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Atha

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Messaggi pubblicato da Atha

  1. Una storia onesta e gradevole, di sicuro un miglioramento rispetto alle precedenti di Faraci. Il quartetto è ben gestito e basterebbe solo questo a rendermi felice, ma di motivi per essere soddisfatta ce ne sono altri: la trama scorrevole e mai noiosa, anche se in gran parte prevedibile, i dettagli curati come nel caso della tromba, la psicologia dei personaggi ben delineata senza bisogno di sprecare pagine di spiegazioni. L'equilibrio fra le parti narrative e i personaggi è ben bilanciato, le azioni e reazioni credibili.

    Mi è piaciuta la morte del personaggio di Reed per mano di Nevequaya: il capo mette più volte in dubbio la fedeltà del traditore e il trucco di Kit e Josh, che pure ho trovato ben congegnato, dà il colpo di grazia alla sua già scarsa fiducia. Tutta la storia di basa su questa coerenza interna, che me la fa apprezzare ancora di più. Molto bello anche il duell finale. [/spolier]


    Non è certo una storia memorabile come la tripla di Borden, ma una storia che sa farsi leggere e apprezzare. Sono fiduciosa che da questo momento in poi le prove di Faraci non potranno che migliorare.
    Capitolo Dotti: disegni stupendi, molto narrativi e in linea con le emozioni dei personaggi. Il suo uso dei chiaroscuri mi Aveva già lasciato senza parole ne "El Supremo", qui conferma la sua capacità di far uscire fuori dalla pagina le ambientazioni e di farci sentire la pioggia e la notte come se fossimo davvero lì. I suoi Tex e Carson sono migliorati, Tiger mi piace tantissimo come già ai tempi di "El Supremo". Spero di rivederlo presto all'opera e non mi dispiacerebbe affatto vederlo disegnare una storia con un paesaggio innevato. Chissà.

     
  2. Non è detto che gli smartphone e i tablet siano un male. Conosco bambini e adolescenti che li usano per leggere, sia fumetti che libri. Io stessa, anche se non sono più adolescente da un pezzo, leggo molto in digitale. In un tempo non lontano, passare al digitale potrebbe essere un modo per avvicinare un pubblico più giovane di lettori.

    Comunque per ora Tex gode di ottima salute, considerati i tempi e la diffusione degli altri fumetti, italiani e non, quindi credo che ci farà compagnia ancora molto a lungo. 

  3. Grazie per il "cara", Ymalpas!  ^_^

    Non intendevo certo confutare la tua percezione dell'albo, che è personale e pertanto inconfutabile, stavo solo cercando di illustrarti la mia. Ripeto: per il mio gusto, va bene così, con quel tocco di "abbozzato" che fa, come giustamente dice Pippo, del mondo di Tex un mondo a parte, diverso dalla realtà. Parliamo di un fumetto, non di un trattato storiografico, e se certe libertà le permettiamo alla sceneggiatura, penso che sia giusto che siano permesse anche nel disegno. Poi, lode a chi si impegna ancor di più nella ricostruzione fedele, ma a patto che si mantenga la propria identità di autore. Font è un disegnatore con una personalità forte e non si fa scrupoli a essere se stesso, forse per questo incappa in molte più critiche rispetto ad altri.

    Sulla durata o l'impegno nella ricerca credo che abbia risposto Carlo Monni, dicendo che è lo stesso Boselli a fornire il materiale.

    Comunque, io trovo molto stimolante questo riflettere sul lavoro di Font e ho notato dettagli che altrimenti mi sarei persa, tra cui il bell'omaggio a Ticci che ha sottolineato Natural Killer.

  4. Ymalpas, non darmi meriti che non ho! Ho scovato l'immagine di base della copertina solo perché la cerco sempre, non per particolare bravura  ^_^

    Ho dato un'occhiata veloce, ma ovviamente gli edifici da te elencati non ci sono, credo perché non abbiano nessuna importanza in questa fase della storia. Chissà che magari non ne ritroviamo qualcuno nei prossimi numeri!

    Invece ho scovato questa foto del 1888 del General Hospital di Winnipeg, che Font riproduce in maniera perfetta nella prima vignetta della pagina 39.

     

    img0202.jpg

     

    Non posso fare la scansione della vignetta, scusatemi, ma penso che non sia difficile ritrovarla nell'albo.

    Majo sta facendo un lavoro molto accurato, come si addice a un Texone, e lo sta facendo in maniera egregia. Per quanto mi riguarda, la storia e i personaggi mi interessano molto di più della fedele riproduzione fotografica, quindi ben vengano anche le città tratteggiate per i loro punti essenziali, nel rispetto della storicità degli edifici, come è nello stile di Font.

  5. Font si accontenta di qualche edificio in muratura ma non riesce mai a trasmettere l'dea di popolosa città del nord.

     

     

    lW86wSN825Mhjc=--.jpg

     

     

     

    Villa, invece, nella copertina sa bene quello che sta disegnando. Ma apri l'albo eh... come si dice di quella pubblicità che inganna il consumatore ?

    Ymalpas, scusami, ma la copertina di Villa riprende esattamente la parte della città che disegna Font nella scena dell'attentato. Se guardi la vignetta centrale della tavola 32 vedrai che gli edifici e la loro posizione sono identici, con le uniche eccezioni del lampione dietro Tex, che in Font non c'è, e dei tetti, che Villa non disegna, immagino per evitare l'affollamento grafico con il logo e il titolo.

    Entrambi sanno cosa stanno disegnando, visto che disegnano la stessa cosa. Che poi abbiano due stili diversi e che a te possa non piacere uno dei due, questo è un altro discorso.

    • +1 1
  6. Non commenterò la storia, visto che preferisco farlo appena sarà finita, intervengo giusto per dire alcune cose.

     

    Una fine tragica per Kid Rodelo, un personaggio spaccato in due più psicologicamente che fisicamente, sembra una conclusione quasi obbligata. Se così dovesse essere, spero solo che non sia per Kit, situazione che trovo un po' abusata. Preferirei che fosse per la sorella o per Mike, che più di tutti hanno avuto fiducia in lui e lo hanno sostenuto. Comunque io non darei nulla per scontato: Borden ha parlato di un seguito "sorprendente" e le sue parole mi fanno pensare che ci stupirà davvero.

     

    Riguardo al nemico misterioso, ho letto le vostre ipotesi e le trovo interessanti e valide. Gli indizi che abbiamo finora sono svariati, ma non ancora completi: è un uomo, ha aiutato Grant, ha delle gravi menomazioni, è sfuggito miracolosamente alla morte, ritiene Tex la sua nemesi, è avvezzo agli intrighi politici. Personalmente i dialoghi con Grant mi fanno pensare che le sue menomazioni siano successive all'incontro con Tex, e anche per questo (insieme alla centralità della questione politica) scarterei Jack Thunder e anche El Muerto. Suggestiva l'ipotesi di Betta che parla del Grande Re e di Pierre, ma anche il primo dei due non lo vedrei così interessato a una questione politica. Non avanzo sospetti, mi limito ad aggiungere un altro dettaglio, che magari può essere un indizio: l'albo di ottobre si chiama "Intrighi e veleni", chissà che quel "veleni" non sia indicativo di qualcosa.

     

    Capitolo Font: a me i suoi disegni piacciono. Amo la sua capacità di far trasparire le emozioni dei personaggi, di descrivere in pochi tratti scene e azioni, di sorreggere la storia raccontandola per immagini. Per un episodio così denso dal punto di vista emotivo e di relazioni fra i personaggi, mi sembra che il suo tratto calzi a pennello.

  7. Un buon esordio quello di Recchioni. Non all'altezza di quelli di Boselli e Ruju, ma una lettura tutto sommato piacevole. La storia si muove molto nel solco della tradizione, con l'eccezione dell'antagonista, davvero insolito. Peccato, però, che il potenziale del personaggio non sia stato sfruttato a dovere e lasci, almeno per quanto mi riguarda, un senso di incompiuto.

    Tre parti mi sono piaciute particolarmente: l'inizio, davvero ottimo, che sembra strizzare l'occhio a "Il tranello", l'incontro (con relative conseguenze) fra Tex e il doc, e la parte finale.

    Altrettante sono quelle che non mi hanno convinta: il mancato approfondimento dell'antagonista, la parte dei due Kit, che ho trovato un po' fiacca, e il pretesto che mette in moto la storia

     


    Doc Gallagher poteva trovare mille modi per liberare il suo figlioccio, come del resto prova la parte finale. Chiedere a Tex, perché è l'unico di cui il giudice si fida, mi sembra una motivazione un po' forzata, anche perché è chiaro che Finn sarebbe andato dritto per la sua strada e che qualsiasi intervento di Tex avrebbe potuto ritorcersi contro chi l'aveva richiesto. Di certo il dottore è un avventato che confida troppo nella sua buona sorte e sottovaluta Tex, questo è chiaro nella scena del loro incontro. Ma non riesco ancora a capire perché lo coinvolga.

     

    Sulla caratterizzazione dei nostri ci siamo: ottimo Tex, molto buoni Carson e Tiger, un po' sottotono Kit, ma credo che dipenda dalle esigenze di trama. Posso dirmi abbastanza soddisfatta, per me è una sufficienza piena. E domani tocca a Winnipeg!

  8. Faccio anch'io i miei complimenti al sondaggio, davvero molto interessante!

     

    Di Boselli ho votato per prima la storia del ritorno di Yama: aspetto con ansia i disegni di Civitelli e sono curiosa di scoprire come tornerà in scena Yama e quale strada aprirà per il ritorno di Mefisto. Ho votato anche il texone di Majo: dalle anteprime mi intriga molto, e ho l'impressione che scatenerà molte polemiche. Ne avrei votate almeno altre tre, ma preferisco fermarmi qui.

     

    Su Ruju sono stata in dubbio per un bel po', ma alla fine non ho potuto non votare per Proteus, uno dei nemici che ho più amato sulle pagine di Tex. Per lui, come per Yama, spero che la prossima storia ridia splendore al personaggio, e sono sicura che i disegni di Ramella sosterranno alla grande la storia.

     

    Di Faraci ho scelto I letti di lava: la trama mi piace tantissimo e anche i disegni di Breccia hanno contribuito al voto.

  9. Secondo la Treccani, in senso generale "suddito" indica: "chi è in stato di soggezione e di subordinazione rispetto a chi comanda", quindi può essere indipendente dal tipo di governo. Dal punto di vista lessicale l'uso è corretto. Riguardo all'uso giuridico attuale non mi pronuncio, ma ho visto spesso l'espressione "sudditi della Repubblica" nella documentazione ufficiale del XIX secolo, e talvolta l'ho riscontrata anche nel XX, anche se in casi rari. Quindi, per quanto mi riguarda, anche dal punto di vista storico è un'espressione che, almeno in Europa, era in uso. Il bello di questo "sudditi" è che rende perfettamente l'idea di una differenza fra cittadini e una popolazione di "quasi cittadini" che nel nostro ordinamento giuridico è quasi incomprensibile. Per me è una scelta azzeccata. 

    Per la Z natural, Wasted Years, ti consiglierei il nome di Dallas ;)  

  10. Anche a me non piacciono i liquori o i superalcolici, ma quando si è fuori con gli amici un bicchiere lo bevo. Credo che il punto sia qui: Kit beve quando è "necessario", per festeggiare qualcosa (come in Salto nel Vuoto o Terra Promessa) o per altri motivi, ma sempre in compagnia. Forse "astemio" è esagerata come definizione, ma se la contestualizziamo all'epoca, ecco che il modo in cui beve forse lo faceva apparire così ai suoi contemporanei. Preferisco l'espressione che ha usato Borden qui, "quasi astemio" (birra esclusa, ovviamente), anche perché, come hanno sottolineato già altri, ha sangue indiano nelle vene e sa che non deve esagerare.

    Detto ciò, la tavola è molto bella, quindi sarebbe un peccato toglierla dal Texone. Magari lo si può trasformare in un caffè corretto?  :)

  11. Aspetta, Leo, la faccenda dei cento pistoleri è un'iperbole, quel che intendevo dire è che loro non sanno di avere di fronte il solo Eusebio, e possono ragionevolmente supporre che Palacio sia morto o moribondo, quindi a me sembra più logico, in una circostanza del genere, fare dietro front e mandare il "serpentone" a spiare piuttosto che lanciarsi contro la casa del Morisco.

    Quelli che tu chiami errori sono cose che possono appurare di nascosto, e per un gruppo di avversari abituati ad agire nell'ombra mi sembra l'idea più sensata. In fondo non lasciano le cose in sospeso e se ne tornano a casa (allora sì che sarebbero stati un bel gruppo di cialtroni) ma si nascondono nei dintorni e tengono sotto controllo tutto quello che avviene, scoprendo anche il diario.

    Comunque sia, è una questione di prospettiva: tu li vedi e te li aspettavi più aggressivi, io li considero più subdoli. Forse per questo non trovo incoerente il loro agire.

  12.  

    Ho letto nei commenti che alcuni di voi, in particolare Leo e Jack, trovano poco credibile la parte in cui
     

    i quattro cavalieri fuggono, dopo aver colpito il dottor Palacio.
    Non capisco lo stupore che solleva questa scena: gli inseguitori del dottore avevano ottenuto il loro scopo, mettere a tacere Palacio e il suo servitore prima che potessero dire ad altri ciò che avevano scoperto. Che avessero davanti il solo Eusebio o un centinaio di pistoleri stipati nella casa del Morisco, questo non potevano saperlo. A me sembra logico che, portato a termine il loro compito, si siano allontanati. Anche perché qualcuno fra loro (forse lo stesso Sandoral) poteva avvicinarsi di soppiatto alla casa del Morisco sotto forma di serpentone e monitorare la situazione. Non credo che sapessero del diario, ho dato per scontato che l'abbiano scoperto così, origliando, altrimenti è lampante che avrebbero cercato di recuperarlo prima. Perché volessero Morisco vivo è una cosa che non viene ben chiarita, ma tutto sommato ininfluente visto che dopo il primo tentativo a Rio Bermejo non si fanno più scrupoli a cercare di assassinare tutti.


     
    Io continuo a non trovare pecche o buchi di logica nella storia, mi sembra tutto coerente. Forse leggo male  ;)

    Bravo! E' così, infatti.
     

     

    Grazie Borden, ma non sono un maschio...  ;)

  13. Ho letto nei commenti che alcuni di voi, in particolare Leo e Jack, trovano poco credibile la parte in cui

     


    i quattro cavalieri fuggono, dopo aver colpito il dottor Palacio.

    Non capisco lo stupore che solleva questa scena: gli inseguitori del dottore avevano ottenuto il loro scopo, mettere a tacere Palacio e il suo servitore prima che potessero dire ad altri ciò che avevano scoperto. Che avessero davanti il solo Eusebio o un centinaio di pistoleri stipati nella casa del Morisco, questo non potevano saperlo. A me sembra logico che, portato a termine il loro compito, si siano allontanati. Anche perché qualcuno fra loro (forse lo stesso Sandoral) poteva avvicinarsi di soppiatto alla casa del Morisco sotto forma di serpentone e monitorare la situazione. Non credo che sapessero del diario, ho dato per scontato che l'abbiano scoperto così, origliando, altrimenti è lampante che avrebbero cercato di recuperarlo prima. Perché volessero Morisco vivo è una cosa che non viene ben chiarita, ma tutto sommato ininfluente visto che dopo il primo tentativo a Rio Bermejo non si fanno più scrupoli a cercare di assassinare tutti.

     

    Io continuo a non trovare pecche o buchi di logica nella storia, mi sembra tutto coerente. Forse leggo male  ;)

     

  14. Non sono d'accordo con l'analisi di Jack su Victor Diago: io lo trovo un personaggio completo e credibile, e credo che il finale non abbia tolto nulla alla sua caratterizzazione.

     


    Victor mi sembra rassegnato alla maledizione dei Diago e non si oppone a Sandoral, forse perché è consapevole di non poterlo sconfiggere. Accetta la sua sorte, ma allo stesso tempo prepara Sebastian per un'eventuale occasione di riscossa. In fondo, con l'arrivo di Sandoral ha perso il ruolo di capofamiglia a favore di Lucas e non dev'essere certo contento che lui, il figlio e Leonora abbiano quell'aspetto. Quando il Morisco gli fa balenare davanti la possibilità di salvare Leonora, Vicente e Lucas muoiono e il potere di Sandoral sembra iniziare a vacillare la situazione cambia e lui ne approfitta per ribaltarla a suo favore. Non per questo ha "cambiato bandiera" anche perché quando Eusebio gli chiede di salvare Kit lui non fa una piega, quando potrebbe almeno ordinare a Hernàn di fermarsi. Non gl'importa un bel niente dei peones né degli stranieri (tranne che del Morisco), Victor non fa altro che cogliere l'occasione favorevole per riprendere il controllo della famiglia e cercare di salvare almeno Leonora. In questo mi sembra pienamente coerente, e non trovo nulla di poco chiaro o incompleto nella sua caratterizzazione

     

  15. Sono soddisfatta anch'io, della storia, della gestione dei personaggi e della sua conclusione. 

     

     

    Attenzione! Contiene spoiler

     

     

    Innanzitutto la scelta di far ritornare il soprannaturale coi fiocchi, in un piacevole connubio di leggenda e scienza. Ho apprezzato molto l'idea di usare il sangue "infetto" per la trasformazione in figli dell'abisso, piuttosto che altri strani riti. In questo Sandoral resta il personaggio più misterioso: chi è, in realtà? Da dove è venuto? Quando cerca di liberarsi da Sebastian invoca il serpente chiamandolo: "Padre". Probabilmente è solo una forma rituale, ma devo ammettere che quando l'ho letto ho iniziato a inanellare tutta una serie di ipotesi... Non mi dispiacerebbe rivedere il dottor Sandoral e scoprire qualcosa in più sul suo conto. Anche perché se il serpente si è salvato, come dice chiaramente Kit, potrebbe essersi salvato anche lui.

     

    Concordo con Pecos sul ruolo di Leonora (che potrebbe anche essere la chiave per un eventuale ritorno di Sandoral) e anche sulla credibilità della teoria del Morisco. Abbiamo visto l'effetto, quasi immediato, del sangue verde su Vicente, che completa la sua trasformazione. Mi sembra credibile che del sangue umano nelle vene di Leonora possa quanto meno lenire la sua maledizione.

     

    Non sono d'accordo invece con Sandoral (a proposito, benvenuto!  :) ): non trovo tutte queste similitudini con la storia degli uomini giaguaro. Lì gli Herrera non avevano stretto alcun patto con le entità soprannaturali che dominavano il luogo prima di loro, ma si erano limitati a trovare una pozza. Il soprannaturale si limitava a quell'acqua dagli effetti insoliti, ma non c'era nessuna presenza di personaggi con doti magiche o simili e, come ho già detto sopra, lo trasformazione in figli dell'abisso ha una spiegazione molto più "scientifica" rispetto alla pozza. Gli Herrera, a differenza dei Diago, avevano creato un piccolo regno con l'appoggio dei loro peones, che erano ben lieti di subire la trasformazione in uomini giaguaro e di combattere per i loro signori, cosa totalmente opposta rispetto a quanto capita in questa storia. Inoltre è Victor Herrera a tirare in ballo il Morisco, arrivando fino a Pilares per la parte mancante del codex Muller, mentre stavolta i nostri si trovano coinvolti per la fuga del dottor Palacio. Anche l'ambientazione, qui una piantagione paludosa, lì un villaggio con tanto di chiesa e miniere, è completamente diversa, come pure il motore della storia: lì la ricerca di Kit e del codex, qui il tentativo di aiutare Leonora e vendicare il dottor Palacio. In definitiva gli unici punti di contatto che vedo sono il filone esoterico e il Morisco, che vanno spesso a braccetto... oltre a Kit sull'altare (stavolta molto più vestito  :lol: ) che però tutto fa tranne che aspettare di venir salvato da qualcuno.

     

    Da brava pignola ho notato un piccolo dettaglio inutile: nella vignetta centrale di pag. 36 Hernàn ha due pistole. Kit si libera e gli strappa quella che sta usando, ma a pag. 39, quando Hernàn lo attacca alle spalle, anche l'altra pistola è scomparsa. Ovviamente questa sciocchezza non influisce affatto sull'ottimo lavoro di Piccinelli, che ha dimostrato di essere a suo agio con atmosfere cupe, mostri dentro e fuori e primi piani davvero ben riusciti. Complimenti davvero!

  16. Inizio molto interessante, che ci trasporta in una storia che ha tutte le carte in regola per restare sul filone horror. Ottima la gestione dei pards (con Boselli è una garanzia, ma è sempre meglio ripeterlo), oltre che di El Morisco, Eusebio e gli altri personaggi. La tensione resta alta, per crescere ancora nel finale. Le premesse ci sono tutte, e scommetto che anche il resto della storia non mi deluderà.

    Entrando più nello specifico:


    ho apprezzato molto la figura di Eusebio, con la sua premonizione (del resto, è un uomo che ha varcato la soglia della morte) e quella specie di parallelo che si crea con Tiger. Entrambi discendono da razze antiche e permeate dal rapporto con la natura, sono anche gli unici ad avvertire la presenza inquieta che li osserva, anche se ottengono reazioni ben diverse quando rivelano le loro sensazioni a Tex e ai due Kit.

    Le cose che più mi hanno colpito: quando El Morisco parla con Kit dice che i peones di villa Diago sono impossibilitati ad andare altrove, ma la faccenda non viene approfondita. Io ho un'idea, vedremo se corrisponde. Un'altra cosa che mi chiedo è che collegamento ci sia fra Leonora e il sibilo che il dottor Palacio sente nella serra. In questo caso spero che non sia quel che penso.

    Ultima cosa: se ho ben capito, nel prossimo albo non solo Tex si troverà a lottare con una suora (sempre ammesso che sia una suora, quel volto coperto e i guanti suggeriscono anche altre possibilità), ma Kit le sparerà addirittura!  :D 

     

    Piccinelli si dimostra sempre più bravo. Non sono un'esperta di disegni, ma apprezzo in particolare la sua rappresentazione grafica dei personaggi quando camminano: è uno dei disegnatori che più riesce a darmi l'idea del movimento. Anche i suoi primi piani mi piacciono molto.

    Finora sono più che soddisfatta, vedremo cosa ci riserva il prossimo albo.

     

  17. Mi scuso in anticipo se il commento vi risulter? delirante. Penso che il problema di fondo sia nella "normalit? texiana" di cui parla Ted, che non è uguale per tutti i lettori. O meglio, lo è solo nella sua base, ma poi si discosta mano a mano che aumentano i "parametri". Ovvio che più paletti si mettono e più è difficile trovare corrispondenze nelle idee altrui. Il Tex di Giovani Assassini corrisponde alla mia normalit?, non lo vedo in contraddizione con l'uomo che ho imparato a conoscere in questi anni. Rodelo è senza un braccio e sulla sedia a rotelle. Tex non sa (non legge le anteprime sul forum ;) ) se il Kid riacquister? mai l'uso delle gambe. Nella situazione in cui si trova non può mandarlo a Yuma, n° sulla forca. Ma non può nemmeno disinteressarsi della sua sorte perchè sa benissimo che non è uno stinco di santo. Fin qui penso che siamo tutti d'accordo. Se la storia si fosse chiusa con Tex che diceva a Rodelo: "hai un'altra opportunità, vattene in Canada, ma sappi che se riprovi a combinare guai ti farà rimpiangere di essere nato" il finale avrebbe convinto i recensori UBC?Gli appunti si fermano sulla votazione, con l'assunto che mostri il quartetto spaccato. In realtà le idee del quartetto si vedevano già prima, quindi non è la votazione che porta a galla il diverso sentire dei pards. E non è la prima volta che hanno idee diverse. Allora a che serve la votazione?Passo indietro: Tex sa che Rodelo non può essere imprigionato e non può essere lasciato libero. Lo manda in Canada, sotto la supervisione di Jim (cosa che i pards non sapevano, fra l'altro). E di un Mike Foster qualsiasi, che ha avuto modo di conoscere durante la storia e che, avendo votato in favore del quasi cognato, è molto più responsabile della sua condotta di quanto non fosse prima. Tex dice a Rodelo della votazione, da quel momento Philip Rainey sa chi era per la sua liberazione e chi no, e può trarre le sue conclusioni su come comportarsi. Di sicuro, la cosa non lo ha lasciato indifferente. Vedremo cosa succeder?, fino ad allora continuo a pensare che tutte le riflessioni e i commenti manchino di qualcosa. Parliamo perchè noi sappiamo che Rodelo torner?, se non lo sapessimo forse il finale ci sembrerebbe diverso. E solo dopo aver letto il seguito potremo sapere esattamente a cosa pensava Boselli, quando ha scritto questa storia.

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