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TWF - Tex Willer Forum

corvo59

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Messaggi pubblicato da corvo59

  1. Capelli d'argento, mi sembra che tu ti sia sempre ben battuto sul forum di Two!! ben battutoqui non significa che c'era 'na guerra in atto.
    Credo sia giusto non abbandonare quel forum da parte tua. Si, Elisi s'è allargato con quelle tremende parole su L'Artiglio Della Tigre, anzi, diciamolo, su Nizzi. Ma del resto qui non si risparmia nessuno, ho letto un post di Boselli sullo straparlare di alcuni e la facile generalizzazione che ne deriva che è condivisibile.

  2. ma infatti Galep ha sempre pensato un gran bene di Villa (a me ha confidato di fare il tifo per lui quando in redazione vi era da scegliere tra Villa e Ticci per l'attribuzione delle copertine del regolare- gli piacevano molto "I personaggi" la rubrichetta che appariva in seconda di cover-). E Villa ha sempre espresso tutta la sua ammirazione per Galep, quello che ancor oggi considera un maestro inarrivabile.

  3. Ma da qui ad essere oggettivamente il principe ed ad avere oggettivamente superato Galep ci passa il PACIFICO.

    ? vero ma è vero anche il contrario e cioè che Galep non è oggettivamente il principe e non ha oggettivamente superato Villa e non si potr? mai determinare oggettivamente se uno e piu bravo dell'altro a meno che non si trovi qualcosa, oltre al parere personale, qualcosa di oggettivo per determinare chi sia il piu bravo. A me non viene in mente niente per determinarlo.
    come a te non viene niente in mente per determinarlo? hai appena detto che Galep disegnava sei dita!!!!mi sembra che basti per determinare che oggettivamente Villa sia più bravo di Galep! o no?

    ti chiedo: e a te chi ha detto che quella copertina è stata fatta da Galep?

    io credo che con questi discorsi stiamo mettendo in imbarazzo Villa .
    qui è come mettere Rod Laver vs Nadal o Jimi Hendrix vs Holdsworth o Pel' contro Baggio e credo che a Villa vada bene essere Nadal, Holdsworth o Baggio

    ps. mi sembra di aver capito che Anthony parli di tecnica fumettistica quando elegge il Mefisto di Villa come capolavoro assoluto

  4. Sulle piste del nordIl figlio di MefistoIl tranelloLa voce misteriosaLa cella della morteTra due bandiereEl MoriscoCanyon Diablo e Diablero alla pariIl Grande ReIl Laccio neroA differenza del vecchio Bonelli non porterei Il giuramento. La preferita di Sergio Bonelli ma anche del vecchio La voce misteriosa.

  5. IL LINCIAGGIO DI DUNLOP

    "prendete in custodia quell'uccellaccio con l'ala azzoppata, voi, e badate che non vi scappi"
    "impicchiamolo!"
    "si, fuori una corda"
    "calma con le corde, amici. Forse vi è qualcuno più degno di essere impiccato di questo sudicio ladrone. prendetelo e seguitemi.

    poco dopo...

    "sveglia, bastardo! c'è qualcuno che vuole salutarti!"
    "Uh"
    "chi siete? come osate? sarete impiccato per aver...."
    "calma sbruffone! la corda per impiccarmi non è ancora stata fabbricata, ma la vostra credo che stia già per penzolare da un bell'albero"

    ... e la folla inferocita si butta addosso a Dunlop, legato ad una sedia.
    Di fronte alla furia della folla, nemmeno tex può impedire che si trascini via il banchiere verso la periferia del villaggio ove sorge una robusta quercia.

    "barba del diavolo! se avessi tentato di impedire il linciaggio avrebbero impiccato anche me"
    "e avevano ragione di essere furiosi!"

    [ per chi non avesse a disposizione l'episodio ricordo che Dunlop è un banchiere che viene catturato, legato, imbavagliato ed infine linciato dalla folla]

    Non ho mai sentito o visto commenti a proposito di questa durissima sequenza scritta da Bonelli e illustrata da Galep. Nemmeno sulla questione "Tex di destra, Tex di sinistra".
    Domando che ne pensate.

  6. Ma se t'avessi detto che i Beatles sono un gruppo heavy metal, almeno mi avresti tirato le orecchie, no? Ed è quel che ho fatto io... :generaleN:
    Nun t'arrabbia'! Diritto di critica, diritto di replica. E poi in questo forum ci sono a disposizione pistole, bisonti e poche faccine sorridenti, altrimenti ne avrei messe di più!? :indianovestito:

    Borden

    PS "Tutto il fumetto è fantastico" ?, scusami, una facile scappatoia. Qui non si parla di FICTION, ma di genere fantastico, mostri e simili. E in Ken Parker NON ci sono. Sorriso, strizzata d'occhio ecc...

    ehi, Borden, che rispostaccia che ho infilato. :bandito:

    mm, però pure tu non è che sei un tenerone.
    Vabb?, a parte il fatto che "nun t'arrabbia" è meglio che lo fai con una sola "R" :indianovestito: ,
    ... e, a proposito di musica ;), prima o poi spero di farti inforcare un paio di cuffie con dentro un p? delle mie note così ci scambiamo un altro paio di battute.

    Volevo invitare gli utenti ad evitare le citazioni a catena. Riducono la leggibilità e sono oggettivamente brutte da vedere.
    ? molto più semplice citare solo la parte che interessa, evitando di appesantire inutilmente la discussione. Come si può notare da questo post modificato.
    Grazie a tutti per la collaborazione ;)

  7. ferruccio dice
    Innanzitutto mi domando se esista un modo di usare la penna un po più quieto di quello usato dalla signora di ubc per "allietarci" le festivit? natalizie, devo dire che ,Tex a parte, il linguaggio è quantomeno scadente: perchè Profondo sonno quando poi si scaglia con durezza nei confronti di un ormai anziano scrittore usando termini e partorendo concetti rabbiosi. profondo sonno? ma via..

    anche se io e Ferruccio (amico mio da sempre) parliano spesso di queste cose e ne scriviamo assieme, non sono molto d'accordo sui concetti rabbiosi. Secondo il mio parere non sono concetti rabbiosi quelli espressi nella recensione pubblicata su Ubc dalla Feltrin ma semplicemente una serie di cose fuori luogo: nun c'ha preso. :generaleN: conosco penne più velenose e consapevoli.

    ... lei sta ancora sulla storia di Carson che fa domande: stucco totale :indiano:

    Ormai è tempo di riprendere in mano quella ricerca sul Carson bonelliano e dimostrare che il vecchio reprobo le domande le ha sempre fatte.
    [e non è che ci debbano essere per forza Tex e Carson; allo stesso modo, se il dialogo avviene tra due banditi piuttosto che tra due indiani o due cittadini di Tucson ecc.. uno di sicuro fa le domande].<_<



  8. Ripeto quanto avevo detto tempo fa: il soggetto della storia è molto buono anche se probabilmente avrebbe funzionato altrettanto bene e forse meglio senza Tex, magari in una lunga graphic novel indipendente (e magari un detective meno granitico e più permeabile a tratti di ironia, un po' come il Johnny Depp di "Sleepy Hollow" - approfitto per dire che a me il gothic piace alla Tim Burton). In altre parole, sicuramente memorabile come storia, ma non come "storia di Tex": ricorderemo mai una parola, un gesto, una situazione gestita dal ranger in questi albi? Credo di no, mentre sicuramente ci verranno in mente Cairfax, Langrange, l'ambiguo Robinson e magari anche Doudou e Lin Yang (Mercedes proprio no, si è confermata ciò che prevedevo: il soprammobile con le concavit? haha ).

    (Personalmente). Mentre leggevo la storia mi è venuto naturale swicciare da Tex ad altro. Altro qui è rappresentato da "tutt?altro": Ken Parker. :generaleN:

    Si, Parker più che Dyd o Dampyr, perchè mi sembra che Ken ben si accosti a questo giallo-alchimistico. Anzi, sarebbe stato fantastico.

    Mi domando se tu conosca davvero Tex e Ken Parker! Ma quando mai c'è stata una storia fantastica in Ken Parker?????? Invece in Tex ce ne sono molte. Ho scritto una storia in linea con la tradizione texiana e sfido a dimostrare DAVVERO il contrario. Ken Parker (!!!!) Dampyr o Zagor non c'entrano una mazza!



    Borden :colt: :capoInguerra:


    :indianovestito:

    Ehi amico, facciamo lo stesso lavoro solo che io scrivo musica!

    Però non ho l'abitudine di piccarmi quando qualcuno non la sente come la sento io.
    E non gli do lezioni di musica. Anzi.
    Beh, menomale che ho usato le parentesi all'inizio del mio post. La prossima volta ci metto un paio d'occhiali :generaleN: .

    Tutto il fumetto è fantastico: anche Tex e Ken Parker lo sono stati.

    Ps comunque complimenti per la storia, cui se non 10 ho dato 9 di sicuro. (già, perchè ho scritto anche questo)

  9. Riprendiamo qua la discussione sulla copertina del n°400:
    Immagine postata
    Una cosa è certa, su Tex non si finisce mai di imparare.

    Corvo59 afferma che "lo sfondo dovrebbe essere il tacco del perda liana caratteristico per lo spuntoncino laterale.
    lo sfondo della cover è solo in parte di Galep.... cioè Corteggi ne ha ripreso molti particolari in buono stile secondo me: la roccia davanti al sole è tutta di Corteggi cosi come (ahimè) la faccia di Tex.

    ad ogni modo, la maggior parte del materiale roccioso in Tex è per lo più di origine dolomitica"

    Ma il mio stupore e' che anche il viso di Tex non dovrebbe essere al 100% di Galep:
    Immagine postata

    Sinceramente fino ad oggi credevo che almeno Tex fosse opera sua, e non voglio mettere in dubbio cio' che afferma Corvo59 ma tutt'ora guardandola attentamente mi sembra sempre il tratto di Galep di quel periodo.

    Guarda Anthony, secondo me si riconosce abbastanza il tratto di Corteggi nel volto di Tex ma il fatto è che ne sono sicuro perchè a me Galep ha fatto vedere la "versione" originale (che non era malaccio).

    Rimpiango solo di non avere la fotocopia del disegno (per la verità, Galep me l'aveva fatta ma io l'ho dimenticata a casa sua).

    [anchei disegni all'interno sono molto aggiustati da Corteggi]

  10. Immagine postata

    Stefano Andreucci (Roma, 23 settembre 1962) è un autore di fumetti italiano.

    Stefano è di Fiumicino ed una volta abitava a 200 metri da casa mia, abbiamo giocato assieme qualche volta da ragazzi (anche se io appartenevo alla cricca dei "delinquenti" :capoInguerra: ).


    ... me lo ricordo come uno un pochino taciturno e ordinato nel vestirsi.
    qualche mese fa Andreucci, mi è ritornato in mente perchè stavo cambiando le gomme alla rimessa del cugino ed ho visto appeso in bella mostra un disegno di Stefano:naturalmente un pit-stop

    [A Fiumicino, tra l'altro, conosco un paio di disegnatori che di "carriera" non vogliono saperne ma che dispongono di un buonissimo talento].

    Gran disegnatore il mio compaesano. Ma proprio grande! :inch:


  11. Ripeto quanto avevo detto tempo fa: il soggetto della storia è molto buono anche se probabilmente avrebbe funzionato altrettanto bene e forse meglio senza Tex, magari in una lunga graphic novel indipendente (e magari un detective meno granitico e più permeabile a tratti di ironia, un po' come il Johnny Depp di "Sleepy Hollow" - approfitto per dire che a me il gothic piace alla Tim Burton). In altre parole, sicuramente memorabile come storia, ma non come "storia di Tex": ricorderemo mai una parola, un gesto, una situazione gestita dal ranger in questi albi? Credo di no, mentre sicuramente ci verranno in mente Cairfax, Langrange, l'ambiguo Robinson e magari anche Doudou e Lin Yang (Mercedes proprio no, si è confermata ciò che prevedevo: il soprammobile con le concavit? haha ).

    (Personalmente). Mentre leggevo la storia mi è venuto naturale swicciare da Tex ad altro. Altro qui è rappresentato da "tutt?altro": Ken Parker. :generaleN:

    Si, Parker più che Dyd o Dampyr, perchè mi sembra che Ken ben si accosti a questo giallo-alchimistico. Anzi, sarebbe stato fantastico.

  12. Una ballata del deserto dipintoNon dar? giudizi sulla storia. Pregi e difetti di Nizzi sono ormai noti ai lettori di Tex. Mi soffermer? invece su alcune suggestioni, sottolineate soprattutto dall'apporto grafico del bravo Bruno Brindisi, presenti nella storia "I predatori del deserto", Texone estivo del 2002. di MassimilianoClementeNon so se Nizzi lo avesse previsto, ma le analogie con la celebre ballata prattiana si sprecano, e Brindisi ha saputo coglierle al volo. Di seguito riporto i personaggi del Texone con la loro "versione prattiana". Monkey - Rasputin Kirby - Corto Maltese (qui è biondo, ma a parte questo è lui spiccicato) Il Predicatore - Il Monaco Liza - Pandora Kit Willer - Cain

  13. Tex in AmericaDal sito del magazinePanorama:Chiamatemi Tex KillerFaccia alla Charlton Heston. Tosto come Clint Eastwood. Ecco l'eroe creato da Bonelli disegnato da Joe Kubert. di MARCO GIOVANNINI 9/2/2001Morto Tex, viva Tex! Come per i re e per i papi, anche per i ranger non c'è tempo per le lacrime. di MassimilianoClemente? appena scomparso (a 92 anni) Gianluigi Bonelli, il suo creatore, e il più famoso personaggio a fumetti italiano si prepara alla più impegnativa delle sue avventure. Per la prima volta varcher? l'Atlantico, sarà disegnato da un artista americano e sarà finalmente pubblicato in Usa, paradiso in terra del fumetto. La storia, intitolata Il cavaliere solitario, il prossimo giugno apparir? prima in Italia, in bianco e nero, in quella serie annuale chiamata Texone (224 tavole giganti), e poi in America, a colori e a puntate, divisa in quattro albi di quel formato conosciuto dagli appassionati come comic book, col titolo The four killers. Per questo esordio è stato arruolato Joe Kubert, 74 anni, uno dei maestri del fumetto contemporaneo. è non solo una bandiera di due delle più grandi case editrici made in Usa, la Dc e la Marvel, ma è anche il rettore di una sorta di universit? internazionale del fumetto, la Joe Kubert school of cartoon and graphic, ospitata nei tre piani di un palazzone di mattoni rossi di Dover, New Jersey. ?In un giorno d'estate un solitario cavaliere avanza in una nuvola di polvere?. Comincia così l'avventura, sceneggiata da Claudio Nizzi. Le prime parole di Tex sono per il suo fido destriero: ?Coraggio fratello, è stata una lunga galoppata, ma tra un paio d'ore potremo tirare il fiato?. Ovviamente non sarà così, perchè nel West di Tex non c'è tempo per battere la fiacca, tanto è vero che, dopo un'infinit? di inseguimenti e sparatorie, solo nell'ultima vignetta può esclamare: ?? dunque finita amici, avevo giurato sulla vostra tomba che vi avrei vendicato e ho mantenuto la promessa. Ora è tempo di tornare a casa?. Kubert, che ha pubblicato la sua prima storia nel ?39, quando aveva appena 12 anni, è un disegnatore classicheggiante che ama il grande Alex Raymond (quello di Flash Gordon) a cui si ispirava anche il più famoso degli illustratori di Tex, Aurelio Galleppini. Ma è anche un duro, stile vigoroso e dinamica violenza: ?Se disegno un pugno, voglio che lo senta sia il personaggio che lo prende sia il lettore?. è interessante stuzzicare il disegnatore su questa icona del fumetto made in Italy, amato da generazioni che comprendono nipoti e nonni. Dopo cinquantatre anni vende ancora, fra novità e ristampe, 350 mila copie al mese. E il quotidiano Il Foglio, in contemporanea con l'elezione del duro George Bush jr. alla Casa Bianca, ha appena inaugurato la rubrica Texana. ?Capisco il suo successo?, dice Kubert ?Tex è un fumetto all'antica, niente a che vedere con i supereroi moderni che hanno bisogno dello psicoanalista e lo rendono indispensabile anche ai lettori?. Kubert aveva preventivato due anni di lavoro, ce ne ha messi cinque, avvicinando il record di Magnus, che dopo otto anni sped' alla redazione un famoso telegramma: ?Finito. Magnusè. Da quando l'editore Sergio Bonelli (figlio di Gianluigi) decise di affiancare al Tex mensile questo speciale d'autore, realizzato da disegnatori famosi, la difficolt? è stata inserirsi nella loro produzione già piena. Da Moebius si è beccato una risposta zen: ?Due anni? Avrei bisogno di due vite?. Fisicamente la nuova edizione del vecchio eroe ritorna un po' alle origini, quando Tex si chiamava Killer e non Willer e faceva più paura. Anche se disegnatore ed editore concordano sul fatto che non ha niente di John Wayne, il re dei cowboy made in Usa, dibattono sul modello ispiratore. ?Psicologicamente ricorda Clint Eastwood, faccia scavata nella roccia e stessa forza interiore?, dice Kubert. ?A me pare Charlton Heston, ossa grandi, zigomo e mascella giusti, occhio da serpente che promette guai?, corregge Bonelli.

  14. Addio a G. L. Bonelli"Vi racconto mio padre, Tex" - Gianluigi Bonelli nel ricordo di Sergio Bonelli (in arte Guido Nolitta). di MassimilianoClementeGianluigi Bonelli fa il suo ingresso sulla terrazza di un grande albergo di Cervinia. è l'inverno del ?62 o del ?63. Il creatore di Tex Willer indossa l'amato Stetson a tesa larga, il più famoso fra i cappelloni dei cowboy, e un pendaglio navajo. Un abbigliamento insolito, a duemila metri. Un uomo alto, prestante, gli si avvicina. è Vittorio Gassman. Sta prendendo il sole, spavaldo e indifferente, e tutti gli stanno alla larga, timorosi di disturbarlo. Ma stavola è il "mattatore" a fare il primo passo, vuole conoscere chi gli sta rubando la scena. Bonelli non è un timido e per mezz?ora chiacchiera amabilmente con l'attore: ?Sembravano due amiconi?, ricorda il figlio Sergio, che era presente?. Quanta strada dalla casa di ringhiera di Porta Magenta a Cervinia, poi all'America del Far West, raccontata mille volte e visitata in età matura quasi con distrazione. La stessa America che aveva fatto piangere Arnoldo Mondadori (?Guarda quanta strada abbiamo fatto?), a Gianluigi Bonelli non faceva impressione. ?Era totalmente milanese?, lo ricorda il figlio maggiore Sergio all'indomani della scomparsa, a meno di un mese dal novantaduesimo compleanno. Milanese in tutto. Nella curiosità, nella voglia di scoprire cose nuove, nell'intraprendenza nutrita di lavoro e fantasia, in quella dose di spacconaggine che nei caratteri simpatici si manifesta come gradevole bauscioneria. E come tanti "veri" milanesi, non era milanese per niente. La famiglia, infatti, era di Guastalla e nei bar degli anni Trenta gli uomini lo guardavano con sospetto, Bonelli, perchè parlava solo italiano. Alle donne, invece piaceva. A vent?anni Gianluigi frequenta la balera Monte Rosa di piazzale Lotto, che oggi è un ristorante brasiliano. è un grande ballerino, re del tango, e passa per il Rodolfo Valentino del quartiere. Sergio Bonelli, che Milano era quella di suo padre? ?Quella marginale di Porta Magenta. Si abitava in una casa di ringhiera in via Rubens, nel quartiere di migliaia di operai della fabbrica De Angeli. La Tea, mia mamma, famiglia del Polesine, stava in via Trivulzio?. La Tea. Lina Buffolente, la prima fumettista donna italiana, la ricorda ?come una madonnina di una bellezza incredibile, dolce e delicata?. Gianluigi, come ?un uomo piacente, sempre abbronzato, un po' rodomonte e molto? birbante. Mia mamma lo vide subito?. Riprende il figlio Sergio: ?A mio padre piacevano i bar, dove trovava i personaggi di periferia e immaginava risse impossibili per gli angusti locali di Milano ma buone per i grandi saloon. Boxava in palestra ma non ha mai detto una parolaccia n° bevuto fino a quaranta anni. A diciotto anni mi porta all'hotel Duomo per il mio primo whisky. Credo fosse il primo anche per lui. Poi vede l'attore Buster Crabbe, ex Tarzan, ubriaco. E corre a parlargli?. Nel ?35 Bonelli è impiegato dall'editore di fumetti Lotario Vecchi. ?? redattore, scrive novelle e racconti rosa, è fra i pochi a tradurre dall'inglese. Nel ?37/38 collabora con il Vittorioso di Roma. Per due terzi lo scrive lui, senza firmare nulla. Più di Tex, è questo il periodo che mi sta a cuore. Rileggendolo, si vede che mio padre aveva una marcia in più. Io? Pap? viene a prendermi a scuola, la faccia segnata dai pugni. In palestra, allora, i campioncini volevano emergere. E se quella faccia non piaceva a me, piaceva alle commesse della Standa, dell'Upim?. Suo padre lavorava moltissimo. ?Non lo vedevo molto, però mi ha insegnato a nuotare in piscina, al Lido. Nel ?39, mentre i signori nuotavano alla marinara, lui era l'unico a battere il crawl, sapendo per di più cosa voleva dire. Mi portava a sciare. E in barca a vela, dove non ho mai imparato a tirare una cima. Mi veniva a vedere giocare a calcio, nella Ezio Biondi di via Biondi al Sempione, in lega giovanile. Un vero campionato, con i risultati sulla Gazzetta. Il calcio non gli piaceva, poco maschio. Spesso si andava al cinema, con la mamma, al Nazionale in piazza Piemonte o al Magenta in via Sanzio. Dieci minuti a piedi, il centro era troppo lontano. Film di avventure, King Kong l'avrà visto tre volte?. Gianluigi Bonelli è controcorrente. Si veste da cowboy, inventa Tex, un fumetto per un pubblico maturo, divorzia nel dopoguerra.?Ma non è mai una macchietta. Alle donne fa il baciamano, ha uno stile romantico, tutto dischi francesi, musica tzigana (il mio tormento) e rose rosse. Tutti hanno la Lambretta? Lui gira con l'Isomoto, un motorino carenato che riscalda troppo e si ferma sempre. Invece della Cinquecento compra di seconda mano una Fiat decappottabile, come un'auto americana. Mia madre la chiamava cardensèn, il credenzone?. Il suo ricordo più bello? ?Ne scelgo due. Quindicenne, nel ?47 sono in collegio a Genova, dov?ero sfollato. La mamma poteva venire una volta ogni tanto e il momento più drammatico era la domenica, quando gli altri ragazzi ricevevano la visita dei genitori all'ora di colloquio (il collegio era come una prigione). Ma qualche volta arrivava lui, simpatico, sportivo, ammirato da tutti... Poi il viaggio in America che aveva sempre rimandato, io lui e mio fratello Giorgio, avuto da un'altra donna. Non gli importava della Monument Valley, era contento di stare con i figli, che con storie così diverse gli volevano bene. Eravamo tutti sereni, questa è la parola vera?.

  15. Sergio Bonelli, premiato con una Laurea Honoris Causa!Forse è proprio in queste occasioni che si inizia a prendere atto di quanto, e con quali modalit?, il fumetto stia iniziando a diventare parte integrante dell'industria culturale italiana. La laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione conferita a Sergio Bonelli il 26 aprile scorso dimostra un'apertura del mondo accademico nei confronti del medium fumetto e un importante riconoscimento ad un editore, icona dell'industria fumettistica italiana. Per rendere l'idea di quelle che sono le identit? di carta che si celano dietro il marchio Bonelli basta fare solo qualche nome: da Tex, inventato per altro dal padre Gianluigi nel 1948, a Zagor; da Martin Myst?re a Mister No, fino a Nathan Never e a Ken Parker. La consegna della laurea è il coronamento di un'idea nata all'interno dell'?Universit? del fumetto?, iniziativa proposta da ?Romicsè, il Festival internazionale del fumetto e dell'animazione, diretto da Luca Raffaelli e organizzato da Castelli Animati e da Fiera Roma. Per la laudatio a Sergio Bonelli, presso l'Aula Magna del Rettorato della ?Sapienza? di Roma erano presenti il professor Renato Guarini, Rettore; il professor Mario Morcellini, Preside della Facolt? di Scienze della comunicazione e il professor Alberto Abruzzese - presidente anche del comitato scientifico dell'Universit? del fumetto, composto da Sergio Brancato, Orio Caldiron, Stefano Cristante, Gino Frezza. La motivazione ufficiale del collegio accademico, per il conferimento di questo speciale titolo, ha fatto riferimento al contributo di Bonelli alla costruzione dell'industria culturale italiana nella seconda metà del '900: proseguendo il lavoro del padre Gianluigi, Sergio Bonelli è riuscito infatti a creare e a mantenere un'importante casa editrice, diventata nel tempo un vero modello di impresa di comunicazione nel quadro della società italiana. Ma la Sergio Bonelli Editore non è soltanto la casa editrice che da un punto di vista strettamente gestionale è riuscita a crescere e a rinnovarsi nel tempo. La Bonelli, forte di una storia editoriale che dura da più di cinquant'anni, ha contribuito più di altri a formare una coscienza italiana sul fumetto, un immaginario di eroi di carta, di avventure, di storie scritte e disegnate da bravissimi artisti, con eccellenti livelli qualitativi e un ottimo rapporto qualità/prezzo. Afferma Bonelli di aver deciso cosa fare realmente nella vita, quando, interrotta l'Universit?, si è dedicato a ciò che più lo interessava e che era stata la sua passione dall'inizio: i fumetti. All'inizio si occupava anche di scrivere le sceneggiature delle storie, con il celebre pseudonimo di Guido Nolitta ha firmato alcune delle più belle avventure di Tex, Mister No, Zagor; poi con l'aumentare delle responsabilità, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno nella gestione della casa editrice. E i risultati non sono tardati a venire: più di venticinque milioni di lettori, ventitre testate pubblicate e l'affetto e il seguito di un pubblico che da anni compra regolarmente i classici bonelliani. Con un susseguirsi di emozioni e di applausi, il suo amato pubblico lo ha supportato anche nella consegna della laurea honoris causa: una testimonianza di fedelt? che dura oramai da più di mezzo secolo. Concetta Pianura

  16. Sulle serie anastatiche, ci sarebbe il tanto di aprire una nuova discussione. Ci penserei io ma non saprei cosa dire, se lo fai tu corvo59, che sei l'esperto, fai un piacere a un sacco di persone, tanto più che c'è una grande confusione intorno ad esse, tra ristampe varie, a volte spacciate per originali, a volte semplicemente taroccate.

    fatto!
  17. Anastatiche, falsi e rifilatianastaticheLe sole copie anastatiche di Tex che io conosca sono quelle dell' editore Piacentini il quale ristamp? tutto il materiale raro dell'Audace/Araldo a partire dagli anni settanta per i soci della Golden Comics Club di Milano. Piacentini lo conosco da sempre e, a quanto mi risulta, si è sempre occupato, e bene, di anastatiche. Credo che le prime per Tex siano state le serie a striscia seguite dalla I^Serie Gigante, o altrimenti denominata 1/29, e dalle serie Albo d'Oro, raccoltina I^ serie 1/7, raccoltina II^serie 1/132, raccoltina III^serie 1/164. In verità la raccoltina II^ e III^ serie fu ristampata solo nella numerazione più importante, quindi i primi numeri, ma più di una volta mi è capitato di vedere copie anastatiche di queste due serie anche in numerazione alta, fin sopra il n 100. Qualcuno ha storto il muso e mi ha riferito che, ad esempio, la raccoltina II^serie detta anche ?Serie Bianca? ha la sua ultima anastatica nel n 55: quindi attenzione a quando acquistate. Per quanto riguarda le serie a striscia inizialmente furono stampate le primissime serie e solo successivamente le restanti. Qui, di sicuro bisogna fare molta attenzione dal momento che è certa la presenza di falsi; sicuramente delle prime 4 serie. Le anastatiche della serie 1/29, che nel frattempo hanno raggiunto cifre consistenti per singolo numero, sono abbastanza ricercate in quanto gli originali di questa serie sono costosissimi e anche abbastanza rari. Vi è da dire che in giro si trovano anche collezioni miste, cioè composte da materiale originale e materiale anastatico, e questo perchè alcuni numeri della serie originale, 1-2-3-13-17, sono praticamente introvabili. Piacentini ha stampato anche 3 numeri per così dire inediti che propongono gli episodi, i primissimi, mai pubblicati nella serie 1/29 ricopertinati con illustrazioni prese in prestito dall'Albo d'Oro. Tutto il materiale proposto da Piacentini è abbastanza fedele agli originali tant? è che qualche furbastro ha provato a far passare i fascicoletti dell'Albo d'Oro come edizione dell'epoca. Questa operazione non è possibile farla con le strisce in quanto nella 3^ di copertina di queste vi è scritto a chiare lettere che si tratta di una tiratura limitata per i soci della Golden Comics Club Non sono state fatte anastatiche della mitica II^Serie Gigante. FalsiNon esistono falsi veri e propri nelle raccolte di Tex (.. e per falsi intendo ?copie clandestine?, non ufficiali) se si eccettuano quelli fatti fare da un piccolo editore 30/40 anni fa: Si trattava di albi storici della II^ serie gigante che, si dice, stampati dalla stessa tipografia di cui si serviva Bonelli e quindi non distinguibili rispetto agli ?originali?. Per quello che ne so, Bonelli intent? anche una causa contro questo editore ma, per quanto possa sembrare strano, la perse!(credo per non aver mai evidenziato nelle gerenze dei suoi primi albi giganti un percorso editoriale ben contraddistinto: una data di pubblicazione, forse una indicazione di periodicità, magari la parola ?ristampa?)Ora, molti sono pronti a scommettere che le anomalie presenti in alcuni albi della II^serie, vedi l' 11 e 12 con RFW sul retro, oppure tutta quella serie di albi non censurati presenti nella numerazione 1/14 che presentano dimensioni grandi più carta e colori sostanzialmente diversi, siano da ricondurre proprio a questa piccola ondata di copie clandestine ma personalmente ritengo che, prima di dare spazio a certe affermazioni, bisognerebbe stabilire se le copie anomale siano state presenti o meno già prima di tutta questa storia. Ad ogni modo, meglio tener presente quello che dicono i vecchi collezionisti della serie? l'unica certezza è che queste copie false (false più nella morale che nella sostanza) esistono. A chiosa posso dire che non mi è mai capitato di avere tra le mani albi della Tex, in qualsivoglia f. to, raccoltine, albo oro, strisce, 1/29 che mostrasse di essere falso! Rifilati Argomento delicato da affrontare. La vecchia formula albo corto albo rifilato intanto è da ridiscutere. Poi se per rifilatura intendiamo una sistemazione estetica di un albo con il perimetro compromesso allora possiamo dividere tutto il discorso in vari capitoli: 3 o 4 almeno. Rifilatura da estetica: viene esercitata su fumetti con i dorsi delle pagine fortemente compromessi. ? un' operazione che non richiede nessun tipo di abilità in quanto ci si deve recare presso un tipografo o una legatoria per farsi fare il lavoro. Tra la fine degli anni sessanta ed i primissimi anni settanta, nelle edicole presero piede le enciclopedie a fascicoli da far rilegare; molti appassionati di fumetti approfittano della nascita delle legatorie facendo rifare il lifting ai loro albi danneggiati lungo il bordo delle pagine o colorati dalla casa editrice che li vendeva nelle buste. Ricordo perfettamente il mio amico Giorgio Vaccaro, oggi gran collezionista, recarsi puntualmente alla legatoria per far rifilare i bordi colorati. E ricordo, purtroppo, molte raccoltine serie rossa e, udite udite, i primissimi numeri Zagor Zenith?52 compreso!Rifilatura da truffa: quella più fastidiosa!! Ricevo 4-5 mail al mese dove mi chiedono di esprimere un giudizio su albi sospetti e devo dire che si riesce sempre a capire tutto anche solo dalle foto. Non mi capacito di come si possa cadere nella trappola della contraffazione così facilmente. Eppure succede!Faccio un esempio:Allora, mettiamo di avere un 1 non censurato un po disastrato nelle copertine che vogliamo riportare agli antichi ?fasti?: La prima cosa che dobbiamo fare è procurarci le copertine! Vanno bene quelle del censurato con strillo 100 pagine che sono identiche, per caratteristiche, a quelle del non censurato. Quando andremo sostituirle ci accorgeremo che le misure tra fumetto e copertine saranno diverse, e ci mancherebbe altro! Quindi dobbiamo per forza di cose rifilare lungo il bordo delle pagine per ottenere un allineamento. Abbiamo rifilato il fumetto ma non abbiamo più il bordo delle pagine con la caratteristica dentellatura dei fascicoli e, oltremodo, questo nuovo bordo si presenter? bianco e fresco. Rifilatura naturale: esiste una numerazione originale I^edizione 60/95 rifilata di circa mezzo centimetro all'origine della stampa. Quindi niente botte da sapientoni quando ci imbattiamo in questi albi. Poi esistono numerosi pezzi singoli sparsi lungo tutta la raccolta che si trovano nelle stesse condizioni: 36-37-38-spillati, 47-51-52-53 I^edizione, 98-144 (che spesso ha il numerino basso in dorso), 172 e 200 I^edizione...... non elenco le edizioni 200lire edicola con lente, 250-300-350lire. forse il caso più eclatante è rappresentato dal 38 spillato e dal 47 prima edizione senza continua. il 38 in particolare è più corto, piu basso e addirittura più sottile... molto più sottile.

  18. El Morisco è una delle mie storie preferite ed è una delle storie che lessi da ragazzo quindi evocativa al massimo personalmente.

    Tutto sembra iniziare semplicemente con Tex e Carson a condurre indagini su una misteriosa sparizione di casse di armi ed invece di li a poco ci ritroviamo dentro un movimentatissimo intreccio dominato da elementi esoterici.
    Il ?Gringo Sapiente?, El Morisco, entra in ballo solo a pagina 110 dell'albo 101, fino a quel momento si vive la storia nei più canonici ambienti cittadini dove comunque accadono morti orribili per mano di un misterioso indio e la sue terribili pietruzze mummificanti.
    L'incontro di pagina 110 tra i due amici e ?el Brujo?, personaggio già sperimentato nella saga e cui Tex da del ?lei?, passa attraverso la figura inquietante del fido Eusebio (lo spettacolare Eusebio, sottolineo io) che avrà un ruolo importante tra le pieghe dell' intera storia.

    I pards si muovono in un clich? strutturale tanto caro a Bonelli che prevede lo ?spostamento? dei protagonisti da una ambiente all' altro senza mai staccare la tensione. Molto efficace il momento in cui, nel canneto, durante l'inseguimento dell'indio, Tex finisce tra le sabbie mobili salvato da Carson in una sequenza rappresentata da Letteri in modo superbo: 11 pagine indimenticabili.
    A proposito, Letteri diventa un gigante della serie proprio a partire da questa storia.

    Una breve annotazione riguarda l'uso dei balloon del ?pensato?, molto usato dal vecchio Bonelli e amatissimo dai lettori: il vecchio Carson è un vero e proprio fuoriclasse del genere!

    ?che il cielo ti fulmini, vecchio pidocchio?
    ?se la prende comoda, il vecchiardo?
    ?suonato come una campana?

    Oggi, il balloon del ?pensato? di Carson è quasi completamente in disuso, peccato!

    Un pizzico per essere vicina al capolavoro, questa storia di Bonelli e Letteri! :inch:

  19. Corvo59 puoi dirci qualcosa su questa copertina e in particolare se lo sfondo è di Galep è Si discuteva di quel roccione che secondo me rappresenta un omaggio ad uno dei picchi più celebri della sua Sardegna: Perda Liana.

    Omaggio alla Sardegna sempre e comunque!! si, quello dello sfondo dovrebbe essere il tacco del perda liana caratteristico per lo spuntoncino laterale.

    lo sfondo della cover è solo in parte di Galep.... cioè Corteggi ne ha ripreso molti particolari in buono stile secondo me: la roccia davanti al sole è tutta di Corteggi cosi come (ahimè) la faccia di Tex.

    ad ogni modo, la maggior parte del materiale roccioso in Tex è per lo più di origine dolomitica. :generaleN:
    Ho un video che mi ha dato Galep dove lui realizza uno spettacolare murales di natura satirico/politica sulla facciata di un edificio di un suo amico sulle dolomiti: SPETTACOLO :o

  20. Non mi piacciono i disegnatori che non hanno un proprio stile o una propria personalit?.
    Se volevamo un'altra storia di Galep bastava fare un collage delle vignette più adatte e voil', così Sergione non avrebbe speso neppure i soldi per pagare Torricelli.

    Per quanto riguarda Galep, tenetevelo pure... a me non è mai piaciuto, anzi.

    ? quel "tenetevelo pure" che potevi risparmiarti.
  21. Bom, dal punto di vista grafico è un' atroce sofferenza non tanto per uno come me che accetta il declino naturale ed incontrovertibile di un grande del fumetto italiano, quanto per Galep al quale ho visto commentare questa storia con tanta amarezza ma anche un pizzico di ironia.
    " beh, Tex me le ha fatte così" :D

    Galep ha "appeso" i pennelli al chiodo nell'agosto del 93 disegnando anche quando non stava affatto bene. Ho visto anche una serie di tavole inedite post 400 nel suo cassetto ma sinceramente ha fatto bene a mollare...
    ... così come si sente dire che farà Fusco, il grande Fernando Fusco. Ognuno sceglie di terminare la professione alla propria maniera.

    Galleppini ha tentato di dare tutto fino alla fine, e così Letteri.

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