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Intrepido61

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  1. Il 8/4/2022 at 10:19, piesse dice:

    Se posso permettermi intervenire, e sapendo che verrò dato in pasto ad ornitorinchi carnivori per quello che sto per dire, a me il primo albo è piaciuto decisamente poco... (e questo detto da uno che candiderebbe all'istante Boselli per il Nobel del Fumetto. A vita. Ritengo quasi tutte le sue storie su Tex dei piccoli &/o grandi capolavori - dico quasi, perché fin dei conti anche TS Eliot ogni tanto ha scritto cose così così...).

    Mi convincono poco:

    1) Mefisto che dirige un grande, innovativo manicomio. Va bene la sospensione dell'incredulità, va bene che anche GLB ogni tanto saltava fuori con premesse tirate per i capelli, ma Boselli ci ha abituato ad un maggior - diciamo- realismo. Come ci è arrivato, Mefisto? Se il manicomio è così una struttura all'avanguardia, come ha saltato tutti i controlli, ispezioni governative, fornitori, personale? mica possono essere TUTTI suoi complici e/o soggiogati, no? qualcuno che fa le pulizie, cuochi, giardinieri... Come se la cava con forniture, contratti, rifornimenti, sovvenzioni governative?- servono soldi, per mandare avanti la baracca: chi glieli manda non controlla mai? E' diventato un esperto di amministrazioni pubbliche? Ma veramente ha bypassato tutti quanti, messo i suoi complici a gestire la faccenda, occuparsi dell'amministrazione, senza che nessuno degli estromessi se ne uscisse in lamentele, segnalazioni, denunce...

    Un conto è farsi passare per il Dottor Fiesmott in un paesino del west in cui la metà degli abitanti sono analfabeti e se gli tiri fuori una frase in latino ti mangiano dalle mani, ma nella grande città, con tutti quei pazienti anche di famiglia ricca...

    Lo faceva anche G.L. Bonelli, lo so, l'ho detto. Ma mi pare un po' troppo, ecco.

    2) Troppo Dylan Dog (intendo il DD delle origini, quello degli ultimi vent'anni non so neanche che sia) e troppo poco Tex. Troppi mostri riuniti, troppe camere dell'orrore. Sì, lo so che i manicomi dell'epoca erano così e peggio, ma non è Tex. Boselli ha tirato fuori storie splendide - e splendide SU Tex e CON Tex- utilizzando freaks (vedi I Sette Assassini: storia splendida con solo qualche difettuccio), ma qui il troppo ha stroppiato.  E poi, i maniaci stessi che a) si associano a Mefisto in un amen (va bene: è ipnotista mago demone revenant cavaliere grand'uff lup mann, insomma: Mefisto. Ma fossero stati un po' meno, ecco, sarebbe stato un po' meno incredibile) b) si conoscono tra loro come niente. Tipo: il macellaio che riconosce subito Medina (lo squartatore-del-machete). Ma come? C'era un circolo di serial killer in cui si trovavano per la bevuta del sabato sera? Non vale dire: avrà visto la sua foto sui giornali. Avete presente com'erano i giornali e le foto dell'epoca? A parte che anche al giorno d'oggi riconoscere al primo colpo qualcuno che hai visto solo in foto non è così immediato, ma allora non c'erano né internet né social network - lo so, è incredibile o almeno mio nipote lo considera tale, ma è anche esistita un'epoca in cui la gente leggeva libri e giornali e non usava smartphone. Preistoria, chiaramente- Dicevo: come fa un buzzurro illetterato squartatore a riconoscere così i colleghi?

    3) i disegni. I Cestaro mi son sempre piaciuti assai; ho letto di gente che non apprezzava il loro tex troppo stangone, ad esempio: a me invece piaceva moltissimo. Qui invece l'hanno ridotto... Gli unici pard che gli son venuti benino (secondo me, ovvio): i due Kit. Tex e Tiger, invece, malino...Bene i personaggi di contorno, ma questa storia l'avrei vista meglio disegnata da Benevento (a cui i Cestaro sembrano rifarsi in più occasioni, tipo infermiera Ruth, perdendo un po' del loro stile)

    4) i ritorni. E' evidente che qui ce ne saranno a bizzeffe (non solo Mefisto e Yama). A Boselli piacciono tanto; troppo, secondo me: richiamare in scena personaggi già visti è nella norma, i personaggi ricorrenti sono un must in fumetto e letteratura seriale. ma ci sono personaggi che devono comparire una volta, due massimo. Boselli a volte mi sembra esageri (vedi ritorni secondo me catastrofici tipo Jack Thunder, che con Winnipeg l'hanno ammazzato proprio e non solo perché Tex gli ha sparato...) ed è uno dei pochissimi difetti che gli attribuisco. Spero di sbagliarmi.

     

    Ovviamente, sono solo opinioni. Ma, ecco, per me stavolta non è scattata la sospensione dell'incredulità di cui sopra: invece di leggermi il fumetto senza troppi pensieri come al solito, ho cominciato a vederci tutti i problemi qui accennati. 

    E' che invecchio. 

     

    Condivido ogni cosa: 1) Mefisto che dirige un grande e modernissmimo manicomio come il dottor Fiesmot il suo ambulatorio nel Far West; 2) troppo Dylan Dog; 3) i disegni  degli ambienti molto efficaci mentre quelli dei volti dei personaggi poco realistici e approssimativi, a volte fastidiosi; 4) troppi ritorni. Aggiungo 5) troppi serial killer concentrati in una città all'epoca molto inferiore a Londra (che ne ha avuto uno famosissimo ancora oggi) o a Boston (in cui operò lo Strangolatore); 6) troppi personaggi facoltosi che impazziscono in poco tempo senza che polizia e giornali si interroghino sul fenomeno; 7) la copertina del secondo album col demone  non è da Tex. 8) Anch'io non riesco a sospendere totalmente l'incredulità, Tex non è Zagor, o Dylan Dog o Dampyr, la sua forza è nel suo aggancio con la verosimiglianza, anche nelle storie più assurde si rimane sempre aggrappati ad un filo di logica, di razionalità, mentre con l'ultimo Mefisto (come già nel Mefisto del n. 501 ritornato dall'aldilà)  ci si è dovuti abbandonare al vento delirante dell'irrazionalità, sprofondare nella magia più nera e assoluta. Spero che in questo consista il fascino di questa lunga saga, e che il nostro eroe non ne esca snaturato perché non sarebbe più lui. Tex che geme e delira come Tom Devlin è inconcepibile, meglio farlo morire. Però siccome adoro le saghe boselliane (con la S), dal "Passato di Carson" fino all'ultima splendida "Alla ricerca delle navi perdute", non posso non fidarmi di Mauro Boselli, la storia è appena cominciata, proverò a resettare il mio scetticismo e ad allungare il filo della razionalità lasciandomi trasportare un po' di più dalla sua geniale follia, (aspettando i disegni di Civitelli). Invecchiamo tutti, anche per questo continuiamo a leggere Tex,  per fregare il tempo, non solo per ingannarlo.

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