Jump to content
TWF - Tex Willer Forum

Leaderboard

Popular Content

Showing content with the highest reputation since 10/08/2025 in all areas

  1. Si è discusso spesso sul forum sul fatto che il proliferare di uscite speciali che ha caratterizzato gli ultimi anni andasse tutto a detrimento della serie regolare mensile. Anche se mancano una ventina di numeri all'albo 800, ho pensato che si può iniziare a discutere di questo ottavo centinaio di storie di Tex, anche considerando che da pochi mesi Mauro Boselli non è più il curatore della testata. Di seguito sono tutte elencate in base alla loro data di pubblicazione con qualche mia annotazione e curiosità che ho tratto in parte leggendo i vostri commenti nelle discussioni presenti sul forum, critiche sul quale potete concordare o meno, lascio infatti lo spazio alla presente discussione per sentire la vostra campana. Un sondaggio in alto vi permette di esprimere un giudizio sintetico. 701, 702 La regina dei vampiri Gianfranco Manfredi Alessandro Bocci marzo, aprile 2019 La quinta storia di Gianfranco Manfredi per la serie regolare, la prima dopo il suo ritorno su Tex, segue i festeggiamenti per il prestigioso traguardo dei 700 numeri raggiunti. La bellissima copertina di Villa, inquietante con i suoi giganteschi pipistrelli e la loro regina incartapecorita, illustra bene il leitmotiv di quest'avventura cupa e claustrofobica. Nel cuore del Messico centrale, la minaccia giunge infatti direttamente dalle antiche civiltà precolombiane con i loro sanguinari culti ancestrali bene esemplificati dalla bruja Eztli che con i suoi arcani poteri non solo comanda al popolo della notte ma sugli altari grondanti del sangue sacrificale, al chiarore della luna piena, attenta alla vita degli archeologi colpevoli di aver depredato dei loro tesori gli antichi e vetusti templi. La storia è pienamente promossa dai lettori che la giudicano una delle migliori uscite dalla penna dell'autore marchigiano. I due albi in edicola nella primavera del 2019 hanno un costo di 3,50 euro. 703, 704 La seconda vita di Bowen Pasquale Ruju Gianluca Acciarino maggio, giugno 2019 Pasquale Ruju inanella una bella storia che vede un po' a sorpresa il ritorno a San Francisco del killer Ken Bowen e del ragazzino Tim, già protagonisti dell'avventura "Il ragazzino rapito" di Tito Faraci e Gianluca Acciarino che era apparsa in edicola appena due anni prima. In effetti nel corso dei primi mesi del 2017, quando la precedente avventura era ancora in fase di stampa, l'autore sardo aveva deciso di darne una continuazione, stimolato forse dalla presenza del disegnatore Acciarino, qui alla sua terza e ultima storia, anche perché Faraci da tempo ha smesso di collaborare alla testata. 705, 706, 707 La maschera di cera Mauro Boselli Michele Benevento luglio, agosto, settembre 2019 L'aneddoto è fin troppo conosciuto: nell'ottobre 2014 Mauro Boselli ritrovava il suo soggetto su "La figlia di Satania", un personaggio che era stato protagonista di una delle storie epocali di Gianluigi Bonelli che più aveva amato da bambino, che era stato bocciato sei mesi prima della sua morte dall'editore Sergio Bonelli, contrario al ritorno di figure del passato di Tex che giudicava probabilmente troppo datate, che non aveva degnato darne neppure una sola lettura. Questa storia inaugura un ciclo, ma ancora non si sapeva, sotto il segno del giallo, un genere letterario abbastanza apprezzato dall'autore, che andrà sempre più accentuandosi nel secondo episodio (poco ancora sappiamo del terzo), con Michele Benevento allora esordiente a coadiuvarlo splendidamente con i suoi disegni. Nella storia Mauro Boselli introduce un personaggio destinato a diventare seriale, lo sceriffo della contea di Los Angeles Billy Rowland, realmente esistito, città che fa da scenario per la prima volta nella serie mensile a un'avventura di Tex. Da annotare il piccolo aumento di 40 centesimi sul prezzo di copertina. 708, 708 La tribù dei dannati Pasquale Ruju Alfonso Font ottobre, novembre 2019 Cronologicamente è questa la prima storia in cui Pasquale Ruju decide di riprendere un suo vecchio personaggio, Makua, che appariva nell'albo "Mezzosangue" pubblicato nell'autunno 2015, sempre per i disegni di Font, qui più approssimativi del solito. La curiosità è dunque tutta rivolta a seguire la parabola del giovane meticcio, un personaggio abbastanza tormentato, con la sua mano destra che non potrà più impugnare una colt, che tenta di rifarsi una vita in un villaggio di emarginati dopo aver scontato la sua pena. Alla fine è una storia che si lascia leggere, senza eccessivi sussulti e comunque nettamente inferiore alla precedente, in attesa di una ripresa del mezzosangue che concluda il suo percorso di crescita. 710, 711 L'assedio di Mezcali Claudio Nizzi Lucio Filippucci dicembre, gennaio 2020 Invitato da Boselli a mandare dall'eremo di Fiumalbo del nuovo materiale in redazione, nei primi mesi del 2017 Claudio Nizzi decide di ripartire da un suo vecchio soggetto risalente al 2008, cioè all'anno in cui decise di ritirarsi in seguito alla richiesta di Canzio che come editor gli aveva suggerito di apportarvi qualche modifica. La storia dalle atmosfere classiche fa troppo l'occhiolino a quella che scrisse trent'anni prima, "I diavoli rossi", senza però riuscire a entusiasmare allo stesso modo, alla fine il suo impianto resta tutto sommato solido (le maggiori perplessità, all'inizio, riguardavano proprio questo aspetto) ma anche soporifera e noiosa. 712, 713 I forzati di Dryfork Jacopo Rauch Giuseppe Prisco febbraio, marzo 2020 Nei primi mesi del 2018 Jacopo Rauch scrive la sua prima storia per la serie mensile di Tex, una trama scorrevole dai ritmi molto serrati, un bell'intreccio che riguarda l'evasione (forse tirata un po' per i capelli) di un gruppo di forzati da un penitenziario, robusto e dinamico con i suoi colpi di scena che offrono interessanti variazioni a un tema, quello della fuga, che era diventato una specialità dell'ultimo Faraci, con la differenza che questa volta non delude le aspettative dei lettori. 714, 715 La rupe del diavolo Claudio Nizzi Corrado Mastantuono aprile, maggio 2020 Durante la quarantena imposta all'inizio della pandemia del covid, Claudio Nizzi se ne esce con la sua storia migliore (almeno degli ultimi anni), che può contare sull'affascinante ambientazione fluviale canadese ben resa dal disegnatore, i gradevoli siparietti tra Carson e Gros Jean e un buon ritmo narrativo nel raccontare le insidie del viaggio delle Belle Star, a tratti addirittura rocambolesco. Pur con qualche imperfezione la storia è pienamente promossa. 716, 717, 718, 719 Netdahe! Mauro Boselli Ernesto G. Seijas giugno, luglio, agosto, settembre 2020 Nel mese di giugno 2016 Mauro Boselli decide di riprendere il seguito di una sua storia disegnata anni prima da Ortiz intitolata "L'indomabile", pubblicata nella primavera del 2014. La copertina del primo albo è una di quelle generiche di Villa che furono scartate all'epoca della pubblicazione del suo Texone (nel 2019). La storia ripropone il personaggio del tenente Castillo che soccomberà qui al fascino della dark lady Manuela de Villafranca, la fredda e sensuale signora di Rancho Verde, una bruna che al lettore ricorda un po' la figura dell'irredentista Manuela Guzman, la bionda messicana discendente da hidalgos spagnoli che si scontrò con Tex nel lontano 1953. L'epilogo della storia, fatto assolutamente inedito, è contenuto nel Maxi Tex "I tre fratelli Bill" che l'autore inizia a scrivere un anno dopo nell'autunno 2017. 719, 720 Sulla cattiva strada Pasquale Ruju Alfonso Font settembre, ottobre 2020 Quella dei fratelli Granger, siamesi ma di diversa indole, è una storia noir di transizione (breve senza essere però un semplice riempitivo) che Pasquale Ruju inizia a scrivere per Alfonso Font nell'autunno 2017, che intrattiene piacevolmente i lettori senza far gridare al capolavoro. 721, 722, 723, 724 Attentato a Montales Pasquale Ruju Stefano Biglia novembre, dicembre, gennaio, febbraio 2021 Affaristi privi di scrupolo e politici di un paese straniero, il Guatemala, attentano alla vita di Montales in quella che è la storia più lunga e ambiziosa scritta da Pasquale Ruju, che può contare per l'occasione sui sontuosi disegni di Stefano Biglia, alla sua seconda prova sulla serie mensile. Dopo un avvincente primo e secondo albo la storia cala di tono nella parte finale, con una conclusione che diversi lettori giudicano troppo affrettata. Nel terzo albo, "La negra muerte", compare il bollino per gli ottant'anni della Casa editrice che accompagnerà le uscite di Tex per tutto l'anno. Una menzione particolare alle magistrali copertine di Claudio Villa. 724, 725 Il monaco guerriero Antonio Zamberletti Giuseppe Candita febbraio, marzo 2021 La storia di Zamberletti, che fa il suo esordio sulla serie regolare, era destinata in origine a un Maxi Tex e se finisce sul mensile è solo per una serie di favorevoli circostanze: la prima è che Ruju non riuscendo a contenere la storia precedente ambientata in Guatemala nei tre canonici albi aveva chiesto in redazione di poterla allungare di sessanta pagine e la seconda è che la storia destinata a succederle, sempre di 160 tavole, doveva essere quella illustrata da Laura Zuccheri (ambientata a New Orleans) che però lei non aveva potuto portare a termine perché rimasta confinata per cinque mesi in India, senza ovviamente poter lavorare. Il monaco guerriero è l'atletico Lai Chen, maestro cinese dell'arte marziale shaoling e il tema è il soggiogamento dei lavoratori cinesi in una cittadina del Texas in una storia appena sufficiente. 726, 727 Il pistolero vudu Pasquale Ruju Bruno Ramella aprile, maggio 2021 Nel mese di aprile, quello degli ottant'anni della Casa editrice, a ogni testata è imposta d'ufficio una copertina generica in cui risalta il protagonista della serie e quella di Tex è una delle poche che riesce a salvarsi. Al bollino si è aggiunto però il triangolino con lo strillo promozionale delle medagliette offerte dei pards, il prezzo dell'albo è infatti passato a 4,40 euro con un drastico aumento di cinquanta centesimi. La storia è di quelle che puntano a creare una certa atmosfera dominata dalla tensione e da una forte componente sovrannaturale, troppo fuori dalle righe per via degli eccezionali poteri mostrati dal protagonista, l'improbabile pistolero Carrillo devoto alla divinità vudu Papa Legba e anche la strega che si annida nella lugubre palude della Louisiana, che prende possesso del corpo di Carson, è tutto eccetto che memorabile. Se la storia si fa leggere, in definitiva la sensazione è proprio quella che l'autore abbia osato troppo e alzato all'inverosimile l'asticella dell'elemento magico. 728, 729 Una colt per Manuela Montoya Mauro Boselli Mauro Laurenti giugno, luglio 2021 Il personaggio di Manuela Montoya, la storica fidanzatina di Kit Willer in un'indimenticabile storia d'amore contrastato pubblicata nell'agosto del 1978 con il titolo "I due rivali", solleticava la fantasia dei lettori ma anche quella del curatore di Tex, che aveva approntato una cartella rimasta però vuota nonostante le richieste di un soggetto agli altri autori, che alla fine è venuto per mano di uno storico lettore, l'avvocato Carlo Monni, che accettava l'eccitante sfida di confrontarsi non solo con Tex ma anche con un personaggio che era da accostare con tutta la cautela che imponeva quel tormentato idillio giovanile. Alla fine la storia paga le elevate attese che si erano create nei lettori intorno a questo storico ritorno, la scelta di un disegnatore in evidente fase calante e al suo esordio sulle pagine di Tex, troppo distante con i suoi copiosi neri dal ricordo che ci aveva lasciato il tratto fine e pulito di Erio Nicolò (Mauro Boselli riconoscerà l'errore come editor), una Manuela Montoya esagerata, troppo disinibita e emancipata, anche lei lontana dalla nostalgica rimembranza che ne avevano i lettori. 729 Bis Agente indiano Mauro Boselli Maurizio Dotti luglio 2021 Mentre scrive il ritorno di Manuela Montoya, nel settembre 2020 il curatore è chiamato a pensare anche al primo albo bis, la novità prevista dalla Casa editrice per festeggiare i suoi ottant'anni che cadono nel mese di aprile, ma la pubblicazione è poi spostata di qualche mese all'estate 2021 anche perché la storia era allora ancora ferma a circa ottanta tavole. Alla fine è molto più di un prodotto editoriale da leggere sotto l'ombrellone, identico in tutto e per tutto alle uscite della serie regolare mensile (se si eccettua l'inestetica striscia gialla che campeggia in alto nella copertina), per molti lettori addirittura la migliore storia dell'anno, un unicum bagnato dal successo tanto da spingere la redazione a decidere di farne l'ennesima uscita annuale (presto estesa anche ad altri personaggi della Bonelli). Ai disegni della storia che racconta con qualche incongruenza di come Tex diventò l'agente indiano dei Navajos, l'autore chiama l'amico Maurizio Dotti che per realizzare le 110 pagine deve momentaneamente interrompere la realizzazione del suo Texone. 730, 731 Il mostro del gran lago salato Pasquale Ruju Michele Benevento agosto, settembre 2021 Il soggetto è del lettore Antonello Rizzo che partecipa allora al forum di Tex. La copertina de "Il mostro del gran lago salato" con il gigantesco Siats che emerge dalle acque alle spalle di Tex e i caratteri vintage del titolo che ricordano quelli delle pubblicazioni horror della Eerie nascondono in realtà una storia reale e concreta in cui non c'è spazio per l'elemento magico, ne tantomeno per quello etnografico legato alla leggenda indiana di questa creatura mostruosa, che cela infatti dietro la sua maschera un impostore in carne ed ossa, la cui identità è peraltro troppo presto svelata. Tutto sommato siamo di fronte a una buona storia, sicuramente con qualcosa da rivedere, per esempio le tipiche scene ad effetto particolarmente care all'autore, che vive i suoi momenti migliori nelle sequenze narrative caratterizzate da un maggiore spessore drammatico che raggiunge il suo picco con la morte del personaggio di Colter e quindi nel teatrale epilogo. 732, 733, 734, 735 Alla ricerca delle navi perdute Mauro Boselli Giovanni Bruzzo ottobre, novembre, dicembre, gennaio 2022 Lo spunto di questa storia è dato da un personaggio storico, Sir John Franklin, uno dei primi esploratori dell'Artico che a bordo delle sue due navi, l'Erebus e la Terror, scomparve tra gli iceberg al largo dell'isola di re Guglielmo mentre era alla ricerca del mitico passaggio a Nord ovest. La lavorazione dei quattro albi si protrae per circa sette anni a causa anche dell'interruzione dovuta al precario stato di salute del disegnatore Giovanni Bruzzo. Il tema restava molto affascinante per l'autore Mauro Boselli che ne aveva tratto la sceneggiatura nei primi anni Novanta di una delle sue prime storie di Zagor, ma la lunga e difficile gestazione l'aveva alla fine anche portato a disamorarsi della storia che stava scrivendo, complice anche la scoperta il 12 settembre 2016 del ritrovamento dell'Erebus in un punto tra l'altro non molto distante da quello in cui l'autore aveva pensato di posizionarne il relitto tra i ghiacci. Sulla storia, la migliore dell'anno o poco ci manca, che molto deve anche all'accoppiata vincente dei personaggi femminili di Dallas e di Kathy Dawn, che appare qui per la prima volta sulla serie mensile, aleggia il mitico capolavoro "Sulle piste del Nord" già a partire dalla copertina del primo albo che rievoca "Tamburi di guerra", per non parlare delle tavole iniziali che sono un omaggio per niente discreto alle pagine che Giovanni Ticci realizzò negli anni settanta per quell'avventura. 736, 737 Le frecce dei nemici Pasquale Ruju Giuseppe Prisco febbraio, marzo 2022 Pubblicata tra le due monumentali di Boselli, questa di Ruju fa la figura di storia di transizione, un po' crepuscolare, scorrevole ma anche poco originale, incentrata sulla vendetta personale (l'idea è di far riutilizzare le vecchie frecce usate dai nemici contro loro stessi) di un vecchio e stanco capo comanche, Quercia Rossa, sull'uomo dall'infanzia piuttosto travagliata, Chogan, che però gli aveva sterminato la famiglia. 738, 739, 740 Il manicomio del dottor Weyland Mauro Boselli Raul e Gianluca Cestaro aprile, maggio, giugno 2022 Nel 2013 "Il segno di Yama" era stato una specie di prologo al grande ritorno di Mefisto in questa nuova avventura che si dipana ora su addirittura sette albi, la più lunga mai ideata per Tex. La prima parte, ambientata a San Francisco, è una storia gotica magnificamente realizzata dai fratelli Cestaro, che omaggia le doti del trasformista Mefisto, cioè il personaggio doppiogiochista e opportunista degli esordi, che veste qui i panni del direttore di un manicomio che ha tra i suoi pazienti il proprio figlio Yama. Non a caso Mauro Boselli ha deciso anche il ripescaggio della sorella Lily Dickart con l'intenzione, evidente, di mettere un po' di ordine nei fatti di questa famiglia, soprattutto dopo l'episodio scritto anni prima da Claudio Nizzi che aveva lasciato aperto più di un interrogativo. Nelle sette copertine è presente un fastidioso logo pubblicitario con la lettera iniziale del nome dell'antagonista presa dalla storia "La gola della morte". La copertina del terzo albo, tratta da una vignetta di Hal Foster, suscita anche una curiosa diatriba tra la Casa editrice e Gianfranco Manfredi. 741, 742, 743, 744 Sierra Nevada Mauro Boselli Fabio Civitelli luglio, agosto, settembre, ottobre 2022 La fuga di Mefisto, che doveva essere affidata inizialmente a Piccinelli, è una storia diversa dalla precedente, sicuramente più western e solare, in cui l'autore riprende in mano dei vecchi personaggi come Padma e Narbas e mette a posto tutti i tasselli. Meno riuscita rispetto all'episodio disegnato dai Cestaro, in redazione ci si interroga molto anche sulla bontà della scelta operata, cioè di averla pubblicata subito dopo all'altra. Il finale, che inizialmente era tutt'altro, costringe l'autore ad allungare la conclusione di qualche pagina, per cui l'ultimo albo vanta alla fine ben 130 pagine. 741 Bis L'eredità del bandito Pasquale Ruju Giovanni Freghieri luglio 2022 Nel secondo albo bis, Pasquale Ruju e l'esordiente Freghieri giostrano sull'eredità lasciata da Lamar, un ingente bottino messo da parte da questo incallito rapinatore passato a miglior vita, contesa tra la moglie e il resto dei componenti della sua banda. Storia di routine. 745, 746, 747 Vancouver Pasquale Ruju Corrado Mastantuono novembre, dicembre, gennaio 2023 Una vecchia amica di Carson in pericolo, la bella Angela, figura a tutto tondo, la minaccia di morte che incombe su suo marito e più in generale sulla città di Vancouver che nel terzo albo va a fuoco (il grande incendio che distrusse la città il 13 giugno 1886 è il fatto storico alla base del soggetto, bella l'ambientazione canadese), sono gli ingredienti di una storia avvincente dal ritmo sostenuto che va in crescendo, senza inutili tempi morti. 748, 749 La mesa della follia Moreno Burattini Michele Rubini febbraio, marzo 2023 Le prove generali di questa storia che verte sul mito delle leggendarie belve vampire del Texas, la prima di Burattini sulla serie regolare, erano state fatte nel decimo Color Tex del novembre 2016 con la breve "Chupacabras!" disegnata dallo stesso Rubini. La prima parte con i suoi terribili misteri che avvolgono la mesa, che si riallaccia a vecchie storie bonelliane come "La regina della notte", è pienamente promossa, ma la narrazione cede il passo nel secondo albo, con il tentativo da parte dell'autore di dare una spiegazione logica all'irrazionale invece di restare sul fantastico puro, per cui il risultato è un western contaminato con richiami all'horror ma privo di reale tensione che convince in definitiva veramente poco. Bollino per i 75 anni! 750, 751 Ritorno a Red Rock Pasquale Ruju Rossano Rossi aprile, maggio 2023 L'aumento di altri cinquanta centesimi porta l'albo sulla soglia della banconota dei cinque euro. Questa volta la trovata della Casa editrice riguarda una serie di mini copertine plastificate da allegare agli albi. La copertina generica che si vorrebbe vintage, con il personaggio all'interno del cerchio, estesa a tutte le uscite della Casa editrice, ripropone Tex in posa statica con il fucile in mano alla John Wayne nella medesima posizione in cui si trovava due mesi prima ne "La mesa della follia". Il soggetto è il secondo scritto dal lettore Antonello Rizzo e rappresenta il seguito della storia "Taglia: duemila dollari" pubblicata nell'estate del 1979 con il ritorno di Rick Sanders e Sam Spring. In generale, il gradimento è basso. 752 Fratello di Sangue Giorgio Giusfredi Alfonso Font giugno 2023 La prima storia di Giorgio Giusfredi esce un po' a sorpresa nel mese di giugno perché nelle pubblicazioni per la serie regolare previste per l'anno era da tempo programmata una storia di tre albi di Ruju e Seijas, "Le quattro vedove nere", che doveva precedere l'uscita nel mese di settembre dell'albo numero 755 dedicato ai settantacinque anni di Tex e dal momento che non era ancora ultimata serviva almeno una storia di appena 110 pagine, che Font realizza in tutta fretta, da affiancare a un'altra di due albi già pronta (vedi sotto, "Wolfman è vivo"). Le escursioni nel passato dei personaggi da parte dell'autore, qui si narra di come Aquila della Notte e Tiger Jack siano diventati fratelli di sangue, si rivelano anche in quest'albo autoconclusivo pienamente riuscite. La copertina di Claudio Villa rievoca quella del numero 109 "Massacro" e presenta i tre pards in un'inedita versione giovanile, Tex con la storica giacca a frange di galleppiniana memoria. 753, 754 Wolfman è vivo Pasquale Ruju Pasquale Del Vecchio luglio, agosto 2023 Nell'estate del 2017, nel momento dell'uscita in edicola della prima storia del bieco Wolfman, che appariva allora per la prima volta nei numeri 684 e 685 della serie regolare, Pasquale Ruju decideva di ripetere l'esperienza maturata appena qualche mese prima quando aveva ripreso in mano il ritorno di Bowen (vedi sopra) scrivendo questa volta la seconda storia però del suo villain approfittando della splendida caratterizzazione che ne dava allora il maestro spagnolo Alfonso Font, anche se a realizzarla sarà tuttavia chiamato Pasquale del Vecchio (curiosamente qui alla sua ultima, per ora, avventura realizzata per la serie mensile). 753 Bis Sulle tracce di Kit Carson Antonio Zamberletti Sandro Scascitelli luglio 2023 Il titolo ricorda da vicino quello di una vecchia storia di Tex, "Sulle tracce di Tom Foster", mentre la copertina di Villa omaggia invece quella dell'albo "Ore disperate". Questa storia che sa di un riempitivo che può bene figurare in questo format estivo, una non proprio originale caccia all'uomo, vede Kit Carson ferito e braccato dallo sceriffo Rothman di San Andreas nel Texas, dopo aver ucciso in una sparatoria il fratello di Rob Clayton, il padrone della città. Disegni come al solito molto dettagliati e personali per Sandro Scascitelli che fa qui il suo esordio sul mensile. 755 La cavalcata del destino Mauro Boselli Claudio Villa settembre 2023 L'idea alla base di questo albo autoconclusivo, molto contestata, era di farne una storia celebrativa che contemplasse il ritorno di Lilyth sulla base di uno spunto fornito da Graziano Frediani, cioè la sua vendetta ultima sulla canaglia Higgins sul quale pesava materialmente la responsabilità della sua morte. Proprio la presenza del butterato scatena le polemiche perché è vista come una riscrittura del finale de "Il giuramento". Per il resto è una storia d'azione che si lascia ben leggere, con il suo finale commovente che giunge al cuore. L'albo conta più di 130 pagine ed è impreziosito da una serie di studi preparatori realizzati dal disegnatore, da più di vent'anni assente sulla serie regolare (più precisamente dall'ottobre 2002). 756, 757, 758, 759 La Tigre colpisce ancora Mauro Boselli Andrea Venturi ottobre, novembre, dicembre, gennaio 2024 Nel settembre 2017, con "La Tigre colpisce ancora", Mauro Boselli per la prima volta fa di un personaggio creato da Claudio Nizzi il protagonista di una sua storia. Non solo, riprende anche in parte l'idea che era originariamente contenuta nel soggetto dell'autore modenese, che era stato bocciato nel 2006 dall'editore, che prevedeva un lungo inseguimento lungo l'oceano Pacifico fino al Borneo, in cui Tex e il principe Sumankan avrebbero alla fine stretto un'alleanza. Si vocifera all'inizio addirittura di una collaborazione dei due autori su una storia scritta a quattro mani, alla fine molto più prosaicamente Nizzi si limita a dare il suo consenso. Dopo un primo albo dai fili forse troppo aggrovigliati, in cui è data una spiegazione logica al ritorno del personaggio che nella precedente avventure si era schiantato sopra un masso, i restanti tre albi sono avventura pura combinata a magistrali colpi a effetto, fino al drammatico epilogo con l'uscita di scena della Tigre. 760, 761 La pattuglia scomparsa Pasquale Ruju Alfonso Font febbraio, marzo 2024 Di nuovo la coppia Ruju e Font questa volta nei selvaggi territori canadesi del grande Nord dove i due pards, in compagnia di Jim Brandon, seguono le tracce di una pattuglia scomparsa mentre il solo sopravvissuto, il tenente Louis Lagarde, affronta l'imprevedibile succedersi degli eventi e i suoi propri fantasmi personali. Pur senza toccare eccessivi picchi narrativi, con il suo romantico epilogo (ma anche qualche sbadiglio), la storia si lascia abbastanza apprezzare. Con il numero 761 Claudio Villa festeggia i suoi primi trent'anni da copertinista. 762, 763, 764 Il mistero del monte Rainier Mauro Boselli Alessandro Bocci aprile, maggio, giugno 2024 "Il mistero della montagna", titolo di lavorazione di questa storia in cui Boselli dà un seguito all'avventura "Un mondo perduto" (e con l'extraterrestre in parte anche a "La valle della luna"), cerca di rimettere un po' di ordine in quel di fantascientifico presente nella serie di Tex. Non si tratta peraltro del soggetto giovanile che scrisse intorno al 1983, andato perduto, che non fu utilizzato da Gianluigi Bonelli che paternamente gli preferì quello ideato dal figlio Giorgio. La storia convince solo in parte. 765, 766 La collera di Falco Giallo Claudio Nizzi Giovanni Ticci luglio, agosto 2024 Siamo nel Montana tra le terre sacre degli Shoshones ricche di metallo giallo che ovviamente fa gola a faccendieri e affaristi che tentano di metterci le mani, trama vista e rivista, con Tex che non trova di meglio che accompagnarli in Canada (il titolo di lavorazione era "Fuga verso il confine"). Si vocifera dietro le quinte che Giovanni Ticci (qui probabilmente alla sua ultima opera in due albi, a ottantaquattro anni ha chiesto di poter lavorare d'ora in avanti con storie brevi), se vogliamo usare un eufemismo, si sia divertito davvero poco a disegnarla e a confermare il suo scarso entusiasmo basterebbe fare un paio di conti perché messi da parte i suoi problemi di salute dal maggio 2018 ci ha messo addirittura sei anni per portare a termine questa fatica facendo comunque un lavoro enorme. I testi invece sono irritanti. 765 Bis Un covo di vigliacchi Antonio Zamberletti Frederic Volante luglio 2024 Zamberletti, specialista di questi albi bis, stavolta affiancato da Volante che debutta sul mensile con delle pregevoli tavole, segue i due pards sulla scia del ricco bottino di una banca fino al covo dei rapinatori a Maddox Rock in una storia lineare e ricca di intrighi. Senza infamia e senza lode. Da par suo Claudio Villa confeziona l'ennesima cover generica su fondo bianco per questo speciale. 767, 768, 769 Le quattro vedove nere Pasquale Ruju Ernesto G. Seijas settembre, ottobre, novembre 2024 La storia era prevista per l'estate del 2023 ed esce con il ritardo di un anno a causa della malattia (e poi della morte il 28 marzo 2023) di Ernesto Garcia Seijas che gli aveva impedito ampiamente di rispettare le scadenze (aveva disegnato appena 144 tavole), gli subentra poi Giovanni Freghieri che realizza le restanti 186 tavole in poco meno di un anno. Charity Brockman, Ramona Valjean, Daisy Maxwell e Isabel Gallardo sono quattro belle e eleganti donne assetate di vendetta che si coalizzano contro Tex che le ha rese tutte quante vedove. Spunto originale per una storia senza infamia e senza lode che si lascia leggere volentieri ma eccessivamente lunga e che si sgonfia con l'andare. 770, 771 Il soldato fuggiasco Claudio Nizzi Giovanni Bruzzo dicembre, gennaio 2025 Non è un mistero che questa storia alla "Soldato blu", per dirla come Claudio Nizzi, lui l'avesse in mente per farne il Texone di Biglia. Quando venne a sapere dallo stesso disegnatore che però lui stava già disegnando uno speciale su testi di Ruju (il numero 41 "Ben il bugiardo"), l'autore modenese perse definitivamente la pazienza con il curatore. Durante la telefonata Mauro Boselli replicò inutilmente che lo speciale era già stato assegnato e che per la sua storia avrebbe potuto comunque contare su Giovanni Bruzzo, ma Nizzi non volle intendere ragione e la sua collaborazione alla testata si interruppe bruscamente come la chiamata in corso. Il soggetto di questa storia, che a questo punto dovrebbe essere l'ultimissima di Claudio Nizzi sulla serie mensile, a dire il vero è di quelli abbastanza prevedibili pur partendo da buoni propositi. L'idea del fuggiasco tenente Kirby che diserta dopo essersi opposto a un massacro di inermi indiani, esattamente come già si era visto per esempio in "Vendetta indiana", e deve scegliere tra la giovane indiana che l'ha aiutato e la figlia del comandante, pur mutuata dal film di John Ford "Il massacro di Fort Apache", poteva infatti essere valido ma la sceneggiatura non è per niente brillante e patisce di varie incongruenze se non di vere e proprie illogicità nella narrazione. 772, 773 Il morso dello scorpione Pasquale Ruju Yannis Ginosatis febbraio, marzo 2025 La storia d'amore del domatore di cavalli navajo Julio, malvisto dai mandriani razzisti, e della bella vedova Elaine proprietaria del ranch a Lincoln County dove lui lavora, sullo sfondo della minaccia incombente della banda del feroce El Escorpion, dopo un buon inizio delude nella sua seconda parte risultando alla fine poco coinvolgente, priva di pathos e di sussulti. 774, 775, 776 Rick Master, detective Mauro Boselli Michele Benevento marzo, aprile, maggio 2025 Nella primavera del 2019 Mauro Boselli inizia a scrivere la sceneggiatura di quello che inizialmente doveva essere un Maxi Tex ambientato a San Francisco in cui Tex avrebbe fatto la conoscenza, dopo i tre fratelli Bill, di un altro personaggio seriale nato dalla penna di Gianluigi Bonellli, ovvero il simpatico detective privato Rick Master. La storia poi finisce sulla serie regolare anche perché rappresenta, a sorpresa, il sequel della storia della figlia di Satania che lascia campo aperto a una terza storia conclusiva del ciclo, che possiamo già definire uno dei meglio riusciti della serie mensile. Il costo degli albi, intanto, è passato a 5,80 euro con un aumento deciso di novanta centesimi: il gadget immancabile in omaggio è il primo numero "La mano rossa" della nuova versione cartonata e censurata delle avventure di Tex. 777, 778 I dimenticati Gianfranco Manfredi Carlos Gomez giugno, luglio 2025 Questa storia era destinata a un Color Tex ma in redazione si opta alla fine per la serie regolare riducendola di 10 tavole rispetto alle originarie 160 prima che fosse affidata al disegnatore, decisione che sembra essere stata presa prima della scomparsa dell'autore, venuto meno il 24 gennaio 2025, si ignoravano infatti le reali condizioni di salute di Manfredi. Illustrata dal maestro argentino Gomez, qui al suo esordio sulla serie regolare, la sceneggiatura ispirata al film di Wes Craven "Le colline hanno gli occhi" conta su un'ambientazione del tutto particolare, una foresta cupa e spettrale in cui si annidano i minatori della Franklin Mountain Mine orribilmente sfigurati, vittime di un'esplosione, tanto da apparire quasi dei demoni mostruosi e crudeli che incombono minacciosi sulla cittadina mormone di New Hope. La storia ha un ritmo serrato e si lascia apprezzare alla lettura anche se le motivazioni che spingono i minatori non paiono inattaccabili. 777 Bis La rapina della Wells Fargo Jacopo Rauch Sandro Scascitelli luglio 2025 Il ritorno di Rauch sul mensile, seppure nello speciale estivo, a partire da un soggetto abusatissimo, la rapina a un convoglio della Wells Fargo, con il bottino che ricade interamente nelle mani di una donna alla faccia della banda Mason che le dà la caccia ignorandone tuttavia l'identità, è ancora una volta sapientemente costruito. Parata di attori hollywoodiani nelle tavole illustrate con la solita maestria da Sandro Scascitelli. 778, 779 L'orrendo massacro Paquale Ruju Fabio Civitelli agosto, settembre 2025 Basandosi sulla leggenda di John Ware che fece la Storia nello stato dell'Alberta dove era giunto nel 1882 dal Texas, Pasquale Ruju ne ricostruisce la vita prima (e dopo) il suo arrivo in Canada che resta ancora oggi storicamente oscura. Ma alla leggenda raccontata dall'autore manca quella parvenza di magico che avvolge delicatamente le migliori storie, John Ware appare poco più di un esperto cowboy, anche l'elemento razziale che poteva essere una buona base di partenza è volutamente ignorato, le sequenze si susseguono telefonate in modo abbastanza artificiale e se la storia si lascia comunque leggere, ai lettori pare comunque un'occasione persa. Il disegnatore Fabio Civitelli rinuncia al puntinismo per ritornare a uno stile che ne aveva caratterizzato gli esordi e il fatto non dispiace. 780, 781 L'argento di Socorro Gianfranco Manfredi Majo ottobre, novembre 2025 Dopo la scomparsa dell'autore, in redazione si dà la priorità alla pubblicazione della sua ultima fatica. La copertina di Villa non potrebbe meglio esemplificare il contenuto del primo albo, molto movimentato e ricco di sparatorie, ambientato nella cittadina mineraria di Socorro dove, la trama non è molto originale, dominano i soprusi dei prepotenti sui più deboli, in questo caso il colonnello Larkin a capo del presidio militare che si accaparra con la forza le concessioni dei minatori che hanno trovato nei tunnel delle loro miniere dei ricchi filoni d'argento, con i due pards però a fungere da angeli custodi che sembrano tirati direttamente dalle pagine dell'Apocalisse. Una delle migliori storie di Gianfranco Manfredi, splendidamente assecondato ai disegni da Mario Rossi, in arte Majo. Il messaggio sarà aggiornato periodicamente con le nuove uscite fino al numero 800.
    8 points
  2. Cannonata di albo. Manfredi, al solito, centra perfettamente la coppia Tex - Carson e il loro modo di agire: del Carson pigro, crapulone e pusillanime qui non c’è nemmeno l’ombra, non ci sono salamelecchi o complimenti per esaltare la letalità dei due pards nonostante sbaraglino da soli mezzo esercito (basta un semplice, e perfettamente bonelliano, “quei due sono puro veleno”) e non ci sono nemmeno scene ad effetto (o “tamarre” direbbe Diablero) nella lunghissima e memorabile sequenza della sparatoria, in cui i nostri, vivaddio, sparano per primi e non per secondi. Anzi, il tutto è improntato alla massimo asciuttezza ed essenzialità stilistica. Il tocco di discontinuità manfrediano è, anche qui, il cotè politico (dopo l’acqua e il petrolio, l’argento) e la raffigurazione di un West brutto, sporco e cattivo, nel quale i nostri dispensano giustizia ed eliminano i fuorilegge con l’implacabilità di due cavalieri dell’Apocalisse. Un West crudo e realistico esaltato dai disegni di Majo che sporca il suo tratto, rendendolo più stilizzato ed essenziale, ma con delle maschere grottesche dei personaggi di enorme effetto. Chapeau!
    4 points
  3. Le copertine di Tex nascono dalla collaborazione tra il disegnatore Claudio Villa e i grafici della Sergio Bonelli Editore. Il disegnatore fornisce ogni volta diversi bozzetti della copertina, in media tre o quattro, scegliendo ormai da diversi anni lui stesso il tema della copertina (a partire dalle tavole che la redazione gli fornisce). Una volta che il bozzetto è stato scelto e approvato, Claudio Villa disegna la copertina vera e propria in bianco e nero e poi passa alla versione finale colorata con le ecoline (o le tempere). Nel novanta per cento dei casi il lavoro del disegnatore e quello di grafici coincide, succede tuttavia che una copertina su dieci vada in edicola con una colorazione diversa rispetto a quella che era stata impostata all'inizio. In questa nuova discussione vorrei discutere proprio di questi casi, prendendo esempio da circa una decina di copertine scelte tra gli ultimi cinquanta numeri, limitandomi per comodità a quelle della fascia 700, perché non sempre a mio giudizio le scelte della redazione sono state delle più felici. Partendo dalla copertina dell'albo ancora in edicola, l'intervento dei grafici riguarda la colorazione dello sfondo e in questo caso la correzione migliora decisamente quella abbozzata da Villa. I pantaloni di Carson diventano verdi per rispettare la tradizione. La copertina del numero 775 è profondamente rivista. Questa volta non sono solo i pantaloni di Carson a cambiare (ancora una volta) di colore. Il risultato finale mostra dei colori piuttosto improbabili, molto meglio quelli scelti da Villa. La copertina del numero 772 ci offre un esempio di colori che coincidono al 90 %, cambia in effetti solo il blu del cielo (e le nuvole più naturali nella versione di Villa). Il lavoro dei grafici in questo caso tende a sbiadire l'azzurro acceso scelto dal disegnatore e a uniformare a tinta unita il colore. In questo caso la versione finale mostra una maggiore leggibilità della copertina, anche se non convince troppo la gradazione del celeste che è stato scelto. Da notare anche il giallo della camicia di Tex slavato. La copertina del numero 767 oltre a centrare maggiormente il personaggio di Tex, cancella del tutto il tramonto che aveva impostato Villa con l'uso del colore arancione. Si passa dalla sera a mezzogiorno. Di nuovo impietoso il giallo a tinta unita della copertina finale con le gradazioni impostate da Villa per la camicia. Lavoro della redazione questa volta bocciato sonoramente, della bella copertina di Villa resta poco. Anche la copertina del numero 763 mostra un intervento massiccio con Photoshop. Il lavoro del grafico in questo caso punta tutto a supportare l'effetto della nebbia, sacrificando i colori accesi del totem e dell'erba alle spalle di Tex. Anche in questo caso il lavoro finale è deludente. La copertina del numero 756 rappresenta uno di quei casi in cui in via Buonarroti si opta alla fine per dei colori del tutto diversi. Un vero e proprio disastro! Anche la copertina dell'albo 742 mostra un altro intervento deciso della redazione sul cielo e sul personaggio di Padma che beneficia di un maggiore contrasto, anche se nella versione di Villa vuole essere evanescente (si veda anche l'aura che emana dal personaggio e che sparisce dalla versione definitiva). In questo caso la versione definitiva non si può dire che peggiori di molto quella di partenza, anche se quella di Villa meritava la pubblicazione solo per i giochi di luce sulla camicia. Voglio infine dare spazio alla copertina del numero 727 che rispetta più o meno la colorazione iniziale. Resta impietoso il giudizio sul fondo photoshoppato della versione da edicola, se quello di Villa poteva non convincere troppo, mi chiedo perché non si sia scelta una tinta unità. Anche il verde della vegetazione di bell'effetto con la sua varietà di colori subisce un pessimo trattamento. Molto meglio anche la colorazione dell'acqua impostata da Villa, più realistica. Sono dei dettagli, ma a volte possono fare la differenza. Queste sono le copertine dove ho ravvisato gli interventi più pesanti, in altri casi non ci sono sostanziali differenze. Posto solo una copertina, quella del numero 740 a titolo di esempio. Si vede che quando la redazione si mostra più rispettosa del lavoro del disegnatore che i colori della versione da edicola sono pienamente promossi. A voi la parola!
    3 points
  4. Bello, grazie. Ho fatto ricerche anche io e certo occorreva qualcosa che smuovesse la tecnologia, altrimenti a tutti fa comodo vivere e lavorare in comodità (anche adesso!) Quando per un po' ho dovuto adoperare retini meccanici (non per realizzare fumetti ma ahimè cataloghi per imprese funebri), cercare di assemblare fondini in vari colori e percentuali o semplicemente aggiungere un'ombra a un titolo era una esperienza da una parte elettrizzante e dall'altra dispendiosa in termini di tempo, materiale e strategia. Quello che oggi si fa in pochi click una volta era frutto di ore, con passaggi (anche 12 esposizioni) in camera oscura con un bel po' di ragionamenti prima per evitare di trovarsi con un risultato completamente sbagliato. Ero giovane allora ma anche chi aveva più esperienza di me spesso si trovava in difficoltà. La carta dei fumetti americani era terribile (i nostri Topolino e i fumetti Corno erano nettamente stampati meglio e su carta migliore) e anche quando i fumetti erano diventati una industria e non solo un modo per non tener ferme le rotative dei quotidiani durante il giorno non si faceva quasi nulla per fare in modo che i lettori non perdessero le diottrie tra scritte e tratti sbiaditi e colori fuori posto di millimetri! Un giorno qualcuno ebbe la brillante idea di realizzare una storia di Topolino ispirata al film "Casablanca", colorando la storia in variazioni di grigio ma usando tutti i colori per aumentare la resa estetica: non c'era una pagina uguale all'altra, qualcuna tendeva al viola, molte erano sul verdastro, altre quasi paonazze. Non ricordo se era ancora il periodo Mondadori o c'era già la Walt Disney Italia, fatto sta che il risultato era imbarazzante. Qualcosa di molto simile successe nei primi albi di Hulk in Usa qualche decennio prima: non si riusciva mai a bilanciare il tono di grigio ipotizzato, tanto che si ripiegò nel tingerlo di un bel verde. E quello lo rese leggenda. I nostri fogli di retini meccanici (religiosamente conservati in quelle cartelline bianche ondulate usate anche dagli scolari per i loro album da disegno) partivano dal 10% fino al 90% quindi con scarto del 10%. Si trattava di valori negativi: se volevo un 20% finale dovevo prendere il foglio con l'80%. Quelli bravi, giocando sul tempo di esposizione dello "scatto" riuscivano a realizzare un 15% o un 23/24%, ma in genere in questa fase di lavorazione si tendeva a essere quanto più precisi possibile. Ci pensavano poi i colleghi in fase di lastra o di stampa a combinarne letteralmente di tutti i colori.
    3 points
  5. Questa è una della rare volte in cui, parlando dei Tex recenti, io e Magic Wind siamo totalmente d'accordo su un punto! Questo: Fatto salvo qualche eventuale problema "tecnico" (non è detto che i colori di stampa possano riprodurre quelli ottenuti da Villa), che comunque capiterebbero ogni tanto e non su ogni copertina, l'intento che vedo è davvero "banalizziamo, l'importante è che la camicia di Tex sia sempre la stessa sfumatura di giallo canarino sotto ogni condizione di luce o tenebra". Ma, cari i miei redattori Bonelli evidentemente fan sfegatati della Marvel, vi ha mai spiegato nessuno che quella è una CAMICIA, e non un COSTUME DA SUPEREROE? "I lettori non riconoscerebbero Tex"? Si vede che pensano che davvero siamo diventati tutti arteriosclerotici o in preda a demenza senile, visto che per anni l'abbiamo riconosciuto tranquillamente con la camicia ROSSA... Più in dettaglio: Qui non sono d'accordo con Ymalpas. Le variazioni non solo non "migliorano" la copertina, ma la stravolgono, la macellano, la distruggono, con lo scopo evidente di renderla il più banale e insignificante possibile. La copertina dell'albo in uscita mi era parsa del tutto banale e anonima, unico cosa un minimo "originale" erano Tex e Carson piccoli, anche se comunque centrale. Ma per il resto... anonima, non l'avrei certo votata come una delle migliori. L'originale di Villa, se avessero avuto il fegato di pubblicarla, avrebbe vinto a mani basse come migliore copertina dell'ultimo lustro. Tex e Carson, sempre centrali, sembrano al centro di un uragano, un turbine di fuoco, suggerito ed evocato dalle linee sul terreno. I due sicari colpiti sono molto più dinamici e rappresentati nel momento della morte (forse per minimizzare l'effetto su noi poveri vecchietti li hanno coperti con una cappa scura per non farceli vedere nella copertina pubblicata. Al trimo hanno addirittura TOLTO IL CAPPELLO! E non si capisce PERCHÈ? Non c'era alcuna scritta in quel punto! Hanno l'ordine di creare spazi vuoti dove inserire eventuali "patacche" all'ultimo momento? Il sicario sulla sinistra, nella copertina di Villa, viene mostrato quasi volare all'indietro, si "sente" l'impatto del piombo di Carson. Nella copertina pubblicata sembra gli sia caduta la pistola e sia chinato avanti a cercarla... Villa gli aveva dato una copertina fantastica ed estremamente dinamica, che oltretutto con quei colori avrebbe "spiccato" un sacco di edicola, e magari vendeva qualche copia in più. Ma non sia mai, tutto deve avere gli stessi colori smorti, le copertine non devono mostrare dinamismo (un cappello che vola via, signora mia, poi vengono infarti ai lettori che si svegliano...), per riuscire a banalizzare tutto così devono aver fatto gli straordinari... C'è in generale un desiderio di "cupezza", di buio, come se avessero l'ordine "niente colori accesi e vivi in copertina, questa è la veglia funebre per Tex, mica un matrimonio". Anche in questa... Hanno tolto il nero del cielo per metterci un viola mogio e triste (che hanno ripetuto al suolo, per aggiungere monotonia), ma il nero serviva appunto a contrastare di più l'illuminazione molto forte di Tex e Carson. Il suolo ha un colore innaturale perché MOLTO illuminato da una luce artificiale, il senso della copertina mostra Tex e Carson in azione non nel "normale" buio di un villaggio del Texas ma in una grande città dove c'è già la luce elettrica. E inoltre, la camicia di Tex pur rimanendo del quel tipico "giallo canarino", mostra una TRIDIMENSIONALITÀ data dalle ombre e dalle sfumature, SEMBRA DAVVERO UNA CAMICIA VERA! Quella è la prima cosa che hanno "piallato", hanno tolto tutte le sfumature per ridurla alla solita "camicia da cartone animato di Hanna e Barbera anni 60" (che oggi pure i cartoni animati hanno più sfumature e tridimensionalità della camicia fosforescente di Tex). E poi hanno spalmato del viola monocorde OVUNQUE, per eliminare ogni senso (adesso sembra che Tex e Carson siano in mondo viola, con il cielo viola, illuminato da un sole viola che colora tutto di viola) Ma per la serie "non c'è limite al peggio", vogliamo parlare di questa? La copertina originale è una scena davvero "western", Tex entra, con il viso corrucciato, fuori il tramonto, dentro l'illuminazione del locale. Ti aspetti che dentro, voleranno proiettili. Ti fa pregustare l'azione. E lì per rovinare una copertina così drammatica ci vuole talento, bisogna davvero esserci portati per la banalizzazione. Qui smorzare i colori non basta mica! Bisogna ingrandire l'immagine per TOGLIERLA DAL CONTESTO, togliere il tramonto e ridurla a "Tex passa da una porta" (e gli hanno pure cambiato l'espressione, dovrei mettere le due immagini una sull'altra per esserne sicuro ma non vorrei fossero intervenuti anche sul disegno del viso di Tex e non solo sui colori Ma davvero, ce ne fosse una che si salva... da anni mi lamento che le copertine attuali di Tex (così come le versioni "massacrate" nelle collane Tre Stelle e Nuova Ristampa) siano sempre banali, smorte, dimenticabili, e rimpiango le vecchie copertine degli anni 60-70 che saltavano subito agli occhi in edicola e ti dicevano "comprami, contengo azione, avventura, dinamismo, divertimento!". E davo anche un po' di colpa a Villa (che comunque non sceglie lui i soggetti) E invece è proprio la REDAZIONE che VUOLE E PRETENDE copertine banali, smorte, dimenticabili, al punto di eliminare qualunque elemento che attiri l'attenzione nelle copertine di Villa (pensando allo scempio fatto sulle vecchie copertine nei tutto Tex, non dovrei stupirmi. E questo è un andazzo di cui non posso dare la colpa solo alla nuova direzione, aveva iniziato Sergio Bonelli negli anni 80, e non ho mai capito perché volesse vendere di meno con copertine che si notavano di meno...)
    3 points
  6. Con l'uscita numero 210,viene ristampato il sesto blocco della serie Leopardo Nero (bellissima sia nelle storie che nelle copertine, fu la primissima serie che mi comprai originale, all'epoca costavano ancora poco, anche se per le mie tasche dell'epoca non era "poco" per nulla...) E viene ristampato quindi un albo che da solo, distrugge tutte le boiate, le falsità e le pinzellacchere sul Tex "banale" di GL Bonelli. Chi avrebbe il FEGATO, oggi, dopo SESSANTACINQUE ANNI, di pubblicare un albo della serie regolare di Tex in cui... Tex non compare MAI? Nemmeno in copertina? (tranne che nel logo sempre uguale, ovviamente) E non solo non compare Tex: non compare Carson, non compare Kit, non compare Tiger. Non compare nemmeno un alleato, tipo Gros-Jean: NON C'È UN "BUONO" in tutto l'albo! Perché il numero 16 della Leopardo Nero, pubblicato sessantacinque anni fa, "nei vecchi e ingenui fumetti di una volta", È UNA DISCESA ALL'INFERNO! Di cosa parla "La porta delle mille felicità" (il suo titolo originale)? Del capo dei "cattivi" della storia, Don Manuel, che va in cerca di aiuto a Galveston, a conferire con il suo "socio in affari", Wang, detto anche IL DRAGO NERO (uno dei tanti "draghi" che sarà affrontato da Tex). E lì Don Manuel si rende conto che, in fatto di malvagità... è un mero dilettante. Assiste infatti alla "punizione" per i superstiti dell'assalto a Tex... che sono fuggiti davanti alle sue colt invece di morire combattenso. È la punizione è appunto il supplizio della "porta delle mille felocità". In seguito, il Drago Nero affida un pugnale avvelenato a una donna, Minhu, sorella di uno dei sicari ammazzato da Tex. Lei giura di vendicarlo. Il veleno del pugnale, viene detto, è tanto potente che basterà un piccolo graffio per uccidere Tex. L'albo termina con Don Manuel che esce dall'Inferno e torna nella sua città. In sole 32 STRISCE (poco più di dieci pagine attuali) GL Bonelli ha descritto i nemici e i loro piani, ha creato una sequenza di un atmosfera incredibile... e ha "mostrato la pistola di Chekhov". Infatti, diversi albi dopo, Tex e pards si salveranno usando proprio l'infernale meccanismo di tortura usato qui. senza bisogno di spiegarne il meccanismo visto che si era già visto in azione. (oggi l'avrebbero comunque spiegato di nuovo e poi rispiegato in seguito per i non capenti) Per me queste dieci pagine sono un esempio di COME SI SCRIVE L'AVVENTURA, e dubito molto che i lettori all'epoca si siano lamentati "che non c'era Tex". Alla faccia anche della tesi Nizziana secondo cui "i lettori leggono Tex per vedere Tex mangiare patatine e fare battibecchi con Carson, la trama non gli interessa". Forse i SUOI lettori, che infatti penso siano quelli che si lamentano di più se Tex non compare per 20 pagine... (impietoso purtroppo anche il confronto con le sette cinesi "politicamente corrette" di Boselli, in cui la punizione per un sicario che ha fallito è semplicemente... un mese senza dolci, perché sta ingrassando! )
    3 points
  7. In realtà è una 128 berlina verde del '74! Mi piacerebbe potermi vantare, ma la dura realtà è che sei anni fa l'ho venduta, prima che cominciasse a perdere i pezzi per strada, ma da quel che so è stata restaurata e gira ancora! Ora ho un'altra simpatica vettura, andata fuori di produzione proprio dal 2025 e da quel che sento comincia a essere un pezzo da collezione tra gli appassionati di utilitarie giapponesi.
    3 points
  8. https://youtu.be/y0fP0X5ciwo?si=II0wP-R-QUAECaO-
    2 points
  9. Segnalo in via aneddotica quest'intervista a Claudio Villa. Al minuto 48:30 discute una sua copertina su un recente Maxi Tex, mostrando prima la sua colorazione e poi quella effettuata dalla SBE. La reazione del pubblico è piuttosto eloquente...
    2 points
  10. Grazie e complimenti per quello che hai scritto. 1
    2 points
  11. Amico d'infanzia della moglie di Giovanni Romanini, ho avuto modo di parlare con lui in maniera approfondita della lunga gestazione del Texone. Ricordo che oltre che collaboratore, ma in questo caso dovremmo dire coautore, di Magnus, Giovanni per era forse l'amico più intimo. Ebbene, da quello che ho appreso Magnus era totalmente coinvolto nel compito, quasi stregato, sicuramente molti altri pensieri, non tutti purtroppo, non incidevano minimamente sulla realizzazione di questo capolavoro. L'unico crucci di Magnus, paradossalmente, all'inizio fu disegnare i cavalli che gli venivano sempre grotteschi, compito che infatti affidò a Romanini. Nei particolari degli esterni di quelle tavole Magnus ci mise tutto il mondo che aveva intorno a sé a Castel del Rio. Senza spingermi troppo oltre e senza fare parallelismi perché sarebbero inopportuni non avendo conosciuto direttamente Magnus, una persona molto religiosa che conosco, afflitta da un male forse incurabile, ha iniziato a cercare di perpetrare la natura con fotografie e acquerelli ringraziando il Cielo per averle fatto comprendere la grandezza del creato In una qualche scala e senza tirare in ballo il sovrannaturale, Magnus ha creato qualcosa di grande e non sono state piccolezze della vita a interferire nel suo lavoro.
    2 points
  12. Beh, ma un albo attuale sono 110 pagine, qui tu stai parlando di meno di 11 pagine in cui non compare Tex. Questo non lo si può sapere, qualcuno che si lamentó probabilmente ci fu anche all'epoca. Io trovo molto difficile fare confronti tra il Tex attuale e quello dell'epoca. Oggi Tex esce per inerzia, esce da così tanto tempo che non si può fermare (finché vende). Rispetto ad un tempo oggi lo leggono quattro gatti affezionati, è una pubblicazione culturalmente irrilevante, ha smesso di esserlo tanti anni fa. Il Tex di cui tu parli invece era ancora sulla cresta dell'onda, stava facendo la storia albetto dopo albetto. Ma quel tempo è molto lontano, un'altra epoca. Tu stesso mi pare di capire che non lo compri più regolarmente, eppure ti accanisci.
    2 points
  13. Grazie veramente a chi ha curato questo lavoro. La fascia 700 si segnala per me per storie ottime (figlia di Satania, navi perdute, Rick Master), alcune delle altre non le ho lette, una valutazione a parte sul finale di Mefisto e C. ambizioso ma non del tutto riuscito, altre storie meno riuscite e tanti troppi riempitivi. Gli ultimi Nizzi deprimenti soprattutto il soldato fuggiasco, troppi Ruju dopo le 4 vedove fiasco clamoroso di un soggetto che per riuscire avrebbe avuto bisogno di un coraggio estraneo alle regole canoniche se ci resti dentro non può che fallire miseramente come è stato. Le speranze sono riservate a molte storie di Boselli già annunciate e la cosa che preoccupa è che oltre non si vede molto altro all'orizzonte salvo qualche segnale incoraggiante da quanto scritto altrove da Giusfredi e Barbieri. Il vero scrigno prezioso ad ora è tex willer non la regolare. Sui ritorni infine: sono contrario agli integralismi in ambo le direzioni sia niente ritorni che ritorni a tutti i costi. Higgings ebbene sì poteva esserci risparmiato Ma altrI ritorni perché no se son ben corposi. Dawn e Dallas inseme mi hanno deliziato. Come non attendere con grande curiosità Juan Cortina con Pedro e Miguel (I migliori caratteri inventati da Boselli per me), Lily Dickart, la misteriosa mrs Dark e naturalmente Lena e Donna? Boselli da a queste storie il respiro da ",commedia umana " che si sovrappone all'ambiente western ed è una grande pittura di caratteri e profili psicologici. Resta infine il quesito di che ne sarà di Kit Willer e Tiger Jack, ai box da molto tempo. Ogni volta che leggo che nella prossima storia "Tex e Carson vanno di qua Tex e Carson vanno di là" mi viene una sorta di apprensione mista a un vago senso di "viale del tramonto".
    2 points
  14. @ymalpas è molto più generoso di me nei giudizi, a volte di poco, a volte con voti positivi che meriterebbero un duello all'alba dietro il convento dei carmelitani scalzi (la "cavalcata..."). io guardo questa sequenza di storie che giudico in gran parte scarse o pessime... e mi rendo conto che non ce ne è manco una che giudicherei "bella". Alcune sono discrete o sufficienti, ma sono giudizi del tipo "vabbè, questa volta si sopporta" o "si riesce a leggere", mai una cosa tipo "che bella storia che ho letto" che invece capitavano una volta, magari fra una schifezza e l'altra di Nizzi, ma c'erano (e ci sono state fino praticamente a ridosso del 700). Da qui il mio voto "pessimo": un crollo qualitativo generale, che ha portato Ruju ben sotto al livello della mia sopportazione (le sue ultime non le ho lette), e Boselli... al livello che aveva prima Ruju. Non è "solo" un problema di mera stanchezza degli autori, o sovrapproduzione, anche se ovviamente avranno avuto la loro parte: ci sono dietro anche SCELTE EDITORIALI CLAMOROSAMENTE SBAGLIATE, con insulsi "ritorni", fastidiosissime retcon del passato che variano dall'insensato all'offensivo, e una serie di storie che a parte il fatto che spesso sono pure verbose o piene di scene tamarre... sono proprio il peggio per Tex sin dalle intenzioni! ("facciamo tornare Tizio, cerchiamo uno straccio di idea anche scarsa per farlo tornare, stravolgendo il suo personaggio!", "diamo una spiegazione per il fatto che il cappello di Tex in quella scena 50 anni fa si era spostato fra una vignetta e l'altra", o "prendiamo questa storia iconica e roviniamola, dai!") Ma dopotutto, lo sapeva anche Sergio Bonelli che certe cose stancano... Sergio Bonelli aveva cercato di fermare questa "ritornite acuta" che aveva preso gli autori (anche su Zagor aveva cercato di fermare i ritorni dei suoi vecchi personaggi), ma una volta scomparso lui... è tracimata la sua diga, e da allora sia arrivati in piena narrazione Marvel, "tutti tornano, sempre, e spesso). Guardo questo elenco di storie, e a parte quelle di Manfredi e Beneventi (e di Nizzi che ha problemi pure peggiori ma almeno non quello), Ruju e Boselli sembrano incapaci di frenare questa "ritornite"... vedo il ritorno di Bowen, la Figlia di Satania, Il ritorno di Mefisto, il ritorno del figlio di Mefisto, il ritorno della zia del figlio di Mefisto, il ritorno della Tigre Nera, il Figlio della Tigre Nera, il ritorno di Makua, il ritorno del Tenente Castillo, il ritorno di Montales, il ritorno di Manuela Montoya, il ritorno di Gros-Jean (2 volte!) il ritorno di Kathy Dawn, il ritorno di Dallas, il ritorno dei Chupacabras e il ritorno di "tutti gli alieni mai apparsi su Tex", e ben DUE "seguiti" infami che insultano le storie precedenti, mostrando che entrambe le volte nelle storie precedenti Tex era stato in realtà fregato come un fesso! Sono più capaci di scrivere storie, o fanno solo seguiti infami, remake e "ritorni di" o "figli di" o "il ritorno dei figli di"? Posso dire che i "ritorni di" e soprattutto certi "seguiti" e la massa di retcon MI HANNO SCASSATO LE BALLE? E il peggio è che non vedo segnali di risalita. Temevo per Tex un lento declino, e invece è arrivato un repentino crollo qualitativo, e uno stravolgimento di caratteristiche essenziali della serie. Poi, alcune note sparse... Questa storia è "l'araldo" del crollo successivo. In tante cose: torna Nizzi (e già qui siamo al masochismo acuto e la dimostrazione che chi dice che la proliferazione delle uscite non fa danni dice cavolate... hanno dovuto far tornare Nizzi, più danno di così...), con una storia BOCCIATA che stavolta VIENE APPROVATA (insomma, "oggi siamo più di bocca buona, va bene tutto!)... alla fine hanno sconfessato Canzio e dato ragione a Nizzi! ???
    2 points
  15. Grazie a @ymalpas per il prezioso lavoro fatto. Centenario di molto inferiore rispetto al precedente, secondo il mio modesto parere. Non mancano anche qui le storie ambiziose, ma che spesso, e per ragioni differenti, non raggiungono l'obbiettivo (vedi la seconda di Mefisto- a proposito quale doveva essere il finale originale, a cui hai fatto riferimento?- quella della Tigre Nera e anche quella delle Navi perdute). Un Ruju in decisa fase calante, con pochi guizzi oltre la sufficienza e tanta mediocrità (interessante solo Vancouver, ma con il problema che ferma il duello finale, per raccontarcelo in flashback, come se i lettori non sapessero che Artiglio d'Orso sarebbe morto). Interessante Guatemala, ma che si affloscia sul finale. Ricordo la bruttissima sequenza del periodo Covid: Il monaco, il pistolero Vudu, Manuela Montoya (per ragioni differenti davvero memorabile in negativo). Tante storie interlocutorie, e alcune che non ricordo affatto o inutili (i Chupacabras, Il pistolero e il bambino, le frecce dei nemici, i gemelli diversi, John Ware, lo scorpione, le vedove, Wolfman 2, Redrock 2 ), tante storie brutte (quelle di Nizzi in primis, ma anche i Bis, eccetto il primo Boselli Dotti). Vediamo come va a finire per un consuntivo finale...
    2 points
  16. Devi tener presente una cosa: La TuttoTex, la nuova ristampa, il TreStelle sono edizioni che partono da disegni originali oppure fotocopie di redazione per apporre migliorie o correzioni. Soltanto da qualche decennio le ristampe provengono dallo stesso file digitale servito a realizzare il mensile inedito (con perdita di qualità prossima allo zero). La ristampa anastatica ha come originale di partenza una copia da edicola, proveniente da una o più collezioni conservate probabilmente bene, ma che presentano tutte le imperfezioni dovute ai vecchi processi di stampa, all'usura dell'albo, all'invecchiamento di carta e inchiostro. Per fare un esempio pratico è come comparare un cd a una copia in cassetta (ma registrata da un trentatregiri in vinile): ha le stesse canzoni, ma dietro c'è una storia completamente diversa.
    2 points
  17. La storia comincia anche bene, in maniera molto tradizionale -certo- ma ben raccontata. Poi invece da pagina 70 alla fine solo PAM! BANG! PUM! Che due OO colossali!
    2 points
  18. Maxi modesto contenente due storie poco più che passabili. Disegnatori non adatti a Tex. Certo che tra Cossu e Diso nei maxi ci hanno fatto fare una notevole scorpacciata di disegnatori a dir poco indigesti per quanto mi riguarda. Siniscalchi poi non ci sta proprio col nostro ranger. Andiamo avanti così...
    1 point
  19. Ahaha una buona tecnica per andare incontro alla crescita esponenziale delle pubblicazioni, salvaguardando il portafoglio. 😃 Comunque 'I Tre Bill" meritavano l'acquisto caro Loriano.
    1 point
  20. Storia frizzante, si fa leggere con scioltezza e brio, credo anche in virtù di un'ambientazione western invernale molto suggestiva e di disegni semplicemente straordinari. Oggi come quarant'anni fa, il tratto di Civitelli, bianco, pulito, poco western se vogliamo, nonostante questo non smette di appassionare, di sapere emozionare. Non smette di proporre personaggi e luoghi credibili e efficaci, scenari nei quali il lettore si cala con disinvoltura, quasi tornasse in un luogo amico, tra vecchi companeros. E naturalmente la storia ne guadagna, vedendo esaltati i propri meriti e depotenziati i tratti meno felici, che anche qui non mancano, anche se attutiti da un bel ritmo e da un brillante comprimario.
    1 point
  21. Con tutto il rispetto per gli autori, né Cossu né tantomeno Siniscalchi sono adatti a Tex. Entrambi sono disegnatosi validi (Siniscalchi per esempio ha disegnato negli ultimi anni degli ottimi albi del "Commissario Ricciardi"), ma non c'entrano assolutamente niente con Tex: le tavole postate lo dimostrano. I Maxi, per quanto mi riguarda, (contrariamente ai cartonati alla francese) potrebbero smettere di pubblicarli.
    1 point
  22. Dopo il pensionamento di Diso é tempo di pensare al Maxi come a un appuntamento annuale, come era all'inizio. Una storia lunga tre albi normali come bonus autunnale, quando si preferisce stare a casa al calduccio e non si è ancora pensato alle strenne natalizie. Come Scascitelli col bis estivo, mettiamo Cossu fisso su questa collana e tutti sono contenti. Le storielle non indimenticabili vanno inserite nel Magazine o ravvivate da tinte vivaci nel Color.
    1 point
  23. E anche questo si lascia in edicola con grande soddisfazione!
    1 point
  24. Personalmente ritengo che la storia che mi appresto a commentare, è una delle vette del controverso terzo centinaio. Gian Luigi Bonelli sfodera un lungo episodio mantenendo un buon ritmo durante lo svolgimento e un piglio notevole. Sempre buona e d'impatto l'idea di soggetto di una setta criminale che estende i propri tentacoli su una grossa città e in questo caso trattandosi di New Orleans, assistiamo al recupero della figura dello sceriffo Nat Mac Kenneth e i richiami alla precedente avventura fluviale, contro "la banda dell'Asso di Picche" Milton. Seguendo un canovaccio noto ma sempre affidabile, l'autore ci accompagna fra le pagine, dove vediamo agire bari sui battelli, uomini del vudù e il misteriosissimo capo dalla maschera di ferro, coadiuvato dall'inquietante braccio destro Hanubi. Il lettore si appassiona e non sente l'esigenza di chiedere tante spiegazioni. In effetti perchè il capo si traveste in quel modo pittoresco? Da dove viene Hanubi? Che legame c'è tra la leadership e il vudù che di solito erano alleati di Mefisto e company? Come mai fior di delinquenti che traccheggiano il racket e il gioco d'azzardo si assoggettano a due misteriosi individui spuntati dal nulla? A dire il vero, appena si scopre l'identità della maschera di ferro, sorge un'ulteriore domanda: nessuno si è mai accorto che dietro quel pittoresco travestimento si nasconde una donna? Ma se si evitano di analizzare questi punti, la storia diverte ed è di grande livello, così come spicca proprio la figura della villain, che già dalla prima apparizione si mostra una donna di spessore e poi avremo la conferma di essere un cervellino di prim'ordine, appena si scopre che è proprio lei il capo dell'organizzazione. Azione, agguati, pestaggi e tanto piombo fanno da padrone fra le tavole e i nostri pards in questi scenari si trovano a meraviglia. Come già accennato, il ritmo narrativo è buono, i dialoghi consueti e la gestione della lunga sceneggiatura funziona a puntino (aspetto non scontato nell'epoca di declino di Bonelli), ciò mi induce ad optare per un voto alquanto alto, grazie anche ai pennelli di Fusco che tirano fuori una prova grafica possente, corposa, molto azzeccata con la tematica. Sempre più a suo agio col personaggio, il compianto artista ligure mette a disposizione dell'episodio fluviale tutta la maestria e il calore del suo personalissimo stile e ne viene fuori un piccolo gioiellino grafico. Ho più volte ripetuto in altri commenti in passato, che col passare degli anni ho molto rivalutato Fusco e osservandolo con un occhio meno ingenuo rispetto a quando lo leggevo da ragazzino, riconosco che il suo valore è davvero alto e la dinamicità e potenza espressiva delle sue vignette ha pochi eguali. In quegli anni oltretutto il suo stile non aveva ancora conosciuto quella evoluzione che lo porterà negli anni a stilizzare un po' troppo i personaggi alterandone le proporzioni di stazza (Tex in primis) e sostengo che forse è proprio questa "l'età dell'oro" del talentuoso disegnatore. Ma per il resto l'espressività, il tratto caldo e personale, i suoi paesaggi magnifici (special modo quelli innevati del Nord) ci hanno accompagnato con felicità e spensieratezza negli anni migliori della saga e non possiamo che dirgli grazie. Il mio voto finale è 8
    1 point
  25. P.S.: Sul fumetto americano si trovano davvero un sacco di articoli ben scritti e ben spiegati, mentre sul fumetto italiano non c'è nulla... quindi io PRESUMO che usassero tecnologie simili. Ecco un bell'articolo che spiega come venivano colorati i fumetti (e le copertine) negli anni 60 negli USA. Ci sono informazioni curiose, tipo che il costume grigio di batman era R2B2 (25 rosso e 25% ciano) mentre il mantello di Superman era 100% rosso e 100% giallo, e che, prima che Neal Adams alla fine degli anni 60 non li spingesse a sperimentare, la DC effettivamente usava solo TRENTADUE colori, non utilizzando mai certe combinazioni (tipo quelle con giallo al 25% o 50%). https://scarysarah.medium.com/a-brief-and-broad-history-of-post-golden-age-pre-digital-comic-book-coloring-9fe9e386149a
    1 point
  26. Allora ritiro quanto ho detto rispetto alle scansioni di Villa (che a differenza di quanto sapevo consegna in redazione la tavola in bianco e nero e la fotocopia colorata): il grafico scansionerà il bianco e nero e poi pazientemente si metteranno a rifare la colorazione in digitale. Che poi si stravolga tutto per ordini superiori non è dato sapere, magari c'è già una serie di istruzioni a cui attenersi, di sicuro la camicia tutta gialla. Per la stampa a colori, tranne rari casi (tipo le copertine della collezione storica Repubblica in cui il blu e il titolo in argento erano a parte) viviamo ancora nella fase a quattro inchiostri. Soltanto la precisione di registro e tenuta delle sfumature è migliorata rispetto allo scorso secolo, oltre che alla definizione e qualità costante delle incisioni su lastra di alluminio anodizzato rispetto ai cliché in magnesio o le care vecchie pellicole. Che la copertina di Tex non attiri più il lettore occasionale posso essere d'accordo, ma per i vecchietti (come anch'io mi reputo) è molto comodo andare in edicola e puntare su quella specifica selezione di tinte, loghi e mi permetto anche stile nei titoli. Io vado (andavo) sempre a colpo sicuro e quasi mai ho adocchiato per sbaglio un TuttoTex o una Nuova Ristampa confondendoli con l'inedito. Quando compravo anche Dragonero dovevo invece perderci un po' più di tempo: dovevo cercare un logo sempre in color pastello o comunque chiaro con attorno una confusione totale di disegni piccoli e colori sbiaditi. Che l'epicità delle prime copertine sia dovuto alla nostra passione giovanile questo non posso affermarlo. A me rimangono tutte nel cuore almeno fino ai primi 199 albi (il 200 non è mai piaciuto). Chiediamo aiuto ai lettori più, giovani che sapranno dare un giudizio obiettivo. Sapendo che tante sono state ricalcate da manifesti cinematografici e copertine di romanz,i oltre che da vecchi albi d'oro un po' di magia si è persa... L'originale in bianco e nero (ma per me anche la fotocopia colorata a mano dal maestro) è arte commissionata. La copertina che avvolge l'albo... è una copertina!
    1 point
  27. No, Tarantino spiazza, Ruju è sì "tarantiniano", ma nel senso dei tanti, tantissimi che nei fumetti cercano di copiare solo le cose più esteriori. Vista la tamarraggine esibita e il suprematismo femminile, lo assocerei più a Zack Snyder...
    1 point
  28. Cliccando sull'immagine (a destra) si dovrebbero proprio vedere le scritte che indicavano quali colori modificare prima di passare alla fase di stampa.
    1 point
  29. Claudio Villa consegna in redazione l'originale in bianco e nero e una copia dell'originale a colori (con le ecoline). Il grafico della Bonelli lavora con gli originali. Per la sua pagina facebook invece Claudio scansiona le copertine con il suo scanner e ne fa un uso privato, indipendente, tollerato dalla Bonelli. Per il defunto Tex Willer Magazine mi è capitato di lavorare personalmente su delle tavole che mi indirizzavano certi disegnatori, immagini gigantesche che il processore stentava a gestire... Non lavorano cioè con degli scanner da quattro soldi! Probabilmente la colorazione rossiccia della pelle nelle copertine di Tex è dovuta SOLO a un'impostazione sbagliata della calibrazione del colore in fase di acquisizione, ma con Photoshop bastano una decina di secondi per ripristinare i colori originali (per chi lo sa usare, evidentemente). Potrebbe risponderti Carlo Monni da buon avvocato puntiglioso qual'è, probabilmente è una questione contrattuale regolata da clausole. Anche Galleppini lavorava con le copertine di cui forniva poi su foglio trasparente le indicazione di colore. Rispettavano le sue indicazioni? Albo d'oro n. 33 della prima serie, acquerello di Galep rispettato all'80%. Cartonato "Tex contro Mefisto". Si modifica il colore della camicia, il resto è identico alle tempere o ecoline di Galep. Per curiosità inserisco anche le indicazioni di colore per il progetto cartonato mai realizzato nei primi anni settanta, "Gli sterminatori", ma integralmente colorato a mano da Galep. Qui non abbiamo la possibilità di fare nessun confronto, ma è interessante sapere che comunque il disegnatore colorava le sue tavole per gli episodi (il numero 100, 200 e 300) che andavano in edicola a colori. Non credo di disporre di immagini delle tavole originali di Galep per i numeri centenari per fare il raffronto, devo continuare a frugare nel mio archivio, chissà mai che non saltino fuori. Di questa e altre copertine, di cui furono realizzate delle cartoline (credo), abbiamo una colorazione che non rispecchia quella dell'albo finito in edicola. Onestamente non saprei dire se la colorazione è tardiva (anni settanta o ottanta) oppure se è quella originale degli anni sessanta. In ogni caso è materiale d'archivio, disegno originale poi ripreso e corretto in redazione (si vede da certi dettagli, che potrebbe farmi optare per la seconda ipotesi. Non so se può interessare, ma ho altre di queste copertine in cui la colorazione differisce in maniera marcata rispetto agli albi, penso per esempio a "Il giuramento".
    1 point
  30. È ovvio che se fai riconoscere l'albo a chi non legge Tex, e gli chiedi qual è l'albo di Tex più riconoscibile, ti risponde quello dove è scritto bello grande "Tex"... Il senso della colorazione mogia, marroncina, uniforme, monocorde che si vuole su Tex, per me si ricava bene da questo altro confronto: O questo: O... Non è da oggi che la Bonelli rovina le copertine di Tex, e le rovina TUTTE, non solo quelle di Villa. Cosa è successo? Vallo a sapere, ma negli anni 80, con la "TuttoTex"... Sergio Bonelli cambia TOTALMENTE la strategia di vendita di Tex e lo stile delle copertine! Tex aveva avuto per anni copertine D'IMPATTO, con colori FORTI che SPICCAVANO IN EDICOLA. Come un giovane fumetto arrogante che si faceva strada schiantando la concorrenza! In edicola era normale VEDERE SUBITO TEX, e poi tutto il resto. Assurdamente, negli anni 80, Sergio Bonelli si convince che Tex "deve mettere la testa a posto". Basta copertine dai colori vivaci, nelle copertine il cielo deve essere sempre azzurrino, i colori devono essere "realistici", la camicia di Tex deve essere SEMPRE gialla, fino a cambiarle il colore in copertine "storiche"... Di fondo, temo che ci sia la sottovalutazione del lettore di Tex, visto come un vecchietto un po' rimbambito. Avete visto l'opinione che aveva di Tex Guido Nolitta, vero? Un incapace, prepotente e pomposo, che cerca di "nobilitare" con storie "più realistiche". E i lettori reagiscono "male" a storie "più moderne" come le sue? Mi pare comprensibile (anche se totalmente sbagliato) che si sia convinto che i lettori di Tex non volevano nulla di "strano" o di "originale"... o forse anche senza tani discorsi psicologici, magari riteneva che le copertine vivaci avessero fatto il loro tempo e bisognava "darsi un contegno" (quelli sono anche gli anni in cui Dylan Dog finisce sotto accusa, addirittura in parlamento, perchè "diseducativo"...) Di fatto, qualsiasi siano i motivi... inizia sistematicamente a... 1) Rovinare le vecchie copertine, distruggendone ogni aspetto interessante e banalizzandole. 2) Far mettere, nelle copertine nuove, colori e scene più anonime, dimenticabili. Questi sono stati gli "ordini di scuderia" per decenni. E mi sa che vengono seguiti anche adesso. Da chi? A quanto ne so, la scelta delle copertine non la fa il curatore (quindi non la fa Boselli) ma viene fatta ai "piani alti", quindi immagino da Masiero o Airoldi. E nessuno dei due è un grafico o un disegnatore (e nessuno dei due ha mai portato al successo un fumetto, aggiungo un po' velenosamente). Quindi penso che sia una somma di (1) abitudini aziendali ("sempre la cover più banale"), e (2) scarso senso grafico. Queste scelte dovrebbero essere fatte da un art director... se la Bonelli ne avesse uno!
    1 point
  31. Personalmente (e lo ripeto da tempo) le copertine di Villa vengono molto penalizzate dalle rielaborazioni digitali della redazione. Basti solo vedere il confronto impietoso dei vari panneggi della camicia di Tex, resi così piatti nella versione definitiva che quasi sembra sia un bambino a ripassarli a Photoshop. Per non tacere degli sfondi, quasi tutti rovinati da effetti poco accattivanti. Fossi in Villa, vedendo così "storpiati" fior di copertine che chissà quanto lavoro gli costano, mi rifiuterei di perdere pure tempo a colorarle. Quanto sono splendidi i suoi bozzetti però, signori! Villa è un fuoriclasse. P.s. Anche Galep, suppongo, veniva molto danneggiato dalle colorazioni piatte di decenni fa, ma paradossalmente allora con la poca tecnologia si poteva pure comprendere, ma oggi proprio non capisco questa sorta di sciatteria.
    1 point
  32. Il mio commento sarà pacato: i grafici della Bonelli sarebbero da mettere al muro. Villa, che è un disegnatore professionista, ovviamente sa scegliere benissimo la migliore combinazione di colori, mentre il grande quesito che muove i grafici sembra essere "come possiamo smorzare e appiattire le tinte di queste copertine?" (non so, magari hanno paura che dei colori troppo accesi possano impressionare troppo i lettori, visto che ormai sono tutti anziani) Ovviamente quelle di Villa sono solo delle prove di colore, quindi non so nemmeno se tecnicamente possano essere pubblicate, ma certo che fargli fare tutto quel lavoro a mano per poi banalizzarlo col computer è un bel controsenso: non fanno prima a fare colorare le copertine direttamente a lui?
    1 point
  33. I capolavori (o comunque le storie memorabili) in questi 6 anni dal 2019 al 2025 ci sono stati, ma al di fuori della serie regolare: Texoni: quelli di Carnevale, Villa e Dotti Tex Willer: Nella terra dei Seminoles, Pinkerton Lady, Il passato di Cochise, Fantasmi di Natale (più tante altre storie ottime) Cartonati: Pearl, La leggenda di Yellow Bird, La maledizione del Charro Negro Purtroppo nella fascia 700 si è visto soprattutto un calo di Ruju, con storie che partono bene e interessanti ma (quasi tutte) si afflosciano a metà. Nizzi che non doveva tornare. Manfredi in fase calante. Rauch e Burattini e Zamberletti senza alcuna ambizione. Boselli che osa e cerca sempre di fare qualcosa di nuovo, ma non con la brillantezza di un tempo. Storie migliori: Mefisto dei Cestaro (pur con finale non del tutto riuscito), Navi perdute, Vancouver e Rick Master (anche queste non prive di difetti), Agente indiano, Monte Rainer (siamo in pochi, credo, a cui è piaciuta ).
    1 point
  34. ymalpas, hai fatto un grandissimo lavoro
    1 point
  35. Ma il discorso è: Se dovete per forza far uscire qualcosa prima della pubblicazione normale, almeno fatelo bene. E il volume di Villa era fatto in modo perfetto. Questo no.
    1 point
  36. Storia da 6,5 con disegni molto belli di Bruzzo che ricordano il primo Ticci. Ci sono sicuramente dei difetti come il Flashback che causa confusione o le apparizioni improvvise dell'indiana, soprattutto quella nel finale fuori dal forte che è veramente assurda; concordo con chi ha rimarcaato l'atteggiamento dell'indiana che si dimostra troppo solare vista la tragedia capitatagli. Però la storia è sicuramente meglio delle "4 Vedove nere" il cui finale tra l'altro era semplicemente ridicolo. Riguardo alla pesantezza della lettura, ricordo varie storie di Boselli piene di salamelecchi o elogi mielosi/stucchevoli verso Tex e Carson che mi facevano chiudere l'albo tanto erano fastidiosi; come pure il risolversi di scene supercritiche come d'incanto, in maniera semplicistica. Alcuni mesi fa avevo letto un albo della serie Tex willer scritto da Boselli con disegni di Gomez dove Tex in un inseguimento diceva "se lo prendo gliene do' un sacco e una sporta"; questi sarebbero dialoghi in un fumetto western ? A mio parere il Nizzi migliore (fino quasi al 400) ha prodotto più storie di ottimo livello rispetto a Boselli così osannato.
    1 point
  37. Letto il cartonato alla francese... Niente da dire su disegni e colorazione, tutto molto bene; la storia a mio avviso è un pò fiacca invece, si legge per carità, ma non vi sono ragioni perchè rimanga impressa nella memoria per più di 20 minuti. Capisco che le pagine sono poche, ma sicuramente c'è chi è riuscito a sfornare qualcosa di più succoso in precedenza.
    1 point
  38. Particolare il personaggio di Angel, buffone di corte, che però sembra avere una certa saggezza tanto da ricoprire il ruolo di consigliere "non ufficiale" del Principe Nero. Nel finale farà fede al suo nome e morirà prendendo una pallottola destinata al proprio padrone. Non ci viene mostrata la sorte della città d'oro e dei suoi abitanti nel finale. Si da per scontato che la valle sia stata sommersa dall'acqua della diga, ma nell'ultima vignetta vediamo che questa in realtà non ha raggiunto i piedi delle mura esterne. Come Tex e Tiger, altri abitanti potrebbero essersi salvati e, chissà, ripresisi dal cataclisma potrebbero aver deciso di rimanere nella valle e ricostruire la città, in un clima di ritrovata pace. Non mi dispiacerebbe se Tex tornasse a fare un giro da quelle parti per una nuova avventura medioevaleggiante/rinascimentale in una delle prossime storie di @borden. È tornata la Tigre nera, sono tornati gli alieni, possono benissimo tornare il Duca di Medina e i suoi amici.
    1 point
  39. Non ho visto il video della "recensione". Già ne avevo pochissima voglia, poi vedo il titolo che parla di "sogno", e un lettore che "sogna" da sempre un crossover fra Tex e Zagor già è totalmente agli antipodi della mia visione del fumetto, della letteratura e del mondo. Così a scatola chiusa gli consiglierei gli attuali eroi Marvel, ma mi sa che sono molto più complicati, e si dovrebbe leggere ben più di due storie passate... Io ho sempre sperato che questo incontro non si facesse MAI, in particolare dopo aver visto i "crossover" precedenti della casa editrice, in genere penosi, sforzati e spaventosamente "cringe" (i due tanto esaltati crossover fra Martin Mystere e Dylan Dog sono imbarazzanti...). Gli unici che si salvano sono quelli "non ufficiali", dove invece di fare uno strombazzatissimo "mega crossover, la storia del secolo!" come si aspettava quel recensore, si infilava a sorpresa un personaggio nella storia di un altro (tipo le volte che Castelli infilava un invecchiato Mister No nelle storie di Martin Mystere) Forse è per questo che considero questa storia, di gran lunga, il migliore crossover mai pubblicato dalla Bonelli (e lo dico con sollievo visti i precedenti). Proprio perché NON segue le aspettative dei "fan dei crossover", e invece di fare il classico mega-crossover "speciale" dove magari combattono contro Mefisto ed Hellingen uniti, scambiandosi battute penose, questa è semplicemente "una storia di Tex Willer dove appare Zagor". Lo stile è quello della collana Tex Willer (e lo si capisce bene rileggendo le due storie di Zagor che introducono gran parte dei personaggi, anche tenendo conto degli anni che sono passati, Boselli sa che Tex e Zagor sono personaggi diversi, e li scrive diversamente). Ma è anche una storia in cui è Tex che si trova, da giovane, ad... entrare nella storia di Zagor. Cambiandola. Per me la storia è perfettamente comprensibile anche senza aver letto le storie di Zagor precedenti. Certo, chi lo fa conosce meglio la storia dietro ai personaggi, le tavole iniziali dedicate a Lupo Grigio colpiscono di più, ha già una carica di antipatia per Burnette da pensare "ma perché non lo fanno mai fuori?", ma tutto quello che gli serve è già descritto i questa storia. Chi le ha lette però ha letto una storia di ripetuti fallimenti, sconfitte, e di momentanee vittoria che non cambiano il risultato finale, già noto al lettore. Tex cambia le carte in tavola. Mentre Zagor nelle sue avventure passa da botta in testa a botta in testa, da errore ad errore, da tragedia in tragedia,... "Tex arriva e le suona a tutti". Quando arriva lui la folla di assassini viene falcidiata in pochi secondi, i cattivi vengono puniti e pestati... da questo punto di vista fa un po' ridere che i fan di Zagor dicano che è un personaggio "con più fantasia"... a parte che in Zagor ci finiscono "citazioni" di tutto mentre su Tex il sovrannaturale è più originale, cosa sono mostri, robot, alieni, demoni etc di fronte al trionfo della fantasia di un mondo in cui il bene vince e i cattivi vengono puniti? (È anche per questo che il Tex di Nolitta diventa più "mogio e realistico", Nolitta può anche metterci gli alieni, ma non è in grado di fare quel balzo di fantasia necessario per scrivere Tex, una serie in cui, incredibilmente, il bene vince e i cattivi vengono puniti). La sua presenza cambia totalmente il tono di questa storia rispetto alle precedenti, anche se sono dello stesso sceneggiatore. (certo, non arriva a cambiare il corso della Storia, ma solo... lo stile a l'atmosfera della storia. A fumetti) Lo stesso Zagor viene "texianizzato", come succedeva ai licantropi che per entrare dovevano mettersi le pattine e diventare Diableri. `E meno impulsivo di come viene descritto nella sua serie, e il cambiamento non pare essere dovuto solo ai capelli brizzolati. Manca Cico, mancano le spacconate da marcantonio (quando colpisce Tex, questo cade a terra lì davanti, e solo la prima volta. Nella "zagoriana" storia precedente aveva colpito un tipo che pesava il doppio di Tex e gli aveva "fatto fare un volo di almeno 8 metri"...). Questo farà immagino strillare quelli che volevano il "crossover alla Marvel", ma è invece l'unica maniera di non tradire entrambi i personaggi: nei tipici "crossover" bonelliani, entrambi i personaggi di solito sono ingessati, fuori posto, out of character: qui, proprio nel "renderlo texiano", Zagor diventa un VERO personaggio nel mondo di Tex, e ti appassioni a leggerne le vicende invece di farti domande infantili su chi è più forte... In tutto questo, risulta un po' fuori posto, come giustamente ha già sottolineato @Gabriele Cozzi l'accenno alla profezia dalla storia "giovanile" di Boselli "il segreto degli Anssazi", in cui, fra un robottone, astronavi aliene, computer telepatici, etc a Zagor viene predetto il futuro "capo bianco dei Navajos". Ecco questo è proprio il tipo di collegamento spaventosamente "cringe" tipico di quando si incrociano i personaggi Bonelli, e riportarlo qui appare davvero fuori posto. (oltretutto, non ha davvero senso che Zagor si ricordi dopo più di vent'anni una frase buttata lì sui Navajos...) Per il resto: Piccinelli si conferma un ottimo disegnatore, anche se continuo a considerarlo il copertinista sbagliato per Zagor. Qui "contagia" un po' Dotti, che come avevo già scritto confeziona la più brutta copertina che abbia fatto finora per Tex Willer (e la massa di scritte e patacche non aiuta). La stampa della mia copia è senza sbavature, evidentemente sono anch'io un raccomandato! Il finale è vero che lascia aperte vicende su cui sarebbe possibile scrivere altre storie, ma si tratta di vicende in cui il peso della "Storia" sarebbe pesante: perché lo sappiamo tutti come finisce davvero la storia di Cynthia Ann Parker. GL Bonelli avrebbe potuto magari fo***rsene e scrivere una storia in Tex prende a cazzotti in bocca la "storia ufficiale", ma dubito che Boselli lo faccia (anche se farebbe ancora in tempo a stupirci... )
    1 point
  40. Neanche lontana parente della bella avventura con lo stesso personaggio, scritta sempre dallo stesso autore, questa doppia ci offre un tema classico, quella del ribelle indiano (apache, nell’occasione) che vuole riunire attorno a sé giovani di varie tribù per muovere guerra all’uomo bianco, e la unisce al tema della vendetta. Ne esce un Makua in tono minore, che risulta persino antipatico, a riprova del fatto che, probabilmente, non era un personaggio da riutilizzare, o almeno non in questo modo. Anche Font regredisce rispetto alla precedente prova oltre che rispetto al suo standard. Voto alla storia: 6,5 Voto ai disegni. 7
    1 point
  41. Nolitta non aveva Tex nelle sue corde... Neanche Nizzi all' inizio,ma Claudio aveva maggiore capacità nel tessere le trame e, soprattutto, un talento straordinario nel creare i dialoghi tra Tex e Carson.Il Tex di Sergio è solitario,un disincantato eroe che a volte è troppo dubbioso nelle azioni da intraprendere.Tex invece è puro istinto razionale,agisce dopo un ragionamento ultrarapido.In questo Boselli è il più simile a Glb. Ma,c è poco da fare,il Tex di Nizzi del terzo centinaio è quello a me più caro, probabilmente perché sono cresciuto insieme a lui.chiudo l off topic
    1 point
  42. un texone abbastanza regolare, un bicchiere d'acqua quando non hai sete. Nizzi ha mestiere, sa scrivere, sa come far slacciare i cintuorini ai pards ma io credo che Tex non avrebbe mai risarcito i danni a un gestore razzista. Il Tex che piace a me lo fa rotolare dalle scale. Ma non è questo il punto. Una storia tutto sommato che poteva uscire a suo tempo e le perplessità del buon Sergio davvero non le capisco. Va bene le donne devono essere poche però non esageriamo. Nizzi tenta di variare la sua storia inserendo vari temi tutti insieme: dalla bella ereditiera spodestata al il complotto famigliare fino al solito paese soggiogato dalla classe di arroganti banditi vestiti da persone per bene. Nizzi è un autore legato al romanzo ottocentesco, e l'ha sempre ammesso, ma questa storia, purtroppo, è lenta e priva di grossi colpi di scena. Si lascia leggere (mestiere di Nizzi) ma non ha guizzi. Belli i disegni di Seijas.
    1 point
  43. Come hai detto bene, si tratta di una continuità che viene creata a posteriori proprio da Boselli. "Tucson!" è, se non sbaglio, l'unica apparizione di Tom Rupert in una storia di GLB. Non è che GLB si distraesse; è che, semplicemente, la cosa non gli interessava. Decisamente corretto. All'epoca, tranne sporadiche eccezioni, ogni volta che Tex capitava più di una volta in qualche cittadina lo sceriffo era sempre diverso e spesso sembrava comunque che fosse lì da una vita. Per la cronaca è giusto segnalare che Tom Rupert è menzionato anche in "L'uomo con la frusta" di Nizzi & Fusco ((n. 365 per la precisione). Va anche detto che in "bande rivali" ancora una volta lo sceriffo di Tucson è un altro. Magari la contraddizione può essere spiegata con la coesistenza del Town Marshall e del County Sheriff. In Italia i due termini, per antica tradizione, sono stati pressoché sempre tradotti con sceriffo. Solo una volta, almeno a mia memoria, Marshall è stato tradotto, correttamente da punto di vista letterale ma un po' incongruamente nel contesto con "Maresciallo", nel film "Ombre rosse" . Quando non lo si traduce con sceriffo, di solito lo si lascia in originale. Il Marshall aveva come giurisdizione i confini cittadini e lo sceriffo l'intera contea. Nel caso di Tucson all'epoca di Tex c'erano sia il city Marshall che lo Sceriffo della Contea di Pima di cui Tucson è il capoluogo.
    1 point
  44. Mio padre seguiva Tex da quando usc? nel 48 e sono sicuro che sarebbe stato felicissimo di acquistare il colortex, io lo seguo solo dal 76 e sono stracontento che quest'anno ne escano due di colortex... criticate le copertine, ma io a volte penso che a tutti voi amanti del b/n o anche solo critici verso le colorazioni non "fatte bene" (le chiamo così da inesperto) dovrebbero farvi solo copertine in b/n , ma sono convinto che Gianluigi sapeva bene l'importanza del colore ed il suo valore...
    1 point
  45. Eccomi qua a commentare questa storia. Comincio col dire che all'inizio sono rimasto piacevolmente sorpreso: la storia parte con un buon ritmo e la sequenza della rissa nel saloon è ben coreografata. Leggendola e leggendo anche buona parte dei dialoghi sembrava di essere tornati al Nizzi dei vecchi tempi. Purtroppo l'impressione è durata poco. Il Nizzi dell'epoca in cui la storia è stata scritta era ancora abbastanza dotato di un certo mestiere e si vede, ma stava già percorrendo la parabola discendente. Non sono tra quelli che considerano lo slacciamento dei cinturoni un male assoluto, ma qui è del tutto gratuita ed ininfluente allo svolgimento della storia. Completamente fuori personaggio, poi, il fatto che Tex paghi i danni al gestore razzista. La motivazione data e cioè che Tex non vuol far sapere che lui ed i pards sono rangers non regge. Infatti, solo poche pagine dopo Tex scopre tutte le carte proclamando ai quattro venti di essere un ranger. In ogni caso, il fatto che all'epoca il gestore fosse autorizzato a non accogliere chi voleva e che la discriminazione contro indiani ed altre minoranze fosse legale e legittima (la cosiddetta dottrina del ?Separati, ma eguali? affermata dalla Corte Suprema sino al 1957 circa) non ha mai avuto importanza per Tex in precedenza. Alla buona sequenza dell'entrata nell'ufficio del notaio (a proposito, ma qualcuno alla SBE si metter? mai in testa che negli USA, Louisiana a parte, non esistono i notai come li conosciamo noi?) si contrappone la sequenza in cui i pards lasciano l'ufficio sotto la minaccia dello sgherro del notaio. Il Tex che conosco io sarebbe sè andato via, ma avrebbe disarmato lo sgherro e lo avrebbe pestato di nuovo, giusto per ribadire chi è e che non se ne andava per paura o simili. Per il resto, la storia prosegue con interminabili sequenze di chiacchiere fino ad un'unica vera sequenza di azione, che da sola non basta a risollevare il tono. Taciamo poi del fatto che durante la scena del primo colloquio con la matrigna cattiva Tex viene zittito dallo sceriffo come se fosse un cowboy qualunque e che certi personaggi potenzialmente interessanti come il vicesceriffo non vengono minimamente sviluppati o perfino utilizzati. Insomma, se è pur vero che non la si può definire propriamente una brutta storia, è anche vero che è irrimediabilmente noiosa ed anche questo è un peccato grave per qualunque storia, chiunque la scriva, a mio parere. Il soggetto della giovane defraudata dell'eredit? di per se, infatti, non è malvagio, ma è sviluppato senza mordente. Tex non è ?La casa nella prateria? e necessita di una robusta dose di azione che non sarebbe stato difficile inserire se solo lo si fosse voluto. Tuttavia, anche se posso capire certe perplessit? di Sergio Bonelli, devo dire che non giustificano il posponimento della pubblicazione sino ad oggi. Altri Texoni in lavorazione contemporaneamente a questo (originariamente previsto per il 2003) e per la precisione quelli di Kubert, Brindisi e Sommer erano, come storie, di livello almeno pari, se non inferiore a questo eppure sono stati pubblicati senza problemi, per tacere di storie decisamente peggiori pubblicate anche sulla serie regolare e non solo. La mancata pubblicazione trova, a mio modesto parere, solo nell'ostinazione di Sergio. Sui disegni c'è poco da dire: Ernesto Garcia Sejias è un bravissimo disegnatore e si vede. Il suo stile ricrea un'atmosfera che rimanda ai film western degli anni 50 ed ai telefilm degli anni 50/60 e questo per me è un pregio. Già in questa sua prima prova mostra di trovarsi a suo agio con Tex ed i pards.@Ymalpas. Per quanto ne so, il solo rifacimento che è stato fatto riguarda solo la trasformazione di alcuni personaggi femminili in maschili. Sospetto che gli interventi riguardino la famiglia presso cui va a stare Katie quando si trasferisce in paese ed un abbruttimento dell'assistente del dottore. Il resto della storia è rimasto sostanzialmente inalterato ed il Texone non è stato più toccato dal 2004, quando è stato letterato da Monica Husler.@Virgin. Secondo me ti accontenti di poco. Io personalmente spero di non leggerlo più un Tex così, nel senso che spero di leggere un Tex con più grinta e che sia meno poliziotto e più guascone. P. S. Non capisco come si possa dare 8 a questa storia. Allora a ?Sei divise nella polvere? bisognerebbe dare 15, perchè 10 sarebbe insufficiente.
    1 point
  46. Che è poi quello che, a quanto ho sentito dire, era stato proposto in una riunione redazionale, proposta poi accantonata, a quanto pare perchè si volevano evitare eventuali proteste di Nizzi per lo starvolgimento del suo lavoro. Infatti. La definizione di Ticci (che ha avuto l'opportunità di leggere in anticipo la storia, visto che è stata letterata da sua moglie) di un incrocio tra "Piccole Donne" e Perry Mason, era sicuramente esagerata, visto che la parte processuale era limitata a solo due pagine, ma di certo quello che ha latitato in questa storia è stata l'azione vera.
    1 point
  47. Su questo sono pienamente d'accordo con te- l'ho scritto a chiare lettere nella mia "recensione" Una sola sparatoria, tra l'altro brevissima, è davvero troppo poco per una storia di Tex. Avessero tagliato un bel p? di dialoghi qua e l', avessero aggiunto almeno una decina di pagine di sparatorie, e, secondo me, saremmo stati a cavallo. E c'erano tutti i presuppoosti, per un finale scoppiettante, dato che il paese era in mano a degli autentici "avvoltoi" (il riferimento alla bella storia di Nizzi dei nn.296-297 è voluto ) muniti di killers e pistoleri al loro servizio.
    1 point
  48. Storia di ordinaria amministrazione e come tale va valutata. La trama è estremamente semplice: c'è un traffico di fucili destinati a bande Comanches ribelli e Tex e soci sono incaricati di stroncarlo. 1) Tex individua subito la mela marcia in Floyd, agente indiano dei Comanches, e lo sbatacchia per bene non una ma ben due volte. Memorabile la scena in cui viene trascinato da un cavallo in corsa. Una forma di supplizio che in seguito non sarà risparmiata nemmeno a Tex stesso. 2) Facciamo conoscenza di Jim Corbett, simpatico ufficiale. Con pochissime eccezioni, nella saga di Tex gli ufficiali con grado superiore a capitano sono in genere: ottusi, arroganti, boriosi o tutte queste cose insieme. I tenenti e capitani ?positivi? dovrebbero, quindi, augurarsi di non essere mai promossi, perchè sono a rischio di una brutta fine. Il tenente Corbett reciter? un ruolo decisivo nella battaglia finale con i Comanches ribelli 3) In questa storia, Tex si fa aiutare non solo dai canonici tre pards, ma anche da un gruppetto di Navajos. Da ricordar quello, di cui ora non ricordo il nome, che, morso da un serpente preferisce lasciarsi morire piuttosto che farsi scoprire dai ribelli mettendo i n pericolo Tex e gli altri. 4) Debutto di Virgilio Muzzi come disegnatore completo. A questo punto (siamo nel 1960) alla Araldo si sono arresi: non bastano più gli aiuti estemporanei come quello di Francesco Gamba (peraltro sempre più indisponibile perchè impegnatissimo col ?Piccolo Ranger?, tanto che di l' a breve si render? necessario arruolare altri disegnatori per quella testata per dare respiro a lui) o far fare a Muzzi le chine delle matite di Galep, occorre affiancargli un altro disegnatore in pianta stabile. D'ora innanzi e sino al cambio di formato del 1964 (con il passaggio da 32 ad 80 pagine a striscia) Muzzi disegner? in media una storia ogni 3 o 4. 5) Approfittiamone per parlare di Muzzi, disegnatore ingiustamente sottovalutato. Non ho difficolt? a riconoscere che no nera tra i miei favoriti, ma col tempo ho imparato che la sua "colpa" consisteva principalmente nell'essere lento per gli standard dell'epoca. Era costretto a lavorare a ritmi massacranti e per questo i suoi lavori dell'epoca hanno quest?aspetto da ?tirato via?. Se avesse potuto lavorare coi ritmi di oggi avrebbe prodotto tavole decisamente più interessanti, almeno a giudicare dalle illustrazioni che fece per i volumi di ?cavalcando con Tex?. Devo inoltre dire, che curiosamente, alcune delle storie del passato a cui sono più affezionato le ha disegnate lui. Per esempio: "La caccia" o "Il cacciatore di taglie". clap
    1 point
  49. Dopo l'avventura che vedeva Tex e Tiger nelle selvaggie terre dei Cani Rossi, Gianluigi Bonelli si prese una licenza dalle classiche tematiche, regalandoci una storia "atipica", ambientata in una valle dove l'era dei Conquistadores non era ancora tramontata. Dalle strane parole dei Cani rossi superstiti, Tex e Tiger decidono di indagare e partire alla ricerca di questa strana Città D'oro. Ciò che mi ha sempre colpito, è lo strano pessimismo (degno di un Carson), con cui GLB, ha caratterizzato Tiger in questa storia. Fino all'arrivo alla Città D'oro, cerca di far tornare indietro Tex. La storia è comunque, secondo me un capolavoro di fantasia, rientra in quel filone di popoli misteriosi che il nostro Ranger, incontra ogni tanto. Mi viene in mente i russi, i vichinghi, tanto per dirne solo alcuni. Bellissimi i disegni di un Galep Particolarmente ispirato, nel raffigurare i Castelli, giardini interni, le armature, i vecchi archibugi che sparano solo un colpo. Caratteristiche le varie figure che incontriamo, tra cui spiccano:-l'oscuro Principe Nero, che tiranneggia, ovviamente sulla popolazione- Angel, il buffone di corte. -------> Angel tu non vieni ad assistere alla decapitazione? No trovo più interessante tirar accordi dalla mia mandola. :) (GLB era inimitabile)- Nostradamus, colui che scrive l'oroscopo del Principe Nero, ucciso poi a fil di lama.: Duca di Medina, l'uomo giusto che guider?, insieme a Tex e Tiger, la rivolt? per rimpossessarsi del trono. La storia, con finale di distruzione, può comunque sembrare tutto un sogno, Tex e tiger gli unici due che scampano al disastro. Ma non importa, la fantasia e la maestria di GLB, prevale su tutto. Oggi ce le sognamo storie di questo tipo, ci pensate che coro di proteste nascerebbero?? Se solo con Omicidio In Bourbon Street, qualcuno a criticato con lettere la SBE, per una storia fuori dai canoni?Voto 9 sia alla storia che agli stupendi disegni di Galep.
    1 point
  50. Che bella storia! Ma sopratutto che bei disegni! Indiani cattivi che mostrano tutta la loro ferocia, (vedi la seconda vignetta di pagina 23, la terza di pagina 56.) Un ranch che non sfigura certo con quello de "Bonanza" o "Ai confini dell'Arizona", fantastica l'inquadratura di pagina 46 prima vignetta. Inseguimenti, assedio da gustare pagina per pagina, dall'inizio alla Davvero disegni perfetti, fantastici... E quello era "solo" il "primo" Villa. Rileggendola ritengo che Villa dovrebbe disegnare più storie di Tex. e cedere le copertine a qualcun altro... Voto: Testo 7 Disegni 8
    1 point
×
×
  • Create New...

Important Information

Terms of Use - Privacy Policy - We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.