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Letizia, le immagini che ho postato hanno una buona risoluzione: i dettagli appaiono chiaramente se ci clicchi sopra. Il book è chiaramente photoshoppato: male.
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Ristampa Anastatica Dei Non Censurati Di Tex
ymalpas replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Vai al topic specifico. -
In realtà c'entra poco la cultura in materia o meno, basta semplicemente accostare un originale al book cartonato. La rabbia è per l'occasione persa, per la superficialità, ancora una volta devo constatare quanta scarsa considerazione nei confronti dei lettori, o almeno di quella fascia di più esigenti. . Sono immagini abbastanza grandi per notare i particolari. Al di là dei colori che di vintage hanno poco, guardate i lacci del sombrero del messicano all'altezza del braccio. Una photoshoppatura fatta male, ci traffico da trent'anni con il programma per farmi sfuggire questi dettagli. Non ho guardato alle tavole interne, ma Tesah è con la gonna 1986 della Tutto Tex: hanno rifatto la Tutto Tex con il cartoncino! Dovrei passare in rassegna i dettagli dei neri, per esempio dei pantaloni di Tex, per vedere se le immagini sono veramente fedeli come resa. Lasciamo perdere poi ''uomini'' al posto di ''scagnozzi'', pugno nell'occhio in 4 di copertina. Se avessero provato veramente a fare un'edizione filologica, ma riproproporre sempre le stesse cose!
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Come ho scritto nell'altro topic, la copertina è solo in apparenza fedele all'originale del 58. Mi sono andato a guardare la ristampa di 350 lire e quella si che è fedele. Questo cartonato è un lavoro pacchiano. Se servono le foto posso pure postarle, ma non ne ho voglia.
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Ristampa Anastatica Dei Non Censurati Di Tex
ymalpas replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Stiamo parlando di 12 anni fa, non ho più le foto. Resta il fatto che il lavoro fatto dalla Mercury è pessimo. Faccio notare che la ristampa SBE della nuovissima cartonata non è molto meglio, mi è bastato dare uno sguardo a un solo particolare della copertina per capire che non è una cosa professionale. Quasi quasi farei un salto a Milano per spiegare loro come si fanno, bene, le cose. -
Nel primo albo non c'è traccia del nemico. Credo che sia una delle rare volte in cui ciò accade. A meno che non mi sbagli. L'animaccia nera è un bianco o un cinese? Il titolo del secondo albo dovrebbe darci ragguagli maggiori sull'identità dei rapitori: se Boselli non si smentisce l'aver tirato in ballo i cinesi (e Rick Master) e un passaggio più o meno infruttuoso a Los Angeles sono due elementi che potranno servirci a chiarire il "giallo" prima della lettura del terzo albo.
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Per far notare solo un dettaglio che la dice lunga su chi scrive le storie e non si accontenta del brodino riscaldato, la scenetta iniziale con la biondina che manifesta tutta la sua diffidenza nei confronti di Shimizu, spacciandolo per un cinese, che rispecchia la realtà dei fatti di inizio novecento con la paura del ''giallo'', ben testimoniata anche a livello fumettistico. Tocchi di classe.
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Grandissimo primo albo e devo dire che è una fortuna che la storia (come questa si preannuncia) abbia evitato di finire tra gli irti scogli dei Maxi e magari finire letta non proprio da tutti (infatti ho comprato anche il maxi Tex e non so quando troverò la voglia di sfogliarlo). Boselli è una garanzia di qualità e in queste pagine mi ha persino strappato più di un sorriso, anche meno verboso di certe ultime storie e concreto nel delineare una trama che troverà il suo pieno sviluppo nel secondo albo. Non conosco il Rick Master bonelliano, ma questo che figura in queste pagine è simpaticissimo (compreso il suo domestico giapponese). Non vedo l'ora di leggere il secondo albo per vederlo finalmente al fianco dei due pards. La storia è appassionante e rivedere in azione thong e hatchet men per le strade di Chinatown mi ha riportato ai classici anni settanta incentrati sulle triadi cinesi, che mostrano qui un volto umano sconosciuto e se come penso Tex si troverà in questa storia a dover aiutarne addirittura il capo, sarà una situazione inedita e gustosa tutta da leggere. Disegni di Benevento che sono una benedizione per questa storia, accurati e dettagliati, meriterebbero il grande formato. Se gli albi di Tex fossero tutti come questo venderebbe ancora 700000 copie al mese.
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Gli aumenti ci stanno. Li abbiamo sempre avuti e il costo di un albo resta, tutto sommato, alla portata di tutte le tasche, sia che si parli di 4,90 sia che si parli di 5,90. Tuttavia ne parlavamo già mesi fa pronosticando il mese in cui si sarebbe avuto il rincaro. Quindi, non c'è nessuna sorpresa. Sappiamo da tempo ormai che gli aumenti sono dettati da una politica editoriale piuttosto che dalle reali contingenze. Per esempio i costi della carta, che il buon Sergio tirava in ballo ogni volta e se non ci credevi, ti veniva la voglia di crederci lo stesso, perché ci stava. Perché era un editore che ti dava l'idea che fosse ben lontano dal concetto di spremere le tasche ai lettori dei suoi albi. Per quanto ne sappiamo, e ne sappiamo ben poco, è sempre possibile che alla base di questi rincari programmati a distanza di due anni (sono due?), ci siano inesorabilmente conti da far quadrare a fine mese, dall'inflazione al cronico calo dei lettori o a chissà cos'altro. In ogni caso, è qui che voglio arrivare, c'è un errore nella comunicazione. Leggendo i messaggi di questa discussione, sono in tanti a sentire sulla propria pelle, fortemente, la sensazione di essere vacche da mungere o polli da spennare. Una sensazione che in passato non ho mai provato. E non c'è niente di peggio per un editore in difficoltà che affidarsi a strategie commerciali come il classico contentino sotto forma di gadget, di solito penoso, che psicologicamente dovrebbe attutire l'impatto del costo maggiorato al momento dell'acquisto, nel mese in cui si verifica. Dal mese successivo il rospo è stato già ingoiato. Questi sono messaggi assolutamente da non veicolare nella comunicazione tra l'editore e la sua utenza. Il secondo errore sta nel ritenere ineluttabile il crollo delle vendite e il mancato ricambio generazionale. Si rifugiano in un progressivo e più o meno rassicurante (per loro) aumento dei prezzi che ti permette ancora di far quadrare i numeri senza cercare soluzioni radicali alternative. Ecco dunque fioccare le collane, le ristampe, con gli autori costretti a produrre tavole e tavole di sceneggiatura con la conseguenza inevitabile del calo della qualità del prodotto che alterna così rare belle storie al piattume generale. Il lettore non è che si fa passare tutto per buono, se ne accorge se una storia che una volta sarebbe finita cassata nel cassetto di via Buonarroti oggi ti occupa invece due mesi della serie regolare. E non è vero che con cinque euro non si trova niente di meglio, anche in edicola, dove per lo stesso prezzo di prendi un romanzo o un saggio. Se in edicola compro, per abitudine, prodotti che so già che non leggerò, e mi sta capitando sempre più spesso ormai, il segnale d'allarme c'è o ci dovrebbe essere, tu editore stai mandando in edicola prodotti che non interessano, il danno nella fiducia che il lettore mese dopo mese ti concede è incalcolabile. Io posso ancora permettermi una spesa che ogni mese gravita comunque intorno ai trenta euro circa, che non è poco, sia chiaro, e penso tra me e me a chi me lo fa fare per albi che alla fine so già che neanche leggerò. È una follia bella e buona. Sapendo poi che ci saranno dei rincari, tipo il maxi a 11 euro! ...insomma andiamo di bene in meglio, ma per quanto ancora?
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Per me che mi prendo all'inizio del mese con dieci euro (banconota) il Tex e lo Zagor, dover tirare fuori la moneta da un euro (o due) fa molta differenza. Psicologicamente, non monetariamente. E pagare per il Tex Wiler il prezzo che pagavo fino a ieri per il gigante anche. L'aumento dei prezzi, poi, che a questo punto diventa prevedibile come il tempo a Londra d'inverno pure non giova: mi sento un bove al mattatoio. Vediamo a quanto ammonta il rincaro, ma resta una politica editoriale assolutamente discutibile. Poi gli alti e bassi sulla serie regolare (l'ultimo albo neppure letto...) Infine, le edicole chiudono perché i prodotti in vendita non si vendono come si vendevano prima. Inutile prendersela con la gente che non legge più o con gli smartphone, la verità è che se proponi un prodotto di valore la gente te lo acquista. E TE LO LEGGE! Negli anni settanta Tex vendeva 700000 copie senza uscite collaterali e storie con tutti gli attributi, Zagor Idem, Mister No idem. Oggi quella qualità ce la scordiamo e siamo costretti a pagare di più un prodotto che vale meno e che per questo vende dieci volte di meno. E le edicole chiudono, certo che chiudono, per tutta questa roba che resta invenduta perché è scadente. Ma è un problema non solo della Bonelli ma della carta stampata in generale. Prendiamo i quotidiani nazionali o locali che veramente ci vuole fegato a leggerli, per non dire che a me verrebbe la voglia di andare a picchiarli tutti quanti... Altro che regalare loro uno o due euro al giorno come mi capitava solo trent'anni fa. E le edicole chiudono. E si dà la colpa alle edicole. Ma è come nascondersi dietro un dito che però non nasconde la pochezza di quello che mandi in stampa con rincari la cui ragione di essere è quella di coprire i buchi nei bilanci annuali in cronica perdita. È brutale come analisi ma cercare capri espiatori non aiuterà a salvare il salvabile. Così come l'ennesima ristampa cartonata che avrei comprato e seguito numero dopo numero se in prima pagina avessi letto scagnozzi invece che uomini. Non è una questione di spendere una manciata di euro in più o in meno, è proprio quello che mandi in edicola, CHE NON INTERESSA. Ma quanto ci vuole a capirlo? Io ho perso la speranza.
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[Magazine N.12] Mistero sui monti Colorado - Barbary Coast
ymalpas replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Lette le due storie circa una settimana fa, della prima incredibilmente non ricordo più nemmeno la trama, della seconda di Boselli invece ricordo tutto, con la simpatica carrellata di nemici, in particolare la signoria Piggott, i tipacci della palestra che è sempre piacevole rivedere, e le disavventure di Devlin che riesce comunque a uscire a testa alta. Tutti i personaggi andrebbero riproposti in una nuova avventura di cui questo breve episodio andrebbe a costituire l'antecedente, con Tex e i pards, ovviamente. Spero che Boselli ci pensi! -
Siamo di fronte alla solita storia che non aggiungerà niente al mito di Tex: da destinare a qualche speciale più che da inserire nella serie regolare. Poco altro da aggiungere, IMO.
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Per rispondere a Diablero, non ho tutti i dati sulle storie di Manfredi, però: Texone di Freghieri è del dicembre 2019 Color Tex di Cossu è del dicembre 2019 La regina dei vampiri è del novembre 2016 Il cartonato di De Vita risale ai primi mesi (inverno) del 2015 La banda dei serpenti è del febbraio 2014 Deserto Mojave è un soggetto del novembre 2014 La breve di Biglia del Color Tex è del settembre 2012 Oro nero è dell'agosto 2011 Sei divise nella polvere è del gennaio 2009 La grande sete è dell'autunno 2006 Il texone di Gómez è dell'autunno 2006 Non ho altri dati 😒 Deserto Mojhave era per la serie mensile!
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Un mio piccolo aneddoto sull'autore che ci ha lasciati. Eravamo nel 2009, credo, e Manfredi era appena passato alla serie regolare con la storia dell'acqua disegnata da Civitelli e ricordata poco sopra da Monni. Era l'epoca in cui il forum cercava di emergere dalla mediocrità e tra gli utenti che si davano da fare vi era un indiavolato Anthony Steffen, che davvero si prodigava in tutte le maniere. Fu lui ad avere l'idea del Tex Magazine del forum e sempre lui a fare una piccola intervista a Manfredi che aveva contattato in privato. Ricordo che mentre ne parlavamo gli dissi: Carmelo, che ne dici di mettere l'intervista direttamente sul magazine? (Era inizialmente prevista infatti la sua pubblicazione sulle pagine del forum). Fu così che decidemmo di fare qualche altra domanda a Manfredi e alla fine ne venne fuori un'intervista carina e simpatica di diverse pagine. Lui fu gentilissimo e rispose a tutto senza mai tirarsi indietro. Quando il magazine fu online, attraverso Mauro Boselli giunse nelle mani di Sergio, immagino in una versione cartacea stampata negli uffici della casa editrice. Il Sergione ci fece sapere che reputava la nostra davvero una bella iniziativa, aveva sempre un occhio di riguardo e qualche buona parola per i piccoli fanzinari da incoraggiare, e venne fuori che una delle cose che maggiormente lo sorprese fu proprio la disponibilità che Manfredi ci aveva concesso (visto che eravamo proprio alle prime armi e nessuno ci conosceva). Non riusciva proprio a capacitarsene. Con l'autore ebbi anche il modo di fare una gaffe ponendogli la domanda se dovessimo considerare quella storia in edicola come una storia a tesi, idea che lo rivoltava proprio, che ne potevo sapere, decisi lo stesso di conservare quella domanda nell'intervista del magazine e la relativa risposta un po' piccata in cui il buon Manfredi mi tirava le orecchie! Lo ricordo con molta simpatia anche se le storie pubblicate su Tex le ho sempre giudicate atipiche.
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Letto. Tutto sommato un qualcosa di leggibile, pensavo peggio, ma sono d'accordo con quelli che dicono che è un brodino riscaldato, ciò che non può andare bene peri nostri palati anche solo a considerare come era imbandita la tavola di Tex un tempo. La sequenza finale sinceramente non l'ho capita molto, molto teatrale ma anche perché ritardare l'entrata del ''testimone'' solo per dare la possibilità al colpevole di dichiarare prima la sua innocenza? Bella e toccante invece l'ultima vignetta di pagina 114, con l'indianina che se ne va dopo essersi vendicata. Con la bellissima copertina di Villa, quasi quasi da sola vale la spesa per l'albo. Su Tex abbiamo letto molto di peggio e quello che ci aspetta per questo 2025 non mi fa ben sperare, a cominciare dalla storia del mese successivo, con dei disegni (del nostro vecchio pard Ginosatis, tra i fondatori di questo forum nel 2006) che non mi entusiasmano troppo e un nemico escogitato da Ruju, el escorpion, che mi ispira anche di meno. Speriamo invece che con la primavera piova un po' più di luce e calore sulle storie del nostro Tex, se ne sente tanto il bisogno.
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Però è spiegato bene dopo che era una pratica adottata per domare i cavalli più irrequieti - cioè una cosa vera e reale - che se su Tex non si era mai vista resta una bella trovata narrativa. Meglio questo che le soluzioni banalissime e fasulle escogitate da altri autori che mi fanno sbadigliare e di cui sono piene gli albi di Tex. Tu e Borden dovreste seppellire l'ascia di guerra, tu sei il miglior utente del forum (al netto delle polemiche) e lui l'unico autore della Bonelli capace di scrivere grandi storie di Tex, davvero imperdonabili questi bisticci verbali. Peccato che non si possa fare un "tutti al bancone, è rimasta ancora qualche bottiglia intatta".
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Sondaggione numero quattro su Tex e la Sergio Bonelli Editore
ymalpas replied to ymalpas's topic in Sondaggi Texiani
Al netto di refusi come il "capitano" Mark che non so come l'ho tirato fuori (mi consolo, capita quando devi gestire sondaggi di queste proporzioni), voglio difendere le "opzioni" e le "domande" di questo sondaggio, anche per far capire una cosa che mi sembrava importante: in questo forum non solo ci sono diverse opinioni, il fatto è logico per sua natura, ma ci sono proprio correnti di pensiero diametralmente opposte. E le crociate per redimere chi non la pensa come noi sono solo battaglie perse in partenza. 1) La prima domanda sulla resa (in calo negli ultimi cinque anni) di Mauro Boselli un po' me l'aspettavo dall'aria che tira su questo forum. Ma per me non si tratta tanto di caduta, semmai è legato soprattutto alla sua assenza dalla serie regolare. Per cui lui si prende colpe non sue, perché la fascia 700 è soprattutto la fascia di Ruju e Nizzi con storielle dimenticabili. Anche nelle storie che mi hanno appassionato di meno come quella dell'extraterrestre, resta un autore solido e capace di portare il lettore fino all'ultima pagina. Credo che l'autore paghi in un certo senso "il filone" narrativo su cui si è ultimamente concentrato, fatto di ritorni estremamente difficili da sceneggiare. Se osserviamo la produzione boselliana è fatta di tanti momenti diversi a partire da quello epico avventuroso iniziale degli anni Novanta fino a questo più o meno storico in cui si è anche preoccupato di mettere un po' di ordine nella serie con certi ritorni: le storie di Yama, Mefisto e della Tigre Nera nascono per rimediare a certi pasticci nizziani, il ritorno di Manuela Montoya non è propriamente voluto o pensato da Mauro Boselli e comunque non è così scandaloso, la storia del Monte Rainier è a sua volta un tentativo di riscrivere una storia di GLB nata dai soggetti di Giorgio (che fu scelto) e di Mauro (che non fu scelto e andò perduto) che nasceva da buoni presupposti e che GLB non fu in grado di trasformare in un classico. 2) E' per me sorprendente la divisione del forum nei giudizi sulle storie di Nizzi, che per me restano molto al di sotto della sua stessa, detestabile, produzione tra il 2000 e il 2008. Noi forumisti che siamo una fetta scelta di lettori più o meno critici ci dividiamo su un autore che, IMO, era pure partito bene nel 2017, ma che ha inanellato una serie di storie da spavento, compresa quest'ultima che se si salva in corner considererò appena discreta. Non oso immaginare, a questo punto, quale sia l'accoglienza delle storie da parte del pubblico che dagli albi di Tex (di Nizzi) chiede solo una mezz'ora di intrattenimento. Vuoi vedere che ha ragione proprio lui (e il suo sodale) nel vedere nei forum solo un'immagine distorta della realtà? Sono le nostre solo fissazioni da nerd (anche se abbiamo superato gli "anta" da molti anni ormai)? 13) Questa domanda, in cui proponevo qualche idea più o meno originale e comunque difficilmente sceneggiabile, vede prevalere le prime opzioni "classiche" con storie di Kit Willer bambino (che sulla Tex Willer non leggeremo mai, perché credo che Boselli voglia fermarsi prima del n. 10 "Il tranello") sceneggiate dai nuovi autori e da Boselli in primis, o l'avventura romantica che vedrebbe coinvolto Tex al fianco del padre in un episodio perduto nella sua memoria, tutto da raccontare. Voglio spendere però qualche parola sull'opzione sulla quale Diablero si è speso nel suo ultimo post, anche perché per me è un utente che soffre di un suo rigetto a prescindere verso la riscrittura di episodi classici del passato. Secondo me niente è intoccabile e da un classico non deve per forza nascere un altro classico, mi basta la bella storia che mi appassioni E comunque ho parlato di uno spin off dove si potrebbe tentare: se dalla storia di Mitla o di Lucero sarebbe difficile tirar fuori qualcosa di nuovo, pensiamo alle possibilità che potrebbe offrire una storia ambientata nuovamente a Chinatown, a Vicksburg o nella Melanesia, con il ritorno di alcuni di quei personaggi che le animarono. 17) L'ultima domanda sul forum, infine, ci vede tutti d'accordo: lasciamo le polemiche alle nostre spalle e iniziamo il nuovo anno con uno spirito più sereno e conciliante verso le opinioni dei nostri dirimpettai. E saremo già a metà strada per godere di un ambiente più sano e motivante. -
Che fine hanno fatto le sceneggiature originali di GLB?
ymalpas posted a question in Domande dei lettori
La pubblicazione, recente, del Tex inedito di Tarquinio, ha permesso per la prima volta di vedere associate alle tavole anche le pagine di sceneggiatura dell'autore. Si tratta di un evento eccezionale! La storia, messa da parte e ''dimenticata'', era accompagnata anche dalla sceneggiatura per permettere l'inserimento del lettering. Quindi, suppongo, GLBscriveva a mano o batteva a macchina i testi, i fogli erano dati ai disegnatori e poi ritornavano in sede per il lettering. Non tutti i disegnatori, infatti, avevano come Ticci (poi anche Civitelli) la brava Monica Husler a disposizione in casa. Che fine hanno fatto dunque tutti gli originali di GLB? A ) sono andati distrutti, anche per mancanza di spazio. B ) si trovano ancora alla SBE da qualche parte, anche in un magazzino fuori centro. C ) sono stati restituiti a GLB e quindi sono in possesso del figlio Giorgio. D ) sono rimasti in mano alle letteriste, forse da loro distrutti E ) sono in possesso del disegnatori, massimamente quindi della famiglia Galleppini. Nizzi, per esempio, conserva a casa sua tutte le sue sceneggiature rilegate. Questo lascia supporre che la SBE le restituiva comunque agli autori. Ma Sergio faceva lo stesso con il padre? Nonostante lo straordinario interesse che rivestirebbero questi testi, completi e non censurati, stiamo parlando di un fenomeno unico nel panorama letterario italiano come GLB, l'interesse verso questi originali è sempre stato scarso o inesistente. Nessuno si è mai seriamente posto la domanda. In una vecchia intervista GLB si lamentava che il primo letterista di Tex, Gino Rognoni, morto di sonno ( perche questo era per lui un lavoro secondario che svolgeva come Galep, con il quale condivideva l'appartamento, solo durante la notte), gli tagliava le frasi (non ci stavano nei balloon) o se le inventava talvolta di sana pianta, senza curarsi minimamente dell'importanza che questi testi avrebbero acquisito nel corso degli anni (erano strisce che non sarebbero durate a lungo, si pensava). Noto che le pagine di sceneggiatura che conosciamo, quelle poche della storia di Mefisto (ma ne ho visto anche di A sud di Nogales e di L'aquila e la folgore) sono venute fuori quando negli anni ottanta i primi studiosi hanno iniziato con i loro libri a studiare il fenomeno Tex e quindi a interessarsi ai due autori. GLB o la casa editrice evidentemente avevano il materiale a portata di mano. Possibile che siano andate davvero tutte perse? Il loro interesse è straordinario. Permetterebbe di gettare una nuova luce sulle prime storie di Tex, pensiamo all'enigma legato allo ''spadone' nel numero 4, storia censurata con una serie di strisce stralciate... Pensiamo anche a altri possibili testi forse censurati da Tea o Sergio perche ritenuti sopra le righe. Di cui non sappiamo nulla. E dopo il 1961, con il marchio di Garanzia Morale, con le nuove storie che uscivano già censurate, gli originali presentavano già una forma di autocensura, cioè GLB si era rassegnato? Qui può aiutare lo studio del linguaggio bonelliano nella storia di Tarquinio, con il numero di ''per l'inferno' o ''diavolo'' ecc che potrebbe essere superiore alla media del periodo. Comunque sia, lascio spazio alle risposte dei forumisti, magari facciamo un po' di luce su un argomento almeno per me piuttosto oscuro. Perché nessuno si interessa della sorte di questi originali? Fu Sergio a farli sparire perché temeva e chissà cosa ? Oppure si sono persi perché veramente erano ritenuti di scarsissimo valore? Sarebbe interessante una ristampa con i testi VERI come recentemente si vede con le versioni ultimate, uncut, uncensored nei film ? A voi. Inserisco qualche pagina di sceneggiature di autori che hanno scritto per Tex. Questi i quattro storici, che ho preso da una vecchia discussione andata deserta del 2020. Gian Luigi Bonelli Sergio Bonelli Claudio Nizzi Mauro Boselli Non ne ricordo molte altre in circolazione. -
Fresco di lettura, per quanto mi riguarda resta una storia finora discreta, priva di mordente, a tratti noiosa e con qualche scena che mi ha fatto storcere il naso, a cominciare dall'ottusità del comandante che ingoia tutto sul massacro di innocenti donne e bambini ( ma immagino che Nizzi potrebbe obiettare facilmente che siamo nell'Ottocento e la sensibilità in quegli ambienti di frontiera non può essere giudicata con i moderni parametri). Incomprensibile anche il fatto che i due pards si disinteressino della ricerca del disertore per occuparsi di un gaglioffo a loro ben noto che dovrebbe portarli direttamente al fuggiasco. Sono dettagli che denotano scarsa logica e frettolosità nella scelta di certi meccanismi narrativi che ben si prestano a sostegno della tesi per cui l'autore consideri ormai i lettori di Tex per dei rimbecilliti che si bevono tutto. Mi dispiace dirlo, ma non abbiamo tutti l'anello al naso come pensa lui. Anche la storia d'amore tra il tenentino e la figlia del generale ( per citare un bel film poco... citato... di fine anni Novanta) è proprio descritta in maniera dozzinale. Che differenza con la Liz Starret della boselliana Fort Apache o con lo speciale su Carson di Giusfredi che abbiamo letto quest'estate, malinconica e costruita abilmente sui sottintesi. Insomma un'altra storia diuretica del Nizzi, priva di anima, che resta discreta per qualche momento felice, ma che non aggiunge niente al mito ottantennale di Tex che avrebbe bisogno di ben altro per continuare a essere alimentato. Ma vabbé, consoliamoci con il fatto che il Nizzi è stato già messo alla porta alcuni anni fa, altrimenti ci sarebbe da essere seriamente preoccupati.
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Diciamo anche, tout court, che se non ci fosse stato Boselli quella serie avrebbe chiuso dopo un anno. È stato lui a rendere credibile un'idea, che fa un po sorridere se non è da considerare semplicemente eretica, di riscrivere storie degli anni 40 che i lettori conoscono a menadito. Scrivere organicamente del passato di un eroe, come idea non è certo nuova, basti pensare che mille anni fa lo si faceva già con ''Les enfances'' delle ''Chansons de geste'', il difficile è portare all'acquisto migliaia di lettori di un prodotto che altrimenti avrebbe il soffio corto. E ci è riuscito prendendo in mano la nuova serie e scrivendo storie belle e appassionanti e, come ha già fatto su Dampyr, creando un universo di rimandi, ritorni, nuovi personaggi ecc che è assolutamente avvincente. Un tessuto narrativo in cui le vecchie storie di GLB vengono a intersecarsi e a fondersi armonicamente con le nuove. Certo, tutto questo immane lavoro può portare l'autore a riscrivere o ripensare certe situazioni, ma è una cosa impossibile da evitare, e Boselli lo fa IMO sempre in maniera intelligente. Pensiamo solo per un attimo se questa serie gravasse su un altro autore, come Berardi o Manfredi, e chiedetevi se si parlerebbe ancora del maggiore successo editoriale degli ultimi dieci anni della Bonelli. Invece qui si opina (quasi) di un autore da pensionare, ma non forse non ci si rende conto dell'enorme sciocchezza che si fa anche solo nel pensarlo! (e non si dice mai abbastanza che la Tex Willer è penalizzata da albetti infimi di 60 pagine)
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Ssss... Zitto! Che se ti sente Nizzi, che ancor oggi è convinto di aver scritto degli episodi per cui nessuno si era mai accorto, secondo lui, che dietro i testi c'era la sua mano e non quella del patriarca del fumetto italiano, potrebbe mettersi a piangere come un vitello. E per certe sue lacrime, non basterebbe un fazzoletto ma ci vorrebbe una spugna. Ecco che ripartiamo con le generalizzazioni e i giudizi tagliati con l'accetta. Boselli che marginalizza Tex? Non lo ha mai fatto, neanche nelle prime storie in cui creava dei personaggi il cui unico demerito era di essere dei giganti. E paradossalmente, quando ha deciso di rinunciare alle sue creazioni originali per riappropriarsi di personaggi e storie del suo mentore, ecco ora che cancella i capolavori del passato (ma si potrebbe anche dire, obiettivamente, che li migliora, come se non si potesse migliorare quello che anche un grande come GLB scrisse nel 1948 per una serie che si pensava avesse i giorni contati). D'altronde il commento del nuovo utente Tracce398, vecchio lettore, dimostra come il successo della nuova serie Tex Willer sia costruito su storie avvincenti, personaggi coinvolgenti, e non certo per i peccati di sovrascrittura, che ci sono, che ci devono essere e che hanno la loro logica in questa collana che vede la luce negli anni Venti del XXI secolo.
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Il problema, mi sembra, è che vedi solo i difetti delle storie di Nolitta. Chiaramente si era avvicinato al personaggio con la sua sensibilità, senza troppo sforzarsi di entrare in sintonia con il personaggio del padre (quello che pretendeva da Nizzi, ma non si sognava neppure lontanamente di applicarlo alle sue storie). Nessuno qui nega che certe sue scelte si prestino alle critiche, anche a me la prudenza in cui si trincera dopo il pestaggio di Tiger è sempre parsa eccessiva in un personaggio che notoriamente veniva alle mani ogni volta che gli saltava la mosca al naso, però un personaggio come El Muerto è uno tra i principali antagonisti mai affrontati da Tex e non solo per la splendida caratterizzazione grafica che gli diede Galep, ma per le intrinseche motivazioni che lo spingono ad affrontare in un crepuscolare cimitero campestre il Ranger in un duello che per la sua intensità GLB non è mai stato capace di scrivere. La sua opera, quello che voglio dire, è che andrebbe letta nel suo complesso. E' un Tex diverso per molti aspetti, ma non per questo le storie sono da buttare. Ci sono lettori e lettori che le apprezzano, non è che ci siamo tutti bevuti il cervello. Di Nizzi per esempio ho criticato l'ultima di Ticci perché è molto vicina a quella che ritengo di poter definire una brutta storia, non solo per le figuracce di Tex, ma perché narrativamente non funziona proprio. Non ha un capo ne una coda. Però è troppo facile tirare in ballo sempre gli origlioni e i cinturoni slacciati per denigrare la sua intera opera che si estende su quattro decenni e conta molti momenti felici e che tu invece bocci in un solo blocco. La stessa cosa fai adesso con le storie di Nolitta.
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Ma quale fossile! A ogni nuova uscita non vedeva l'ora di leggerla la nuova storia e non era neanche la storia ma il personaggio Tex che gli interessava ritrovare. Se avesse bocciato le storie, non avrebbe comprato l'inedito in edicola. Però era anche un lettore della prima ora e le storie a cui era più legato erano quelle della sua giovinezza. E rileggeva quelle e non le altre. Certamente anche perché erano le migliori e lo diceva. Chi dice qui il contrario? Chi ha mai parlato di revisioni? Non ci sono mai state, nemmeno all'inizio. Se non quelle redazionali che si fanno ancora oggi, vedi le correzioni vistose a Segura o a Manfredi. GLB diceva peste e corna delle storie del figlio, Sergio andava bene per scrivere Topolino, e in un' intervista dei primi anni Ottanta a proposito de I ribelli del Canada usò parole forti per esprimere il suo dissenso. Quando Boselli iniziò a scrivere Tex regolarmente, nei primi anni Novanta, invece, niente di tutto questo. Sulle storie di Nizzi, che non gli piacessero, non ne so niente. Forse ne ha parlato Boselli, ma non ricordo proprio. Però ti do ragione su una cosa: se non abbiamo letto storie di GLB negli anni Novanta è che il figlio non ne voleva più sapere. Andava bene pubblicare gli scarti rivisti da Sclavi ma una nuova storia di Bonelli padre, scriverla con Boselli era un suo desiderio, i due non ci hanno mai provato anche perché sapevano che sarebbe stata bocciata. Molto meglio, più rassicurante, affidarsi a occhi chiusi a Nizzi, per esempio con il ritorno di Mefisto. E Boselli che scatena il putiferio con il Codacons, uno dei rari argomenti che lui non ha mai voluto trattare sul forum. Dai tempi del marchio di Garanzia Morale Sergio è stato una calamità, capace di censurare l'incensurabile, comprese le storie del padre dell'epoca d'oro, tanto se la faceva sotto. Lo stesso Nizzi deve averci sbattuto il muso chissà quante volte tentava di scrivere qualcosa di originale, ne sappiamo qualcosa con i soggetti di Civitelli. Se mi si obietta che ne sappiamo troppo poco per poter giustificare la portata della sua censura (a tutti i livelli), quel poco che ne sappiamo lascia intravvedere un quadro desolante. Ma siamo off topic.
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La domanda è: Tex è morto nel 1980 oppure no? Mi metto per un attimo nei panni di mio zio, che era un lettore inesauribile delle storie di Tex. Un lettore vecchio stampo, aveva tutta la collezione, ma non era un collezionista. Iniziava dal numero 1 e leggeva le storie tutte di fila fino al numero 200, 250 circa, poi riprendeva daccapo, instancabile, dal numero 1. Le storie di Nolitta e Nizzi, io gli chiedevo perché non le rileggesse mai, ma almeno una volta le aveva lette, e lui che mi rispondeva invariabilmente che le uniche che lo divertivano erano le prime (di GLB). Per un lettore come lui, che era del 1948, che era cresciuto leggendo il primo Tex, le storie si fermavano al 1980. Punto. Pure continuava a comprare l'inedito mensile e lo leggeva, per metterlo poi da parte e dimenticarsene. Se lo vedevi con l'abo Yampla Flat o Piutes in mano e gli chiedevi, ma perché oggi non ti leggi il Texone di Ortiz, Il passato di Carson o I cospiratori, niente, erano storie che per lui non valevano (le altre). Non ci si ritrovava. Voleva il Tex sbarazzino, guascone, attaccabrighe, che non si piega mai, dal linguaggio colorito e senza fronzoli, con quelle atmosfere che solo GLB era in grado di creare. Era il Tex dello stilista GLB, il Tex vestito da Nolitta o da Nizzi non c'era verso di farglielo rileggere, se non saltuariamente o per caso. Io come lettore sono molto diverso da lui, riesco ad apprezzare anche le storie degli altri autori, quando penso che lo meritano. E penso che il texone di Ortiz sia meglio di tante storie minori scritte da GLB, per esempio. Mi sembra, però, che molti degli interventi del forum, non solo quelli di Diablero che le cose le ha sempre dette chiaramente, bocciando storie come Fuga Da Anderville e recentemente anche Giungla crudele, per me due capolavori da affiancare sicuramente alle migliori di GLB, restino molto vicine a quelle di un vecchio lettore com'era mio zio. Un lettore difficile da accontentare. Cioè di quelli che qualsiasi cosa vada in edicola, a priori, non potrà mai valere le storie di GLB. E mi chiedo cos'abbia di tanto speciale la storia di Berardi per essere portata come esempio, che è finita dritta su uno speciale perché l'editore non si fidava di pubblicarla sulla serie regolare. Un'altra domanda è: Boselli è canonico o è da bocciare per le sue storie degli anni Novanta ? Insomma non va bene oggi perché rivisita e corregge il suo Maestro: andava bene trent'anni fa quando scriveva della banda di Jack Thunder? Anche perché negli anni Novanta GLB quelle storie le leggeva e da quanto posso ricordare non mosse mai nessun appunto, contrariamente a quanto faceva con le storie del figlio che ha denigrato in qualche intervista (da quanto ricordo "I ribelli del canada").