È un Tex dal cuore indurito che non si fa commuovere dalle grida di terrore dell'uomo, mentre Carson sarebbe quasi per non tornare indietro e magari limitarsi ad arrestarlo, fosse anche per farlo andare sulla forca. Almeno morirebbe in modo pulito, invece Tex lo placca subito ricordando lo scenario di morte che Brennan ha inflitto ai navajos e così lo lascia morire divorato dagli squali. Intendiamoci, il mio non è un discorso del tipo "che brutto questo Tex così cattivo". Al contrario, com'è affascinante questo Tex così gigantesco e con la personalità che traborda dalla pagina. Un Tex capace di lasciar divorare un uomo dagli squali, ma al contempo di unirsi a dei criminali, ladri e assassini e di lasciarli andare con le tasche piene di soldi senza per questo risultare incoerente. E proprio perché Tex raggiunge livelli di durezza mai visti, questa storia si potrebbe benissimo collocare alla fine della saga del ranger ed essere una sorta di capitolo finale scritto "in anticipo" (un po' come il numero 100 di Dylan Dog che di fatto è il finale della serie pur essendo seguito da oltre 300 numeri). Capolavoro indiscusso sotto ogni aspetto, dai testi ai disegni.
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  13. Al di là delle battute e delle diverse vedute su questa storia, faccio mio questo commento del compianto pard @Ulzana, di cui condivido anche le virgole. Forse cambierei qualche titolo tra quelli citati (ad es. non sono un grande fan di "El Muerto") ma la sostanza per me è puro vangelo!
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  14. Senza nulla togliere alla bella analisi che fai di "Diablero", capolavoro assoluto di GL Bonelli, a me non sembra proprio una storia complessa come intreccio o come personaggi o come relazioni tra di loro, anzi è una storia molto lineare e semplice da leggere, io l'ho letta da bambino e ricordo di non aver avuto nessuna difficoltà a seguire "le linee narrative separate". GLB faceva storie anche complesse e con personaggi più profondi di quel che di solito si pensi, ma non "Diablero" , ripeto: capolavoro, ma di facile fruizione. Dire poi che Boselli scriva storie meno complicate di quelle di GL Bonelli... Ma dai! Ma se tutti i GLbonelliani "ortodossi" (o "i nizziani") si sono sempre lamentati con Boselli per le sue trame intricate, le sottotrame, i suoi flashback, l'eccesso di personaggi, ecc. ecc. Basti citare la recente storia di Juan Cortina su Tex Willer o quella di Mefisto a San Francisco o le Navi Perdute, El supremo, ecc. ecc. Anche Nolitta non scriveva storie ooi così banali, I ribelli del Canada, La strage di Red Hill, Giungla crudele, ecc. hanno un intreccio complesso - che piacciano o meno - e anche Ruju ci ha provato con Guatemala e Vancouver - riuscite o meno è un altro discorso. GLBonelli è un grande sceneggiatore, non c'è dubbio, basta solo rileggersi "Sangue Navajo", "Sulle piste del Nord" e "Il laccio nero", ma non facciamone adesso il santino, non è lo sceneggiatore perfetto e inarrivabile, a cui nessuno riesce solo lontanamente ad avvicinarsi, se no si finisce per fare i Guarino della situazione.
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  15. Sto finalmente leggendo questa storia, grazie agli extra di "Tex Willer" usciti qualche mese fa che per mancanza di tempo avevo lasciato sulla libreria. Ho letto i primi due albetti dei 4 di questa versione ristampa, essendo arrivato quindi a metà della storia. Mi era già capitato soltanto una volta con un fumetto, ma mi sono commosso letteralmente almeno in una paio di scene, quella in cui Ken Willer riabbraccia i figli dopo aver pensato di averli persi in seguito all'agguato dei desperados, e quella in cui la famiglia si riunisce sulla tomba di Mae Willer, durante la grande festa organizzata in paese. Si respira, in generale, lungo tutta la storia un'atmosfera tra il sognante, il malinconico, e lo spensierato. Non è semplice mescolare questi sentimenti e farli coesistere e @borden ci riesce. Non è solo il soggetto, che porta ovviamente a provare tra i vari sentimenti quello della nostalgia, ma è Boselli a narrare con maestria e delicatezza. L'autore in questa storia mostra, non tanto nelle parole scelte per la sceneggiatura, ma per il modo in cui si pone nel raccontarla, un estremo rispetto verso Tex. Non è un semplice racconto biografico, si racconta infatti con una sorta di riverenza, delicatezza, dolore e compassione, il dramma della perdita di una madre, attraverso il racconto di un quotidiano, col passaggio dall'età della spensieratezza a quella della maturità. Si raccontano come fossero eventi realmente accaduti ad un amico (si intende nella vita reale, non quella del fumetto). Traspare con enorme potenza il lato umano, e al tempo stesso si fa spazio il mito, la nascita della leggenda e di un futuro eroe, che piano piano fa capolino, costretto a farsi duro prima del tempo per la condizione in cui la famiglia vive. Ho trovato ancora un parallelo, probabilmente non voluto, tra emozioni provate e escamotage narrativi. Il racconto intorno ad un falò di un periodo felice ma non privo di dolore, con delicatezza da parte di Tex, e il rimando ai racconti esagerati di storie vere o verosimili di Gunny Bill e Bridger ai tempi dei loro bivacchi. Non c'è solo l'arte dell'artista nella penna di @borden ma anche l'arte dell'artigiano che sapientemente conosce quali tasti toccare, e li tocca senza forzare la mano, lasciando il lettore piacevolmente spiazzato ma coinvolto, senza possibilità e voglia di opporsi. Siamo soliti parteggiare per Tex e Carson quando pistole in pugno fanno i duri, qui proviamo empatia verso l'uomo. Ho provato qualcosa del genere soltanto leggendo il Giuramento di GLB. E credo, @borden, nonostante sia un autore navigato, e ormai da tempo tra i grandi sceneggiatori di fumetti, vorrà prenderlo come il più grande complimento che potessi fargli. I disegni sono la ciliegina sulla torta. Ho l'impressione che stasera mi godrò un bel finale. edit (aggiunta): e che dire della scena in cui lo schiavo viene comprato per essere liberato. Costruita pagina dopo pagina, tocca il cuore. Questa è la differenza tra il trovare una buona scena ad effetto e buttarla a caso e il costruire una sceneggiatura coinvolgente dalla prima all'ultima pagina dove è la storia a crescere con i personaggi e viceversa, fino ad un epilogo quasi naturale
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  16. Questa, come di solito fai e' un'altra provocazione. Sei tu che hai cominciato dicendo che resteremo in quattro, tu fai dell'ironia e io non posso? Non sei sereno e si vede. Lo hai detto un centinaio di volte, per una volta sii coerente. Fallo.
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  17. Sì. E la sto denunciando da un bel po' questa cosa. Trovo incredibile che sia così evidente e palese come cosa, eppure nessuno sembra accorgersene... In questo thread parte dall'anno scorso, ma per non fare una cosa troppo lunga, trattiamo solo l'ultimo caso... 29 aprile, inizia... Rispondo... Ma tranquillo, continua a ripetere che parlo di Nizzi senza conoscere le sue storie... Subito dopo, sempre il 29 aprile ripete senza tenere minimamente conto della risposta... Faccio l'errore di rispondergli di nuovo... Non si può nemmeno "prendere l'avversario per stanchezza", continuando a ripetere balle su di lui o chiedendogli "prove" senza manco leggere quello che ti ha già scritto, per fargli perdere tempo e pazienza e portarlo all'esasperazione. (così dopo quando ti risponde male corri a chiedere il ban, come hai già fatto, vero?) Sempre il 29 aprile, visto che le menzogne non bastano passa a provocare direttamente... Rispondo, dicendo quello che secondo me ormai dovrebbe essere chiarissimo a qualunque osservatore imparziale (e non solo in questa circostanza) il 30 Aprile, ci riprova... ...ma non ci casco neppure stavolta: Ma lui, come sempre, in ognuno dei tantissimi flame che ha provocarto così, insiste sempre, continuamente, tanto sa che nessuno gli dice niente... è il SESTO POST DI PURA PROVOCAZIONE IN DUE GIORNI, e alla fine, visto che chiaramente non si fermetà, reagisco: la provocazione è così palese e evidente che interviene anche Boselli: Hai detto la stessa, identica cosa 22 ore fa (me lo ricordavo) e Diablero già in quel caso ti ha risposto e ha smentito. Se tu lo facessi con me uscirei di testa anch'io. Borden chiede di smettere il flame, e cosa fa Valerio? PRIMA posta un nuovo attacco: E DOPO, torna a fare l'agnellino: Raccolgo subito l'invito. Solita tattica: provocare, e poi fare l'agnellino e prepararsi a chiedere il ban. La cosa più prudente sarebbe ignorarlo, ma davvero, mi pare INCREDIBILE che veda solo io un comportamente così chiaramente scorretto, fatico a credere che non se ne siano ormai accorti TUTTI. (se volete sapere la verità, se nel mezzo di qwuesti flames a volte faccio riferimenti alle capacità di lettura, non sto parlando delle storie, sto parlando degli interventi di Valero e altri provocatori in questi thread: come fate a non vederli?) Devo comunque scusarmi per una cosa: non mi ero reso conto che eravamo nel weekend del primo maggio, e quindi i moderatori potevano essere semplicemente in ferie. Quando ti trovi soggetti a queste ripetute provocazioni dallo stesso personaggio che lo fa da ANNI, e nonostante tutti i flame che ha innestato, pare poterlo fare indistrurbato, si tende a perdere lucidità... Comunque, dopo SETTE post di attacchi, bugie e provocazioni, avendo ottenuto finalmente una reazione, Valerio passa alla "fase agnellino che passava per caso"... E la "chiede qui" talmente bene, che è già passato alla terza fase, come SEMPRE, come OGNI VOLTA, da ANNI: Ma davvero, la domanda a cui non trovo risposta è COME È POSSIBILE CHE LO VEDA SOLO IO QUESTO COMPORTAMENTO? Poi vi lamentate che ogni tanto "scoppio"? Vorrei vedere voi.... P.S.: Mentre scrivevo questo post si sono aggiunti altri commenti, tanto per ribadire il concetto... (l'aveva già detto altre volte, la solita scena..) E invece è proprio "Valerio vs Diablero", ma non è una sfida "onesta", con argomenti, dibattuti anche accesamente. Su questi stessi argomenti ho litigato diverse volte anche con altri, con Leo ad esempio. Ma anche se non siamo d'accordo e a volte nella foga della discussione abbiamo trasceso, io Leo lo rispetto. perchè ribatte NELLA discussione, posso pensare che sbaglia, e accalorarmi nel dirlo, ma non ho mai pensato che fosse una persona scorretta. Provocare, provocare, provocare sempre, continuamente, più volte al giorno, punzecchiare, per scatenare una reazione, e poi fare l'agnellino e mettersi a dire "guardate, è colpa sua" mi pare una cosa BEN DIVERSA. E chi lo fa, il mio rispetto se l'è giocato da tempo.
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  18. @valerio Non vorrei che il mio commento precedente fosse frainteso. Non penso che Barbanera se ne sia andato "solo" per questo topic, nè tantomeno che sia "colpa tua". Da un po' di tempo era in bilico e aveva già diradato i suoi interventi (in particolare a fronte di forti critiche suscitate da un suo post, probabilmente frainteso nel suo originale significato). La mia impressione, ma è solo una mia impressione, è che l'abrasività e l'acredine di alcuni interventi di questo thread siano stati la famigerata "goccia che fa traboccare il vaso", per questo ho usato l'espressione "contribuire". Se qualcuno, già "tentennante", per diversi motivi ha bisogno di serenità e passa dal forum per trovare un po' di leggerezza in un luogo che dovrebbe essere pieno di "compagni di passione" (quella per Tex), è comprensibile (naturalmente non necessariamente automatico) che trovandosi coinvolto in un accanito flame, e sempre sui soliti argomenti, si chieda cosa resta qui a fare...
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  19. No, manco per niente Valerio. Sareste stati in topic se si fosse chiamato "Prequel e sequel". Invece si chiama "Fuga da Anderville" ed è il thread di commento ad una storia, una tipologia spesso usata dai "potenziali" nuovi utenti (quelli non ancora profilati) per verificare la loro "vicinanza" alle opinioni e alla "sensibilità fumettistica" dei forumisti prima di iscriversi, o che viene utilizzato generalmente per avere informazioni e pareri sulla storia in oggetto. Sono almeno 10 pagine che si è andati clamorosamente OT, tra le solite infinite menate (peraltro già lette decine di volte) senza possibilità di soluzione tra nizziani e anti-nizziani e i discorsi sui nipoti e bis-nipoti di Tex, ma nessuno dice niente. Forse serve qualche bell'insulto per attirare l'attenzione di "chi può"... P.S. E l'unico risultato di questo OT è stato quello di contribuire a far "ritirare" un valido interlocutore come il buon Barbanera/Antonello.
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  20. Provo a dire la mia: proprio perchè il Mefisto della "Gola della Morte" è quasi un altro personaggio rispetto al debutto (sia fisicamente che per caratteristiche intrinseche come i poteri magici, assenti durante la sua comparsa di prestigiatore) il fatto che Bonelli faccia citare a Carson la sorella Lily, serve ad ausilio del lettore di allora per avere un ulteriore "collegamento" con quell'episodio di un decennio prima, apparentemente scollegato a primo impatto. E' vero che l'autore non si serviva di spiegoni o cose del genere, ma perchè tacere di un'eventuale morte della sorella che suscitasse il grande desiderio di vendetta dello stregone? Era uno spiegone evitabile o un movente che rendesse più credibile la sete di rivalsa? Può darsi che la chiave di lettura di Diablero sia corretta, ma allo stesso modo è probabile che al papà di Tex importasse poco di Lily e la citò solo per quella sorta di "rimando" a cui accennavo sopra. Mi chiedo più che altro perchè Bonelli abbia proprio scelto Mefisto per mettere in scena la nemesi di Tex. Di potenziali stregoni ne aveva creati abbastanza e poteva optare per uno di quelli per un ritorno, invece scelse un piccolo prestigiatore da strapazzo che in fondo non aveva poi tanto incantanto al suo debutto. Sarà per il nome molto a effetto? O per montare ad arte la tensione narrativa all'inizio della prova con i misteriosi medaglioni con la "M" stampigliata che dovevano attirare la curiosità dei lettori? Non credo lo sapremo mai, di fatto rivoluzionò il personaggio creando un antagonista leggendario e di grande carisma. Il suo odio smisurato per Tex può solo essere un pretesto narrativo per giustificare la sua presenza sulla saga o figlio di un'incipiente follia dovuta sia all'aspro sapore della prima sconfitta, ma soprattutto a quel prezzo da pagare per inoltrarsi nelle conoscenze dei cieli neri e delle arti infernali. P.s. Chiediamo alla megera Zhenda il perdono per aver sconfinato in O.T. nel topic a lei destinato
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  21. Nella letteratura popolare è avvenuto di tutto. Ponson du Terrail, autore oggi dimenticato, creatore del fortunato personaggio di Rocambole (che sopravvive nell'aggettivo "rocambolesco"), sulla figura del quale incentra tutta una lunga serie di romanzi, a un certo punto immagina che il suo antieroe finisca i suoi giorni nel bagno penale di Cadice dopo essere rimasto sfigurato. Nel 1865, Ponson decide di ritornare sui suoi passi e immagina un seguito nel romanzo "La resurrection de Rocambole" e il personaggio ritrova d'incanto la sua giovinezza e un viso incantevole. Sono risorti nell'ordine il Doctor Who, Sherlock Holmes e Harry Potter. Nel 1993 non si salva nemmeno Superman. Pensa a Sclavi e alla sua storia molto discussa di Hellingen su Zagor. Su un altro piano, il personaggio Long John SIlver da "L’Isola del Tesoro" ha vissuto una trasposizione cinematografica in una serie TV nella quale lo si immagina un' impenitente checca, diventa cioè veicolo di propaganda di rivendicazioni omosessuali. Su Tex, Nizzi all'inizio ha un pochino abusato con El Carnicero, Zhenda e se vogliamo anche Barbanera, ma lo stesso GLB aveva salvato anni prima dai flutti Yama e Loa. Mauro Boselli ha ripreso il personaggio di Thunder dopo aver affermato per anni e anni che era morto e sepolto nel crollo della galleria. Si appresta a farlo con un personaggio, la Tigre Nera, che si era sfracellato su una roccia e che Nizzi riteneva definitivamente morto. E la storia di Wolfman, che è vivo, come recita lo sfortunato titolo dell'albo di luglio 2023, è la storia dell'ennesimo risorto. Una storia, per me, andrebbe giudicata per il suo valore al di là dei ripescaggio un po' sopra le righe, come se la nuova storia di Sumankan che leggeremo da ottobre dovessimo lasciarla in edicola solo perché quel dato albo di Tex aveva avuto quel finale. La Zhenda di Nizzi non vale la storia originale bonelliana, ha un finale molto deludente e lo stesso autore è stato il primo a riconoscerlo, ma contestarla sulla base di una profezia forse è spingersi un po' troppo in la. Premetto che in linea di principio io la penso più o meno come te, oggi serve molta più cautela e rispetto, mi rivolterebbe una ripresa del personaggio di Proteus o per esempio mi ha lasciato dubbioso il Coffin boselliano nella nuova serie, ma le pretese di oggi in quel lontano 1987 però non dovevano essere al centro dell'interesse dell'editore e dell'autore e questo dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo.
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  22. Pensa quanto gli rodeva che Tex continuava ad uscire. Ogni mese spendeva soldi per niente, e gli occupano posto! Per quello faceva commenti arrabbiati, magari sperava che alla Bonelli, leggendo che Pinco Pallino si era arrabbiato, decidevano di chiudere Tex anche se in attivo, e lui si risparmiava una barca di soldi! Infatti, era ovvio che Airoldi in persona le leggeva le sue lamentele! Le ha postate su Facebook! (è un dramma. Una volta per accedere a internet ti serviva un computer. Per usare un computer dovevi essere capace di accenderlo (oltre ad avare un motivo per averlo in casa). Questo già scremava il 90% dei vecchietti e dei tecnologically challenged. Poi è arrivata la solita Apple che è una piaga e ha fatto diventare gli smartphone un gingillo di massa, e adesso la gente posta senza avere la minima idea di cosa stanno facendo, se glielo chiedi ti dicono che loro su internet non ci vanno mica, postano solo su Facebook. E gli risponde direttamente Airoldi sulla pagina facebook di Tex, sono sicuri) A parte queste miserie, sono convinto che ci siano davvero tanti ex lettori che comprano Tex per abitudine. Perché tanto costava poco. Io stesso ho continuato per anni a prendere tutto perchè saltando le storie di Nizzi mi sarei risparmiato una ventina di euro all'anno, una cifra ridicola. E anche per questo lo "spremimento" attuale è molto, molto pericoloso, rischi di svegliare l'acquirente che dorme...
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  23. Ho cercato di far ragionare qualcuno ribadendo che l'importante è che siano BELLE STORIE a prescindere dell'epoca in cui sono ambientate e che non sempre una buona idea per una storia può essere sviluppata adeguatamente per il Tex della serie classica; certe storie, ambientate obbligatoriamente in determinati periodi, ci sono sempre state e vengono "attualizzate" con il "trucco" del racconto. Spesso inoltre, la conclusione o una sorta di epilogo sono ambientati all'epoca del Tex classico e questo richiede l'inserimento in quest'ultima serie. Purtroppo, sembra che non ci siano interlocutori in grado di togliersi i paraocchi e capire questo ragionamento; alla mia osservazione "l'importante è che sia una bella storia", mi è stato risposto "che scrivano una bella storia sul Tex adulto" come se gli autori non cerchino sempre di scrivere belle storie... Niente, non c'è verso... e quello che è peggio è che ti senti dire "sono contento che molti la pensino come me" a fronte di una decina di commenti analoghi... mah... Fra l'altro, non sappiamo molto di questa storia... per quello che conosciamo potrebbe essere ambientata per metà nel presente di Tex... e allora? cosa farebbero quelli che non amano in Tex giovane? ne leggerebbero solo metà? strapperebbero via metà delle pagine? non capisco...
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  24. Ovviamente Carlo, ma la scena di Nizzi non merita affatto il confronto con la mitica scena di "Magia Nera" a cui tu fai giustamente riferimento. Il risveglio degli zombie dal cimitero ha un non so di tamarro che con Tex ci azzecca poco. A mio parere ovviamente
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  25. Gli zombie sono materia di tex da almeno 25 anni prima di Dylan Dog.
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  26. Il primo capitolo della Tigre Nera, benchè si possa dire, è una storia ottima. Nizzi va criticato dove merita (ed è tanto visto il suo crollo qualitativo negli anni) ma togliergli quei meriti che pur ha nella sua carriera texiana è, a mio umile avviso, molto ingiusto e scorretto. L'esordio della Tigre è davvero notevole e di spessore. Un villain fascinoso e di carattere, un clima asfittico e noir con il proseguo dell'indagine, con l'eliminazione a effetto domino degli adepti, reso perfetto pure dalla grande prova di Villa ai pennelli. Un epilogo scoppiettante e ritmato con una buona spruzzata di esotico salgariano e romanzo d'avventura tra i cunicoli dell'arcano covo, ricco di trappole e trabocchetti, che costringe i due pards a una vera odissea per uscirne illesi. Le seconda prova, sebbene non malvagia (a esclusione della stucchevole scena dei morti viventi neanche ci trovassimo in Dyd) non le si avvicina minimamente, visto che è comunque costretta a rimarcare il tema e l'operandi della principale e viene ovviamente schiacciata dal confronto. La terza, non andava nemmeno scritta o approvata, secondo me, visto le poche idee e il pessimo stato d'ispirazione di un Nizzi ormai bollito. Son curioso di vederne il seguito, sperando che l'espediente del recupero del villain presunto morto, non mi faccia vacillare del tutto la sospensione dell'incredulità, ma confido in Mauro, suppongo abbia avuto un'idea "forte" per riproporre un personaggio spinoso e non suo. Solo leggendo il seguito potremo giudicare, di certo Venturi è un disegnatore valevole che garantirà un esito grafico soddisfacente alla prova.
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  27. Sono d'accordissimo con te pard; pietre miliari come questa non necessitano alcun tipo di sequel. Anche riprendere un personaggio minore della trama non ha poi tutta quella importanza. Di solito sono favorevole ai "ritorni", ma i classici è meglio non toccarli. Scottano! Nizzi volle recuperare i fratelli Glendon della mitica "Terra Promessa" e, sebbene fece meno peggio della sua media del periodo, fu un azzardo che non pagò. Capolavori bonelliani di questa risma è meglio che rimangano un unicum.
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  28. E se ne pente di aver salvato Fraser... La versione "letteraria" del Massacro di Goldena (dei primi anni 50) credo che sia la scena dove Tex ci va più vicino al condannare qualcuno ad una morte lenta. Nel romanzo, NON dà a Fraser una pistola. lo lascia lì, immobilizzato, ad attendere di essere divorato dai lupi. Ma il Tex degli anni 50, come ho già mostrato nel thread della ristampa anastatica, era molto più sanguinario.... (Coffin non lo considero, era svenuto e in una stanza chiusa sarebbe morto per il fumo prima che per le fiamme) Altre volte ha condannato qualcuno ad una morte preceduta da una attesa, tipo quando nel 201 abbandona i banditi su una canoa nel Colorado. Ma se contiamo quella dobbiamo contare anche tutti quelli che ha fatto condannare alla forca. Tutti i morti nella storia "il giuramento" sono casi speciali. Però anche lì, per quanto voglia che Brennan soffra prima di morire... si inventa una elaborata recita, invece di torturarlo personalmente. Anche Higgin lo lascia a morire nel deserto, non lo fa torturare dagli indiani. Non la vedo come "misericordia" (Higgin soffre lo stesso) quanto un personale disgusto per la tortura (anche quando deve iniziare a torturare qualcuno per minacciarlo lo fa fare a Tiger o ad altri indiani, lui al massimo prende a sganassoni o accende un cerino fra le dita dei piedi...) A parte queste considerazioni, la mia oponione l'ho già data prima nel post precedente. Se vuoi la riassumo. 1) Tex riconosce il valore della vendetta e della giustizia. Sa che Querquer deve morire (Fraser probabilmente ha ammazzato meno persone e sicuramente per meno tempo, Querquer campava ammazzando bambini e strappandogli lo scalpo per 25 dollari l'uno). E sa che la vendetta deve essere di Cochise o di un altra delle vittime di Querquer Qualunque tentativo di Tex di far fuggire Querquer o anche di ammazzarlo lui prima di Cochise sarebbe inconcepibile. Sarebbe un tradimento imperdonabile (pensa come avrebbe reagito Tex se qualcuno avesse salvato Brennan o gli avesse tagliato la gola nel sonno rendendo vana tutta la messinscena) La sorte di Querquer deve essere decisa da Cochise, è GIUSTO, e Tex lo riconosce. (notare che questa è una differenza sostanziale da Zagor: Zagor, si è visto diverse volte, tradisce anche indiani amici che si fidano di lui per salvare la pelle anche a emerite canaglie. E di solito anche nelle storie di Nolitta è un errore, le canaglie fanno altri massacri, gente innocente ci rimette le penne, e tutto per colpa di Zagor. Per Nolitta questi fallimenti rendevano Zagor più eroico, ma questo è un punto su cui si vede che io e Nolitta non concordavamo, Zagor mi sembrava semplicemente più co###one...) 2) Assodato che a decidere la sorte di Querquer deve essere Cochise, ha senso che Tex si metta a chiedergli pietà per Querquer? Per me no. Tex tratta gli indiani da adulti, non come bambini. lo dico, anche qui, in contrapposizione con Zagor (che mi piaceva ma preferivo Tex anche per questi dettagli caratteriali). In Zagor gli indiani sono come bambini che Zagor deve ingannare per il loro stesso bene. Zagor gli fa dei gran discorsoni per spiegargli cosa dovrebbero fare. A volte sono situazioni dove anche Tex farebbe discorsi simili (il classico "non uscite dalla riserva che scoppia la guerra, penso io a punire x che ha fatto y"), cioè suggerimenti PRATICI, ma nel caso di Zagor li fa anche per dire che la sua idea di giustizia è meglio, da inviato di Manito, di quella tradizionale degli indiani, insomma, "la vostra cultura è sbagliata, fate come vi dico io che sono un inviato di Manito" Una scena alla "Cochise, anche se sei un saggio capo apache, ascoltami me che a 18 anni ne so di più, non devi torturare quest'uomo perchè è sbagliato" sarebbe stata semplicemente ridicola. E, come dice, in realtà NON È VERO che GL Bonelli facesse sistematicamente salvare i peggiori criminali da Tex. Capita poche volte. Nella maggior parte dei casi, i criminali vengono puniti anche con la tortura. SPECIALMENTE i cacciatori di scalpi. Solo che GL Bonelli se ne fregava del fatto che "deve essere Tex a fare giustizia". Lui puntava a fare storie memorabili, non a seguire formulette alla moda in tempi Tafazziani. (ma è come parlare ad un muro, i lettori ormai condizionati a pretendere il rispetto di formulette farlocche tipo "non devono passare più di tot pagine senza Tex" o "Deve essere Tex alla fine a sconfiggere il cattivo" non si renderanno mai conto che se GL Bonelli avesse seguito quelle formulette inventate da autori scarsissimi, più della metà delle migliori storie di Tex non esisterebbe....) Anche GL Bonelli faceva morire torturati i cacciatori di scalpi. Ma senza che Tex sia presente (vedere Tex 176, da pagina 75 a pagina 105, il combattimento finale dei "cattivi" della storia, e Tex non è presente). Quando arrivano i pards i cacciatori di scalpi sono già morti e Tex si limita a spazzar via in poche pagine i pochi apache presenti. Oggi una storia come questa sarebbe impossibile. O meglo, sarebbe impossibile che non provochi un sacco di proteste da lettori tafazziani che giudicano le storie da quante faccine di Tex trovano dentro le vignette. Insomma, alla fine la questione è semplice: anche GL Bonelli faceva finire torturati i cacciatori di scalpi. Lui e Borden sono d'accordo sulla fine che meritano. la differenza è che GL Bonelli in questa storia avrebbe potuto far scontare Cochise e Querquer senza la presenza di Tex (ricordo per l'ennesima volta che GL Bonelli fece uscire un albo di Tex senza che Tex fosse nemmeno in una vignetta, serie Pueblo 17, "pony Express" del 1965, 80 pagine senza Tex e senza nessuna spiegazione sulla sua assenza,: immagina farlo oggi...) A me onestamente dà più fastidio questo. Cioè mi dà più fastidio che finali come quello de "il figlio di Mefisto" non li potremo più avere a causa di "regole" tafazziane. per questo l'unico finale che avrei preferito a questo sarebbe stato appunto che Cochise si vendicasse da solo, come avrebbe potuto fare ai tempi di GL Bonelli...
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  29. 1951 - è l'anno della miglior storia IMHO di questo periodo, "Il tranello" (in più c'è "La banda dei Dalton) 1959 - "La gola della morte" è l'altro capolavoro di queste prime annate 1949 - "L'eroe del Messico", "Mefisto la spia", "Uno contro venti", le prime apparizioni di Montales e di Mefisto-Lily, come si fa a non votarla? In più c'è anche "Il sindacato dell'oppio", con questa indimenticabile vignetta di Tex ferito con un coltellaccio nella spalla, che cammina nella notte. Ma c'è da dire che nel 1949 Tex è più che mai un' inquietante "ombra nella notte pronta a ghermire chiunque gli attraversi la strada" , o anche "un cavaliere nero" oppure "un demonio" oppure colui di cui "la morte deve essere fedele compagna ogni giorno". in attesa di diventare nel 1950, tutto mascherato di nero, "l'aquila della notte" e negli anni successivi la personificazione stessa della "morte che aspetta nel buio" e nel 1959 "l'uomo della morte" più che mai.
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  30. Riprendo questo punto per un osservazione sui "seguiti"... Questa storia è un ottimo esempio di come si fa un seguito "fatto bene". Parte dalla fine della storia precedente, ne segue le premesse e le conseguenze. Ricordiamo di cosa parla "Dugan il bandito": Dugan viene a sapere che c'è l'oro nella riserva navajo, e si fa condurre fino all'ubicazione esatta, ma poi viene ucciso con tutta la banda. Pensiamo a come è stato fatto recentemente il seguito di "Taglia: 2000 dollari": se Bonelli avesse fatto il seguito di questa storia nella stessa maniera, la trama sarebbe stata probabilmente questa: Dugan che si era salvato sgusciando via sotto il naso di Tex con le tasche piene d'oro, come il banchiere di taglia 2000 dollari, d'accordo con Kelly che si era ricomprato lo stesso saloon, avrebbero dato acqua di fuoco ad ALTRI due Navajo (uno dei quali magari era il fratello di Cane Giallo) per condurli in un'altra grotta piena d'oro nella riserva Navajo... Invece qui GL Bonelli riprende il finale di Dugan il Bandito, senza alterarlo ma anzi costruendo su di esso: se ricordate (o se ricontrollate) quella storia termina con un Tex pessimista che dice che finché avranno a che fare con banditi come Dugan o piccoli cercatori d'oro potranno difendere la riserva, ma che se la notizia arriverà a qualche grosso affarista smuoverà la politica e provocherà la cacciata dei Navajos dalle loro terre. Che è puntualmente quello che avviene (o rischia di avvenire) in QUESTA storia! Questa storia è COMPLETAMENTE DIVERSA da "Dugan il bandito", non ne è un remake mascherato. Le grotte con l'oro non compaiono nemmeno. Solo una piccola parte si svolge nella riserva, e Tex non vi prende parte. Però prende il finale di "Dugan", e SENZA ALTERARLO MINIMAMENTE ne segue le possibili conseguenze: Kelly, che si era salvato, va a raccontare tutto a qualcuno di ben più minaccioso e pericoloso di un comune tagliagole come Dugan: lo racconta al ricco proprietario di un giornale, uno che comanda i media! (insomma, praticamente a Berlusconi... ) Anche questa è una "buona norma" nei seguiti: l'escalation. Non solo il "seguito" non deve essere un mero remake e non deve fare ret-con, ma per non deludere, dopo la storia originale, la posta in gioco deve essere più alta, il nemico più pericoloso (pensate a come Mefisto ogni volta sia più forte, e anche Yama anche se dovrebbe essere un novellino si vede fare cose che Mefisto non aveva mai fatto). Quindi, se la prima volta si trattava di un comune bandito e della sua banda, stavolta si tratta di un uomo molto potente, tanto da poter muovere la politica e l'esercito ai suoi ordini (Marcus Parker è, in potere politico e denaro, probabilmente l'avversario più potente mai affrontato da Tex. E per questo mi sa che non avrebbe alcun senso fare un seguito di questa storica, come la fai l'escalation da qui, fai affrontare a Tex direttamente il presidente degli Stati Uniti?)
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  31. Perché oggi la Bonelli ha deciso di puntare sulle librerie. E quindi la ristampa la fa in libreria (con l'ulteriore vantaggio "economico" che così puoi fare la ristampa dopo pochi mesi e rivenderla alle stesse persone, mentre una volta facevano la ristampa dopo anni e anni) Prima di questa decisione editoriale, la ristampa sarebbe stata fatta in edicola con lo stesso formato (negli anni 70, con ristampe indistinguibili se non all'occhio di un esperto, se non cambiava il prezzo. Dagli anni 90 con una collana tipo "TuttoTex Willer") Notare che, insieme allo sfruttamento delle librerie, in qualcosa si è tornati agli anni 70: le ristampe "nascoste". Come all'epoca gli albi di Tex Willer vengono ristampati ogni volta che si esauriscono (chissà se ristamperanno anche i gadget) per mantenerli sempre disponibili. Sono già diversi numeri che si sono esauriti e poi sono "magicamente" riapparsi senza nessun annuncio in proposito. Segno che alla Bonelli vogliono mantenere questa collana sempre disponibile come all'epoca (ed è un buon segno, significa che vende: negli anni 70 la pratica era dovuta al fatto che le vendite di Tex aumentavano tanto velocemente che le vecchie tirature avevano bisogno di continui "rabbocchi", oggi tengono così pochi arretrati che si esauriscono molto prima ma costa anche meno fare ristampe limitate) Che la serie di cartonati non sia una "edizione definitiva" lo dimostra il semplice fatto che non ristampano TUTTE le storie. Chi seguisse quella avrebbe proprio SOLO le storie lunghe di Boselli, che quindi anche per gli acquirenti sono le uniche degne di essere ristampate... E Boselli stesso ha dichiarato più volte che "l'edizione di riferimento", quella per cui scrive, è quella in albi di 62 pagine. Per questo poi trovi i cliffhanger dentro il cartonato. Non è una scelta ovvia: quando negli USA con la crisi di vendita degli albetti in formato Comic Book vent'anni fa hanno iniziato a ristampare TUTTO sei mesi dopo l'uscita in formato trade paperback (volume brossurato) bastava leggerli per capire che le storie erano fatte per il ristampa in TPB. In un solo albetto non succedeva più niente, c'erano albi di soli dialoghi, gli albi finivano tranquillamente senza cliffhanger (ci sono sia motivi tecnici - i comic book sono davvero troppo corti, 22 pagine per volta sono poche per gli sceneggiatori moderni sbrodolanti - , sia motivi artistici - l'autore di punta era Bendis, che ci metteva dialoghi di 30 pagine - sia commerciali, gli autori guadagnavano di più dalla vendita dei TPB e quindi spingevano quelli). Oggi non la fanno più la ristampa immediata di tutta una serie, credo abbiano visto che danneggiava troppo le vendite degli albi, ristampano dopo più tempo solo alcuni cicli e sono tornati a scrivere per il formato albo E non ti dico appunto che è meglio leggere albo per albo? Cosa scrivo a fare allora se non mi date retta? Io i cartonati li compro (solo quelli in b/n) per i disegni e perchè delle storie più belle voglio avere anche l'edizione in volume, ma mi rendo conto mentre lo leggo che la storia letta così in un unico blocco "rende meno" (anche se credo che questa di Cochise funzionerà meglio di per esempio quella dei Seminoles in cartonato, APPUNTO perchè è più sincopata e rapida con i cliffhanger. Quando leggi in volume quella dei Seminole ti rendi conto che i Seminole non li vedi fino a quasi metà volume e che sono più vicende collegate solo cronologicamente e dalla figura dell'inseguitore) Scrivere per un albo di 62 pagine non è la stessa cosa che scrivere per un cartonato di 380 pagine, e NON È POSSIBILE scrivere per ENTRAMBI i formati contemporaneamente. Borden scrive per l'albetto, gli americani vent'anni fa scrivevano per il volume. In entrambi i casi la cosa è evidente quando li leggi. Per questo i discorsi "sarebbe meglio se Tex Willer avesse 110 pagine" o "sarebbe meglio avesse 16 pagine settimanali" non hanno senso. In entrambi i casi non sarebbe più Tex Willer. Non QUESTO Tex Willer. Guardate "La cella della morte" e "il tranello". Sono entrambe storie pubblicate nell'arco di 5 mesi, ma sono state pubblicate in formati diversi. Non notate nessuna differenza nella maniera in cui sono scritte? (a chi ribatterebbe che è solo il tempo passato fra le due storie, a mia volta ribatto che allora possono guardare la differenza fra "La gola della morte" e "il figlio di mefisto", passano solo 10 anni circa fra le due storie...) Sul fatto che Boselli abbia voluto questo formato per fare la serie (immagino che Airoldi spingesse per il formato di Zagor le origini, visto che era il progetto "gemello" nato dalla stessa idea di fare dei remake di vecchie storie) non stento a crederlo. Albi da 110 pagine sarebbe stato troppo, altre 600 pagine oltre a quelle che già faceva all'epoca (o faceva fare) sarebbe stata una follia (anche se ala fine quasi ci sono arrivati fra special, bis e raddoppi di periodicità di serie speciali) Ma, chiunque abbia avuto l'idea... alla fine per me si è rivelata un ottima idea. Mantiene il prezzo relativamente basso (rispetto agli altri Bonelli, ovvio) e visto che la narrazione si deve adeguare al formato vediamo un ritmo più rapido rispetto al Tex "regolare". Il formato di pubblicazione non è mai "neutrale", influisce SEMPRE sul tipo di narrazione. E in questo caso è stata un influenza molto positiva.
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  32. Non è vero. O almeno, avresti ragione se per "lunghezza della storia" intendessi parlare del consumo di carta, il costo di stampa, il tempo che ci metti a leggere tutto alla fine avendo tutti gli albi. Ma si parlava ESPLICITAMENTE del "tempo che devi aspettare per sapere come va a finire" e del doversi "ricordare dopo tanto tempo" gli eventi precedenti... quindi, proprio di TEMPO si stava parlando! (vero che nel tuo post non hai parlato di tempi... ma era di quello che verteva la discussione in cui sei intervenuto...) Anche se parlassimo di "tempo di lettura", il calcolarlo in pagine sarebbe sbagliato. Prima di tutto non leggiamo i fumetti a "pagine", li leggiamo in "vignette", ogni vignetta un fotogramma da collegare in scene, con più vignette una scena dura mezza pagina e con meno vignette dura due pagine. E poi all'interno di ciascuna vignetta, il tempo di lettura dipende dalla quantità di testo, che era molto maggiore nei primi tempi. Quelle che chiami oggi "dieci pagine" de "il tranello" all'epoca erano 32 pagine a 3 vignette l'una (tipicamente) per un totale di circa 100 vignette di un albo settimanale che DOVEVA dare un adeguato tempo di lettura ai lettori per i loro soldi, quindi doveva avere abbastanza eventi e abbastanza testo da far durare "abbastanza" la lettura. Dieci pagine oggi sono spesso quello che serve a fare solo iniziare una scena, e rappresentano magari quello che in "tempo dei personaggi" è meno di un minuto, possono essere anche solo una trentina di vignette e si leggono in meno di 5 minuti. Nessuno le comprerebbe mai come albo a parte, sarebbero incomprensibili. Quindi, in ogni caso, fare paragoni "a pagine" fra albi che avevano un formato, periodicità e linguaggio fumettistico diverso non ha alcun senso. Oltretutto, il tuo stesso "ragionamento" ti smentisce: se per te una pagina è una pagina, e il tempo non conta nulla, allora "il passato di cochise" non è per nulla "troppo lunga": sono 62 pagine per 6 albi, 368 pagine, poco più di 3 albi della serie regolare (110 pagine x 3 + uno scampolo di sole 38 pagine), una durata NORMALISSIMA per la serie Tex Gigante, e molto vicina alla durata di un Maxi. Quindi, se segui davvero il tuo ragionamento, non capisco perchè ti lamenti di Tex Willer e non dei Maxi: se contano solo le pagine, sono la stessa cosa.,.. Su questo non sono ASSOLUTAMENTE d'accordo. Anzi, per me chi dice un enormità simile, vuol dire che non si è mai davvero letto "il tranello" nella versione a strisce! (e poi... sono DECENNI che sento gente lamentarsi del fatto che storie come il tranello sono troppo sincopate e ripetitive, che il cliffanger ogni 10 pagine rompe le scatole e stanca, etc, e ogni volta mi tocca spiegargli che letta s strisce è molto, molto, molto meglio, e adesso salta fuori che tutti quei decenni di lamentele non sono mai esistiti? ) Non ha senso come affermazione. Se fosse stato diviso in 3 albi e rotti da 110 pagine, poteva essere fatto solo in due maniere: 1) "a posteriori", affettando le storie dove capita e lasciando i cliffhanger ogni 62 pagine. Una schifezza 2) in fase di sceneggiatura, e quindi semplicemente sarebbe stata una storia DIVERSA, che non avrebbe avuto le stesse vicende divise in quella maniera, appunto perchè scritta per un formato diverso. Non sarebbe mai stata una "maniera più efficace" di narrare la stessa storia. Sarebbe stata, semplicemente, una storia del tex gigante regolare. E di Tex "regolare" ne hai 4000 pagine all'anno, davvero non capisco questa mania del volerlo pure fatto tutto uguale tutto alla stessa maniera... torniamo al solito discorso, "mi piace solo il Tex che somiglia a Zagor", o in questo caso, "Tex willer lo vorrei senza nessuna differenza da Tex Gigante". Che senso ha?
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  33. In realtà non è un enigma poi così difficile. SPOILERS!!!!! Tex è partito durante la notte ed arriva al ranch "doppio T" nel "primo pomeriggio". Gli indiani sono partiti all'alba e Tex al tramonto si meraviglia che non siano ancora arrivati (mentre in realtà sono arrivati ore prima e hanno già ucciso la sentinella). Insomma, è ovvio che il ranch dista meno di 12 ore a cavallo dal covo. Dopo aver già fatto 10 miglia (e avendo quindi anche accorciato la distanza) Idquahon rimane indietro per torturare Tex mentre gli altri tornano alla base. Dice che ci metterà tutto il giorno e non ha ragione di mentire. Gli altri quindi si aspettano di vederlo tornare il giorno dopo. La scena successiva avviene "alcuni giorno dopo". Qual è la cosa OVVIA che avranno fatto quando non hanno visto tornare Idquahon? Sapendo che magari è ferito, appiedato e in difficoltà? E sanno dove l'hanno lasciato? E quanto gli sarà stato difficile capire cosa era successo trovando i resti del fuoco, dei pioli, delle corte, il corpo sepolto di Idquahon e le tracce di molti cavalli?
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  34. È dall'inizio che la serie Tex Willer ha una marcia in più (almeno nelle storie scritte da Boselli) rispetto non solo alle altre testate Bonelli ma persino rispetto al Tex "classico" degli stessi autori, quindi non mi ha stupito il fatto che questa storia sia stata appassionante e divertente (specie in confronto agli ultimi 4 albi della serie regolare...). Ma devo ammettere che non mi aspettavo (più) un così buon equilibrio fra le parti "storiche" e quelle Texiane. Dopo le belle storie su Lincoln e i Seminole, che avevano questo equilibrio, e la "parentesi di pura texianità" con le origini, Boselli aveva scritto le storie del Montana e di Juan Cortina dove questo equilibrio si era un po' perso, sia pure in albi ottimi che complessivamente mi erano piaciuti, in entrambi i casi per un eccesso di "nomi storici da infilare e citare" (nel secondo caso più giustificata dalla presenza di tanti ranger, mentre nella storia del montana alcuni inserimenti mi erano parsi gratuiti, tipo l'indiano che sarebbe diventato famoso decenni dopo). E il video postato ad inizio serie con "adesso Boselli vi spoilera i primi due albi" mi aveva fatto temere il peggio... Invece, un po' perchè qui anche la parte "storica" era più "drammatica", e il numero di nomi da ricordare più limitato (ci sono come al solito un sacco di personaggi, ma la maggior parte sono già noti, da Geronimo a Lilith, e non occorre fare fatica a distinguerli), la parte "storica" è meglio integrata (anche se Tex alla fine con le vicende di Bascom è ben poco "integrato", non avendoci praticamente nulla a che fare e ricongiungendosi con Cochise solo alla fine). Ho letto di altri che avevano gradito poco il primo albo perchè presentava soprattutto le avventure di Cochise, ma onestamente con 4000 pagine di Tex all'anno non capisco queste crisi di astinenza da Tex. (Sarà che il mio Tex ideale rimane quello di GL Bonelli che fece un intero albo senza che Tex vi comparisse una volta....). per me le tre vicende parallele di Cochise e alleati contro Bascom, la ricerca di Tahzai e Delkay, e le indagini di Tex erano tutte appassionanti (anzi, la mia preferita è proprio la sotto-trama di Tahzai e Delkai) Come al solito non mi piace fare "recensioni", quanto piuttosto segnalare le cose peculiari o che mi hanno colpito di più. 1) Non l'avevo notato all'inizio, ma cercando su wikipedia info sul Kircher storico ad un certo punto ho notato una cosa che leggevo senza notarla da mesi: la data di nascita presunta di Cochise per wikipedia inglese è il 1805 (invece per wikipedia italiana è il 1810, altri siti danno "fra 1805 e 1810" e altri ancora prudentemente dicono "data di nascita sconosciuta"). Il fatto che combattesse i messicani nel 1830 è storico, ma all'epoca non era un ragazzino. La sua data di nascita nella continuity di Tex Willer viene grossomodo data nel primo albo, dicendo che nel 1831 aveva 13 anni (quindi sarebbe nato nel 1817 o 1818), il Cochise su Tex Willer ha quindi 43 anni circa mentre quello "storico" ne aveva già 51-56. Quando morì di morte naturale nel 1874 aveva quasi 70 anni, e all'epoca in cui lo si vede nella serie regolare dovrebbe quindi avere più di 80 anni, un po' troppi. Da qui immagino il "ringiovanimento" (con la nuova data di nascita ne dovrebbe avere meno di 70). Anche Tahzai viene un po' ringiovanito (quello storico era nato nel 1842 o 1843). Insomma, il diabolico Borden, zitto zitto senza nemmeno dirlo sta modificando tutto il west per renderlo compatibile con Tex! (cosa che approvo, meglio cambiare il west che cambiare Tex. Se Tex dice che Cochise nel 1885 è ancora vispo e arzillo, si cambia la data di nascita di Cochise! ) 2) Sempre una curiosità scoperta cercando info: il nome della moglie di Cochise, figlia di Mangas Coloradas significherebbe in inglese "Something-at-the-campfire-already-cooked". E ho pensato all'unica battuta che dice in tutto il primo albo in cui interviene per dire che la cena è pronta e si raffredda. Diavolo di un Borden, dove va a nascondere le citazioni! 3) De Angelis davvero si sta dimostrando un grandissimo disegnatore western (anche se sbaglia l'altezza di Mangas Coloradas...), ormai uno dei migliori su Tex: perchè gli hanno fatto perdere tanti anni a disegnare Nathan Never, dico io... 4) A parte l'età di Cochise ci sono un sacco di "libertà narrative" che Borden si prende con la storia, e fa benissimo, Tex Willer non è un documentario, su Galeana ci sono un sacco di testimonianze divergenti e incompatibili, e tutte parlano di una storia durata giorni se non settimane in luoghi e posti diversi, a raccontarle ci volevano un sacco di albi solo per quello, meglio una bella cena con massacro alla Trono di Spade. Però una cosa bisogna dirla, il povero Kirker sarà stato anche un sanguinario massacratore cacciatore di scalpi, ma probabilmente Galeana non l'aveva organizzata lui e i suoi indiani non c'erano nemmeno (vedere https://www.farwest.it/?p=1394 per diversi resoconti, tutti diversi...) 5) Le mie ricerche all'inizio sono state ostacolate dal fatto che cercavo "Santiago Querquer" trovando pochissimo, mentre la pagina di wikipedia e la stragrande maggioranza degli articoli sono su James Kirker, che visto che è il nome che Querquer assume dopo la finta morte pensavo fosse farina del sacco di Boselli. Invece non è che il fatto che Querquer e Kirker fossero la stessa persona fosse questo gran segreto... insomma, lo sapevano già tutti, comprese le autorità messicane che gli avevano messo una taglia sulla testa... 6) Ribadisco (inutilmente, lo so, ma la verità bisogna dirla...) che questa serie va letta albo per albo senza attendere. Non è "costruita" come un unica storia affettata in sei parti. È fatta come le vecchie strisce, ognuna ha un suo svolgimento, un suo conflitto e finisce sempre in una specie di cliffhanger, in cui magari Tex sembra spacciato e poi l'albo dopo si scopre che non si era fatto niente (vedere per un classico esempio il cliffhanger fra numero 54 e 55). Boselli ha spesso detto che il Tex che preferisce è quello delle vecchie storie a striscia (anche perchè è quello che leggeva da bambino, immagino) e qui riproduce anche quell'aspetto di quel Tex "classico". Aspettando per leggerli in fila poi vi scontrate con lo stesso effetto che si aveva leggendo le prime storie nella versione "gigante", in cui quel tipo di narrazione chiffangger dopo cliffhanger, conflitto dopo conflitto, ad un ritmo indiavolato adatto per un tot di pagine diventava stancante quando ne leggevi tanti di fila... 7) Delkay era stato presentato per la prima volta, già anziano, anni fa nel maxi sui Tre Bill, e già allora era stata preannunciata la sua presenza futura nella storia sull'affare Bascom su Tex Willer. Domanda per Borden: all'epoca avevi già chiara in mente la storia e il ruolo che avrebbe avuto Delkay, o avevi solo deciso che Tex l'avrebbe incontrato in questa storia? 8) Visto che finora molti punti che ho citato parlano della "storia reale", vorrei fare gli applausi a Boselli anche per come non abbia celato i massacri di innocenti, le torture e i crimini commessi anche dagli apache (anche se ha attribuito le cose peggiori a Geronimo come fatte all'insaputa di Cochise). Dagli anni 70 in poi (quindi ormai sono 50 anni...) la rappresentazione degli apache e degli indiani in genere pare quella di Lupo De Lupis, il lupo tanto buonino che non fa male a nessuno e viene calunniato e incolpato di cose che non ha fatto. È una cosa che mi fa uscire dai gangheri ormai, un po' perchè sono 50 anni che c'è questa rappresentazione e i film western con gli indiani catti-cattivissimi e basta sono stati ampiamente superati e ghettizzati, e poi perchè io ci sono cresciuto con quei film "revisionisti" e che si definivano "più fedeli alla realtà storica", ci avevo creduto, e scoprire in seguito pian piano man mano che mi informavo che mi avevano raccontato delle favoline e che erano ancor meno fedeli alla realtà storica dei film che li hanno preceduti, mi ha fatto girare un po' le... 9) Il Bascom rappresentato è veramente odioso, il fatto che sia solo presuntuoso e ottuso e non in malafede o corrotto lo fa odiare ancora di più. Spero che ci sia una storia futura di Tex Willer in cui Tex gli faccia almeno ingoiare i denti, o meglio ancora, lo metta sottoterra a guardare crescere l'erba dalle radici... (tanto il Bascom storico sparisce dalla Storia e viene accoppato in guerra dopo un solo anno da questi eventi, tanto vale farlo accoppare da Tex... ) 10) Nel numero 51, Bascom è descritto come "diplomato con ottimi voti" a West point. È una cosa che ho letto altre volte, ogni volta che ho letto una versione di questo incidente a fumetti, Bascom viene definito come uno graduato a west point con "ottimi voti", probabilmente per presentarlo come il tipico ufficialetto che conosce solo la teoria e non la pratica. Ma in realtà Bascom era davvero un asino conclamato! Nel suo corso era passato come ventiseiesimo su un totale di ventisette! Era l'asino della classe! (e probabilmente era stato spedito in Arizona proprio per quello). Fa impressione pensare che centinaia di innocenti si sarebbero potuti salvare e una guerra non sarebbe scoppiata se solo magari un professore di matematica non avesse dato un 6 politico a quell'idiota e l'avesse bocciato. Ecco cosa porta il degrado della scuola! 11) Nella storia si dà molta importanza all'idea di "onore", si potrebbe quasi dire che è il tema ricorrente della storia... l'idea idiota di "onore" che da fare una boiata dietro l'altra a Bascom, l'onore dei guerrieri Apaches che viene mostrato varie volte, sia in positivo che in negativo, portandoli a vendette autolesioniste, e soprattutto... l'onore di Tex, di Idquahon, di Skybuck e degli altri indiani dell'est con loro. Tex viene quasi "ammaliato" dall'onore di quei "nobili guerrieri", tanto che si trova in un grave dilemma morale e sensi di colpa nel tradirli. Idquahon pare essere il suo contraltare, è uno che "ci crede davvero". E si meraviglia quando Skybuck invece loda l'astuzia di Tex che li ha ingannati. Ma alla fine, si vede nel (mancato) duello con Delkay quanto "onore" abbia davvero Skybuck. Che dice orgoglioso "Skybuck non uccide i ragazzi", al che Delkay gli fa notare che, per dirla alla anglosassone, è "full of shit" e che in realtà Skybuck ha ucciso e scalpato donne, ragazzi, bambini e guerrieri che dormivano credendolo un alleato... Alla fine il vero giudizio sugli indiani di Kirker, indiani che si sono messi al servizio dei bianchi uccidendo e massacrando donne e bambini per denaro, è riassunto bene da Delkay: "Cani senza onore". E nonostante tutto, alla fine Tex mantiene il giuramento: Don Santiago provoca da solo la sua stessa rovina insistendo ad attaccare Tex, e alla fine viene ferito e catturato da Cochise, senza che Tex gli spari un solo colpo...
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  35. Domenica scorsa ho aiutato mio zio a fare ordine nella sua cantina e con mia grandissima sorpresa ho trovato qualcosa che non mi sarei mai aspettato: il libretto "La valle della luna" uscito in allegato a "Il Sabato". Siccome conosco bene mio zio e so che non è un appassionato lettore di Tex, gli chiedo il motivo di quella conservazione di albo e lui mi risponde che non ricordava neanche di averlo. Si ricordava però che comprava il periodico. Naturalmente, vedendomi interessato, mi regala l'albo, che appare ancora come appena uscito in edicola. Tornato a casa, ne approfitto per rileggere quella storia che ricordavo solo vagamente. E' un soggetto unico nel panorama texiano e come tale va giudicato, anche in relazione al tempo in cui la storia fu pubblicata in origine, l'anno 1962: una sorta di "fuori serie". E' sì fantascienza, ma resa con realismo e plausibilità, fatta più da mistero che da effetto "wow", è tutto un vedo-non vedo, poco mostrata e molto immaginata, dove appunto l'interpretazione di alcuni passaggi chiave, compreso il geniale finale, è lasciata all'immaginazione (o forse sarebbe più giusto dire "intuizione" o "deduzione") del lettore. Uniche concessioni esplicite: la pistola dal raggio verde e gli scorci di inquadratura sulla pelle squamosa dell'alieno. E' una fantascienza che su Tex accetto pienamente, in quanto un "unicum" e dalla rappresentazione non più inverosimile di quanto non lo sia un altro personaggio da "altro mondo" quale Mefisto con le sue "armi" ugualmente fuori dal comune, come la proiezione di immagini a distanza e la stessa telepatia che è dote anche dell'alieno. Quando ho letto il balloon in cui si dice che il misterioso personaggio indossava "un vestito liscio e brillante come l'argento" non ho potuto fare a meno di pensare ai Rockets. Ed è con questo paragone che voglio concludere questo mio commento alla storia: sono un grande appassionato di musica rock, certamente non considero i Rockets tra i massimi esponenti del genere (neanche del cosidddetto "space rock", dominato dagli Hawkwind), ma uno spruzzo di Rockets nella collezione musicale di un rockettaro non deve assolutamente mancare e a un attento ascolto lo si apprezza pure... e tanto! Allo stesso modo, nello sterminato universo texiano questo "unicum" di fantascienza empirica e genuina, fatta più di suggestioni che di effetti speciali, più di dialoghi (stupendamente secchi, diretti, essenziali) che di immagini (il visto-non visto già citato) rimane nella memoria. I miei voti: soggetto: senza voto (è un "unicum", fuori classifica) sceneggiatura: 9 (notare il superlativo - e purtroppo oggj abbandonato - utilizzo funzionale delle didascalie) disegni: 7 (non il Galep in purezza, ma pur sempre Galep)
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  36. Direi che ho fatto bene a saltare del tutto questi due albi.
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  37. Riletto. Se è vero che Nizzi ha frequentato poco e-tendenzialmente- male il fantastico puro, va anche detto che in quella "zona di confine" dell'avventura più esotica e "pulp", a base di società segrete e civiltà perdute, ha regalato alcuni gioiellini destinati a lasciare il segno : penso a "Thonga il Tiranno", "La Valle del Terrore", nonché al capolavoro "La Tigre Nera", per citare i primi che mi sovvengono. In questa storia abbiamo una tribù di Pima tossicodipendenti, a difesa di un veliero vecchio di due secoli spiaggiato in un canyon del deserto messicano, dalla cui cambusa si accede a un intrico di caverne che conducono ad una valle abitata da una comunità di cinesi che coltivano l'oppio, comandati da Vincent Price ! La storia è linearissima, e ha una progressione micidiale. La parte introduttiva ha ritmi dilatati, e toni atmosferici atti a far sedimentare l'atmosfera di minacciosa inquietudine in cui Tex e Carson penetrano dall'ingresso del Paesino di Riito (a tutti gli effetti l'equivalente del "paesino di Dracula" che preannuncia l'ingresso nella landa dei misteri). Nella seconda parte, il ritmo accelera vertiginosamente, e parte l'escalation dell'azione e delle invenzioni, culminanti nella fantasmagorica scena del fiume sotterraneo, che personalmente considero uno dei più grandi esempi di "ritmo visivo" visti su Tex. Villa qui è già perfettamente maturo, e indubbiamente grandissima parte dell'impatto della storia lo si deve alle sue meravigliose tavole, specialmente i suggestivi vignettoni che si aprono di tanto in tanto (penso alla prima rivelazione del villaggio cinese, bagnato dalla luce della luna), le sequenze notturne più atmosferiche, per non tacere dell'escalation finale nelle grotte infinite in balia dei pazzi gorghi del fiume, assoluto apice del capolavoro grafico. Tex e Carson dal canto loro, sono già a tutti gli effetti la versione da buddy-action Nizziana, e regalano momenti spassosi. Da segnalare anche il grandissimo numero di morti ammazzati (una strage di Pima) e gli insulti basatissimi che Tex e Carson elargiscono a Pima e Cinesi con gran generosità ("scimmiotto", "limoncini", "babbuini"). Gran storia !
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  38. Concordo. È una delle storie minori più belle.
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  39. Ricordo che Sergio ne parlò ad un incontro con un gruppetto di appassionati a non son più quale fiera e proprio io gli chiesi il perché del taglio, La sua risposta fu; lo ha deciso il mio supervisore. Già che ci siamo, magari sarò l'unico ma a me questa storia è piaciuta.
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  40. Io non trovo sbagliato che si dica che le storie di GLB erano "semplici". Va bene, perché la semplicità è tutto sommato una grande dote, non un difetto. Non mettere orpelli inutili e spiegare tutto, non sprecare tempo per rendere credibile un'opera di fantasia con riferimenti per iniziati e fregarsene di seguire trovate alla moda come la "continuity", io lo approvo. Non è un problema la cena al ristorante, né lo è neanche un albo pieno zeppo di sparatorie. Piuttosto, e qui concordo, lo è come lo si racconta In Terra promessa i discorsi tra Kit, Tex e lo straordinario sceriffo senza nome avvengono durante un pranzo e sono uno dei vertici assoluti di Tex. Ne voglio 100 così in ogni albo. Sono i dialoghi che rendono speciali e uniche quelle pagine, che solo GLB poteva condurre così brillantemente. E la grandinata di piombo e di morti ammazzati del ritorno di Montales è la dimostrazione che si può fare un semplice "bang bang" e far divertire come matti i lettori, perché le pagine che raccontano le orde di messicani che si assaltano in maniera scriteriata la fazenda di Montales sono fenomenali. I danni - IMHO - li fanno la convinzione che Tex sia una specie di prodotto farmaceutico che prevede 2 abbuffate, 2 sparatorie e 4 peste, beccaccione o vecchio cammello ogni 110 tavole (alla Nizzi, ma anche alla Faraci o Ruju) oppure l'inventarsi una carta d'identità e una biografia puntuale dei personaggi per ficcarli dentro contesti Storici precisi e raccontare ogni singolo dettaglio degli stessi non lasciando spazio alla fantasia del lettore (come uso e costume dell'attuale sceneggiatore principale).
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  41. Basterebbe che facesse storie come La prova del fuoco o Le catene della colpa, che per mè sono state ottime.🙋‍♂️
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  42. Per me Nueces Valley, Pearl, La vendetta delle ombre, sono molto buone, ma quante altre storie sono uscite in questo periodo di tempo? Forse qualcosa di meglio si doveva e poteva fare. Si per me una volta "gigante + texone" erano in proporzione di piu'. Sicuro no, ma diventato vecchio, forse sono più esigente.
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  43. Ho riletto ieri il primo albo (l'ho trovato un po' meno noioso della prima lettura), e completato poi con il secondo atto fresco di edicola. Storia passabile, un intermezzo, privo di guizzi ed entusiasmo. Storia senza mordente, ne alti ma nemmeno grandi bassi. Da l'impressione di una storia nata e morta senza troppe pretese. Ho apprezzato i disegni. Sicuramente non era necessario andare a riprendere una vecchia storia per farne un seguito, considerando che la vecchia storia era carina ma non un "capolavoro" di GLB, insomma una storia nella media di GLB (anche se la sua media resta superiore a quella di altri autori). Ma quel boss non era certo memorabile. Ma alla fine ci può anche stare, magari ad altri sarà piaciuta più che a me. Paradossalmente mi sono consolato col Maxi di Nizzi, che tutto mi sarei aspettato tranne che di restarne sorpreso in positivo. Onestamente non ho neanche tutta sta gran voglia di lamentarmi, però resto dell'idea che l'aumentare delle uscite alla fine porta anche a pubblicare storie banali. Questa di fatto, tranne che per qualche lieve variazione e la differenza di stile, sembra scritta con la carta carbone sulla precedente di GLB.
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  44. Letto anch'io il secondo albo, e speravo che la seconda parte fosse un po' migliore della prima, invece è stata una vera delusione. Scene senza nessuna credibilità a partire dal tavolino con delle tracce di polvere d'oro, al processo con sceriffo che una volta cè e una volta non cè e nessuno se ne preoccupa. Sembrano tutte scene messe lì per far andare avanti la storia, ma la mandano avanti malissimo. Le ultime storie di Ruju non mi sono piaciute. Rossi mi piace per i paesaggi, meno quando disegna gli interni delle case o i villaggi, perché ci sono troppe linee fatte con il righello.
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  45. La storia si legge bene anche se è tutto un susseguirsi di coincidenze. Tex e Carson che ritornano a Redrock dopo cinque anni, trovano Rick Sanders sceriffo e fin qui va bene. Ma ecco che rispuntano d'incanto anche i vecchi antagonisti, Spring e Holmer e fa capolino un improbabile cugino di El Tuerto che replica le gesta del defunto. E tutto avviene contemporaneamente. Ecco queste cose sono da evitarsi: sarebbe bastato nella sceneggiatura specificare che l'arrivo di Tex a Redrock è dovuto PROPRIO a una chiamata di Sanders, ora sceriffo, perché da qualche tempo ha avuto delle noie con i vecchi nemici e tutto diventa plausibile. Messa così invece è poco credibile e non so, ma a me basta questo per falsare la storia, altro che origlioni!
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  46. Io resterei a parlare di questo Maxi, non di Nizzi in generale, e a me questo Maxi non è piaciuto. Però non penso che chi invece l'ha apprezzato sia un minus habens. Non lo penso di nessuno che abbia gusti diversi dai miei. E comunque spesso è il contrario: sono i critici di Nizzi che vengono ritenuti a priori dei lettori prevenuti o con la puzza sotto il naso... Comunque, secondo me Nizzi, in questa storia (e parlo solo di questa specifica storia, non di altre), non avendo più nulla da aggiungere al tema "congiura" e a quanto già scritto in tutta la sua lunga carriera texiana, sembra voler guardare con distacco e ironia i personaggi che mette in scena per l'ennesima volta, per cui alla fine la componente "ironica e "comica" in lui finisce per prevalere. E in un racconto comico le incongruenze, i personaggi insoliti e maldestri, le buone intenzioni che vanno a finir male, le azioni mancate, le coincidenze improbabili, ecc. non sono difetti, ma pregi che servono a divertire. E questo Maxi - come ho già scritto - è prevalentemente una storia comica. Soprattutto da metà in poi. (Può darsi anche che abbia contribuito il fatto che a disegnarla sia Alessandrini, autore poco realistico, e che Nizzi si sia adattato usando un tono un po' da "speciale Martin Mystere".) Se uno la legge così, può anche divertirsi. Se invece la legge come una storia "seria" e coerente di Tex, rimane come minimo perplesso (eufemismo) per tutte le cose che non funzionano. Io non la disprezzo, in certi casi è effettivamente divertente. E' un buon esempio di ironia post-moderna. Copio da wikipedia: "Ciò che è comune agli artisti postmoderni è la capacità di raccogliere e far rivivere i codici tradizionali più seri, evitando di prendersi sul serio, senza tuttavia screditarli cadendo in forme di derisione." Qui, insomma, Nizzi non si prende sul serio, gioca coi cliché. Mentre GL Bonelli, Boselli e Ruju anche nelle loro storie meno ispirate e meno riuscite - e con trame già viste - cercano comunque di infondere vita ai personaggi e di trasmettere al lettore pathos, coinvolgimento, drammaticità o epicità, Nizzi invece qui sembra voler trasmettere al lettore lo stesso suo atteggiamento disincantato, ironico e poco coinvolto, come se dicesse: "dai, su, caro lettore, questo in fondo è solo un fumetto, questi sono personaggi di carta, bidimensionali, tutto sa di già visto e sappiamo come finirà, inutile che io cerchi di far finta che ci sia del dramma o una tragedia, questo è solo un fumetto che deve divertire, quindi tanto vale che ci infili più scene comiche possibili (ma stando attento a non esagerare per non deridere il personaggio, che sennò diventa una parodia, e non va bene)". Basta leggere il finale, pagina 265 in poi, quando Tex chiede a Carson se hanno liberato Ely Parker e Carson gli dice: "Ma che domande mi fai? Non hai ricevuto il telegramma?" E Tex che gli risponde no, non l'ho ricevuto, ma non importa, se l'avete liberato allora il colonnello Grossman deve interrompere la guerra ai Navajo. Ma il colonnello rifiuta seccamente, vuole vedere Ely Parker in carne e ossa e Tex allora si arrende: "Quel pomposo tacchino ci ha messo con le spalle al muro". E il colonnello pensa tra sé: "Bene, l'ho spuntata alla fine!" Poi però all'improvviso, dal nulla, salta fuori un certo generale Braystone (una specie di sostituto del generale Davis, il deus ex-machina per eccellenza di Nizzi) che ferma tutto e salva la situazione impedendo la guerra. I Nostri eroi tirano un sospiro di sollievo... Se non è una scena comica questa! Anzi, secondo me ci sarebbe stato bene un finale in cui Tex si rivolge direttamente al lettore, rompendo la famosa quarta parete per dirgli: "ehilà, amigos, vi è piaciuta la mia avventura? Vi è piaciuto quando ho preso il mascalzone per un orecchio e gli ho sbattuto il muso contro la porta per aprirla? Bene, allora comprate anche un'altra copia, per avere anche la seconda minicopertina!"
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  47. Che "Giungla crudele" sia in parte un'eccezione per ciò che riguarda Nolitta, posso essere sostanzialmente d'accordo, ma su Bonelli padre non viaggiamo affatto sulla stessa frequenza d'onda. Capisco che un autore possa piacere o meno (a maggior ragione quando il salto generazionale è così grande) ma criticare GLBonelli equivale a criticare Tex. Il ranger e il suo creatore sono un'unica entità. Concetto che vale per ogni saga: non mi verrai a dire che il Dylan Dog di Sclavi non sia il vero Old boy o che lo Zagor di Nolitta non tiene il passo con quello di Burattini? Poi è ovvio che ogni singolo lettore è libero di scegliersi le storie e gli autori che lo aggradano, ma, a mio avviso, è ingeneroso sparare sentenze e non rispettare le origini.
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  48. Nell’attesa di tuffarmi nella lettura degli albi inediti di agosto, ho continuato la ripresa alla rinfusa di alcune storie del passato. A dire il vero la scelta di questo episodio non è recentissima, ma solo adesso ho trovato il tempo di buttare giù alcune righe di commento. Ovviamente la distanza di tempo intercorso dalla rilettura degli albi e la stesura della presente recensione, può influire, visto che si è costretti ad andare a memoria (e la mia comincia a far cilecca!) tuttavia non ho comunque resistito alla tentazione di esprimere le mie opinioni in merito. Dopo la lettura delle prime pagine, si capisce subito di trovarsi al cospetto di una storia atipica. Nizzi, seguendo una sua naturale attitudine compositiva, imbastisce una trama gialla dalle forte tinte noir. Ciò che si apprezza immediatamente è l’atmosfera cupa e vagamente claustrofobica che l’autore riesce a creare fin dalle prime vignette, coadiuvato da un Letteri ispirato e sempre a suo agio su queste tematiche, tuttavia sul compianto disegnatore romano, tornerò più avanti. Il temporale, i racconti orrorifici sulla vecchia locanda, le forti vignette d’impatto all’arrivo dell’arcano locale, sono tutte sequenze sapientemente costruite per far calare il lettore nel presunto mistero. A far precipitare le cose, l’efferato omicidio avvenuto già alla prima notte e la presunta scomparsa del cadavere, che sembra alimentare le ipotesi ultraterrene che gravitano attorno a quella maledetta locanda. Da notare quanto sia efficace la sequenza di vignette al mattino, con l’incessante e ossessivo sbattere dell’imposte nella camera del delitto che funge da preludio alla cruda scoperta, con tanto di un lago di sangue a sporcare il candido lenzuolo del letto della vittima. Man mano che la sceneggiatura prosegue, appare subito chiaro che la probabile lista dei sospetti è circoscritta agli abitanti della locanda. Nizzi cerca di complicare un po’ le cose con l’inserimento dei due banditi in incognito, ma onestamente appare subito chiaro che sia solo un espediente per agitare le acque e nient’altro. Anzi rischia pure di rovinare il soggetto visto che appare una forzatura che due rapinatori, dopo il misfatto, cerchino una via di fuga così assurda come quella di prendere una comune diligenza: ce lo vedete voi un rapinatore di banca moderno tornare a casa in autobus dopo il colpo? Per il resto è altrettanto chiaro che dietro la sequenza di omicidi ci sia una spiegazione razionale, visto che la porta chiusa (che da nome al secondo albo) è palesemente la soluzione della misteriosa scomparsa dell’ultima salma. I sospetti parrebbero a tal punto convergere verso il ragazzo, ma con un colpo di scena, sull’epilogo scopriamo che è la dolce (solo in apparenza) sorellina bionda ad aver macchiato di sangue la locanda, scossa da una forma di violenta pazzia che la rende la prima serial killer della saga. Bravo qui Nizzi a dipingere i suoi personaggi, uniti da una pesante croce rappresentata dalla follia della fanciulla e soprattutto a far intendere al lettore che il rapporto che lega i due fratelli (che poi realmente non sono uniti da legami di sangue, essendo la ragazza adottata) sia un misto perverso di amore e morte. Sui titoli di coda assistiamo anche alla magnanimità di Tex, che decide di non interferire oltre sui Wallace, già costretti da anni a vivere una vera e propria anticamera d’inferno. Storia atipica e particolare, che, appena conclusa, ti lascia una strana sensazione, ma che indubbiamente mostra una buona fattura; d’altronde il Nizzi che affrontava le pubblicazioni di quegli anni era un autore ispirato e in grande spolvero. Buona la prova grafica di Letteri, anche se l’affiatamento fra i due autori è destinato a incrinarsi. Si è tanto discusso in merito alla famigerata scena del gatto, tanta indigesta al disegnatore e alle “ripicche” di Nizzi nelle prove successive. In effetti la sequenza in questione, tralasciando la casualità di base che permette ai nostri di sfuggire all’avvelenamento (topoi nizziano ripetuto anche in seguito con l’unica variante della scelta dell’animale), ci mostra un felino davvero brutto realizzato dal disegnatore. Mi chiedo come sia possibile che un artista così preparato, che fino a quel momento sulla saga aveva disegnato di tutto, da diableros, a lupi, da dinosauri a serpenti a sonagli, mummie putrefatte, fiori assassini e quant’altro si sia incartato con un soggetto così banale e dalla facilissima reperibilità di documentazione; evidentemente i dissapori con lo sceneggiatore lo hanno indotto inconsciamente a rifiutarsi di concentrarsi nella realizzazione del povero felino. Per il resto, il livello dei disegni è ancora altissimo e aiuta ad accrescere l’atmosfera della prova. Il mio voto finale è 7
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  49. Una storia in cui Nizzi dà sfoggio della sua avversione per i militari di carriera bramosi di gloria. COSA FUNZIONA:mi è molto piaciuta la riproposizione dell' Uomo della Morte, personaggio che vorrei rivedere in altre storie di Tex.la trama,molto lineare ma non per questo noiosa, è sviluppata in modo ottimale.Ricordo ancora che, quando lessi questa storia la prima volta,ero letteralmente in trepidazione per capire quando le pance blu e Middleton sarebbero stati finalmente puniti dai Nostri... giusto il non ricorso ad uccisioni di marmittoni,come anche alla punizione di Middleton con la degradazione e la cacciata dall' esercito.in ultimo, non posso non dire di non essere stato contento nel vederlo impiombato da Tex nel finale Belle le tavole che ritraggono i militari che ritornano con le divise logore al forte. COSA NON FUNZIONA:Carson un po' troppo spalla,dialoghi tra pard non ancora eccellenti.un po' buonista il finale con i Cheyenne che,dopo essere scappati dalla loro riserva (nonostante tutte le attenuanti possibili) non solo non ci tornano ma vanno a finire in quella Navajo.Non dico fosse sbagliato,ma un po' esagerato CURIOSITÀ:il Generale Davis,un personaggio che purtroppo non viene più riproposto da anni, è alla sua prima apparizione.viene "evocato"da Nizzi per fornire un alto Tacchino Gallonato alleato di Tex nelle alte sfere dell' Esercito.Ufficiale tutto di un pezzo ma in gamba e alla mano, è uno dei pochi portatori di stellette a ricevere la stima e l'amicizia del Nostro.Viene sempre rappresentato con il fazzoletto della cavalleria al collo,forse per dimostrare il suo modo di essere alla "mano"rispetto agli altri alti ufficiali,sempre rappresentati con divise impeccabili. TEX: sembra uscito in questa storia dalla penna di Glb, ne rispecchia le caratteristiche in modo impressionante.Anche se Glb non penso avrebbe creato un alto ufficiale così amico del Nostro. Disegni di Fusco eccellenti
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  50. Ho finalmente letto anche l'albo 304 e devo dire che la storia, sebbene non sia un capolavoro, mi è sembrata assai godibile: il soggetto non è affatto originale, ma il suo trattamento lo è abbastanza, grazie alla personalità del "cattivo" della storia, il colonnello Middleton, nemico degli indiani come tanti altri ufficiali Usa comparsi prima e dopo di lui nella saga texiana, ma meno ottuso e più capace di ragionare ( e soprattutto di intrigare ) dei vari Arlington ed Elbert. Queste caratteristiche gli permettono inizialmente di segnare un punto a suo vantaggio con l'arresto di Lupo Grigio, destinato nelle sue intenzioni a rimanere in guardina il tempo che bastava per spingere i Cheyennes sul sentiero di guerra, offrendo a lui stesso un'occasione per guadagnare facili allori; una volta però che Tex decide di affrontarlo su questo terreno, Middleton non ha più scampo e, per quanto riesca in parte a comprendere le manovre del ranger (la maschera dell'"Uomo della Morte" non lo inganna minimamente ), non riesce a contrastarle efficacemente, tanto più in quanto Tex dimostra di destreggiarsi piuttosto bene anche nei rapporti col potere, chiamando in causa il generale Davis ( qui alla sua prima apparizione nella saga texiana ) allo scopo di rovinare definitivamente la carriera di Middleton, cui non rimarrà che tentare invano più tardi di vendicarsi. In questa storia il Tex di Nizzi mostra chiari segni dell'influsso di quello di Nolitta ( Nizzi ha del resto detto che inizialmente questo tipo di Tex gli piaceva più di quello di GLB ) nell'atteggiamento guascone, ironico e spavaldo che assume; a differenza del Tex nolittiano tuttavia la cosa non lo espone quasi mai al rischio dell'antipatia tranne forse nelle battute iniziali della storia, quando si mostra un po' troppo paternalistico verso Lupo Grigio, dato che gli oggetti delle sue beffarde sfide sono Middleton e i suoi subordinati. Carson svolge bene, anche se senza particolari lampi di genio, la sua funzione di spalla, mentre il ruolo di Tiger e Kit è quasi del tutto decorativo; anche gli indiani che recitano un ruolo nella vicenda ( Lupo Grigio, il suo sostituto Lunga Lancia e la "testa calda" Mocassino Rosso ) sono caratterizzati in maniera appropriata, ma non certo epica e memorabile come i personaggi corrispondenti in "Sioux" e "Le colline dei Sioux". Malgrado la vicenda scorra in maniera generalmente fluida e lineare, vi sono un paio di lievi incogruenze ed imperfezioni: 1) quando Middleton, nel corso dell'inseguimento ai Cheyennes si accorge che le provviste stanno finendo manda un soldato a Fort Nelson con la richiesta di una colonna di rifornimenti, ma trascura di far conoscere al messaggero il contenuto della lettera ( come se una richiesta di viveri fosse segreto militare... ); si tratta di una forzatura per consentire a Tex e agli indiani di intercettarlo e togliergli la lettera senza farlo prigioniero ( in quel caso avrebbe finito con lo scoprire anche lui che Tex era "l'Uomo della Morte") o peggio ucciderlo ( cosa che avrebbe provocato una guerra alla morte contro i Cheyennes ); 2) durante l'inseguimento i Cheyennes, per rallentare le giubbe blu, fanno uso della dinamite; non ci voleva un genio per capire che erano aiutati da qualche bianco e la cosa avrebbe potuto essere utile a Middleton per accusare Tex presso il governo; ciò però, stranamente, non avviene; 3) nell'epilogo della storia Middleton, dopo essere stato radiato, spara da dietro a Tex in un vicolo di Flagstaff, ferendolo di striscio a una spalla; il ranger però, una volta colpito, non si getta a terra di fianco per evitare i colpi, ma rimane stranamente impalato in ginocchio offrendosi come facile bersaglio all'ex ufficiale che però non riesce a fare nuovi centri ( è forse questo lo "sprazzo di piccionizzazione" rilevato da Wasted ) ; al contrario, rimane anche lui impalato nel bel mezzo del vicolo, consentendo a Tex di mirarlo e di stenderlo con la più grande facilità. I disegni di Fusco sono molto belli e talora caratterizzati da soluzioni originali ( come quella delle pp. 67 - 68 dell'albo 304, con la carta geografica "attraversata" in diverse direzioni dai vari gruppi di indiani e soldati ). In sintesi ( e IMHO ): soggetto 7 + sceneggiatura 7+ disegni 8,5
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