Di tutte le storie con Mefisto (cioè senza Yama) questa è forse la mia preferita.
Il Mefisto di ?Terrore nella savana? è il più cattivo, diabolico, e soprattutto folle di tutti i Mefisti visti prima e dopo; sulla sua pazzia Bonelli insiste molto: la trovata della tetra musica d'organo che riesce a calmare il vecchio stregone è di grande effetto, e in questo il ruolo dei disegni di Galep si rivela essenziale: lo sguardo che il Maestro dipinge sul suo volto a pag. 89 è spettacolare: se penso allo sguardo di un pazzo pericoloso intento a osservare avidamente l'oggetto del desiderio, è quel disegno che mi viene in mente.
E proprio a livello iconografico questo è il mio Mefisto: il mefisto senza fascia e M sul petto, coi capelli lunghi e la lunga vestaglia; una caratterizzazione semplice ma efficace.
Per rimanere su Galep, questa storia è istruttiva:
1)vediamo come cambi la qualità del suo segno quando, finalmente, tutto diventa di sua mano;
2) ci rendiamo davvero conto di quanto un disegno eccelso possa dare a una sceneggiatura;
3) abbiamo un esempio lampante di quanto fosse adattabile il segno galeppiniano, a suo agio nel west come nell'avventura ?tropicale?, come nell'horror. Alcune scene di questa avventura, quelle magiche, particolarmente, sono assoluti capolavori grafici.
Per tornare alla storia, c'è un'altra cosa da sottolineare: credo che sia questa l'avventura in cui Bonelli sottolinea maggiormente quanto sia morbosa e costante l'ossessione che Mefisto nutre per la sua nemesi: la prima scena in cui appare a Tex è un gioiello: la sfrontatezza spaccona del ranger esce fuori alla grande, così come la follia e l'odio dello stregone.
Altra cose ottime:
1) il modo in cui Bonelli usa i pards: è una maniera del tutto libera che Boselli farà sua: l'avventura può iniziare e anche finire senza che il quartetto compaia al completo;
2) la distruzione del Black Baron, una delle sequenze più divertenti di tutta la saga, specie quando il membro della fratellanza butta il candelotto sul ?cieco?: il commento del conducente di carrozze è da morir dal ridere;
3) l'intrusione, in un contesto in cui non ce lo saremmo mai aspettato, del ?problema indiano?;
4) il fatto che Bonelli fa capire chiaramente che ci sarà un seguito, prima o poi: il giuramento di Loa non è messo l' a caso;
5) per la prima e unica volta non è Mefisto a cercare i pards per vendicarsi, ma i nostri che lo cercano per risbatterlo in manicomio: cosa interessante anche perchè, per una volta, sembra che lo stregone abbia di meglio da fare che tentare di vendicarsi- o forse le batoste del passato lo hanno indotto a più miti consigli?
C?? poi un'ultima cosa che voglio dire.
A me questa storia piace così com?? e non cambierei niente. Ma, se questa storia fosse uscita oggi, avrebbe avuto gli stessi elogià Non avremmo rimproverato allo sceneggiatore un finale ?smorzato?, in cui quella che poteva essere una grande battaglia si riduce, alla fin fine, in un colpo di cannone fortuito? In cui lo scontro tra i due grandi nemici di fatto non c'è stato (tra l'altro, la storia di Nizzi per me è un capolavoro perchè li? abbiamo tra i due uno scontro diretto vero, ed epico)? In cui la grande magia spaventosa che doveva fare Mefisto ci è stata negata?
Per concludere, il mio voto a questa storia è 10: i personaggi, le atmosfere, la psicologia di Mefisto, la simpatia di baron Samedi, le scene d'azione (poche, in realtà) e di magia giustificano questo voto.
Per i disegni ho già parlato di capolavoro grafico.