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  1. Invece a me la presenza di vecchi amici di Tex mai visti prima non ha mai dato il minimo fastidio. Forse anche perché sono un lettore d'altri tempi (ma Carlo mi sa che non è molto distante dalla mia età, quindi non vuol dire...), con meno ossessiva continuity, e l'arrivo di personaggi nuovi che i protagonisti già conoscono è sempre stato un caposaldo della narrativa seriale (è l'unica maniera di introdurre in fretta un personaggio simile quando serve: ma vi immaginate se Frank Miller avesse dovuto far incontrare Daredevil ed Elektra in Daredevil 168 anche in fiction, svelando di colpo il grande amore della vita di Matt sin dai tempi della scuola... mai visto nè citato prima in 20 anni di storie? O quando Mefisto di punto in bianco si ricorda che ha un figlio, dovevano farcelo vedere in fasce? Un sicuro vantaggio è che comporta meno contabilità, e meno rischio di errori: se ogni volta lo sceriffo cambia, vuol dire che cambia, punto. Ma se rimane lo stesso, tranne una volta, come nel caso citato da Carlo, diventa un errore... fra l'altro il controllo dei nomi e delle facce degli sceriffi lo dovrà fare borden, sottraendo tempo allo scrivere! (ma mi sa che non gli pesa troppo, visto che ha iniziato lui... ) Concordo con Laredo sul livello delle caratterizzazioni nel texone, io non mi ricordavo di nessuno di quei personaggi, manco dello sceriffo, ma dopo aver riguardato le storie citate in questa discussione, anche se è una simpatica curiosità... non ha aggiunto nulla alla tensione e al "pathos" del racconto. Sono bastate quelle poche pagine per renderli "veri" e quindi far ""sentire" al lettore il colpo della loro morte. Ma questa ottima caratterizzazione non si limita a loro. I 3 fratelli logan sono diversissimi, e anche i membri della loro banda sono ben distinti, dal ragazzino che viene lasciato andare da Tex, a quello che crede di essere l'unico a conoscere la zona. E persino gli indiani, che discutono e non si fanno gabbare dalle "doti di attore" di Carson... (che differenza con i 50 indiani senza faccia e senza nomi dell'ultima storia di Nizzi nella serie regolare, che attaccano a testa bassa senza l'ombra di un piano per tutta la storia) E persino i 4 pards, mostrano benissimo in questa storia carattere e differenza. Tiger è probabilmente il più "sacrificato", visto che appare solo nell'ultimo terzo dell'albo e non si infiltra fra i messicani come Carson e Kit, e forse per questo Boselli nelle poche pagine che ha per lui enfatizza molto gli aspetti che lo hanno sempre caratterizzato: il fatto che fra i pards è quello che meno "perdona" (gli altri avrebbero lasciato andare Alamito, lui no), il senso dell'onore, e anche nella scena della testa mozzata, discussa anche troppo prima. Ma che dire di Carson e dei battibecchi con Tex? Negli ultimi decenni, forse sull'onda dei film action anni 80, sono diventati onnipresenti i protagonisti che sdrammatizzano ogni situazione con battute divertenti. Al cinema può funzionare (anche se spesso anche lì è fastidioso) perché hai meno tempo per ragionarci su e sei un fruitore molto più passivo, ma nel fumetto di solito questo tipo di dialoghi, invece di essere un alleggerimento, appesantiscono terribilmente la lettura nella loro artificiosità. Quando vedo applicato questo tipo di dialogo a Tex e Carson, suona "sbagliato", il loro battibecco continuo non è questo. È la familiarità di due amici che amano scherzare e magari sfottersi bonariamente, ma senza nascondersi i rischi che incontrano. Carson non è il mangione fifone in cui è stato ridotto in certe storie dell'ultimo Nizzi (OK, adesso dopo il suo ritorno devo cominciare a dire "penultimo"). Carson è incosciente e si butta nei rischi esattamente come Tex (anche più di Tex, quando si lascia andare a rischi inutili come il nominare sè stesso e Tex con i messicani). Tex quando era felice con la moglie e un figlio per qualche anno ha smesso di fare il giramondo e si era accasato. Carson avrebbe anche una donna (ma probabilmente più d'una) e una figlia (anche qui, probabilmente più d'una...), ma preferisce ficcarsi nei guai con gli altri pards. Anche se ha più di dieci anni più di loro! Altro che "vecchio saggio", Carson è il più incosciente di tutti! Questa storia mostra benissimo il lato... teatrale di Carson, sia quando racconta storielle e fa battute con gli indiani che vogliono torturarlo, che quando fa finta di essere stato catturato per ingannare gli Apaches (che non ci cascano, con suo grande smacco). Oppure quando "gioca" con i messicani, nella scena che ho già citato prima. Carson è guascone, buffone, teatrale e gioca con il suo "personaggio", fa previsioni pessimistiche e tetre, ma poi si butta lo stesso con gli altri, e non lo fa malvolentieri ma con entusiasmo: il suo pessimismo è uno spettacolo per gli altri. Come meravigliarsi che sia anche quello che ha più successo con le donne? OK, non sto a fare una filippica simile per Tex e Kit, ma potrei farla. Villa è come sempre spettacolare per la spettacolarità dell'azione e la "fisicità" dei corpi, ma qui, finalmente alle prese con una sceneggiatura lunga di Boselli, dimostra quanto sia abile anche a rappresentare emozioni, atteggiamenti, espressioni. I suoi personaggi "recitano" davvero come attori, con i movimenti, con l'espressione, con un sottile sorriso o una goccia di sudore. Spero di vedere presto altre storie di Boselli e Villa: non pensavo che l'avrei mai detto, ma un "narratore per immagini" simile, è sprecato a fare copertine...
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