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Wasted Years

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Wasted Years

  1.  

    Perché se c'era un disegnatore antirealistico, espressionistico, perfino in certi tratti grottesco, quello era Fusco; se c'era un disegnatore storico che rende lecita la presenza di stili "particolari", quello era Fusco.

     

    Le tavole di Fusco e Font hanno davvero poco in comune. Apri gli occhi, Fusco non disegnava marionette. Sergio Bonelli voleva a tutti i costi Fusco nello staff dei disegnatori del ranger. Per Bernet e Font si era chiesto cento volte se era il caso di un loro debutto sulla serie regolare. Per Fusco, dopo un periodo iniziale di disorientamento, solo ovazioni. Per Bernet non si è posto il problema, per nostra fortuna. Per Font, dopo quindici anni ancora bestemmie da chi proprio non lo sopporta e non lo vede adatto a Tex. Qualcosa vorrà pur dire, no? Tutta 'sta parentela ce la vedi solo tu, infatti. Che disegnasse qualche pornazzo, che è l'unica cosa che gli riesce egregiamente, ma il western, bah...

     

    Parole sante, pard, me le hai levate di bocca. Anzi, ho fatto in tempo a dire lo stesso 3 minuti prima di te.

  2. Cioè la presenza di Fusco rende lecita la presenza di qualunque stile, di facce quadrate e visi arcigni o di visi scavati e soggetti che invece di stagliarsi sul foglio emergono dalle brume? Sono dalla parte dei medi texiani che non capiscono le lezioni, trovo che abbiano ragione, da questo punto di vista, anche io questa lezione non la capisco.

     

    Fusco era criticato anche ai miei tempi, c'erano un sacco di texiani che scambiavano le sue storie ad un saggio di due a uno dicendo che erano disegnate MALE. E questo si può capire nel contesto dell'epoca, perché il suo tratto per Tex era rivoluzionario. Lontano anni luce da Galep e anche da Ticci, si è guadagnato l'affetto dei lettori illustrando divinamente storie memorabili, e le ha rese memorabili proprio lui, o meglio, il suo tocco. La storia del Clan dei Cubani è fenomenale anche e soprattutto per le scene sul Barataria, con i voli dei gamblers che spaccano porte e le facce terrorizzate degli stessi, Fusco è i ribelli del Canada, con i suoi banditi cattivissimi e imperiosi e i suoi ufficialetti boriosi, Fusco è furia infernale, con i suoi incappucciati davvero inquietanti. È riuscito a dare un contributo fenomenale alla serie, alcune delle storie più amate sono le sue. E come tutti coloro che hanno uno stile chiaro e ben definito e non imitano nessuno, ha diviso  il mondo in due, tra chi si è sentito coinvolto e lo adora, e chi nota la sua "anomalia" rispetto agli altri, e non lo ama affatto. Però era bravo, indiscutibilmente. Ha illustrato paesaggi fantastici, cavalli quasi veri, trasmetteva vigore e dinamismo da ogni tratto. Queste sono le sue caratteristiche, dove si trovano in Font? Sembrano tutti imbalsamati. Disegnava dei volti estremamente espressivi, dove sta negli altri citati questa espressività?

     

    Essere anomalo in un verso non significa che ogni anomalia sia apprezzabile. Un insegnante che insegna le tabelline cantando è leggermente anomalo, uno che le insegna facendo camminare i bimbi sui cornicioni è troppo anomalo. Anche il primo dividerà le opinioni, ma non mi pare che sdogani il secondo.

    Non mi pare proprio.

    • +1 1
  3. Anche a me Gamba non piaceva nella serie regolare, però i disegni della Galleria sono davvero bellissimi. Sul piccolo ranger era imbattibile, e sugli speciali di Cico fantastico, ma, come Muzzi, con i suoi tempi riusciva ad essere molto efficace anche su Aquila della Notte. Lo facevano correre perché sapeva essere rapido, il disegnatore della bonelli con il record di tavole, era un tempo ora non so. Devo dire che il discorso di Paco Ordonez, mi perdonerà, mi pare a posteriori. Non mi piace Gamba quindi vado a scovare i difetti.Il che testimonia la difficoltà di non farsi guidare dai pregiudizi.

    Un ulteriore abbraccio affettuoso.

  4. Beh, le storie di Nolitta Fusco,le sue donnine, i suoi cavalli, le risse con voli spettacolarissimi, i suoi indiani possenti e quasi intagliati nel legno. Tutte cose meravigliose. Ci mancherá tantissimo. R.I.P.

  5. De nada, pard. Ho trascorso un poco di tempo tra il comando Brigata Sassari e il 152° Fanteria "Sassari" entrambi i reparti a Sassari e non a Cagliari, dove c'era l'altro reparto della "Sassari" il 152° "Sassari" di Cagliari, e nemmeno a Macomer, dove c'era il 45° "Reggio", cioè un reparto della "Sassari". Altro che Patagonia, il nome dei nostri reparti era da pazzi. Perché un reggimento della Brigata Sassari fosse nominato ancora come se facesse parte della Brigata Reggio non l'ha mai compreso nessuno. E un po' di questioni militari le ho vissute, sviluppando l'orgoglio di aver indossato le gloriose mostrine biancorosse, ma anche il rifiuto molto texiano dell'esercito tanto gerarchico e burocratico, in cui è  abbastanza comune che chi è frustrato diventi un borioso arrogante se indossa un paio di gradi, e in cui non conta il cervello ma il grado e l'anzianità. Suppongo che le cose siano cambiate rispetto a prima con l'esercito di professionisti. Nella mia compagnia eravamo un pugno di uomini al servizio degli ufficiali superiori del comando, gente seria ed educata, tutti maggiori, tenenti colonnelli e colonnelli. E poi il nostro numero 1, il generale Sardo Nicolò Manca, simpaticissimo e cordialissimo. Meno simpatici certi sottufficiali, dirò.

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    Ironia della sorte, quando ero anziano mi diedero dei ragazzi da formare nel ruolo che andavo a cedere, come si usa fare. Mi affidarono dei tipi in gamba e in poco tempo erano bravissimi. Dopodiché mollai un turno coperto da loro e mi misi a suonare la chitarra allo spaccio, facendo anche un discreto successo di pubblico e critica. Ritornato in ufficio venni cacciato di malo modo e mi misero a marciare pochi giorni prima di congedarmi. Presentat...ARM! Sono un bannato anche dall'ufficio. Diavolo, nemmeno di servizio ero, mi ero avvicinato per l'aria condizionata. Non fui degradato perché nessuno si era mai sognato di darmi i gradi, ovviamente. In realtà scherzo, non era una mancanza da degradazione, era solo per dimostrarmi che a pochi all'alba non tutto mi era concesso. Lezione di vita.

     

    Mi posso solamente immaginare cosa potrei mai provare se mi dessero nientemeno che i gradi di capitano. Intanto me li appiccicherei proprio addosso stellina per stellina, per vedere come mi stanno, vorrei dei gradi da spallina per mettermeli belli splendenti. Tex li prende con grande noncuranza, dicendo che comanda gli scout. Carson è maggiore, chissà che gradi aveva Tex nella testa del suo creatore, forse sottotenente? Lo mettono a comandare un reparto irregolare, sulla scia di certi eserciti settecentesci, probabilmente, come mi ricordo vagamente di aver studiato in storia moderna. Chasseurs, o roba del genere, insomma niente a che vedere con i soldatini da linea delle guerre europee. E altrettanto ovviamente deve rompere qualche grugno per farsi accettare. Giù i gradi da spallina e rompiamo un bel braccio. Interessante il confronto tra il borioso capitano che diventa maggiore e il gaucho testa calda, dove quest'ultimo si dimostra un giovane idiota nobile e fiero, mentre il primo si dimostra un idiota privo di valori. Detto fra di noi, se mi capitasse mai di dover nominare un capo per un pugno di uomini tanto indisciplinati e fieri, mai mi salterebbe in testa di prendere uno da distanze siderali. Si capisce che il nuovo arrivato verrebbe rifiutato in quanto imposto e non scelto, o comunque messo duramente alla prova.

    Vabbé, in definitiva, la storia ha molto di militare proprio nell'intimo, cosa che nella serie non si è vista molto spesso. Viene in qualche modo descritto il rapporto tra truppa e comandante, l'esercito non sembra un monolite. E allora avrei preferito maggiore precisione che IMHO ci sarebbe stato proprio a pennello. Sapete quando un disegnatore disegna un chitarrista che spara con la destra e impugna la chitarra come un mancino, oppure un attore in un film fa finta di suonare un basso o una chitarra con posizioni accordali ridicole e posticce, beh, a chi non suona ovviamente non disturba, a me rovina la visione. Prendo coscienza che è una finzione bella e buona, mi immagino il regista che dice "mettici più enfasi" in un megafono eccetera.

    Sindrome del tecnico, forse si chiama.

  6.  

    Meravigliosa la locuzione "SUDDITI DELLA REPUBBLICA", pura poesia. Peccato che in una repubblica non ci siano i sudditi, ma vabbé, non tutti hanno l'orecchio di chi ha portato la teoria delle forme di stato e di governo all'esame di dottrine politiche.

     

    La locuzione in questo caso (rivolta ai Tehuelches) è perfetta. In una repubblica possono ben esserci SUDDITI, in quanto contrapposti ai CITTADINI: dal dizionario, suddito è anche chi è soggetto alla sovranità di uno stato senza esserne cittadino e senza godere dei diritti di cittadinanza. O no?

     

    Ehm, spero che i tehuelches non fossero considerati membri di una colonia, unico esempio in cui la parola suddito avrebbe un senso, perché poi ci vorrebbe davvero una bella faccia tosta per dire "sono nostri alleati" eccetera. Vabbé, poi in Argentina negli ultimi 150 anni politicamente si è fatta un po' di confusione tra cittadino e volatore della morte, per cui le categorie della politica poco possono. E poi presi ventinove, magari il punto al trenta era la sudditanza nelle repubbliche, vai e ricorda. :)

     

    Ah, bellissimissimi i disegni, solo io ci vedo qualcosa di molto "milazziano?". Ci sono scene che sembrano uscite dal volume "Colpo grosso a San Francisco", dove il baffuto maggiore sembra il baffuto gaglioffo dell'albo in questione. Mimica, espressioni facciali eccetera. Per il resto si vede che l'illustratore è un cavallo di razza, altroché.

  7. Beh, anche quando mi sono messo a fare il duro, sono stato costretto a riconoscere alcuni lati buoni perché sono innegabili proprio. Kit Willer è recitato finalmente da par suo, e il Tex che sa adoperare le mani in maniera molto Nolittiana, in senso buono, quasi Zagorianamente, è un'altra cosa innegabilmente bella e bene interpretata. Sviste ce ne sono a iosa, ho avuto buon gioco, però vabbé, non è che lo Zingarelli faccia il GLB, anzi, qualche dannata parola più rude ci sarebbe stata a pennello. Per la lingua è abbastanza umano trovarsi in crisi, troppo lessico in poche frasi. E l'inizio troppo lento, diesel, con il tipo dell'ambasciata che spiega e spiega e spiega davvero è leggermente soporifero. E vabbé, che devo dire? Le lezioni le ho sempre seguite annoiato. XD.

    Sulla parte finale sono stato interrotto, avevo altre frecce al mio arco, devo dire che è molto drammatica e intensa, e mette malinconia. Più avanti posterò una recensione diversa, ma i prossimi giorni voglio completare la lettura delle ultime del primo centinaio, altrimenti sto con un malloppo di Tex accanto al letto e uno sulla scrivania. Poi passo avanti.

  8. Ma dai? Finisce che stasera anche tu una bella ichnusa te la berrai con noi. Ho una chitarra nuova, una alhambra modello Z, quasi quasi la chiamo Donna, o Lena, o Colorado Belle. La mia vecchia chitarra, la sesta del gruppo che non considero mai, si chiama Lilith, l'ho battezzata quando ero piccolo. Sarebbe un bidone, brutto da dirsi, ma quella mi comprarono. Però ci ho imparato su.

    Ideona, ora lancio un sondaggione in tutto su di noi.

    Quale personaggio femminile di Borden darà il nome alla Z natural finitura scura?

     

    NAH; sarebbe fantastico suonare chitarra e batteria, ho due elettriche, una fender mexico e una squier corea, più una cort viva che ho permutato temporaneamente con un altro pezzo di legno.

    Borden BLUES, WASTED sfuffle.

    O Wasted years degli IRON MAIDEN:

  9. Ehm, se l'autore stesso che va off topic, no, non ho mai provato una chitarra da fado, ho fatto 4 anni di chitarra classica da ragazzino e suono Tàrrega come autore favorito, ho ripreso dal 2013 su un noto forum e ho già superato i primi tre livelli, corrispondenti ai primi tre anni di conservatorio. Gran Valse, Làgrima, sono anni che provo recuherdos ma il tremolo ancora non ce l'ho sicuro. Giuliani è troppo avanti, le rossiniane sono meravigliose, ho studiato i suoi studi come le papillon e i 120  arpeggi come da prassi, ma è un autore che è molto avanti rispetto al mio livello, 4 o 5 anno di conservatorio circa. Sor è onnipresente, meravigliosi i 20 studi di Sor rivisti da Segovia, ne suono un paio che ho studiato a scuola.

    Ho una chitarra flamenca e 4 chitarre classiche. Davverò proverò a postare lagrima, però avverto che non mi è mai venuta bene, occorre una delicatezza quasi femminile, e io sono 110 kilogrammi  e ho una mano medio grande.

  10. OK, capo. Mi sei piaciuto. Hai preso con spirito la faccenda e mi hai risposto senza fare il sostenuto. E questo ti onora, perché la storia non mi dispiace, mi annoia un poco, sul serio, ma c'ha begli spunti. E mi piace chi reagisce con spirito. Di Tarrega, se riesco a registrarla senza stecché, ti posterò sul forum il preludio Làgrima.

    Gli argentini sono sempre gli stessi dunque. E comunque una cosa è certa, ti stimo Borden perché ho fatto la fatica di trovare ogni sorta di cavillo in una tua storia.

    Dammi il permesso di demolirti e io perderò la voglia di farlo, sono fatto così. Scherzi a parte, anche a me farebbe piacere trovare un punto di convergenza. E sarebbe un onore fotografarmi con te ad un raduno.

    E ora, seriamente, mi impegno ad essere obiettivo e a  fare il bravo.

    Grande!

  11. Sarebbe un vero peccato ecc

     

    Caro avvocato, che piacere sentirla. Perché dovrebbe essere sospetto argomentare quello che si pensa? Sarebbe stato peggio dire una cosa e non spiegarla, non trova? Però non mi piacciono le etichette. Romp°°°° e provocatore sono termini poco carini per non dire offensivi, specialmente nei confronti di uno che non stava cercando rogne ma stava descrivendo qualcosa in maniera minuziosa. Stavo scrivendo il post a pezzi, per ragioni che ho specificato, e non mi si è fatto finire di parlare. Per me è noiosa, se siete tutti d'accordo sul contrario mi va bene, sono un essere umano, non una pecora che si sente obbligata a seguire il branco. Anche sul sistema tolemaico c'era consenso unanime, ed infatti era errato.

    Ciò detto, passo e chiudo.

    Aspé, la ragione dev'essere sparita nell'accorpamento. Scrivevo a pezzi perché non vedo come un tempo e troppe parole nello smartphone mi impediscono, per cui postavo pezzo per pezzo. L'avevo scritto chiaro e tondo. Non vorrei che mi si tacciasse di inventare scusanti, che non mi servono perché ho già dimostrato in passato di avere il coraggio delle mie affermazioni. Pure troppo.

  12. Ma certo, ho cercato di fare l'avvocato del diavolo andando a cogliere anche la minima incongruenza, però la storia è debole e frammentaria. Se si legge in modo molto molto attento, è piena di debolezze, tra cui il debolissimo espediente del cambio di comandante. Però non c'è una sola cosa che ho detto sopra che non sia rigorosamente vera. RIGOROSAMENTE.

    Ed ho omesso la quantità di parole nei baloon, davvero troppo verbosi, mentre non ho omesso la strana scelta di usare termini in italiano alternati a quelli in spagnolo.

    Ci trovo buoni spunti, mi piace la storia del Kit Willer molto sveglio, mi piace la faccenda di Tex che diventa capo degli scout all'indiana, mi piace anche il cambio di tempo della narrazione. Non mi piace l'eccesso di verbosità, non mi piace il solito incensare Tex, non mi piacciono molti spunti didascalici, in particolare le spiegazioni iniziali che sono un piombo.

    Nel complesso la trovo bellina ma sopravvalutata, il tono epico non compensa il fatto di essere abbastanza frammentaria, non amo rileggerla.

    Ecco l'ultimo post che mancava.

  13. Non vedo provocatori. Ho sostenuto che Patagonia è un albo molto zoppo e difettoso, e sono intervenuto sul topic per spiegare il mio pensiero. Mi pare che sei molto prevenuto nei miei confronti, e mi stai provocando tu. Non ti ho mai rivolto la parola e per tre volte mi hai ripreso e rimbeccato. Mi fai il piacere di lasciarmi in pace? Non ho capito cosa desideri. Cambiare il mio pensiero non puoi, puoi almeno evitare di seccare? Ti ringrazio.

  14. Ho ripreso in mano il volume, che é già ingiallito dopo pochi anni, non sono feticista della carta ma mi dispiace vedere un volume rovinato. Ho letto la prima parte e poi ho dovuto mollare, perchè ho avuto ospiti. Confermo l'impressione di generale lentezza che suscita il Texone, dopo un efferato inizio che ci sta anche bene. prima una lectio magistralis abbastanza pomposa e lunga sui valli, mi ha riportato alla sonnolenza a lezione in scienze politiche, interessi politici e fortificazioni difensive. Poi il militare che idolatra il Tex, Tex che arrivato ci farà una lezione pscocopedagogica autodefinendosi "eroe da imitare". O che presuntuoso, viene voglia di pensare. Lato negativo, Carson rimbambito e smollato come una serva con una scusa banale, lato positivo Kit Willer saccente e saputello, in questo ricorda l'autentico carattere, tipo nella storia di Proteus. Ritorna il topos Nolittiano di Kit che deve uscire per vedere il mondo. Poi la lunga e illogica storia della croce del sud, che si vede anche dall'emisfero nord e non appare certo passato l'equatore e Kit che dovrebbe conoscerla bene ricade nell9 scolaretto che chiede a babbozzo.Licenza poetica per creare pathos, direi, che lo crea pure. Poi ritorna la tirata della pedagogia, e quanto sei bello willer, e quanto ti ammira il maggiore. Poi si vede una specie di struzzo e mi interrompono. Ora, quando rientro dal baretto a casa posto, e riprendo la lettura stasera. Non volevo dimenticare nulla.

    ppare il Nandù, e Kit Willer inizia a stupire i gauchos della Pampa con la sua destrezza, anche se non centra il pollastro, per così dire. Bellina la scena, poi una parata militare di nuovo boring e un fiumone di parole per chiarire che è una missione di pace ecc. ecc., per poi accennare a dei numeri incongrui, una Divisione non sono certo 1200 uomini né oggi né allora, il mio battaglioncino, solo 7 compagnie, era composto da circa mille effettivi, più due compagnie di supporto dell'altro battaglione, il reggimentino ino ino era quanto questa divisione. Figurarsi la brigata, che ancora non era un divisione, che suppongo contenga ancora altri reparti. Vabbé, piccolezza. Poi Tex che si scontra con il solito zuccone in un duello alla cavalleria rusticana con spezzaggio del braccio, i soliti dubbi di Kit Willer, scena molto Nolittiana, mancava solo la scure truccata, però devo dire che era bella, niente discorsoni, solo un poco di sana azione. Ossigeno

    Poi la scena dell'ufficialetto borioso, e il recupero del gaucho caricato di frustate, in cui Tex picchia uno sbarbatello che un cazzotto se lo meritava, ovviamente spalleggiato dal maggiore.

    Conquistato il rispetto e fattosi due nemici più testoni che valorosi, al momento, finalmente Tex parte all'avanguardia. E inizia lo show dei nomi illeggibili. Tehuelche, manchuche, cacique, Chonchì. Quest'ultimo sa un poco di cioccolato Galak, il Galak Chonchì. Una corsa verso la Tolderìa. Direi un certo abuso di lingue varie.

    Meravigliosa la locuzione "SUDDITI DELLA REPUBBLICA", pura poesia. Peccato che in una repubblica non ci siano i sudditi, ma vabbé, non tutti hanno l'orecchio di chi ha portato la teoria delle forme di stato e di governo all'esame di dottrine politiche.

    Prevedibile la fuga dello zuccone di sangue gaucho, talmente improbabile appare la sua ripresa in breve tempo che si stupiscono gli stessi militari, braccio rotto, caricato di mazzate guarisce senza cure ammanettato in movimento. Che ASL. Invochiamo la sospensione dell'incredulità. Ha due cavalli appresso, ne monta uno fino quasi a ucciderlo, l'altro che non montava è fresco. Certo, era in panciolle. Certamente non sarà come uno che ha trasportato un carico, ma anche solo alla "centrifuga" di doma i cavalli faticano, figuriamoci se spinti al galoppo. Vabbé, sono sempre troppo pignolo.

    Lanzados che diventano lancieri, tanto per fare lessico in lingua spagnola, che si riesce ad evitare, poi si apre un dibattito pubblico a voce alta in piena notte per decidere che hanno le pitture di guerra. Sperando che siano anche sordi, oltre che ciechi.

    Poi la battaglia, combattuta con l'aritificio della spiegazione, un artificio che regge abbastanza e che non è spiacevole da leggere, ripreso in tempo reale dall'arrivo di Calcufurrà che defungerà ma chi lo ucciderà a caro prezzo pagherà.  Finalmente action, e finalmente non solo dialoghi, anche PUM PUM. Era ora, dopo 140 pagine di preludio, manco Tàrrega scriveva preludi tanto lunghi, forse Bach.

    Vabbé, a questo punto la storia sarebbe finita. E invece no. Una bella rimescolata al mazzo da Poker, ed ecco che Cambia il generale, il maggiore diventa colonnello, saltando il grado di tenente colonnello, e viene inviato prevedibilmente ad attaccare gli indios neutrali. D'altronde eravamo solo a pag 159 e occorre partire, senza aspettare 600 effettivi con i cannoni, gli artiglieri, cioè mezza divisione secondo la strana algebra di questo albo.

    Chi ti metto a comandare il reparto? Ci saranno migliaia di ufficiali, ma no, il più arrogante e borioso nonché bistrattato da Tex Recabarren, che viene ripestato e degradato, non prima di aver compiuto un massacro. Quando vedo colpi di scena come questo, mi viene sempre in mente Zagor, sti comandanti come cambiano proprio nei momenti più assurdi, dopo che un rappresentante del governo,ed in particolare del ministero degli esteri, ha scomodato della gente dagli Stati Uniti. Vabbé che all'epoca del regime fecero la marmelada peruana, però gli Argentini quanto a serietà nel governo già allora facevano acqua da tutte le parti, considerando SUDDITI anche i cittadini, talmente sudditi da sparacchiargli sopra in quanto selvaggi. Ammazza che coerenza. Illogico, a dire poco, che il capo di stato maggiore possa disattendere la politica governativa, ma anche queste sono sottigliezze. Quello che conta è che il clima cambia con un passaggio di consegne. Spero non sia storico, perché spiegherebbe molte cose, dalla marmelada peruana alla crisi finanziaria dovuta alla dollarizzazione.

  15. Come ho già detto e ribadito, rispetto l'opinione di Mauro Boselli, ma mi sento libero di dire quello che mi pare, beninteso, nel rispetto della civiltà e della buona educazione. Se a lei, Signor Boselli, questo non fa piacere, è libero di andare, di chiedere la mia testa allo staff, di fare quello che le aggrada. Non ci sono problemi, io direttamente non la tirerò mai in ballo.

    Questo non cambia una virgola rispetto alla mia percezione del suo lavoro, che mi sento libero di valutare come credo. Non ho capito se la mia presenza sul forum che ho contribuito notevolmente a far crescere debba essere condizionata al gradimento di CHICCHESSIA. Solo al rispetto delle regole.

    Detto questo, la saluto e le auguro una piacevole serata.

    • +1 1
  16. Vabbè, non occorre un indovino per sapere che non condividevo il generale entusiasmo circa le storie di un autore e mi faceva venire il nervoso il metro assolutamente diverso con cui veniva giudicato il lavoro di un altro, che veniva accusato di ogni difetto su cui si sorvolava bellamente nel caso opposto. Il Tex musone e Solone che appare come comprimario in storie ingingarbugliate fino a spesso non quadrare, col kit willer babbone non mi piace e ho smollato, non potendo sperare in un cambio. Se non leggo l'autore cambia poco, nessuno degli attuali é diverso come punto di partenza. Adoro Tito fuori da Tex, ma non ho mai lesinato critiche. Li leggeró in emeroteca, e dirò la mia con il massimo dello spirito critico.

  17. Vabbé, su mister No è un'altra storia. Su Tex è arrivato dopo una vita, e ce lo hanno piazzato per dargli qualcosa da disegnare. Sui Maxi come una sinecura. Una testa di serie come Diso poteva saltare solo su una grande serie, se non piace è sufficiente lasciare i suoi albi in edicola.

    Io sono un fan del pilota amazzonico, e quindi adoro Diso. Su mister no :)

  18. Gli ultimi 15/20 numeri del primo centinaio sono davvero tra i miei preferiti, ad iniziare dalla costa dei barbari con gli strani disegni di Raschitelli e per finire con Vendetta indiana e Giustizia, con Ticci e Galep Muzzi che sono già proiettati in pieno secondo centinaio. Manca ancora qualcosa però, e questo qualcosa scatta IMHO, proprio nella storia del signore delle pietre, che è un affresco, paragonata alle precedenti. Questa storia ha qualcosa di frettoloso, di inconcluso, di arcaico, e natural killer ha spiegato benissimo la ragione. Devo dire che mi capita spesso di mollarla in rilettura, per quanto mi piacesse da ragazzino. La scelta di privilegiare il formato "quaderno" ha dato moltissimo alla serie, e qua ci siamo quasi. SOLO QUASI.

  19. L'ho ripresa  a leggere, e devo dire che Letteri con le facce squadrate non mi piace molto, il suo stile su Tex aveva ancora ampi margini di miglioramento. Bella la scena del Tex con la sabbia negli occhi, ma la storia finisce appena decolla. Troppo breve, un andamento a picco. Belle scene, bella azione, anche bei personaggi che meritavano più spazio.
    Vabbé, prelude ad un periodo meraviglioso, quindi...

  20. Quindi, ora che ho stressato mezzo staff onde ricevere il permesso di scrittura in questa sezione, posso dire la mia

    TEXONE DI VILLA: stiamo attendendo da un secolo, ogni anno spero che sia la volta buona, poi vedo un altro texone e lo smollo o lo piglio a malincuore. Se è in lavorazione da tanto sarà un Boselli d'epoca, di quel meraviglioso tempo in cui Tex non si sa se c'era o non c'era nel mucchio. Vabbé, mi levo gli occhiali prevenuti, sarei lieto di leggerla.

     

    Storia di TICCI. Vorrei vedere questo nuovo Ruju, che ai tempi in cui leggevo Tex faceva capolino con le storie dell'uomo d'acciaio inox che aveva magnato un manico di scopa in olivastro, e quale migliore occasione che vederlo illustrato da Ticci o da quel che rimane del grande disegnatore senese? Vabbé sarei troppo curioso, me lo accatterei anche in ramadan, figurarsi ora che ho smollato la dieta texiana.

     

    Faraci: una qualsivoglia. Mi intriga questa storia della lava, forse per l'assonanza con i lava flow di furia infernale, magari Tito ha il bersaglio nel mirino e gli basta fare CLICK!. Chissà, magari Boselli come lettore e critico texiano è una bomba atomica, un tempo avrei detto "quando non legge se stesso", ma oggi sono più vecchio e più magnanimo e credo che magari abbia corretto il tiro anche su alcuni aspetti poco graditi dalla folla circa le sue storie .

  21. Io sono tifoso di Tito, però mi fa anche venire i nervi il fatto che riesca a coinvolgerti nell'atmosfera cupa e dura nel tanto criticato (non da me) Brad Barron, e su Tex sembra che si osservi una serie di eventi forzosi. Sembrano tutte, le storie che ho, pianificate a tavolino, 20 pagine di questo, 10 di quest'altro, la scena madre qui, la conclusione là. Manca quello che definirei il pathos, sembra di osservare dei quadri. Dannazione, anche il giallo breve sembra pensato così. 5 personaggi, uno esce così, uno cosà, uno puzza ed è lui, diamo spazietto a Carson per dare il tempo a Tex di inerpicarsi sul tetto, mini colpo di scena.

    Sembra di plastica.

  22. Non posso editare mano un secondo dopo avere postato, non si potrebbe dare del tempo? Questa board è abbastanza scarsa e la versione per dispositivi mobili è orrenda, molto meglio altre. Comunque da notare la ridisegnazione del palo centrale della tenda del capo seminole. Lasciare le cose come stavano pareva brutto.

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