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Stiamo parlando di gente che nel comunicato sull'aumento dei prezzi non ti comunica i prezzi ma ben si premura di spingerti a comprare più arretrati possibili prima che i prezzi aumentino. Stiamo parlando di gente che sta ristampando i texoni in formato ridotto e a colori. Non hanno rispetto né per i lettori né per il fumetto. Non fosse perché hanno ereditato la gallina d'oro di nome Tex, che comunque stanno ammazzando, sarebbero tutti a spasso da un bel po'. L'aumento di prezzo non è il problema, è tutto quello che c'è attorno. Non parlo di sceneggiatori e disegnatori, ovviamente, quelli hanno e meritano il nostro rispetto e affetto (e i nostri soldi).8 points
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Fischi per fiaschi. Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come". Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio? Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"? Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate) Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante... non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro! Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza? Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso? Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono? Quanti soldi butti via? E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu... E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..." Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile. Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria. Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?7 points
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Qualunque serie a fumetti ha un ciclo vitale, in cui (una volta) partiva, prendeva lettori, arrivava al massimo successo, poi calava (più recentemente con l'estinzione del lettore occasionale, la continuity oppressiva e per me anche il livello di certe proposte, al posto di questi ciclo vitale ce n'è uno più semplice in cui le copie calano sempre continuamente dal numero uno, ma il finale è lo stesso: le vendite calano) Questo fatto è accaduto, da sempre, ad ogni serie Bonelli (anche se alcune come Tex hanno avuto un ciclo vitale lunghissimo e mantenuto buone vendite per decenni: però Tex è anche una delle pochissime serie Bonelli che era fatta in maniera da poter prendere nuovi lettori ad ogni albo senza un eccessivo peso della continuity, e questa cosa conta). Come mai la Bonelli non è andata in crisi con il calo di vendite delle strisce? Si è inventata un nuovo formato. Poi quando sono calate le vendite del Ragazzo nel Far West è uscito Zagor. Escono ancora L Pattuglia dei Bufali, i Tre Bill e Hondo? No, ma sono arrivati Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never, etc. Insomma, man mano che le serie andavano in crisi, come TUTTO da sempre va in crisi prima o poi, si sono sempre inventati qualcosa di nuovo. Oggi questo ricambio non esiste più. L'ultima serie Bonelli con abbastanza gambe da durare è stata Dragonero, dal 2013 (ma il personaggio è del 2007 con il suo Romanzo a fumetti), un piccolo modesto successo che secondo me (in base a quello che vedo in edicola, poi le cifre di vendita non le so) si è già sgonfiato ma ancora ha i numeri per stare in edicola. Ma è stato DODICI ANNI FA! Da allora tutti flop o iniziative di poco respiro destinate da subito a durare pochi albi (o tre storie come Deadwood Dick), o roba per librerie che davvero non so come potessero pensare di vendere in Italia: credono che ci compra Zerocalcare poi si cerchi qualsiasi altro cartonato a fumetti? Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla. Non aiuta la crisi generale del fumetto come media, certo. Rende tutto più difficile, e te le puoi scordare le 700.000 copie di una volta. Ma il punto attuale di pareggio di un albo Bonelli regolare è sotto le 20.000 copie: davvero il fumetto sarebbe così in crisi da non riuscire più a superare le 20.000 copie? Il pubblico residuo dei lettori abituali di fumetti in edicola è di come di diverse centinaia di migliaua di persone e i lettori Bonelli sono ancora come minimo 150.000 persone (ipotizzando che siano sempre gli tessi a comprare tutti gli albi bonelli altrimenti sono molti di più): il fumetto è in crisi ma non è ancora deceduto, come si vede bene dalla massa di albi ancora pubblicati, è che la bonelli mi sembra molto più in crisi del fumetto. "Là fuori" ci sono ancora nuove proposte innovative. Solo, non dalla Bonelli. È un problema di nuovi autori che non fanno nuovi personaggi "vendibili", come dicevo, ma è anche e soprattutto un problema di SCELTE EDITORIALI. Invece di rischiare di lanciare nuovi personaggi, la nuova direzione Bonelli ha deciso di "spremere" i lettori delle serie più vendute inflazionandole con una folle iperproduzione che ne ha fatto calare a picco la qualità. Vediamo oggi quanto sia stata lungimirante questa scelta, con i lettori che fuggono a frotte. Nuovi formati? Hanno scommesso su quell'assurdo "formato audace" che aveva come punto di forza ai loro occhi per me "così copiamo la Marvel anche nel formato", un flop epocale (mentre il formato indovinato per questo periodo per me l'hanno beccato quasi per caso con Tex Willer ma poi non l'hanno utilizzato molto altrove) E soprattutto hanno creduto a quella favoletta, che ha detto Recchioni in pubblico in un forum ma che avevo già sentito dire da tanti altri, tanto che penso fosse un mantra ripetuto da tutti nei corridoi Bonelli "il prezzo non conta"... e si sono resi conto invece che conta. Ma se ne sono resi conto un po' tardi, DOPO che hanno portato il costo annuale per seguire anche il solo Tex a quasi 250 Euro contro i 40 Euro di quindici anni fa... E adesso dopo che hanno visto i risultati di tante mosse sbagliate, danno la colpa al calo delle edicole! Capisco che non sarebbe stato molto ben recepito un discorso più onesto tipo "scusate, abbiamo pensato di poter campare sugli allori sprementi i vecchi personaggi triplicando le uscite e raddoppiando i prezzi spremendo voi lettori, ma abbiamo sbagliato i calcoli, scusatevi tanto, promettiamo che ridurremo le uscite e faremo di tutto per contenere i prezzi", ma sarebbe stato, appunto, più onesto. Ma vedo che ancora non stanno calando in maniera significativa i collaterali e ancora aumentano i prezzi. Si vede che la lezione ancora non gli è bastata....7 points
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Per me che mi prendo all'inizio del mese con dieci euro (banconota) il Tex e lo Zagor, dover tirare fuori la moneta da un euro (o due) fa molta differenza. Psicologicamente, non monetariamente. E pagare per il Tex Wiler il prezzo che pagavo fino a ieri per il gigante anche. L'aumento dei prezzi, poi, che a questo punto diventa prevedibile come il tempo a Londra d'inverno pure non giova: mi sento un bove al mattatoio. Vediamo a quanto ammonta il rincaro, ma resta una politica editoriale assolutamente discutibile. Poi gli alti e bassi sulla serie regolare (l'ultimo albo neppure letto...) Infine, le edicole chiudono perché i prodotti in vendita non si vendono come si vendevano prima. Inutile prendersela con la gente che non legge più o con gli smartphone, la verità è che se proponi un prodotto di valore la gente te lo acquista. E TE LO LEGGE! Negli anni settanta Tex vendeva 700000 copie senza uscite collaterali e storie con tutti gli attributi, Zagor Idem, Mister No idem. Oggi quella qualità ce la scordiamo e siamo costretti a pagare di più un prodotto che vale meno e che per questo vende dieci volte di meno. E le edicole chiudono, certo che chiudono, per tutta questa roba che resta invenduta perché è scadente. Ma è un problema non solo della Bonelli ma della carta stampata in generale. Prendiamo i quotidiani nazionali o locali che veramente ci vuole fegato a leggerli, per non dire che a me verrebbe la voglia di andare a picchiarli tutti quanti... Altro che regalare loro uno o due euro al giorno come mi capitava solo trent'anni fa. E le edicole chiudono. E si dà la colpa alle edicole. Ma è come nascondersi dietro un dito che però non nasconde la pochezza di quello che mandi in stampa con rincari la cui ragione di essere è quella di coprire i buchi nei bilanci annuali in cronica perdita. È brutale come analisi ma cercare capri espiatori non aiuterà a salvare il salvabile. Così come l'ennesima ristampa cartonata che avrei comprato e seguito numero dopo numero se in prima pagina avessi letto scagnozzi invece che uomini. Non è una questione di spendere una manciata di euro in più o in meno, è proprio quello che mandi in edicola, CHE NON INTERESSA. Ma quanto ci vuole a capirlo? Io ho perso la speranza.7 points
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Perché la nuova dirigenza Bonelli è bravissima soprattutto in una cosa, una specialità su cui sono assolutamente imbattibili: far incazzare i loro lettori. E bada che questo "effetto" è indipendente dal tipo di notizia, se buona ("Villa ha finito il texone... ma prima di leggerlo dovrete aspettare 6 mesi se non volete pagare di più!), ottima ("ritrovato un inedito di Bonelli e Tarquinio... e adesso giocheremo agli enigmi della sfinge, dovrete indovinare ogni ulteriore informazione, noi non vi diciamo niente!") o pessima ("aumentano i prezzi... ma non vi diciamo di quanto! Siamo burloni!") Davvero, ci vuole talento per riuscire a far incazzare la gente ogni volta che apri bocca...6 points
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Borden, il tuo discorso avrebbe una logica... SE I FUMETTI NON LI VENDESSERO ANCHE AL SUPERMERCATO! E in ogni caso, è comunque una logica "rovesciata". I cinema staccano meno biglietti perchè i film non li vede più nessuno? No, perchè li vedono ALTROVE, in streaming. Al cinema costa di più e ci si deve spostare. Ma in edicola il prodotto costa UGUALE e ANZI, la Bonelli ci dice che sta chiudendo proprio la sala "che non ti fa spostare", l'edicola: che paragone è? Prendiamo un paragone dove la roba costa uguale, che hai fatto tu: "Anche le drogherie sono scomparse perché i loro prodotti sono pessimi (non perché la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina)!" L'hai scritto tu: "la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina" Infatti, anche a me non risulta che i produttori di quei prodotti stiano giustificando gli aumenti di prezzo con "la chiusura delle drogherie"... I fumetti Bonelli si trovano nei supermercati, negli autogrill, in abbonamento, online, si possono spedire, e comunque le edicole, anche se in calo, sono comunque una rete di punti vendita molto più estesa, per esempio, delle librerie: eppure i libri si sono venduti anche con così pochi punti vendita. Perché voi non ci riuscite? Come fa Harry Potter a vendere milioni di copie in una rete di punti vendita da qualche migliaio di esercenti, mentre voi sostenere che non vendete più di centomila copie (al massimo) in una rete di punti vendita molto più capillare e con molti più esercenti? Eppure, negli anni 70, con il grande, massimo boom dei fumetti... le edicole erano poche. Nei decenni successivi le licenze sono state moltiplicate a vanvera (e anche per questo poi molte hanno chiuso). Adesso non so se siamo scesi sotto gli anni 70 di nuovo, ma come mai all'epoca la Bonelli riusciva a vendere tanti fumetti in così poche edicole? Capisco che, anche umanamente, sia più bello raccontarsela come "là fuori ci sono milioni di persone che amerebbero i nostri fumetti, se solo non vivessero a 4 ore di macchina dall'edicola più vicina" (una situazione tipica italiana! ), ma a un certo punto, bisogna anche accettarla la realtà: che ci sono in giro maniere di usare quei cinque euro che danno molta più soddisfazione. Le edicole chiudono non solo perchè i fumetti non vendono più un tubo, ma anche perchè i giornali non vendono più un tubo? Vero. Ma in quel caso, la gente non compra il giornale perchè le notizie le trova online nei siti degli stessi giornali, scritte dagli stessi giornalisti, e "in tempo reale". Voi non avete quella concorrenza, pure la pirateria nel fumetto italiano non mi pare così rilevante e non arriva prima della copia stampata come nei quotidiani. Comunque, nel mio piccolo comune c'erano negli anni 70 tre edicole, quando Tex vendeva 700.000 copie. Poi sono salite a 7 edicole più almeno 4 supermercati quando hanno dato la licenza anche a quelli (e all'epoca gli edirori piangevano - con molte più ragioni secondo me - perchè con così tante edicole le copie da esposizione erano un costo eccessivo). Ora sono calate di nuovo a 3 edicole e a almeno due supermercati che tengono ancora il reparto edicola che io sappia. Significa che per comprarsi un fumetto devi farti ancora un po' di strada in bicicletta come negli anni 70, oh che dramma. Eppure, vedevo la pila di fumetti Bonelli assottigliarsi PRIMA che chiudessero le edicole, che strano... Ovvio che 700.000 copie non le vendi più. Ma non perchè calino le edicole: per la concorrenza di 400 canali TV più i satellitari, internet, smartphone, etc: è il prodotto "fumetto" che ormai non è più competitivo. il PRODOTTO, NON il punto vendita! Che chiude perchè non vendono più i prodotti, non il viceversa! Rimane un altro mistero: se il "tappo" è dato dal numero di edicole, e i fumetti sono bellissimi e se ne venderebbero centomila copie se ci fossero abbastanza edicole... perchè alcuni vendono dieci volte quello che vendono altri? Ci sono "edicole di Schrödinger" che sono aperte per Tex e sono chiuse per Martin Mystere? Ma se si accettasse la sconvolgente rivelazione secondo cui se vendi ventimila copie è perchè ti vogliono leggere proprio solo ventimila persone, magari?6 points
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Oggi ho deciso di portarmi il book al lavoro e ho riletto per la centomilionesima volta "la Mano Rossa": cinquantadue tavole al fulmicotone da sorseggiare col caffé in attesa delle infauste quattordici, invece delle centinaia di pagine a cui purtroppo siamo abituati. Sono tornato al lavoro con gli occhi lucidi, perché Bonelli è sempre Bonelli, censurato o meno.5 points
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Negli anni 60 una famiglia media era di 4 persone: genitori e due figli. E lavorava solo il padre. C'era da tirare la cinghia ma, bene o male, si arrivava alla fine del mese. Oggi in una famiglia di 3 persone le ore di lavoro sono raddoppiate (se tutto va per il meglio, sennò son dolori), il tempo libero è sempre meno (e si è obbligati a dissanguarsi per badanti e baby sitter perché le strutture pubbliche sono inadeguate) e si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Una volta i poveri erano quelli che non lavoravano: erano poveri ma almeno non faticavano. Oggi sono poveri anche una bella fetta di lavoratori. Oltre al danno anche la beffa: sono poveri ma si devono fare un culo così.5 points
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Simeoni ha fatto un accostamento completamente fuori dalla realtà. Come si fa a paragonare le case popolari, istituto nato per aiutare le famiglie in condizioni disagiate e che per la sua stessa natura è chiaramente in perdita, con una società per azioni che fa utili a 6 zeri, e che probabilmente continuerebbe a farli, magari più bassi, anche senza aumentare i prezzi? Un'azienda il cui patrimonio, preservato con oculatezza lungo i decenni da Sergio Bonelli, tutti dimenticano che sono i LETTORI. Un patrimonio "immateriale", nel senso che se lo perdi, non lo recuperi più. E invece tocca leggere "Nessuno è obbligato a comprare i fumetti. Se non vi sta bene, ce ne faremo una ragione" con la stessa arrogante sicuramera di un Recchioni che quando i lettori esasperati, dopo aver visto Dylan Dog sposare Groucho, gli dicevano che avrebbero mollato la testata, rispondeva "Pazienza. Ne arriveranno di nuovi". Si è visto quanti ne sono arrivati a fronte delle decine di migliaia che hanno mollato. A frotte, ne sono arrivati...5 points
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Strozzinaggio 5 euro per 112 pagine di fumetto inedite (dietro cui ci sono anni di lavoro)?5 points
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Trovo vagamente offensivo (e ricordati che ho detto "vagamente", quindi non offenderti a tua volta) il tuo messaggio. Dici che non stai a sindacare sulle scelte dell'utente, ma contemporaneamente in modo più o meno velato implichi che le sue scelte non siano degne di un "vero appassionato". Ognuno di noi vive in un mondo reale, in case reali dotate di spazio limitato, ha delle risorse ben specifiche ed altrettanto limitate ed ha una serie di bisogni, priorità e convinzioni che vanno al di là della nostra comprensione e del nostro giudizio. Se uno ha bisogno di liberarsi di un certo numero di fumetti non vuol dire che non sia un "vero appassionato". Significa che doveva o voleva farlo a prescindere dalla sua passione ed in concomitanza di altri fattori probabilmente più importanti dei fumetti. Pensare di poter giudicare e quantificare la passione di un'altra persona è.. sbagliato, oltre che potenzialmente sgradevole. Siamo TUTTI appassionati, cerchiamo di capirci, di supportarci, a prescindere da quanti albi o serie abbiamo in collezione4 points
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Mi sa che sei andato un po’ troppo indietro nel tempo. Io sono cresciuto negli anni 90 quando i prezzi erano decisamente popolari e le tirature ancora decorose, non mi sembra che su Tex, DYD, Zagor, Magico vento e poi su Julia, Dampyr e via dicendo ci fossero albi realizzati di fretta, carta dozzinale o pagine che si staccavano (in tutto questo tempo mi è successo solo con un albo di Tex, peraltro degli anni 2010). Se un editore di fumetti decide di lasciarsi alle spalle decenni di storia gloriosa di serie di intrattenimento deve avere prima di tutto degli autori che possano garantire qualità e regolarità perchè poi il competitor non sono più i supereroi, i manga o LancioStory ma i cartonati a colori di Vittorio Giardino, le ristampe di Hugo Pratt, la Coconino e la Oblomov. E se la SBE pensa di affrontarli con la Divina congrega o con le serie alla francese che poi finiscono su Chi l’ha visto? direi che ne esce non con le ossa rotte ma proprio spappolate.4 points
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Credo che il problema dei due esempi postati, sia nella presa di posizione dei due autori. Non volete più comprarci, ce ne faremo una ragione. La casa editrice aumenta il prezzo di quasi 1 euro (o almeno così si dice) e nonostante questo gli autori, stante il calo di un milione di copie vendute all'anno, continuano a dire che con i lettori rimasti si continuerà a navigare dritti verso la meta. Il problema è che la casa editrice non azzecca più un personaggio dal 2013 (o meglio dal 2007 con Dragonero). In libreria ha cominciato a pubblicare materiale tradotto, per ridurre i costi (non si sa con quale successo) e i progetti multimediali di cui si è tanto parlato, hanno prodotto un solo film (che su Netflix è andato molto bene, ma non al cinema), e due o tre serie a cartoni animati che non ho idea di quanto successo abbiano avuto e le serie TV sono sparite dall'orizzonte di una produzione imminente. I bilanci sono solidi, ma le copie vendute diminuiscono inesorabilmente (quante copie ha davvero perduto Dylan Dog grazie alla cura Recchioni? Lo sapremo mai?- visto che si è corsi al riparo cancellando tutto quel che aveva fatto senza nemmeno attendere la fine della miniserie 666). E a livello di qualità molte delle serie sia da edicole che da libreria vivacchiano e non c'è ricambio autoriale o dirigenziale per cercare di invertire la tendenza. A questo aggiungo che la mancanza di grafici sia per le copertine (molte delle cose che produce la Bonelli sono appaltate a studi esterni) che per il merchandising, per una casa editrice che si occupa di fumetti è un problema serio e sarebbe proprio da quello che si dovrebbe ricominciare a costruire.4 points
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Ci si dimentica che la crisi delle edicole di cui si parlava sopra e che indubbiamente un po' ha contribuito al calo delle vendite di molte testate è stata causata in gran parte dalla deregulation dei punti vendita dei periodici voluta dalle stesse case editrici in preda a una febbre di libero mercato che si è dimostrata disastrosa. In edicola parli con l'edicolante e gli altri clienti, ti fai consigliare, alla cassa di un supermercato non è possibile. Prima anche nei centri commerciali l'edicola era un luogo separato in galleria, poi è stata relegata in un angolo a fianco di snack, chewing gum e lamette da barba. Ciò conta molto.4 points
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Sinceramente trovo assurdo che una casa editrice con le risorse e l'esperienza della Bonelli continui a fare comunicati che non fanno altro che creare confusione nei lettori con conseguente miriade di ulteriori chiarimenti. Era cosi' difficile, a meno di due settimane dall'uscita del primo albo toccato dagli aumenti, allegare al comunicato i dettagli sulle serie che saranno soggette alla maggiorazione del prezzo e quantificare l'aumento?4 points
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Per far notare solo un dettaglio che la dice lunga su chi scrive le storie e non si accontenta del brodino riscaldato, la scenetta iniziale con la biondina che manifesta tutta la sua diffidenza nei confronti di Shimizu, spacciandolo per un cinese, che rispecchia la realtà dei fatti di inizio novecento con la paura del ''giallo'', ben testimoniata anche a livello fumettistico. Tocchi di classe.3 points
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Dai "si dice" (prendila con beneficio di inventario) è stato un successo superiore alle aspettative. E stanno rendendo parecchio (da qui la decisione di "raddoppiare" con Zagor, su cui la Bonelli ha anche una maggiore fetta della torta non dovendo pagare royalties). Di certo c'è che gli introiti dovuti alle pubblicazioni di materiale Bonelli da parte di altri editori (di cui le strisce rappresentano quasi la totalità, quante altre cose Bonelli pubblicate da altri editori escono oggi?), aggregati, hanno fatto la differenza nel bilancio 2023 con oltre un milione e mezzo di utili (e un utile complessivo invece per tutta la Bonelli di meno di un milione) fra un bilancio in passivo e uno in attivo. Senza le strisce della Gazzetta la Bonelli nel 2023 sarebbe stata in perdita. Non è certo la prima volta che i Tex di GL Bonelli salvano i bilanci Bonelli. Anni fa anche la CSAC fu un successo insperato portando un bel po' di soldi alla Bonelli (poi ci si meravigliava che proseguisse ad oltranza... ) in un periodo di crisi anche per il fallimento del distributore storico (con mancati pagamenti per milioni di euro). Il successo della CSAC anzi fu tale da "sbalestrare il pensiero" di quasi tutta la Bonelli che riteneva GL Bonelli un autore "vecchio e superato" rispetto a cose "moderne per i giovani" tipo Orfani, e si convinsero che fosse merito del colore - da cui la sbandata per il colore che ha preso la Bonelli per alcuni anni)3 points
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Parlare di "strozzinaggio" è completamente sbagliato, come ha spiegato bene Tex_Willer90 Ma anche parlare di "quanto dovrebbe costare un fumetto" è sbagliato, perchè il fumetto non è un unico prodotto, tipo il prosciutto. Ci siamo abituati ormai a fare discorsi tipo "quanto dovrebbe costare il prosciutto", perchè vediamo prezzi diversi per un qualcosa che, a parte alcuni dettagli (comunque importanti, come qualità, remunerazione equa di chi ci lavora, sapore, etc.) è sostanzialmente sempre la stessa cosa. Ma il fumetto non è sempre la stessa cosa. Il fumetto è un MEZZO. Noi NON COMPRIAMO "IL FUMETTO" come potremmo comprare il prosciutto: noi compriamo un qualcosa CHE CI VIENE VEICOLATO TRAMITE IL FUMETTO. Dire "quanto deve costare un fumetto" è come dire "quanto deve costare un qualcosa che ci viene venduto tramite un supermercato?" Ma sugli scaffali di quel supermercato ci trovate prodotti disegnati da Manara (un mio amico editore si è informato per fargli disegnare una copertina, non volete sapere la cifra che ha chiesto...) che parlano di arte pubblicati in costosi cartonati extra-large, così come (magari più una volta) pornazzi disegnati da esordienti che magari poi non vengono nemmeno pagati... Inoltre, il "costo di produzione" di un fumetto è in gran parte FISSO, uguale sia che venda 1 milione di copie sia che ne venda venti, ma quindi cambia enormemente la "quota" di questo costo da ripartire su ogni copia. La vera domanda sarebbe "quando dovrebbe costare questa storia di xxxxx e xxxx, pubblicata in questi x albi di Tex della Bonelli?" E a questa domanda ci sono due risposte: 1) La risposta dell'acquirente: devi vedere quanto ti dà quella storia, se per te vale il prezzo, e decidere se comprarla o no. 2) La risposta del contabile: valutando per quello che ne sai di costi e tirature e facendo comparazioni con altri prodotti simili: e qui, anche senza sapere esattamente di quanto, lo si vede subito che la serie regolare di Tex potrebbe costare molto meno, anche semplicemente facendo il confronto con altri albi Bonelli che vendono un decimo o con le serie collaterali di Tex. Ora, se Tex fosse una unica graphic novel, a noi dovrebbe importare solo la risposta (1): decidere se il prezzo vale la candela, e l'editore faccia pure il prezzo che gli pare. Ma le collane seriali che hanno un pubblico regolare come Tex incasinano il discorso: hai una serie completa di centinaia di albi, lo compri sin da bambino... ci sono UN SACCO di fattori che ti spingono a comprare lo stesso ANCHE SE LA RISPOSTA (1) SAREBBE NEGATIVA. Chi di noi comprerebbe una graphic novel western di, mettiamo, Ruju, disegnata da, per esempio, Torti, cui vediamo come protagonista un ranger qualsiasi? Mi sa che sarebbero molti meno di quelli che si comprano un Tex degli stessi autori, no? E questa è una cosa estremamente peculiare, che si vede SOLO in prodotti che hanno a che fare con le "storie" e con la serialità: le storie, i personaggi, ci affascinano e ci "prendono" in una maniera peculiare e atipica: tu non ti compri tutti i prosciutti che fa la Rovagnati. Certo, ci sono "collezionisti" di ogni cosa (se qualcuno colleziona Ferrari, e ha abbastanza soldi, vorrà ogni modello di Ferrari. o di modellini se di soldi ne ha meno...), ma basta osservarli per vedere che davvero è un concetto diverso, al punto che che chi "colleziona Tex" non somiglia molto a chi colleziona francobolli. Certo, ci sono sovrapposizioni, c'è chi colleziona Tex COME altri collezionano francobolli (vuole l'esemplare perfetto, lo maneggia con i guanti, etc.) ma sono pochi come sono pochi appunto anche i collezionisti di monete o francobolli. Il "collezionismo di fumetti" è un fenomeno diverso, DI MASSA, e coinvolge un sacco di gente che "colleziona Tex" e i fumetti se li legge mentre mangia un panino con la nutella. Quindi, nel caso dei fumetti, vedi un fenomeno "strano": l'acquirente che fa la valutazione (1), vede che non ne varrebbe la pena (non comprerebbe un albo di quegli autori a quel prezzo), ma compra lo stesso perchè "è Tex" (o è Zagor, o è Alan Ford, etc.) Ma quando compri così "di malavoglia" (o magari con buone speranze, ma dopo la lettura rimani deluso), a quel punto è ovvio valutare quanti soldi stai buttando in cose che non valgono quel prezzo. E qui la valutazione e il giudizio sulla casa editrice passano dalla valutazione (2): e visto che siamo animali pensanti... pensiamo. E valutiamo. e giudichiamo. In base alla valutazione (2) valutiamo se ci troviamo di fronte a: - un editore che dovendo comunque pubblicare qualcosa fa quello che può, cercando comunque di fare del suo meglio, e anche se ogni tanto il prodotto non è buono è perdonabile, è impossibile pubblicare solo capolavori, oppure... - un editore che sta coscientemente pubblicando molta roba anche di livello inferiore a prezzi maggiorati per spremerti come un limone sfruttando il tuo affetto per il personaggio. Se ti accorgi che è il secondo caso, è ovvio che ti senti preso in giro (e quindi capisco chi si sente vittima di uno strozzinaggio, a livello emotivo, ma no, non c'è nessuno strozzino che ti minaccia: puoi sempre benissimo dire "no, adesso basta, non vi dó più un centesimo!". Provaci a farlo con uno strozzino vero...) Quanto dovrebbe costare un albo di Tex? Un prezzo onesto. Cioè un prezzo che, non importa quanto sia alto, non ti dia la sensazione che l'editore ti consideri un limone da spremere (sì, è una faccenda di percezione soprattutto, e anche per questo la pessima comunicazione della Bonelli è respingente) Pago tranquillamente il loro prezzo i volumoni dello Scarabeo, anche se sono storie che ho già. Perché lì ho la percezione della qualità, della cosa fatta bene e con passione, e mi presentano a loro volta il Tex che amavo. Lì non arrivo nemmeno alla valutazione (2), basta la (1) per farmi dire "è un buon affare, lo compro! Anzi, fateli trimestrali, ve li compro tutti!!!!" Poi vedo un nuovo Tex in edicola, che costa meno di un quarto dei volumi dello Scarabeo, e se lo prendessi mi sentirei preso per il naso da speculatori. Non è questione di prezzo, è questione di percezione (e sì, anche di spesa totale ormai, anche su questo la Bonelli sta esagerando)3 points
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Quotando da un commento ad un altro video di Fantozzi che mi ha colpito mentre cercavo quella clip... "Fantozzi aveva una casa di proprietà (e pure larga), aveva una macchina che, seppur "a risparmio", era parecchio diffusa all'epoca d'acquisto. Aveva una moglie e una figlia (a carico) e riusciva nonostante questo a permettersi diverse spese extra (al netto di un ovvio sfruttamento)." Fantozzi nei primi due film (gli unici diretti da Luciano Salce, e di gran lunga i migliori) e nei libri iniziali di Paolo Villaggio, non è "lo scemo del villaggio (aziendale)", ma è L'UOMO COMUNE: certo, ridicolizzato, parodiato, portato al grottesco, ma quello che ci vuole dire il film è "guardate come siete messi": è solo dopo, quando si fanno i film più "commerciali", che si fanno film che dicono allo spettatore rassicurandolo "ma no, tu sei un figo, un furbo, mica uno sfigato come fantozzi". Negli anni 80 Fantozzi guida ancora una utilitaria vecchissima, fa ridere, ma all'epoca dei primi film era una macchina comune, quella che si compravano tanti travet. E sì, all'epoca "l'italiano medio" riusciva a comprarsi la casa e mantenere una famiglia con un unico stipendio. Come ci riuscì mio padre e gran parte di quelli di quella generazione. Oggi deve lavorare anche la moglie o la compagna, i soldi comunque non arrivano a comprare la casa, e ce la raccontano come una "conquista"...3 points
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Non protesto per gli aumenti ma, come ho smesso di comprare tanta roba Bonelli, potrei smettere di prenderne altra, perché non soddisfatto di quel che acquisto. Faccio un esempio. Mister No: Avevo smesso di leggerlo ai tempi delle nuove fantastiche avventure (momento in cui già si era palesata la carenza di grafici in Bonelli). La rivoluzione che aveva trasformato il simpatico "cazzone" pilota scavezzacollo, in uno sfigato barista a New York (mi chiedo ancora come mai Sergio Bonelli lo abbia permesso), con trame tristi che più tristi non si può, me lo face mollare, senza nemmeno arrivare al confronto con il cattivo giapponese (mollai nel momento in cui il giapponese disse: non ti faccio uccidere, perché sei il mio nemico e ti devo uccidere io). Riprendo la serie con la trasferta asiatica, perché in quel periodo abitavo in Cina e volevo vedere come descrivevano quel continente. La noia provata dopo il terzo albo mi ha spinto a mollare di nuovo e attendere l'arrivo di Nolitta per il finale. Agli inizi del 2000 compravo Tex, Zagor, Martin Mystere, Magico Vento, Napoleone, Dampyr e tutti gli speciali. Mister No e Dylan Dog a volte e Nathan Never se non avevo nulla di meglio da leggere in treno o in autobus. (Ai tempi compravo anche Lanciostory, Dago Ristampa e Storia del West della IF). E compravo i primi 3 -4 numeri delle nuove uscite. Dopo la scoppola presa con Gregory Hunter e Brad Barron ho diminuito i numeri 1. Colla bimestralità ho mollato MM, grazie alla gestione Recchioni mi sono allontanato completamente da DYD. Adesso compro solo Tex, Tex WIiller, e il Texone (e Dampyr). I Maxi, gli almanacchi e i color solo al mercatino dell'usato. Gli speciali Tex Willer solo se scritti da Boselli e il secondo Tex e Zagor mi sono dimenticato di acquistarlo. I cartonati a seconda degli autori. Mi ritenevo un lettore forte che non acquistava tutto, ma abbastanza. Adesso compro sempre meno e anche le nuove proposte, da libreria, sono quanto di più lontano io possa pensare di acquistare. Alle volte mi sembra che la Bonelli da Libreria ha lo stesso problema che ho con Netflix. Il 90% della roba che producono è monnezza molto peggio della roba televisiva che si produceva negli anni '80 e '90, però ci mettono gli effetti speciali e i soldi e si dimenticano di scrivere le storie. Per la libreria scrivono le stesse cose che manderebbero in edicola, con il formato più grande, i colori, il prezzo quadruplicato, ma senza la capacità di scrivere roba, non dico memorabile, ma almeno meritevole. Adesso selezionerò ancor di più, visto che di fumetti belli c'è ancora tanta roba in giro.3 points
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Gli aumenti ci stanno. Li abbiamo sempre avuti e il costo di un albo resta, tutto sommato, alla portata di tutte le tasche, sia che si parli di 4,90 sia che si parli di 5,90. Tuttavia ne parlavamo già mesi fa pronosticando il mese in cui si sarebbe avuto il rincaro. Quindi, non c'è nessuna sorpresa. Sappiamo da tempo ormai che gli aumenti sono dettati da una politica editoriale piuttosto che dalle reali contingenze. Per esempio i costi della carta, che il buon Sergio tirava in ballo ogni volta e se non ci credevi, ti veniva la voglia di crederci lo stesso, perché ci stava. Perché era un editore che ti dava l'idea che fosse ben lontano dal concetto di spremere le tasche ai lettori dei suoi albi. Per quanto ne sappiamo, e ne sappiamo ben poco, è sempre possibile che alla base di questi rincari programmati a distanza di due anni (sono due?), ci siano inesorabilmente conti da far quadrare a fine mese, dall'inflazione al cronico calo dei lettori o a chissà cos'altro. In ogni caso, è qui che voglio arrivare, c'è un errore nella comunicazione. Leggendo i messaggi di questa discussione, sono in tanti a sentire sulla propria pelle, fortemente, la sensazione di essere vacche da mungere o polli da spennare. Una sensazione che in passato non ho mai provato. E non c'è niente di peggio per un editore in difficoltà che affidarsi a strategie commerciali come il classico contentino sotto forma di gadget, di solito penoso, che psicologicamente dovrebbe attutire l'impatto del costo maggiorato al momento dell'acquisto, nel mese in cui si verifica. Dal mese successivo il rospo è stato già ingoiato. Questi sono messaggi assolutamente da non veicolare nella comunicazione tra l'editore e la sua utenza. Il secondo errore sta nel ritenere ineluttabile il crollo delle vendite e il mancato ricambio generazionale. Si rifugiano in un progressivo e più o meno rassicurante (per loro) aumento dei prezzi che ti permette ancora di far quadrare i numeri senza cercare soluzioni radicali alternative. Ecco dunque fioccare le collane, le ristampe, con gli autori costretti a produrre tavole e tavole di sceneggiatura con la conseguenza inevitabile del calo della qualità del prodotto che alterna così rare belle storie al piattume generale. Il lettore non è che si fa passare tutto per buono, se ne accorge se una storia che una volta sarebbe finita cassata nel cassetto di via Buonarroti oggi ti occupa invece due mesi della serie regolare. E non è vero che con cinque euro non si trova niente di meglio, anche in edicola, dove per lo stesso prezzo di prendi un romanzo o un saggio. Se in edicola compro, per abitudine, prodotti che so già che non leggerò, e mi sta capitando sempre più spesso ormai, il segnale d'allarme c'è o ci dovrebbe essere, tu editore stai mandando in edicola prodotti che non interessano, il danno nella fiducia che il lettore mese dopo mese ti concede è incalcolabile. Io posso ancora permettermi una spesa che ogni mese gravita comunque intorno ai trenta euro circa, che non è poco, sia chiaro, e penso tra me e me a chi me lo fa fare per albi che alla fine so già che neanche leggerò. È una follia bella e buona. Sapendo poi che ci saranno dei rincari, tipo il maxi a 11 euro! ...insomma andiamo di bene in meglio, ma per quanto ancora?3 points
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Il problema è come li fai passare gli aumenti. Se li fai passare con discorsi come "finora vi abbiamo fatto la carità, adesso cominciamo a farveli pagare a prezzo più consono" oppure come "se non vi bene tanti saluti, nessuno ti obbliga a comprarli" allora hai un serio problema di comunicazione3 points
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No "un fumetto". QUESTO fumetto. Io per Zerocalcare 24 Euro li spendo, sono contentissimo, il volume me lo rileggo più volte e lo espongo con orgoglio in libreria (cosa sempre più difficile da fare con la Bonelli, Tex e Zagor ancora si salvano ma le grafiche negli anni sono diventate sempre più pacchiate e plasticose...). "Ma Zerocalcare fa una o due storie lunghe all'anno, quando ha qualcosa di cui parlare, non deve uscire tutti i mesi con 110 pagine" (in realtà oggi, grazie ad Airoldi, sono in media 350 pagine al mese) A parte che Zerocalcsre ha tenuto per anni una rubrica regolare in cui doveva uscire con una storia nuova ogni 14 giorni ("ogni maledetto lunedì su due"), è PROPRIO QUESTO il punto. L'ho spiegato alcuni post fa: Anche dieci, venti, trenta, quaranta anni fa, si potevano fare paragoni impietosi sul "tipico" fumetto Bonelli e "cosa c'era fuori". Anni 70, lasciamo da parte il periodo d'oro di GL Bonelli e anche Ken Parker che per me potevano stare a testa alta di fronte a qualunque altro fumetto: la Bonelli pubblicava anche il Piccolo Ranger, il Comandante Mark, per un po; Akim, etc, mentre in Italia stava uscendo roba come il Corto Maltese di Pratt: però Pratt era costoso (anche se per un po' lo ha pubblicato il Corriere dei Ragazzi, anche se censurato, che pubblicava anche roba tipo Asteix tanto per ricordare cos'era il "fumetto popolare" all'epoca...), e appunto usciva con una storia ogni tanto: la Bonelli faceva fumetti economici da edicola. IN GENERE l'attrattiva non è la "storia eccezionale che resterà nei secoli", era il PERSONAGGIO: a cui ti affezionavi, storia dopo storia, mese dopo mese, e quindi anche se un mese la storia era venuta meno bene, chissenefrega? Il personaggio è lì, riconoscibile, le storie in genere sono buone, l'albo costa davvero poco, e non ti occupa troppo posto in casa se lo vuoi conservare per rileggerlo. (E se poi ogni tanto ti fanno una "run" eccezionale e miracolosa come il periodo d'oro o il Ken Parker 1-59, hai vinto alla lotteria ma è un bonus in più) Stesso discorso anche nei decenni successivi: negli anni 80 mica leggevo solo Tex o Martin Mystere, se devo pensare ai fumetti che hanno segnato di più la mia esperienza di lettore in quegli anni penso alle storie di Pazienza, di Frank Miller, di Alan Moore (che riusciva come GL Bonelli ad avere una qualità costante eccezionale, solo che lui veniva celebrato per questo mentre GL Bonelli veniva quasi disprezzato...). Però anche se mi leggevo Watchmen in originale mica pensavo di smettere di leggere Martin Mystere (Tex sì, ho smesso varie volte, ma era colpa di Nolitta... e Zagor ho smesso. Perchè? PERCHÈ NON ERA PIÙ RICONOSCIBILE. Non trovando nelle storie di Sclavi il personaggio, che era il motivo dell'acquisto, per me a quel punto comprare Zagor era come comprare Judas. Anzi, peggio, che su Judas non avevo aspettative che poi rimanevano deluse) Con il tempo, i fumetti Bonelli non sono stati più tanto "economici" e hanno iniziato ad occupare troppo posto in casa. E questo processo è aumentato in maniera esponenziale con la nuova direzione, i suoi prezzi che aumentano fissi ogni 2 anni e la sua folle proliferazione di uscite. Mi scusi la Bonelli e il suo commercialista, ma devo fare coming out: io NON CI CREDO che Tex sia vicino al punto di pareggio o in passivo, anche con i prezzi del mese scorso. Ma nemmeno quelli di 6 anni fa! Me lo dicono un sacco di indizi (la regolarità degli aumenti, i discorsi che sentivo da tanta gente della Bonelli sul fatto che Sergio Bonelli sbagliava a tenere i prezzi bassi, e sul fatto che i lettori avrebbero tranquillamente pagato il doppio e che il prezzo non contava, i tanti momenti in cui la nuova direzione ha dimostrato, platealmente, la sua filosofia SPECULATIVA con cose tipo la variant del Texone di Villa pubblicata medi prima della versione economica e i gadget differenti da copia a copia per far vendere più copie) Me lo dice un po' di matematica spicciola (come fanno ad avere lo stesso prezzo Tex e una collana che vende 15.000 copie? Come fa a costare di meno il Texone come prezzo per pagina? Coma fa ad andare in pari un MaxiTex che venderà un terzo e ti dà il triplo delle pagine al doppio del prezzo? Per me non è credibile, e il margine di guadagno su Tex è presente e molto elevato. Altrimenti non ci farebbero tanti collaterali, LO VEDI quali sono le serie alla canna del gas, sono quelle dove di collaterali non ne fanno... Che Dampyr abbia avuto davvero bisogno di calare le pagine ci credo. Che avesse problemi Tex NO, non ci credo assolutamente) Ovvio, i conti reali non li so. Forse davvero sono "costretti" (anche se mi viene da ridere all'idea). Oppure, forse ci speculava anche Sergio Bonelli (sicuramente anche all'epoca Tex guadagnava di più, vendendo molto di più e avendo lo stesso prezzo. La differenza è che all'epoca io CI CREDEVO che comunque pur tenendo il prezzo uguale per tutte le serie, stava cercando di tenerlo il più basso possibile. Oggi non ci credo più. Visto cosa vuol dire perdere la fiducia dei lettori per fare due speculazioni da quattro soldi, nuova dirigenza Bonelli?) Comunque: per me alla Bonelli hanno detto nel 2017 "ma quanto costano poco i nostri fumetti rispetto agli altri, allineiamo i prezzi!!!" Ma se allinei i prezzi, poi non puoi più nasconderti dietro alla vecchia scusa di sempre "facciamo fumetto popolare, non puoi paragonarlo al fumetto d'autore". Se una storia di Ruju di 3 albi mi costa come un volume Coconino di Gipi da 18 Euro, allora deve essere concorrenziale con Gipi anche sulla qualità. Perchè se una volta su Tex c'era una storia fiacca di 3 mesi prima della nuova storia bella, ci spendevo il prezzo di una pizza (se volete vi posto lo scontrino, visto che non ci credete che costano dai 5-6 euro in su qui), non potevo dire "se li lasciavo in edicola con quei soldi mi prendo la nuova Graphic Novel di Vittorio Giardino. Oggi sì, lo potrei dire: la nuova Graphic Novel con la nuova avventura di Max Fridman di Vittorio Giardino, "I Cugini Mayer", esce fra poco e costa 18 Euro! Come una storia in tre albi di Ruju o Nizzi (almeno quest'ultimo ce lo siamo levati dalle scatole) Cioè, da una parte, 18 Euro per 210 pagine di VITTORIO GIARDINO, grande formato, a colori (e non i colori della CSAC, i colori li mette LUI), dall'altra 330 pagine bonellide con una lagna come le quattro vedove... allo stesso prezzo? Ma dovrei essrre masochista a scegliere Ruju! (visto che oltretutto... non "riconosco" il suo Tex, quindi non è nemmeno il personaggio a cui sono affezionato...) Se prezzi una storia di Tex al costo di una storia di Gipi, Zerocalcare, Vittorio Giardino, Larcenet, etc, IL TUO PRODOTTO DEVE ESSERE DI QUEL LIVELLO. Altrimenti perchè te lo dovrei comprare? OK, il prezzo ormai non calerà (mai visto calare un prezzo), la frittata e fatta, vi siete fatti accecare dalla superbia e dall'idea che i vostri lettori non avessero altre scelte? OK, allora se volete tenermi come lettore DOVRETE LAVORARE SULLA QUALITÀ. Basta collaterali-pattumiera, basta tappabuchi: avete voluto farmi pagare una storia di Tex come una storia di Gipi o di Vittorio Giardino? OK, allora, se volete tenermi come lettore, PRETENDO LA STESSA QUALITÀ. SEMPRE. Che con Vittorio Giardino so che ce l'ho. Quindi, no... Ci sono fumetti che valgono anche molto più di quelle cifre. Se le quattro vedove di Ruju valgono 15 Euro, allora quanto dovrebbe valere il nuovo Zerocalcare? Io l'avrei pagato molto di più di 24 Euro. Il punto è: in un mondo dove trovo Gipi, Zerocalkcare, Vittorio Giardino, etc, perchè devo pagare 15 Euro per una storia di Ruju e Freghieri? (o peggio, 10 Euro per una storia di Nizzi?) Quello che per me "salva" ancora la Bonelli, è che purtroppo non sono più gli anni 70, "là fuori" la concorrenza non è più Pratt, Pazienza, Goscinny, Magnus, Buzzelli, Liberatore, Corben, Lauzier, etc. Il problema del fumetto, in generale (e della Bonelli in particolare) è che ormai Zerocalcare è l'eccezione. Giardino è uno degli ultimi "Grandi Vecchi" del fumetto italiano, che appunto invecchiano, e non vedo il ricambio. Anche Gipi ormai ha passato i sessanta, Ortolani i cinquanta e persino Zerocalcare ha passato i quaranta. Il fumetto è in declino ormai da tempo. secondo me, gran parte dei lettori Bonelli rimasti compra solo per ABITUDINE. Magari gli albi non li leggono più o li leggono distrattamente. Scambiarli per giovani fan assatanati che non vedono l'ora di leggere l'ultimo fumetto Bonelli, a qualunque cifra, per me è l'ennesima dimostrazione di quanto la nuova dirigenza Bonelli (appassionata di fumetti Marvel e che pensa di avere il pubblico della Marvel) non conosca il proprio pubblico. Boh, cavoli loro, se non è stavolta sarà la prossima "ideona", ma per me questi qui dai e dai a far chiudere la Bonelli ci riusciranno. È solo questione di tempo (e di numero di "ideone") Personalmente non ho intenzione di smettere di leggere fumetti. Ho già prenotato il nuovo volume di Giardino, compro qualunque cosa facciano Gipi e Zerocalcare (tranne le action figures, non esageriamo... ho preso solo Sailor Cinghiale perchè è il più grande crossover fumettistico della storia...), il mese scorso approfittando delle offerte Coconino gli ho comprato oltre cento euro di arretrati. E non smmeterò nemmeno di prendere Tex (nelle anastatiche: finchè le pubblicano, io gliele compro tutte le anastatiche di GL Bonelli). Ma un altro anno di Tex come il 2024 sarà l'ultimo per la serie inedita, per me: o migliora la qualità o la mia copia rimarrà in edicola, come le TANTE altre che vedo sempre più numerose mese dopo mese... P.S.: Ma li hai visti i miei post sulla Meloni nel thread sulla politica? Da questo punto di vista sono inattaccabile, al confronto della Bonelli dico solo cose buone...3 points
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Ma onestamente, mi dite che con 5 euro comprate mare e monti? Quasi non bastano più per una granita al bar. Dicendo questo, non voglio affatto difendere la Bonelli che scelte errate ne sta facendo a bizzeffe nel tempo, ma il Tex Willer ha una qualità che le 4,50 li merita tutte a mio avviso e poi li spendi una volta mese mica tutti i giorni. Poi ovviamente ognuno è libero di spendere i suoi soldi come meglio crede e se pensa che non valga più la pena sborsare quella cifra per un fumetto, non deve giustificarsi, nè condannare chi lo fa. Ma le accuse agli autori le risparmierei, poichè è gente che fa il suo lavoro (stando segregati al tavolo da disegno per ore e ore) e magari il tam tam di questi giorni li ha toccati nel vivo e qualcuno ha risposto sopra le righe. P.s. Questa verve polemica la vedrei più adatta verso quei politici che ti aumentano le accise sulla benzina, dopo aver bellamente preso per il naso i creduloni che li hanno votati, dicendo che le avrebbero abolite. E la benzina non puoi scegliere di non comprarla, sei costretto, a meno se decidi di usare un mulo con le bisacce per gli spostamenti.3 points
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Davvero "un bel tacer non fu mai scritto". Due post che trasudano arroganza e indispongono. Inconcepibile come uno scrittore professionista non si sia reso conto dell'effetto controproducente delle sue parole. Al di là di questo, però, fa impressione lo scollamento dalla realtà di Simeoni e Villa, il non avvertire, da un lato, la precarietà della propria fonte di guadagno in un mondo in cui l'intrattenimento è sempre meno legato al fumetto e alla lettura in genere, dall'altro il porsi in contrapposizione al proprio pubblico, non riconoscendo lo sforzo comune tra autori e lettori contro l'instupidimento delle forme di intrattenimento.3 points
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P.S.: Villa dice: "Nessuno è mai stato obbligato a comprare fumetti . Non vi sta bene? Ce ne faremo una ragione. " Ed è giustissimo: i fumetto non sono un bene di prima necessità. Forse lo erano una volta, quando ero bambino, in un ambiente in cui le belle storie scarseggiavano ed erano un nutrimento indispensabile per sviluppare fantasia e immaginazione. Ma oggi si trovano storie ovunque, praticamente gratis (e anche un sacco di fumetti usati a prezzi stracciati). Che la gente smetta di leggere (e soprattutto di comprare) fumetti non solo è normale, ma visto che veniamo addirittura INVITATI a farlo (o esplicitamente con post come quelli, o implicitamente facendoci annoiare ogni volta che ne apriamo uno, o facendoci inferocire con storie come l'ultima disegnata da Villa che per me è un vero e proprio invito "non avete ancora capito che dovete smettere di leggere? Fuori!!") direi che gli autori dovrebbero essere gli ultimi a stupirsi. Quindi, OK, è stato bello finché è durato. Si vive benissimo senza comprare nuovi albi di Tex, ne ho abbastanza da rileggere per tre vite (anche se finirà che rileggerò sempre gli stessi duecento circa...), ciao e amici come prima. No? No. Perché poi gli stessi autori ed editori sembrano considerare la fine dei loro fumetti come una tragedia nazionale. Nessuno è obbligato a comprare i VOSTRI fumetti. Non date la colpa alla chiusura delle edicole. Non date la colpa allo smartphone (se non nel fatto che cosa meno e ti dà di più), se un fumetto non vende, è perchè semplicemente i lettori NON SONO OBBLIGATI A COMPRARE LA VOSTRA ROBA.3 points
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Questo aumento non piace a nessuno, tantomeno a me. Compro e leggo Tex da 12 anni (ne ho 28) dapprima solo la regolare, poi nel tempo tutto il resto. Purtroppo però, tra persone (giovani e non) sempre più pigre e meno propense alla lettura in generale e materie prime che aumentano, il rincaro è ahimè inevitabile. Credo che sia l’ultima strategia attuabile, che anche il più scellerato dei dirigenti attenderebbe ad applicare. È l’ultima spiaggia. Per quanto mi riguarda, continuerò ad leggere le nuove avventure (recuperando alcune classiche che ancora mi mancano), sperando in una qualità elevata che Tex ha più o meno avuto sempre, anche in tempi recenti (dopo 80 anni!), al netto di alcune storie poco riuscite. Ma sono convinto che il nostro eroe e i nostri sceneggiatori sapranno ancora regalarci tante emozioni! Se possiamo, ovviamente, continuiamo a sostenerli3 points
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Il costo della vita di tutti i giorni è aumentato a dismisura, gli stipendi no..ora aumenta così tanto anche Tex ed è un colpo al cuore! Ci sono passioni che si dissolvono nel tempo perché la vita le mette con le spalle al muro..ma anche nelle situazioni più disperate il nostro caro Ranger non ci lascerebbe le penne... Tex, come il mitico John Wayne, è stato un fedele pard immaginario di mille avventure nei momenti della gioventù..e ora dovrei smontare di sella e abbandonarlo al suo destino? No, per me l'avventura continua!3 points
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Eccomi ... letto il primo albo di "Rick Master, Detective" di primissima mattina, quindi a mente totalmente sgombra da stanchezza e problemi vari. Per la parte grafica mi ero già espresso, posso dare senza esitazione voto 10. Relativamente a soggetto e sceneggiatura di @borden innanzitutto un giudizio telegrafico costituito da tre aggettivi: appassionante, articolato e culturale. Appassionante. L'incipit a mio avviso lo è poco, dato che mi sembrava assistere ad un Dylan Dog di un secolo prima, ma subito dopo l'albo comincia a carburare con scene d'azione, altre esplicative, ritorno di personaggi da altre storie e citazione di ulteriori figure che hanno costituito il mito di Tex. Poi, da pagina 60 circa e fino al termine dell'albo, una vera sarabanda di mille ingredienti, parte ad ambientazione cittadina, western, esotica ... con rimembranze di autori popolari dell'800 e inizio '900. Al netto di alcuni convenevoli fra i personaggi forse leggermente dilatati per approfondire, ma anche ripetere e ribadire cosa stia succedendo, tutto l'albo si mantiene appassionante, senza infastidire o annoiare. Articolato. Una storia certamente complessa per la molteplicità di temi, situazioni, personaggi presentati e altri soltanto citati. Riprendere Lavinia e il marito in un contesto di delinquenti di vario livello e grado, una sfilza di personaggi positivi, fatta di Tex e Carson, Rick Master e il suo Lothar asiatico, sindaci, capi della polizia, l'agenzia Pinkerton, ragazzini aiutanti, ecc., rende tutto a me particolarmente gradito per quanto complesso. Tale complessità è resa di livello superiore anche per un vocabolario fatto di termini desueti e una costruzione dei dialoghi piuttosto articolata per esigenze di plot, ma anche dalla volontà di @borden di farci conoscere la Storia e le ulteriori mille storie. Un sedicenne dei giorni d'oggi a mio avviso potrebbe uscir fuori catatonico dopo un'esperienza come questa. Ovviamente fra i giovani vi sono innumerevoli eccezioni, quindi speriamo che qualcuno di loro legga Tex e soprattutto storie di questo livello e qualità. Culturale. Credevo prima della lettura che avrei affrontato qualcosa come il capolavoro di maxi dedicato ai Tre Bill, per quanto ad ambientazione cittadina, essendo il fulcro della storia radicato a San Francisco. Mi ero sbagliato totalmente e lo spessore del trittico si nota da subito. Ad ogni tavola @borden s'impegna a concepire i dialoghi al fine di approfondire gli aspetti culturali di questa storia, infarcendola di mille ingredienti e nozioni su qualsiasi ambito storico del tempo. Un pò come faceva Salgari in alcuni romanzi, assolutamente pretesti per elencare usi e costumi locali, nomi, città, cose, piante, animali, ecc. Fatto, per adesso può bastare. Grande @borden ! Voto 9, mi riservo di rettificare in più o in meno al proseguio della vicenda. P.S. Nonostante qualche termine desueto, a differenza di precedenti storie, non ho trovato neppure un "sinché" ... marchio di fabbrica del nostro Mauro.2 points
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Aloha a tutti! Ho alle spalle poco meno che un centinaio di numeri sparsi quindi per me è tutto nuovo. Questa storia mi ha sorpreso con il suo sapore urbano, così diverso da quanto avevo letto ma perfettamente calato nell’universo di Tex che ho avuto modo di esplorare. Mi ha conquistato scena dopo scena, con atmosfere nuove ma familiari; io ci ho trovato echi della San Francisco sospesa tra mistero, tensione sociale e violenza che tanto avevo amato in Magico Vento.2 points
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Nonostante io sia sempre critico (qualcuno dirà saccente) con le iniziative Bonelli, la "finta copertina" che reclamizza l'edizione speciale lasciando quella "vera" intonsa da strilli e bollini è unica nel panorama almeno fumettistico. Grande rispetto per l'acquirente e il collezionista.2 points
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State parlando di due cose diverse: una cosa sono i refusi tipografici, ben altra cosa sono gli interventi censori sulla prosa di GLB. I primi sono sviste di poco conto che, a mio parere, è doveroso correggere nelle ristampe, mentre edulcorare lo stile ruvido e adulto di GLB equivale a tradire sia l'autore che il personaggio. Capisco che la casa editrice (leggasi Sergio Bonelli) non poteva fare diversamente negli anni 60, ma oggi la sensibilità nei confronti del fumetto e del linguaggio è cambiata e quelle remore non hanno più senso. Di fatto la versione pubblicata nella Book non è quella scritta da GLB negli anni 40, ma quella approvata da suo figlio Sergio negli anni 80. Gianluigi Bonelli è stato uno dei maggiori scrittori italiani della seconda metà del XX secolo; è normale che chi lo apprezza desideri un'edizione conforme a quella originale.2 points
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Storia che paga un po' la collocazione, visto che viene presto oscurata dal capolavoro che la segue. Comunque ci troviamo nel centinaio d'oro bonelliano e si vede. "Dugan il bandito" non può di essere paragonata ai capisaldi della saga, ma si fa apprezzare, soprattutto per via di un soggetto importante, che in fondo segna un crocevia per le avventure nelle riserva Navajo, e di fatto rappresenta il preludio al celebre "Grande intrigo". Di solito il grande Bonelli da spunti basilari e lineari tirava fuori perle compositive, facendo leva sulla sua non comune dote di narratore e la verve in cabina di sceneggiatura, condita con ritmo e dialoghi esplosivi; nel caso specifico avviene, a mio avviso, un processo inverso, visto che lo spunto niente male dell'intrusione in riserva dei banditi a caccia dell'oro Navajos, non viene del tutto accompagnato da una sceneggiatura ispirata e quella che poteva divenire una pietra miliare della saga, si riduce a un'accettabile storia, ma niente più. Per la prima volta il lettore viene catapultato nella quotidianità della riserva e vede Aquila della Notte alle prese con quelle mansioni di capo, che richiedono pure il suo impegno per garantire l'arrivo puntuale delle derrate alimentari e altri beni di prima necessità, indispensabili al suo popolo per affrontare la stagione fredda. Il ritardo delle consegne stavolta non è dovuto a un complotto ma a ragioni più "normali" ma ciò non toglie che Tex sia obbligato a provvedere depositando in banca a Gallup dell'oro per fronteggiare l'emergenza. Da quella che è una normalissima azione di routine, si scatena il leitmotiv della storia, visto che la banda di banditi capitanata dall'ineffabile Dugan, appreso che nella riserva Navajos si nasconde un prezioso giacimento d'oro, coglie l'occasione, sfruttando la complicità di un indiano traditore, di organizzare una spedizione per recuperarlo. Per la prima volta il segreto dei Navajos è messo seriamente in pericolo, poichè sebbene tutti nella zona conoscano l'esistenza dell'oro, mai nessuno aveva avuto il coraggio o la fortuna di trovare una guida a conoscenza del luogo, per violarlo. Ovviamente Tex non può lasciarsi crescere l'erba sotto i piedi, poichè è consapevole che una simile scoperta può segnare la fine per la convivenza pacifica del suo popolo e di fatto, scoperto con amarezza il tradimento del suo Navajo, si getta sulle tracce della banda Dugan. Come descritto il soggetto è davvero valevole, purtroppo la storia pecca forse di una certa brevità e parziale carenza d'azione. In fondo si riduce a un inseguimento tra gli anfratti selvaggi e mistici della riserva (nota interessante anche questa e resa molto bene dai pennelli di Nicolò, fra sabbia scottante e resti di vecchi rettili preistorici). Giunti nella affascinante caverna dell'oro, ove passato e presente delle tradizione del mondo navajos sembrano fondersi in un luogo mistico e alquanto misterioso, la maledizione della Kacinah colpisce coloro che per avidità hanno osato violare un luogo sacro e secolare, difatti la banda finirà sepolta in quelle rocce molto ricche di materiale aurifero ma fredde come la morte per Dugan e soci. Il segreto dei Navajos è al sicuro, almeno per questa volta, ma sono davvero profetiche le parole di Tex nel finale, poichè è cosciente che il rischio che altri Dugan possano scoprirlo è alto (e da scongiurare assolutamente) per impedire la scomparsa dei Navajos. Nizzi riprese l'idea per il suo albo celebrativo N.500, però anche non volendo ridiscutere quel mal riuscito episodio, la differenza marcata è proprio rappresentata dalla ben diversa epicità delle scene. Oltre al carisma di Dugan, è proprio l'esigenza anche rude di Tex di non far uscire nessuno vivo dalla riserva per salvaguardare il suo popolo a rendere la tensione alta. In "Uomini in fuga" troppo facilmente quei quattro scappati di casa giunsero alla caverna, con i nostri a caccia di farfalle e colpi di fortuna, e soprattutto è assurdo di come se la possano cavare a buon mercato finendo in un penitenziario, potendo tranquillamente spifferare un segreto davvero sanguinoso per i Navajos. Mi accodo quindi ai commenti di Diablero su questo punto fondamentale che sconfessa il bel soggetto di questa storia e fa perdere di peso all'epicità e tensione narrativa della caccia a Dugan. Molto bella la rappresentazione grafica di Nicolò, artista dall'eleganza innata, tratto pulito ma efficace e resa perfetta delle location da sogno che fanno da sfondo alla breve vicenda. Tra tutti i disegnatori dell'epoca d'oro, Nicolò è forse il più "atipico" della testata in quanto il suo tratto classico ed elegante di norma, non si dovrebbe sposare perfettamente con lo stile western, eppure il compianto disegnatore fiorentino dimostrò di quanto il talento può essere versatile e utile a tutte le cause. Il Tex di Nicolò è longilineo, dai belli lineamenti, duro quanto basta e dinamico. Anche gli sfondi sono ben realizzati ed efficienti, una classicità che agli occhi dei lettori di oggi può apparire un po' datata ma che conserva intatta tutto il suo fascino. Storie come questa devono molto al contributo dell'artista ai pennelli e il sequel, autentico capolavoro, consacrerà definitivamente l'autore nel tempio texiano. Il mio voto finale è 72 points
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Caro Mr Morgan, soprattutto Gli Invincibili è un capolavoro epocale, quando l'avrai finita ascoltati anche la bellissima canzone che viene cantata in un momento chiave della vicenda, la scoprii proprio leggendo questa storia2 points
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Messaggio che trasuda stranchezza di leggere da tutte le parole, dispiace ma a breve annoveremo anche te tra quelli che o hannp smesso o lo stanno accumolando, non mi sembra ci sia spazio ad altre strade. Dare in mano la Tex Book ad un giovane ? Non la capirebbe ne leggerebbe mai, il linguaggio usato è troppo complicato per il mondo d'oggi, le storie sono si più corte ma anche le parole pesano e sopratutto all'inizio non è una lettura leggera per chi è abituato a leggere tre baloon di una riga ogni sei disegni senza nulla.2 points
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E poi, vabbè; gli autori non li paghiamo, le tipografie, nemmeno... la casa editrice mica ha bisogno di locali, possono lavorare da casa così li paghiamo anche meno... anzi... meglio se non li paghiamo proprio, devono lavorare per passione.2 points
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Sì, sul blog portoghese postano sempre anche la sua colorazione.. e spesso questa è migliore di quella che va in stampa!2 points
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Avessi avuto posto in casa non mi sarei perso una sola uscita (alla terza serie mi sono fatto violenza psicologica per fermarmi), e oggi sono nelle stesse situazioni con quella dello Spirito con la Scure (magari non mi piacciono alla follia le storie ma il formato a 100 pagine quello si). Da due uscite sono arrivato a sei, ma sono abbastanza convinto che la prima serie Lampo la prenderò. Saranno fatte male, ci saranno gli errori (storici e nuovi), ma il fascino delle strisce c'è, e non riguarda solo le storie vecchie. La collezione storica aveva come componente sgradito proprio la colorazione anonima, il peso specifico dei volumi (pesano davvero molto) e le troppe pagine, mentre erano sempre divertenti gli aneddoti a inizio albo. E di proprio di formato si parlava oggi per gli speciali Zagor...2 points
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Ma cosa vuol dire che eravamo abituati troppo bene? La SBE è andata avanti per decenni con prezzi popolari? Ha dominato il mercato italiano con quei prezzi? Si è potuta permettere di pagare le tariffe più alte ai propri sceneggiatori e disegnatori? Mi sembra che la risposta sia si a tutte e tre le domande, non faceva mica beneficenza o andava continuamente in rosso per mantenere quei prezzi, che evidentemente erano adeguati. Non è che ci facevano un favore.2 points
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Mi hai letteralmente rubato le parole di bocca. E' proprio come dici tu: la copertina deve essere sempre d'impatto. Anche a distanza di anni, ricordo certe copertine memorabili che mi erano rimaste impresse, non solo di Tex: semplici, ma efficacissime. PS: Quella dei Fantastici Quattro sembra complessa, ma si tratta un gruppo di persone riunite dietro l'immagine della Cosa, che riassume tutto e carica di tensione la scena. Si tratta di copertine studiate apposta per essere efficaci, colpire, sin dal primo sguardo.2 points
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Come "illustrazione" (semplice disegno) secondo me la 2 è la migliore, ma se la guardiamo come "copertina" per me vince la 1, di gran lunga. 1) Meno elementi che distraggono lo sguardo, solo il maniero, il pipistrello e la luna sullo sfondo, fine. 2) Colori molto più belli (ma guardate quell'azzurro e quel verde... perchè adesso i colori degli albi Bonelli sembrano sempre così "plasticosi" e non hanno più quel calore? 3) Maggiore eleganza grafica (non è un doppione della ragione 1, lì parlavo di semplicità, qui invece dei singoli elementi, guardate i font...) Se li mette uno di fianco all'altro in edicola, a parità di pagine e prezzo... quale ti attira di più? Se la guardiamo come "illustrazione" comincia fargli le pulci, il pipistrello non in scala, etc, ma una copertina deve essere semplice e d'impatto. Oggi invece (come si vede bene nel pastrocchio grafico che sono i maxi) sembra che la cosa più importante sia riempire tutto di scritte di ogni tipo...2 points
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Non è una frase idonea al confronto questa, oltre che sbagliata, stai praticamente dando degli usurai agli editori ma chi è vittima di certe pratiche non può mica scegliere (come noi) di fare a meno di spendere quei soldi se non possiamo, all'usuraio/strozzino devi darglieli volente o nolente.2 points
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Mi pare poco perché la percezione è che me lo abbiano diminuto molto di più, soprattutto dal post-covid in poi. Le bollette sono raddoppiate, il prezzo medio di un'automobile è aumentato del 43%, ristoranti e pizzerie qui in Veneto hanno fatto dei rincari minimo del 25-30% (quando scrivevo che ormai una pizza te la fanno pagare 9-10 € non stavo scherzando), svaghi e intrattenimenti sono alle stelle (per un concerto rock che nel 2008 pagavi 40 € adesso ce ne vogliono 120). Lo stesso Tex che rimaneva uno degli ultimi baluardi fieramente popolari con gli ultimi rincari secondo me scremerà di parecchio il parco-lettori...2 points
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Se verrà confermato il nuovo prezzo a 5,80 € si tratterà dell'aumento più rilevante in termini percentuali da maggio 1985, quando Tex passò da 1.000 a 1.200 Lire2 points
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Cioè a te risulta che l'inflazione Europea è stata del 100% nel periodo 2014-2025? Devo parlare con la mia banca, i miei titoli indicizzati all'inflazione mica sono raddoppiati di valore... (i miei arretrati Bonelli sì, a sentire loro...) Ecco l'inflazione ISTAT negli ultimi anni: ANNO 2025 1,5% 2024 1% 2023 5,7% 2022 8,1% 2021 1,9% 2020 -0,2% 2019 0,6% 2018 1,2% 2017 1,2% 2016 -0,1% 2015 0,1% 2014 0,2% Contando anche gli interessi composti, l'inflazione totale nel periodo è del 23%. Non del 100%. E non è "costante come gli aumenti", ma è concentrata quasi tutta nel 2021-2023 "Ma l'inflazione non è uguale per tutti i beni". Certo. infatti ecco un confronto ad armi pari, con un altro fumetto pubblicato in Italia e stampato in Italia: nel 2014 la Bao pubblicava "Dimentica il mio nome" (233 pp) di Zerocalcare a 18 Euro, nel 2024 ha pubblicato "Quando muori resta a me" (300pp), sempre di Zerocalcare, stesso formato ma più pagine, a 24 Euro, aumento del 33% del prezzo a volume ma solo del 3% nel prezzo a pagina. Visto che vogliamo tirare fuori il discorso "ma anche gli altri aumentano di più", ecco appunto un esempio sempre con la stessa inflazione e gli stessi costi della carta: aumento a pagina del 3% contro il 100%! Altri tipi di fumetti e altri autori avranno avuto aumenti maggiori, ma quali altri fumetti italiani sono raddoppiati di prezzo dal 2014 ad oggi? Nello stesso periodo Alan Ford è passato da 4 Euro a 5. il 25% di aumento. E questo raffronto è indicativo: Max Bunker è da sempre IL PRINCIPALE ACCUSATORE DI SERGIO BONELLI, da DECENNI Luciano Secchi has sempre aspramente criticato i "prezzi bassi" di Sergio Bonelli, che accusava di tenere "troppo bassi" i prezzi, rendendo difficile la vita alla concorrenza. Infatti nel 2014 (anche se Sergio Bonelli era già morto alcuni anni prima) un Tex costava 2,90 Euro, mentre un Alan Ford come visto costava 4 Euro, quasi il 30% in più: e in quel 30% c'era la differenza fra le politiche editoriali di Sergio Bonelli e Luciano Secchi. Alla Bonelli evidentemente è arrivata gente che era della stessa opinione di Secchi, e ha "RIALLINEATO"i prezzi in base a quanto costa Alan Ford...2 points
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No no no. Il datore di lavoro non è la SBE, siamo noi. Noi, con i nostri soldi, paghiamo gli stipendi di Villa & Co. La SBE è solo un intermediario. Se la SBE lavora male, noi la licenziamo e, con la SBE, Villa & Co. Vorrei poi fare un corso accelerato di matematica. Aldo guadagna 1000 euro e acquista 100 prodotti che costano 10 euro l'uno. I 100 prodotti che acquista Aldo aumentano tutti di 2 euro l'uno. Quanti prodotti potrà acquistare Aldo se il suo guadagno non aumenta? Di quanto dovrebbe aumentare il guadagno di Aldo perché possa acquistare gli stessi 100 prodotti? È matematica elementare, forse troppo elementare perché non è capita da nessun economista mai esistito in questo pianeta.2 points
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Leggere questo romanzo mi ha fatto scoprire tutto il potenziale narrativo di GL.Bonelli indipendentemente dalle correzioni apportate nell'allegato. Se già nelle serie a fumetti con poche parole il Bonelli riesce a trasportare il lettore nella dimensione Tex, quasi fosse un pard invisibile del ranger, ne "Il massacro di Goldena", il racconto degli eventi, specie il finale, è così intenso e dettagliato che è difficile non emozionarsi.2 points
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I fumetti Bonelli che comperavo - adesso non lo faccio più - non valgono i soldi con cui li acquisto. Le storie di adesso sono penose da anni, e le prendevo solo perché almeno erano sullo stile classico ed erano comunque leggibili. Ed avevano un prezzo alto, ma accettabile se tagliavi altre cose. Ma adesso questi fumetti che valgono poco ce li stanno vendendo a prezzi da strozzinaggio, quindi devo chiudere definitivamente con gli acquisti. Non siamo delle vacche da mungere: il latte è finito. Quindi non prendo più Tex nè nient'altro della Bonelli. L'unica eccezione è forse il Texone, che esce solo una volta all'anno. Ormai non ci sto più dentro: sto riempiendo la casa di storie scarse che non rileggerò mai. Non so se può essere di consolazione per la Bonelli, ma non prendo più neanche i manga (tranne One Piece e Spy x Family) e nemmeno Topolino. Non hanno più niente da raccontare, o sono comunque ripetitivi e sono diventati costosissimi anche loro. Non posso neanche rivenderli al mercato dell'usato perchè nessuno li vuole, o me li prendono a un euro al chilo, come fanno le fumetterie. Quindi li butto via. Tengo le storie migliori così le posso rileggerle quando voglio: ma coi fumetti nuovi, di qualunque genere siano, ho chiuso. Il latte da mungere è finito.2 points
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Concordo. Restando su Tex, tu puoi riportare in vita anche Gianluigi Bonelli e far uscire oggi i suoi numerosi capolavori, ma sai quanto gliene frega alle nuove generazioni? E' proprio cambiato l'intrattenimento e la lettura purtroppo è stata sostituita da qualcosa con cui non puoi competere attualmente.2 points