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Ulzana

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Messaggi pubblicato da Ulzana

  1. ma di Villa ne siamo strapieni tra inedito, Tutto Tex, Tre Stelle e le due cartoline per la Nuova Ristampa (per non tacere della serie Repubblica.Espresso) Insomma! Credo che il discorso di Natural sia affettivo, nel senso che dal '48 a oggi c'è sempre stata una copertina galleppiniana nelle edicole anche dopo la morte di questo grande disegnatore che è il papà grafico di Tex. Purtroppo doveva capità questa cosa...

     

    Ora per rivedere le copertine di Galep bisogna aspettare un'altra ristampa che non faranno di questi tempi editoriali di profonda crisi.

    Diverso il discorso per un'anastatica ben fatta delle copertine di Albi D'Oro, Raccolte e Serie a Striscia che Galep ha fatto tra gli anni quaranta e cinquanta. Ma nemmeno quelle faranno.

  2. in effetti... però ben venga l'"osé" e poi, Ymalpas ricorderai meglio di me le donnine disegnate dal grande Galep nei primissimi albi e senza censura. Avevano tutte un notevole sex appeal e, pensando a quanto scritto dallo sceneggiatore Manfredi sul suo profilo Facebook per quanto riguarda l'utilizzo delle donne nella saga di Tex, mi trovo in linea con il suo pensiero. Cioè la componente femminile va vista come un arricchimento della serie soprattutto quando rappresenta, come nel caso di Satania o di altri personaggi del gentil sesso, il nemico, oppure una donna avvezza alla vita del west. Di certo non le donnicciole indifese e che si vogliono sposare tipiche dei fumetti anni cinquanta che, quelle sì, in Tex troverebbero poco spazio.

  3.  

     La produzione di Tex, almeno per i primi dieci anni, l'ha costretto a essere veloce perché l'uscita settimanale imponeva ritmi massacranti per lui. Per fortuna arrivarono poi Ticci, Letteri e Nicolò. 

     

    Menzionerei anche Virgilio Muzzi che tra i disegnatori storici di Tex ha avuto un ruolo non sempre pienamente riconosciuto

     

     

    è vero. Anche Muzzi ha dato un enorme contributo alla saga di Tex.

     

    Il tema dei corsari è quello del cosiddetto cappa e spada andava per la maggiore in quei tempi insieme al western. Anche al cinema (i film di Curtiz con lo strepitoso Flynn) e i romanzi più ristampati erano proprio i cicli dei moschettieri di Dumas che ai giovani piacevano (e piacciono tanto anche a me che li rileggo spesso). Tra l'altro GLB, che era un appassionato del genere, oltre a infilare armature e spadoni nelle storie di Zagor, Un ragazzo nel Far West e lo stesso Tex aveva scritto tanti cineromanzi di questo tipo già a inizio degli anni quaranta. E Galaor, serie quasi sconosciuta, che il grande vecchio aveva scritto per il mercato francese, che vede appunto pirati e abbordaggi come tema predominante è uscita nella metà degli anni sessanta. Quindi per lui era un tema caro.

     

    Tex invece... editorialmente parlando, beh, è stata una sorpresa, una di quelle piacevoli, e il suo successo non si spiega e non è stato studiato dai suoi autori, come ben sappiamo: è accaduto (come quello fulminante del primo Dylan Dog). Un po' come quegli amori inaspettati che non vanno cercati ma che ti piombono nella vita così all'improvviso. Meno male, dico io!

  4. Le tavole di Assedio al posto avanzato numero 6 sono però più dettagliate, così come quelle de Le terre dell'abisso, La città d'oro (la parte finale) perché interamente disegnati da Galep. Il Tranello resta pur sempre un'ottima storia grazie alla componente grafica, ma il disegno è più "completo", secondo il mio umilissimo parere, negli altri casi, anche perché probabilmente Galep quando aveva tempo di dedicarsi a una storia da solo, senza interventi esterni dei vari Uggeri, Gamba, Cormio e Zamperoni, dava il meglio di sé.

     

    Poi prima di Tex un ottimo Galleppini si può vedere in Occhio Cupo (soprattutto nelle magnifiche cover) e in altre storie brevi per altri editori che purtroppo sono difficili da reperire. Per non tacere delle illustrazioni di romanzi di cappa e spada che sono meravigliose (le ho viste e non saprei come postarle qui). La produzione di Tex, almeno per i primi dieci anni, l'ha costretto a essere veloce perché l'uscita settimanale imponeva ritmi massacranti per lui. Per fortuna arrivarono poi Ticci, Letteri e Nicolò. Allargando il discorso un Galep maturo per quanto riguarda Tex l'abbiamo nella storia di Nolitta La vendetta di Tiger Jack: osservate le tavole di centro storia, quando Appanoosa insegue il nostro eroe e Tiger su un ponte sospeso... che meraviglia!

  5.  

    ....e, diciamocelo, anche inutili.

     

     

     

    Si pone il problema della canonicità. Per me, nuovo autore, che scrivo il n. 750 di Tex, con il ritorno di Alison, quel dialogo nel campo indiano riguarda il

    brutto odore dell'hogan o la tristezza di una vedova che si è già innamorata di un altro uomo eccezionale ? tanto inutili non sono, come vedi.

     

     

    nell'ottica di un ritorno di Allison sì, poi tutto cambia. Però un ritorno di Allison è una tua supposizione o è una news che mi sono perso? Perché non ricordo di averla letta 

    • +1 1
  6.  

    Questo non toglie merito alla validità del soggetto di Civitelli ma le intenzioni di dare spazio al conflitto interiore di Allison, francamente con l'aggiunta di questi "nuovi" dialoghi io non l'ho vista. Ma niente di male, sia chiaro, la storia resta comunque molto bella e una delle migliori del Nizzi post 400.

     

     

    Io continuo a leggermi gli originali. Averli cambiati, per carità, non è un dramma, ma che tristezza.

     

     

    idem. Pensa che se fosse per me io non avrei mai cambiato i testi delle prime storie di GLB anche se quello è un altro discorso... che riguarda moralità e altre problematiche del periodo. Per quanto riguarda le tavole che hai postato tu su Il Presagio in effetti questi cambiamenti risultano sotto certi versi incomprensibili e, diciamocelo, anche inutili.

  7. sono d'accordo con Virgin. I dialoghi di Nizzi mi sembrano più incisivi rispetto a quelli inseriti per questa ristampa. Il discorso della puzza che si sente nella tenda del Navajos lo ricordo ancora perché mi divertì all'epoca ed era anche coerente nei confronti di una donna bianca costretta ad adattarsi a un ambiente diverso da quello a lei caro.

     

    Questo non toglie merito alla validità del soggetto di Civitelli ma le intenzioni di dare spazio al conflitto interiore di Allison, francamente con l'aggiunta di questi "nuovi" dialoghi io non l'ho vista. Ma niente di male, sia chiaro, la storia resta comunque molto bella e una delle migliori del Nizzi post 400.

  8. ma no Red Arrow non è un discorso di datazione. L'esempio di Blek, perdonami, non c'entra col mio discorso. Anche perché quelle storie sono legate agli anni cinquanta (penso a quelle della EsseGesse, che io adoro, e non alla produzione quasi sempre mediocre edita all'estero). In questo senso sembrerebbero datate anche le storie degli anni cinquanta di Tex ma se leggi albi fondamentali come Il Tranello ti rendi conto che non è così, anzi. Quando parlo di Galep però io mi riferisco alla sua universatilità e per questo citavo altre sue opere e non soltanto Tex. Non è un confronto tra i vari Villa e company, ci mancherebbe, ma solo prendere atto della sua versatilità. Una versatilità, come dimostrano i dipinti postati da Ymalpas, che è evidente. E che non tutti i texiani conoscono. E' una cosa di cui prendere atto, direi, e non un discorso di superamento da parte dei contemporanei, per usare le tue parole.

  9. bella questa tela, che conoscevo, ma fa sempre piacere rivederla. Mi piacerebbe averne una appesa sulla parete della mia stanza...

     

    Nel link postato da Natural Killer, in cui si può consultare il volume in questione, le giovani generazioni, qualora lo leggessero, potrebbero rendersi conto di chi era Galep e del perché ho sempre cercato di non paragonarlo a nessuno dei disegnatori di Tex. L'opera di Galleppini non solo pittorica ma anche fumettistica andrebbe riscoperta. Le storie che ha realizzato a cavallo tra gli anni trenta e quaranta sono oggi sconosciute, le illustrazioni per romanzi, le magnifiche copertine ma anche quelle maioliche che, dopo la guerra, realizzava disegnandovi ritratti e quant'altro per guadagnare un pezzo di pane sono cose che mi hanno sempre commosso. Insomma Galep è Galep! Sfruttato da editori poco raccomandabili (prima della Bonelli sia chiaro) con i sogni infranti di dedicarsi, prima alla pittura e poi all'animazione sperando di realizzare il primo cartone animato in Italia, per poi disegnare - anzi uniformarsi - solo con Tex e con questo fumetto. Peccato che molti lettori, proprio di Tex, si concentrino solo nell'ultimo periodo della sua attività quando Aurelio, a causa di una malattia agli occhi e all'età che non gli permetteva di avere la stessa scioltezza di un tempo, continuava a disegnare il nostro fumetto preferito. Molti lettori, spesso delle nuove generazioni, "liquidano" Galep (se paragonato a un Ticci o a un Villa) come un disegnatore buono o sufficiente, ignorando quanto sia stato invece straordinariamente uno dei più influenti artisti del novecento.

  10. Aurelio Galleppini amava moltissimo dipingere. Tra le sue opere anche questa veduta della sua Casal di Pari, datata 1985.

     

     

     

    2ajt7pi.jpg

     

     

    notevole. Una prova dell'eclettismo di Galleppini e di un autore che non era solo "western e fumetto" per così dire. Ci sono altri esempi della versatilità di Galep come gli affreschi e i dipinti a carattere religioso in cui si evidenza ancora di più la sua bravura.

  11. Tra le storie del periodo, insomma, è una di quelle che si leggono volentieri, sarà anche grazie alla magnifiche tavole di un sempreverde Giovanni Ticci.

     

    soprattutto per questo motivo. Comunque una buona storia e concordo con la tua analisi in generale. Anzi io avrei dato più spazio ai cacciatori di bisonti però capisco che non si poteva.

  12. ciao Mauro una curiosità: spulciando il blog di Moreno (Burattini naturalmente) e leggendo le risposte varie che dava all'intervistatore parlando del suo e del tuo apporto a Zagor c'è stato un passaggio che mi ha incuriosito riguardo a una tua collaborazione all'ultima storia del Comandante Mark. Ecco un passaggio: Mentre io muovevo i primi passi come sceneggiatore dello Spirito con la Scure, Boselli scriveva le storie di River Bill (un personaggio creato da Nolitta e rimasto a lungo nel cassetto prima di approdare su "TuttoWest") e le due avventure finali del Piccolo Ranger e del Comandante Mark.

     

    Dunque davvero tu hai in qualche modo scritto l'ultima avventura dei Lupi dell'Ontario ma non sei comparso nel tamburino degli autori, oppure Moreno ha fatto confusione? E' un tipico caso di ghost writer?

  13. pensando a GLB voglio trascrivere qui alcune domande, con le relative risposte, estrapolate da un'intervista pubblicata in Gianluigi Bonelli\Aurelio Galleppini contenuta nel volume L'autore e il fumetto n 6 e riproposta poi nel 2011 su L'Audace Bonelli distribuito al Comicon di quell'anno.

     

    Sul concetto di avventura e sullo scrivere:

     

    Due parole sull'avventura.

    E' necessaria. Che cosa sarebbe la vita di un uomo senza l'avventura? Una noia mortale!

     

    Lei come scriverebbe un romanzo d'avventura?

    Io scrivo Tex. Quella è la mia avventura.

     

    E intanto lei continuava a scrivere romanzi...

    Che non rendevano un bel niente! Ho scritto "I Fratelli del silenzio" e non ci ho ricavato il becco di un quattrino. Ho scritto "Le Tigri dell'Atlantico" però sono rimasto all'asciutto ma mi sono fatto conoscere. Fu allora che vennero da me quelli del "Vittorioso" con una proposta di lavoro. Dissi loro: "Io non sono un bravo ragazzo, io voglio essere pagato tutti i mesi e voglio anche un contratto di due anni. Dopodiché vi insegnerò come si fa un giornale. Come si stampa e come si scrive. Vi chiedo soltanto di non dovermi occupare delle pagine religiose e di quelle comiche perché non mi piacciono." Mi fecero il contratto. E io tirai su fino a 120mila copie, occupandomi di tutto, dalla carta, alla composizione tipografica, ai testi.

     

    Sulla sua vita giovanile vagabonda:

     

    Comunque lei, fra i venti e i trent'anni, ha avuto una vita molto avventurosa.

    Ho addirittura dormito sotto i ponti, in Lussemburgo, dopo che mi avevano cacciato dalla prigione in Belgio. Ci ero finito perché avevo sfasciato un ristorante: mi trovavo con alcuni amici in una specie di salottino, il cameriere arrivò e mi disse una cosa che secondo lui era una spiritosaggine. Io gli tirai la bottiglia del seltz.

     

    Su fumetto d'autore e la vita

     

    Le esperienze di vita sono importanti per un autore?

    Sì, specialmente quelle negative anche perché quelle positive si dimenticano subito.

     

    Lei crede nel fumetto d'autore?

    No, tranne alcuni casi: Pratt, Crepax e pochi altri.

     

    E poi una chiosa finale epica:

     

    Lei probabilmente è  il principe degli sceneggiatori.

    Io sono il migliore degli sceneggiatori! 

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