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L'Ammiraglio

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Messaggi pubblicato da L'Ammiraglio

  1. Un'altra cosa su cui ho bisogno di un chiarimento: a pag. 24 del num. 16 Tex tende un tranello ad un tipo che lo minaccia con una pistola, affermando che la sicura è alzata e quindi l'arma non potr? sparare. La domanda ?: quel tipo di pistole ha effettivamente una sicura? O G. L. Bonelli in quell'occasione si confuse con le armi moderne? :colt:

    Le pistole che disegna Galeppini NON sono mai esistite. In media sono misti tra Smith&Wesson Schofield e Colt modello 1873, ogni tanto ci piazza sotto un rafforzo stile colt navy/army e quando non sapeva che mettere le faceva addirittura somigliare a delle LeFacheux francesi. Per avere delle pistole realistiche in Tex si devono aspettare i disegni del Ticci giovanile, in Massacro o in Vendetta Indiana, che disegna finalmente delle VERE colt 1873 (quelle attuali di Tex sono in base al disegnatore delle .45 a canna corta o appunto le già citate 1873- sopratutto in Civitelli). Galeppini si prender? la briga di disegnare armi reali in Tra Due Bandiere, equipaggiando i soldati degli anni 1860/65 con Remington New Army '58 e Colt Army '60 e Tex con Colt Navy '51. Allo stesso tempo commetter? l'errore di far vedere una ricarica a cartuccia quando erano ancora a polvere nera. Detto questo, indipendentemente dalla marca, modello ed epoca in un revolver ad azione singola la sicura NON ESISTE, nemmeno oggigiorno. Per tenere l'arma in sicurezza basta tenere il cane abbassato. Di conseguenza quella scena è un falso storico clamoroso :D
  2. Una cosa fa capire che non potr? mai essere vero (ammesso che mai succeda): certi cambiamenti epocali possono accadere solo sulla serie regolare!

    Beh, io credo che finch? ci sarà Sergio Bonelli, cambiamenti epocali non ce ne saranno (per fortuna!!). D'altronde non si riesce a pubblicare un texone bello e finito da anni, disegnato da un artista internazionale, solo per qualche donnetta più o meno impudica... -_nono
    Questa è una cosa che non conosco: di che si tratta?
  3. L'analisi di Carlo sarebbe corretta se non fosse che il numero 15, in linea teorica, è ambientato PRIMA dello scoppio della guerra civile (che succede nel 17) e quando Custer, oltre che essere vivo, più di collezionare note di demerito a West Point non faceva. Peccato che tutti sappiamo che poi Tex racconta di quel che faceva DURANTE la guerra civile, spostando l'attuale epopea a non prima del 1890. Sappiamo tutti che i primi 100 numeri non sono da considerare in un qualsiasi tentativo di dare una cronologia a Tex, dai :)

  4. E invece a me secca dare un voto contrario a quello degli altri, per me questa storia è da 6, 6 e mezza massimo. Perchè? Perchè nonostante i bellissimi disegni di Ticci, abbiamo alcune discrepanze a livello sia storico che logico non da poco. La prima è il comportamento ridicolo dei cospiratori, che se ne fregano del ragazzo che ha sentito tutto, e pasis, ma che poi, di fronte a un interrogatorio da parte di due tipi "sconosciuti" contro Regan se ne freghino allo stesso modo!!! E continuano il piano senza problemi!!!! RIDICOLO! A livello storico abbiamo un ottimo Custer, a livello caratteriale, ma sulla ricostruzione del Little Big Horn (assurdo Tex che attrraversa la battaglia senza nessuno che gli spari, ok la fascia Wampum, ma c'è un limite a tutto), per quanto corretta dal punto di vista delle operazioni, manca la menzione, non da poco, della probabile possibilità di SALVARE Custer da aprte delle compagnie di Reno E BEnteen, che han preferito restarsene al sicuro pur avendo sofferto molte meno perdite (29 tra morti e feriti, tutti nella ritirata al fiume iniziata dopo appena un ferito non grave) di quante se ne vedano nel fumetto, dove sembra che i superstiti siano 4 gatti. Nulla levando agli errori tattici di Custer (oltre ai cavalli e ai soldati stanchi, l'idea di far togliere le sciabole si è rivelata una gran cavolata, visto il vantaggio che dava nel corpo a corpo una lama di 70 cm in acciaio contro le lance e le scuri in pietra e legno), se 300 uomini (questa la forza complessiva di Reno e Benteen, escludendone altri 40 alle salmerie) fossero arrivati sul retro dei forse 2mila indiani (recenti stime hanno addiirttura abbassato il numero al 1500 già supposto da Custer) sarebbero quasi certamente riusciti a liberare Custer dalla morsa e fare ritorno alla collina, questo perchè gli indiani stessi non sapevano con quanti nemici avevano a che fare (e di questi 300 almeno 150- quelli di Benteen - non erano stati visti) e per prima cosa sarebbero tornati a proteggere il campo. Solo dopo quasi un'ora che Reno e Benteen sentivano un intenso fuoco di fucileria, il capitano Weir, contravvenendo agli ordini, andr? con una compagnia a cercare Custer, ma era ormai troppo tardi, e comunque i soli 50 soldati furono costretti a rinculare dagli indiani, ormai "liberi" dal problema Custer. C'entra poco per carit?, ma essendo questa una cosa ormai assodata, sarebbe da iniziare a dirla, invece di lasciare il mito del pazzo fuiroso che porta 300 uomini contro 5mila, sicuramente a causa dei suoi errori, ma che della incapacità (Reno) e dei rancori personali (Benteen) di alcuni sottoposti. Altra cosa che non ho perdonato alla storia è il comportamento di Davis: riferire a tex, dandogli il compito di riferirlo poi al nemico, l'intera strategia, è una cosa che sfiora L'ALTO TRADIMENTO, inconcepibile. Piccola chicca: i 3 "gorilla" che Tex e Carson incontrano quando salvano Lupo che Corre sono sicuramente i fratelli Earp.

  5. Che onore, sono il primo ad averlo letto :DBeh che dire? Siamo di fronte a una storia strana e tradizionale al tempo stesso, tradizionale perchè Tex non è certo nuovo alla guida di carovane e relativi intralci (si pensi al capolavoro che è Terra Promessa), strana perchè, oltre al fatto di mostrare una carovana di sole donne (probabilmente più di quante se ne siano viste in 70 anni di carriera editoriale, e il fatto che siano solo 6 potrebbe far pensare male) aggiunge anche la buona idea della caccia allo spietato assassino capace fin dall'inizio di farsi odiare, grazie ad una sequenza di rara drammaticit? (sottolineata da disegni stupendi di cui parleremo dopo). La sceneggiatura procede bene e si mantiene su alti livelli per buona parte della narrazione, mostrando un Tex e un Carson di buon livello, perennemente protagonisti della scena e deus ex machina della sorte tanto delle donne quanto giudici, sia pratici che teorici delle varie situazioni e dei numerosi personaggi che si susseguono. Dopo la metà si vede come le donne, maturate dalle tragiche esperienze, inizino ad avere un loro spazio, sempre però sottoposte alla guida di Tex, mentre Carson sembra -ahimè, perdere qualche colpo (letteralmente, pg 153: quel tiro doveva essere fatto da Carson, al massimo su segnalazione della ragazza), dopo un inizio di avventura decisamente in salita per il vecchio cammello. Non siamo ai livelli del Nizzi del Carson piccione, ma nemmeno al compagno parimerito di Boselli. Buono il finale, che si prende lo spazio necessario per sciogliere tutti i dubbi dei pards, senza concentrare tutto in poche pagine e concludendo degnamente una duplice missione, per la vita da un lato, e per la morte dall'altro. Lieto fine ma non troppo per una storia che si rivela sicuramente una delle migliori pubblicazioni recenti e che entra tranquillamente nella Top 5 dei texoni che, ammettiamolo, hanno sempre brillato più per i disegni che per i testi. E veniamo appunto alla grafica: beh che dire, il west di Gomez ha il crudo realismo (negli ambienti quanto nelle persone, più trasandate e sporche della media texiana) e il maniacale dettaglio del rinascimento di Dago, anche se molte tavole sono superiori per cura dei particolari a quelle dell'aventuriero italiano (lo stesso Gomez nell'intervista afferma di aver prestato una cura particolare nella alvorazione del texone), sebbene ogni tanto ci siano dei cali improvvisi e qualche dettaglio dimsotri la scarsa familiarit? dell'autore con il western (le colt Peacemaker hanno le dimensioni di una 44 magnum, i winchester al contrario sembrano dei modellini). Per quanto riguarda le fisionomie abbiamo volti estremamente caratterizzati, come Gomez ha abituato, che a volte sprofondano un po' nel caricaturale, ma si mantengono sempre realistici e visivamente impressionanti. Un plauso per la capacità di Gomez nel ritrarre le componenti della carovana: abbandonate le fin troppo prosperose e francamente irrealistiche donnine di Dago ci propone un gruppetto di giovani donne realistiche, con evidenti difetti fisici: pur non mancando ovviamente qualche bella ragazza, siamo di fronte ad una rappresentazione piuttosto realistica di quella che doveva essere la donna del west. Ultimo capitolo per i pards: Carson eccezionale, davvero, espressivo, ben calato, fantastico. Tex forse troppo somigliante a Dago (nella prefazione in particolare si a un "fianco a fianco" in cui Tex sembra Dago coi capelli tagliati e un costume diverso) e quindi diverso dal "nostro" Tex, ma che comunque mi sento di promuovere per dinamismo e fierezza. In sostanza una storia che si prende un meritatissimo 8.5 ai testi come ai disegni, e che merita il suo posto tra la libreria dei texoni.

  6. voto complessivo 7! mi sarei aspettato molto molto di più da Boselli e dal ritorno di Laredo.. eppure la storia era partita bene e sembrava avvincente.. in realtà non si è rivelata nulla di eccezionale.. Tex e Laredo sono statici e piatti.. il vero eroe della vicenda è Tiger Jack, con i suoi attacchi silenziosi e fulminei e i suoi agguati infallibili.. e quelle di Kit Willer sono solo due brevi comparse, se pur incisive.. il temibile Revekti appare alla fine come un personaggio inutile, che nulla può e muore in un istante.. gli spietati uomini di Cunningham non hanno un valido momento di gloria degno di loro.. mah! troppi punti non mi hanno convinto.. resta solo una piacevole lettura, ma che non convince fino in fondo.. degni di nota i fratelli Mazay e Goyaklee che si riappacificano e Parkman che si redime.. il più crudele e sanguinario resta Longway, che però non sopravvive a lungo.. unica vera perfezione dei 3 albi sono i disegni da voto 10 dell'esordiente Ginosatis.. appare subito un grande maestro! sono da togliere il fiato, precisi e dettagliati, con un potente chiaroscuro che lascia il segno!ottimo acquisto nello staff texiano!! -ave_? -ave_? clap

    Ma che volevate da Revekti? Che si mettesse a fare a pugni o lanciasse fulmini dagli occhi?
    Io lo volevo che uccidesse la gente con un grido puntandogli contro un bastone magico :capoInguerra: :colt: Cheyenne: concordo in pieno con l'analisi di Narvaez (altra bella storia peraltro, proprio bella) e ci metto assieme Red Duck (che insisto era compito di Brandon ucciderlo).
  7. Perchè? Non l'ho mai fatto??? :deserto? è :indianovestito:

    Tutti i pards protagonisti (magari a costo di assegnare finalmente ad altri personaggi un posto non proprio di primissimo piano)? :unsure:

    In tutta sincerit? non riesco a ricordare quando lo hai fatto :D
    Comunque bisogna dire che Ymalpas ha scritto due post da incorniciare clap , mettendo in risalto i due personaggi che più di tutti gli altri danno lustro e significato alla storia. Certo, se invece di Tiger e Parkman fossero stati Tex e Tiger... sisi

    I sette assassini, I giustizieri di Vegas, Spedizione in Messico, La città del diavolo non hanno forse tutti e quattro? Ma ce ne sono anche delle altre...

    Oppure mi devi spiegare che cosa intendete per PROTAGONISTI

    Borden

    So che è OT ma devo dirlo: CHE BELLA che è I Giustizieri di Vegas!
  8. Scusa Cheyenne ma non venirmi a dire che i Dalton dei numeri 8-9 fossero caraterizzati bene... posto che secondo me parliamo di uno dei più grossi buchi della storia bonelliana (ok appare tiger per la prima volta ma quel mettere a caso i nomi della banda Dalton e poii stravolgere così tutto quel che è successo non m'? andato già), più che apparire e morire non fanno, solo Bob ha qualche guizzo di personalit?.

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