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  1. Cioè fatemi capire: @borden ci ha nuovamente mostrato il suo attaccamento tornando sul Forum (poteva tranquillamente non farlo visto la sua rispettabile scelta del passato) e gli si contesta di difendere il suo punto di vista? Cioè un utente può criticarlo (anche a volte non leggendo la storia oggetto della critica, o storpiando titoli a suo piacimento non avendo il minimo rispetto per il suo lavoro, perchè una storia può piacere o meno ma il rispetto non deve mai mancare) e lui non può far valere la sua perchè è un autore? Mi par di capire che si vuol far passare Mauro come una grande minaccia al diritto di critica, ma stiamo scherzando spero! Anzi son felice che sia tornato, poichè da tempo si notava una deriva di critiche non sempre costruttive, che senza contraddittorio avrebbero portato a esiti poco felici. Per informazione a chi vorrebbe nuovamente far passare il falso punto che qui siamo tutti succubi di Mauro, sono tanti anni che frequento il Forum e di sue storie ne sono state criticate tante, anche dal sottoscritto, eppure mica ogni volta l'autore ha perso le staffe o non ha accettato le critiche. Se fossi in qualcuno, qualche domanda me la porrei prima di "chiedere la testa dell'autore". Ha detto bene @Carlo Monni, rispettare le opinioni altrui è il miglior modo per guadagnarsi il rispetto e ultimamente non sempre accade. Poi se si vuole un Forum monopolizzato da dogmi e toni sprezzanti, fate pure, ma non stupitevi se ci sarà "Resistenza".
    6 points
  2. Volevo aggiungere 2-3 cose sulla gestione DYD Recchioni e mi scuso se Off-Topic (ma qualcuno aveva detto che era interessante). Ovviamente queste sono solo mie riflessioni e potrebbero essere piene di errori e di fraintendimenti, non avendo dati certi. PREMESSA- Su un blog Zagoriano Burattini risponde alle domande dei lettori e ne ricordo una molto interessante: ci sarà un nuovo Super Nemico per Zagor, come Mortimer o Nat Murdo? Burattini risponde: Non si può creare un personaggio a tavolino, ma bisogna costruirlo all'interno di una storia e poi capire se il personaggio piace ai lettori. 1-RR su DYD non ha pensato di introdurre solo un Super Cattivo, ma ha inserito 3 personaggi dall'alto senza essersi preso la briga di scriverne nemmeno una riga. Se pensate a Magico Vento (ad esempio) i personaggi cominciano a prendere forma (anche i due principali) dopo la prima decina di storie. I nuovi personaggi (Carpenter, Rania e Ghost) erano sagome di cartone calate nel tessuto di Dylan Dog senza avere lo spessore di personaggi (forse il miglior sceneggiatore di John Ghost è stato proprio Boselli che lo ha maneggiato in pochissime pagine nel crossover DYD- Dampyr, credo). Quindi tutte le buone idee che RR predicava (ritorno al passato, DYD deve trasmettere insicurezze e blablabla) non trovavano terreno fertile, perché lui, invece di scrivere 10-15 storie anche per impostare questi personaggi, continuava a predicare sperando che quelle storie le scrivessero altri. 2- La meteora. Anche sul sito di Fumettologica (ci sono due recensioni) ci si lamentava che le storie della Meteora (con tanto di strillo in copertina) non avessero una reale continuity e che fossero debolucce e attaccate al ciclo con 2 paginette all'inizio e 2 paginette alla fine degli albi. 14 albi di storielle debolucce hanno scontentato i lettori, un sacco di lettori. Il 398 e il 399 sono albi orribili, si sfonda la quarta parete (cosa fatta da più autori sin dal lontano 1986- uno dei primi fu Morrison con Animal Man- lo so che sto leggendo un fumetto, perché me lo devi far dire dai personaggi?) e i vampiri Nazisti sono una cosa così trash che nemmeno su Demon Hunter (gusti personali, anche se vorrei conoscere qualcuno che dice che sono una grande invenzione). 2Bis- Che poi DYD non è un personaggio che deve salvare il mondo. Nella Bonelli forse solo Nathan Never (ma non ne sono sicuro) salva il mondo. Zagor lo salva solo da Hellingen (se sbaglio Zagoriani accorrete), gli altri non mi risultano. DYD risolve il caso del mese. Nemmeno Xabaras vuole conquistare il mondo (ma anche qui dovrei rileggere 1-25-43 e 100). 3- Il numero 400 in quadruplice copia vende uno sfracello. Ovviamente perché molti ne hanno comprate 4 copie, altri due, altri 3... La storia è brutta (ma davvero la testa di Sclavi?) Qui però sorge il primo problema: molti lettori Bonelli (e quanti ne conoscevo), mollano i personaggi al numero 00. Al 100, 200... Etc... Cosa che se la so io, la dovevano sapere anche in Bonelli (Boselli- Borden lo sa, perché su Dampyr scrive sempre saghe che non terminano al numero 00, ma proseguono altri 2 o 3 numeri). E credo che dopo i personaggi di cartone, la meteora (crisi sulle terre di Dylan), le storie brutte, un sacco di gente scende dal treno dopo aver acquistato almeno 1 copia del numero 400, senza aspettare di vedere il nuovo ciclo (dopotutto il curatore ha cercato lo scontro con i lettori). 4- I pochi rimasti si ritrovano un nuovo DYD, in cui Bloch (mandato in pensione nel 338) rientra come Sovrintendente a Scotland Yard (altra grossa novità cancellata- quindi non era tutto rose e fiori il nuovo corso e ci si contraddice dopo 5 anni), è il padre adottivo del nostro (papà?), DYD fa citazioni fesse e si cerca di ricollegare i primi DYD a Dellamorte Dellamore (che non so che senso abbia, visto che ho riletto il libro un annetto fa ed è un libro cupo, disperato, violentissimo, che non ha un briciolo dell'umorismo di Dylan) e questi sono gli ultimi a scendere dal treno. Il nuovo ciclo credo che duri nemmeno 10 albi, tanto che la dirigenza Bonelli firma l'accordo con Vasco Rossi per cercare di risollevare la nave (RR dichiarò che l'accordo era stato fatto dai capi e non da lui). Il 401 e il 402 vengono ristampati in un volume cartonato, credo, e il curatore dice che l'idea sarebbe quella di ristampare l'intero ciclo 666 in un bel brossuratone. Credo però che quando sia uscito il numero 405, le vendite erano crollate così tanto rispetto ai numeri precedenti il 400 che una serie di progetti siano stati accantonati (il brossuratone). Il curatore si è lamentato del Covid e del non aver potuto fare promozione, (ma se nel 2020 le vendite di libri e fumetti sono aumentate, perché quelle di DYD sono crollate?- anche questo è un dato che andrebbe verificato) 5- La toppa peggiore del buco. Invece di scrivere 3 albi in cui si cancellano i personaggi (altra soluzione Marvel- DC - Oddio qualcuno sta riscrivendo il tessuto della realtà! Cioè, ma davvero? Su DYD?), bastava semplicemente dimenticarseli. Che fine ha fatto Satan, il cane di Tex? E' rimasto alla riserva. E se qualcuno avesse avuto una buona idea, avrebbe potuto utilizzarli (almeno i due poliziotti) di tanto in tanto o dimenticarseli per sempre. Ultima considerazione sul Fandom. Se DYD vendeva nel 2013 intorno alle 100mila copie e tu attacchi il lettore storico (come diceva Diablero), dicendogli che il tuo DYD sarà meglio di quello che loro leggevano da giovani, o sei un influencer che ha più di 2milioni di follower e speri che i tuoi lettori sostituiscano i vecchi, oppure se con 20mila follower (e devi sperare che ognuno compri tutte le uscite) arrivi e speri che risollevino il secondo fumetto più venduto d'Italia, forse è meglio cercare di tenerti stretti i 100mila che lo leggono, provando a fare del tuo meglio. Peccato che RR abbia cancellato i suoi profili social (tipo FB) altrimenti facendo dell'archeologia telematica si sarebbe potuto ricostruire tutto il suo periodo come editor.
    5 points
  3. Ieri mi sono letto il primo albo tutto d'un fiato e alla fine ho pensato: "Che bella storia! Finalmente un'avventura inedita, e per di più appassionante e ben scritta, senza lungaggini e con un buon ritmo, speriamo che i prossimi due albi rimangano a questo livello. Un western classico che mi ha ricordato un po' "Assedio al posto n. 6" (fatte le debite differenze), quindi sicuramente farà contenti tutti, anche i fan di GLB più tradizionalisti". Ingenuo che sono... Leggo il forum e mi trovo l'ennesima polemica sul nulla. SUL NULLA. Io tutti questi "dialoghi esplicativi" non li ho notati. Sono andato a rileggermi le prime pagine e... sì, ci sono un paio di baloons didascalici a p. 6 che potevano essere evitati e che appaiono un po' forzati, è vero ("Dalla prossima stazione ce lo rimanderanno indietro col corriere diretto a ovest" e anche "Dovrebbe andare nella mochila, ecc. ecc.), ma tutti gli altri dialoghi sono normalissimi e perfettamente funzionali alla storia. Quindi stiamo parlando di 2 balloons in una storia che ne avrà qualche centinaio! Se questo è il modo di giudicare una storia... E' come leggersi "Tucson" e, senza parlare dei suoi pregi, lamentarsi che nel secondo albo i dialoghi sono un po' prolissi (è vero, effettivamente sono un po' prolissi, ma chi se ne frega!). Insomma, a me la storia è piaciuta. Non sono molto d'accordo neanche sulla rivalutazione delle didascalie in Tex. Parlando in generale: se a volte non convincono certi dialoghi troppo pesanti, che si pretendano dialoghi migliori! Ma ritornare alle didascalie classiche (se non in qualche raro caso) non mi sembra una grande idea. Si vuole una narrazione più scorrevole in Tex? Le didascalie sì che la appesantirebbero! Berardi, Sclavi, Manfredi, Boselli nei loro risultati migliori hanno ampiamente dimostrato che si possono sceneggiare ottimi albi complessi, con tanti personaggi e bei dialoghi senza bisogno di didascalie. Sui tanti riferimenti geografici... Sì, in qualche caso GLB metteva una cartina (per es. nel sopra citato "Assedio al posto n. 6") ma la maggior parte delle volte no. In quante storie abbiamo visto Tex e Carson che discutevano se prendere la strada tal dei tali oppure quell'altra o l'altra ancora perché i banditi erano andati forse a X o magari a Y o chissà forse a Z, a meno che non fossero tornati indietro a W, prendendo la scorciatoia che passava da H. Qualcuno è mai andato a controllare la cartina geografica dell'Arizona? In questa storia ci sono una serie di stazioni del Pony Express una dopo l'altra verso Est. Tanto basta sapere. Infine un'ultima precisazione. Temo che non servirà a niente, ma la faccio lo stesso Lo speciale "Fantasmi di Natale" è una bella storia western ambientata alla viglia di Natale. C'è anche un fantasma e ci sono dei racconti fantastici narrati al suo interno. Non c'è niente di blasfemo nei confronti del Natale. C'è ovviamente un lieto fine: il bene trionfa sul male, Tex salva una ragazza in pericolo, ci sono dei bei rapporti umani tra sconosciuti che prima sembravano nemici e invece poi collaborano per il trionfo del bene. C'è una ragazza che prende coscienza di sé e capisce di avere un padre avido e insensibile a cui non vorrebbe mai somigliare. Il finale è ottimista ed edificante. Cosa c'è di male in una storia come questa se è ambientata alla vigilia di Natale? Persino i tre raccontini macabri - se uno avesse letto la storia - hanno un senso preciso e non sono fini a se stessi, ma anzi cercano di raccontare la Storia di quelle montagne, in cui davvero sono morti indiani uccisi dai conquistadores e alcune donne sono state considerate streghe, e poveri cercatori d'oro sono stati assassinati e altri hanno visto i loro figli morire di stenti Questi non sono racconti horror, è la Storia delle montagne dell'Utah. E, comunque, visto che alcuni non hanno letto "Fantasmi di Natale", una domanda: se "Colorado Belle (che tutti conoscono) fosse stata ambientata alla vigilia di Natale, sarebbe stato sbagliato, blasfemo o non so cos'altro? Sarebbe stata un'idea stupida solo perché c'era un fantasma? O perché a Natale si devono racconatre solo commedie brillanti? Se la risposta è sì, allora davvero uno è "bigotto". Bigotto= "chi scrupolosamente osserva le pratiche del culto senza afferrarne l'intima essenza religiosa".
    4 points
  4. Io l'ho fatto e non ci ho trovato nulla, ma proprio nulla di quello che dici. I personaggi non completano affatto le spiegazioni gli uni degli altri. C'è semplicemente un botta e risposta tra alcuni di loro che fornisce alcune informazioni essenziali ed altre meno. I soli due personaggi che completano il dialogo dell'altro sono i due fratelli che consegnano al Pony Express la lettera per la madre. Nessuno spiega a nessuno degli altri come funziona il servizio bensì fanno in modo che lo capisca il lettore ed in un modo che non è affatto invasivo e non disturba. Io voglio credere alla tua buona fede, ma è indubbio, per me almeno, che tu sei completamente accecato dai tuoi dogmi personali. E parlando di dogmi... Ma davvero? E chi lo dice a parte te? Su quali basi poi? Perché la tua opinione dovrebbe valere più di quella degli altri? Brutta gente i bigotti quale che sia l'origine del loro bigottismo. Io sì, e quindi? Il rispetto bisogna meritarselo, per esempio rispettando le idee altrui.
    4 points
  5. I giorni scorsi ero rimasto perplesso leggendo certi interventi in questo thread. Poi ho capito perché. Soffrivano di eccessivo recentismo. Forse certe analisi fatte nelle pagine precedenti valgono oggi, ma sino a tempi recenti la realtà era ben diversa. Mi spiego: venti/venticinque anni fa Tex acchiappava ancora i giovani. Tex Willer Online, sito e forum, fu creato da Nicola Cassolato quando questi aveva QUINDICI anni nel 1999. Nel forum c'erano diversi "vecchi cammelli", ma era pieno di giovani e giovanissimi, compresi molti minorenni. E certo, Tex aveva già oltre 50 anni e già allora si diceva che il western era un genere vecchio... Nel 2003 i due fondatori di spiritoconlascure.it , Alessandro Agueci (Axel80) e Paolomis avevano rispettivamente 23 e 20 anni. E pure lì c'erano tanti ragazzi e un importante quota di minorenni. E questo forum? Avevo 25 anni quando lo aprii e Tiziano era ancora più giovane. Quindi le due serie più classiche della SBE tiravano anche tra gli under 30. Il trend è continuato sino a una dozzina di anni fa... sino alla morte di Sergione. Uno spunto, anzi una palla da cogliere al balzo per formulare ipotesi su crisi e rilanci.
    4 points
  6. SPOILER SPOILER SPOILER Questo è uno Speciale davvero speciale, e non solo per la bella idea della bicromia. “È tradizione raccontare storie accanto al fuoco, la vigilia di Natale.” Possibilmente storie di fantasmi. Qui ne abbiamo tre, narrate da un vecchio cercatore d’oro con la barba bianca a una ragazza rapita e ai suoi tre rapitori che lo ascoltano in una misteriosa casa abbandonata tra i monti, mentre fuori la neve è fitta, il vento fischia ululante e il giovane Tex cerca un rifugio dal gelo. La prima, “La storia del fuggitivo”, narra di un uomo che non sa di essere morto, e giunge al “Last chance saloon”. “I miei avventori non parlano molto, - dice il barman, - ma forse non hanno più molto da dire”. Sono i fantasmi di un padre che nella povertà ha visto morire il figlio di stenti, di una cantante da saloon a cui hanno spezzato il cuore per amore, di un indiano a cui i conquistadores massacrarono la famiglia, e infine di un uomo che non sa ancora di essere morto, ma è tormentato dal rimorso per aver ucciso durante una rapina. Sono gli spettri inquieti che popolano le Uintah Mountains nell’Utah. La seconda, “La storia della strega”, narra di tre banditi e una donna che giungono in una vecchia locanda e trovano uno strano libro in cui leggono (“dentro le storie c’è un’altra storia”) un antico racconto di streghe e conquistadores, di morti che ritornano. Un racconto che sembra fantasia finché non si scopre che il libro è maledetto, e i fantasmi e i mostri sono reali e uccidono. Così per un attimo il lettore ha l'impressione che siano morti i tre rapitori iniziali (“le storie si ripetono e si intrecciano”), ma no, è soltanto l'effetto del racconto pieno di tensione del cercatore d’oro. Eppure chi lo ascolta, con sempre maggiore inquietudine, comincia a pensare che ciò di cui il vecchio sta parlando possa essere reale… La terza, “La storia dell’ombra”, narra di un uomo che deve vendicare la moglie uccisa. Un uomo che neanche la morte riesce a fermare. La sua ombra continua a perseguitare i tre assassini della moglie, li ossessiona fino a indurli - in un crescendo di paura e angoscia - a uccidersi da soli. Anche questa è una storia di uomini spaventati e inetti, incapaci di ottenere quello che vogliono né di comprendere cosa è reale e cosa non lo è. Persino il vecchio minatore con la barba bianca, che sembra il fantasma di Babbo Natale, e che narra queste storie di paura, non è riuscito a ottenere quello che cercava (l’oro sui monti Uintah), ma in compenso ha trovato la morte per mano di tre banditi (ancora tre) e ora aiuterà Tex e i suoi due compagni d’avventura (sempre tre) a salvare la ragazza rapita. Non racconta storie per salvare se stesso (è ormai un fantasma), ma per aiutare chi ancora può evitare di morire, per fare un bel regalo di Natale a un giovane fuorilegge vagabondo e generoso, a un indiano in cerca di gloria e a un eroico agente della Pinkerton e consentire loro di liberare una ragazza che, oltre a salvarsi, comprenderà di avere un padre avido e senza cuore: “Vorrei essere un uomo per potermene andare di casa, vivere come voi.” Alla fine la capanna maledetta finisce in cenere, ma le leggende continueranno: “Ci sono storie strane sulle Uintah Mountains, Sesquemah me le racconterà strada facendo”, dice Tex il fuorilegge allontanandosi nel giorno di Natale verso altre avventure e nuove storie.
    4 points
  7. La pubblicazione, recente, del Tex inedito di Tarquinio, ha permesso per la prima volta di vedere associate alle tavole anche le pagine di sceneggiatura dell'autore. Si tratta di un evento eccezionale! La storia, messa da parte e ''dimenticata'', era accompagnata anche dalla sceneggiatura per permettere l'inserimento del lettering. Quindi, suppongo, GLBscriveva a mano o batteva a macchina i testi, i fogli erano dati ai disegnatori e poi ritornavano in sede per il lettering. Non tutti i disegnatori, infatti, avevano come Ticci (poi anche Civitelli) la brava Monica Husler a disposizione in casa. Che fine hanno fatto dunque tutti gli originali di GLB? A ) sono andati distrutti, anche per mancanza di spazio. B ) si trovano ancora alla SBE da qualche parte, anche in un magazzino fuori centro. C ) sono stati restituiti a GLB e quindi sono in possesso del figlio Giorgio. D ) sono rimasti in mano alle letteriste, forse da loro distrutti E ) sono in possesso del disegnatori, massimamente quindi della famiglia Galleppini. Nizzi, per esempio, conserva a casa sua tutte le sue sceneggiature rilegate. Questo lascia supporre che la SBE le restituiva comunque agli autori. Ma Sergio faceva lo stesso con il padre? Nonostante lo straordinario interesse che rivestirebbero questi testi, completi e non censurati, stiamo parlando di un fenomeno unico nel panorama letterario italiano come GLB, l'interesse verso questi originali è sempre stato scarso o inesistente. Nessuno si è mai seriamente posto la domanda. In una vecchia intervista GLB si lamentava che il primo letterista di Tex, Gino Rognoni, morto di sonno ( perche questo era per lui un lavoro secondario che svolgeva come Galep, con il quale condivideva l'appartamento, solo durante la notte), gli tagliava le frasi (non ci stavano nei balloon) o se le inventava talvolta di sana pianta, senza curarsi minimamente dell'importanza che questi testi avrebbero acquisito nel corso degli anni (erano strisce che non sarebbero durate a lungo, si pensava). Noto che le pagine di sceneggiatura che conosciamo, quelle poche della storia di Mefisto (ma ne ho visto anche di A sud di Nogales e di L'aquila e la folgore) sono venute fuori quando negli anni ottanta i primi studiosi hanno iniziato con i loro libri a studiare il fenomeno Tex e quindi a interessarsi ai due autori. GLB o la casa editrice evidentemente avevano il materiale a portata di mano. Possibile che siano andate davvero tutte perse? Il loro interesse è straordinario. Permetterebbe di gettare una nuova luce sulle prime storie di Tex, pensiamo all'enigma legato allo ''spadone' nel numero 4, storia censurata con una serie di strisce stralciate... Pensiamo anche a altri possibili testi forse censurati da Tea o Sergio perche ritenuti sopra le righe. Di cui non sappiamo nulla. E dopo il 1961, con il marchio di Garanzia Morale, con le nuove storie che uscivano già censurate, gli originali presentavano già una forma di autocensura, cioè GLB si era rassegnato? Qui può aiutare lo studio del linguaggio bonelliano nella storia di Tarquinio, con il numero di ''per l'inferno' o ''diavolo'' ecc che potrebbe essere superiore alla media del periodo. Comunque sia, lascio spazio alle risposte dei forumisti, magari facciamo un po' di luce su un argomento almeno per me piuttosto oscuro. Perché nessuno si interessa della sorte di questi originali? Fu Sergio a farli sparire perché temeva e chissà cosa ? Oppure si sono persi perché veramente erano ritenuti di scarsissimo valore? Sarebbe interessante una ristampa con i testi VERI come recentemente si vede con le versioni ultimate, uncut, uncensored nei film ? A voi. Inserisco qualche pagina di sceneggiature di autori che hanno scritto per Tex. Questi i quattro storici, che ho preso da una vecchia discussione andata deserta del 2020. Gian Luigi Bonelli Sergio Bonelli Claudio Nizzi Mauro Boselli Non ne ricordo molte altre in circolazione.
    4 points
  8. Non solo nei film d'azione. A sinistra: quando gli Apache sparano a Tex e Carson. A destra: quando Tex e Carson sparano agli Apache.
    3 points
  9. Ma sì dai, una storia inoffensiva alla fine. Il tutto è narrato in modo talmente "fanciullesco" che mi sono immaginato di leggere un fumetto western per ragazzi degli anni 50. Peccato che Tex in quegli anni rappresentasse proprio l'eccezione a quell'ingenuità, almeno come stile e toni, e che comunque fumetti come Capitan Miki o il Grande Blek erano scritti infinitamente meglio. Alla fine è Bruzzo che, chissà quanto consapevolmente, ci mette il tocco curioso, caratterizzando l'indianina quasi come una sexi-eroina di un fumetto degli anni 70, naturalmente dalle "potenzialità inespresse" in una storia di Tex. Ma che l'unico personaggo vagamente interessante della storia sia caratterizzato in chiave quasi trash almeno rende più giocoso il trash, quello sì del tutto involontario, dei copia-incolla alla carlona da altre storie di Nizzi. Oltre ad un'altra copertina di Villa anonima e generica, anteprima della prossima storia perplimente. Ancora false accuse, amori contrastati e innocenti in fuga?
    3 points
  10. Per interessare immagino interessi. (Guadagnare bene interessa sempre) Semplicemente, non abbastanza per leggerlo. Per un esempio non so quanto calzante (è un autore che ha una pubblica immagine molto costruita, quindi da prendere con le molle) per diverso tempo Roberto Recchioni (che non è un "nuovo" autore, pubblica da più di 30 anni...) ha prima detto che gli sarebbe piaciuto scrivere Tex, poi che stava scrivendo Tex. Alla fine la montagna ha partorito il topolino, di pubblicato c'è pochissimo, soprattutto uno speciale sul fratello di Tex... che è un omaggio al film Cane di Paglia. Cioè alla fine tutta questa voglia di "scrivere Tex" era solo "voglia di poter citare film anche in un western". Cosa che lo accomuna al 90% degli sceneggiatori attuali che vogliono solo "citare", dal citare Alien o Terminator su Zagor a citare Kirby su Nathan Never. Hanno fatto fare una storia breve a Antonio Serra. Cosa ha fatto al suo esordio (credo) su Tex? Ha citato Ken Parker. Ha omaggiato Ken Parker. Ha preso il Ken Parker di "Il Respiro e il Sogno" e ci ha messo Tex. Questo è quello che passa il convento oggi. Dovendo scrivere Tex, si rifanno a Ken Parker. Perché purtroppo ormai si entra dal fumetto "dalla porta fanzinara" di adorazione per Ken Parker e il "fumetto d'autore" per quelli cresciuti negli anni 80 e i Manga e i videogiochi per quelli anni 80. Scrivono come eterni bambinoni che rifanno le storie che hanno letto. E nessuno legge Tex. Tex piace al "grosso pubblico", quindi in questa ottica "elitaria" (ma de che?) è apertamente disprezzato. Non è purtroppo solo un problema dei fumetti, la crisi attuale del cinema e della TV per me è dovuto soprattutto ad un livello onestamente sconfortante delle sceneggiature, sono davvero pietose. Aridatece Whedon!!!!
    3 points
  11. Per me Bonelli ci portava per mano (una mano rude e ferma ma noi ci facevamo trascinare volentieri) nel SUO West. Era un universo simile a quello dei film perché le basi erano le stesse, con l'addizione dei romanzi e libri in inglese anche non western a cui noi non avevamo accesso. Presto questo West si arricchì di personaggi e situazioni neanche ben definite perché col tempo le cose si modificavano e sempre a nostro favore, ma restava sempre una epopea prima di tutto sempre avvincente e con l'episodio successivo quasi nessun altro "bagaglio" ci si doveva portare dietro. Da un certo punto in poi la collezione o la lettura di Tex poteva iniziare con qualsiasi episodio, continuare con gli inediti o col recupero delle storie precedenti. A me piaceva molto che Tex poteva affrontare con disinvoltura rapinatori di banche, indiani in rivolta, faccendieri di città, sette segrete o popolazioni isolate in valli sperdute, passare la frontiera e trovarsi nell'assolato Messico o nel freddo Canada e trovarsi di fronte nemici totalmente inaspettati. Le didascalie e le mappe erano punti immancabili, i dialoghi mai banali e spesso (davvero) divertenti e ogni tanto una piccola "lezione di sopravvivenza" con la lettura delle tracce, dei segnali di fumo, dei piccoli indizi che notavano l'astuzia degli avversari a nascondere le proprie mosse o quelle messe in atto dai pards per venire a capo della faccenda. Tutti questi "ingredienti" sono presenti anche nelle storie non scritte dal creatore? Si e no, ma spesso di vede che sono messe a posta, come un dovere nei nostri riguardi, quindi manca quell'istinto, nota distintiva di chi un giorno ha iniziato la serie. A me piacevano anche le incongruenze, specie dei disegnatori, donando una originalità oggi completamente perduta per il dovere di mostrare tutto come deve essere. Questa ovviamente è nostalgia.
    3 points
  12. Ottimo sondaggio che spazia in tutto il mondo texiano: uscite, copertinisti, sceneggiatori, storie che vorremmo vedere ecc. con una puntatina acuta sul nostro forum. Ho visto che quanto ho risposto ricade quasi sempre nelle scelte che hanno avuto più voti, il che significa che noi del forum siamo abbastanza allineati su quello che pensiamo relativamente alla linea editoriale della SBE e sui vari aspetti del "fumetto" Tex. Mi auguro di seguire in futuro un forum più costruttivo e meno litigioso, buon Natale a tutti.
    3 points
  13. Dannazione quel joe7 vuole farci scappare di nuovo Boselli. Mi raccomando Bos non dargli retta.🙋🏻‍♂️
    3 points
  14. Invece definire "un'idiozia" una storia che non si è nemmeno letto denota molto rispetto, vero? Ah già, quella è libertà di parola e di espressione. Come continuare a storpiare La cavalcata del destino in La cavalcata del cretino, cosa che tutti qui ti hanno detto di trovare antipatica e sgradevole. Io comunque continuo a segnalare ai mod, vediamo se si decidono a prendere qualche provvedimento...
    3 points
  15. Ho letto con perplessità gli ultimi sviluppi del dibattito sul primo speciale di Tex Willer. Francamente, non capisco quale fastidio possa dare a Nostro Signore Gesù Cristo che a Natale si dia sfogo alla fantasia con storie di fantasmi. Né, a dire il vero, le storie di fantasmi turberanno me, che tento di trovare in quel Bambino il senso della Storia. Dal punto di vista artistico, trovo che, anche a distanza di qualche anno, Fantasmi di Natale sia un ottimo prodotto e, a mio giudizio, il migliore tra fli speciali del giovane Tex, benché - come più volte ribadito - non sia particolarmente favorevole al soprannaturale su Tex.
    3 points
  16. Allora quando? Questa tradizione di raccontare storie di fantasmi è connessa con il significato simbolico del solstizio già nel medioevo o in età Vittoriana, in ere quindi cristiane. Lo stesso Natale è connesso con il solstizio, perché i cristiani scelsero appositamente la data del 25 dicembre per avvicinare le genti con rituali già noti e in periodi di festa già esistenti (nell'antica Roma si celebrava la festa del Sol Invictus nei giorni immediatamente successivi a quello del solstizio). Sono miti, rituali, credenze che hanno origini comuni, che si tramandano dalla notte dei tempi e si fondono nell'universale necessità dell'uomo di credere nel trascendente. Da qui le tradizioni, presenti in Europa da secoli, a cui questo speciale esplicitamente si riallaccia. E non è "ciarpame horror", come tu frettolosamente lo liquidi con la tua solita sicumera impermeabile a ciò che non corrisponde ai tuoi gusti e alle tue convinzioni: è anzi una storia che induce a riflessioni, con accenti malinconici e con toni lirici. Sono d'accordo. Proprio joe7 l'altro giorno parlava di censura. Ebbene, fatemi diventare oscurantista: censuriamo lui (oltre che Toni Effe)
    3 points
  17. La storia di Tex non è horror anche se è presente un fantasma. Semmai sono horror le storie che racconta il personaggio del vecchio cercatore d'oro all'interno della storia. In ogni caso sono sempre esistite nella tradizione letteraria e nel folklore un po' di tutti i paesi, soprattutto nordici le storie di spiriti o altri esseri fantastici nel periodo natalizio. Perché? Il Natale coincide col solstizio d'inverno, una soglia tra due mondi, tra la luce e l'ombra. Il Natale è momento di gioia ma anche di riflessione. Le storie di fantasmi non erano semplici racconti per spaventare, ma strumenti di riflessione morale. Parlavano di redenzione, del peso delle azioni passate e dell'opportunità di trasformare il proprio futuro Proprio come questa storia di Tex. Quindi non c'entrano niente le mode stupide di oggi, ma al contrario le tradizioni e il folklore (anche Gogol, per esempio, ha scritto un racconto famoso "La notte prima di Natale" dove compare persino il diavolo in persona). Qui c'è un breve e chiaro articolo. https://nientedadire.it/natale-e-storie-di-fantasmi/
    3 points
  18. Partiamo dall'inizio: per tutta la sua storia editoriale negli anni 50-60-70, Tex gigante è sempre stato ristampato "sottobanco" (nel senso di senza annunciare o dire che fossero ristampe) per tenerli sempre disponibili, cosa che per gli anni 50 ha fatto impazzire per anni i collezionisti. Dal marzo 1964 invece riconoscere le ristampe è facilissimo perchè con la nascita della ristampa tre stelle, i redazionali di queste ristampe apocrife sono sempre quelli di questa edizione e non dell'originale, anche senza avere le tre stelle (quindi quando trovare Tex dei primi con prezzo da 350 lire degli anni 70, per esempio, hanno sempre la data del 1964 e a parte le tre stelle sono identici alle tre stelle) Fino al 116 (giugno 1970) della serie gigante e 76 della tre stelle il prezzo è sempre 200 lire, sia per gli originali che per le ristampe (io ho un 116 da 200 lire con un bollino da 250, probabilmente appiccicato subito il mese dopo). Ma le ristampe da 200 lire sono relativamente rare perchè venivano ristampate solo per il servizio arretrati, che pochi ordinavano. Non era ancora il massimo boom di Tex e la richiesta di arretrati era relativa. Comunque, visto che il prezzo era stabile da anni, non sono rarissime. Trovare ristampe "sottobanco" da 250 lire invece è difficile: non tutti i numeri esistono in quella ristampa. solo quelli che si esauriscono in magazzino in quel periodo. il prezzo aumenta di nuovo, a 300 lire, con il numero 161 (marzo 1974). e ristampe con questo prezzo sono pochissime perchè durò poco, nel numero 168, dopo soli 7 mesi ci fu un nuovo aumento a 350 lire. Onestamente non conosco il mercato "dei collezionisti di ristampe" (ce ne sono che dopo aver completato tutti gli originali fanno tutte le ristampe) da sapere con certezza se ci furono ristampe di arretrati da 300 lire o no. Intanto, nel 159 (febbraio 1974) e 160 c'è un messaggio per i lettori, in cui ci si scusa per il mancato arrivo degli arretrati, che venivano rubati direttamente nei magazzini delle poste per rivenderli, segnalando di aver fatto denuncia per questi continui furti. Nel numero 162 (aprile 1974) si annuncia che si sospende la spedizione di arretrati, e di richiedere gli arretrati alle edicole. Nel numero 164 viene puibblicato un messaggio in cui si spiega la decisione, dicendo che erano stanchi di subire contestazioni e addirittura minacce per il mancato arrivo degli arretrati per posta. Con il numero 167 (settembre 1974) viene pubblicato un altro annuncio in cui si dice che a causa delle richieste degli edicolanti, molti numeri arretrati sono esauriti e "saranno ristampati nei prossimi mesi". Notare che il 167 è anche l'ultimo a 300 lire. Io all'epoca facevo già la collezione di Tex, mi ero stufati di chiedere i soldi ogni volta ai miei (che pensavano che leggere non fosse per persone normali, se avessi chiesto i soldi per un gelato o per un giocattolo me li avrebbero dati più volentieri, per "cose da leggere" era un dramma, penso al dolore che ebbero quando decisi di fare l'università invece di andare a lavorare come le persone serie...), avevo ottenuto finalmente una "paghetta" che potevo gestire in autonomia... e con la riapertura delle scuole arrivarono nelle edicole SCATOLONI E SCATOLONI DI ARRETRATI DI TEX!!! Tutti prezzati 350 lire! Non c'era più bisogno di ordinarli all'edicolante (cosa a cui non avevo mai pensato, troppo "formale" e chi dà retta ad un bambino?) ma li trovavi lì, PRONTI IN EDICOLA IN FILA! Ogni scatolone tutta una serie completa! Un giorno mi compro il numero uno, il giorno dopo il numero due, etc, così mi sono fatto (e letto) tutta la serie di Tex a partire dal numero uno, con pochi giorni di distanza uno dall'altro! (con qualche inconveniente, tipo quando un ignoto rompiscatole mi comprò "mano gialla" che rimase un buco nella mia collezione fino all'arrivo dello scatolone successivo. Questa "ondata di arretrati da 350 lire" è il motivo per cui sono così comuni, a differenza delle ristampe "solo dei numeri esauriti" da 250 e (forse) 300 lire, per distribuire decine di migliaia di copie di arretrati alle edicole di tutta italia fu ristampata TUTTA la serie. Fino a che numero? Non lo so, ma visto che questa marea di arretrati fu inviata a partire dall'autunno 1974 (con in edicola il numeri 168 o 169) è plausibile che siano arrivati fino al 160 (ma ancora più plausibile che all'inizio non abbiano superato il 120, cioè il punto a cui era arrivata la tre stelle, non aveva senso rubare vendite future a quella serie. Io comprai fino al 108, avendo iniziato a comprare Tex regolarmente dal 109 versione tre stelle. La "distribuzione straordinaria" di arretrati alle edicole viene citata nei redazionali del numero 175 (maggio 1975) e negli albi successivi, quindi può darsi che sia leggermente successiva a quanto ricordo (difficile dopo tanti anni ricordare il momento esatto), ma al massimo di pochi mesi. Non so poi fino a quando continuarono a mandare scatoloni di arretrati a tutte le edicole, ma il prezzo di 350 lire durò relativamente a lungo. Questo è davvero il momento di massimo boom di Tex: 700.000 copie mensili, 800.000 d'estate, solo con la regolare, a cui aggiungere le vendite della tre stelle... e centinaia di albi arretrati ad ogni edicola, non contati in quelle cifre, che venivano continuamente esauriti e le edicole ne richiedevano di nuovi. E la facilità di comprare tutti gli arretrati all'edicola più vicina a prezzo di copertina, associata al basso numero di arretrati (ti facevi una serie completa con 170 albi, fa impressione pensarci oggi che pensi a Dampyr con i suoi 300 numeri come a una serie "recente"...) faceva sì che sempre più persone "si facessero la serie completa", creando quello zoccolo duro di lettori fedeli che ha rappresentato la salvezza di Tex continuando a comprarlo "perchè ho la serie completa". (è triste pensare che proprio al momento del suo apice, stava arrivando la catastrofe... il 1975 dei fasti sarà seguito nel gennaio 1976 dall'arrivo di Nolitta e dal calo delle vendite... coincidenza? Chissà a che cifre sarebbe potuto arrivare Tex se GL Bonelli avesse retto più a lungo...) E dopo poco tempo (ma non saprei dire esattamente quando) smisero di mandare gli scatoloni di arretrati in edicola. Segno che non arrivavano più nuovi lettori a cercarli, i vecchi avevano già tutti la serie completa, e i nuovi lettori se c'erano erano troppo pochi per giustificare lo spedire scatoloni di arretrati in giro... L'ultimo numero con l'annuncio della distribuzione straordinaria nelle edicole è il numero 185 del marzo 1976, poi non viene più citata. Se avessero smesso con quel numero, corrispondeva alla tre stelle 145 Con il numero 195 (gennaio 1977) senza tanto clamore c'è una scritta in piccolo con le modalità per "richiedere arretrati", era finita l'era della distribuzione in edicola (giustificabili solo con vendite enormi), si tornava a spedire gli arretrati uno per uno via poste. Corrisponde alla tre stelle 155. Sono tutti possibili "ultimi numeri distribuiti in massa come arretrati", questi tre stelle dal 145 al 155, e con la fine della distribuzione di massa degli arretrati in edicola cala drasticamente il numero delle "tre stelle ristampati sottobanco senza le tre stelle". La Bonelli continua a ristampare comunque i numeri man mano che si esauriscono, per la spedizione arretrati, ma (1) non tutti i numeri si esauriscono, le tirature calano..., e (2) ne vengono ristampati pochi giusto per le richieste di arretrati. Con il numero 203 (settembre 1977) il prezzo aumenta a 400 lire. (stranamente senza "messaggio ai lettori" di Sergio Bonelli, nonostante fosse il primo aumento da anni). Tutti gli arretrati da 350 lire sono precedenti a questa data (già nel numero 202 il prezzo degli arretrati era stato aumentato a 400 lire, con un mese di anticipo) Gli arretrati "tre stelle sottobanco senza le tre stelle" da 400 lire sono relativamente rari. Ancora più rari quelli da 500 lire (da gennaio 1979) da 600 lire (da luglio 1981), da 700 lire (da giugno 1981), da 800 lire (da luglio 1982), da 90 lire (da luglio 1983), da 1000 lire (novembre 1983). Di questi ultimi non so nemmeno se ne esistono, bisognerebbe chiedere ad un "collezionista di ristampe" L'aumento successivo, a 1200 lire, è del maggio 1985, la TuttoTex è annunciata nel numero 300, ad ottobre, e quindi a quel punto avevano smesso di ristampare gli albi della serie regolare "sottobanco", era iniziata l'epoca delle ristampe brutte con grafica pacchiana che erano un pugno nell'occhio di fianco alla serie regolare... ------------ Se hai detto che l'ultima "ristampa sottobanco" che hai visto è il 160, con data (immagino) tre stelle, significa che corrisponde al numero 200 della serie regolare (giugno 1977) che costava 350 lire. Non erano gli ultimi, esistono ristampe di quel tipo anche molto successive, ma come dicevo, sono più rare, e non esistono di tutti i numeri. .
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  19. Filologicamente criminali o no, ripeto: se mi facessero un'edizione come quella su cui stiamo fantasticando con @Condor senza meta, @Il sassaroli (nella speranza che non mi imponga una terapia a base di Afasol) e @Black Jim, io andrei in via Buonarroti e infilerei i soldi nelle mutandine di Airoldi manco fosse una spogliarellista. Più facile, però, come dice Condor, che si profondano in ulteriori pataccate. Certo, però, è vero che potrebbero ammortizzare il costo dell'anastatica delle strisce.
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  20. La qualità è fondamentale, ma non è quella che fa vendere oggi. Non è che i ragazzini un bel giorno si svegliano e dicono "oh, mi hanno detto che Tex ha una qualità altissima, corro in edicola". La qualità soddisfa noi che già lo compriamo e noi abbiamo 50-60-70-80 anni. Sulla qualità andrebbe aperto un ulteriore topic. E' difficilissimo scrivere Tex. GLB non è più tra noi e GLB a sua volta era uno sceneggiatore figlio del suo tempo che si rivolgeva a un pubblico di 50 anni fa. Pensare che gli sceneggiatori di oggi debbano scrivere alla stessa maniera ha secondo me poco senso, perchè è cambiato lo stile di sceneggiatura e sono cambiate le persone, è cambiato il mondo... Qualche piccola innovazione ci sta, è inevitabile, l'importante sarebbe avere comunque storie appassionanti, e questo recentemente non sempre si è verificato.
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  21. Certo, quando gli asini voleranno e quando uno sconosciuto mi regalerà un milione di euro appena esco di casa... No, non ha senso aspettare la botta di fortuna che non arriverà mai. Bisogna usare le carte che si hanno. Quindi: PRIMA si rilancia il personaggio con delle buone storie, POI Tex potrebbe tornare di moda per qualche motivo, chissà. Ma intanto le buone storie saranno un buon inizio. La fortuna bisogna farsela da sè, nessuno te la dà. Il punto è che Tex non segue MAI le mode. Se all'inizio veniva pubblicato quando facevano i film western che spaccavano al botteghino...se il motivo del successo di Tex fosse stato solo quello, allora avrebbe dovuto chiudere quando i film western non tiravano più. Avrebbe dovuto chiudere quando c'erano gli western spaghetti e i western comici. Avrebbe dovuto chiudere quando erano di moda Guerre Stellari e Atlas Ufo Robot. Avrebbe dovuto chiudere quando tutti parlavano di Diabolik e dell'Uomo Ragno. Avrebbe dovuto chiudere quando tutti parlavano del "fumetto d'autore" e impazzivano di gioia solo al sentire le parole "Corto Maltese" e "Hugo Pratt". Avrebbe dovuto chiudere quando era di moda l'horror e Dylan Dog spaccava. Avrebbe dovuto chiudere ADESSO che i fumetti sono considerati roba da ricchi nostalgici. Peggio ancora, avrebbe dovuto chiudere con le trovate di Nolitta e Nizzi. Eppure non ha chiuso, nè chiude. Voglio dire che non si può spiegare il successo di Tex solo con la solita storia che "ha successo perchè una volta tirava il western". No, il western non c'entra niente. Ken Parker, Magico Vento, Gil, Saguaro, La Storia del West, Bella e Bronco erano dei western, alcuni anche moderni (cioè dei giorni nostri o con personaggi dalle psicologie tormentate che oggi fanno molto scic), ma adesso non li pubblicano più, a differenza di Tex, il sempre sottovalutato Tex, che c'è ancora. Ha avuto successo non perchè era un western e seguiva la moda western: ha avuto successo perchè Gianluigi Bonelli faceva delle storie ottime che coinvolgevano e non solo: ha anche creato dei personaggi talmente carismatici e azzeccati che funzionavano bene persino quando erano sceneggiati male. Questo è il segreto del miracolo texiano, secondo me.
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  22. Sì, in pratica per loro è una retcon. Cioè dove la serie Tex Willer contraddice apertamente le storie di GL Bonelli, le storie di GL Bonelli sono "emendate e corrette" considerandole inesatte, o comunque "obsolete" rispetto alla versione "definitiva" della Tex Willer.. Io non sono dello stesso parere, e a "correggere" le storie di GL Bonelli nel mio canone personale non ci penso neanche. Però le contraddizioni fra le storie originali e la versione di Tex Willer, all'inizio poche e trascurabili, stanno diventando veramente troppe e non più ignorabili: o consideri Tex Willer una versione "alternativa" come faccio io, o consideri le storie di Gl Bonelli come "inesatte". Non erano queste le dichiarazioni iniziali. All'inizio era stata promessa una serie che "colmasse i vuoti", tipo Untold Stories of Spider-Man: ma le promesse non sono state mantenute. Se ti leggi Untold Stories, sono stati RIGOROSAMENTE ATTENTISSIMI a non contraddire NULLA nelle vecchie storie di Lee e Ditko. Non ho visto un simile rigore nella Tex Willer, nemmeno lontanamente. Ma ormai, visti i danni fatti più o meno da tutti, e il fatto che ormai si viaggia da una retcon all'altra anche sulla serie regolare, mi sto orientando sempre di più sul considerare ogni Tex non scritto da GL Bonelli come apocrifo. (e considerare come "corretta" solo la prima edizione di quelle storie, non censurata)
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  23. Aldilà del buon I cattivo uso del flashback, quello che è sbagliato è la continua proposizione di questo strumento. Ormai non c'è storia senza uno o più narrazioni posteriori, in cui si parla spesso di tutto, annoiando il lettore. Nel cacciatore di taglie l'inizio è raccontato in diretta, si vede l'azione della famiglia che attua la rapina, poi tenta di fuggire ma è raggiunta dagli inseguitori e tranne il più giovane, trova la morte. A Tex verrà anche raccontata per filo e per segno, senza che noi si stia lì a vedere dei tizi seduti che ne parlano per pagine. Le cose che vengono aggiunte sono quelle che interessano al lettore: 1) la famiglia è caduta in disgrazia dopo la Guerra Civile, però ha già pagato a caro prezzo, ergo salvare se possibile l'unico sopravvissuto. 2) sulle tracce del ragazzo c'è un inseguitore della peggior specie. Non è più semplice e lineare? Insomma, se fosse stato seguito l'ordine naturale degli eventi non sarebbe cambiato nulla e il racconto sarebbe stato più scorrevole (Oddio con Nizzi poco probabile lo stesso...) Oltretutto nei tempi recenti si continua a inserire informazioni inutili, come la storia d'amore. Chi se ne frega! I motivi possono essere lasciati al lettore che se li può anche immaginare (cupidigia? meschinità? crudeltà gratuita?) e non sono utili se non a perdere tempo. Un tempo i flashback erano utilizzati per raccontare eventi perlopiù fondamentali per Tex (il passato di Tex, il giuramento, tra due bandiere) ed è per quello che erano interessanti. Adesso si spiegano cose assolutamente irrilevanti (la figlia del comandante è l'innamoramento del ragazzo, ma è desiderata anche da un altro) che hanno solo la funzioni di riempire tavole di nulla. Poi ci sono autori come Ruju che in pratica scrivono solo tramite flashback e ci si domanda perché calino le vendite.
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  24. Non lo so, ho proprio smesso di seguire Dylan Dog. E l'avevo fatto PRIMA che arrivasse Recchioni. Su Dylan Dog avevo seguito una trafila che temo sarà quella futura su Tex: quando iniziarono ad uscire una tonnellata di albi speciali di Dylan Dog, iniziai a lasciarne sempre di più in edicola. una volta cessata l'idea di "averli tutti", quelli lasciati lì sono aumentati in un lampo (lasciato lì l primo, il resto è facile). Poi anche sulla regolare ho iniziato a lasciare lì quelli di Chiaverotti fregandomene di avere la numerazione "a sbalzi", poi ho iniziato a comprare solo quelli della Barbato o disegnati da Mari e pochi altri. Ed essendo una cosa infrequente, dopo un po' ho smesso anche di controllare gli autori dell'albo in edicola e non ci ho pensato più, senza che Dylan Dog mi mancasse minimamente. Il battage sull'arrivo di Recchioni (e le prime modifiche, tipo la scelta di copertine più d'impatto e meno anonime da far disegnare a Stano) mi aveva spinto a tornare, ma ho visto dopo un po' (troppo, a posteriori, era chiaro già da prima) che era tutta fuffa senza arrosto, le "grandi novità" il solito ciarpame che aveva fatto fallire già la marvel negli anni 90, roba vecchia e stravecchia e fallimentare, e ho mollato di nuovo senza rimpianti. Non sono contrario a tentare il rilancio di un fumetto in crisi, ma "rilanciare" su aspetti ridicolmente nerd tipo "continuity!", "arcinemici!!!", "universi parallelli!!" è una presa in giro, un vero rilancio si basa sulla QUALITÀ, su BUONE STORIE, tipo quello fatto da Miller su Daredevil negli anni 80. E lì è dove il "rilancio" di Recchioni ha fallito. (poi lui ha penso fatto incavolare di brutto il fandom con le sue esternazioni e ha peggiorato le cose, facendo risvegliare i lettori dal letargo in cui compravano senza pensarci troppo) "4000 pagine all'anno da far arrivare in edicola". Spiegano molte cose... Se cerchi nel forum trovi un certo numero di post in cui Boselli volta per volta spiega che ha cercato di far scrivere storie a Berardi, a Medda, etc e cosa è andato male ogni volta. Ma ci sono state storie di Tex scritte da Recchioni, Burattini, Mignacco, Zamberletti, Serra e tanti altri. Sommandoli insieme, per me si capisce che di fronte alle richieste di Airoldi di pubblicare di più, di più, di più, sempre di più, Boselli deve aver frugato in tutta la redazione cercando CHIUNQUE fosse in grado di scrivere Tex. Mi meraviglia che non l'abbia chiesto anche alle segretarie, al magazziniere e al portinaio, ma forse l'ha fatto e non lo sappiamo... Se si è ridotto a far tornare Nizzi, significa che era proprio all'ultima spiaggia! Dall'altro lato, Recchioni non ha mai fatto mistero del fatto che gli sarebbe piaciuto scrivere Tex. E ha avuto la sua occasione. Per me fallendola totalmente.
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  25. Per me si, perchè la massa che legge Tex è quella, non siamo noi 10 qui dentro. Se sui social leggi 300 commenti, di cui 270 positivi, e qui siamo una decina di persone, competenti quanto si vuole, la maggioranza non siamo certo noi. Io penso che l'80 per cento di chi compra Tex si limiti al "mi piace questa storia" "non mi piace questa storia", esattamente come l'80 per cento di chi fruisce ad esempio musica, compra un disco, va a un concerto eccetera, o va al cinema. Poi ci sono 20 pseudocritici o pseudoesperti sulle pagine dedicate che fanno la recensione del film o del concerto, magari andando sul tecnico (spesso senza saperne nulla del dato tecnico) ma sono poca gente. Poi se mi dici che è una massa che non ha spirito critico ti dò ragione, però sono quelli che comprano Tex, e sembrano per lo più soddisfatti.
    3 points
  26. Certo che arrivare ad apprezzare una storia così, perché le altre erano peggio, ci fa solo sperare che le cose possano solo migliorare. Ce lo auguriamo tutti. Auguri, Tex. E buon 2025.
    2 points
  27. Poiché da Nizzi ormai non mi aspetto più nulla, le mie basse aspettative mi hanno fatto apprezzare questo suo congedo dalla regolare (se così sarà), anche se indubbiamente ad incrementare la mia soglia di gradimento hanno contribuito dei disegni che mi sono piaciuti tantissimo, richiamando questi l'ariosita' e il dinamismo del primo e secondo Ticci. Buoni dialoghi, scoppiettanti battute, sceneggiatura tutto sommato incalzante, anche se un po' diluita soprattutto nel secondo albo, hanno adempiuto al minimo sindacale che si chiede ad un albo di Tex: intrattenere senza annoiare. Lo so che non è questo che si dovrebbe chiedere a un fumetto: la lettura di un albo dovrebbe appagarci, farci sentire soddisfatti, oppure esaltarci, emozionarci. Ma dopo mesi in cui Tex è stato calato in vicende poco western e con dialoghi poco brillanti, questo ritorno a atmosfere d'antan e alle punzecchiature tra i due pards in cui Nizzi è un maestro mi ha dato un po' di ossigeno, e mi ci sono pure divertito. Poi, certo, Carson che arriva al forte giusto in tempo per finalizzare la recita texiana davanti al comandante o Nahomi che attende Stanley fuori dal forte per illuminazione divina fanno sorridere, tanto è evidente il totale disimpegno con cui queste scelte narrative sono state fatte. Ma tant'è, questo ha passato il convento: ci ho passato una buona ventina di minuti (troppo pochi, lo so)? Me li faccio andar bene, anche e soprattutto grazie a Bruzzo. Ho ritrovato, qua e là, scampoli del Nizzi che ho amato negli anni ottanta, di quell'autore che mi fece avvicinare alla testata da bambino, con quelle sue battute e quei suoi momenti coloriti tra i due pards. L'avessi letta negli anni duemila, avrei chiuso l'albo infastidito, come mi succedeva quando leggevo il nome di Nizzi dopo un capolavoro boselliano. Oggi, dopo le tante prove non di mio gusto per temi e ambientazione, assaporo le vignette e i dialoghi come rigustando un sapore antico, una madeleine texiana. E scusate se è poco.
    2 points
  28. La prossima volta che Tex deve andare in un villaggio indiano a catturare qualcuno, se a dargli una mano non ci porta me al posto di Carson, gli tolgo il saluto, anzi non compro più il mensile e neanche tutti gli inediti. Perché? Ma come perché, ma perbacco, perché una cosa così facile la so fare anch'io. Sì, vabbeh che Tracy è un piccione (meglio lui che Tex), vabbeh che Negrito è un tacchino (è alle spalle di Tex e invece di accoltellarlo nella schiena, gli salta addosso e gli chiede gentilmente "stai fermo un attimo, per cortesia, altrimenti non riesco a darti neanche una coltellata"), vabbeh che gli Apache erano leggermente ubriachi, ma neanche un cane nel corral dei cavalli (dove i nostri se la prendono comoda, tanto Nizzi è d'accordo), neanche un cane che provasse a inseguirli. Sembrava una gita organizzata dal Dopolavoro dei Ferrovieri. Ma il massimo della caduta dei cosiddetti (anche a me talvolta cascano) è stato il chilometrico finale: a ogni pagina mi dicevo "adesso scatta, non ce la fa più, ora lo massacra con una decina di sganassoni" e invece niente. Poi, quando Stanley gli dà del bugiardo, ecco che arriva un unico cazzotto. E perché Tex lo accarezza in quel modo? Perché Stanley è un farabutto indegno di respirare? Macché. Lo scazzotta perché ha detto la verità: Tex è un bugiardo. E, ciliegina sulla torta, Stanley scappa, scappa per cinque pagine. Tex non c'è, non prova neanche a fermarlo o a inseguirlo, non c'è e basta. Perché Noemi è lì pronta per la sua vendetta fotocopiata. Fotocopiata male perché Noemi sapeva, glielo ha detto Nizzi, che Stanley sarebbe scappato e che Tex non lo avrebbe fermato. Si dice che sia l'ultima fatica di Nizzi, almeno sul mensile. Lo spero. Ma hai visto mai che non ci sia un ripensamento?
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  29. Per anni si è straparlato del famoso "mestiere" di Nizzi. Forse un minimo nelle prime storie, ma queste ultime... che siano trame banalissime, allungate e scopiazzate (anche il finale torna a copiare Vendetta indiana, ovviamente senza alcun senso con l'indiana che prevede la fuga del cattivo con i superpotere della faciloneria di Nizzi) si sapeva ed era scontato, ma qui è anche il "mestiere" che manca, pare una roba scritta da un esordiente di 14 anni che scopiazza frasi a vanvera. Torniamo al solito punto: che senso aveva far tornare un autore così bollito?? Era una "vendetta" contro i lettori? C'è più un minimo livello di qualità per scrivere Tex? O va bene tutto? Mi dico che ho pure sbagliato a leggerlo, dovevo metterlo via senza perdere tempo. Ma in realtà non avrei dovuto nemmeno comprarlo. Quante ciofeche ignobili ho comprato negli ultimi anni per un malinteso senso di fedeltà al personaggio? Valgono così poco cinque euro da buttarle via per una roba simile? Buttati per buttati non era meglio darli in beneficenza? Non pensate al fatto che la storia è ridicola a scritta in maniera penosa, quello è Nizzi, di più non si può pretendere. Pensate che una storia simile è stata pagata (e lautamente), disegnata, è passata al vaglio ed è stata pubblicata. Ce l'hanno venduta. Se si azzardasse a fare una cosa simile il mio fornaio gli manderei i NAS. Ma davvero, che opinione hanno di noi lettori alla Bonelli? P.S.: chi dice che stavolta Tex non fa figuracce probabilmente ha saltato la scena in cui viene ferito da un indiano che GLI RUBA LA SUA STESSA PISTOLA, e deve essere salvato da Carson. Poi ENTRAMBI sarebbero spacciati se NON VENISSERO SALVATI DALLA PERSONA CHE ERANO VENUTI A SALVARE (tipico di Nizzi). E alla fine il traditore gli sfugge ma per fortuna l'indiana legge i Tex di Nizzi e se lo immaginava che gli sarebbe sfuggito...
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  30. Gamba abbassa parecchio il livello dei disegni qui e certi risultati devono aver contribuito a spingere verso il mettere altri disegnatori autonomi piuttosto che dare altri aiutanti a Galep... Però il finale per me è appropriato: 1) Gli indiani in armatura, cinque come le dita di una mano, sono iconici solo mentre caricano a cavallo come antichi cavalieri medievali contro la modernità. Il fatto che siano falciati da delle gatling, cioè un arma "ipermoderna", è poeticamente molto più appropriato di una morte "qualunque" con pistole e fucili. Inoltre, sono come antichi cavalieri, e DEVONO morire nella loro "ultima carica". Qualunque altra fine non è degna di un cavaliere. Dovrebbero morire a piedi? Essere presi a cazzotti? Perchè "Tex di solito fa così"? No, questa abitudine al "Tex fa sempre così e deve sempre fare così" è venuta dopo GL Bonelli, con i finali fotocopiati da un autore che scopiazzava. GL Bonelli non ha mai avuto un "finale tipico sempre uguale" (pensa solo che Mefisto viene "ucciso" una volta da Tiger da lontano, una volta da Padma, una volta dall'artiglieria degli Stati Uniti e una volta dai topi: dove sarebbe questa idea che GL Bonelli faceva finire le sue storie con Tex che sparava sempre al cattivo?) 2) L'ultima pagine con le cinque armature è iconica. 3) Le armature sono fighe SOLO FINCHÉ SONO A CAVALLO. E infatti quelle mostrate nel fumetto (con qualche licenza grafica) si usavano solo a cavallo, i fanti le avevano più leggere. Farli combattere a piedi contro Tex e Carson come "normali indiani" senza armature spreca l'idea, farglielo fare con le armature è ridicolo. Non è un caso che per tutta la storia Tex affronti altri e non abbia mai un vero scontro con loro, farebbe svanire subito la magia (o trasformerebbe Tex in Zagor con armature leggerissime e velocissime). Secondo me GL Bonelli in questa storia è partito solo dal finale fighissimo: la carica suicida dei cinque indiani-cavalieri medievali, le armature esposte nel deserto dopo la loro morte. Poi si è posto il problema di come fare a fare una storia dove per i motivi sopra elencati le dita della Mano non possono affrontare direttamente Tex e Carson e si è inventato i mercanti di armi. Ma a differenza di esempi recenti (Ruju) non si è dovuto inventare coincidenze strampalate per far avvenire il finale, a parte un numero inusuale di informatori (perchè i pard non potevano vedere con i loro occhi la mano fino al finale epico): che la mano avrebbe reagito così alla sconfitta era "in character", che Tex e pards tendessero una trappola invece di affrontare da soli mille indiani era immaginabile, questo è uno di quei finali che ti (mi) fa dire dopo "non poteva che finire così".
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  31. Mi sa che è durissima da semplici lettori indicare anche solo un nome. D'istinto verrebbe da proporre uno scrittore americano, solo in teoria più adatto di un italiano per cultura e istruzione, ma appunto Chuck Dixon (che ho apprezzato in altri ambiti) ha fornito una prova del tutto insufficiente viste le aspettative. Tex non si può aggiornare, semplificare, adattare al proprio stile. E' l'autore che deve mettersi al servizio del personaggio e questo scarta già il 90% del parco esitente. Tra chi resta si deve scremare chi copia e incolla scene e situazioni già viste o chi usa Tex come sfondo per raccontare in realtà altro. Se questo autore esistesse non dubito sarebbe già stato assoldato e al lavoro sulle prossime storie. Se invece si vuol fare una parodia di Tex o proporre storie in cui ci sono versioni alternative, horror o derive supereroistiche, doppi universi, contaminazioni tra generi, team-up... allora penso che ci sarebbe la fila fino in strada!
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  32. Mi sono messo in pari con la Tex Willer, leggendo anche La guerra dei piutes. Per ora una storia davvero interessante, che mi ha un po' ricordato la Grande Invasione, solo che lì era Tex a gettarsi nella fornace per avvisare i coloni della guerra indiana imminente. SPOILER Mi ha particolarmente colpito la sequenza di Billy Tate: credevo che alla fine ce l'avrebbe fatta a salvarsi, e invece è rimasto sul terreno crivellato di colpi. D'impatto anche la scena in cui il figlio dello sciamano, sorridendo, spara da distanza ravvicinata nel ventre di RalphRosier. FINE SPOILER (sigh, non ricordo più come si mette lo spoiler...). L'atmosfera, gravida di tensione, rende la storia appassionante: dell'orizzonte della prateria spuntano da dietro le collinette diavoli rossi o, nella notte, bagliori rossastri di sinistri incendi. Carson in solitaria non fa tantissimo, ma è lì, nel mezzo della minaccia, per forza di cose insolitamente poco guascone ma molto concentrato. Come ha scritto Boselli, questa è la sua prima avventura con Tex: abbiamo tra le mani albi dal sapore storico, speriamo che il prosieguo non tradisca le brillanti promesse che finora la sceneggiatura ci sta facendo. PS. Il ricordo di Boselli in secondo pagina è struggente: c'è la vita che scorre, il tempo che brucia veloce, la gioventù, le risate e le serate esistenziali. C'è l'esistenza di ex ragazzi ormai anziani, le ferite inferte loro dalla vita, la memoria come unica cosa che resta. Ai tempi delle prime sue storie, Boselli utilizzava spesso la tecnica del flashback, riuscendo a raccontare in poche ma ispirate vignette un personaggio nella sua interezza, a tutto tondo. Lo ha rifatto qui con sé stesso, sulla sua pelle, mettendo a nudo le sue recenti sofferenze. Una bella persona, Mauro Boselli. Sono onorato di averlo conosciuto in passato dal vivo e di poterci parlare qui virtualmente. Buon Natale a tutti.
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  33. Sto recuperando anche questa storia, di cui per ora ho letto il primo albo. Le prime 30 pagine sono dedicate a Jeff Weber, ed è un aspetto che ho apprezzato molto. Si vede Jeff agire in solitaria, farsi rispettare da duro nel saloon, in qualche misura anche affascinante con la bella Marie Gold: insomma, un personaggio vero e non il pretesto narrativo della versione di GLB. Inoltre, in queste prime pagine il lettore può acclimatarsi nella cittadina di Gila City (a proposito, perché non Silver City? Magari avrete già dato una risposta, ma non ho ancora letto il topic perché ho letto solo il primo albo della storia. Lo stesso dicasi per il Jolly/Gold Saloon), presentata credibilmente con le caratteristiche delle boom town, può assistere allo spettacolare arrivo della River's Queen e può conoscere la bella e dura Marie Gold. Bella, anzi bellissima, più affascinante di quella di Galep a mio parere. Le cose si ribaltano con Joan: la ragazza bruna disegnata da De Angelis è davvero bella, ma non è all'altezza del fascino della Joan galleppiniana: non è questione di bellezza, ma di carisma, di maturità, e la ragazzina - deliziosa quanto si vuole - non riesce a competere con la donna leggermente più matura, e molto più intrigante, resa 76 anni fa da Galep. Joan inorridisce davanti alla violenza di Tex: il Tex di GLB uccide senza avvisare, entra nella stanza e spara, bang bang! Secco. Uccide e basta. Il Tex di Boselli prima tira un pugno, poi comincia a sparare per legittima difesa. Nonostante questo, il giornalista Baker pragmatico di GLB quasi non batte ciglio, limitandosi a pensare: "che cimitero"; quello di Boselli è quasi inorridito quanto la figlia, è sconcertato da quanto accaduto. In questa scena c'è una differente caratterizzazione sia di Tex che di Baker: il Tex di GLB uccide. Punto. Il Tex di Boselli lo fa, ma non prima di aver tentato di fare qualcos'altro. Addirittura si giustifica dicendo che a uno degli avversari aveva lasciato il tempo di estrarre. Sono due Tex. Qual è quello giusto? La domanda può sembrare retorica, ma non lo è poi tanto. Di sicuro il Tex originale è quello di GLB, entra in stanza e spara, fine dei giochi. Ma Tex è stato molto "edulcorato", nel corso dei decenni, forse già a partire dallo stesso Bonelli, per poi divenire a volte esageratamente legalitario con Nizzi. Si è cercato di renderlo meno feroce, meno sanguinario. Forse perché il lettore di oggi potrebbe avere più la reazione del Sam Baker boselliano che di quello glbonelliano. La differenza nei modi, nella durezza delle parole, sta anche nella concione tenuta dal nostro nel tribunale: "Ma sia ben chiaro e noto a tutti che se sarò attaccato io sparerò... e sparerò per uccidere... questo è tutto". Lapidario, schietto, brutale. Quanto poco nerbo invece in "se verrò attaccato, risponderò... con queste. E darò altro lavoro al becchino". I dialoghi glbonelliani di questa storia andrebbero solo minimamente revisionati, ma non riscritti. Perché sono splendidi, duri, spietati, crudi. Quello è il Tex degli albori. Bellissimo è anche il dialogo glbonelliano con il giudice, che si conclude con queste parole: "cosa vi spinge a vagare come un lupo rabbioso... temuto dagli onesti e odiato anche dai fuorilegge?". Quanta efficacia in poche parole, quale meravigliosa sintesi. In generale in questo primo albo le due storie sono sostanzialmente identiche, ma i dialoghi secchi di GLB si fanno preferire, come anche nel caso della reazione piccata di Joan alla similitudine del vitello Le aggiunte di questa storia stanno in un certo realismo (il giudice padrone di un emporio, la giuria popolare, lo sceriffo che in realtà è una sorta di vigilante, insomma tutte le autorità del villaggio rese più sfumate e meno ufficiali, come nella realtà storica) e in tutta la prima parte che coinvolge Jeff, che ho trovato opportuna perché come detto mette al centro lo sfortunato Jeff, vittima di uno spietato raggiro.
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  34. Molto semplicemente si può esprimere qualsiasi opinione ma di questi tempi e mica solo qui ogni forum blog chat profilo etc è sempre esposto al rischio della rissa e dell'insulto. Quando anche ci fossero delle ragioni i toni che vengono usati le squalificano in automatico. E se @borden viene indotto da qualcuno a lasciare il forum sinceramente mi arrabbio. Che lui sia qui è una ricchezza inestimabile e non penso affatto che sia qualcosa di dovuto o scontato. A qualcuno _ ben pochi credo _ non piace bene se ne faccia una ragione. È mai possibile che non si possa rimanere nei limiti di un civile confronto e su cosa poi su un fumetto. Sinceramente ci sono interventi che assumono i connotati della guerra di religione e la cosa più saggia sarebbe farci due risate sopra ogni tanto che i problemi seri sono ben altri per tutti, credo. Bravo quoto. Fra l'altro spesso noto che si va completamente fuori tema e aspetti delle singole storie o personaggi può capitare anche che non vengano mai commentati da nessuno magari lì c'è dietro un lavoro che ha richiesto un sacco di tempo e fatica e nessuno ne parla perché si va sempre a finire sui soliti due o tre temi che portano alla rissa. E anche basta. Siamo appassionati di Tex ed è così bello condividere una comune passione... Almeno dovrebbe Bravo esattamente la penso uguale
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  35. La libertà di parola e di espressione. Che non è la libertà di insultare dicendo "bigotti" e "bigottismo". Puoi non essere d'accordo con me, ma non con gli insulti. Parla quello che definisce idiozie le storie di fantasmi natalizie e dice in tono sprezzante che sono un controsenso non come se fosse la sua opinione personale , ma un dato di fatto. La libertà di parola è anche libertà di replicare alle affermazioni che si ritengono errate ed è quello che ho fatto e rifarei .
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  36. Anche io preferisco le didascalie ai dialoghi esplicativi. Ma, nell'albo in questione, mi paiono esplicativi solo due balloon a pag. 6. Non troppi. Sono contento di ritrovare su Tex Willer un albo dal contenuto quasi inedito. Ho trovato la storia molto ritmata e accattivante. Spero che il prosieguo confermi la buona impressione. Che bello avere di nuovo @borden tra gli utenti attivi!
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  37. Il recentismo non è un problema, è anzi la condizione necessaria. Se si vuol capire come rilanciare un prodotto oggi, poco conta stare ad analizzare cosa funzionava un tempo. Bisogna capire come funziona il mondo oggi, capire cosa muove la gente di oggi, quali sono i suoi interessi, i suoi tempi. Quello che funzionava anche solo venti anni fa, oggi non funziona più, non è più valido. Sono cambiate le regole, è cambiato il campo da gioco.
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  38. Per me è anche un esempio di cosa potevamo avere senza questa folle proliferazione di Tex in tutte le salse. Non mi piace chiamare "prodotti" i fumetti, i prodotti sono i fagioli del supermercato, ogni scatola è uguale, mentre ogni fumetto è diverso. Però qui ci sta bene una termine sempre meno di casa alla Bonelli: questo è "un prodotto curato". Quando Boselli aveva il tempo, ogni speciale di Tex Willer doveva essere davvero "speciale", e molti lo sono, ma poi per farlo semestrale la cosa è andata a donne di facili costumi e hanno dovuto pubblicarci quello che avevano di pronto. Quando Boselli aveva il tempo, aveva il tempo di ideare e gestire un albo parzialmente a colori con toni diversi da storia a storia, con più storie nello stesso albo, adesso si lasciano passare le tamarrate di Ruju e ranch visitati due volte per la prima volta... È anche su cose come questa che si misura la differenza, in peggio, fra le uscite di oggi e quelle del 2019. L'arrivo di Boselli ANCHE come editor aveva risollevato una testata lasciata per troppo tempo per me allo sbando, con decenni di storie indifendibili di Nizzi pubblicate fra gli sbadigli senza fare nulla. Ma alla direzione della Bonelli attuale evidentemente interessa la quantità più che la qualità.
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  39. L'inferno non esiste. Né come luogo né come stato (la perenne mancanza di Dio). Nessuno merita una punizione simile, terribile ed eterna. Neanche Hitler. Non riesco a pensare a un Dio che fa nascere Hitler sapendo (non poteva non sapere altrimenti si nega la Sua onniscienza) che avrebbe prodotto tutte quelle atrocità che hanno causato la sofferenza e la morte di milioni di persone, per poi poterlo punire con l'inferno perenne. Penso invece a un Dio che, nella Sua infinita bontà e il Suo infinito amore, perdona anche il più malvagio degli uomini e lo accolga a Sè in paradiso. Per quanto riguarda il Natale e il solstizio d'inverno vorrei fare alcune piccole precisazioni. Intanto Gesù non è nato a dicembre ma in primavera ed è nato qualche anno prima (hanno sbagliato i calcoli), presumibilmente nel 6/7 AC, quando Erode era ancora vivo (morì nel 4 A.C.). Lo spostamento al 25 dicembre si deve alla volontà dei cristiani di annullare le feste pagane per la nascita della divinità del sole che iniziavano con il solstizio d'inverno (le ore di luce aumentano, la luce nasce e cresce) e duravano una decina di giorni. Annullare le feste è una cosa praticamente impossibile. È però possibile trasformare una festa pagana in una religiosa. Si deve trovare solo il pretesto. E così la divinità pagana del sole (della luce) diventa la luce del Cristo. Nessuno aveva la più pallida idea riguardo né al mese né all'anno della nascita di Gesù per cui una data valeva un'altra per cui il 25 dicembre 753 ab urbe condita andava benissimo.
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  40. Proprio perchè riconosco quanto una questione è di pura "continuity nerdistica", e quando invece tocca il filo scoperto, IL MOTIVO PER CUI LEGGIAMO ANCORA QUESTO PERSONAGGIO. E so riconoscerlo proprio perchè il fumetto USA è un vero e proprio "catalogo" di ogni tipo di retcon, e ho visto le conseguenze. La tua affermazione è semplicemente falsa. Se fossi "dogmatico sulla continuity", non accetterei "il giuramento" che è una retcon, e nemmeno "fra due bandiere" che non si infila nella continuity di Tex. Di fronte a queste prove materiali, dove finisce la tua affermazione sul fatto che sarei "dogmatico sulla continuity"? È vero che la continuity è un MEZZO, così come la retcon è un MEZZO. Come un coltello da cucina è un mezzo. un attrezzo. Per farci cose. Sai cosa mi sembra l'affermazione sul fatto che dovrei accettare ogni retcon? "Come sei dogmatico, ti hanno tagliato la gola con il coltello e ti incazzi! Il coltello è un normale attrezzo da cucina, usato tutti i giorni! Solo un talebano sarebbe contrario al suo utilizzo! Davvero, e a questo punto lo domando a te, l'introduzione di Elektra in Daredevil è uguale a Captain America nazista, e i lettori avrebbero dovuto accettarlo nella stessa maniera? Davvero, ancora, il dire "la lancia sulla tomba è una cazzata, non vuol dire niente, la vendetta non era compiuta per nulla e pure la didascalia che o diceva era uno scherzo burlone" è la stessa cosa del dire "Lilyth non è morta dopo un anno, ma dopo tre, e ha avuto un figlio"? Davvero? Davvero non c'è differenza fra negare una storia iconica del personaggio, e fare una piccola modifica che non altera nessuna storia precedente? Davvero non dobbiamo avere senso critico? Davvero dobbiamo ingollarci di tutto per essere "lettori di mondo"?
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  41. Magic Wind sono d'accordo con te. I rilanci gli sconvolgimenti dello status quo, non hanno mai funzionato. In Italia ancor meno che negli Stati Uniti. Mister No e Nathan Never, citi giustamente, ma anche Martin Mystere con le nuove avventure a colori, mi verrebbe da aggiungere, oltre a DYD. L'unico modello che ha funzionato è stata la cura Boselli-Burattini su Zagor, un ritorno alle origini con una nuova odissea. Castelli quando gli dicevano che MM perdeva colpi diceva che gli sarebbe piaciuto trovare la coppia B&B che si prendesse cura del suo personaggio. Uno dei due autori di quella rinascita è il curatore di Tex. L'unico problema è che le uscite sono forse triplicate, ed è difficile stare dietro a tutte. L'unico modo per rilanciare Tex sarebbe ridurre le uscite.
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  42. Si rispondeva semplicemente al quesito del post, con opinioni e idee personali che ovviamente non hanno pretesa di proposta ufficiale. Tuttavia permettimi di specificare che una cosa è ristampare il formato a strisce, un'altra rieditare una ristampa integrale di quasi 800 albi in formato bonelli. Oltretutto stona l'aggettivo criminale nel contesto: cosa ci trovi di criminale in una ristampa "pulita" da correzioni e censure? A più di vent'anni dall'ultima (La Nuova Ristampa che in pratica ormai tallona la Tutto Tex) Un'occasione per parecchi lettori per completare la collezione (sostituendo albi vecchi e ristampe varie) e per i novizi di intraprenderla dal numero 1. Comunque parliamo sul nulla, visto che difficilmente verrà varata una ristampa simile, considerata la direzione diversa delle politiche editoriali attuali.
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  43. Io invece non credo. Hanno fatto l'anastatica di Diabolik e sta partendo quella di Alan Ford, quindi in realtà queste iniziative "tirano". Dopo le strisce, che secondo me proseguiranno fino alla fine, faranno sicuramente qualcos'altro...
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  44. Non conviene mai farsi nemici i lettori, e chiamare "anastatica" una cosa che non lo è, ne farebbe incavolare parecchi. Non sono più i tempi in cui il termine era sconosciuto e Mercuri spacciava per "anastatiche" ristampe colorate, oggi a fare un simile "falso in commercio" ti bruci tutta la benevolenza e fai la fine di Recchioni su Dylan Dog (visto che se ne parla proprio stamattina...) Si prende l'anastatica anche per gli errori del letterista e i "Tex Killer, che incuriosiscono chi non sapeva quelle cose. Mentre l'idea di fare una versione "definitiva" limitandosi a "correggere gli errori" è già stata fatta: è la TuttoTex: quando parti su quella china folle poi ti metti a "correggere" anche i colori del cielo in copertina e la posizione dei ballooon...
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  45. Immaginatevi una sorta di edizione definitiva con la veste del Tex Gigante, i disegni di Galep non censurati e i testi non censurati di Gianluigi Bonelli, con solo le correzioni delle sviste del letterista. Sarebbe favoloso. Io la acquisterei senza esitare; però sì, anch'io dubito che l'iniziativa possa avere un senso commerciale.
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  46. Questo è vero, alla fine elementi dell'universo Ultimate (completamente slegato da quanto avveniva nelle serie classiche) sono stati assorbiti dopo il collasso del progetto. Se invece le testate fossero andate bene, forse sarebbe accaduto il contrario! Il fatto che elementi del Tex Willer finiscono sulla regolare indica che questo "nuovo" passato è quello corretto mentre le storie vecchie non valgono più. Ma è normale, perché nel tempo ci sono stati troppi errori e noncuranze, mentre l'odierno curatore non solo è metodico e preciso, ma vuole sistemare per quanto possibile tutta la linea temporale e rendere coerente il passato e il contemporaneo. Poi non si può essere d'accordo come appassionati e le cose possono essere state fatte bene o meno bene. I fumetti ambientati nel presente sono sempre difficili, specie se durano decenni, se ogni tanto non si ripulisce e si riparte (anche senza clamore inserendo ogni tanto oggetti e usi moderni e togliendo qualche abitudine diventata obsoleta). Superboy negli anni ottanta veniva "abolito", poi è tornato di moda. Supergirl e Flash erano morti, oggi nessuno se lo ricorda! Un libro preso per farne un film è tutto un altro discorso, e anche i film tratti da altri film possono prenderne solo spunto e raccontare la stessa storia da un'altra parte e in un altra epoca. I film di King Kong sono stati ambientati nel presente negli anni trenta e negli anni settanta, quello di Peter Jackson si rifà a quello originale e diventa "storico".
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  47. Il problema qui è che è tutto un "sentito dire". La Bonelli aveva smesso proprio allora di dare cifre. L'impressione generale è di un crollo (una edicola non fa primavera, ma quando ogni singola edicola ovunque ti dice la stessa cosa...) ma di QUANTO? Non lo sa nessuno. (e proprio queste "bocche cucite" fanno capire che il crollo è grave, su altre serie per quanto ci sia il divieto generale a tutti di dire le tirature, qualcosa trapela... specie quando sono ottime cifre come quelle di Tex Willer) Non sappiamo quanto è calato, e nemmeno QUANDO: subito all'arrivo di Recchioni no, anzi aveva generato curiosità (io stesso ero tornato a comprarlo), e verso la fine neppure (alla Bonelli ci sono tempi tecnici lunghissimi, se mandi via un curatore passano anni prima di smaltire le sue storie). Momenti salienti per me: 1) Recchioni arriva come curatore Dylan Dog con il numero 325, del 2013, "una nuova vita", copertina (e titolo) ad effetto, ma per il primo anno deve pubblicare solo storie messe in produzione prima da Gualdoni. Può solo fare piccole correzioni ai dialoghi, interviene quindi all'inizio solo sulle copertine, migliorandole nettamente (quelle di Dylan Dog per me erano da sempre anonime, spesso dovevo sfogliare l'albo in edicola per capire se ce l'avevo o no, si somigliavano tutte... Recchioni da subito usare colori più netti e stagliati con un ampio uso del bianco per fare contrasto). Per me se Recchioni avesse proseguito cosi con piccoli tocchi e selezionando magari meglio le storie avrebbe fatto molto meno rumore ma sarebbe stato meglio. 2) Impaziente di cominciare (e forse ritenendo che non fossero all'altezza della serie regolare) Recchioni spedisce gran parte delle ultime storie messe in cantiere da Gualdoni sulla serie "Old Boy" e inizia a pubblicare le "sue" dal numero 337 del 2014, disegni del grandissimo Nicola Mari e pubblicato a colori (le due cose si annullano un po' a vicenda, avere Mari e colorarlo. mah...) lanciato con grande battage e copertina variant disegnata da Gipi per lucca 2014. Da questo numero inizia la "rivoluzione" recchioniana: un arcinemico nuovo (il classico self-insert dell'alter ego di Recchioni che fa in gran parte delle sue storie), Bloch pensionato, uso di telefonini, Londra moderna, e nuovi ufficiali di polizia. E qui si vede già la debolezza alla base: le aggiunte di Recchioni sono... carenti. Il nuovo ispettore di polizia è una sagoma di cartone che dice sempre le stesse cose con la faccia presa dalla TV, una macchietta, Raina è anche peggio perchè non voleva essere una macchietta ma non sanno cosa fargli fare. La differenza con gli originali è troppo evidente. Ed è qui per me il problema: fino a qui, le idee di Recchioni sono anche buone: smuovere la routine e i soliti teatrini con bloch, nuovi comprimari, nuovi nemici... solo che dopo l'IDEA, pure buona, ci vuole la REALIZZAZIONE PRATICA, e ti servono autori in grado di FAR AMARE questi nuovi personaggi ai lettori, invece di imporglieli e dire "ti devono piacere" (mi è partito il post a metà, scusate... segue il resto delle fasi in un prossimo post)
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  48. Gli americani (in Italia) vendono molto meno dei Bonelli. Alla Bonelli Tex vendeva 150.000 copie (ultime cifre ma sono vecchie, credo sia calato molto anche lui se la Bonelli nel 2021-2023 secondo il suo stesso bilancio depositato ha perso in tutto il 25% delle copie vendute pur avendo aumentato il numero di uscite), si sussurra di testate not-texiane scese sotto le 10.000 copie, anni fa se scendevano sotto le 15.000 andavano in passivo ma con gli aumenti di prezzo degli ultimi anni non ho idea di quale sia il nuovo punto di pareggio. Quando alla Bonelli sotto le 15000 copie le chiudevano, l'Uomo Ragno, la testata più venduta della Marvel in Italia, non superava le 5000 copie. In seguito ho saputo che era sceso circa a 2000, oggi non so. In ogni caso, vende cifre ridicole rispetto alla Bonelli (c'è da dire però che escono UN SACCO di serie di Supereroi, e fanno "massa" da vedere in edicola. Dimmi, i fumetti li compri in fumetteria? Perché c'è questo peculiare "strabismo da fumetteria" che vedo in azione sin dagli anni 90 quando nacquero le prime fumetterie. In fumetteria I BONELLI NON LI TENEVANO NEMMENO. Non erano distribuiti. Qualche fumetteria per "fidelizzare" i lettori si metteva d'accordo con un edicola vicina e prendeva dei Bonelli in conto-vendita, ma dovendo dividere il guadagno con l'edicola non facevano sconti (mentre il materiale americano in qualunque fumetteria te lo davano minimo al 10% di sconto con la tessera, di più se contrattavi). Quindi di Bonelli se ne vendavano pochissimi. Stiamo parlando di tempi in cui Tex vendeva 350.000 copie (tutte in edicola) e i supereroi marvel al massimo (all'epoca) 20.000, di cui la maggior parte nelle fumetterie. Quindi il fan entrava in fumetteria, vedeva vendere decine di copi di Spider-man (con il piccolissimo numero di fumetterie in italia, poche centinaia, all'epoca meno dell'1% delle edicole, la minuscola tiratura dei supereroi faceva comunque vendere decine di copie pro-capite), poi andava nei newsgroup dell'epoca (che i forum ancora non esistevano) tipo it-art.fumetti a sparare corbellerie tipo "ma perchè la Bonelli non fa supereroi che vendono un casino (20.000 copie) invece che roba come Tex (350.000 copie) che non la compra nessuno?" Idem per i manga. il massimo successo manga almeno fino a pochi anni fa (non so le cifre di One Piece, non lavoro più nel settore da vent'anni, le cifre che dico risalgono a quando con i manga ci lavoravo) era Dragonball di cui si vantavano 100.000 copie MENSILI con la stampa... tralasciando il piccolo fatterello che era un QUINDICINALE che quindi vendeva (al massimo, poi è calato) 50.000 copie. In un momento in cui Tex ne vendeva comunque più di 300.000. Ma non potevi spiegarglielo, già all'epoca le edicole erano INVISIBILI ai lettori manga che andavano solo in fumetteria, le vendite stratosferiche di Tex non le vedevano proprio (oltretutto "spalmate" su oltre 50.000 edicole le vendite di Tex non erano molto visibili, non quanto la pila di Dragonball che arrivava in ciascuna delle 200 fumetterie...), ed erano convintissimi che "i bonelli non li legge più nessuno" in un periodo in cui la Bonelli era arrivata ai 20 milioni di copie annuali... Sapete perché escono ancora Manga e Supereroi? SOLO perchè non li pagano un ca##o! Alla Marvel e alla DC danno un "fisso" annuale quindi ogni nuova serie la pubblicano praticamente gratis (a parte il costo di traduzione, lettering e ovviamente stampa e redazionali), i manga a parte i pochissimi titoli per cui c'è un minimo di "asta" costano tanto poco che se volessi (e sapessi il giapponese) potrei pubblicarne uno pure io rinunciando a qualche pizza. Se Manga e Supereroi dovessero scriverli e disegnarli in Italia come fa la Bonelli, il costo dei disegnatori li manderebbe in bancarotta! (i 300 euro - sì, se non è una serie nota si può arrivare a queste cifre - dei diritti di un volumetto manga non sono paragonabili ai 100.000 euro che costa produrre un Tex. O un manga in giappone) Cosa leggono oggi "i giovanissimi" non lo so (temo niente, o quasi) perchè quando dichiarano le cifre di vendita gli editori non differenziano i lettori in base all'età) ma quello che vende DAVVERO in Italia è (dal più venduto al meno venduto): - Zerocalcare (240.000 copie ogni volume, allegati da edicola, statuette, film e serie TV, etc) - Tex (l'ultimo dato, vecchio, era di 150.000 copie, oggi sarà calato ma non penso sia crollato) - altri bonelli ben piazzati (Zagor, Dylan Dog nonostante il crollo recente, etc._) - Sio (Scottex) che ha dichiarato recentemente 20.000 copie vendute della sua rivista con Fraffrog e altri. - la maggior parte dei manga (sono tanti che è difficile dare cifre, anche perchè ormai non conosco più nessuno del settore, ma la maggior parte vende davvero poco) - supereroi (non più di 2000 copie, spesso meno) - Graphic Novel (molte arrivano a malapena a 200-300 copie) Le cifre esatte possono cambiare (le uniche che cito da dichiarazioni "ufficiali" sono quelle di Zerocalcare, Sio e di Tex ma quella è vecchia, quella dei supereroi non è ufficiale ma è notissima nell'ambiente, quella delle graphic novel viene da incontri alle mostre con autori ed editori, sui manga avevo una volta cifre precise ma sono vecchie di vent'anni, adesso ho voci di terza mano), ma l'ordine comunque è quello. A parte fenomeni che capitano ogni generazione come Zerocalcare, non esiste ancora nessuno che venda quanto i Bonelli (la Panini vende di più in totale perchè pubblica molto di più, ma ogni cosa vende pochissimo a parte cose come una volta Rat--man e l'album delle figurine dei calciatori), quindi è assurdo dire che "la Bonelli deve fare come gli altri che vendono persino meno" (roba tipo l'Audace che scopiazzava un formato che in Italia non funziona da trent'anni). L'unica speranza della Bonelli è imitare... la Bonelli. La Bonelli di un tempo che vendeva molto di più e creava boom come quelli di Dylan Dog o Tex. Impossibile? Con gli autori attuali sì. Un GL Bonelli, uno Sclavi o uno Zerocalcare non arrivano tutti i giorni. Intanto che aspetti che ne arrivi un altro (e sperando che stavolta arrivi a te e non alla Bao), quello che puoi fare è non scacciare via i lettori che ti hanno regalato (come purtroppo ha fatto Recchioni con Dylan Dog)
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  49. Tex per fortuna, essendo un fumetto mitico e mantenendo comunque, per quanto si possa dire, una certa qualità, al momento regge. Però il topic parla di rilancio....di rilancio di vendite (perchè se si parla di qualità dobbiamo fare un discorso tutto diverso), perchè comunque anche Tex perde lettori, come li perdono tutti i fumetti. E ne acquista pochi nuovi. I giovani che conosco io leggono tutti i manga giapponesi o qualcosa di americano. Confesso di non conoscere più molta gente che legge Bonelli, se non un paio che comunque leggevano Nathan Never e Dylan Dog e continuano a dirmi che non capiscono come sia possibile che quel rudere western di Tex continui a sostenere quasi da solo tutta la baracca. Io, naturalmente, vado molto fiero della mia passione per Tex e dico loro che non sanno cosa si perdono. Comunque, a parte questo, mi riallaccio all'ultimo post di black jim dove dice che bisogna attaccarsi alla qualità. Certo, quello sempre! Tex ha bisogno dei migliori disegnatori e di sceneggiatori che lo sappiano scrivere (valli a trovare...), ma non è la qualità che oggi attira un giovane lettore. Come dice, mi pare, Diablero, i giovani hanno una capacità di concentrazione bassissima, hanno bisogno di prodotti brevi e veloci, e dico la brutta parola "moderni". Non sono così sicuro che Tex sia un prodotto moderno, per come viene visto dai ragazzi. Forse si dovrebbe abbassare il prezzo dei fumetti, per attirare pubblico, ma temo che la casa editrice abbia sempre bisogno di molti soldi per far fronte a tutto.... Io, da parte mia, spero solo di non veder chiudere la testata prima di morire. Sarebbe un duro colpo. Non accadrà.
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  50. Ma anche da me. Finalmente si chiudeva l'"era Gualdoni" fatta di storielle piatte e insignificanti. Eravamo tutti convinti che il nuovo curatore avrebbe portato una ventata di novità sulla serie, con gli autori che avrebbero avuto di nuovo piena libertà di esprimersi. Invece: 1) gli autori hanno dimostrato che il problema non era che non avevano la libertà di dire quello che volevano, ma che non avevano niente da dire 2) la ventata di novità si è tradotta in un mucchio di specchietti per allodole e perline colorate 3) il nuovo curatore anzichè mettersi al servizio del personaggio, ha piegato questo al suo egocentrismo servendose per fare parlare di se stesso
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