Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Tahzay

Allevatore
  • Contatore Interventi Texiani

    503
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    2

Messaggi pubblicato da Tahzay

  1. SPOILERLa storia mi è piaciuta, ritmi narrativi più distesi del solito per quanto concerne Boselli, merito certamente della lunghezza su tre albi. Struttura giallo-investigativa mista ad azione, stile Omicidio in Bourbon Street. Una cosa però mi è sinceramente sfuggita: come mai Halloway-Varnes cerca di rivelare a Carson (e PROPRIO a Carson) i suoi segreti, visto che nulla sapeva di lui (nemmeno il fatto che fosse un ranger, ovviamente)?Forse si capir? nel prosieguo.... boh!

  2. Pedro Galindez, hai ragione solo su parte di quello che dici; il fatto è che - IMHO - a volte Nizzi PIEGA LA SCENEGGIATURA della storia sino ad enfatizzare quelle che, altrimenti, sarebbero episodiche "defaillances" del nostro ranger. Senza voler andare troppo indietro nel tempo, basta rileggersi la storia "L'artiglio della Tigre" (due albi = 220 pagine) per trovare una mezza dozzina di clamorosi esempi in tal senso, in cui - cioè - la brutta figura non è affatto funzionale all'evolversi della storia, ma finisce per diventare la "cifra stilistica" dell'opera dell'Autore, ed il tratto caratterizzante dell'agire (zoppicante) dell'eroe. Quindi, all'utente di TWO da te citato non si può affibbiare la parte del lupo cattivo, e soprattutto non si può emettere la sentenza (vale a dire, che la maggior parte delle critiche a Nizzi siano aprioristiche) senza prima aver dibattuto il problema, e favorito il contraddittorio sul tema. Hasta luego!

  3. Ad esempio, nella storia che sto rileggendo stasera tratta dalla collezione storica a colori (l'oro di klaatu), nel barcone arenato è ben visibile una pagnotta sulla tavola, ad accompagnare lo stufato di fagioli. Effettivamente, non ricordo però scene in cui Tex addenta del pane....

  4. Aggiungerei alla carrellata la frenetica galoppata che chiude l'avventura "il figlio del fuoco": un Tex impotente che sfoga non in un pianto liberatorio, ma in una galoppata al tramonto la propria rabbia e disperazione per la morte (presunta) di Carson e di Kit.
    Probabilmente è il finale di avventura più drammatico in assoluto di tutta la saga texiana, "stemperato" in parte dal fatto che l'avventura successiva riparte (e si salda) esattamente da dove era finita quella precedente.

    Ma a questo punto, ripoterei un breve stralcio.....

    Freccia Rossa:"Ho visto uomini bianchi piangere, e trovar conforto nelle loro lacrime!"
    Ta-Hu-Nah:"Aquila della Notte non può piangere! Anche se il dolore e la disperazione stringono il suo cuore con morsa spietata, non alle lacrime egli chieder? conforto per lenire la sua angoscia, ma al sangue dei suoi nemici!"

    Io credo che la chiave di volta, il paradigma sia racchiuso in questo celebre scambio di battute (evito persino di dire da dove sono tratte, tanto famosa è l'avventura).
    Tex può disperarsi, struggersi, provare dolore ed angoscia in quanto essere umano; ma NON PUO' PIANGERE, almeno platealmente, perchè tale dolore è controllato, potremmo dire "canalizzato" dall'azione/reazione (vendetta contro i nemici) o comunque controllato e gestito dalla statura dell'Eroe, di chi deve dare un esempio in quanto capo, in quanto genitore, in quanto guida, in quanto punto di riferimento.
    Il dolore e la commozione di Tex emergono in un silenzio, in un urlo al cielo, in una galoppata, ma NON nel pianto: no, credo che Tex non lo vedremo piangere mai, e - francamente - la cosa non mi dispiace neanche troppo, per il mio modo di vedere.

  5. La storiella non è nemmeno poi tanto male, ma è - per l'appunto - una storiellina-ina-ina. E non mi venite a dire che in 110 pagine non si può fare di meglio, perchè gli esempi contrari abbondano, nella serie. Due cose non ho gradito, anzi una di esse neppure l'ho capita. La prima: Kit Willer, così diverso da quello raccontato da Boselli in "Patagonia" e da Faraci in "L'uomo di Baltimora". Un ragazzotto che "spera" di cavarsela bene e che fa mille domande inutili non è lo stesso che attraversa le Ande innevate o che "punzecchia" il padre mentre, col sorriso sulle labbra, mette in fuga un gruppo di pellerossa. Il Kit di questo speciale fa, a volte, la figura del bamboccione, in particolare nell'assalto alla fattoria: quando il cane abbaia, Tex si sveglia subito, addirittura anche il padrone del cane è già sull'uscio fucile alla mano, si inizia addirittura a sparare, e Kit è ancora l' mezzo rimbambito dal sonno. Bah!La seconda è un'incongruenza di fondo della storia: ma perchè i banditi non si spartiscono il denaro e si trasferiscono in Messico facendo perdere le tracce? Cosa gliene importa che il complice parli, facendo i loro nomi? Mica sono i soliti signorotti locali con le mani in pasta in un paese, o degli insospettabili uomini politici aggrappati a una poltrona... sono dei rapinatori! Peraltro, la rapina non era avvenuta certo il giorno prima, dunque la pista eventualmente da battere era già a dir poco "fredda"....

  6. Ho una domanda per tutti coloro che conoscono la collezione di Repubblica:ho deciso che, appena trovo una fumetteria o una bancarella, ne compro qualcuno, selezionando le storie che mi piacciono di più. Ma vorrei sapere, da voi che conoscete la serie:quali sono i disegnatori di Tex che, colorati, rendono meglio?... in base a questo sceglier? tra i vari volumi... grazie per le risposte! :trapper:

    Per me, tutta la vita Villa, poi Letteri a ruota.
  7. Ymalpas, ma su questo punto credo che siano quasi tutti d'accordo; si ragionava dell'utilit?, ai fini della saga, di mostrare Tex che sale ai piani alti di un saloon (tutta da dimostrare) o dell'opportunità di dargli una moglie nuova di zecca (con difficile "collocabilità" del personaggio). Quello che tu invochi, sia pur in modo molto molto sfumato, è già successo (vedi oggetto della discussione), e lo spostare più in qua o in l' il limite dell'asticella dipende dalla bravura o dalla sensibilit? dell'autore. E' chiaro, piuttosto, che qualsiasi "sbandata" di Tex dovrebbe dar conto, sia pur minimamente, dell'ombra di Lilyth; non credo che a nessuno piacerebbe leggere una laconica nuvoletta del genere: "mi spiace Lilyth, ma a questa donna non ho saputo dir di no", o addirittura il nulla.


  8. Che Tex si conceda delle avventure di carattere sessuale, evitate pure di censurarmi tanto non verr? pubblicato sulla collana XD, lo sosteneva pure GL Bonelli, ergo voler negare questa realtà in nome di una fedelt? assoluta a Lilith significa essere più realisti del re e più papisti del papa.

    Ti sei mai chiesto come mai, oltre ad averlo "sostenuto" (sicuramente in contesti scherzosi e scanzonati, magari strizzando l'occhio all'intervistatore) il grande G. L. B. non lo abbia anche SCENEGGIATO? B)
    Stai postulando qualcosa che non ?: che GLB scherzasse. Non sta scritto da nessuna parte che lo stesse facendo, quindi è una tua ipotesi che vale in quanto tale diciamo qualcosa di vicino allo zero. Anzi, proprio zero, in attesa di pezze d'appoggio. Inoltre il fatto che non l'abbia sceneggiato fu spiegato da lui stesso: non riteneva che andasse inserito in maniera esplicita nella serie.

    Ma da qua ad arrivare a dire che Tex sia un mostro di fedelt?, ligio come l'arma dei carabinieri "nei secoli fedele" eccetera, ce ne corre, sono tutte idee contraddette dallo stesso padre di Tex.
    Quindi, fratello Tahzay, detto con il più grande dei sorrisi, questa tua idea che esprimesti nel post precedente a cui ti risposi con lo stralcio che hai citato, dicevo fratello Tahzay, puoi fumartela allegramente nella pipa.
    Esattamente come da me affermato prima.
    ;)

    Veramente sei tu, fratello Wasted years, ad avere qualche idea un po' traballante in materia. :indianovestito:

    Ricorda che qui non stiamo parlando di un essere in carne ed ossa, ma di un eroe di carta.
    Non ha molto senso, se non in un CONTESTO SCHERZOSO E IRONICO (non dico che l'Autore stesse scherzando, attenzione: il concetto è diverso), affermare che Tex va a donne di facili costumi; e non ha senso perchè un eroe di carta "vive" esattamente nella misura in cui i soggettisti e gli sceneggiatori determinano cosa fa, o cosa non fa, nelle sue avventure.
    Non è un prete o un politico, che ha una veste pubblica e una vita privata (magari, insospettabile); la vita di Tex coincide esattamente con la vita che ci viene mostrata. Si sa che espleta i bisogni in quanto è rappresentato come un uomo (animale-mammifero) ma alla domanda: "hai la prova che Tex faccia la pup??" , Tu non puoi rispondere di sè, perchè non è mai stata sceneggiata una scena simile.
    Quindi, affermare che Tex tradisce la memoria della moglie è la risposta alla domanda: ma il Tex (uomo) qualche peccatuccio se lo concede? La risposta più ovvia (essendo rari i casi di santit? a questo mondo) ?: "sè".
    Il Tex eroe di carta - dello stesso G. L. Bonelli - però, tale "peccatuccio" (che l'Autore non può escludere in linea teorica, OVVIAMENTE) non se lo è mai concesso. Quindi, Tex finora non ha mai tradito la memoria della moglie, non è che l'ha tradita e non ci è stato mostrato. E' un distinguo fondamentale.
    Pertanto, la domanda da porsi non è "se" lo fa, ma perchè sia "opportuno"/"inopportuno" mostrare che lo fa? Tu attribuisci le motivazioni - apoditticamente - ad una motivazione morale, mentre invece sai meglio di altri che già i Tex degli anni '50 e '60 erano notevolmente trasgressivi, per l'epoca.
    Non sarebbe più semplice pensare, come molti forumisti qui, che la presenza di donne non è funzionale alle storie di Tex, e in generale ad un western classico? O che il mostrare che Tex faccia una cosa del genere non darebbe nessun arricchimento alle sue avventure?
    Ma con questo non voglio certo convincerti, ognuno legittimamente resta delle sue idee.
    Hasta luego :generaleN:

  9. Che Tex si conceda delle avventure di carattere sessuale, evitate pure di censurarmi tanto non verr? pubblicato sulla collana XD, lo sosteneva pure GL Bonelli, ergo voler negare questa realtà in nome di una fedelt? assoluta a Lilith significa essere più realisti del re e più papisti del papa.

    Ti sei mai chiesto come mai, oltre ad averlo "sostenuto" (sicuramente in contesti scherzosi e scanzonati, magari strizzando l'occhio all'intervistatore) il grande G. L. B. non lo abbia anche SCENEGGIATO? B)
  10. Allora, mettiamoci d'accordo."piccola storia" o "nuova moglie"? Per me, nessuna delle due ipotesi è concepibile:- una "piccola sbandata" nuocerebbe alla statura morale del personaggio, non perchè sia immorale IN SE' avere storie dopo la morte del proprio partner, ma perchè la cosa (si avverte chiaramente) è immorale per il codice personale di Tex, che a più riprese nella serie serba un ricordo struggente ed immacolato di Lilyth. Fosse morta Lilyth e via - scomparsa dalla serie - coi primi numeri, allora si poteva pensare una cosa del genere, ma così no: Lilyth è un personaggio ancora vivo texianamente parlando (si veda il recente albo "il sentiero dei ricordi", le frequenti, sapienti citazioni - es. in "Furia Rossa"), ed è inverosimile che il personaggio-Tex deroghi ad uno dei SUOI caposaldi morali, consolidati in 60 anni, vale a dire non lasciarsi più andare con altre donne.- una nuova moglie? Impossibile. Anzitutto, ci vorrebbero anni e anni per darle una caratterizzazione ed una statura morale definita (non è che una moglie è esattamente una velina, che la metti l' per fare tappezzeria) accanto ai personaggi "storici". Ma soprattutto, come già detto, sarebbe una sorta di 5° pard che, però.... non potrebbe fare il pard (a meno di creare una Calamity Jane...) e dovrebbe limitarsi - 9 storie su 10 - ad umilianti ed insignificanti "cameo" a inizio e fine storia. E siamo certi che i lettori, dopo una storia drammatica e "virilmente" western, vogliono vedere la (ingenua) conclusione con Tex che torna alla riserva e d' un bel bacio sul tramonto con in basso a destra la scritta "fine dell'episodio" (stile Hollywood anni '50)?Ebbene, qual è la soluzione? O quella magistralmente (a mio parere) tracciata da Nizzi (il "vorrei-ma-non-posso"), o quella di far aumentare i racconti in flashback con la presenza di Lilyth, per aggiungere quel tocco di dolcezza e delicatezza (che non stona, ma solo se centellinato con sapienza) alla personalit? del ranger, mettendogli accanto una donna. Per la precisione, non "una" donna, ma "la" donna: unica, inimitabile, inscalfibile, e che io considero (? l'aspetto che quasi nessuno ha considerato, sinora) uno straordinario personaggio ancora "vivo", all'interno della serie, che con una nuova figura femminile stabile morirebbe definitivamente.


  11. Riguardo ai 3 vicesceriffi invece, devo dire che mi stanno simpatici quei tre bamboccioni anche se hanno fatto la figura dei cretini. :P Inoltre anch io credo che tex abbia fatto la scelta più giusta razionalmente cercando di dividere equamente le proprie forze in modo da non lasciare scoperta la banca, anche se a quanto sembra dalle anticipazioni qualcosa andr? storto tex non può rimproverarsi niente.

    Pensa che uno ci ha pure rimesso la pelle (almeno, così pare....:P)
  12. Penso che una delle cose più importanti che abbia fatto Faraci con questo primo albo sia stato l'aver messo in evidenza, l'aver rimarcato, la statura inarrivabile di Tex.
    Mi sembra una cosa così evidente che non riesco a capire le critiche a questa storia.
    scena dell'indiano:

    ma ci rendiamo conto di quanto è dannatamente svelto Tex in quella situazione?... e quando dico svelto, dico anche svelto di cervello:riesce a capire dalla faccia di Hodson che c'è un pericolo alle spalle e spara simultaneamente al Lord.... come si fa a pensare che viene battuto in velocit??.. e se anche la scena fosse stata quella disegnata da Villa in copertina non ci sarebbe comunque stata sconfitta!




    Per quanto riguarda la scena dei vice-sceriffi:che colpa ne ha Tex, se quei giovincelli sono degli idioti??

    E poi le pagine scritte da Hodson sono una scena spettacolare!!... innanzitutto per come è sceneggiata(e Faraci qui si è dimostrato davvero un grande sceneggiatore);e poi perchè è un grande omaggio al mito stesso di Tex!... stupendo inoltre l'accenno alla difficile eredit? da raccogliere di un Kit perfettamente in grado di farlo!...
    E' una scena da antologia!...
    E se poi penso che i pensieri di Hodson riguardo a Tex possono essere in realtà quelli dello stesso Faraci... allora non mi resta che? essere, in quanto lettore di Tex, orgoglioso di poter dire:Faraci è uno sceneggiatore di Tex!

    Questa in realtà è l'unica cosa che ho trovato "forzosa" e sgradevole della storia; intendiamoci, ci sta che Hodson (fine intenditore di uomini) scriva sperticati elogi, nel suo libro, su Tex e Kit dopo aver vissuto la scena del saloon, aver ascoltato i racconti di Cameron e aver "misurato" il carisma di Tex nel prendere in mano la situazione in paese (lui, appena arrivato!). E qui sono d'accordo sull'ottima idea e sull'ottima sceneggiatura che riempie le pagine menzionate.

    Ma che addirittura si lasci andare a (neppure troppo velati) complimenti e a giudizi sulla statura dell'uomo, nelle prime pagine, solo per avergli visto prendere a schioppettate degli indiani neppure troppo feroci.... mi pare un filo eccessivo.
    A mio parere, un'iniziale (non dico diffidenza, ma) "aristocratica" noncuranza, da parte comunque di un uomo abituato a viverne di cotte e di crude, con un rapporto di fiducia e ammirazione che si costruiva poco a poco, avrebbe meglio messo in risalto la pregevole (ed opportuna) "sviolinata" su Tex e Kit nel finale dell'albo, che acquista tanto più valore proprio perchè giunge da un uomo che, per facta concludentia, ha dimostrato di non essere l'ultimo arrivato (anzi...!).

  13. Aggiungo a quanto detto da Sam Stone che è interessante, dal punto di vista psicologico, la presenza di tre ragazzotti sia tonti, sia pieni di sè, al fianco dello sceriffo. La cosa collima perfettamente con il carattere debole e insicuro, pur se da persona perbene, dello sceriffo, che evidentemente si è scelto dei collaboratori dai quali non poteva essere messo in ombra, privilegiando la "quantit?" sulla "qualità"; collaboratori che, però, abituati ad una presenza di statura non particolarmente eroica n° autoritaria, sono "cresciuti" professionalmente nella convinzione di non aver nulla da imparare, il che rende - nel finale - uno di loro particolarmente (e stupidamente) intraprendente.

  14. La storia è gradevole, soprattutto perchè la psicologia dei personaggi è molto ben delineata:- Lord Hodson, un ricco avventuriero tanto incuriosito quanto annoiato dalla vita (per sua stessa ammissione, non sa ancora cosa cerca...) ma non sprovveduto, forse un po' troppo "dotato" (come detto da altri: vista, udito, capacità di scrittura, disegno, sveltezza nello sparare e nel boxare, intuito nel percepire i pericoli.... e che diamine, troppa grazia :D);- uno sceriffo roso dai rimorsi, che forse si circonda di collaboratori incapaci proprio per sminuire la sua percepita inadeguatezza;- un Tex ironico ma saggio, come giustamente detto oramai un eroe maturo che lascia al figlio le azioni impulsive (non errate, attenzione), ma che non per questo "tradisce" le caratteristiche dell'eroe di G. L. B.;- soprattutto, un grandioso Kit Willer, restituito al suo VERO carattere originario: sfrontato, impulsivo, curioso, punzecchiante nei confronti del padre. Unica nota negativa, per me, l'eccessivo carico di lodi nei confronti di Tex, in un albo di carattere preparatorio in cui il "nostro" cura - in realtà - affari di ordinaria amministrazione (per lui), lasciando gran parte del proscenio a Kit e ad Hodson. E questo, in particolare, da chi lo conosce (in pratica) da pochi minuti, come Lord Hodson, che Tex deve addirittura "stoppare" ad un certo punto nelle sue "filosofiche" certezze, e che poi si snoda lungo l'intero corso dell'albo, a volte in modo appropriato (vedasi lo sguardo di Roland, che dice tutto, non appena scorge il temuto Ranger), altre un po' troppo caricato (la stretta di mano del giovanotto a cui viene soffiata la Colt; la fuga del bandito semi-terrorizzato al solo sentire nominare Tex, nonostante sia in numerosa compagnia di altri tipacci). Il che non inficia la bellezza di questa prima parte della storia, che si riannoda bene ai fasti del trascorso 2009, meritandosi un 8 pieno.

  15. C'è un aspetto che mi colpisce nelle parole di Wasted Years, e che probabilmente inasprisce le sue espressioni fino a farle diventare più aggressive di quelle che vorrebbero essere. Ed è una amara malinconia di fondo. Wasted Years mi sembra un lettore RASSEGNATO a non leggere più un Tex degno delle sue aspettative. Per cui gli domando: è più proficuo augurarsi un Tex in linea con la tecnica e la personalit? dei vari autori che lo interpretano oggi, sia pur inevitabilmente lontano da quello del suo Creatore, o che gli stessi autori cerchino di sforzarsi di "scimmiottare" l'Inarrivabile, scrivendo un Tex che non è nelle loro corde?Il che è un po' quello che si pensa quando un attore o un personaggio dello spettacolo muore giovane: c'è chi ne rimpiange la mancanza, e chi sotto sotto pensa: meglio così, non lo vedrà mai invecchiare e lo ricorder? solo come era una volta.

  16. In questo topic si dovrebbe parlare di caratteristiche a confronto, non fare le guerre tra guelfi e ghibellini. E' chiaro che, in più di vent'anni, è facile che Nizzi abbia sfornato, accanto a dei capolavori, anche delle storie più modeste, ma questo è ovvio, se si pensa alla mole di lavoro sopportata da Claudio e alla "legge dei grandi numeri". Boselli ha potuto giocare da "seconda punta", scrivendo storie con ritmi molto più rarefatti e potendosi permettere sperimentazioni che sono tutto sommato ben riuscite, ma che forse tali non sarebbero risultate se fossero divenute la "regola" mensile del nostro ranger. Ecco perchè le storie di Boselli, MEDIAMENTE, risultano qualitativamente superiori a quelle di Nizzi, che - tra l'altro - sta subendo l'ingrata sorte di vedere alternarsi le sue ultime storie (frutto di un'inevitabile parabola discendente) con quelle di un Boselli al suo meglio (vedi Patagonia, ad esempio).

  17. Leggo di storia "scorrevole", "priva di difetti", e altri giudizi buoni solo per una recensione tecnica, quindi esattamente ciò che si contesta ai detrattori storici di Nizzi, ossia spaccare il capello in quattro per trovare eventuali difetti alla trama.
    Però tutti quanti concordano sul fatto che la storiellina, che si legge in meno di mezzora, non lascia emozioni, è piatta, arida, anonima.....
    ..... e vi pare poco?
    Non è certo un Tex che gioca al tiro al piattello con gli avversari (fateci caso, lo schema è SEMPRE quello: vignetta con uno dei pards che spara - vignetta con uno degli avversari che cade: tentativo di allungare il brodo? Mah...) a poter essere definito un buon Tex, o un "Tex in forma". Perchè? Semplice, la grandezza dell'eroe la fa la statura degli avversari, così come a calcio le grandi partite son quelle in cui giocano bene entrambi, vale a dire i 4-3 all'ultimo minuto, non i 5-0 (come, metaforicamente, è finita la gara di Tex e Carson contro avversari inebetiti: incommentabili Rockman e Hazel spauriti sotto a un tavolo).
    E poi Cervo Rosso, vogliamo parlarne? Due "compars(at)e" dal nulla, ESATTAMENTE in stile Taiga (lo ricordate? L'onnipresente capo pellerossa di "Fratello Bianco"), la prima a "salvare" (ma quando mai...???) Tex e Carson da Cheyennes che cadevano come birilli, la seconda utile per far parlare il prigioniero. Dejav?, insomma.
    Bene i disegni.
    Voto complessivo alla storia: 5, ma solo per far media col 6 della prima parte, almeno - pur nella povert? del soggetto - più variegata, quanto a situazioni e personaggi.

  18. Complimenti anche da parte mia, lavoro di gran qualità! Ad maiora! ;)Se posso dare un consiglio, essendo la rivista per veri appassionati, ridurrei la parte rievocativa delle avventure, ben conosciute dai veri aficionados (vedi recensione di "Patagonia"), e aumenterei lo spazio per interviste e curiosità.

  19. Grande don Fabio Esqueda a "rispolverare" la figura di Eusebio, personaggio a mio parere stratosferico se si considera il rapporto tra numero di apparizioni ed "impatto" sul lettore, nonchè uno dei "segreti silenziosi" del successo delle storie con il Morisco. Di lui si ricordano la fedelt? assoluta al Morisco; l'ospitalit? naturale ma discreta, mai ostentata, quasi da "maggiordomo" (il "Sangre de Toro" sempre a portata di mano ;) ); l'inclinazione al pessimismo - o sano realismo, che dir si voglia - che frena gli slanci di entusiasmo del suo padrone, uomo colto ma, a volte, troppo incline agli entusiasmi; l'ambiguit? nei confronti dei pards nelle storie riguardanti le lotte agli indios (di cui è discendente); il generoso eroismo dimostrato nell'impari lotta contro il Diablero. Un personaggio difficilissimo da catalogare in uno stereotipo, e proprio per questo interessante come pochi, nella saga di Tex.

  20. Questa storia è una riprova di come una sceneggiatura fresca, pulita e "sfrondata" (oserei dire essenziale) rendano gradevole un soggetto trito e ritrito, e piacevole la lettura. Non capisco, però, perchè far spifferare tutto ai pards sin dal principio, da parte di Ned; se le stesse rivelazioni fossero arrivate dal trapper incontrato nella foresta, la trama non ne avrebbe risentito (dopo l'agguato tra le rocce, i pards avrebbero potuto pensare a una reazione di Braden per il conto lasciato in sospeso nel saloon, e iniziare a pensare che sotto vi fosse qualcosa di più grosso), mentre avrebbe acquistato maggior rilevanza la comunque azzeccatissima figura del vecchietto solitario. Complessivamente, oltre la sufficienza.

  21. Continui incroci, intrecci, personaggi che nascono e subito scompaiono ( ma lasciano sempre qualcosa, e questo è il grandissimo pregio della sceneggiatura di Segura), Utes, carovane di speranzosi ( vittime che diventano carnefici - la scena mi ha ricordato il vecchio che si vendica di Alex in 'Arancia Meccanica' di Kubrick), sceriffi, Apaches filosofi ( il personaggio di Cane Custer è veramente bellissimo, straordinario ), vecchie sagge: c'è tutto.

    Sul fatto che i personaggi lasciano sempre qualcosa, mi trovi d'accordo, ma questo a prezzo di "macchiettizzarne" eccessivamente alcuni; prendiamo il brevissimo assalto dei bambini indiani: la pioniera subito si premura di riferire a Tex che il figlio è muto, dunque si scusa in anticipo se non gli parler?. Ma dico, siamo in salotto a fare conversazione? No, sotto un carro a difendersi da un nugolo di frecce....!!!Forse era meglio qualche "stacchetto" in meno e qualche approfondimento psicologico in più, così c'è un vero profluvio di personaggi appena abbozzati. Prendiamo Cane Custer: di lui si intuisce che è un apache un po' atipico, che veste come un bianco, parla molto e beve whisky, ed è abile a cercare tracce. Poteva essere un valido compagno di avventura di Tex limitatamente a questo, un po' brontolone e un po' "carsoneggiante"; ma poi: - abbandona gli abiti da bianco e segue Tex in tenuta ... da "pellerossa";- filosofeggia in libertà sulla limitatezza della razza indiana rispetto al progresso dei bianchi (e fin qui...);- assume il nome dello sterminatore degli indiani per eccellenza: e qui siamo al macchiettismo puro, un conto è avere una visione disincantata del ruolo degli indiani, un altro è assumere il nome di un comandante bianco che li odiava: e quindi: è un personaggio disincantato, scaltro, o addirittura ha rinnegato profondamente la sua razza? (... immaginarsi un israeliano che si fa chiamare Hitler, per esempio!) E se sè, per quali motivi? Cosa ci sarà nel suo passato?- soprattutto, è trascinato da Tex in un duello: ma di lui non si sa - n° si intuisce - che sia un pistolero, n° era stato ingaggiato e pagato per duellare; di fatto, Tex lo espone (e lui si espone) a un pericolo del tutto inopinato;- alla fine decide di farsi chiamare da Tex col suo vecchio nome indiano: ha già cambiato idea? Ha forse capito che il mondo dei bianchi non è tutto rose e fiori, ma è - anzi - odio e piombo caldo?Insomma, il personaggio che a molti è piaciuto proprio per la sua bonaria atipicit?, io personalmente l'ho trovato assolutamente improbabile e molto poco sviluppato; se avesse seguito Tex fino alla fine dell'avventura, e se ne fosse saputo di più di lui, poteva avere un senso, ma così..... :huh:
  22. A me non è piaciuta granch?. Storia acefala, fin troppo ricca di didascalie, a tratti eccessivamente violenta, si salva per un soggetto atipico (tanti mini-episodi che, a tratti, si evolvono) ma sconta, per questo, un eccesso di personaggi dalla psicologia improbabile (vedi per tutti Cane Custer: ma quando mai un apache ragiona così?). Tex tra alti a bassi, come in un rollercoaster: alterna "prodezze" balistiche a fughe improvvise, sconfitte nei corpo a corpo a gesti tutto sommato sgradevoli (come prendere a calci un bambino), viene salvato da un'anziana signora ma almeno ha l'attenuante di essere debilitato e della scorrettezza dell'avversario. Un personaggio che però rimane "random", non caratterizzato in maniera uniforme (un po' Aquila e un po' piccione, insomma). Assolutamente assurde ed anti-texiane alcune scene, come il fulmine che indirettamente manda k. o. Carson, la giornata passata a fissare il cane per farselo amico (ma quando mai...?!?!), il duello due contro quattro (schierati in fila, che nemmeno il Milan di Sacchi....), le decine di lupi affamati che si accontentano del cervo lanciato in mezzo a loro rinunciando all'attacco a Tex e ai coloni.... Per me siamo attorno al 6,5 ma solo perchè i continui cambi di scena rendono il lettore sempre curioso, un po' come a Natale quando si scarta un pacchetto dietro l'altro... però il regalo preferito, alla fine, non lo si trova (il vero Tex).

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.