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  1. Qualche anno fa, per il Tex Magazine, scrissi un dettagliato articolo sulla nascita e la storia dei Texoni (fino a quello di Rotundo).Il progetto Texone nasce dalla concomitanza di due o tre fattori: a) le tavole di Buzzelli che giacevano nel cassetto della scrivania da tre anni senza possibilità di poterle utilizzare per la serie regolare; b) i festeggiamenti per i primi quarant'anni di Tex; c) il travolgente successo del Texone appena pubblicato ( 50000 copie spazzate via dalle edicole in un attimo; la necessità di ristamparlo un'altra volta (altre 100000 copie volatilizzate in un baleno) e quindi il doverlo ristampare nel giro di poche settimane una terza volta (altre 100000 copie) che furono appena sufficienti; d) il desiderio non certo inconfessato di Sergio Bonerlli di arruolare nello staff di Tex i grandi nomi del comicdom europeo e sudamericano (ma badate bene era dagli anni '60 che ci provava senza successo). Nell'estate 1988, quando appare chiaro che l'idea di pubblicare una collana di Giganti con disegni di artisti ospiti è vincente, cioè solo di fronte a queste vendite imponenti, matura realmente questa certezza (se Buzzelli avesse fallito la prova edicola, picche che avremmo avuto altri Texoni). Sergio e Canzio hanno un bel problema! Quale texone pubblicare l'anno dopo nel 1989 visto che non ce n'è nemmeno uno in lavorazione ? Niente infatti era stato programmato a livello di serializzazione della nuova collana. Sergio e Decio hanno per fortuna l'asso nella manica: c'è Alberto Giolitti che da qualche anno sta lavorando su una storia della serie regolare sceneggiata da Nizzi e che dovrebbe estendersi su circa tre albi. Giolitti è il nome giusto: artista di fama internazionale, al suo debutto su Tex (o quasi), il suo Tex ha fattezzze da "Texone", le pagine saranno sicuramente pronte per l'estate 1989. Tombola! Decio chiama subito Claudio Nizzi che si trova al mare ( siamo ancora nell' estate 1988, come vi dicevo ): "Claudio puoi ridurre la lunghezza della storia di Giolitti alle canoniche 224 pagine del Texone ?" Nizzi risponde: "Peste! dovrò dargli una bella sforbiciata, ma ci provo!". Il problema, se ce n'era uno, era proprio dato dal fatto che la storia di Nizzi non potesse adattarsi al nuovo formato proprio per la sua lunghezza. Nizzi la risolve facendo rientrare la sua sceneggiatura in 226 pagine, cioè appena due in più di quella di Buzzelli. Se per il 1989 il problema è risolto, nell'autunno 1988 si pone il problema del Texone del 1990, il terzo. Questa volta non c'è una storia "alla Giolitti" che potrebbe andare bene anche per il Texone. E' vero che Sergio si è dato da fare arruolando a novembre un celebre nome del panoma fumettistico italiano, parliamo di Magnus, ma è vero che il suo Texone (il primo che nasce in effetti programmato per la nuova serie) non sarà ottimisticamente pronto prima del 1992. E su Magnus, in redazione, sono in molti a nutrire dei dubbi e già si scommette che non andrà oltre le 50 tavole. Un numero imprecisato di artisti di fama internazionale, nel frattempo, hanno declinato le offerte di Sergio: troppi impegni, troppo gravose le 224 pagine da disegnare. Insomma c'è tanto entusiasmo in via Buonarroti, ma in quegli ultimi mesi dell'anno (1988) non si sa proprio che pesci prendere. Davanti ai tanti no, si fa avanti l'idea di far realizzare un albo speciale a Galleppini. Per una serie di motivi: a) E' il papà di Tex e il suo sarà, nella nuova serie, un numero speciale, un omaggio; b) Galleppini si è fatto avanti lui stesso: è smanioso di provare il nuovo formato gigante; c) E' forse l'unico all'interno dello staff capace di disegnare 224 pagine nell'arco di circa un anno e mezzo. Il problema del Texone del 1990, siamo nei primi mesi dell''anno 1989 è, si può dire, risolto: ai lettori farà piacere ritrovare il classico tratto di Galep anche nella nuova collana. Ma in redazione si è sempre di corsa, più indaffarati che mai. Se infatti, come detto, Sergio punta su Magnus, è vero che il suo Texone resta programmato solo per il 1992. Che fare dunque per il giugno 1991 ? Sergio si guarda da una parte e dall'altra e non vede nessuno disposto ad accettare l'incombenza delle 224 tavole del fumetto più popolare d'Italia. I mesi passano lentamente senza che realmente si affacci una possibilità concreta e si comincia a disperare (servono almeno due anni per disegnarlo!). Arriviamo così al maggio 1989. Con Zaniboni, storica firma di Diabolik, Sergio ci aveva INUTILMENTE già provato nel lontano 1977. Ma sono passati più di dieci anni, l'artista si trova libero, ha appena cambiato casa e ora si trova a vivere vicino a un maneggio di cavalli ( i cavalli, come già anche Magnus, sono il suo punto debole). "Ma dai, dice Sergio, ti faccio scrivere da Nizzi una storia cittadina, senza o con pochi cavalli". Il nome di Nizzi è un altro motivo per tentare Zaniboni, che con lui ha già lavorato più di dieci anni prima sulle pagine del Giornalino. Il Texone di Zaniboni parte dunque in extremis quell'estate: c'è il problema dei tempi stretti (e dagli!) ma lui ha trovato un sistema: disegna solo le matite molto ben definite e inchiostra gli spazi neri direttamente sulle fotocopie, ciò che gli permette di velocizzare sensibilmente i tempi. Il suo Texone sarà ifatti pubblicato senza patemi nel giugno 1991, due anni dopo. Pensate che le preoccupazioni di Sergio siano finite e che il Texone abbia superato le difficoltà iniziali? Se la risposta è si, state sbagliando e di molto anche. Magnus, ah Magnus, croce e delizia, si è trasferito nell'eremo di Castel del Rio e sta disegnando lentamente le sue prime tavole del suo Tex con uno stile unico e grandioso. Sergio guarda sconsolato il mobile in cui sono accatastate le tavole già pronte ricevute dai vari disegnatori e capisce che Magnus non ce la farà mai ( se mai ce la farà) a terminare per il giugno 1992. Prende il telefono e gli chiede di rinunciare a tutte le preziosità del suo stile, in redazione non possono permettersi il capolavoro se questo non è consegnato nei tempi. Magnus risponde picche. Sergio si arrabbia. Alla fine, con gli anni che passeranno inesorabili tanto da far mettere questo texone fuori dalla scaletta, i due litigheranno anche seriamente per riappacificarsi solo qualche anno prima della pubblicazione. Sergio ha di nuovo il problema del texone 1992, esattamente come ce l'aveva del texone 1991. Come diavolo trovare un nuovo Zaniboni disponibile ? Siamo nell'estate (o autunno) del 1989, l'editore è in vacanza in Francia a Parigi, dove vive un certo Victor De La Fuente. Inutile dire che una proposta, una decina di anni prima, Sergio l'aveva fatta inutilmente anche a lui. Questa volta però, complice anche la cordiale atmosfera di un ristorantino sulla Senna e una buona bottiglia di Beaujolais, l'artista spagnolo cede alle richieste e dice di si! Sergio gli ha mostrato qualche soggetto e lui ne ha scelto uno prettamente western con le calde atmosfere del sud-ovest ma - qui possiamo farci una risata - l'editore gi impone di finirlo in tempi strettissimi, marchiato a fuoco, forse, dalla sua recente esperienza con Magnus e temendo una certa inaffidabilità nell' artista spagnolo che vive all'estero ed è fuori dal suo diretto controllo. Ha bisogno di tempi certi, Sergio, non possiamo dargli torto, altrimenti non riuscirà a garantire l'uscita in edicola per il Texone del 1992. De la Fuente, contro tutte le previsioni, porta a Milano le ultime tavole di "Fiamme sull'Arizona" nel mese di luglio 1991, cioè esattamente un anno prima della sua pubblicazione (diffida delle poste e teme che le tavole vadano perdute, per questo si è sobbarcato periodici viaggi nel nord Italia). L'artista si lamenta però moltissimo proprio per i tempi strettissimi, che non gli hanno permesso di curare la sua opera nei minimi dettagli. Sergio è contento lo stesso e lo premia assumendolo in pianta stabile sulla serie regolare! Il problema opposto presenta invece Victor Hugo Arias. Qui non posso essere preciso con i tempi, però diciamo che la fine del 1989 o il 1990, dovrebbe essere la collocazione ideale per situare il suo reclutamento per il Texone. Nizzi ha pronta per lui una sceneggiatura (che non leggeremo mai) con una classica storia western, il disegnatore argentino ha iniziato a lavorarci, il suo texone dovrebbe essere il settimo o l'ottavo, programmato per il 1993 o il 1994 (c'è infatti, nel corso del 1990, anche il reclutamento di Carlo Raffaele Marcello, appena ritornato dalla Francia), ma le prime tavole sono bocciate per insufficienza artistica (temiamo un caso Lito Fernandez ante litteram). Sergio, in questo caso è inflessibile, la storia gli è subito ritirata e tutti se ne dimenticano, persino Nizzi, che usera solo alcuni anni dopo alcune scene per la sua "Topeka". Quello che viene dopo, chi non l'ha ancora fatto, può leggerlo nella pagine del 14° numero della nostra rivista. Per quanto mi riguarda, spero con queste righe di avervi dato una piena idea su quellla che fu l'avventurosa nascita di questa collana. Oggi si può differire il Texone di Villa di quattro mesi, pensate voi, come sono cambiati i tempi!
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