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Contraccambio gli auguri al bravissimo Piccinelli ed anche a te, Massimo!
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Ho terminato la lettura di "L'epidemia" che rappresenta il primo romanzo di Claudio Nizzi dopo aver abbandonato il fumetto. "Dopo tanto tempo la routine di Tex cominciava a pesarmi e il desiderio di tornare alla narrativa si faceva sentire...." spiega Claudio nel libro di Roberto Guarino. Anche questo romanzo si legge d'un fiato, con ricchezza di dialoghi e continui e veloci cambi di scena. Bello e interessante. Dopo aver letto tre dei quattro romanzi, posso dire che questa nuova fatica letteraria di Nizzi descrive un'interessante saga provinciale con personaggi dalle caratteristiche tracciate in maniera precisa e completa. Credo che opportunamente sceneggiate ed affidate alle sapienti matite di un disegnatore alla Vittorio Giardino queste narrazioni potrebbero diventare delle eccellenti graphic-novels. Roberto Guarino, se leggi, perchè non provi a proporlo a Nizzi?
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Ma dove è possibile trovare, oggi, simili gioielli?Grazie per l'eventuale informazione.
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Oggi ho ricevuto "L'epidemia" e "Il federale di Borgo Torre" e così ho completato la collezione dei libri di Claudio Nizzi. Dopo la lettura (non vedo l'ora di iniziare...) farà sapere le mie considerazioni. So molto bene che siete abituati alla lettura dei fumetti, come lo sono pure io, ma credo che la grande autorevolezza che Nizzi ha raggiunto tra tutti i texiani DOC meriti un excursus anche nella sua produzione squisitamente letteraria. Gianluigi Bonelli sosteneva sempre di essere uno scrittore prestato ai fumetti e mai più restituito. Nizzi, che è stato il primo vero seguace del grande Bonelli pare abbia fatto la strada al contrario.......
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E con quello che hai scritto, caro Borden, l'attesa per i nuovi albi si fa ancora più.... pressante.
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Bravo, Leo! Condivido lettera per lettera, virgola per virgola la tua precisa esposizione delle cose "strane" presenti nella sceneggiatura. Ciò non toglie nulla all'interesse ed alla bellezza de soggetto. E poi.... Tex è sempre Tex!Dopo la lettura di Tiratori Scelti, ecco le mie impressioni.
Comincio subito con quello che NON mi è piaciuto: 1) troppe situazioni "provvidenziali": già nel primo albo Tex e pards avevano avuto un tempismo perfetto nel salvare Lozano; in quest'albo, per la provvidenziale rottura di un carro, Kit e Tiger riescono a fermare una parte del carico d'armi del Supremo (e soprattutto a prendersi le gatling, particolare che credo non sarà trascurabile nel prosieguo della storia); più tardi, sempre con un tempismo (troppo) provvidenziale, salvano Tex e Carson da una situazione altrimenti disperata (due contro i migliori tiratori scelti dell'esercito del SudOvest).2) l'estrema facilit? con cui Tex e Carson sciolgono la matassa. Di fronte ad un massacro di soldati americani, al di l' della presenza o meno dei due rangers, immagino che l'esercito avrebbe fatto partire un'inchiesta interna. Chiunque avrebbe potuto trovare altamente sospetto la composizione della squadra a scorta delle armi (tutti pivellini e addirittura un sergente veterano ma non esperto dei luoghi) e naturalmente i sospetti non avrebbero potuto non appuntarsi sul maggiore Keegan. Pur immaginando le ingerenze delle alte sfere dell'esercito per insabbiare la cosa (facendo ricadere la colpa sugli indiani, ecc ecc.), non sarebbe stato logico sacrificare una pedina piccola ma estremamente pericolosa come Keegan° Non era forse immaginabile che l'ufficiale beone poteva essere il classico granello di sabbia che fa saltare l'ingranaggio? Soprattutto se è vero (e non è detto che lo sia) che a Keegan non avevano detto che la pattuglia sarebbe stata massacrata, non temevano i congiurati un rigurgito di coscienza del maggiore ubriacone? Insomma, non è un ERRORE narrativo (lungi da me dall'ergermi a sapiente critico o esperto): dico solo, da semplice lettore, che non ho apprezzato il crollo di Keegan dopo poche vignette, trovando troppo - eccessivamente - facile il modo in cui Tex è venuto a conoscenza di particolari importanti della congiura. Keegan e le sue debolezze le ho trovate una soluzione un po' semplicistica: da congiurati di tale livello - in una storia che si prevede memorabile - mi aspetterei il minimo sindacale di astuzia, ma qui mi pare che non ci sia stata. Detto questo, fatte salve le eccezioni sopra richiamate, devo dire che la storia si mantiene molto avvincente. Il ritmo è sostenuto, vi sono continui cambi di fronte e di ambientazioni, uno sbrigliato dinamismo narrativo che coinvolge il lettore in una serrata concatenazione di eventi. Ho apprezzato in maniera particolare tutta la parte ambientata a Camp Lowett, dal duello di abilità nel saloon con il soldato vanaglorioso al tentativo di uccidere i nostri. In questa scena notevole è la parte di Donen, il solito cattivo boselliano che cambia bandiera (che qui, come quasi mai a mio parere, non stona affatto). Ottima è poi la figura del Supremo, una perfetta miscela di aristocratico sussiego, lucida follia ed efferato sadismo: una figura estremamente inquietante e al contempo affascinante, per ora (nella sua breve ma significativa apparizione) un Cattivo con la C maiuscola. Per finire, anch'io ho la sensazione che questa potr? essere una storia memorabile. Speriamo che il 2014 non deluda.
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Per avere un quadro completo, si dovrebbe anche valutare le differenti tipologie di carta. Almeno così credo io.
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Voto Storia del west, preferenza a Durango.
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Voto Ken Parker, preferenza per Larry Yuma
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Ho finito di leggere "Il pretino" e, possibile, mi è piaciuto ancor di più del già interessante "L'americano". Sono certo che i tanti anni di sceneggiatura di fumetti abbia aiutato Nizzi ad essere così conciso ed intrigante nei suoi racconti che devo dire, si leggono tutti d'un fiato. Questo ultimo libro non è un thriller, ma la provincia dopo-guerra c'è proprio tutta e potr? comunque piacere anche a Leo. Non mi resta che attendere l'arrivo degli altri due libri. Confesso che non vedo l'ora di leggerli....
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Con questo messaggio festeggio il mio passaggio al gruppo "cowboy". Con molta fortuna oggi sono riuscito a trovare su internet gli altri due libri di Nizzi che completano così la mia collezione. Vi informer? sul mio parere in attesa che qualcun altro amico del forum possa dirmi qualcosa sulla sua eventuale lettura....
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Allora credo che ci spiacer? ancora di più.
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Finito di leggere "Tiratori scelti". Disegni sempre più belli, soggetto corposo e sceneggiatura nella tradizione del miglior Boselli. Con la carne al fuoco che c'è, con gli interventi a Frisco e sull'isola, con la partecipazione all'azione degli amici che già sappiamo, sembra quasi impossibile che in soli altri due albi si possa concludere una storia simile. E comunque so già che ci spiacer? abbandonare questa avventura....
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Leo, come ho scritto ho letto solo l'ultimo dei libri scritti da Nizzi e spero che anche "Il pretino" mi soddisfi come l'altro. Per quanto concerne la carica erotica, sè qualcosa c'è ma niente di speciale. Di speciale credo che ci sia la "vendetta" di Nizzi nei confronti di Sergio Bonelli che, nelle trame di Tex, mai avrebbe accettato qualcosa meno che castigato.
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Sul libro di Roberto Guarino "Tex secondo Nizzi" ho scoperto con mia grande meraviglia che il più grande autore del nostro Ranger (dopo Gianluigi e prima di Boselli) aveva scritto in questi ultimi anni ben tre romanzi. Con un po' di fatica sono riuscito a trovare su internet gli ultimi due: "Il pretino" e "L'americano". Quest'ultimo l'ho già letto e lo ho trovato molto scorrevole ed intrigante nella sua struttura di giallo di provincia. Il secondo l'ho appena ricevuto, ma confesso di non vedere l'ora di poterlo cominciare. Qualcuno di voi ha potuto leggere questi romanzi e, in caso affermativo, qual'? il vostro parere?
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Ringrazio il cortese Borden (che ho avuto il piacere di conoscere e parlare nel corso della presentazione del film di Soldi a Torino) per l'importante informazione.
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Anche se non sono d'accordo con Anthony, finalmente ho letto un giudizio sui responsabili delle colorazioni. La mia preferenza, come ho già ribadito, forse dipende dalla mia età e quindi dalle mie abitudini....visive.
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Come per Cheyenne, anche per me è forse la migliore storia di Tex in assoluto. C'è anche una spiegazione molto importante: è la prima storia di Tex che ho letto. L'albo era "a striscia" e l'anno era il lontano 1951.....
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S?, certamente dipende molto dal gusto personale. Sono d'accordo con te: anch'io tra le due di Oscar Celestini preferisco quella di Manfredi/Biglia.
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Voto: Marshal (anche se in flahback...)Prefereza: Lena e Donna:
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Forse ho perso qualcosa, ma qualche giorno fa' chiedevo il vostro parere sulle differenti rese delle colorazioni da parte di "Oscar Celestini" e "Overdrive Studio". Grazie anche al nuovo tipo di carta sono entrambi intriganti, però abbastanza diversi. Personalmente preferisco la colorazione di Celestini (forse a causa della mia età la trovo più tradizionale), mi piacerebbe però anche conoscere il parere di amici più esperti di me.
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Voto: ZagorPreferenza: Bella e Bronco
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Senza dubbio la c). In particolare per.... investigare sul lato B. Dati i tempi e gli abiti, Carson deve avere un potere di immaginazione fortunatamente sconosciuto ai suoi pronipoti.
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Ho notato una grande differenza nella colorazione tra quella di "Oscar Celestini" e quella di "Overdrive Studio". C'è qualcuno che può spiegarmi i motivi di tali differenze? Io, personalmente, preferisco la prima che mi pare più realistica e meno.... compiuterizzata.
Jos? Ortiz
in Gli Autori
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Che i RIDERS OF THE SKY lo accompagnino lungo i sentieri dove potr? ritrovarsi tra tanti e tanti amici e colleghi.....