Jump to content
TWF - Tex Willer Forum

Diablero

Ranchero
  • Posts

    3,708
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    456

Diablero last won the day on January 11

Diablero had the most liked content!

5 Followers

Profile Information

  • Gender
    Maschile

Me and Tex

  • Number of the first Tex I've read
    70
  • Favorite Pard
    Tex
  • Favorite character
    Mitla

Recent Profile Visitors

29,041 profile views

Diablero's Achievements

Grand Master

Grand Master (14/14)

  • Dedicated
  • First Post
  • Collaborator
  • Posting Machine Rare
  • Conversation Starter

Recent Badges

3.1k

Reputation

1

Community Answers

  1. La copertina comunque è molto appropriata, mostrando appunto in che precipizio è cascato Tex con storie come questa...
  2. Per anni si è straparlato del famoso "mestiere" di Nizzi. Forse un minimo nelle prime storie, ma queste ultime... che siano trame banalissime, allungate e scopiazzate (anche il finale torna a copiare Vendetta indiana, ovviamente senza alcun senso con l'indiana che prevede la fuga del cattivo con i superpotere della faciloneria di Nizzi) si sapeva ed era scontato, ma qui è anche il "mestiere" che manca, pare una roba scritta da un esordiente di 14 anni che scopiazza frasi a vanvera. Torniamo al solito punto: che senso aveva far tornare un autore così bollito?? Era una "vendetta" contro i lettori? C'è più un minimo livello di qualità per scrivere Tex? O va bene tutto? Mi dico che ho pure sbagliato a leggerlo, dovevo metterlo via senza perdere tempo. Ma in realtà non avrei dovuto nemmeno comprarlo. Quante ciofeche ignobili ho comprato negli ultimi anni per un malinteso senso di fedeltà al personaggio? Valgono così poco cinque euro da buttarle via per una roba simile? Buttati per buttati non era meglio darli in beneficenza? Non pensate al fatto che la storia è ridicola a scritta in maniera penosa, quello è Nizzi, di più non si può pretendere. Pensate che una storia simile è stata pagata (e lautamente), disegnata, è passata al vaglio ed è stata pubblicata. Ce l'hanno venduta. Se si azzardasse a fare una cosa simile il mio fornaio gli manderei i NAS. Ma davvero, che opinione hanno di noi lettori alla Bonelli? P.S.: chi dice che stavolta Tex non fa figuracce probabilmente ha saltato la scena in cui viene ferito da un indiano che GLI RUBA LA SUA STESSA PISTOLA, e deve essere salvato da Carson. Poi ENTRAMBI sarebbero spacciati se NON VENISSERO SALVATI DALLA PERSONA CHE ERANO VENUTI A SALVARE (tipico di Nizzi). E alla fine il traditore gli sfugge ma per fortuna l'indiana legge i Tex di Nizzi e se lo immaginava che gli sarebbe sfuggito...
  3. Gamba abbassa parecchio il livello dei disegni qui e certi risultati devono aver contribuito a spingere verso il mettere altri disegnatori autonomi piuttosto che dare altri aiutanti a Galep... Però il finale per me è appropriato: 1) Gli indiani in armatura, cinque come le dita di una mano, sono iconici solo mentre caricano a cavallo come antichi cavalieri medievali contro la modernità. Il fatto che siano falciati da delle gatling, cioè un arma "ipermoderna", è poeticamente molto più appropriato di una morte "qualunque" con pistole e fucili. Inoltre, sono come antichi cavalieri, e DEVONO morire nella loro "ultima carica". Qualunque altra fine non è degna di un cavaliere. Dovrebbero morire a piedi? Essere presi a cazzotti? Perchè "Tex di solito fa così"? No, questa abitudine al "Tex fa sempre così e deve sempre fare così" è venuta dopo GL Bonelli, con i finali fotocopiati da un autore che scopiazzava. GL Bonelli non ha mai avuto un "finale tipico sempre uguale" (pensa solo che Mefisto viene "ucciso" una volta da Tiger da lontano, una volta da Padma, una volta dall'artiglieria degli Stati Uniti e una volta dai topi: dove sarebbe questa idea che GL Bonelli faceva finire le sue storie con Tex che sparava sempre al cattivo?) 2) L'ultima pagine con le cinque armature è iconica. 3) Le armature sono fighe SOLO FINCHÉ SONO A CAVALLO. E infatti quelle mostrate nel fumetto (con qualche licenza grafica) si usavano solo a cavallo, i fanti le avevano più leggere. Farli combattere a piedi contro Tex e Carson come "normali indiani" senza armature spreca l'idea, farglielo fare con le armature è ridicolo. Non è un caso che per tutta la storia Tex affronti altri e non abbia mai un vero scontro con loro, farebbe svanire subito la magia (o trasformerebbe Tex in Zagor con armature leggerissime e velocissime). Secondo me GL Bonelli in questa storia è partito solo dal finale fighissimo: la carica suicida dei cinque indiani-cavalieri medievali, le armature esposte nel deserto dopo la loro morte. Poi si è posto il problema di come fare a fare una storia dove per i motivi sopra elencati le dita della Mano non possono affrontare direttamente Tex e Carson e si è inventato i mercanti di armi. Ma a differenza di esempi recenti (Ruju) non si è dovuto inventare coincidenze strampalate per far avvenire il finale, a parte un numero inusuale di informatori (perchè i pard non potevano vedere con i loro occhi la mano fino al finale epico): che la mano avrebbe reagito così alla sconfitta era "in character", che Tex e pards tendessero una trappola invece di affrontare da soli mille indiani era immaginabile, questo è uno di quei finali che ti (mi) fa dire dopo "non poteva che finire così".
  4. Le storie che avrei voluto vincessero sono state eliminate (ingiustamente!), quelle che odio particolarmente sono state eliminate anche loro (e mi bullo dei fatto che siano stati il mio voto e quello di Borden a far eliminare El Muerto! Bwah ah ah ah! ), queste due le odio in egual misura, stavolta mi astengo.
  5. Per interessare immagino interessi. (Guadagnare bene interessa sempre) Semplicemente, non abbastanza per leggerlo. Per un esempio non so quanto calzante (è un autore che ha una pubblica immagine molto costruita, quindi da prendere con le molle) per diverso tempo Roberto Recchioni (che non è un "nuovo" autore, pubblica da più di 30 anni...) ha prima detto che gli sarebbe piaciuto scrivere Tex, poi che stava scrivendo Tex. Alla fine la montagna ha partorito il topolino, di pubblicato c'è pochissimo, soprattutto uno speciale sul fratello di Tex... che è un omaggio al film Cane di Paglia. Cioè alla fine tutta questa voglia di "scrivere Tex" era solo "voglia di poter citare film anche in un western". Cosa che lo accomuna al 90% degli sceneggiatori attuali che vogliono solo "citare", dal citare Alien o Terminator su Zagor a citare Kirby su Nathan Never. Hanno fatto fare una storia breve a Antonio Serra. Cosa ha fatto al suo esordio (credo) su Tex? Ha citato Ken Parker. Ha omaggiato Ken Parker. Ha preso il Ken Parker di "Il Respiro e il Sogno" e ci ha messo Tex. Questo è quello che passa il convento oggi. Dovendo scrivere Tex, si rifanno a Ken Parker. Perché purtroppo ormai si entra dal fumetto "dalla porta fanzinara" di adorazione per Ken Parker e il "fumetto d'autore" per quelli cresciuti negli anni 80 e i Manga e i videogiochi per quelli anni 80. Scrivono come eterni bambinoni che rifanno le storie che hanno letto. E nessuno legge Tex. Tex piace al "grosso pubblico", quindi in questa ottica "elitaria" (ma de che?) è apertamente disprezzato. Non è purtroppo solo un problema dei fumetti, la crisi attuale del cinema e della TV per me è dovuto soprattutto ad un livello onestamente sconfortante delle sceneggiature, sono davvero pietose. Aridatece Whedon!!!!
  6. L'esempio di Rai e Mediaset era riferito a qualcuno che non ha mai letto Tex e vuole scriverlo. (Non è un caso raro, la maggior parte degli aspiranti autori di fumetti italiani spera un giorno di lavorare in Bonelli... ma non ne legge i fumetti. Anni fa conoscevo uno che voleva scrivere Nick Raider, ma rimandava il leggerne almeno un numero a quando effettivamente avrebbe scritto la sceneggiatura. Forse. Se pensi ai tanti autori nuovi che scrivono personaggi Bonelli in modo che sembra non li abbiano mai letti (Tex tamarro, Zagor coltissimo, Cico scemo, etc.), mi viene il dubbio che non fosse un caso isolato) Il tuo post quindi indicherebbe che sarebbe una buona idea far scrivere Tex a chi non ne ha mai letto un numero, per "svecchiare" il personaggio. Beh, sicuramente sarebbe una maniera per avere un Tex innovativo ed originale (magari un Tex cacciatore di scalpi di 60 anni che odia gli indiani... basta con le tradizioni e il vecchiume!!!)
  7. Non basta uno che sappia scrivere (e già qui, in Italia ormai siamo messi male), deve anche essere anche capace di scrivere storie western ed essere familiare non solo con i canoni specifici di Tex ma anche con quelli Bonelli. Pare strano, ma sarebbe molto più facile trovare un autore per Ken Parker, è molto più facile da spiegare ad un autore anglosassone che non l'abbia mai letto: "il protagonista è basato su Robert Redford giovane da Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, ma senza barba, è un western progressista di sinistra dalla parte degli indiani": non dico che sarebbero capaci in tanti perchè ormai di autori capaci di scrivere storie western senza infilarci a forza zombie e alieni non ce ne sono più tanti, ma se uno arriva a quel livello lì poi per scrivere Ken Parker il gradino è abbastanza basso (anche perchè su Ken Parker i paletti redazionali sono sempre stati un po' laschi) Ora, immaginate di prendere la stessa persona e cercare di spiegargli chi è Tex, come agisce e come parla... Già abbiamo visto i danni su Zagor del cercare di spiegarlo come "un supereroe fra gli indiani", con gli autori che a quel punto ci hanno infilato di tutto... La cosa pazzesca non è tanto che un anglossassone (o un sudamericano, vedi Segura che veniva riscritto completamente nei dialoghi da Canzio) non sappia come parla Tex e che è capo dei Navajos, quello è comprensibile: la cosa pazzesca è che tanti autori italiani non abbiano la minima idea di chi è Tex. Il leader del mercato. Sarebbe come se si presentasse uno che vuole lavorare in televisione ma non ha la minima idea di cosa siano RAI e Mediaset, guardando solo le commedie dialettali su telesanbenedetto... (poi ti chiedi come mai non sono capaci di fare fumetti che vendono...)
  8. Non che io conosca. Anche per questo la folle proliferazione di uscite texiane è... folle! Non ci sono nemmeno abbastanza sceneggiatori adatti per riempire la serie regolare!
  9. Al terzo post non più sospetto lo leghiamo, lo rotoliamo nella pece e poi lo cospargiamo di piume. E pensare che per le feste volevo diventare più accomodante... Direi che il mio sospetto è più che confermato...
  10. Nemmeno io. Eppure, c'è gente che insiste a dire che TUTTE le storie hanno gli stessi difetti, e se li vedi è colpa tua che decidi di vederli solo lì anche sono in tutte le storie. Che è tutto uguale, GL Bonelli scriveva come Nizzi, Alan Moore scriveva come Bill Mantlo, D'Antonio scriveva come Mignacco. E lo dicono con tale sicurezza, come se fosse una cosa ovvia, che pensi "ma avranno controllato qualche volta? A me non risulta..." Diciamo che si può immaginare facilmente...
  11. Indian Springs, sei iscritto da due settimane e hai postato SOLO link al blog di comixarchive, mi viene un vago sospetto...
  12. Mi sa che a te la befana porterà il carbone! Chi avrebbe voluto estromettere borden dal forum????
  13. I pistacchi sono buoni e sono in assuefazione da anni (sui TUC mi sono disintossicato a fatica, ma non li posso toccare come un alcolizzato, se ne mangio uno faccio fuori il pacchetto) quindi lo prendo come un complimento! Buon Natale Mauro, e tanti auguri di un nuovo anno più sereno!
  14. Dimenticavo... Ovviamente mi riferivo a questa, che un lettore distratto può prendere per buona. Cioè, non hai preteso che venissi ammonito dalla moderazione per QUELLO CHE HO SCRITTO... ma per QUELLO CHE UN LETTORE DISTRATTO POTEVA FRAINTENDERE? Ma che senso ha? Adesso posso accusarti di mettere parolacce su Tex perchè scrivi "mazzo di carte" e "un lettore distratto potrebbe capire male la prima lettera?" Non è che in questo caso... il "lettore distratto" che ha totalmente frainteso quello che leggeva eri tu?
  15. Questa è una falsa dicotomia, in realtà i metodi non sono solo "sei personaggi si spiegano fra di loro il loro lavoro di tutti i giorni a favore di un lettore invisibile" o "una pesante e goffa didascalia introduttiva", i metodi sono tanti (e lo sai benissimo) in base a contesto e al tipo (e quantità) di informazioni che devi dare. Ma per non fare discorsi teorici, ecco un esempio pratico Altri autori bonelliani hanno dovuto spiegare il Pony Express nelle loro storie. Ecco come ha fatto D'Antonio nella Storia del West, l'albo è "la lunga cavalcata": Vorrei sottolineare il RANGE DI TECNICHE utilizzato qui da D'Antonio: inizia con note storiche, dando informazioni da "narratore onnisciente" (e sì, CI METTE LA MAPPA! ), poi passa ad un intervista dove Lincoln PARLA AL LETTORE (del quotidiano, nella fiction, ma in realtà al lettore del fumetto) poi passa al dialogo esplicativo in una situazione dove ha senso in fiction (uno dei due sta raccontando all'altro cose che l'altro NON SA e che DEVE SAPERE PER COMPIERE LA SUA MISSIONE), e subito dopo fa vedere una scena "storica" utilizzando abilmente una didascalia (quarta vignetta della quarta pagina) dove un autore "moderno" avrebbe utilizzato dodici pagine per far vedere tutta la scena delle campane partendo dalla prima... Vorrei che questo post non fosse equivocato: non sto dicendo che Boselli deve scrivere come d'Antonio o che D'Antonio è più bravo, sto facendo vedere come D'Antonio, dovendo mettere in un fumetto come Storia del West UN SACCO di informazioni storiche, utilizza per tutta la serie un VASTISSIMO range di tecniche per dare queste informazioni (in quattro pagine qui se ne vedono SEI contando separatamente le didascalie e la folla che grida informazioni, e la mappa come tecnica a sé stante) L'obiezione tipica a questo punto sarebbe che La Storia del West ha scopi didattici (anche se ottenuti con storie appassionanti) e Tex Willer no: ma siamo sicuri che sia ancora vero? O che sia mai stato vero? Se guardiamo al numero di informazioni storiche inserito da Boselli in certi numeri, siamo a livello della Storia del West e oltre. Solo che Boselli (SECONDO ME, ovvio che non è una cosa matematica, alla fine è sempre un giudizio estetico del lettore, se si diverte, se si annoia, se trova la lettura facile o difficile, etc.) abusa troppo di un solo metodo, il "dialogo descrittivo", quando invece altri metodi (sempre SECONDO ME, ovvio) sarebbero meno "pesanti" da leggere e più efficaci. (L'avevo già notato nei Dampyr che avevo letto, altra serie dove vengono date informazioni al lettore, nei dialoghi dove Dampyr per presentarsi "al lettore" rivelava ogni volta ai suoi avversari nome, cognome, poteri, debolezze e numero fiscale... ) Si può fare? Certo! Mica è una tecnica "proibita". Anche D'Antonio la usa come tecnica, insieme alle altre cinque, nelle pagine di esempio che ho postato. Ma è una tecnica DIFFICILE quando devi dare UN SACCO di informazioni, riuscire a inserire nella fiction dei momenti in cui ABBIA SENSO che i personaggi si raccontino la storia e la geografia dei luoghi non è sempre immediato. E ho l'impressione che Boselli sempre più spesso non se ne curi, dando per scontato che il lettore di un fumetto accetti sempre la cosa in maniera convenzionale "perchè è un fumetto", con il risultato che i suoi dialoghi stanno diventando sempre più pesanti e innaturali. Ecco, tornando a rispondere a lui: Mauro, questa è l'opinione di un lettore, fanne quello che ti pare, fregatene, ritieni pure che sono un analfabeta con il livello d'attenzione bruciato dagli spot televisivi, ma per favore non pensare che ti accusi in malafede "perchè sono un detrattore". Sono detrattori TUTTI quelli che OVUNQUE si stanno lamentando DA MESI che i tuoi testi stanno diventando sempre più pesanti? (Poi, non ho idea di quanti siano, magari una minoranza trascurabile, ma io commenti simili li leggo - o me li dicono di persona - da davvero un sacco di gente) Personalmente, l'effetto di questa "predilezione" di Boselli per i dialoghi esplicativi varia. Prima di tutto perchè anche lui non lo usa ovviamente sempre alla stessa maniera, ci sono scene in cui funziona,. altre meno. Poi dipende (1) da quanto ne so di un argomento e (2) quanto mi interessa. Da queste dipende il livello di "sopportazione" che sono disposto a sopportare per avere quelle informazioni. Quando ho sentito davvero una maria di gente lamentarsi per le informazioni inserite in storie come quella della giovinezza di Cochise, l'ho difeso perchè a me interessava davvero molto l'argomento e trovavo tutto interessante. Ma anche perchè in quel caso il dialogo era SENSATO dal punto di vista della coerenza dei personaggi: Cochise stava raccontando a Tex cose che Tex non sapeva. Anche i Pony Express mi interessano, ma in questo caso è andava a svantaggio: visto che mi interessavano, ero già informato, erano tutte nozioni che non mi servivano, e addirittura mi rendo conto che quello che sapevo già era CONTROPRODUCENTE: per esempio ho riconosciuto il dialogo che mi "informava" del capolinea esatto del servizio Pony Express (una città del Missouri, normale che se ne parli nel Nevada... ) e mi ha dato fastidio, se avessi pensato che parlava di un posto qualunque a poche miglia da lì mi avrebbe dato meno fastidio perchè sarebbe parso meno "esplicativo e innaturale" Questo ASSOCIATO alla mancanza di informazioni importanti che INVECE MI SERVIVANO, come la posizione spaziale dei vari gruppi, affidata solo a nomi di luoghi che non riuscivo ad associare a nulla. Da qui nasce l'irritazione: non SOLO dalla presenza di dialoghi esplicativi così innaturali, ma dal contrasto fra, da una parte, dialoghi che mi spiegano il servizio del pony express fino a dire in Nevada il nome del capolinea nel Missouri (tutte info che già sapevo), dall'altra NON C'È UNO STRACCIO DI MAPPA per far capire dove sono tutti i luoghi citati nei dialoghi sulla posizione degli indiani, di Carson e delle varie stazioni. Non è solo "troppi dialoghi esplicativi", è il CONTRASTO fra troppe informazioni che non mi servono e la mancanza di informazioni che mi servono.
×
×
  • Create New...

Important Information

Terms of Use - Privacy Policy - We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.