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TWF - Tex Willer Forum

jack65

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Messaggi pubblicato da jack65

  1. @ paco: vai, dimmi qualche fumetto, magari ci provo davvero.@ sam: se ristampassero MV magari lo comprerei anche. Non mi è mai piaciuta la parte magico-horrorifica della serie, per questo ne sono rimasto lontano. Mi sono riletto la saga delle Black Hills perchè avevo in mente di scrivere qualcosa su Little big Horn a fumetti, e per conoscere un po' la serie ho comprato qualcosa, anche se poco, che non avesse a che fare con quel filone, e quasi tutti sono molto belli, c'è un modo di raccontare che in generale mi piace, e qualcosina di questo vorrei su Tex. Che ho ricominciato a leggere dopo 20 anni da Athabaska Lake.@ josey: toni? critiche radicali? Forse mischi quello che ho scritto su Nathan Never per anni. Per ora sono un agnellino, e non dico che storie e personaggio fanno schifo, come di l', ma che le storie non sono male, solo che da qualche mese spesso non mi calzano più. Lo seguo ancora perchè prima di perdere una parte di me ci voglio pensare bene, perchè mi aspetto sempre qualcosa di esaltante, ogni tanto, e quando la trovo ci godo come un pazzo, perchè spero sia una crisi passeggera, e forse perchè me lo porto dietro fin da bambino.

  2. Ora, per tirarmi su, dovrei inventarmi e spararvi una SUPERCAZZOLA devastante: vedo quello che riesco a fare?.

    Ma senti un p?.... non è che con tutta questa storia... poi la supercazzola c'è l'hai già menata e te ne stai a ridere... No perchè sai tu parli di Canone qua, canone la... ma di quale canone stai parlando? Non vorrai mica abbandonare quel canone.... quello che il 31 gennaio... :lol2: laughing
    insomma, la SUPERCAZZOLA vi manca proprio, ve l'andate proprio a cercare anche dove non c'è :trapper: Borden mi "propone" Dampyr: manco co'u cazz! :indiano: non è il mio genere. Mi sa che la SUPERCAZZOLA la farà proprio sulla tua ultima storia, quella in corso :shock:, così impari _ahsisi Ne avrei bisogno, da quando ho dovuto camminare una decina di giorni con una mazza da vecchietto per guai alla schiena mi sento invecchiato di 20 anni :fumo: Comunque ribadisco una cosa fondamentale: non è il "cosa" che vorrei vedere diverso ma il "come", e sono speranze vane al 1000%, salvo rare eccezioni. Per ora si continua, mese dopo mese, vediamo se arrivo all'esaurimento o alla redenzione.
  3. Depressione fumettistica. E in generale un giramento continuo. Ecco in sintesi il mio stato attuale: del secondo diciamo che sono cavoli miei, della prima mi sembra opportuno parlare, anche perchè riguarda soprattutto Tex. Questo discorso non vuol essere un doppione del Tex vivo-morto di qualche tempo fa, ma purtroppo devo prendere spunto da l' e autocitarmi:?(?) io sento dentro di me, visceralmente, di volere da Tex qualcosa di diverso, più che nelle situazioni o nei personaggi, nel modo di raccontarlo, e cerco di spiegarmi. Non sono un lettore di Magico Vento, ma ho avuto modo di leggere con grande piacere, per esempio, una storia incentrata sulle trattative per la vendita delle Black Hills, dove si incontra la Storia ufficiale. Di sparatorie, di cazzotti, di scontri, insomma, di ?eroico? c'è veramente poco. C?? invece un'attenzione straordinaria per dei particolari, che poi particolari non sono, che in Tex non ci sono mai o si vedono poco: pensieri dei vari personaggi, soldati e civili, con le loro motivazioni ed emozioni; divisioni interne fra gli indiani, che non sono un blocco unico; una lite prolungata fra una coppia indiana di sposi novelli; il tentativo di MV di capire, schierarsi, conciliare le differenze, e tanto altro. Tex dovrebbe tuffarsi nella sua spazzatura per recuperare elementi che ha sempre trascurato, senza neanche il bisogno di snaturarsi, e ce ne sono a bizzeffe.??(?) Un personaggio non è mai veramente finito, se ci può essere un modo diverso di raccontarlo. Secondo me Tex ne avrebbe bisogno, anche se le storie attuali sono di buon livello. E? come se con lui ci si fosse fissati a degli schemi narrativi, a-b-c, con tante varianti interne a1-a2-a3?b1-b2-b3° e così via: questo, per carit?, va benissimo, ma dopo sessanta e più anni si può scoprire che ci sono anche d-e-f?e tante varianti interne, e provare a percorrerne qualcuna.?La differenza è che ora mi sto veramente stufando, anche se le storie non sono brutte, nel seguirne diverse sapendo non tanto come finiscono ma come verranno narrate e trattate. Tex deve per forza seguire il Sacro Canone (sempre sia lodato!)? e perchè? E quale sarebbe questa Tradizione da rispettare per forza, altrimenti crolla tutto?Si dice che l'asse portante di Tex sia l'azione, alla quale viene subordinato tutto il resto, sommata a certe caratteristiche inossidabili del personaggio. Chi è stato, negli ultimi anni, il custode del Sacro Canone a scapito magari di soluzioni diverse? Si dice e si legge in giro che fosse Sergio Bonelli?ma il suo Tex corrispondeva a questo Sacro Canone? S?, col cavolo. Se l'azione dev?essere preponderante, allora o è altamente spettacolare, magari con situazioni insolite come negli ultimi due texoni, nel n.600, nella storia di Mondego, per rimanere ai periodi recenti, oppure francamente mi stufa e non poco. Certo che ultimamente si moltiplicano i nemici che di più scarsi e insignificanti non si può, e anche questo mi fa cadere le braccia. Anche elementi potenzialmente innovativi come le storie di Makua e Guillermo Blanco, ma anche quella di Starker, sono stati riassorbiti entro la narrazione classica, e di vedere i soliti banditi, i soliti messicani usa e getta eccetera, non ne ho più voglia: l'ordinario l'ho già visto, vorrei vedere altro, lo stra-ordinario, che può essere anche di una banalit? sconcertante. Non sto parlando delle donnine, tanto per intendersi, anche se qualcosa si potrebbe fare in questo senso, non tanto di contenuti, ma di forme narrative diverse. Sarà stato il rileggermi la saga delle Black Hills di Magico Vento, ma questo mi ha svegliato dal sonno dogmatico, e allora è meglio allargare il tiro. In questo ultimi 8 anni ho tenuto fisse due letture, inossidabili: Tex, riprendendolo, Nathan Never, cominciandolo. Il resto non esisteva e non m?interessava neanche che esistesse. Due personaggi agli antipodi o quasi, ma che mi si incastravano alla perfezione, western e fantascienza, e tanto per intendersi mi è sempre piaciuto e mi piacerebbe rivedere in Tex un certo retrogusto nolittiano che avvicina anche se lontanamente i due personaggi. Quei numeri di MV, comprati perchè appassionato dei Lakota, non mi erano piaciuti. Sono cominciate le miniserie, ho voluto sperimentare Volto Nascosto, mi è piaciuto, e ho continuato, provando anche tematiche più lontane da me come l'horror e il magico, tipo Rourke e Il Cacciatore, extrabonelliane, che stranamente mi sono piaciute molto. E allora sotto con Dix, Brad Barron, Caravan, mollati dopo qualche numero; Greystorm, Cassidy, piaciuti abbastanza; N. O. X, extrabonelliana piaciuta molto; Legion 75, extrabonelliana fantastica; Durango, Lester Cockney, Ian, extrabonelliane mollate all'istante; Shangai Devil, mollata all'improvviso a più di metà cammino. Quest?ultima mi ha aperto la strada, perchè ho sentito di poterne fare a meno tranquillamente, a un'altra rinuncia ben più dolorosa ma ormai inevitabile, quella di Nathan Never, che covava da qualche anno, perchè ormai serie e personaggio non hanno più niente da dirmi. Sono quindi rimasto con un solo personaggio seriale, Tex, e la rilettura di quei vecchi albi di MV mi ha aggiunto altri dubbi e perplessit? che già covavo. Sento come se avessi bisogno di un altro personaggio seriale diverso da Tex, purtroppo Saguaro mi ha deluso e l'ho mollato, non perchè non fosse interessante, e anche Le storie, pur di alto livello, sono albi che non hanno un personaggio principale come protagonista, quindi mi sa che non lo comprer? più. Ad oggi, oltre a Tex vado con alcune miniserie extrabonelliane molto diverse fra loro che mi piacciono molto, come Voyager, XIII, Law (eccezionale) e The Walking Dead, che mi sa non essere neanche una miniserie (pensa un po', io che leggo un fumetto con gli zombie!). Insomma, sembra quasi una ricerca della scarpa giusta per il mio piede, che non ho ancora trovato. O forse sono stufo del fumetto western, o dei fumetti in generale, tanto che mi sta tornando la voglia di leggere dei libri che ho comprato ma che sono sempre stati l' ad ammuffire. Aver letto qualcosa di MV, ma anche di Ken Parker, e aver riletto un po' Storia del West, mi ha aperto diverse crepe, più di forma che di contenuto. Narrazione più corale, meno eroica, più attenzione a certi particolari, anche psicologici. Penso non all'impossibile, ma a qualcosa di concreto, anche di passato, come Oklahoma, per esempio, Andy Wilson, il sergente Torrence, e così via. E all'opposto penso a Mitla: oggi sento che a quella storia, pur straordinaria, manca qualcosa, dire che un diablero è un diablero e basta non mi è più sufficiente. Non sarebbe più Tex? Di sicuro non sarebbe più il solito Tex, alla faccia del Sacro Canone. La crisi è aperta. Quella per Nathan Never, situazione diversa, è durata diversi anni, fino all'esaurimento e alla resa. E questa?Ora, per tirarmi su, dovrei inventarmi e spararvi una SUPERCAZZOLA devastante: vedo quello che riesco a fare?.

  4. Diciamo che la parte interessante della storia mi sembra quella che riguarda

    Kit e la sua (im)possibile storia con Sarah, mentre la vicenda di Corbett non è che mi interessi un gran che, anche se si intreccia con la prima. Il bandito mi sembra per ora una mezza calzetta, nulla di speciale, a meno che non dimostri qualcosa di più nella seconda parte. Il Tex di pag. 68 in alto mi ricorda i simil-diableri di un texone di Nizzi, e in generale le facce dei pards sono spesso notevolmente stravolte e irriconoscibili. Aspettiamo il seguito.
  5. Difficile scrivere un commento per questa storia, anche perchè più la rileggo e più mi risaltano gli aspetti negativi, bisognerebbe forse essere buoni, è Natale, purtroppo non sarà così. In generale, la storia vale un 6,5 e forse anche qualcosina in più. Ortiz inferiore al primo albo.

    Imperniata su padre Clemente, ex Guillermo Blanco, nel primo albo aveva già gettato le basi per lo sviluppo e la conclusione nel secondo. Il bandito redento è la chiave della vicenda, Tex e Carson sono sè determinanti ma tutto sommato sono personaggi di contorno, e questo mi sta anche bene, sono decisi e implacabili come li conosciamo dall'inizio alla fine, e ho visto di nuovo con molto piacere un Tex che salta, corre, e soprattutto si tuffa per schivare le pallottole come non gli avevo visto fare da tempo. Anche l'intermezzo del duello indiano mi è piaciuto, solo che a questo punto bisognava allungare un po' la storia almeno di un altro mezzo albo, messa in questo modo, invece, mi è sembrato che l'episodio rubasse un po' di spazio e che il finale sia rimasto un po' compresso. Anche perchè c'è un altro intermezzo, quello della miniera, che non mi è piaciuto tanto, soprattutto gli applausi sfacciati ed esagerati per i due rangers che, è bene sottolinearlo, hanno solo alleviato una tortura in corso ma non hanno fatto e non avevano assolutamente intenzione di fare nessun cambiamento per quanto riguarda il trattamento generale dei minatori. Gli applausi mi sono sembrati completamente gratuiti e fuori luogo: Tex doveva sistemare veramente le cose, magari a fine storia, chi se ne frega se non c?entrava nulla con la trama principale, in questo modo avrebbe davvero messo a posto le cose e fatto giustizia, non il contentino che vediamo. Anche le parole di Tex nel finale mi sono piaciute, conta la sua assoluzione del frate, non tanto la giustizia legale o quella divina. E in un certo senso è anche padre Clemente ad assolvere Tex, ritenendolo un uomo giusto pur realizzando la giustizia con la pistola. Che però Clemente sopravviva così a lungo con una palla in pieno petto mi è sembrata un'altra grossa forzatura dopo quella della scorsa storia: qui sono tutti duri a morire, o non muoiono affatto. Interessanti anche le figure delle due sorelle, ci stanno bene e sono ben gestite. In positivo e in negativo, è la figura di padre Clemente quella determinante. Un ex bandito redento e addirittura diventato frate è un soggetto innovativo e decisamente interessante, ma sono perplesso su come la cosa è stata gestita in alcuni frangenti. Non veniamo a sapere nulla sul percorso fatto da bandito a prete, e sarebbe stato interessante sapere almeno qualcosa; dopo diversi anni, e neanche qui sappiamo quanti, vediamo che non ha perso l'abilità nello sparare, e questo, francamente, mi stona e non di poco, per lo meno le sue esibizioni di fronte agli altri banditi; vediamo i continui battibecchi col capo dei desperados, abbastanza stucchevoli, dimmi dov?? la banca, te lo dico dopo, allora ti ammazzo, no aspetta te lo dico, è una miniera?desperados che fra l'altro sono sempre i soliti, capo ciccione compreso, visti mille volte, non così interessanti; molto ben fatta invece la risoluzione finale di aiutare le donne mettendosi contro di loro al prezzo di venir meno al giuramento, e in generale alla sua fede, di non usare più la pistola contro esseri umani e soprattutto di non uccidere. In sostanza, e questa non vuole essere una critica rivolta all'autore ma un'osservazione generale, un soggetto che potenzialmente poteva risultare eversivo dei soliti canoni narrativi texiani che invece viene risolto al loro interno, privilegiando al 1000% l'azione, che rimane il focus in cui si concentra la storia dall'inizio alla fine: di questo, francamente, comincio ad averne abbastanza. Due storie, questa e quella di Makua, formalmente perfette o quasi, ma potrei dirlo per altre più o meno recenti, la cui narrazione ?classica? sento ora come non mai come un limite, un grosso limite, mentre vorrei più attenzione verso altri aspetti, a volte certo presenti, ma quasi sempre lasciati ai margini, tipo l'aspetto psicologico e una narrazione più corale delle vicende. Questo di certo non sarebbe più il solito Tex, ma a me interesserebbe molto di più.
  6. Per il momento una buona storia, interessante anche per il tema inconsueto.

    E? raro infatti trovare un personaggio come padre Clemente alias Guillermo Blanco, che ha cambiato completamente vita trovando la propria redenzione. Casomai è un po' forzato il suo repentino ritorno alla malavita, se è sincero e non ci riveler? delle sorprese. Tex e Carson fanno la loro parte con efficienza, bene il perdono per l'ex bandito. I desperados sono come ne abbiamo visti tanti, peccato per la morte di Cesar, poteva essere un personaggio interessante da vedere ancora nel prosieguo della storia, simpatiche anche le due donnine messicane e la fiesta in onore dei pards. Tutto sommato mi è piaciuto anche Ortiz, alcune cose le ho trovate molto più curate del solito, a parte i due volti quasi negroidi di Tex a pag 105. Spero che la seconda parte riservi delle sorprese.
  7. Come lineare è che all'inizio non voglia far fuori Tex. Lo dice lui stesso che eliminare Willer significa far venire tutto il corpo dei rangers a Blackfalls a vendicare il loro uomo migliore. Ma a un certo punto Tex, fine conoscitore di uomini ed abilissimo snidatore di serpenti, lo mette in subbuglio, gli fa vacillare le certezze. Starker, ormai abituatosi ad essere considerato un padreterno, intuisce in Tex l'effettiva minaccia e perde di lucidit?, e cosa c'è di sbagliato in questo? Anche questo è credibilissimo, invece. E quando si trova Carson per le mani, compie un gesto arrischiato e non coerente con i suoi timori iniziali circa l'eliminazione di un ranger, ma lo fa perchè ormai deve catturare Tex, che è una sua ossessione, perchè questo Starker, all'apparenza forte, è invece fragilissimo nella difficolt? (ma a me questo tratto piace, rende umano e compiuto il personaggio). E quando fa questo gesto arrischiato, ha comunque deciso di cambiare aria, di andarsene via col suo bel gruzzolo, e chissà, potrebbe tentare la stessa cosa altrove, lontano dai rangers che inevitabilmente sarebbero giunti a Blackfalls dopo la morte di Tex e Carson. Personaggio schizofrenico, n° carne n° pesce? Credo che fosse proprio questo l'intento dell'autore, che ci è riuscito in pieno sfornando quello che io considero un SIGNOR personaggio. Proprio per la complessa e per nulla rettilinea psicologia del personaggio, io non ci vedo alcun allungamento di brodo. Non "scopano" mai? Certo, Starker non lo vuole, Starker pensa, studia cosa deve fare per eliminare il ranger nel modo più indolore possibile. E il Ranger? Ma neanhce lui lo vuole, lui non sa ancora nulla, intuisce soltanto che qualcosa non va, e allora cucina a fuoco lento, con la consapevolezza che prima o poi Starker sarà cotto a puntino. E si arriva al finale, a mio parere splendido, in una sorta di triello (includendovi un grande Carson) che vede Starker soccombere in modo straordinariamente teatrale, con la platea (i cittadini di Blackfalls) attonita ad assistere ad uno spettacolo sorprendente e sconcertante. Per me, questa storia è da applausi.

    fammi capire: all'inizio Starker non vuole ammazzare Tex perchè ha paura dell'intervento dei rangers, ma dopo imbastisce l'impiccagione di, guarda caso, un ranger, per costringere, guarda caso, un altro ranger a venire allo scoperto e farlo fuori, e in questo caso non ha paura dell'intervento dei rangers. Va bene, è schizzato, e di parecchio, ha perso la testa, è vero, ma è troppo sopra le righe per poter essere considerato un grande personaggio, e non è nemmeno sufficientemente pazzoide. Tex finissimo conoscitore di uomini? Anche in questo caso? Ho i miei dubbi. pag 234, dopo che i due vice se ne sono andati senza aver combinato nulla: "se avessi tentato di torchiarli, quei due idioti probabilmente si sarebbero fatti ammazzare e non avrei ottenuto nulla."Ma dove? I due fessi si sarebbero fatti ammazzare senza parlare? Ma via, due così il vero Tex se li sarebbe cucinati in due secondi e gli avrebbe fatto cantare l'opera. Infatti deve aspettare l'imbeccata del negretto per capirci qualcosa, non è che anche lui ci faccia una gran figura. Dopo aver fatto fuori Lewis, il grande Starker doveva assoldare un'altra banda come vicesceriffi per far fuori Tex, e visto che non ci riuscivano l'avrebbe eliminata lui, riscuotendo l'approvazione della cittadinanza, così si sarebbe aggiunto qualche elemento in più, così avrebbero "scopato" almeno a distanza, invece si vivacchia per un altro centinaio di pagine e si deve tirar dentro Carson come deus ex machina. Con l'alibi della schizofrenia di Starker la storia poteva durare anche 700 pagine senza concludere mai nulla.
  8. anch'io ho una proposta alternativa:ZERO MAXI - ZERO COLOR - ZERO ALMANACCOIl problema principale oggi per Tex è la qualità delle storie, e più si scrive più ci si livella verso il basso (Nathan Never docet). Un maxi con tre storie di 110 pag l'una è un controsenso. Un color con questa carta e questa colorazione per me sono da cassare, ancora prima del discorso qualità. L'almanacco mi sembra una pubblicazione totalmente inutile. Se però la qualità fosse superiore a quella vista negli ultimi che sono usciti, di maxi ne vorrei anche 10 l'anno. Meglio concentrarsi sulla serie regolare e sul texone e lasciar perdere il resto, almeno per ora

  9. Una volta tanto voglio cominciare dai disegni, anche se non me ne intendo. Pur essendo discreti i paesaggi e le locations cittadine, i volti di Tex sono quasi sempre veramente penosi e sgraziati, lo rendono quasi irriconoscibile, e a volte il corpo è talmente corpulento da sembrare grasso. Le espressioni facciali dei personaggi sono troppo marcate, a volte sembrano caricature, e soprattutto i volti si ripetono sempre da una storia all'altra. Questo Starker mi ricorda l'altro maxi ?I due volti della vendetta?, per esempio. Insomma, già i disegni non mi predispongono bene. Questo maxi, in pratica, si risolve in una lunghissima serie di preliminari fra Tex e Starker, che non arrivano mai alla soluzione finale. Dopo tanti preliminari, bisogna pur scopare, o no? E invece i due non ?scopano? mai, rimandano, rinviano sempre lo scontro finale, si stuzzicano, si mettono in guardia, si minacciano più e più volte, ma finisce tutto l'. Il logoramento, che dovrebbe essere il rapporto basilare fra i due, finisce per essere riservato al lettore, che si deve sorbire questi preliminari continui o coitus interrupti per ben 320 pagine. La storia può reggere abbastanza bene fino a che rimane in gioco Lewis, ma dopo, senza ulteriori elementi a dare sugo al tutto, va avanti abbastanza stancamente fino alla fine. Le altre due famiglie in gioco andrebbero anche bene, se rinforzate da altri elementi sul piatto che avessero mantenuto alta la tensione e l'attenzione, così sono giocati malino.

    Qual è la legge di Starker? Il potere attraverso la paura, come viene detto a un certo punto? Manco per scherzo, casomai il potere, forse, attraverso l'audience, attraverso il consenso. E? un furfante fino in fondo? Mica tanto. A cosa mira? Sembra all'approvazione popolare, più che al potere e ai soldi. Per questo diverse azioni sono contraddittorie. Perchè si rifiuta di ammazzare subito Tex? Chi se ne accorge se viene fatto sparire? E perchè eliminare i complici, invece di coalizzarli tutti contro Tex?Un Tex che non cava un ragno dal buco, bisogna dirlo, deve aspettare l'imbeccata del negretto per capirci qualcosa, un Tex che non usa i suoi metodi per far cantare uno dei vice deficienti, perchè tanto non parlerebbero: ma quando mai? Sono talmente ridicoli che se li mangerebbe in tre secondi. Lo spiegone finale va molto oltre gli indizi raccolti, Tex sembra quasi un indovino. L'uso di Carson non mi convince molto, ma almeno questo deus ex machina permette alla storia di accelerare verso la conclusione, altrimenti poteva durare per altre 200 pagine. Il trucchetto del finale, poi, è veramente ingenuo. Sfruttato male anche Lewis, poteva essere interessante una resa dei conti a tre, qualche trovata interessante, vedi la scena della pece, divertente, qualche altra inutile, tipo la scazzottata alla segheria, e diversi siparietti coi vice. Nella storia della serie regolare gli ingredienti potevano esserci, ma erano cucinati male, qui invece sono questi a mancare, almeno da metà storia in avanti, e i pochi che ci sono si ripetono stancamente ad libitum, per una storia così lunga. Mi dispiace, non ci siamo, non vedo la sufficienza neanche qui, fra maxi, color, e serie regolare, ultimamente va proprio malino.
  10. Dopo aver riletto la storia per intero, posso dire che il compitino è stato portato a termine. A mio parere si tratta di una storia che sarebbe potuta apparire nel vecchio formato a striscia, riproposto nel formato moderno. Ci sono diversi elementi che mi spingono a pensare in questo modo, elementi che ritrovo nel Tex del primo centinaio: trama esile, tanta azione, cattivi da quattro soldi, eroe superlativo oltre le possibilità umane, morti a bizzeffe. Ci sono però, pur con questi elementi di base, notevoli differenze: le vecchie storie erano molto più corte, neanche un albo, oppure al massimo 130-140 pagine, quindi avevano un ritmo molto più serrato e incalzante; la drammaticit? era percepita in pieno nonostante le poche pagine; spesso i finali erano tirati via per far rientrare la storia nella striscia; il linguaggio era tagliente e spumeggiante. Cosèabbiamo invece qui? Certo il finale non è affrettato, ma la storia è come dilatata, le sequenze sono più lunghe, come vuole il formato moderno, il ritmo è abbastanza blando, e soprattutto poca, se non nessuna, drammaticit?, e poca, se non nessuna, anima.

    Non mi dispiacciono i cattivi poco cattivi, un Burke un po' babbo un po' infermiere, un Rufus fessacchiotto, questo tipo di personaggi, ripeto, c'erano già con G. L. Bonelli, non sono gli ingredienti, è il modo in cui sono cucinati. La storia non è tragica, diciamolo, tirando via e volendo essere generosi si potrebbe dare anche la sufficienza, ma questo è il Tex che voglio leggere, che i lettori vogliono leggere?Tex fa fuori 26 uomini, nel primo albo è un po' Superman, nel secondo un po' Rambo: 40 anni fa accettavo tutto questo, ora no, questo Tex non m?interessa. Le sparatorie dilatate, l'azione, sè, vanno bene, accetto il lunghissimo inseguimento, accetto anche tutta la prima parte, ma un salto di qualità, di tensione, ci deve essere, e qui manca del tutto . Le possibilità per cambiare marcia c'erano tutte, ma sono state sprecate.1 è le ferite di Tex. Lo mettono davvero in difficolt?? No, neanche sembra che ce l'abbia, spara come al tiro a segno, si tuffa nel fiume, salta il burrone a cavallo eccetera, è più in forma ora di quando è sano;2 è i fratelli Dekker. Magari introdotti già nella prima parte potevano dare tutto un altro sapore alla storia, invece scompaiono in un amen, sono due mini Espectri con meno carisma;3 è la dinamite. Come si può non far morire Burke e Rufus con tanti candelotti ai loro piedi? A parte il fatto in sè, sostanzialmente ridicolo, prevale il solito buonismo che ormai viene sparso nella serie a piene mani: anche qui starebbe bene il marchio MG, non tanto per i morti ammazzati, che sono tanti, quanto per la morale da due soldi che vuole che i buoni e gli stupidi, soprattutto se indifesi, non debbano morire. Morti loro due, un Tex superincazzato avrebbe potuto fare sfracelli, e invece nulla. Ho apprezzato sostanzialmente Burke, mi piace come personaggio, ma troppi elogi a Tex, che è già sufficientemente superumano di suo, anche Rufus tutto sommato non mi dispiace, ma quel penoso flashback del berretto lungo ben 8 pagine è una cosa troppo infantile per essere sopportata;4 è lo scontro finale. Gli sgherri di Parker e Nevill sono quello che sono, carne da macello e amen, ma ci si poteva aspettare un guizzo dai due capoccia, in realtà è il primo che comanda sul secondo, che non si capisce bene che razza di cattivo sia. Il guizzo di Parker ci sarebbe anche, un sussulto di orgoglio sembra davvero scuoterlo, sennonchè arriva il capoccia che vorrebbe stendere il ranger?a bastonate, e lo sceriffo si limita a guardarli e a sorridere come un deficiente, fino a ricevere la giusta paga. Occasione sprecata anche questa. Si potrebbe avere qualcosa da ridire anche sul piano di Tex che lascia completamente sguarnita la dinamite, ma lasciamo fare. In conclusione, una storia a striscia che poteva benissimo chiudersi in un albo e mezzo riproposta in un formato moderno, allungato e dilatato, tanti elementi presenti nel primo GLB ma cucinati in malo modo, azione fine a se stessa, una bella dose di buonismo e infantilismo, poca drammaticit?, linguaggio anonimo. Ripeto, storia non tragica ma che non va oltre il 5, forse 5,5. Questo Tex ?a striscia? pensavo di non doverlo più leggere, il Tex Superman del primo centinaio mi bastava e avanzava, questo modo di scrivere non mi soddisfa più, penso che a chi piace questa storia davvero si accontenta di poco, magari di fare un viaggetto indietro nel tempo, quand'era bambino e trovava formidabili cazzotti e sparatorie, come ho cercato di fare io. Questa storia, per le dosi di infantilismo, fa il pari con quella di Yellowstone, che non capisco come possa essere stata apprezzata dalla stragrande maggioranza. Da Tex voglio ben altro, non m?interessa se il livello medio della serie attuale è di poco più alto di questo, bisogna pretendere di più, e non m?interessa neanche fare il paragone con l'ultimo Nizzi per dire che in confronto questo è meglio, accontentarsi guardando il peggio è deleterio.
  11. Circa 20 minuti di total action, Tex versione Superman, o meglio, versione diavolaccio, che non sbaglia un colpo e ne fa fuori in quantit? industriale, simpatico il cane Floyd, interessante Burke, vorrei però qualcosa di più, vediamo il prossimo. Forse Tex si sta rincoglionendo o i suoi avversari ultimamente sono particolarmente bravi: lo troviamo infatti spesso e volentieri ferito. Nel frattempo vado dalle parti della Tigre Nera, se la vedo ve lo saluto. Ciao amigos.

  12. Se Tex sia finito o no, questo non lo so, posso dire che per il mio gusto personale trovo delle crepe in un certo modo di raccontarlo, ma se il termine di paragone dev?essere Nathan Never, allora qualcosa mi sento di dirlo, visto che sono gli unici due fumetti che leggo regolarmente. L'innovazione a ogni costo è stata e continua ad essere la rovina di NN, che era un personaggio e un fumetto grandioso che si è ridotto ad essere l'ombra di se stesso. A forza di cambiare, di rinnovare, il personaggio ha perso le sue caratteristiche essenziali, è diventato un'ameba informe pronta per tutti gli usi e gli abusi, a tutto vantaggio di mega seghe, e sottolineo seghe, che vorrebbero cambiare tutto per non cambiare niente, anzi, cambiano sè, nel senso di una progressiva involuzione di tutta una serie, e di collane parallele che figliano per generazione spontanea, in alcuni casi però con idee molto migliori della serie regolare. Il tentativo messo in atto in questi mesi, di riprendere spunti, topoi, situazioni e personaggi del passato, per il momento è stato assolutamente patetico, un'operazione di facciata che stona terribilmente con tutto quello che si era visto fino a questo punto. Sembra addirittura che si cerchi di cambiare il modo di raccontarlo, con risultati finora molto scarsi. Non si parla abbastanza delle differenze col NN degli inizi? Cavolo, sono almeno tre anni che dico che il personaggio è alla deriva, basta andare sul forum per rendersene conto. Sapete chi è l'unico, l'ultimo grande personaggio rimasto in NN° Quello che è sempre rimasto uguale a se stesso, perseguendo un unico obbiettivo dall'inizio alla fine: Solomon Darver, e guarda caso è stato tolto di mezzo, o almeno non sarà più uno dei cardini delle storie. Se quindi si pensa che Tex dovrebbe adeguarsi alla NN, allora dovrebbe davvero pensare ad una eventuale prossima chiusura. Detto questo, io sento dentro di me, visceralmente, di volere da Tex qualcosa di diverso, più che nelle situazioni o nei personaggi, nel modo di raccontarlo, e cerco di spiegarmi. Non sono un lettore di Magico Vento, ma ho avuto modo di leggere con grande piacere, per esempio, una storia incentrata sulle trattative per la vendita delle Black Hills, dove si incontra la Storia ufficiale. Di sparatorie, di cazzotti, di scontri, insomma, di ?eroico? c'è veramente poco. C?? invece un'attenzione straordinaria per dei particolari, che poi particolari non sono, che in Tex non ci sono mai o si vedono poco: pensieri dei vari personaggi, soldati e civili, con le loro motivazioni ed emozioni; divisioni interne fra gli indiani, che non sono un blocco unico; una lite prolungata fra una coppia indiana di sposi novelli; il tentativo di MV di capire, schierarsi, conciliare le differenze, e tanto altro. Tex dovrebbe tuffarsi nella sua spazzatura per recuperare elementi che ha sempre trascurato, senza neanche il bisogno di snaturarsi, e ce ne sono a bizzeffe. Le donne, per esempio, un grosso passo si era fatto con la ex e la possibile figlia di Carson, tutto è rimasto lettera morta, ma sarebbe interessante vedere, una volta tanto, qualcuno dei pards fare visita a una compagna. Si vuole rimanere fedeli a Lilyth? Bene, che la si faccia diventare una componente attiva: mai visto Tex, per esempio, ad inizio o a fine storia, ai piedi della sua tomba, per fare quello che vi pare, riflettere, pregare, schiacciare le formiche, insomma, farla essere un ricordo attivo e non un tab? inossidabile. Non c'è bisogno di nessun lato trombereccio, che non interessa neanche a me, ma qualcosa da questo punto di vista, sè. Tex non è capo di una tribù? E allora qualcosa di vita quotidiana io lo farei vedere, anche Tex preso in una diatriba per un branco di pecore, se saputo raccontare, sarebbe interessante. E sarebbe intrigante presentare una volta tanto i Navajos non come una tribù unita, sempre pronta a fare e a pensare come Tex, ma vedere anche delle fazioni diverse. Tex è un conoscitore di uomini? Che si faccia vedere in azione questa sua caratteristica, non darla per scontata dopo due secondi che si è introdotto un personaggio. Tutte le situazioni classiche vanno bene, diligenza, attacco indiano, ladri di bestiame, rapina in banca, ma raccontato in modo diverso, da un punto di vista meno eroico e se si vuole più banale. Le pecore con Tex non possono incastrarci nulla? E chi l'ha detto? Se saputa raccontare, ogni vicenda, anche la più banale, può diventare interessante. E senza perdere nessuna delle sue caratteristiche caratteriali. E? questo Tex: ?Era come il chiaro di luna in una notte d'estate e i suoi occhi verdi facevano ricordare lo scorrere delle acque del Colorado fra le alte gole del Grand Canyon°?E? questo Tex, il duro dei duri, il massacratore dei massacratori, o non un piuttosto un poetucolo romanticone da strapazzo un po' effeminato?No, è proprio Tex, è proprio lui, conoscendolo come un rude cowboy non incline a manifestare smancerie ed emozioni si può anche rimanere perplessi, ma questo passaggio è stato una cosa grandiosa, segno che se si vuole e si sanno fare, si possono fare tante cose. Un personaggio non è mai veramente finito, se ci può essere un modo diverso di raccontarlo. Secondo me Tex ne avrebbe bisogno, anche se le storie attuali sono di buon livello. E? come se con lui ci si fosse fissati a degli schemi narrativi, a-b-c, con tante varianti interne a1-a2-a3?b1-b2-b3° e così via: questo, per carit?, va benissimo, ma dopo sessanta e più anni si può scoprire che ci sono anche d-e-f?e tante varianti interne, e provare a percorrerne qualcuna. Forse basterebbe ancora meno, basterebbe ritrovare un certo linguaggio delle origini, frizzante, tagliente, e la serie farebbe da sè un salto di qualità straordinario. Poi si può pensare anche che ci potrebbero essere nuovi personaggi ricorrenti oltre a Montales, Pat, El Morisco e company, io vedrei bene lord Hodson, per esempio, e mi piacerebbe vedere più coinvolto Sagua, che se non ricordo male era stato proposto dallo stesso Tex come capo dei Navajos delle terre alte. Ma personaggi nuovi sono secondari alle nuove situazioni e soprattutto al modo diverso di narrare. E per finire date retta a un bischero, è più ?finito? NN di Tex, alla grande.

  13. La pubblicit? delle altre serie bonelliane non mi d' particolarmente fastidio, l'elenco allegati mi era utilissimo da bambino, ora, con più di 600 numeri, mi sa che finirebbe per prendere troppo spazio, del nuovo albo texiano meno so e meglio ?, quindi meglio metterlo a colori in quarta di copertina, ma senza vignette n° riassuntino. Manca però, sullo stile ?Alpha Newsè di Nathan Never, almeno una pagina dedicata a Tex, dove si possa parlare sia della/e storia/e passata/e e futura/e, sia della posta dei lettori, oppure anche di qualche mostra fumettistica in cui Tex sia coinvolto. E? vero che su N. Never vengono pubblicati solo commenti positivi, come se nessuno scrivesse mai qualcosa di critico, ma sarebbe sicuramente meglio questo delle pubblicit? di raccolte, come quelle di Mefisto, di cui non mi frega assolutamente nulla.

  14. Questa seconda parte mantiene le promesse della prima, non cala d'intensit? neanche per un attimo e conclude un'ottima storia.

    L'iniziazione di Makua alla carriera di pistolero trova qui la sua consacrazione, ascesa e declino, da reietto ad assassino temuto e rispettato il passo è stato veloce ed enorme al tempo stesso, la sua ascesa coincide con una scalata sociale nel mondo dei fuorilegge bianchi che gli permette di guardare dall'alto in basso i suoi ?fratelli? indiani che tanto lo avevano disprezzato e maltrattato. C?? anche una sorta di rivincita di Santos verso il boss locale, Roca, che gli permette di pensare in grande a un piccolo impero del crimine locale. E c'è anche una terza rivincita, quella del figlio di Roca, Juanito, la più pericolosa perchè rischia di ricalcare le orme di Makua se non fermato in tempo. Il rapporto Santos-Makua come quello di un padre verso il proprio figlio è vissuto in questo modo solo da quest?ultimo, Santos non ci pensa due volte a lasciarlo volentieri a Tex nello scontro finale. Tex è superbo dall'inizio alla fine, duro, deciso, spietato, poco incline all'ironia in questi frangenti, affiancato da un Carson degnissima spalla, stavolta non dorme sul più bello, anzi, è sveglissimo in ogni situazione, alla fine compie un atto di generosit? non uccidendo Piccolo Fucile e dandogli, una volta uscito di galera, una seconda opportunità di vita lontano dalla via dei pistoleri. Anche i personaggi minori sono ben delineati, su tutti la vedova di Roca, degna figura di moglie e madre che non vuol far ricalcare al figlio le orme criminali del padre. Ma anche i capi visti nel primo albo, Nocero, Bonito, e soprattutto Domingo, hanno la loro parte di rilievo, per non parlare di Cuchillo e della famiglia sterminata nel primo albo. Il tutto è condito da una narrazione asciutta, tesa e incalzante che tiene sempre ben alta la tensione e il ritmo, tanto che faccio fatica a riconoscerci lo stesso autore del Color Tex di qualche giorno fa, con un ottimo uso e dosaggio dei tanti personaggi incontrati e un'ottima caratterizzazione di Tex e degli antagonisti principali. Se proprio devo trovare qualche neo e pelo nell'uovo, forse si poteva fare a meno della comparsata di Kit e Tiger nell'assalto indiano alla città, in cui è strano trovare gente che se ne sta tranquilla nel saloon come se nulla fosse, un espediente, i carri saltati in aria, ripetuto due volte, o un Juanito un po' troppo esperto col fucile anche di notte con fuoco, fumo e fiamme alle prese con un Santos a cavallo sorpreso sè ma un po' troppo immobile per la sua abilità, ma sono dettagli quasi insignificanti che non tolgono nulla a una bella storia.
  15. Mi sa che abbiamo letto due storie diverse.... Gros-jean secondo me è stato utilizzato ottimamente così come Tex... Storia ottimamente scritta che si lascia leggere tutto d'un fiato , avvincente e con un Tex in gran forma così come Carson e Gros-jean se tutti gli autori lo usassero sempre così sarebbe manna dal cielo... Storia ottima da 8 come minimo altro che sotto la sufficienza e 5,50 euro buttati.... ci metterei la firma a buttarli tutti i mesi per storie così.....

    mah, tutti i gusti son gusti, se fossero tutti così anch'io li butterei tutti i mesi.... nel cestino. Voglio dire basta al maschilismo imperante su tutti i forum, compreso questo: tutti pensano che sarebbe toccato a Tex farsi avanti con Imala, ma questo non si può, dopo Lilyth è un tab? e va rispettato.
    Invece è stata lei a darsi da fare, è lei che se l'? ciulato di brutto, anche se di nascosto. Un forte indizio in questo senso viene dal nome, I-M-A-L-A, che anagrammato fa M-A-I-A-L, e non voglio dire altro. Ricordiamoci che Tex ha preso una droghettina che lo ha messo a nanna per diverso tempo anche prima dell'attacco, e chi lo vegliava, se non la ninfetta dei Salish nipote di Mubarak?Approfittando della nanna gli si è infilata sotto le coperte e ha fatto tutto lei, d'altra parte se Tex è un vero "duro", lo è anche nelle parti basse, da sveglio e da dormiente. Insomma, lei se l'? ciulato, ma lui non lo sa..... e il canone texiano è rispettato
  16. Storia piatta, senza mordente, senza emozione, sembra di vedere un B-movie neanche tanto ben riuscito, anche se qualche spunto interessante c'era.

    Mettere in difficolt? Tex va bene, si deve fare, ma quando lo si fa salvare più volte da altri personaggi o non lo si fa partecipare ad eventi determinanti inevitabilmente la storia cala di livello, e non poco. Sta bene la cattura da parte dei banditi, ma perchè fargli togliere l'asso nella manica, cioè il coltellino nel tacco dello stivale, per poi farlo liberare dall'indiana Imala? Tex doveva liberarsi da solo e poi interessarsi a lei. Invece si va avanti e indietro con inseguimenti e fughe abbastanza prevedibili per arrivare alle 160 pagine d'ordinanza, con Carson e Gros Jean (presenza sprecata la sua) a fare quasi da comparse tranne che alla fine. E messo Tex una seconda volta in difficolt?, ferito alla spalla, debole e sanguinante, lo si fa mettere a nanna e salvare una seconda volta da Imala, in modo abbastanza discutibile ed ingenuo, mentre si scatena un vero e proprio massacro. Quindi non sono coinvolti nell'evento più drammatico n° Tex n° Carson e Gros Jean, ed è un peccato. Lo stesso massacro, poi, viene reso con poca intensit?, sembra una specie di tiro a segno da entrambe le parti. Tex salvato due volte da una donna, la prima da incatenato, mi ricorda, purtroppo, ?Moctezuma?, pur con tutte le differenze del caso. Arrivati alla fine, il bestione viene steso da Gros Jean, tanto per fargli fare qualcosa tranne demolire il solito locale, evento privo della consueta ironia che tante volte ha contraddistinto il personaggio, il babbo viene sè liquidato da Tex, ma solo grazie a questo Chance versione novello Houdini che riscatta un po' la sua scialba figura di delinquentello, del resto non è che avesse fatto molto, tranne sparare cavolate così grosse sull' identit? sua e di Tex che i banditi gli danno fiducia quasi fino in fondo. Alla fine il personaggio meglio riuscito è proprio Imala, molto sexy in camicia gialla, che mi aspettavo, o meglio, speravo a un certo punto cadesse fra le braccia di Tex implorandolo disperatamente di sposarla, anche se all'inizio non si capisce perchè non abbia voluto quasi neanche parlare coi prigionieri mentre due secondi dopo si d' da fare per liberarli, e che alla fine andava fatta morire invece di riportarsela nel covo, avrebbe dato un po' di drammaticit? in più. Il resto dei personaggi non ha molte caratterizzazioni, soprattutto Chance, che non si capisce, come Gros Jean, perchè sia stato inserito in una storia che vista la trama poteva fare benissimo a meno di lui, n° i banditi, che tuttavia hanno una loro degna cattiveria e tutto sommato non mi dispiacciono. Storia sufficiente? Mah, mi sa che stavolta siamo sotto. Fra il texone e questo color c'è un abisso, 5 euro e mezzo per questa storia mi sembrano davvero buttati.
  17. Spesso quando leggo un albo non so neanche chi ne sia l'autore, apprendo quindi con piacere che questa è una storia di Ruju. Nella storia di Loman avevo criticato al 1000% il suo Tex, che non mi sembrava minimamente all'altezza della sua fama, qui devo dire che per ora è perfettamente centrato, senza una sbavatura ed esaltato dalla vicenda. Non mi sembra neanche lo stesso Tex, sembra scritto da due autori diversi, meglio così. Casomai sono alcune facce di Tex a lasciarmi un po' perplesso, però ci sono diversi ceffi dall'aspetto singolare, a partire da Domingo, comunque in generale i disegni non mi dispiacciono.

  18. Ottima questa prima parte, western e azione allo stato puro, situazioni e personaggi ben delineati, Carson e soprattutto Tex superlativi, spero che la seconda parte non cali d'intensit?. Da notare a pag. 77, prima e seconda vignetta, la presenza di Vladimir Bonito Luxuria, con una splendida tenuta direttamente dall'alta moda milanese, soprattutto la fascia legata davanti che fa molto glamour.

  19. Già il cappello davanti al maestro: quando Civitelli ci aveva mostrato in anteprima alcune tavole di questa storia, anche un ignorante come me si era reso conto della qualità altissima dei disegni, ma con tutta la storia davanti il risultato è ancora migliore, una delizia per gli occhi. Tutto il mistero, le tenebre, la notte, sono resi in maniera splendida, se vogliamo c'è anche un omaggio a Dal', almeno mi sembra, per non parlare delle caratterizzazioni di tutti i personaggi. Ma non serve sprecare parole, il tutto va visto coi propri occhi. Avevo avuto invece delle perplessit? sull'argomento della storia, si poteva scivolarci sopra e perdersi da mille altre parti, invece devo dire che mi è piaciuta parecchio.

    Se non si sfora direttamente nel soprannaturale, in questo tipo di storie bisogna mantenere alti il mistero e la tensione il più a lungo possibile, anche fino alla fine, e mi sembra che ci si sia riusciti benissimo. Se si toglie una parte iniziale in cui forse si parla un po' troppo, ma in cui i dialoghi non sono pesanti e noiosi come altre volte, anzi ci fanno (ri)apprezzare il cameratismo e la goliardia fra i pards, la storia è molto ben equilibrata, si divide in tre filoni che tengono alto l'interesse del lettore. L'idea di partenza, la leggenda dell'Hombre Muerto, è stata sviluppata veramente bene, lega il filone religioso di questa setta dei Resurrezionisti con la questione dell'oro di Sant?Ana, attraverso la figura di El Morisco e di Sarita, la vera sorpresa di questa storia, e del ranger traditore. L'atmosfera è resa benissimo, la maggior parte della storia si svolge di notte o al chiuso, con lievi sfumature horror che rimangono tuttavia sotto controllo. Anche la parte di Eusebio contribuisce a dare interesse, ognuno ha il suo peso, piccolo o grande che sia, in evidenza soprattutto i due Willer, Tiger forse un po' in ombra ma non mi pesa poi più di tanto. La faccenda del cavaliere senza testa, che fa da filo conduttore e di cui avevo indovinato strada facendo sia gli interpreti vivi e morti che la strategia dell'armatura, poteva essere il punto debole della storia, e invece è quella marcia in più che gli fa fare il salto di qualità. Peccato sia stato saltato il momento dell'incontro col Morisco, ma poco male. Quando gli ingredienti sono mischiati bene non c'è neanche bisogno di supernemici che mettano Tex e soci veramente alle corde. A questo texone darei un 8,5, ma volendo anche 9, è andato anche oltre le mie aspettative.
  20. Vuoi dire che sei anche permaloso? haha  haha

    Sie, ci mancherebbe. Per me tutti potevano dire tranquillamente che era una CAGATA, andava bene lo stesso, io se lo pensassi davvero lo direi. Venendo al magazine, questo numero ha la lunghezza giusta, 60 pagine sono ok. In generale tutti gli articoli mi sembrano interessanti, anche la grafica sembra più accattivante, un bravo a chi ci ha messo mano. L'articolo su ?La sconfitta? ha un taglio particolare, soffermandosi sui due drammi familiari ed escludendo del tutto la parte sul duello coglie aspetti in genere trascurati dai lettori che invece fa sempre piacere ritrovare. La biografia texiana mi ha sorpreso, ho sempre pensato, per esempio, che Ken Willer fosse morto ben prima della guerra civile, e non avevo mai fatto troppo caso alle parentesi messicane di Tex, il lavoro di cucitura e incastro fatto è stato enorme. Non sono riuscito ad apprezzare in pieno il ricordo di Sergio Bonelli, non conoscendo l'autore, allo stesso modo non conoscevo Scascitelli come disegnatore, ma proprio per nulla, l'intervista è interessante e le poche tavole pubblicate sono spettacolari. Molto bella e dettagliata l'interpretazione degli Invincibili, che va oltre il classico mondo di Tex per tuffarsi nei prati della verde Irlanda attraverso la vicenda di Shane e dei suoi sfortunati compagni di viaggio. Mi viene voglia di rileggerla. Cosè come mi verrebbe voglia di rivedere il pacchiano film su Tex, l'ho visto su una tv privata mi sembra a fine anni ?80, quando avevo smesso da tempo di leggerlo, mi sembrava un vero e proprio C-movie, con tutti quegli indiani finti che più finti non si può. Mi sembra ci fosse anche Isabel Russinova nella parte di Tulac, diventato donna per l'occasione. L'analisi fatta è fin troppo approfondita, il film non se la merita proprio, ma proprio grazie a questa, ripeto, mi verrebbe voglia di rivederlo. Gli Hualpai sono stati una soluzione di ripiego, all'inizio non ci credevo molto, non volevo fare solo la cronache delle storie e non c'era nulla su di loro, poi, scavando un po', con mia sorpresa ho trovato anche troppo e sono soddisfatto. Sugli albi in edicola non dico mai nulla, ognuno le vede col suo occhio particolare, io non riuscirei mai nemmeno a provare ad essere imparziale. Complimenti quindi a tutti, la rivista è varia, tocca diverse corde, ha la giusta lunghezza, insomma ce c'è per tutti i gusti. Un plauso particolare a chi riesce a metterla nella veste grafica che vediamo, io riesco a malapena a scrivere in word e già mi sembra tanto.
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