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TWF - Tex Willer Forum

Diablero

Ranchero
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Everything posted by Diablero

  1. Sì, è soprattutto quello il motivo per cui è difficile paragonare le paghe fra i secoli... immaginate di non dover pagare il gas, il telefono, la bolletta elettrica, la benzina (se vivi in campagna non devi manco pagare il cibo per il cavallo), non devi cambiare gli abiti tutti gli anni (devi cambiare giusto il cavallo ogni tanto, a Tex e a Carson li fanno fuori così spesso che probabilmente è la loro spesa principale... se non contiamo certe scappatelle di Carson nei saloon...)
  2. Ho verificato nel volume "tuttoBonelli 1941-1979", in una nota a pagina 95 si dice che in questa storia Galep viene chinato "in gran parte" da Raffaele Cormio. Però non mi convince che sia solo questo. Per gran parte della serie Pueblo le matite di Galep erano chinate da Francesco Gamba e da Cormio. Qui le chine di Gamba non si notano (almeno, io non le noto) ma possibile che abbia "saltato una storia" in un lavoro regolare come quello di disegnare 80 strisce settimanali? Penso più probabile che per tutta la serie Galep, Gamba e Cormio abbiano collaborato, facendo chine o matite in base alla necessità, e qui Gamba abbia fatto delle matite chinate da Galep o Cormio.
  3. Per non segnalare agli Apaches la loro posizione. Tex affronta Butch Cassidy e Sundance Kid e la loro banda nei numeri 60-61, e in diverse altre storie citano il "buco nel muro" nei dialoghi, ma non mi pare ci abbiano mai ambientato una storia (nemmeno in questa, credo sia un buco omonimo... )
  4. Accontentiamoci della minestra che passa il suddetto convento. Che a volte non è assolutamente disprezzabile. Ho inveito parecchio contro autori che considero totalmente inadatti a Tex, anche nelle loro storie "migliori" (fra virgolette, migliori in generale ma non per Tex) come Nolitta e Nizzi. O Faraci e Recchioni. Ma se mi lamento che ci sono autori "inadatti" a Tex, è perchè ho visto autori ADATTI. (Altrimenti non starei a fare differenze, direi "chiudete Tex che tanto farà sempre schifo". Che mi sembra un po' la tua posizione estremista... ) Insomma, se mi lamento di cose tipo Fuga da Anderville non è perchè "non è GL Bonelli": se lo pensassi, non dovrei lamentarmi, dovrei semplicemente smettere di leggere i Tex non di GL Bonelli. Se mi lamento... è perchè ho letto "Il passato di Carson", o anche "Oklahoma", o anche "Verso l'Oregon", e quindi ho "le prove" diciamo che UN TEX DOPO GL BONELLI È POSSIBILE. Barcamenandosi certo fra quei due estremi che ho citato (e Boselli recentemente mi pare deragliare pericolosamente verso l'estremo di un Tex irriconoscibile e pieno di retcon), certo. Ma se ci sono riusciti finora almeno una volta in TRE... vuol dire che è possibile. Magari è difficile: Manfredi dopo alcune buone prove non c'è più riuscito, forse perchè troppo "particolare" come autore, o forse per un suo calo generale nella scrittura. Secondo me anche Berardi non sarebbe riuscito a ripetersi a lungo senza deragliare (vedi Julia), per gli stessi motivi. Ma possibile che sia tanto difficile scrivere un Tex sì "personale" e con le proprie caratteristiche, il proprio stile e le proprie idiosincrasie... ma che sia riconoscibile come "Tex" e che rispetti quello che c'è stato prima? Però basta con queste geremiadi, non voglio che anche questo thread diventi il solito thread di commenti sulle storie nuove: perchè non ci concentriamo di più a parlare delle qualità di QUESTA storia? (sì, lo so, ho deragliato anch'io, mea culpa...)
  5. Torniamo su questa storia: cosa renderebbe impossibile (o quasi) rifarla oggi? Non il politicamente corretto, su questo concordo con altri che sono già intervenuti. Certo, l'andazzo attuale imporrebbe alcune modifiche. Provo a ipotizzarne qualcuna: Versione politicamente corretta Bonelli attuale: le due donne sarebbero state molto più "girl boss", la vedova invece di dire a Tex che si sarebbe suicidata piuttosto che cadere nelle mani degli Apaches avrebbe detto che avrebbe fatto secco qualunque apache si fosse avvicinato (e si sarebbe stati attenti, nel corso della storia, a farle far fuori un numero adeguati di avversari mostrandola come abile pistolera o comunque capacissima di cavarsela da sola. La spiegazione del perchè una donna così abile e indipendente abbia bisogno di Tex è facile, è bloccata dalla figlia che sarebbe ancora malata, non guarita come qui). Si caratterizzerebbe Plateado come il tipico maschio patriarcale, facendo vedere magari come maltratta le mogli, e più come "cattivissimo" se non psicopatico, mostrando invece alcuni indiani come sani di mente e contrari (per un BUON esempio, vedere "Verso l'Oregon" dove Manfredi riesce con trucchi come questi a rendere accettabili ad un pubblico politicamente corretto una banda di indiani che vogliono catturare donne bianche: tutta la colpa viene scaricata sul capo, mostrato come pazzo al punto da sparare sui suoi stessi uomini che lo seguono costretti). (Notare come invece GL Bonelli non ci dice mai se gli Apache hanno qualche ragione o no, sono razziatori, ci sono donne in pericolo, questo basta senza bisogno di tante premesse. Così come viene dato per scontato che predoni sono interessati a catturare donne, senza bisogno di fare filippiche o sottolinearlo, e comunque Plateado è più interessato a uccidere Aquila della Notte che alle donne) La storia sarebbe stata diversa, ma nulla di irrimediabile. In generale con qualche piccola modifica tipo quelle che ho ipotizzato la trama reggerebbe ancora. Certo, sono modifiche PEGGIORATIVE (se le donne sono capaci di cavarsela da sole la missione di Tex non sarebbe più così necessaria o disperata, e dare spazio al far vedere che "non tutti gli Apache sono per il patriarcato" aggiungerebbe scene inutili), ma non tanto da impedire di fare una storia simile. Cosa, DAVVERO lo impedirebbe oggi? Facciamo un elenco sommario? 1) Manca la "sfida finale" fra Tex e El Plateado. Oggi sarebbe considerata "un errore", perchè le storie vanno fatte con il bilancino e alla fine il cattivo deve essere fatto fuori da Tex, possibilmente con una sfida "drammatica"(?) che in realtà è prevedibilissima. Ma è come le patatine fritte: sono scene in realtà noiose e ripetitive, ma il "lettore" le pretende (qui è difficile dire se sia più colpa dei lettori invecchiati male che non vogliono più sorprese e vogliono sempre la stessa roba, o di autori che li hanno abituati male facendo per anni storie che parevano ottenute unendo i puntini da 1 a 47...) 2) Il piano di Tex non viene spiegato prima. Tex inizia a spiegarlo e zac! La telecamera si sposta. Ma quel che è peggio è che non viene spiegato nemmeno durante la storia e non viene spiegato a storia finita per chiarire cosa è successo. Quindi non viene spiegato nella maniera "standard" a cui i lettori semiassopiti di Tex sono abituati. È vero che oggi qualche autore temerario ancora si azzarda a spiegare le cose "solo" due volte (causando le lamentele di chi rimpiange Nizzi) o addirittura (audacissimo!) una volta sola! Ma qui G.L.Bonelli non lo spiega MAI! Conta sul fatto che il lettore sia capace di fare 2+2, e se quando Tex e company passano attraverso il passaggio trovano la cavalleria nascosta dall'altra parte, capiscano che QUELLO era il piano! GL Bonelli aveva l'enorme vantaggio di scrivere senza ricevere le lamentele di quelli che "non ho capito la storia, come mai c'era la cavalleria in agguato proprio lì? Non ha senso! E non avete mai spiegato il piano di Tex". Anche gli autori attuali dovrebbero capire che quei lettori CI SONO SEMPRE STATI, e NON ERA UN PROBLEMA, non capivano ma leggevano lo stesso. Non valeva la pena di annoiare il 99% dei lettori per accontentare loro. Purtroppo oggi i social fanno un lavoro egregio nel convincere gli autori che hanno un pubblico che non li capisce, e presi dal terrore che qualcuno non li capisca, spiegano tediosamente ogni dettaglio... Ma soprattutto... 3) Il vero, principale motivo, è che... di GL Bonelli ce ne è stato uno. Gli autori attuali o lo imitano (risultando "falsi" come una moneta da tre dollari, anche se imbottiscono le loro storie di tanti "satanassi" e "vecchi cammelli"), o vanno per la loro strada rischiando di rappresentare un Tex irriconoscibile e alieno. O cercano di barcamenarsi come possono fra questi due estremi. Storia come queste purtroppo non ce ne saranno più. Il massimo sarebbe celebrarle, RISPETTARLE come meritano, senza retcon, senza "aggiustamenti", e fare il Tex migliore possibile con gli autori che si hanno, senza cadere nelle trappole dei punti 1-2 che ho citato...
  6. Dalle immagini postate, potrebbero essere chine di Galep su matite di Gamba In altri punti anche le chine non sembrano di Galep, ma come dice non ho "l'occhio" per riconoscerle... mi sa che vista la necessità di fare in fretta abbiano lavorato insieme facendo un po' di tutto alla bisogna... Sul "politicamente corretto su Tex" si apre un discorso lunghissimo, a cui non sono estranee pressioni redazionali (tipo le sigarette dopo il caso codacons). Ma si possono selezionare cose davvero irritanti. Questa volta il caro Nizzi non è il caso eclatante (Lui rendeva Tex più scemo di altri maschi bianchi, mica solo delle donne...), quello irritante è Ruju, con i pards che non sparano mai per primi, le donne sempre perfette e a cui si persona tutto, e soprattutto gli indiani "buoni" rappresentati come povere vittime indifese non molto intelligenti (e questo, in realtà, oggi sarebbe politicamente scorrettissimo negli USA: come ho detto altre volte, soprattutto su Burattini, gli autori nostrani sono ormai così "out of touch" con il mondo moderno che volendo essere troppo politicamente corretti non si rendono conto che la loro versione del politicamente corretto di vent'anni fa oggi sarebbe da cancellazione immediata e ban perpetuo negli USA: era più "moderno" anche in questo GL Bonelli, il suo ex schiavo che si fa giustizia da solo oggi sarebbe perfettamente accettabile, mentre tutti gli eroi che li salvavano oggi sarebbero considerati politicamente scorretti). Avere solo indiani "buoni"? No, quello sarebbe assurdo, ma non si pone davvero il problema perchè non è questo quello che vuole il politicamente corretto moderno (e sarebbe comunque una cosa ben difficile da fare su una serie come Tex
  7. Che le anastatiche Mercury fossero fatte male (e spesso non fossero nemmeno anastatiche) si sapeva, nulla di paragonabile a questa serie che per me a parte alcune cadute tipo il 20 prima serie (scrivete all'editore, bisogna spingerli a ristamparlo fatto bene) è fatto molto meglio e costa molto meno (sia della piacentini che di Mercury) Sugli inchiostri, è chiaro ormai che dipende da copia a copia, si vede che finora ero stato fortunato...
  8. Semplice: il diario arancione di Tex in realtà è stato pubblicato nel 1978...
  9. Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se wikipedia sostiene che lo siano, questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a wikipedia). All'epoca si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile, qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri (basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina. Era il periodo in cui la produzione era quasi triplicata (da 32 a 80 strisce settimanali), stavano arrivando anche altri autori a dare man forte a Galep ma per il momento erano arrivati solo Letteri e Muzzi (il primo veloce ma appena arrivato, il secondo lentissimo), Nicolò aveva fatto un tentativo ma era tornato alla Universo prima del suo definitivo ritorno nel 1969 e Ticci doveva ancora arrivare... e Galep si arrangiava come poteva, in molte storie di quel periodo di Galep c'è davvero poco e si fa fatica a capire davvero quante mani sono intervenute (quello è il periodo circa in cui fu tentato anche Tarquinio, con la storia interrotta pubblicata recentemente in volume) Detto questo, questa breve storia mi è sempre piaciuta. La brevità non la rende un mero "riempitivo" come si vede oggi con autori "cinematografici" che in 81 pagine ti fanno quattro scene con pagine e pagine di personaggi che parlano e disegni che mostrano tutte le sequenze: qui in 81 pagine abbiamo una vicenda drammatica e compiuta, dall'uccisione del cercatore d'oro all'intervento di Tex e Carson fino alla disfatta degli Apaches. Dovrebbero mandarla a tutti quelli che fanno fatica a far stare una storia in un albo con un bigliettino "si fa così"... E poi vedere Tex che trolla per gran parte di quelle pagine gli apaches, deridendoli apertamente per farli arrabbiare abbandonando ogni prudenza, non ha prezzo... "plateado, lo vuoi ancora il mio scalpo?" P.S.: come mai la storia qui è intitolata "El Plateado"? Su Wikipedia è indicata come "Fort Apache", ed è composta da tre strisce pubblicate nell'ottobre 1965 intitolate: Forte Apache In corsa con la morte Il grande agguato Capisco il non voler usare "Fort Apache" già usato per il numero 100 (anche se io avrei chiamato "Fort Apache" questa e "SuperTex" il numero 100), ma perchè non utilizzare uno degli altri due titoli? "In corsa con la morte" in particolare descrive bene la storia...
  10. La mia 13 ha pagine molto più chiare, al limite della leggibilità (soprattutto le pagine 8 e 29) come se si fosse esaurito l'inchiostro. Da quello che dici altre copie potrebbero non avere questo problema... Parli della Piacentini? La prima serie Piacentini va benissimo, quella tratta dagli Albi D'Oro è la seconda (e solo quella) (pare, da varie testimonianze, che di Piacentini esistano diverse edizioni, alcune forse "pirata". io stesso ho avuto fra le mani anastatiche Piacentini della stessa serie palesemente diverse per carta e inchiostri. Però dubito che siano stati riscansionati gli albi, operazione molto pi`costosa della semplice ristampa...)
  11. Nell'ultimo albo, in maniera molto evidente. Sono stato indeciso se riportare l'albo in edicola e farmelo cambiare, ma alla fine ho deciso di lasciare perdere perchè comunque erano leggibili e rischiavo di fare tutto per ottene un altro albo con lo stesso problema. Come sono le vostre, nell'ultima uscita (quella di mercoledì 29 gennaio) le strisce sono stampate bene o hanno molte pagine molto sbiadite? (ormai queste me le tengo, ma se ricapita sarebbe utile sapere se è così tutta la tiratura o solo qualche copia, per decidere eventualmente se provare a farsele cambiare)
  12. Grazie per la segnalazione! Confesso che il Manfredi romanziere mi è ancora ignoto, non ho letto nulla di suo, ma la trama di "Magia Rossa" mi incuriosisce. La prima cosa che mi interessò davvero di Manfredi come sceneggiatore (anche se all'epoca non sapevo chi fosse) fu questa: All'epoca mediaset produceva un sacco di serie, la maggior parte ignobili e dimenticabili (soprattutto quelle più citate e più ricordate, in genere imbarazzanti). Questa invece è davvero divertente e ovviamente non la citano mai...
  13. Io vorrei fare ancora qualche considerazione. Fra le miniserie di quell'epoca, non so esattamente quali abbiano venduto di più o di meno, ma sappiamo che Volto Nascosto fu una delle più vendute, se non la più venduta. Una miniserie che, a sentire i discorsi di tanti "esperti di frasi fatte", non avrebbe dovuto vendere un tubo: non solo "storica" ma persino ambientata nella storia coloniale italiana! Con un protagonista assolutamente non "tamarro", anzi, davvero anti-tamarraggine personificata (punta per tutta la serie una donna che non lo guarda manco di striscio e invece stravede per un "vero eroe" Sappiamo che il seguito pensato per capitalizzare su quel successo non funzionò altrettanto bene. Eppure a sentire le solite "frasi fatte" avrebbe dovuto vendere di più: non più ambientato nella "noiosa" Italia, senza politicamente pericolosi rimandi alla pomposa voglia dell'Italia di farsi un "impero" fuori tempo massimo, era anzi ambientato in Cina! (Come i manga!!!!) e c'erano persino le ARTI MARZIALI! Gran parte delle altre miniserie sono invece state fatte saggiamente, "citando" i classici clichè noir visti già mille volte, con i soliti protagonisti bidimensionali visti mille volte (qualcuno ha detto Brad Barron?), tutta raba che gli esperti garantiscono, piace al pubblico! Ecco il problema della Bonelli: il pubblico NON DÀ RETTA AGLI ESPERTI IN FRASI FATTE! E legge quello che lo appassiona, non quello che "cita" le cose che l'hanno fatto appassionare! Non capiscono che citare è più "postmoderno" che appassionare! È il pubblico che è sbagliato! Detto questo, è un vero peccato che Cani Sciolti sia stato penalizzato da quel formato "audace" idiota che davvero non ho idea chi potesse pensare avrebbe venduto ("ideona! Gli diamo metà delle pagine in un formato diverso da quello solito così non sta nelle librerie che si sono fatti fare apposta e nemmeno in quelle standard, non possono manco metterlo vicino ai TPB americani, è proprio un formato diverso da tutti per rompergli di più il xxxxx e fargli spendere di più, sarà un successone!!!") (io a tutt'oggi non so dove mettere i cani sciolti, danno problemi ovunque li metta, servirebbe una libreria solo per quelli e i Deadwood Dick, le uniche 2 serie audace che ho preso) Nel formato Bonelli normale sarebbe durata solo 10 albi. E sarebbe costata molto meno agli acquirenti. E avrebbe avuto un formarto che non faceva venir voglia di andare a tirare i sassi alla Bonelli. Secondo me sarebbe arrivata alla fine, hanno fatto davvero di tutto per renderla respingente e allontanare i lettori...
  14. Capisco perchè ti piace Nolitta su Tex! Non solo è "negabile", ma te lo contesto proprio! Il mercato del fumetto, in Italia, è in "recessione" in generale dagli anni 70. Il boom di Dylan Dog non solo è stato un boom temporaneo ma, per i numeri degli anni 70... non è un boom. La famosa fascetta del numero 45 citava 200.000 copie di Tiratura, e già era un boom: ma non tutta la tiratura viene venduta! Normalmente già vendere il 50% delle copie era un buon numero, in una situazione di vendite continuamente crescenti probabilmente si vendeva una percentuale maggiore, ma non credo tutte. poi comunque la tiratura crsce ancora, senza tanti annunci roboanti (penso perchè ad un certo punto si supera Tex, ma vallo a sapere), comunque si sa che Dylan Dog arrivò a superare Tex, per pochi mesi, quando Tex vendeva poco sopra 300.000 copie. Solo che negli anni 70 Tex vendeva 700.000 copie. L'Intrepido e il monello vendevano 500.000 copie SETTIMANALI. Topolino si avvicinava al milione. Dylan Dog, il grande boom degli anni 90... negli anni 70 non sarebbe nemmeno entrato nella Top Ten mensile! Nel fumetto italiano io sento parlare di crisi ININTERROTTAMENTE dagli anni 70! Ovvio che anche in momenti di crisi, ci sono testate che per un po', all'inizio, fanno successo. Non so se ti ricordi ma negli anni 90 ci furono altri "boom", più limitati, ma che si esaurirono presto. Lupo Alberto (personaggio degli anni 70) nella versione mensile orizzontale. PK. Si potrebbe anche citare Nathan Never, ma per me fu più il traino "speculativo" dei Dylan Dog (troppi hanno comprato 50 copie pensando ingenuamente di rivenderle guadagnandoci, tanto che ad un certo punto i commercianti, ingolfati da decine di copie mai lette e nuovissime, hanno smesso di accettarli anche regalati! ). Sono piccoli "blip", che non cambiano l'andazzo generale. Anche Tex Willer all'inizio ha superato le centomila copie: vuol dire che è finita la crisi? Le vendite maggiori PER TESTATA la Bonelli le ha avuto negli anni 70, con altissime tirature (anche Zagor passava le 200,000) e prezzi bassi che davano un punto di pareggio altissimo (Ken Parker era in perdita con 48.000 copie...) Le vendite maggiori COME CASA EDITRICE le ha avute invece nei primi anni 90, ma non perchè vendesse molto ogni serie: perchè ci fu la prima proliferazione di uscite! A Tex (che comunque vendeva ancora oltre 300.000 copie) si aggiunse la TuttoTex (e TuttoZagor, TuttoMark, TummoMartin Myster, TuttoMisterNo, TuttoWest...), arrivarono gli special e gli almanacchi, i Texoni e i DylanDogoni, e oltre a Dylan Dog c'erano la prima ristampa, la seconda ristampa, e poi arrivò Nathan Never e Legs e Nick Raider, e Zona X e il Ken Parker Magazine... il boom della VENDITE COMPLESSIVE Bonelli fu dato dal TRIPLICARE LE TESTATE, non dalle vendite di ciascuna di esse. Ma anche le vendite della casa editrice, a quanto ne sono, arrivarono al top nei primi anni 90. Come oggi, la iperproduzione (e allora i prezzi degli albi erano molto più bassi anche in termini reali!) portò a spingere i lettori a fare delle scelte. Le tirature di TUTTI gli albi Bonelli iniziarono a calare (nel caso di Dylan Dog), o continuarono a calare (tutte le vecchie testate storiche), o iniziarono a crollare (Nathan Never, Legs, Zona X, Nick Raider, Mister No). Nella metà degli anni 90 erano già ricominciate le geremiadi. Era già tornata la crisi (nel resto del fumetto italiano non se ne era mai andata, quelli sono gli anni in cui chiudono le ultime riviste "d'autore", la Acme e pure l'effimera bolla di autoproduzioni che avevano sperato di inserirsi in coda alla speculazione di Dylan Dog). Nel 1997 il mercato del fumetto in Italia sarebbe stato in espansione? Ma dove? Per chi? Era già in calo da vent'anni, e l'effetto dell'ultima effimera "botta di ossigeno" era già finita da anni. Molte testata Bonelli ormai vivacchiavano ed erano chiaramente alla canna del gas, anche se si strascinarono ancora per qualche anno. Quel "boom di nuove serie" che parte proprio con Magico Vento serviva proprio a tentare di contrastare questo calo: il venduto complessivo era in picchiata e servivano nuove serie per prendere il posto di quelle moribonde. Vero che, come abbiamo già detto, il primo numero di Magico Vento vendette ancora parecchio (io avevo sentito 200.000 copie, ma forse è un arrotondamento), ma era stato ottenuto facendo pubblicità massicce su Tex e Dylan Dog, come "western horror" (e comunque questo vuol dire che comunque meno di un terzo dei lettori delle due serie ebbe voglia di dargli fiducia anche per un solo numero), e come disse Boselli in questo forum tempo fa ci fu un impegno anche "muscolare" di riempire le edicole di copie. Eravamo agli inizi della discesa, ovvio che le tirature erano più alte, se è un calo continuo... ovvio che nel passato non si era ancora scesi così in basso.
  15. Beh, se le altre serie fossero state del livello di Volto Nascosto, magari i lettori avrebbero avuto più fiducia a provare nuove serie... È incredibile per me vedere parlare di vendite e mercato e di crisi come se fossero TOTALMENTE INDIPENDENTI DAL VALORE DELLE STORIE. Come se gli autori fossero povere verginelle incolpevoli, sbatacchiati da una forza inarrestabile chiamata "crisi", che prende tutti alla stessa maniera. Capisco gli autori: è brutto accettare che i lettori si sono stufati DELLE TUE STORIE, e che per quello fuggono a frotte: è molto più consolatorio pensare che con chiunque altro sarebbe andata nella stessa maniera. Consolatorio e falso, visto che solo per fare un esempio Dylan Dog un tempo vendeva più di Tex e ora molto meno: se davvero gli autori non contassero nulla, vorrebbe dire che il western è un genere alla moda molto più dell'horror... Capisco, insomma, gli autori che non vogliono accettare colpe: non capisco i lettori che accettano questa cosa senza porsi domande. Perché è come dire "io, lettore, compro o non compro un fumetto in base a quello che mi dice una tizia chiamata "crisi", indipendentemente dal fatto che un fumetto mi piaccia o meno". Davvero tutti quelli che fanno questi discorso la sottoscriverebbero una simile dichiarazione? O lo pensando solo "degli altri"? Personalmente, ho perso man mano fiducia, e pazienza, con tanti autori Bonelli. Ciofeca dopo ciofeca, lungaggine dopo lungaggine, tamarrata respingente dopo tamarrata respingente, sono riusciti a cacciare via tanti lettori, e ad irritare chi rimaneva come me. Non mi meraviglia per nulla vedere questo calo, vista l'offerta: mi meraviglia che non l'abbiano prevista e messa in conto prima, a vedere quello che pubblicavano... Guardando la mia storia di lettore, vedo in generale un calo continuo di fiducia e pazienza. Ai tempi di Dylan Dog i primi numeri mi delusero parecchio, anche oggi mi sembrano davvero brutti, "citazionisti" fino al plagio smaccato (in un albo citato pari pari i dialoghi di Blade Runner, che era un film uscito da poco, citando parola per parola uno dei dialoghi più iconici, dando davvero l'impressione che pensassero che non se ne sarebbe accorto nessuno: ma si può?), ma ho continuato a prenderlo "sulla fiducia" per quasi un anno, fino alla svolta di "Attraverso lo Specchio" e al cambio di tono che lo portò al boom. E mi chiedo: oggi avrei preso tanti albi di una serie che non mi piaceva, sperando in un miglioramento? All'epoca era normale perchè in passato quella fiducia era stata premiata, nessuna serie Bonelli da Tex, Zagor fino a Ken Parker o Martin Mystere era mai partita subito col botto, ma tutte erano migliorate man mano con il tempo. Lo davo praticamente per scontato. Poi arrivarono Nathan Never e compagnia a farmi capire che non erano più quei tempi. Nathan Never l'ho preso per quasi 50 numeri prima di arrendermi all'evidenza, che non sarebbe mai migliorato, che sarebbe sempre rimasto così (o al limite peggiorato) Magico Vento anche all'inizio non mi faceva arrabbiare come i primi NN o Dylan Dog, quindi capisco perchè comunque l'ho letto tanto tempo prima che ingranasse sul serio. E non ero il solo. Il primo numero si dice vendette 200.000 copie. Tale era la fiducia che dava la Bonelli all'epoca (e aiutava anche il fatto che nella pubblicità evocava sia Tex che Dylan Dog...). Ma il pubblico Bonelli aveva già meno pazienza, calarono rapidamente, fino alle 40.000 citate prima. Non ho la memoria di ricordarmi i singoli episodi come fa Geronimo, mi ricordo i singoli Tex perchè li lessi quando ero bambino e mi leggevo un fumetto alla settimana e non c'era nulla in TV, facile così... quando uscì Magico Vento leggevo gli albi mese per mese, ma in mezzo a tanta altra roba, non mi ricordo le singole storie. Ricordo i periodi... Un primo periodo di perplessità, di fronte a storie che erano davvero "il mostro del mese", disegni che spesso lasciavano perplessi (ma era Queirolo che prendeva spesso disegnatori scarsi o inadatti, o li affibbiavano a lui dall'alto? Le serie curate da lui hanno sempre avuto questo problema, tutte, anche Nizzi si lamentava dei disegnatori di Nick Raider...), che dura una quindicina di numeri. Poi, dopo poco più di un anno, le storie prendono quota. E Magico Vento diventa, per anni, la serie che leggo con maggiore piacere, la prima che leggevo quando usciva, e la mia serie Bonelli preferita fra quelle pubblicate all'epoca (e anche i segnatori migliorano, o perchè migliorano loro e per l'arrivo di un sacco di gente proveniente da Ken Parker come Frisenda). Questo periodo dura fino alla Guerra delle Black Hills (fino al 101), poi... ...poi non so che succede. Escono i numeri e si accumulano. "Aspetto a leggerli", ma è chiaro che è sempre più un dovere (i vecchi Magico Vento li leggevo prima di arrivare a casa...). Non aiuta la bimestralità. Un paio di volte mi leggo tutti i numeri accumulati, poi torno ad accumulare... fino a quando smetto di leggerli. Forse se li rileggessi oggi, uno dietro l'altro, identificherei le cause di questo disamoramento, ma all'epoca stavo smettendo troppe serie insieme (calai davvero drasticamente il numero di serie che compravo e leggevo, mi rendevo ormai conto che troppi fumetti non mi davano più alcun piacere nella lettura, Magico Vento finì nel mucchio). Poco dopo la serie chiuse e visto che mi mancavano pochi numeri me li procurai per arrivare in fondo alla serie.. ma non li ho mai letti. Volto Nascosto mi piace un sacco e anche lì li leggo appena escono. Come detto nel suo thread, mi delude la pagina finale ma il voto complessivo è ottimo. Aspetto che esca Shangai Devil e inizio a leggerlo... ma anche lì, dopo un po' li leggo più tardi, poi li accumulo con l'idea di leggerli alla fine, a storia finita. Ma non l'ho mai fatto, gli ultimi numeri devo ancora leggerli. Su Coney Island e Mugiko taccio per carità di patria, Adam Wyld non mi piace da subito e smetto presto. Non ho più voglia di dare fiducia alle serie Bonelli che non mi prendono da subito. I suoi ultimi MaxiTex li ho proprio evitati, nemmeno presi. Come fa il mio autore Bonelli preferito a diventare un autore che evito, in così pochi anni? Mi viene quasi voglia di indagare, di rileggere, per capire. Sono cambiato io o è cambiato lui? E in che cosa? Qualcosa ho riletto, recentemente per altri motivi (Verso L'Oregon) e altro adesso dopo la notizia della sua morte. Ma mi sono orientato più sulle storie che mi erano piaciute allora. E ho visto che mi piacciono ancora. Non ho ancora affrontato gli albi finali delle serie che avevo mollato. Non so se è davvero tanto importante capire perchè non mi piaceva più. Meglio ricordare le storie che mi sono piaciute, e tanto.
  16. PS: dimenticavo la storia di Manfredi e Majo ancora da pubblicare, sono 15 storie. in tutto.
  17. Ricapitolando le storie di Manfredi su Tex. Quella che gli fu commissionata (come soggetto: a quando risale la sceneggiatura?) già nei primi anni 90 e fu poi disegnata da Repetto nel 1998 è il MaxiTex del 2005 "La Pista degli agguati". Ci sono alcune sbavature e momenti "wtf" (Tex che non spara all’aerostato a pochi metri da terra perchè pensa che si schianterebbe come un jumbo jet e ci si arrampica sopra) ma in generale mi sembra molto superiore alle nizzate dello stesso periodo, chissà perchè fu messa nel cassetto per 7 anni...) Tex 584-585 (2009) "La Grande Sete" disegni di Civitelli dovrebbe essere la successiva, fatta oltre dieci anni dopo, di cui parlava Carlo . Poi abbiamo nella serie regolare: Tex 609-610 "Sei divise nella polvere" (2011) disegni di Ticci Tex 654-655 "Oro Nero" (2015) disegni di Leomacs Tex 671-672 "La banda dei serpenti" (2016) disegni di Ernesto Garcia Seijas Tex 701-702 "La Regina dei Vampiri" (2019) disegni di Alessandro Bocci Altri: Texone 25 (2011) "Verso l'Oregon" disegnato da Carlos Gomez. Texone 38 (2022) "I due fuggitivi" disegnato da Freghieri MaxiTex 23 (2018) presenta come una delle due storie "Deserto Mojave" disegnata da Nespolino (220 pagine esatte, era per la regolare?) MaxiTex 29 (2021) "Mississipi Ring" disegnata da Rotundo. Color Tex 4 (il primo "color tex storie brevi", 2013) con la storia breve "L'ultimo della lista" disegnata da Biglia Color Tex 19 (2021) "il killer Fantasma" disegnato da Cossu Tex Cartonato numero 4 (2016) "Lassù nel Montana" disegnato da Giulio De Vita Se quella di Gomez è l'ultima storia ancora nel cassetto, sono 14 storie nell'arco di una ventina d'anni. Ma è probabile che le ultime cose pubblicate siano cose rimaste nel cassetto da tempo. Qualcuno saprebbe "mettere in ordine" questa lista con un idea del periodo di realizzazione? Personalmente, tranne la sbavatura già citata e i disegni di un Repetto ormai lontano dai fasti del passato, la storia "La Pista degli agguati" mi era piaciuta, aveva un ritmo molto sostenuto (anche troppo per un maxi, con continue nuove sfide e incontri ogni poche pagine, pareva di leggere le vecchie strisce raccolte in volume...). Poi però era iniziato il lungo periodo in cui avevo smesso di leggere Tex, e le storie successive le devo ancora recuperare. i Texoni li leggevo ancora però e ricordo che "Verso l'Oregon" mi piacque molto, e le varie riletture hanno sempre confermato questo giudizio. Dopo aver saltato le storie iniziali, ho letto solo le ultime, appesantite da disegnatori come Cossu o (l'attuale) Rotundo, o scarsamente texiane come "La regina dei vampiri" e non mi erano piaciute molto. Non ci ritrovavo più lo sceneggiatore non solo di Magico Vento, ma nemmeno di "Verso l'Oregon". Calo dovuto all'età o a problemi di salute? perdita di fiducia nel pubblico per eccesso di frequentazione di social? (dovrebbe essere una sindrome riconosciuta dalla sanità pubblica ormai...). Scazzi e problemi con la Bonelli? Vallo a capire. Ma compilare questo elenco mi ha ricordato che ci sono ancora diverse storie di Tex scritte da lui e molto più vicine temporalmente a "Verso l'Oregon" che devo ancora leggere, ed è ora che lo faccia...
  18. A proposito di Sergio Bonelli, c'era una storia che Manfredi amava ricordare i primi tempi, praticamente da nuovo arrivato: la prima volta che aveva parlato con Sergio Bonelli discutendo del suo ingresso nella casa editrice (il luogo e l'esatta occasione - cena, taxi, mostra, etc - cambiano a seconda di chi la racconta, una volta l'ho sentita dallo stesso Manfredi ma la sua versione si perde in mezzo alle altre e non mi ricordo più qual era), parlando dei vari autori pubblicati dalla Bonelli, si era lasciato sfuggire il fatto che c'era un autore che, davvero, non sopportava. Un tal Guido Nolitta. A quanto ricordo del racconto, Bonelli non aveva fatto una piega, l'ha assunto lo stesso, e solo in seguito Manfredi ha scoperto chi era Nolitta...
  19. Sì, ma... a storia finita. Nel senso che Volto Nascosto è la storia dell'incontro e dello scontro tra tre persone, fra Roma e l'Africa, e di una maschera (il volto nascosto) portata da più persone diverse. La storia si conclude chiudendo tutti i fili, senza possibilità di seguiti. La maschera rimane alla fine ad uno dei personaggi principali superstiti. Shangai Devil prende quel personaggio e lo porta in Cina, con la maschera, ma la maschera non ha più alcuna funzione e alcun significato, sradicata dal suo contesto: è una maschera come qualunque altra. Non è "le nuove avventure di Volto Nascosto". Volto Nascosto è morto. È "guardate cosa fa questo tizio anni dopo dall'altra parte del mondo con questa maschera abbandonata che non usava più nessuno" In realtà Shangai Devil è la storia della rivolta dei boxer in Cina, e per raccontarla Manfredi utilizza come testimone degli eventi un suo vecchio personaggio preso da una storia precedente, come poteva prendere chiunque altro. Ma mentre in Volto Nascosto la persona dietro la maschera (che non era la stessa di Shangai Devil) era decisivo per le sorti della guerra e c'erano storie private altrettanto importanti, Shangai Devil perde tutti i personaggi meno uno, che diventa un mero testimone di un racconto storico. Sono due storie diverse che non hanno nemmeno gli stessi protagonisti, visto che xxxxxxxx in Shangai Devil non è un protagonista.
  20. Consiglio di iniziare con Volto Nascosto, che è breve e ingrana subito. Magico Vento per lunghi periodi è stata la mia serie Bonelli preferita, ma oltre ad essere molto più lunga fatica un po' all'inizio ad ingranare. Coney Island è ancora più breve di Volto Nascosto, ma per me è una cosa proprio scritta con la mano sinistra, se non proprio "alimentare", mentre Volto Nascosto per me si vede che era una storia a cui teneva (oltre ad essere praticamente unica per la Bonelli per il tema trattato)
  21. No, questa ad esempio è un'opinione. Dici che c'è speranza per l'umanità? Naaahh... non darmi false illusioni...
  22. Il gusto è personale e quindi può essere orrido senza alcun limite (ormai la pacchianeria regna incontrastata), e si può tranquillamente preferire la Trap a Battiato o Battisti, tutti i gusti son gusti. Ma per fortuna, la qualità invece è oggettiva e non dipende dai gusti della maggioranza, la Divina Commedia sarà sempre meglio di Tony Effe. Che le orride colorazioni attuali coprano i disegni falsandone l'effetto è oggettivo. Che sembrano date da un branco di daltonici infoiati con fotoshop è oggettivo. Che piacciano al "gusto" attuale purtroppo è altrettanto oggettivo. Ma chi chiede un consiglio A ME riceve il mio consiglio basato sulle mie valutazioni, non su "quello che piace oggi"...
  23. Parlavo delle edizioni consigliate in questo post Ovviamente sconsiglio tutte le edizioni a colori (brutte e inutilmente costose), anche se chi vuole assolutamente copie nuove mai toccate da mano umana è obbligato ormai a una di quelle...
  24. Consiglio TUTTA la Storia del West, dall'inizio. Non è molto lunga ed è una delle cose migliori mai pubblicate dalla Bonelli.
  25. P.S.: ???? Le nuove ristampe della SBE, in genere colorate da daltonici, con cambi di formato e stampate da xxxxx, mi fanno xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx. Cosa ti fa pensare che stia collezionando quella roba? La massa di volte che ho appunto detto in questo forum che è robaccia? Poi borden mi dice che ripeto sempre le stesse cose... mi sa che le ripeto troppo poco, dovrei seguire i consigli di Nizzi... Di ristampe Bonelli attualmente prendo solo: 1) Le Pseudo-Artist edition (edizione regolare, non mi interessano specchietti e perline colorate) 2) Qualche volume ogni tanto, se in b/n e stampato meglio, se la storia merita e non ce l'ho già in volume (tutte condizioni che mi fanno stare ben lontano dal 99% dei volumi attuali SBE, gli ultimi che ho preso sono solo i volumi in b/n della Tex Willer e penso mi fermerò con quello di Cochise Tutte le ristampe da edicola della SBE attualmente sono fatte per un pubblico che vuole i colori della CSAC e pagare un sacco per roba stampata male, non fanno per me. Le ristampe che seguo regolarmente sono quella, più curate, fatte da ALTRI EDITORI: 1) L'anastatica di Tex, curata da Gianni Bono e pubblicata dalla Gazzetta Dello Sport (per fortuna, se l'avesse fatta la SBE l'anastatica avrebbe "corretto" tutte le cose non politicamente corrette, rimontata in formato manga e a colori...) 2) Le (vere) artist edition fatte dallo Scarabeo a cadenza (sembra) annuale (se si potesse fare magari semestrale, magari...)
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