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TWF - Tex Willer Forum

jack65

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Messaggi pubblicato da jack65

  1. Pallino: "un vero e orripilante albo"Ymalpas: "Ho letto da qualche parte che questo maxi supera persino il picco negativo rappresentato dall'altro maxi "Fort Sahara". E' maledettamente vero" :lol2::lol2::lol2::lol2: E' un quarto d'ora che mi sto sganasciando vedendo i commenti, qui e sull'altro forum.... :lol2::lol2::lol2::lol2: Ieri avevo addosso una tristezza incredibile, ora leggo questi e ripenso a me stesso....? da lunedì che facevo il conto alla rovescia.... :lol2::lol2::lol2::lol2: fra un po' esce il maxi, fra un po' esce il maxi, chissà che bella storia.... che coglione! :lol2::lol2::lol2::lol2: poi finalmente arriva sabato, vado in edicola, pago 6 euro e 30, mi metto a leggerlo, e dopo trecento pagine arriva HAMATSA.... AMMAZZA CHE CAZZATA! :lol2::lol2::lol2::lol2:

  2. Questo Maxi sembra composto da due storie separate, la prima che finisce grosso modo a pag. 113 e la seconda da qui fino alla fine. La storia sarebbe discreta, nonostante il buonismo un po' zuccheroso che la pervade, erede di quello dei trappers di Yellowstone, migliore del Color, col quale è strettamente imparentato, senza dubbio c'è molta più azione, ma c'è un grosso buco nero, espresso dalle parole di Tex a pag. 88, e mi voglio soffermare solo su questo, mentre ci sarebbe tanto altro da dire.

    ?? Lascia fare! Petrov se la sta cavando meglio di noi!?Già, Petrov e quasi tutti gli alleati di Tex se la cavano meglio di lui, nel senso che hanno quel guizzo, quel qualcosa in più che li fa notare e ricordare, chiamiamolo pure carisma, che a lui manca completamente. Nelle prime 100 pagine, ma anche dopo non è che le cose migliorino poi tanto, Tex è francamente imbarazzante, è un ombra, un morto che cammina, la sua presenza è molto vicina a quella di un'ameba. Nell'episodio della frase citata, il vecchio Petrov interviene deciso verso il capo dei Tlingit, si fa ascoltare, rispettare, e soprattutto riesce a imporsi dove Tex ha miseramente fallito, un Tex che riesce quasi solamente a balbettare di fronte all'autorit? di un Kowee che non lo ascolta e lo mette quasi sotto. Dov?? finito il carisma di Aquila della Notte con gli indiani? Posso sbagliare ma è la prima volta che non riesce quasi a farsi ascoltare, Petrov per autorevolezza gli è nettamente superiore. Il doppio duello, poi: invocato, guarda caso, dallo stesso Petrov, mica da lui, che accetta senza battere ciglio. Quando mai c'è stato bisogno di una doppia sfida per risolvere una questione con gli indiani? Tex si è sempre battuto in duelli singoli, non c'è mai stata un'altra coppia a duellare, era e doveva essere l'unico a sfidare un indiano per imporre il proprio carisma, vince, va bene, ma è una vittoria un po' ridotta, Petrov quasi lo offusca anche in questo. Viene da chiedersi anche a cosa serva la presenza dei due pards in tutta la prima parte, quella della riconciliazione tra i marinai e i Tlingit, visto che Gros Jean, Dawn, Petrov, Roscoe, e a quanto pare diverse fanciulle indiane hanno in mano tutti gli elementi per fare pace. Carson stesso nella prima parte guida spesso e volentieri i dialoghi e l'azione, mentre Tex sta in retroguardia, è passivo, come nel covo del capitano, dove è lui a guidare l'irruzione, quando Tex biascica spente e timide paroline, vuole solo parlare, è permesso?, mentre i marinai vogliono menare le mani. Lo stesso capitano Roscoe, pur roso 4000 volte al giorno dal rimorso, dimostra una certa autorevolezza che a Tex manca completamente. Dopo aver letto il primo terzo della storia, giuro che mi veniva da piangere. Un Tex mai decisivo, mai, uno dei tanti, che vince sè il duello, d' qualche cazzotto e spara, ma che ha sempre bisogno dell'aiuto di qualcuno per cavarsela, come la guida indiana per trovare il covo degli uomini lontra, e si fa superare da tanti a livello di carisma.?Patagonia? e ?Alaska?, sud e nord, eroismo epico e anonimato assoluto, eppure l'autore è lo stesso?Di certo non fa cavolate, non si fa fregare, ma quando tutti i personaggi che gli girano intorno sono più interessanti di lui, allora comincio davvero a preoccuparmi, a meno che non si pensi che Tex sia solo un risolutore di problemi, e allora va bene tutto. Parafrasando il vecchio detto ?Dio è morto?, in questo maxi allora ?Tex è morto?, al massimo quello che vediamo qui può chiamarsi ?Ted'. Non mi sono mai sentito così triste dopo aver letto un fumetto, sarà la pioggia?.
  3. dopo aver letto ieri un'intervista a Michele Medda che la pensa più o meno così: l'autore non deve intervenire nei forum, l'autore deve starne fuori

    Effettivamente non capir? mai perchè un autore debba intervenire nelle diatribe fra forumisti che commentano una (sua) storia. Per difendersi? E perchè un autore si dovrebbe difendere?Io posso scrivere tutti i giorni che le storie dell'autore X mi fanno tutte schifo e che ha pure la mamma maiala, se non mi buttano fuori prima, e X cosa dovrebbe fare, presentarmi un certificato di moralit??Ehi Beethoven, perchè hai messo questa nota qui, non vedi che è stonata?E te, Leonardo, perchè la Gioconda ha questo sorriso a culo?E mi dovrebbero rispondere? La differenza fra un autore (fumetti, musica, romanzi e altro) e un semplice forumista, in termini di capacità esclusivamente tecniche, è così enorme che tutte le diatribe, tutte le critiche di una sua storia, appropriate o meno, sono/dovrebbero essere il pollaio a esclusivo consumo dei lettori, e se fossi un autore mi guarderei bene dal cacciarmici dentro, non ho da difendermi n° da difendere nulla, parla il mio lavoro e basta. Se scendi nel pollaio puoi beccarti anche gli schizzi di merda, c'è poco da fare. Un autore deve quindi beccarsi tutti gli schizzi e stare zitto? Per me sè, ci guadagnerebbe tantissimo. Ci sono zone apposite dei forum dedicate alle domande agli autori, fuori dalla mischia, qui non ci vedo problemi a intervenire, ma nelle discussioni sulle storie, dove ci trovi tutto e il contrario di tutto, puoi scegliere di leggere o non leggere, di rispondere o non rispondere, e se scegli la seconda alternativa è inutile che ti arrabbi e fai l'offeso, non sei tenuto n° a difenderti n° a partecipare, nessuno ti obbliga. Per quanto riguarda Boselli, poi, e sono strasicuro di quello che dico, accetta le critiche che vuole lui e come le vuole lui, altrimenti ti dice che sei in malafede, prevenuto eccetera, se non di peggio, fa le bizze, pretende le scuse, si rompe le balle, si autobanna?.. ormai la storia si conosce, non c'è neanche da farci caso. Se si è rotto le balle non è certo colpa di quei ?tre o quattro gatti che miagolano le stesse cose trite e ritrite? (fra questi gatti mi ci metto anch?io). Il forum si è ridotto a questi 4 gatti? Mi sembra che ce ne siano almeno altri 10 che vadano in direzione opposta. A casa ne ho 5, magari chiedo anche a loro cosa ne pensano.
  4. Buona prima parte che sembra una sorta di prologo in vista della seconda. La storia infatti non è ancora entrata nel vivo, ed è questo che mi preoccupa: se si conclude nel secondo albo, la carne al fuoco è troppa e non so come verr? cucinata.

    Lily, il giudice, i 20mila dollari, i due banditi, e ora anche i Comanche?mi sembra un po' troppo per risolvere bene il tutto, alcuni finiranno necessariamente per essere delle semplici comparse. Alcuni punti mi sembrano abbastanza forzati, come l'evacuazione della città e il successivo ripopolamento, e l'impiccagione di Collins sembra essere stata recente, altrimenti il villaggio resterebbe spopolato per troppo tempo e la gente si rifarebbe una vita altrove, anzich? tornare. Poi non capisco bene perchè Moon serva a Morientes per la storia dei 20mila dollari, libera un prigioniero in Arizona che potrebbe anche non saperne niente, con tutti i rischi del caso, mentre potrebbe attaccare in Texas, al confine, molto più vicino alla sua base operativa e con meno rischi, e far sputare il nascondiglio, se c'è, direttamente al giudice. Da notare che qui Langtry è un piccolissimo villaggio, mentre all'epoca del primo incontro Carson la definiva quasi una metropoli, e che il giudice e i pards non sembravano all'epoca così intimi come ora. Aspettiamo la seconda parte.
  5. "ripetere le stesse cose" vuol dire passare dalle critiche alla singola storia, che vanno benissimo, alla (purtroppo) consueta diatriba tradizione-innovazione, Glb-Boselli etc per la quale ci sono discussioni apposite con caterve di messaggi. Per questo ora come ora m'interessa di più la singola storia o un voto attuale alla serie. Che fra parentesi, fra il 6 stiracchiato tuo e il 6+ mio, c'è pochissima differenza. Mi piacerebbe sapere il voto degli entusiasti (si possono chiamare così, no?). abbiamo così i CRITICONI e gli ENTUSIASTI, e mi sembra una bella partenza, forse si possono aggregare altri gruppi, PISTOLERI, SPACCALEGNA, e così via. Certo che la spaccatura mi sembra piuttosto netta....

  6. Ma se Tex "l'? semper lu" allora come si spiega che è "depotenziato ed è una brutta copia dell'originale" ( come penso io ) è Mah... e ancora mah.... doubt

    1 - non ho detto che è una brutta copia dell'originale, ma che, pur depotenziato, il Tex attuale mi sembra sempre Tex, lo riconosco come tale, nonostante tutto ci rivedo delle caratteristiche che mi sembrano sostanziali. Non l'ho riconosciuto "solo" nelle figure che faceva nell'ultima produzione nizziana. 2 - ma davvero leggi il Giornale? :shock: Mica per nulla, io non ne leggo nessuno, ma il direttore Mortesecca-Teschio mi è veramente odioso.3 - qualcuno mi sa dire cos'è 'sta storia del codaconsè4 - invece di stare a ripetere (quasi) sempre le stesse cose, come qualcuno ha giustamente ripetuto, che voto dareste voi alla attuale serie regolare?Negli ultimi 2-3 anni gli davo 6,5. Non è insufficiente, ma oltre la soglia della sufficienza c'è la soglia della soddisfazione, che mi sembra molto più importante, che per me è il 7. Quindi non sono soddisfatto dell'andamento generale, anzi, questo 2013, grazie soprattutto alle storie di Faraci, mi abbassa ancora di più la valutazione attuale, diciamo verso il 6+ (6,25).
  7. Dico due parole anch'io, prendendo spunto da questa storia. Sono (stranamente) d'accordo con tutto quello che dice ymalpas sulla prima parte. Io non ho mai fatto distinzioni fra storie ?di Tex? o ?con Tex?, come fa qualcuno, ma anche se le dovessi fare, qui Tex è lui al 1000%. Anche sul discorso del LINGUAGGIO non ho niente da dire, anzi, mi sono divertito davvero a ritrovare quell'ironia pungente che si vede sempre più di rado, mi ha ricordato i vecchi tempi, e non ho trovato nessuna pesantezza nei dialoghi. Il problema, su tante, troppe altre storie, è la PESANTEZZA del linguaggio. ?Lo sciamano bianco? è un mattone 3000 volte più pesante di questa, flashback a parte, e purtroppo anche altre storie lo sono. Mi sembra che mentre in passato i dialoghi o 1 - erano funzionali all'azione, o 2 è servivano alla convivialit? fra pards, o 3 è esprimevano l'eloquenza texiana di fronte agli indiani, e di quest'ultima, addio, ora consistono soprattutto in SPIEGAZIONI, quello che si farà, come si farà, cose così, di cui spesso si potrebbe anche fare a meno, se non proprio LEZIONI che Tex impartisce. Va da sè, anche se non è il caso di questa storia, che l'IRONIA si è un po', un po' tanto, forse, persa per strada. Se poi ci si mette anche Tex, come nella seconda parte, a fare cose che non aveva mai fatto, e che secondo me contraddicono lo spirito del personaggio buonanotte, ma non mi sembra che succeda spesso. I NEMICI dovrebbero essere non dico sempre fenomenali, ma almeno evitare spaccalegna vari. Le DONNE ci vorrebbero, se hanno un loro rilievo, altrimenti se ne può anche fare a meno. La Billie Banyon che nel primo sembra essere determinante e nel secondo albo quasi sta di contorno è un peccato. E poi 'ste poche donne, qualche volta devono MORIRE, e che cavolo, mica saranno immortali. Io sono un fautore della PSICOLOGIA su Tex, sè, mi piace(rebbe) da morire su qualche personaggio, ma se finisce per essere la redenzione improvvisa di un bandito meglio lasciare stare. Da questo punto di vista vorrei veramente un Tex diverso da quello di GLB, più sfaccettato, più caratterizzato psicologicamente, ma rimarr? sempre una mia chimera. Noto anche con dispiacere che sempre più spesso le storie calano, o si perdono, a distanza, forse per il vincolo dei due albi secchi, e questa storia me ne sembra un esempio, e ti lasciano una sensazione d'incompiutezza, come di un qualcosa che avrebbe potuto essere grande, se non grandissima, ma che per qualche motivo è un'occasione mancata. Concludo dicendo che, pur diverso dal passato, per me per ora Tex è sempre lui, le sue storie non le vedo proprio come quelle di un Ken Parker o di una Storia del West, anzi, magari ce ne fosse qualcuna veramente alla Ken Parker, io sarei contentissimo. Resta il fatto che il Tex attuale è un Tex depotenziato di diverse caratteristiche, non mi azzardo a dire che è una brutta copia dell'originale, ma a forza di togliere cosa rimarr??

  8. Oltre il linguaggio texiano, per il quale, come ho già detto, si puo' recitare il "de profundis",

    mah, in questa storia invece ho trovato, per esempio nella scena del mancato duello nel primo albo delle belle battute di Tex, ironico e tagliente come di rado è negli ultimi tempi, sfotte gli avversari rimanendo sempre sorridente, e mi è piaciuto parecchio. Magari il "de profundis" lo intonerei per "Lo sciamano bianco", che di palle al piede ha anche questa.
  9. Il secondo albo mantiene il livello del primo per almeno una buona metà, quindi per 3/4 abbiamo un'ottima storia.

    L'arrivo dei pistoleri di Favor accresce la tensione e il livello drammatico della vicenda, già molto alto dopo l'omicidio di Porter e Banyon, la ripassata allo sceriffo, la sfida mancata col giovane Damon e l'arrivo di Billie, e il primo impatto con la banda, inseguimento di Beth e successiva sparatoria, accrescono ulteriormente il livello dell'azione. Tutti gli scontri sono resi molto bene, sono spettacolari e, cosa che non fa mai male, i nostri sono impegnati duramente dagli avversari. Favor spiega il suo piano di azione, sappiamo cosa ci aspetta, e fin qui nulla da dire. Cominciano ora una serie di scelte che mi lasciano perplesso, alcune trascurabili, altre più importanti, che riguardano quasi sempre il comportamento di Tex. La finta impiccagione per far parlare il bandito catturato è meno efficace, secondo me, di un sonoro pestaggio. Il bandito sa, giustamente, che Tex non impicca, non lincia nessuno, non si riduce a questo, quindi la minaccia è a vanvera, perchè parlare? Con qualche livido in più e qualche dente in meno, invece, la faccenda è più credibile. Ma questo, in fondo, è un dettaglio. Tex trascura completamente vedova e figlio dell'allevatore: eppure, se davvero voleva mettere su un processo contro Jared Damon, avrebbe dovuto pensare un po' agli unici testimoni di quell'omicidio, che sono costantemente in pericolo, pistoleri o meno. Forse non ne aveva il tempo, e anche questo è un dettaglio. Non è un dettaglio, invece, che due presunti professionisti, chiamati ad eseguire il proprio lavoro eliminando una donna e un bambino, cosa elementare per loro, passino un'oretta di sano allenamento sportivo spaccando legna, tanto che si fanno raggiungere, fregare e freddare da Tex e Kit, scena molto spettacolare, fra l'altro, mi piace quando Tex spara muovendosi e tuffandosi. Con dei professionisti così in gamba, i Damon avevano in pugno la vittoria. Comincia lo scontro a Tombstone, arriva Tex, e dice a Jared in gabbia che non sarebbe stato possibile nessun accordo, anzi, oltre a lui anche il padre avrebbe dovuto pagare per i suoi crimini. Scripta manent, ricordiamocelo. A qualcuno aveva dato fastidio la pacca sul culo di Carson e il cazzottino di Kit, il mese scorso: a nessuno d' fastidio Tex che dice a Kit di puntare la pistola su Jared' Sono questi i metodi di Tex? Non è una finta minaccia, parla proprio sul serio, gli farebbe sparare davvero, e lo dice anche dopo. Non mi interessa che una cosa simile sia magari stata fatta in passato, non mi sembra un comportamento da Tex. Scripta non manent. Nel successivo scambio di battute con Charles Damon, ecco proporgli un accordo, e che accordo: processo al figlio in cambio dell'impunit?, per lui e per tutti i pistoleri, anzi, pagali pure, magari ti offro anche una cena. Cosa sarà successo nel frattempo per un voltafaccia simile, non è dato sapere. Paura? Sembra di no, e vorrei vedere, ma dopo qualche altro colpo ecco un secondo scambio in cui Tex conferma che avrebbe ordinato di sparare al figlio, se gli avversari fossero arrivati alla porta. Questi comportamenti non mi piacciono per niente, altro che pacca sul culo, semplicemente non ci riconosco Tex, e questo mi sembra molto più grave. Sarebbe stato molto più interessante, e secondo me, coerente con la storia del personaggio, se Tex avesse fatto al vecchio questa finta minaccia, e che quest?ultimo, vista la sua fama, visto che come Tex non lincia nessuno, allo stesso modo non spara o d' l'ordine di sparare a un prigioniero, non avesse abboccato e avesse dato il via all'assalto finale. Invece il vecchio Damon ci crede, e a ragione, a quanto sembra, e si ritira per lasciare spazio al pistolero, nella sparatoria finale molto bella e spettacolare in cui anche Jared ci rimette la pelle. Il finale sa un po' troppo di ?La sconfitta?, giusto che il vecchio si ammazzi, avrei preferito con una pallottola in testa. Da notare, a pag. 102, quando Carson pensa di sparare a sangue freddo a Favor, Tex che dice ?non è da te?. Verrebbe da replicare ?da che pulpito viene la predica?. Disegni molto belli, dall'inizio alla fine. Come valutare questa storia? Fino a 3/4 niente da dire, molto bella, sono più che perplesso sulla parte finale, un voto non saprei darlo, per ora.
  10. Onestamente non mi è piaciuto gran che, sufficiente ma nulla di più.

    Le premesse erano ottime, la parte più interessante della storia mi è sembrato infatti il lungo flashback su Harper, soprattutto la presenza della vecchia amica di Tex, che aggiunge un tassello alla sua giovinezza: magari qualcuno avrà da ridire su questo, ma queste cose mi piacciono, se non sconvolgono di brutto quanto già sappiamo, consolidato dalla lunga tradizione. Purtroppo fin dall'inizio abbiamo la presenza di Bamboccio Pallalpiede, personaggio che mi risulta insopportabile dall'inizio alla fine, degno delle migliori storie caricaturali di Nizzi, e lo svolgimento della storia è molto centrato su di lui, su quello che si può o non si può fare con questo qui che si attacca continuamente ai coglioni. I dialoghi non contribuiscono molto alla riuscita, li trovo legnosi e appesantiscono la lettura. E? anche strano vedere come, quasi di punto in bianco, siano alcuni Snake piuttosto fanatici ad essere affabulati da Tex, con un cambiamento di fronte piuttosto sorprendente. Tanto più che viene anche salvato dal capo: ora, da alcune affermazioni sparse qua e l' sembra che quest?ultimo non sia completamente d'accordo con le idee dello sciamano, ma questa possibile dialettica interna alla tribù manca del tutto, sembrano tutti dei fanatici per poi, almeno una fazione, saltare il fosso all'improvviso. Non che non lo potessero fare, ma in questo modo la cosa mi appare forzata, visto che allo sciamano non viene neanche rimproverato l'accumulo dell'oro nella caverna. Quanto al duello finale, non mi ricordo un Tex così preso dalla frenesia del combattimento, che cerca così insistentemente l'avversario, non è successo neanche con Brennan e Teller di farsi prendere dalle emozioni, va bene l'odio, la vendetta, la sete di giustizia, come dice lui stesso, ma generalmente ha sempre mantenuto un controllo sulle sue reazioni, che qui sembra venire meno. Infine lo sciamano bianco: all'inizio, grazie al flashback ?buca lo schermo?, mi ha fatto una grande impressione, almeno così l'ho sentito, poi perde un po' quest?alone carismatico e misterioso, quest?aria alla Goldeneye che lo avrebbe reso ancora più interessante. Disegni bellissimi come sempre, ma non è una novità. C'era una volta il wampum. Un tempo si era costruita una vera mitologia su questa fascia che, esibita magari col costume tribale, permetteva a Tex di essere accolto dai capi indiani, anche nemici, nel loro campo e di farlo parlare da pari a pari con i notabili della tribù: c'era la grande fratellanza che raggruppava capi e uomini della medicina, una sorta di campo neutro dove Aquila della Notta esibiva la sua eloquenza usando metafore e similitudini care agli indiani e sapeva essere veramente convincente, usando l'arma indolore della persuasione. Ultimamente mi sa che lo wampum non serva più a nulla, se ne è persa ogni traccia, non che lo si dovesse usare in questa storia, ma di fronte a un Tex che ha bisogno di tre misere parolette per convincere dei quasi fanatici mi vengono in mente quei grandi discorsi di un tempo e mi rendo conto di quanta acqua sia passata sotto i ponti.
  11. 3) l'uso del nome e cognome: Tex Willer e Kit Carson. Qualche volta ci sta ma leggerlo ogni volta, da un "cattivone" o dal primo che passa per la main Street, diventa stucchevole. Non suona meglio un semplice: "Willer, dannato serpente!" oppure "senor Willer..."? Mah.... doubt

    l'ho notato anch'io, non solo per i pards ma per quasi tutti i personaggi presenti: l'uno si rivolge all'altro chiamandolo con nome e cognome, il che mi sembra parecchio innaturale, specialmente se questi si conoscevano da tempo
  12. Davvero una gran bella storia, di solito non mi sbilancio mai dopo la prima parte ma stavolta ne vale la pena. Ogni cosa si incastra al punto giusto, come trama la storia è abbastanza semplice ma non per questo meno efficace, anzi. In certi momenti si (ri)vede il Tex ironico che sfotte l'avversario, cosa che mi ha fatto sempre godere fin da bambino, con un bel linguaggio tagliente, e un Carson dongiovanni come non lo si vedeva da tempo.

    Spero che nessuno abbia nulla da ridire quando allunga la mano sulla cuoca. Molto ben fatta la trovata delle due donne, soprattutto Billie, e anche gli avversari sono ben delineati, come ricca di tensione è la sfida verbale sulla main street. Aspetto la seconda parte per dire qualcosa di più, e spero non ci siano cali di tensione oppure l'ennesimo bandito redento. Unici appunti: magari Jared all'inizio avrebbe dovuto far fuori anche moglie e figlio, ma anche così ci sta, e Kit che col costume indiano sembra un quindicenne, ma non voglio insistere più di tanto su questi dettagli.
  13. Storia che dopo un inizio straordinario cala alla distanza per la troppa carne al fuoco e per alcune soluzioni narrative che lasciano perplessi.

    Le prime 50 pagine sono eccezionali: l'assalto al trading post è veramente notevole, con Tiger in evidenza, e anche l'attacco alla carovana dei trafficanti si mantiene sullo stesso livello. Fa un enorme piacere vedere Tex e Carson che si danno una mano a vicenda, una volta tanto è il cavallo del primo ad essere abbattuto. Si delineano così, anche nelle pagine successive, gli elementi che vanno a costituire la storia: gli indiani, i pionieri, i trafficanti, i banditi. Fino a pag. 70 storia da 9 pieno. Successivamente se ne aggiunge un altro, i coniugi Wilkins alla ricerca del figlio. Fin dall'inizio questo filone non mi è andato a genio, troppo spazio dedicato ai due babbioni, a scapito di altri personaggi e sottotrame che meritavano qualcosa in più. La carne al fuoco era già tanta, questi due finiscono per rubare spazio e insinuare una trama che tende ad andare sul lacrimevole, contrastando le altre. Si può benissimo imbastire una storia sulla ricerca di un figlio rapito, in questo contesto non mi è piaciuto per niente. La loro entrata in scena coincide con la scomparsa di Bart, che secondo me avrebbe fatto scintille come prigioniero dei pionieri, prosegue con una seconda sparatoria, fatta molto bene, fino all'errato riconoscimento del figlio, e meno male che non lo ritrovano, e finisce con la mancata morte della babbiona?. e ti pareva, con la vicenda che confluisce in quella relativa agli indiani. Insomma, non ho gradito, troppo spazio, e il solito buonismo. Gli indiani, per esempio, avrebbero meritato qualche approfondimento in più. E? vero che ci sono sempre, ma sono presentati come soldatini all'attacco, e in più viene ribadito più volte che non sanno sparare, mentre gli altri, compresi pionieri e babbo Wilkins, sembrano tiratori scelti. Il capo, Corvo Rosso, entra in scena tardi, mentre sarebbe stato interessante vederlo organizzare gli attacchi, magari insieme ai due trafficanti presenti al campo. Molto efficace, invece, e condivisibile, il suo voltafaccia nei confronti di Lockhart. Gli altri indiani che vediamo in dettaglio sono Vento Veloce e soprattutto Alce Grigio, l'indiano-bianco, prigionieri dei pionieri. Quest?ultimo ha una parte abbastanza importante, è scambiato per il figlio degli Wilkins, ma non si capisce come mai prima cerchi di accoltellare la signora, mentre alla fine addirittura la salva, dimostrando anche un certo affetto per lei: da indiano-bianco a indiano-bianco-buonino?e ti pareva. Stesso discorso per i pionieri, avrebbero meritato qualche attenzione in più. Abbastanza bene il capo e la guida, ma niente sulla famiglia Miller, o sui Mobley, pochissimo sul dottore, chissà quali operazioni aveva effettuato?voleva forse creare Frankenstein° Per il resto sono tutte comparse anonime. Per quanto riguarda i trafficanti, due su tre rimangono quasi anonimi, si potevano magari far vedere al campo ad organizzare gli attacchi insieme a Corvo Rosso, mentre è in grandissima evidenza Lockhart. Molto interessante l'espediente usato per unirsi alla carovana, convincente anche il suo tentativo di unirsi ai banditi per scappare dagli indiani. Una volta raggiunto lo scopo, avrebbe potuto benissimo liberarsi di loro, per sicurezza, tanto non gli servivano più a nulla, un'ingenuità pagata a carissimo prezzo. I banditi: presentato benissimo Roberts, che sembra veramente un pioniere, Benteen rimane fin dall'inizio il sospettato numero uno, ma Willy? Chi è questo? Se lui è un bandito, io sono Al Capone. Arriva così, all'improvviso, spaesato, sembra fuori ruolo: anche per questo, visto anche l'interesse di Roberts per la vedova, la famiglia Miller avrebbe meritato spazio. Convince l'alleanza provvisoria con Lockhart, ma una volta usciti dal campo avrebbero dovuto far subito fuori i trafficanti e scappare col bottino: invece no, aspettano di arrivare al campo, correndo il rischio di essere eliminati, agiscono in seguito, e cosa fa poi Robertsè Corre ad aiutare Tex: eccolo gettare finalmente la maschera, è proprio lui, non manca quasi mani, il bandito-buonino?e ti pareva. Addirittura ci dice che lui e i suoi non hanno mai ammazzato nessuno, per carit?, magari hanno fatto anche beneficienza per gli orfanelli di Omaha?insomma, questi finti banditi che poi sono buoni come il pane non mi convincono per nulla, e per la storia è un vero peccato. Resta da parlare di Tex e company. Il quartetto è in splendida forma, fronteggiano gli indiani come si deve, tutte le sparatorie sono notevoli, ben organizzate e spettacolari. L'azione contro gli indiani mette un po' fra parentesi le indagini per scoprire trafficanti e banditi, ma poco male. Mi rendono un po' perplesso certe soluzioni usate per concludere la storia. Prima fra tutte l'individuazione delle armi nel campo indiano e la loro distruzione. Entrambe sono dovute parecchio alla fortuna, perchè Roberts le vede, anzi, le intuisce, quasi per caso, e l'espediente delle frecce funziona solo perchè l'indiano casca dentro la tenda, magari bastava solo la bravura di Tex e Tiger, senza scomodare la fortuna. Avrei preferito comunque una soluzione diversa, tipo un incendio in più punti della prateria, che avrebbe permesso tutte e due le cose, magari con l'uso delle frecce. Seconda cosa, il finale vero e proprio, con gli indiani che, recuperati i cavalli alla velocit? della luce, si muovono in massa stando alle calcagna di Tex per recuperare Alce Grigio e comunicare che si ritirano e che non attaccheranno più. Non ci trovo molto senso, ma forse c'è e non lo capisco. Da notare che di tre possibili rese dei conti, Corvo Rosso, Roberts, Lockhart, è stato scelto di non utilizzare questo espediente. In conclusione, la storia, pur con i limiti di cui sopra, è molto valida, sostenuta da disegni non eccezionali ma di buonissimo livello, per me si aggira fra 7+ e 7,5. Avrei dato molto di più, ma mi sembra si sia capito che le soluzioni buoniste, più o meno zuccherose, in contesti come questo non sono di mio gradimento.
  14. se la gestione di un personaggio e della serie che lo riguarda fanno parte della politica editoriale di una casa editrice, allora vorrei veramente infamare la SBE e mettere diverse persone al muro per l'enorme puttanaio fatto su Nathan Never. Altamente professionale, ma sempre di puttanaio si tratta. Moltiplicare di inutili collane parallele e ridicolizzare la serie regolare, nonchè un personaggio, forse per acchiappare nuovi giovani lettori, hanno compiuto l'opera. Di solito non faccio mai discorsi sul rispetto verso i lettori e roba simile, ma in questo caso mi sono veramente sentito preso per i fondelli, e viene meno il mio, di rispetto, e se qualcuno si offende pazienza. Però è sempre valido il ritornello "se non ti piace non comprarlo più". Infatti...

  15. Piacevolmente sorpreso da questa seconda parte, nel senso che mi aspettavo un calo alla distanza, invece la storia si dimostra nel suo complesso più che accettabile. Intendiamoci, siamo forse sul 6,5 e non di più, niente di eccezionale ma almeno leggibile.

    Mentre nella prima parte il soggetto teneva vivo l'interesse e la sceneggiatura presentava diversi svarioni, al contrario in questa seconda parte è la sceneggiatura a non presentare sbavature, mentre l'interesse cala decisamente, anzi, l'albo mi risulta addirittura in parte noioso per la sua prevedibilit?. Tutto infatti si risolve nella liberazione degli Utes da parte di Tex, senza un avversario degno di questo nome, senza resa dei conti. E? anzi troppo facile penetrare nel campo dei militari e addirittura rapire il colonnello. Comunque qui Tex è Tex, non fa cavolate piccole o grandi come nella prima parte, la storia scorre fluida, anche se scontata. Non ho visto n° il ?vero? Tex n° dialoghi particolarmente ?texiani?, ho visto un Nizzi decente, migliore delle ultime prove al limite del pubblicabile, che va sul sicuro aggiustando il tiro in corsa. Insomma, un commiato con l'onore delle armi: se le ultime di Faraci erano sonno profondo, questa è una dormitina salutare. Ringraziamo l'autore per quello che ha dato e ha fatto per la testata e il personaggio, soprattutto nel passato più o meno remoto, e senza rimpianti guardiamo al futuro. Sia chiaro, non sono queste le storie che mi rimangono impresse, la sufficienza non è la soddisfazione, non vedo Tex molto in forma ultimamente, soprattutto nella serie regolare, e lo leggo con un certo distacco. Sul futuro non sono particolarmente ottimista, chi vivr? vedrà. Dimenticavo: la storia è sostenuta dai disegni, molto belli in questa seconda parte, eccetto alcuni primi piani di Tex, che la valorizzano di parecchio.
  16. Storia che per il momento desta un interesse superiore alle ultime due di Faraci, e qui sta il suo pregio, anche se è condita da castronerie piuttosto evidenti. L'idea base è buona, sembra una variante fumettistica di

    Sand Creek (Colorado, le truppe di volontari, il colonnello in pensione, l'inverno, la neve, l'accampamento indiano attaccato all'alba) e tutto sommato mantiene una buona tensione per tutta questa prima parte. Peccato che nei singoli episodi faccia spesso acqua da tutte le parti, tanto che bisognerebbe scordarsi di ?L'oro dei monti San Juan° e pensare piuttosto a ?Tex, il deficiente?. Rileggendola infatti da questo punto di vista, mostra una vena comica irresistibile. Sul salvataggio dei minatori niente da dire, potrebbero essere scortati dai pards ma lasciamo fare. Si sa subito tutto, grazie sia ai minatori sia al dottore nell'accampamento, non ci sono segreti da scoprire sugli uomini che compongono il ring, 3 su 4 sono subito noti, ma poco male, questo non è un difetto. Dispiace, e non poco, trovare nella successiva sparatoria coi banditi questo ?troppi per affrontarli?, non perchè Tex e Carson battano in ritirata, ma perchè si vede che è una specialit? della casa, ricorda troppo da vicino il ?troppi per noi? visto in ?Fort Sahara?, mi pare, non ne sono sicuro al 100%. Il salvataggio da parte dei giovani Utes è un po' forzato, ma potrebbe tutto sommato anche starci. I problemi grossi cominciano subito dopo. Tex va a Denver e, cosa che scopriamo dopo, già conosce lo sceriffo che sa tutto e anche di più, e invece di incontrarlo per primo va invece al bar, dove, ovviamente, tutti parlano di tutto e sanno tutto, e poi va dal banchiere. Sembrano due scene messe l' apposta, una per sostituire lo spione di turno, una per dare una ripassata al pezzo grosso facendo godere i lettori, ma inutili e superflue. Lo sbatacchiamento del banchiere è una comica: Tex sa praticamente tutto, ma insiste più volte nel volere i nomi. Ma che sei de? coccioè Li conosci già e vuoi che te li dica lui? A che ti serve? Boh!Anche l'arrivo dello sceriffo è una comica, col finto arresto, anche lui ovviamente sa già tutto, nomi cognomi e indirizzi, e lo ripete per l'ennesima volta, ma soprattutto aggiungendo l'unico fatto veramente segreto, la spedizione militare già partita, che Tex avrebbe dovuto scoprire da solo, invece che, guarda caso, grazie ad un giornalista ?pentito?: ma guarda un po', che culo!Segue l'agguato, Tex dovrebbe scoprire l'ovvio mandante a suon di cazzotti, dai, così puoi sbatterlo subito dentro, e invece no, ha fretta, deve correre subito dagli Utes a fermare i militari. Mah!Ed ha veramente una gran fretta: vuole andare prima al forte per sentire notizie dai militari regolari, ma perchè, chi se ne frega, e soprattutto ha talmente fretta di giungere al campo ute prima dell'attacco da seguire il suggerimento di Carson di dormire un po'! bravo Tex, sei un vero deficiente. Anche la scena al forte è assolutamente inutile: volete un altro sbatacchiamento gratuito? eccolo. Sorvoliamo sul fatto che non dico avrebbe dovuto legare il comandante, ma almeno non gli avrebbe dovuto lasciare la pistola. Spero che i militari facciano un massacro, almeno Tex decider? di svegliarsi e darsi una mossa. Un soggetto molto più interessante di certe ultime storie ridimensionato da strafalcioni evidenti e scene inutili. Vedremo se l'autore riuscir? nel prossimo albo a rovinare definitivamente la storia. Disegni interessanti, tranne troppi primi piani, di Tex e di alcuni banditi, che sembrano a volte quasi caricaturali.
  17. Meritocrazia e buonismo

    Perchè la signorina Sarah si ?meritava? di morire?Se lo meritava da un punto di vista giuridico, magari dopo processo? CHI SE NE FREGA, 99 su 100 no, penso, ma non significa nulla. Però, per la drammaticit? della storia si meritava che fosse impiccata, questa avrebbe fatto un ulteriore salto di qualità. Però, secondo la legge di Lynch, che esisteva e qui la vediamo applicata, se lo meritava eccome. E se una donna impiccata ?su Tex? (e non ?da Tex?) davvero non si è mai vista, chi se ne frega, c'è sempre una prima volta e non darebbe scandalo a nessuno, alla faccia di questi paletti dei ?sacri canoni? e della ?tradizione? da rispettare che spesso non valgono un fico secco e che esistono più che altro nelle teste dei lettori, degli autori e degli editori. E qui si sfocia nel secondo termine, il buonismo. Non mi si venga a dire che in questa storia e nella scorsa ci sono tanti morti ammazzati e persino impiccati, che vuol dire?Il buonismo, per come lo intendo io, è una risoluzione dei conflitti e/o delle situazioni che evita la via violenta o drammatica e sceglie invece la bontà dei personaggi come momento ultimo della risoluzione, o li salva miracolosamente con espedienti al limite dell'incredibile. In una storia ci possono essere 500 morti ammazzati e anche, per alcune situazioni, momenti di buonismo più o meno eclatanti. E? proprio il caso della storia precedente, dove Tex fa fuori banditi in quantit? industriale, ma non si sa come i suoi due alleati scampano miracolosamente alla dinamite. Se non volete chiamarlo ?buonismo? chiamatelo come vi pare, ma il fatto rimane. Nel recentissimo almanacco i banditi buonini, senza un'adeguata spiegazione e/o preparazione mi sembrano un altro esempio che calza a pennello. In questa storia il personaggio di Sarah è presentato in chiaroscuro, non è una santa ma neanche una criminale incallita, e allora così? che non mi va? Non mi va che le si siano fornite delle giustificazioni, del tipo che avrebbe sposato il marito senza sapere che razza di tipo fosse, o che lui fosse cambiato dopo il matrimonio; non mi va che non ci sia nessun possibile travaglio interiore che la porti magari addirittura a saltare il fosso e a passare dalla parte della legge quando ha l'opportunità di conoscere Kit, fesso ma buono; non mi va che, non avendo saltato il fosso e rimanendo col marito fino alla fine, le venga prospettata una pena lieve e annacquata, soprattutto senza beccarsi nessun rimprovero da Tex e soprattutto da Kit, che nel finale è quasi ancora più fesso di quanto non lo sia stato prima. Insomma, vanno bene i personaggi ?grigià, ma bisogna vederli evolvere nella loro ambiguit?. Da questo punto di vista molto, ma molto meglio Starker, che aveva altri difetti. Sono tre episodi in fila che mi stuccano notevolmente, tre momenti buonisti che proprio non mi vanno già. Difficile dire ?storia buonista? a una di queste tre, non l'ho detto io anche se mi si è attribuito, non sono buoniste in toto, la sola storia interamente e stucchevolmente buonista, per non dire peggio, per me è quella di Yellowstone.
  18. povera, piccola Sarah.... pucci pucci.... sei stata

    irretita da quel brutalone..... che begli occhi che hai.... se li mostri ai giudici ti danno pure il premio di Miss America.... in fondo aiutavi gl'indiani.... in fondo.... hai salvato più volte il fessacchiotto che sbavava per te.... il brutalone ti ha costretta, vero? ad essere sua complice... in fondo mica hai ammazzato nessuno.... e poi le donne su Tex non s'impiccano... no.... neanche si trombano... no... per carit?.... non si è mai fatto e non potr?/dovr? mai fare, è un postulato inossidabile.... no... questo non è buonismo....? che sono semplicemente stronzo.... giustizialista..... sono pateticamente disinformato... tanto da voler vedere una donna impiccata.... questo non si fa e neanche si pensa.... meglio finire tutto a tarallucci e vino.... lei è quasi incolpevole....viva Sarah... Palin.....
  19. prima di commentare la storia e sempre a proposito di buonismo, vorrei sapere perchè

    la signora Sarah Curtiss non muore impiccata, perchè non crepa come si sarebbe meritato. e in generale vorrei sapere perchè ultimamente su Tex chi deve o dovrebbe morire si salva sempre per il rotto della cuffia in modo più o meno incredibile. Come nella passata storia i due alleati di Tex sopravvivono alla dinamite, ora, in modo meno clamoroso, si salva la gentil donzella prospettandole pochi anni, forse mesi, di galera grazie ai suoi occhioni. E' un problema far morire impiccata una donna? Oppure le mamme dei genitori insorgerebbero con pesanti ripercussioni sulle vendite?Come mai ultimamente le comparse muoiono a bizzeffe mentre i personaggi che contano qualcosa nel bene e nel male si salvano sempre?Gentile omaggio al politicamente corretto? Proteste delle femministe?Per piacere basta, non se ne può più... Sarah, la ninfomane di Green City, doveva morire, punto e basta.
  20. Il buon Jack deve avere i miei medesimi "buchi" culturali in fatto di libri, fumetti e cinematografia.........vorr? dire che faremo i corsi di recupero serali assieme! ;)

    No, guarda che ho risposto a Virgin. A lui la storia è piaciuta. Leggi il quote.-In ogni caso,? vero... Se non conoscete I magnifici sette, Three Godfathers, L'ultima conquista... avete davvero delle gravi lacune. :indianovestito:
    non solo non li conosco, ma non me ne frega nulla di conoscerli, mi basta conoscere i miei gusti. se per leggere una storia o guardare un film ci fosse bisogno di conoscere tutta la filmografia e la letteratura del genere, allora starebbero tutti a casa e parlerebbero solo gli esperti, il che a volte non sarebbe neanche male. Quando la d'Eusanio faceva quel programma di merda su Rai2, lei si giustific? dicendo d'ispirarsi a Nietzsche, scuola di Francoforte, Marx e compagnia, ma resta il fatto che era lo stesso un programma di merda. A me il troppo buonismo non piace, se ci sono migliaia di film o di libri in cui compare non m'interessa, e poi va visto caso per caso. La redenzione dell'Innominato è una cosa, il bandito che salva la babbiona mi sembra diverso. Detto questo, mica ho detto che la storia è brutta e non mi piace....
  21. La storia non sarebbe neanche malaccio, se non fosse per l'estremo buonismo con cui sono dipinti i banditi.

    Rapinatori, pure assassini, tutt'a un tratto diventano ansiosi di difendere villaggio e fanciulle, più o meno giovani. Il buon Ozzy mi sembra Lupo de Lupis, il Lupo Buonino, quando va a salvare la vecchia babbiona buttandosi dal primo piano mi ha fatto veramente ridere.... troooppo scarso. Anche l'assoluzione finale di Tex per il bandito superstite non mi sfagiola tanto, gli unici che ci rimettono sono i due fessi all'inizio che volevano lasciare la banda: ottima scelta. Anonimi gli indiani, per il resto ci si può anche divertire. Sufficienza. E ancora una volta marchio MG
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