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Anatas

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Messaggi pubblicato da Anatas

  1. Io li ho sempre chiamati "testatine" proprio per ricordare la peculiarità delle strisce, ma credo che l'appellativo giusto sia "paragrafi".
    Non so dire sinceramente se mi mancano o meno, ma ricordo che alla fine ce ne erano tantissimi che, se non simili, si assomigliavano molto, quindi penso abbia ragione Sam.
    Se non ricordo male, mi pare comincino ad essere stampati dal N.42 della serie gigante, "Incendio allo Star-o".

  2. Letto l'Almanacco 2015, devo dire che quest'anno gli articoli mi sono piaciuti più della media. In particolare ho trovato interessante e ben approfondito quello su Corbucci, di cui non conoscevo molti aspetti della sua carriera, e sui libri in genere; illuminante quello su Raffaella Milandri e curioso e completo quello sugli scrittori nativi. Insomma per me anche quest'anno l'Almanacco si è rivelato una buona spesa, a parte inoltre l'ottima storia inedita.

  3. A me funziona benissimo, anzi il tasto funziona anche sul tuo post...

     

     



    In realtà la rapina non serve solo a delineare i personaggi ma soprattutto ad assicurare a Roger le risorse finanziarie per assoldare la possessione che lo deve accompagnare nelle terre dei navajos: lo dice lui stesso nella storia.

     

    Scusa la domanda che non vuol essere una critica ma solo curiosità: usando il termine possessione hai voluto italianizzare il termine slang inglese "posse"(cioè manipolo di persone), o ti è solo scappata la correzione automatica del testo?

    Per il resto, chiaramente, ti do ragione.

  4. Davvero una bella storia, già ampiamente analizzata dagli ottimi interventi che mi hanno preceduto. Dico solo che ho trovato molto originale l'inizio con la rapina, apparentemente slegata ma poi necessaria per meglio delineare la figura di Strong e del suo amico/sodale Will, molto ben gestiti i vari flashback (non torno sull'evidente anacronismo già ampiamente trattato ma ininfluente, come dice Betta 53), caratterizzati perfettamente i personaggi chiave della vicenda compreso Tex, forse solo un po troppo un passo indietro Carson, ma d'altronde non si può davvero avere tutto in una storia tutto sommato breve. Un tocco da maestro il colpo di scena finale, degno davvero di una grande tragedia classica.

    Ribadisco che Scascitelli non riesce ad entrare fra i miei disegnatori preferiti, soprattutto per quel che riguarda il volto di Tex ed in genere per una certa qual staticità delle figure, ed è vero che usa il chiaroscuro in modo discontinuo con una certa propensione ad alleggerire eccessivamente certe scene diurne in campo aperto, però nel complesso fa un buon lavoro con una particolare nota di merito per i notturni e per la rappresentazione delle armi.

    Come hanno detto altri, una delle migliori storie viste sugli almanacchi.

  5. Per quanto riguarda le rubriche, le ho trovate interessanti come sempre, grazie agli spunti utilizzati per i vari approfondimenti.

    Ho trovato esaustiva la critica sul film "Un milione di modi per morire nel West" che Graziano Frediani ha scelto di scrivere nel suo Editoriale.

    Nello scorso ottobre, dopo aver visionato questo "strano" film, ho postato nel blog "Cinema Western" un intervento che concludevo chiedendomi ".....è questa la nuova frontiera del western?". Frediani è d'accordo con me, concludendo il suo Editoriale scrivendo " ....se è vero che il western è morto, sarebbe meglio lasciarlo riposare nella tomba, piuttosto che rianimarlo" come è stato fatto con questo film.

    Ti ricordo solo che per le recensioni degli articoli esiste una discussione apposita chiamata appunto "Gli articoli degli Almanacchi" nella sezione "Le serie e i personaggi", così anche per riesumarla...

  6. Purtroppo a me piace veramente poco o nulla questa versione di Tex, davvero fatico a riconoscere il tratto del Fusco che ho apprezzato tantissimo sulla collana regolare, basti vedere l'ultimo acquarello postato da Ymalpas qui sopra; appare evidente un volto troppo "pacioccone" rispetto al solito, occhi eccessivamente orientaleggianti, torso quasi grasso ed una sproporzione con la parte alta del cappello. Sarebbe interessante sapere la datazione di questo dipinto, se fosse recente potremmo spiegare il tutto con la perdita della "mano" dovuta all'età ed alla mancanza di allenamento sul soggetto, se no non saprei cosa dire....

  7.  Per dirne una, il Tex di Villa - che è anche il copertinista ufficiale, non dimentichiamolo - non assomiglia a nessun attore di fama degli ultimi 25 anni (i primi episodi di Villa apparvero su Tex intorno al 1990-91), italiano o straniero che sia.

     

    Tex viene disegnato come un uomo prestante, alto circa 1,80-1,85, di circa 40 anni, capelli scuri e tendenzialmente lisci, spalle larghe, mascella quadrata, sguardo di ghiaccio.

    A me sembra, invece, che almeno Matthew McConaughey (guardare sul web per credere...) potrebbe benissimo interpretare Tex.

  8.  

    Mi chiedo a quale rigore cronologico tu alluda visto che si tratta di un'avventura dichiaratamente fuori cronologia ambientata in un periodo in cui Te invece di essere un adulto e mettersi nei guai con Kit Carson doveva essere ancora un bambino ce viveva con mamma e papà.


    Hai ragione, mi sono espresso male. Posto e assodato che questa sia una storia fuori dalla cronologia texiana come noi la consideriamo, intendevo che almeno all'interno della narrazione ci sia uno svolgimento coerente dell'azione nei tempi dati, quindi con un Carson comunque più vecchio di Tex, uso delle armi, delle tribù native, dei territori e di eventuali personaggi in linea con l'epoca presunta...non so se mi sono spiegato.

  9. Questa nuova collana denominata, forse non ancora ufficialmente, "Tex d'autore" penso rappresenti per la Bonelli un esperimento, coraggioso, di proporre una versione di Tex decisamente fuori dagli schemi classici, una strada non ancora battuta che si inoltra in una foresta inesplorata. In un momento di difficoltà per l'editoria in generale e per il fumetto in particolare, è sicuramente un atto di sfida ed anche un passo necessario, a mio avviso, e si saprà solo dopo la risposta del pubblico se questo passo approderà su un sentiero sicuro, ma sono convinto che sarà così. Molto dipenderà anche dal prezzo finale dell'albo, purtroppo di questi tempi bisogna fare per forza i conti con le tasche sempre più vuote, ma penso che la SBE abbia già calcolato il punto di pareggio, ormai è un'azienda ben consolidata dal punto di vista economico.

    Quanto alla parte artistica, a me questo personaggio non pare proprio Tex, almeno così come l'ho conosciuto nell'arco evolutivo di più di sessant'anni, io vedo un ragazzotto con la faccia cicciottella, capellone e scanzonato, sinceramente mi interessa meno l'aspetto del vestiario, piuttosto mi aspetto un po' più di rigore cronologico, ma si tratta della prima impressione basata su due disegni e come sempre aspetto di leggere tutta la storia per esprimermi definitivamente. Io comprerò di certo questo primo albo, poi vorrò capire la politica editoriale, conoscere i prossimi disegnatori e sceneggiatori e tutto il resto, tirerò le fila a dopo l'esperimento, ma concedo alla Bonelli un credito per il coraggio e la novità.

  10. Quel che mi da più fastidio nell'articolo di UBC a firma di Oliva, oltre all'evidente astio e malevolenza preconcetta nei confronti di Boselli (ma anche peggio di Nizzi), è il fatto che egli dia per scontato che ciò che afferma lui sia condiviso dalla maggioranza dei lettori di Tex, soprattutto quando dice "...il personaggio ne esce largamente mutato nella percezione della gran parte dei lettori...". 

    Cosa gli da la sicurezza di esprimere in modo tassativo una impressione del genere? La sua infallibile capacità di critico dell'epopea texiana?

    Non credo proprio, e comunque io non mi riconosco nella "gran parte" in questione.

  11. Accidenti, questa storia ha un inizio a dir poco fenomenale!
    Molto intrigante l'idea di far partire l'avventura totalmente in flashback, anzi se non fosse per l'ultima pagina neppure ne parleremmo apertamente di flashback... Bellissima la sceneggiatura originale con il background dello stupro delicatamente trattato, grandiosa la storia con Tex giovane ma già pienamente nel personaggio (non è neppure detto che più avanti non ci sia ancora spazio per uno o più flashback), ben gestita secondo me la tematica della collocazione temporale (io faccio totalmente mia la cronologia "monniana"), interessante soprattutto per il prosieguo psicologico la figura di Ada, gagliarda e letale la figura di Charvez, una sola parola, un urlo e tantissima azione. Ci sono tutti i presupposti per avere alla fine una storia epocale.
    Favoloso il taglio cinematografico delle sequenze, davvero hitchcockiane le vignette iniziali del rapimento e della lotta di Tex con Charvez, sopra tutte la maschera di Olsen ucciso e l'apparizione di Charvez alle spalle di Ada!
    Il tutto supportato magnificamente dai disegni di Mastantuono, che onestamente finora non rientrava tra i miei artisti preferiti ma che in questa avventura lega meravigliosamente il suo tratto sia al volto giovane di Tex, sia al ghigno di Chavez, sia all'atmosfera cupa e carica di tensione della notte del diluvio. Bravissimi entrambi gli autori!

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