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giov

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Messaggi pubblicato da giov

  1. Sondaggio a cui e' quasi impossibile rispondere. Tanti sono i capolavori che ci hanno accompagnato nel corso di questa lunga saga. In questi casi si innestano anche le corde emotive, che magari una determinata avventura ha sensibilizzato maggiormente. Personalmente se fossi obbligato a fare una scelta opterei per " La cella della morte" considerando anche lo strepitoso lavoro svolto dal grande Erio Nicolo' alla parte grafica.

  2. Storie sul passato prossimo, remoto o dir si voglia dei pards ed in particolare su Kit Carson sono ben accette, ma ritengo che debbano essere proposte e finalizzate per valorizzare la serie regolare o le pubblicazioni collaterali gia' presenti ( texoni, maxi etc...). Creare ulteriori uscite, sia pure a cadenza annuale al di fuori di quest' ambito gia' consolidato, a mio avviso non avrebbe senso.

  3. Fa una strana figura messa dietro una in cui Tex lascia andare un assassino dello stesso tipo da quello qui giustiziato, con tanto di arresto del padre: povero Endicoot. La Porta Chiusa vede la famiglia risparmiata dopo anni di complicità in omicidio per tacere di almeno due tentati omicidi, Saguaro della Carovana del Terrore ammazza sei innocenti come cani (uno pure lo tortura) e lo lasciamo andare felice e contento... e stavolta no, Endicoot lo arrestiamo e siamo pure così fessi da lasciarlo solo, si sparerà mica? Bah... la storia regge anche, ma è la psicologia del Tex di Nizzi che fa acqua da tutte le parti.

     

     

    Endicott, anche se non è uno sceriffo, in paese rappresenta la figura di riferimento della comunità per quanto riguarda l'ordine. Ottiene l'umana pietà di Tex che comprende da padre il dolore e lo stato d'animo di un'altro padre, ma il nostro ranger non può lasciarlo libero perchè egli nel tentativo di coprire il figlio comunque si è reso complice di un assassino, non esitando lui stesso a compiere un omicidio per raggiungere tale scopo. Saguaro è un indiano a cui hanno ucciso la propria donna, il cui fratello si rivolge vanamente allo sceriffo per ottenere giustizia. In quanto indiano non è considerato degno di ciò dalla legge gestita dai bianchi. Solo a seguito di questo episodio, Saguaro inizia ad uccidere per vendicare la sua amata. Mi sembra una differenza sostanziale.

  4. Chiaramente è difficilissimo se non impossibile stilare una classifica di questo genere. Nel corso degli anni si sono susseguite storie memorabili che hanno segnato un'epoca, e che hanno contribuito a far diventare Tex un vero e proprio mito. Poi, ovviamente, ognuno di noi per svariati motivi ha la sua personalissima classifica del "cuore". Se dovessi azzardare un podio... in realtà ne citerei quattro di storie a cui sono maggiormente affezionato: Due di G. L. Bonelli (Il Giuramento e La Cella della Morte) una di Nizzi (Fuga da Anderville) ed una di Boselli (Sulla pista di Fort Apache).

  5. Storia meravigliosa, di ampio respiro, non risente assolutamente del passare del tempo ed ancora oggi a distanza di ormai ventitre anni dalla sua prima pubblicazione, risulta fresca e leggera. Impressionante la sicurezza con cui Berardi sviluppa questa avventura, la padronanza e la fluidita' dei dialoghi, ad esempio, con gli spassosissimi siparietti tra tex ed il vecchio cammello. Contribuiscono alla riuscita del tutto i meravigliosi disegni di Letteri ancora piu' valorizzati nell'ottima versione colorata di Tex Gold. Peccato che sia stata l'unica prova di Berardi con il nostro ranger, ma forse anche questo contribuisce a definire questa storia davvero "epica"!

  6. La storia e' un bellissimo affresco western, con cui Nizzi rende omaggio capolavoro di Ford Ombre Rosse. Sono d'accordo con quanto affermato dalla tigre nera e da Ulzana: ispirarsi ad un'opera cinematografica come in questo caso non significa "scopiazzare" perche' a corto di idee, a maggior ragione tenendo conto dell'epoca in cui Nizzi ne ha scritto il soggetto. Capitolo disegni: a me sono piaciuti anche se obbiettivamente non siamo di fronte al miglior Galep. Penso comunque che anche Ortiz con questo tipo di ambientazione avrebbe fatto un'ottimo lavoro.

  7. L'aspetto psicologico e' sicuramente importante nelle storie di Boselli, il suo punto di forza e' proprio la caratterizzazione dei personaggi. Ogni storia va contestualizzata e commentata in rapporto all'evoluzione dei tempi, e, soprattutto oggi, la linea di demarcazione tra bene male e' molto sottile, e questo nel suo " piccolo" si riflette anche nelle storie di tex. Anche a me piacevano immensamente le storie di g. l. Bonelli, e poi ho apprezzato quelle di nizzi e quando voglio riprendo quei vecchi albi per tuffarmi in quel tipo di avventure. Pretendere da Boselli che scriva oggi storie identiche a quelle mi sembra un'operazione fuori dal tempo e contro logica. Quello che si deve chiedere, e mi sembra che Boselli in particolare con queste ultime storie pubblicate lo stia facendo, e' di mantenere lo spirito di fondo con cui e' nato e si e' sviluppato il nostro ranger ( centralita' del personaggio e maggiore leggerezza ed ironia di fondo).

  8. Pasquale Ruju sforna una trama psico-western, ma la storia non brilla particolarmente. Se da un lato l'incicpit è interessante (con la figura di Guillermo Blanco temibile bandido trasformatosi nel frate missionario Padre Clemente), tuttavia l'iter narrativo si sviluppa su un binario unico, seguendo un filo fin troppo logico e prevedibile, senza grossi scossoni nella quasi totale assenza di pathos e giungendo ad un finale che reputo abbastanza scontato. Buona la prova fornita dal compianto Ortiz.

  9. Il problema principale di questa storia, secondo me, erano le grandi, troppe aspettative che si erano create a quel tempo sulla ricomparsa di Mefisto nella serie. La storia in se è di discreta fattura anche se disomogenea. Dopo un inizio di alto livello vi è un calo evidente fino ad arrivare al finale alquanto "moscio". Del resto lo stesso Nizzi ha sempre ammesso di non trovarsi a suo agio con questo tipo di storie "fantastiche". Ed è proprio questo il punto. Questo filone di avventure rappresentava il marchio di fabbrica di G. L. Bonelli (vedi le varie I Figli della Notte, El Morisco, Diablero etc..) e nessun autore successivamente ne ha saputo eguagliare lo stile. Oggi per un'autore di tex proporre avventure "fantastiche" è forse la sfida più ardua. Nel frattempo sembra che qualcosa bolle in pentola.... staremo a vedere.

  10. La suddivisione delle storie in più volumi è esclusivamente un'operazione commerciale. E' pur vero che i maxi sono stati concepiti per contenere in un solo volume l'intera storia, ma francamente non ci trovo niente di scandaloso se nell'attuale Tex Gold siano proposti in più volumi. D'altronde, se si parte dal presupposto di acquistare l'intera collezione, si tratta di pazientare ( a differenza per esempio della serie regolare mensile) soltanto una settimana o al massimo due e si avrà nella propria biblioteca l'avventura completa. Non penso che con questo criterio si sminuisca il valore complessivo dell'opera.

  11. Devo dire che sono rimasto molto soddisfatto finora da questa storia. Gli ingredienti propostici da Boselli sono molto ben congegnati. E' un'avventura che si legge tutta d'un fiato e che credo possa conciliare i gusti di ogni tipo di lettore texiano. Ritmo, azione, sparatorie, scazzottate e personaggi di prim'ordine, con un Tex assolutamente all'altezza quasi vecchio stampo. Unica nota "stonata" sono finora, per quanto mi riguarda, i disegni di Font (li trovo troppo "caricaturali" per i miei gusti). Aspetto la conclusione con l'albo di aprile per trarre un giudizio definitivo, augurandomi di poter confermare le impressioni molto positive che ho provato fino a questo momento.

  12. Acquistato il primo numero. La collana si presenta praticamente con la stessa impostazione e veste grafica di quelle che l'hanno preceduta, e pertanto con un'altissima qualità complessiva. Personalmente la collezioner? anche perchè saranno pubblicate alcune storie tra almanacchi e maxi che non ho mai letto precedentemente.

  13. Riletta da poco, questa storia la trovo quasi perfetta. Un Boselli in gran forma ci regala un'avventura"bonelliana", con una schiera di protagonisti e comprimari di alto livello ed una notevole dark lady. I disegni di leomacs sono semplicemente straordinari. Che dire rileggendola ho ritrovato il buon vecchio tex che mi piacerebbe leggere ogni mese...voto 10-.

  14. Forse la storia di Faraci che preferisco. Classica avventura nel più puro stile western, semplice ma dal ritmo serrato, avvincente dall'inizio alla fine. Ottima sceneggiatura senza tanti fronzoli, con un Tex duro al punto giusto e sempre protagonista, anche in un contesto dove il ruolo dei comprimari non è di scarso rilievo. A contribuire alla riuscita della storia l'ottima prova fornita dai fratelli Cestaro (bella ed emozionante nell'ultima vignetta la dedica finale al grande Sergio). Mi sembra che Tito abbia rivelato di aver iniziato un nuova fase di approccio alla scrittura di Tex di cui la prima avventura è L'uomo sbagliato (peraltro molto bella). Speriamo che in futuro possa fornici storie sempre più avvincenti del nostro amato ranger.

  15. Le dieci storie che fecero Tex vanno prese a mio avviso esclusivamente tra quelle di G. L. Bonelli nel periodo dal n.1. al n.150. Se poi si include nell'elenco anche Il Passato di Carson ( storia capolavoro intendiamoci) perchè non inserire un'avventura parimenti meritevole come Furia Rossa? Possibile che un autore come Nizzi entri in classifica solo per le sue opere meno riuscite (diverse del periodo post 500 ma non tutte) adatte a stilare una lista delle storie che non fecero Tex? Mah!

  16. Avventura tra le piu "classiche" scritte da Boselli. E' palese un tentativo di strutturare i dialoghi in maniera diversa rispetto agli abituali standards boselliani (si nota una maggiore ironia e leggerezza di fondo). La caratterizzazione dei personaggi è molto riuscita, del resto questa capacità è un marchio di fabbrica della scrittura di Boselli. Resta, al contempo, quel difetto di fondo ( finale abbastanza affrettato), a mio giudizio palese anche in questa storia di ben tre albi e mezzo. Nel complesso, conclusione a parte, rimane una buona storia.

  17. Storia capolavoro! G. L. Bonelli in un solo albo riesce a regalarci una storia memorabile abbinando ad una sceneggiatura perfetta una caratterizzazione dei personaggi molto riuscita ( vedasi, ad esempio, la figura boriosa, arrogante e senza scrupoli del colonello Arlington). Bellissimo, intenso e commovente il finale. I disegni di Ticci, qui alla prima prova col nostro ranger, sono come al solito una garanzia di qualità anche se appare ancora evidente in questo lavoro l'influenza del suo maestro Giolitti.

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