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TWF - Tex Willer Forum

John Walcott

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Messaggi pubblicato da John Walcott

  1. Quindi, se Tex va considerato anche arte, lo era pure ai suoi inizi. Lo è sempre stato, non lo è diventato solo in tempi recenti.

    Io sarei più cauto nell'usare il termine "arte". Comunque direi piuttosto che nelle menti di GlB e Galep Tex è nato come artigianato; col tempo si è cominciato a considerare Tex come "arte" visto anche come è assunto nell'immaginario popolare italiano; non è questione che all'inizio lo fosse o meno, cambia semplicemente come è stato concepito dagli altri anche rispetto al fumetto in generale.
  2. Scusa se non è la sezione adatta, esiste una lista di tutte le storie di Tex dove è specificato da che albi sono formate?Grazie in anticipo!

    Una lista non mi pare che esista. Comunque in quasi tutte le discussioni delle storie sul forum, c'è scritto a che albo e che pagina inizia e/o termina la storia. Eventualmente puoi controllare anche sul sito della Bonelli Editore. Scusa se non se so molto.
  3. Condivido quello che avete detto sulla piattezza e il coinvolgimento che manca. Mi viene in mente soprattutto nella seconda parte che sembra quasi che Tex e Carson siano un po' svogliati. Intendo, nell'inseguimento della donna si fa " tanto non ci scappa" "non andr? lontano". E in effetti si tratta di un cattivo davvero poco coinvolgente (se non per niente). Nemmeno i disegni di Venturi mi soddisfano molto (anche perchè in qualche punto ho l'impressione di vedere qualcun'altro al posto di Tex); col tempo farà sicuramente di meglio. Puro riempitivo e proprio per questo non la rilegger? affatto.

  4. Gianbart?  Leo scusa se te lo dico ma Tex è piaciuto per decenni nella sua forma strutturata e delineata a cavallo del dopoguerra e ancora oggi quel personaggio vende e stravende ( ed è la SBE che lo ripubblica in accordo con altre realtà editoriali ) con quelle sue storie epiche dopo ben 65 anni, ma pensi che quelle di oggi, per quanto belle, rimarranno impresse tra 65 anni come quelle ?

    Sono arcisicuro di sè. Tra 65 anni, se dovessi essere ancora vivo, ricorderei con immutato slancio storie che mi sono rimaste dentro, come Mondego il killer, I Giustizieri di Vegas, Missouri, Omicidio in Bourbon Street, Uccidete Kit Willer, Deadwood, Tornado, La Grande Sete (di Manfredi). E non parlo solo per me. Mio padre, vecchio lettore di Tex, aveva smesso di leggerlo trent'anni fa. E' ritornato a leggerlo di recente, ed è molto soddisfatto del nuovo corso.
    A tal proposito volevo notare una cosa.

    Il fatto che il cambiamento di cultura si rifletta anche nei gusti personali.

    Qualche giorno fa avevo visto una vecchia classifica di storie preferite da Tex da una cerchia di lettori non precisata : non si può fare a meno di notare che in quella classifica stradominavano le storie di GLB;le uniche non bonelliane a ritagliarsi uno spazietto in fondo erano "Il passato di Carson" e "I Ribelli del Canada" (e forse anche un altra ma assolutamente niente di Nizzi.

    L'impressione è che il cambio di mentalit? e cultura che influisce sul modo di scrivere influisce anche sulle preferenze.
    Diversi utenti qui rivelano di aver conosciuto Tex attraverso Nizzi : un Tex simile eppure dissimile rispetto a quello di GLB. Nei lettori più veterani quelle storie saranno normale routine texiana e forse versione ripresa delle bonelliane. Ma per i lettori che hanno conosciuto Tex attraverso quelle storie, le riservano un posto speciale nei loro ricordi e indirettamente influisce sulle loro preferenze.

    In questi tempi nuovi lettori compreranno tra gli inediti i loro primi albi e alcuni si appassioneranno a quel modo di scrivere che non è di GLB e di conseguenza si former? con una maniera diversa di concepire Tex rispetto a quella del suo creatore.

    Per questo oggi storie come "Il Passato di Carson" e "Fuga da Anderville" vengono scelte senza problemi da diversi lettori come alcune delle storie migliori. Eppure ci sono anche dei lettori veterani che le hanno meno in considerazione.
    Storie come "La mano del morto" e "Omicidio in Bourbon Street" hanno abbastanza diviso (anche perchè è vero che oggi con forum e altro si è molto più pignoli) ma chissà se fra qualche anno non saranno considerate tra i classici della serie? E se ciò succeder? chissà che a determinarne il successo non saranno proprio tra i lettori nuovi che cominciano ad appassionarsi con quelle storie?
    E lo stesso vale per le altre storie che Leo cita : che siano piccole o grandi storie segneranno comunque l'infanzia di qualche lettore e gli rimarrano nell'animo e che ricorder? sempre positivamente. Sarà quello il Tex che lo coinvolge e quello che in parte avrà come riferimento. Un Tex un po' diverso che cambier? la maniera con cui si approccer? a quello di GLB, alla stessa maniera con cui un lettore di Boselli si avvicina a quelle vecchie storie scritte in un altra maniera e che lui giudica avendo lo stile boselliano come punto di riferimento.

  5. Non male come storia; in effetti non emerge particolarmente in qualche aspetto se non per la sorte finale dei cattivi. Tuttavia non mi è sembrata così scialba come qualcuno ha detto; sono sicuro di avere letto storie ben più moscie. Di certo è il solito Tex che spacca anche se non mi convince molto la risoluzione dei conti finale.

    Il banchiere e i suoi compari fuggono perchè Tex gli ha ormai incastrati. Ma incastrati con che cosa? L'unica prova che i pards hanno sono le parole di un uomo che poi è morto. Quindi quei grossi furfanti non mi sembravano così messe alle strette; l'impressione è che perdano definitivamente semplicemente perchè si fanno prendere dalla tremarella ( e meno male che il banchiere diceva in precedenza di essere tranquillo). Mi domando se l'intenzione di Tex non fosse quella di schiaffarli e giudicarli lui stesso, visto come si occupa di quell'inetto di sceriffo (giustamente).
    Facciamo un sette meno meno.
  6. Quindi, caro Ymalpas, Tex e Carson salvati da Nuvola Bianca in "Sioux" nemmeno vanno bene?

    Che significa è Che se vanno bene in una storia devono andare bene in tutte le altre ?
    Allora puoi spiegarmi perchè l' vanno bene e qui no? Non lo capisco :)Sono praticamente identiche!
    Più che altro, in quella dei Sioux avvertivo pathos che qui non ho sentito molto. Ti spiego : nella prima, Tex e Carson sono inseguiti insieme ai loro compagni Sioux; i cavalli vengono abbattuti, il valoroso compagno di Cervo Rosso viene ucciso e sembra che loro "debbano presto raggiungerlo"; anche se si sa che Tex non può morire non si può rimanere inerti a quella che per lui sembra la prospettiva della fine specie quando Tex non riesce a dare torto al pessimismo del vecchio cammello; il suono della tromba della cavalleria è davvero un bel colpo (per di più inizia pure la tavola successiva come ad enfatizzare il cambio di situazione). :indiano: In questa storia invece l'inseguimento l'ho seguito normalmente e non mi sembrava che Tex e Carson fossero verso la fine; meno coinvolgimento, meno scene emozionanti..
  7. Comprato e letto oggi. Finora, giudizio incerto perchè c'è qualcosa che funziona (una certa dose di ritmo e piacere della lettura) ma anche qualcosa di stonato (probabilmente l'inizio un po' così, senza parlare del salvataggio all'ultimo minuto). La storia guadagna avanzando con essa; potrebbe essere un addio un po' piacevole. Forse saremmo fortunati, ma vedremmo. Di certo, si tratta esclusivamente di una storia per puro divertimento, visto che gli altri personaggi sono decisamente di poco spessore oltre che ripetere una serie di cattivi del loro stampo; anche la scena del salvataggio dei minatori, è rifatta chiaramente sul modello di "Le colline dei Sioux". Considerato che si tratta di una storia conclusiva, ciò poco importa; per il momento mi basta che la storia scorra bene.

  8. John Walcott Ripeto, la differenza sta semplicemente nel fatto che Boselli ha fatto dei personaggi comprimari uno dei suoi punti di forza della narrazione.
    Per come la vedo io, basta semplicemente che tex non diventi un estraneo.

    Ma infatti non credo sia mai accaduto.

    Io ho avuto in qualche storia questa impressione , anche se ben poche comunque. Mi riferisco a "Caccia infernale" o "Sei divise nella polvere" dove mi sembrava di un Tex che fa il suo semplicemente così perchè deve farlo, sensazione di forzato.


    Non è affatto per lo stile dell'autore, semplicemente che magari in quelle storie qualcosa gli è meno riuscito del solito. Tutto qui. :soldatoS:

    "Sei divise nella polvere" è di Manfredi. :D
    Si si, non preoccuparti. :)

    Facevo solo degli esempi generali, non mi riferivo esclusivamente a te. ;)

  9. John Walcott Ripeto, la differenza sta semplicemente nel fatto che Boselli ha fatto dei personaggi comprimari uno dei suoi punti di forza della narrazione.
    Per come la vedo io, basta semplicemente che tex non diventi un estraneo.

    Ma infatti non credo sia mai accaduto.

    Io ho avuto in qualche storia questa impressione , anche se ben poche comunque. Mi riferisco a "Caccia infernale" o "Sei divise nella polvere" dove mi sembrava di un Tex che fa il suo semplicemente così perchè deve farlo, sensazione di forzato.


    Non è affatto per lo stile dell'autore, semplicemente che magari in quelle storie qualcosa gli è meno riuscito del solito. Tutto qui. :soldatoS:

  10. Non è che si rischia di vedere la storia di Tex solo attraverso gli stereotipiùA volte sembra che nelle storie di Bonelli il Ranger era l'unico che si metteva in mostra e non c'era nessun personaggio degno di essere ricordato. Da quando c'è Boselli invece solo adesso i personaggi vengono considerati. Ciò non è de? tutto corretto perchè se in effetti Bonelli ha costruito il suo personaggio come una sorta di uomo invicibile, pur mettendolo varie volte in difficolt? o facendolo catturare, ha creato anche lui delle storie con antragonisti di spessore, come ad esempio la storia di Lucero. Attenti, perchè di personaggi memorabili c'è ne sono sempre stati e anche con le loro sfumature. Il vero cambiamento è che semplicemente scrittori più recenti come Boselli hanno fatto di certe caratteristiche della storia uno dei loro punti principali. Bonelli, Nolitta e Nizzi, anche loro hanno fatto delle storie e dei personaggi umani. Specialmente io tengo in considerazione i lavori di Nolitta su Tex perchè sono stati i primi a non avere come modello di partenza il Tex spaccamontagne di Bonelli senior. Infatti anche il suo modo "zagoriano" di scrivere Tex fece e fa abbastanza discutere. Un Tex che affronta personaggi come dire compromessi con il loro ruolo, con le loro sfumature, non malvagi a tutto tondo (Phil Turner in "Giungla crudele" oppure la famiglia di "Mercanti di Morte"). Ripeto, la differenza sta semplicemente nel fatto che Boselli ha fatto dei personaggi comprimari uno dei suoi punti di forza della narrazione. Per come la vedo io, basta semplicemente che tex non diventi un estraneo. Non intendo che si vede affiancare in grandezza da un altro personaggio ma semplicemente che abbia l'aria di uno che non dovrebbe neanche esserci in quella stoia (come in "Caccia infernale"). Oltretutto dubito fortemente che i tempi del Tex bonelliano, che in generale era quello più sicuro di se e granitico, ritorneranno. Cambiano i tempi e cambiano le mentalit? che non vogliono più gli schemi di un tempo pur cercando di accontentare i lettori; la penso anch'io che bisogna farsene una ragione.

  11. Cosa mi manca del vecchio Tex?Niente.... a parte Dame di Picche ,Diablere,Luceri, templi Maya, vascelli alla deriva, sette cinesi, fiori della morte, ecc ecc in sintesi la fantasia di un vero romanziere....

    La fantasia di un romanziere si può esprimere benissimo anche attraverso trovate meno "fantastiche" ma può essere comunque un vero romanziere. Pistoleri sulla via del tramonto, eroici ribelli, uomini dalle abilità anche irreali, ma caratterizzati psicologicamente in maniera che ha sempre lasciato il segno. I tempi cambiano e la fantasia riflette altri modi di pensare, oggi più vicini al concreto e al reale. Farebbe strano vedere oggi una storia con gli elementi di una volta : alcuni si potrebbero riprendere ma altri probabilmente sarebbere come sgraditi. Faccio un esempio, il caso di Mefisto. Quando Nizzi scrisse il suo ritorno, ricordo che alcuni scrissero che non era un antagonista adatto a questi tempi, ormai un po' vecchio. Magari si può rimpiangere le trovate fantastiche di un tempo, però mi chiedo se oggi otterebbero lo stesso entusiasmo.
  12. Però nel libro intervista di Roberto Guarino, Nizzi scrive questo:

    "Escludo di poter tornare a scrivere Tex. per il quale non potrei scrivere nulla di meglio di quanto non abbia già fatto in passato.
    Per quanto riguarda "Le Storie" la cosa mi stuzzica, ma prima devo finire di smaltire i troppi fumetti scritti.
    Sono passati esattamente cinquant'anni da quando la mia prima storia apparve sul Vittorioso nel 1962.
    Non credi che avrei diritto di riposarmi?"

    Non penso lo rivedremo ancora su Tex.... forse su Le Storie, ma ci vorr? ancora qualche annetto... secondo me :trapper:

    Ma ha ragione Nizzi, ormai ha una cert? età. Perchè cercare di spremere ogni goccia di succo da lui?

    Già ha faticato abbastanza per scrivere le sue ultime storie di Tex ( e alcune di queste non sono neanche state soddisfacenti); per quanto mi riguarda spero che si congedi con onore attraverso quest'ultima storia.

    Dubito fortemente di un eventuale suo ritorno.

  13. Storia che alterna momenti ben riusciti ad altri piuttosto disastrosi. Il problema è che sembra che la prima categoria sia riferita alle scene dei soldati mentre la seconda triste si riferisce a Tex e Carson (più che altro al primo, visto che Carson non combina un granch?). Sono ben riusciti quei momenti della pattuglia nel deserto, con la sete che li tormenta, il sole che picchia sulle zucche e con la minaccia dell'attacco degli indiani. Ben riuscite anche le figure del sergente e dell'altro ufficiale che guidano la pattuglia. Tex invece fa figure ben meschine. A cominciare dall'iniziale scontro con il sergente Laddaker; poi ancora quando ammazzano quest'ultimo, Tex che nemmeno si preoccupa di sapere chi è stato con il bel risultato di farsi incastrare ... :fumo: Non finisce qui perchè ancora che rischia diverse volte di farsi ammazzare ma in situazioni che in altre storie avrebbe risolto in maniera sicuramente migliore; il peggio arriva quando lo seppeliscono vicino al formicaio (già la faccia che fa mi irrita). Decisamente in scarsa forma il nostro Ranger. Ho difeso diverse volte Nizzi da diverse accuse di piccionagine o altro quando mi parevano ingiuste, ma qui proprio non ci siamo. :angry: Eppure se non fosse per Tex, sarebbe una bella storia perchè le altre scene sono davvero riuscite da quelle d'azione a quelle con dialoghi e conversazioni fra i vari soldati; anche pure il confronto finale fra Radcliffe e Durango. VOTO : 6+

  14. Insisto sul fatto che in questi disegni di Galleppini siano ancora ai fasti di una carriera incredibile. John Walcott se hai la bontà di riguardarti due gemme scritte da Nolitta (e posteriori a questa storia di Mefisto) come "La Grande Minaccia" e "La Vendetta di Tiger Jack" si nota una stile immenso, ricco nei particolari e nei detagli, un west disegnato in un modo realistico con paesaggi degni di un pittore; per non parlare delle scene ricche di pathos nel cimitero della prima storia che ho citato, o la caduta del ponte nella sstoria della vendetta di Tiger: insomma se di parabola si deve parlare, di caduta ecco, io direi che Galleppini ha avuto qualche tentennamento nelle storie scritte da Nizzi per lui. Io noto una cura nei dettagli migliore che in altre storie più vecchie dello stesso Galep: una maturit?pienamente raggiunta se vogliamo dirla tutta, quel momento in cui un artista ?al meglio della sua carriera, un po' come Eduardo de Filippo quando decise di girare le sue commdie per la Rai, nel celeberrimo ciclo a colore (scusate questa divagazione teatrale ma era per capirci).

    Ho rivisto tutte le storie che hai citato: concordo che Galep da ancora delle prove da vedere e da apprezzare ma ritengo comunque che non era proprio nel suo periodo migliore. Intendo in tutte queste storie appaiono diverse incertezze anche se i disegni sono ancora di livello buono. Nella storia "Il ritorno di Yama" Galep utilizza anche l' uno stile attento ai dettagli ma a mio parere più efficace senza sbavature. Oppure ancora in "El Muerto" adoro i disegni che ci mette, con quel suo gioco di luci e ombre, con l'intensit? che metteva nelle diverse vignette, specialmente nella scena finale nel cimitero. In queste prove più recenti non avverto la stessa grande intensit? anche se come dici tu non mancano i momenti di gloria. In ogni caso però io do più importanza ai testi che ai disegni quando leggo; di conseguenza la prova di Galep, buona o no, non basta ad alzare la mia opinione su questa storia che io ritengo sempre da una seconda parte decisamente scialba e noiosa nonostante qualche brillantezza nella prima parte.
  15. Brillante brillantissima storia cittadina. Non è un semplice contorno la città; si avverte davvero la differenza di mondo fra questa metropoli e il selvaggio West e di chi vi agisce. Non si tratta di uccidere e basta ma si deve tenere conto delle forze che nel West non ci sono: la stampa di cui i potenti politici come Russel devono tenere conto per mantenere la loro rispettabilità; lo stesso per la psicologia di massa di cui si sfrutta la paura e le emozioni per creare la giusta atmosfera di panico che vogliono. Tex e Carson sono anche evasivi in questro sistema ma riescono perfettamente a risolvere la situazione con alcune brillanti mosse anche umoristiche come ad esempio la fuga dalle forze dell'ordine per poter fare a modo loro ( strepitosi le facce e i pensieri di Carson). Altrettanto mitiche le facce toste di Tex al capo della polizia quando parlano della confessione di Russell ( e anche Rafferty ci mette del suo). Bravissimo anche Nizzi nel descrivere la scena dell'attacco del falco come pure di tutti gli altri momenti decisivi. Una grandissima prova. Riguardo a Letteri, mi è piaciuto nei primi due albi; nel terzo mi è sembrato un po' in calo ma poco importa : buona prova anche la sua. VOTO : 8+

  16. Nizzi non era GLB, ma dai suoi esiti si capisce che il personaggio e i suoi dialoghi gli erano del tutto congeniali. Boselli scrive in maniera totalmente differente: privilegia altri aspetti, quelli che ho sottolineato nel mio precedente post, e magari dirada le scazzottate e i siparietti comici. Su questi, io non credo che in Boselli siano totalmente assenti. Credo, questo sè, che siano meno presenti di un tempo e che le pantomime tra Tex e Carson siano meno gustose di un tempo. Ma se in vent'anni che Boselli scrive Tex questi elementi li abbiamo visti di meno (e comunque li abbiamo visti) significa semplicemente che non gli appartengono. Gli appartiene invece un'attenzione ai personaggi, ai caratteri, alla vita passata (con i flashbacks) dei propri personaggi: tu questo lo chiami "filosofeggiare alla Berardi"? E' vero, anch'io lo chiamerei così, ma io, a differenza di te, in questo non vedo nulla di negativo ed anzi è proprio questo che mi ha fatto innamorare di Boselli. Lo stesso Mauro afferma che quando ha letto Oklahoma ha esclamato che "allora si può scrivere un Tex così!" implicitamente affermando di apprezzare più il modo di scrivere berardiano che le vecchie storie old style (sia di Nizzi che di GlB). In un'altra intervista (di Virgin al nostro TWM, se non erro), Boselli ammette ancora di essere più attratto dal modo di scrivere, più intimistico e umanizzante, di D'Antonio che di GlB. Queste affermazioni vorranno pur dire qualcosa, no? E vogliono dire, a mio parere, che nelle sue corde c'è qualcos'altro, qualcosa che lo accomuna più a D'Antonio e a Berardi che a GlB e a Nizzi. Contemporaneamente, però, apprezza sia GlB che Nizzi e fornisce versioni di un Tex suo, personalissimo, che si discosta dal Tex del duo anzidetto ma senza stravolgerlo o mancargli di rispetto. Per me Boselli ha modernizzato Tex. In questa modernizzazione il personaggio ci ha perso qualcosina, ma ci ha guadagnato molto di più. E io sono contento così. :generaleN:

    Quando GlB ha dovuto lasciare il timone delle storie di Tex ad altri autori, la storia di Tex è diventata più impegnata : da una parte il desiderio di scrivere nel proprio spirito e daun'altra la necessit? di confrontarsi con l'ombra del creatore. Da una parte c'era Nolitta che pur sforzandosi di rispecchiare lo spirito del padre, cominciò già un po' lui a scrivere una visione diversa dal personaggio. Boselli probabilmente è stato più sicuro nel scrivere nella maniera che voleva e distinguendosi dalla tradizione nizziana (che invece si trovava a suo agio con la visione bonelliana). Il problema non è sicuro in Borden ma nel fatto che col ritiro di Nizzi manca una solida narrativa del Tex tradizionale. Boselli è ancora abbastanza fresco nel scrivere ottime storie ma i nuovi autori sembrano ancora un po' incerti nel vedere che linea seguire. Adesso il problema per diversi lettori di Tex è che si vedono mancare un esponente scrittore della "corrente tradizionalista". Boselli ha imposto la sua visione e il suo modo piuttosto discussi ma ben accolti. Sono pochi quelli che vedono le sue storie in maniera fastidiosa, nel senso che è uno scrittore che ha conquistato bene il cuore dei lettori probabilmente grazie al suo modo di scrivere che dicevi tu, Leo. :soldatoS: Ma anche per questo i lettori, soprattutto quelli più veterani, forse desiderano di leggere con passione un solido normale Tex (ecco l'eredit? di Nizzi che ha convinto che anche gli altri scrittori possono scrivere un Tex tradizionale con successo e passione).
  17. Hai scelto pure due immagini accettabili. Quando leggerai l'albo ne troverai anche di peggiori. :fumo: Anch'io sono piuttosto perplesso sui questi disegni : va bene che piace il tratto ma definire queste tavole capolavoro mi sembra esagerato; un po' troppo numerose per i miei gusti le imperfezioni e le sbavature (volti squadrati, espressioni a volte più scolpite o peggio abbozzate). :malediz... Mi ricordo le copertine di Magico Vento che disegna, e li sè che disegna. Non capisco perchè tutti questi errori in Tex. Ma il peggio è che non riesco ad avvertire anima; prendo ad esempio altri due disegnatori abbastanza discussi, Ortiz e Font. Il primo è straordinario per come ci cala in un West sporco, deserto, sudato mentre il secondo è anche lui un asso con i paesaggi naturali. Le figure umane che disegna mi piacciono molto anche se loro a volte commettono errori : trasmettono partecipazione, coinvolgimento. Niente di tutto questo mi succede con Mastantuono ma non penso addirittura che non riesca nemmeno a disegnare il volto di Tex. Le ragioni per cui non mi piace le ho dette.

  18. Incredibile, ma le mie impressioni sono totalmente opposte alle tue. Il soggetto non l'ho trovato così ottimo, normale routine texiana. Nemmeno la sceneggiatura mi è sembrata molto intrigante e non ho avvertito molta tensione. Faraci inserisce più colpi di scena e cambiamenti di situazione che può. Purtroppo non mi coinvolgo tanto perchè ho l'impressione che la storia vada avanti semplicemente perchè deve. I dialoghi mi sono sembrati normali e a tratti pure scialbi; non ho percepito molto del legame tra Tex e Tiger : qualche parola l' ma niente di che. Tiger fa semplicemente il suo, è in forma lo ammetto ma non spicca particolarmente più che altro per via della normalit? della storia. Il punto in cui mi trovo più in disaccordo è sugli antagonisti che sono decisamente inconsistenti. La banda della famiglia mi sembra più che altro un tentativo di insaporire il brodo, peccato però che manchi il sale. Insomma tentano di essere qualcosa ma si fanno continuamente fregare e fanno la figura dei fessi. Oltretutto forse un po inutile l'idea di presentarli come famiglia; se fossero stati normali complici l'effetto sarebbe stato lo stesso. Mitch Fraser e i suoi banditi non sono meglio visto che non emergono affatto ma sono normalissimi banditi che non fanno altro che essere impallinati da Tex e Tiger. L'unico che si salva un po' è Stanton visto che è l'unico che mette almeno un pochino di sapore alla storia e nel contempo mette in risalto ancora di più la piattezza degli altri antagonisti. La scena finale è l'unica che mi è piaciuta davvero un po'

    Stanton che si vanta di essere sfuggito a Tex; appena si volta si accorge di avere il ranger alle spalle e qui finisce la storia. Bella maniera di chiudere, peccato che il resto della storia non sia altrettanto soddisfacente.
    Riguardo a Mastantuono, ho già detto varie volte come la penso. :fumo: VOTO: 6
  19. Va bene grazie. Dove era postato????

    Scusa Johnny, non avevo notato il tuo messaggio. :deserto Questa dichiarazione di Sergio Bonelli l'avevo letta sul primo volume delle ristampe a colori Tex di Repubblica. L' fa riferimento ad aclune sue interviste in cui affermava questo concetto, concetto che io condivido abbastanza.
  20. Non del tutto convincente questa storia, ma non che sia un disastro, affatto! Il problema secondo me è il fatto che in questo periodo, Nizzi cominciava ad accusare la stanchezza e non era più brillante come un tempo. Difatti la lavorazione della storia è stata piuttosto lunga e neanche del tutto continua. A conti fatti penso che comunque questa storia di Mefisto sia sicuramente migliore rispetto a "L'ombra di Mefisto" ( quella si che era noiosa a mio parere). Il primo albo è tutto un'attesa e suspence che culmina nella riapparizione terrestre di Mefisto; si tratta di una scena staordinaria a cui contribuiscono sicuramente molto i disegni di Villa (lui invece se la cava alla grande con il sopranaturale), davvero degna di quella della sua morte. Era da tempo che nella saga di Mefisto che non capitavano scene così. Il secondo albo funziona ancora abbastanza bene anche se non mancano i difetti. Una cosa che in effetti mi ha lasciato piuttosto perplesso è Loa fin troppo timorosa di Mefisto. Nella storia "Black Baron" non si fa alcun problema a piantarlo in asso e a fregargli i diamanti; inoltre insieme a Yama aveva imparato anche lei qualche trucchetto niente male. Oltretutto si nota che forse alla fine nemmeno lei è così valida e potente come Mefisto, insomma la stessa sorte di Yama. Entrambi sono caduti in disgrazia e in rovina e solo Mefisto può continuare l'agognato ed esasperato sogno di vendetta. E' questa anche la ragione forse per cui Nizzi ripesca dalle trovate migliori di GLB tra cui ad esempio le crisi nervose di Mefisto (i soliti antinizziani lo hanno accusato di ridurre Mefisto a un vecchietto nonostante fossero le stesse idee di GLB, in quel caso ben esaltate). L'abilità di Villa permette di aumentare l'orrore della storia ed a evocare i più orribili mostri (nel caso della diligenza evocati direttamente dal Jurassic Park :D ). Nel caso delle catture dei pards Nizzi cita persino se stesso : la cattura di Carson rimanda a "Il delitto di Kit Carson" dell'albo 316 mentre quella di Kit Willer a "Il Ritorno del carnicero"; quella di Tiger jack invece è piuttosto debole :snif: Nizzi cita pure alcune delle migliori scene di Bonelli : il confronto a distanza tra Tex e Mefisto, l'evocazione dei mostri così orribili da togliere la ragione. eppure non si avverte così tanto pathos ed è qui che si avverte la stanchezza dell'autore. Il duello tra Tex e Mefisto è un'altra grande scena ma non si conclude in maniera così emozionante; nel senso che non è molto credibile che Tex sia impazzito e Mefisto è un po' ingenuo ad abbassare subito la guardia. E' questa la sensazione : grandi momenti ad altri piuttosto fiacchi, specie per la grandiosit? dei disegni di Villa. VOTO : 7 e mezzo.

  21. Come si capisce dal mio nome utente, sono uno degli altri che impazzisce per questa storia (nome scelto in omaggio a uno dei miei personaggi preferiti). Non ho bisogno di trovare le parole per questa storia e i suoi elementi perchè vedo con piacere che sono già stati ampiamenti discussi (c'è pure la discussione apposita per la famiglia Walcott e il nero Tom).

    Qui leggiamo uno dei capolavori scritti dal maestro Claudio Nizzi, che mostra pienamente il suo talento (aveva già fatto delle storie ottime): uno scrittore che purtroppo, continuo a dirlo, non gode spesso della stessa stima del patriarca Bonelli, dello zagoriano Nolitta o dello sfacettato Boselli; oggi ci sono fan che lo associano a storie disastrose. Non difendo affatto le ultime storie nizziane, e concordo con chi pensa che debba chiudere. Merita però la sua fama e il suo elogio, proprio in nome di capolavori come questi ( e altri ne verranno da qui).

    Lode, lode piena senza timori o paure. CAPOLAVORO eterno e forse la miglior storia di Tex in assoluto.

    C-A-P-O-L-A-V-O-R-O  clap  clap  clap
    -ave_  -ave_  -ave_
    :inch:  :inch:  :inch:

    L'altra volta sono andato in brodo di giuggiole per questa storia.

    Adesso però scrivo qualcosa di più.

    Si legge di un contesto della Guerra Civile, la guerra che probabilmente ha segnato più di tutte l'immaginario statunitense. Nella storia "Tra due bandiere" Tex aveva già capito la natura del conflitto opponeva fratelli contro fratelli.
    La scelta di Tex in campo militare è quella dell'uomo semplice , dell'uomo che combatte per un principio tanto giusto ed elementare quanto fondamentale. L'idea di GLB era stata questa.

    Nizzi nella sua storia entra però più nella dimensione della guerra. I membri della famiglia Walcott con le loro opinioni e personalit? riflettono le varie ma soprattutto le vere dinamiche che stanno alla base della guerra.
    John Walcott è il giovane che ha capito perfettamente i tempi in cui vive : sa benissimo che ormai il Sud è soltanto un sistema vecchio, arretrato e ingiusto; il Nord rappresenta lo sviluppo e il benessere che porta con se. Il discorso che fa al suo primo incontro con Tex indica alla perfezione la contrapposizione Nord - Sud e i motivi per cui si fanno la guerra.
    Leslie Walcott è praticamente cio che John definisce come "il Sud che vuole che niente cambi e che per ciò combatte la guerra". Per il suo carattere patriottista Leslie potrebbe essere preferito a John più opportunista e contemporaneamente più umano, visto che John indirettamente appoggia una causa giusta.
    Howard Walcott è l'intermediario, che aspetta le sorti della guerra per esprimersi con chiarezza. E'vicino a John per come capisce i tempi e cerca la maniera di sfruttarli ; forse è questa indirettamente la ragione per cui lo zio Walcott ha una preferenza per John.

    Periodo molto difficile in cui si trova Tex : "? difficile tenersi una testa attaccata sopra" , i furfanti di mezza tacca non scarseggiano mai e chi si ritrova coinvolto patisce fame e sofferenze nei campi di prigionia. Anderville, dove i prigionieri si trovano meglio da morti, dove "uno non ha nemmeno diritto a una croce sulla tomba" e deve scomparire nel fango. Gli aguzzini sudisti non sono neanche tanto messi bene ; dicono loro stessi "il Sud è in ginocchio" e detestano i prigionieri che appartengono a quella fazione che gli sta sconfiggendo e umiliando. Il comandante di Anderville vede che presto i ruoli nel campo (prigionieri e carcerari) stanno per invertirsi. Di fronte all'illuso ufficiale sudista che visita il campo, il comandante pensa solo alla maniera con cui uscirne. Una dose di sfortuna lo lascer? sconfitto.

    E' questo il quadro con cui interagisce Tex insieme al nero Tom, personaggio minore ma comunque di una certa importanza. Tom all'inizio agisce piuttosto con passivit?; Tex è li come a ricordarli che deve tirare fuori la grinta e far valere la propria dignit? (nell'episodio del ristorante) per far capire definitivamente che il tempo della schiavit? è finito.
    Abbiamo quindi un Tex duro e sicuro di se come pochi, anche se in questa storia deve ritrovarsi con notevoli dubbi.

    Quando giunge il momento di ritrovare l'oro, la soluzione potrebbe essere indicata nella persona di Leslie. Il suo omicidio e la scomparsa di John rimescolano tutte le certezze sui personaggi : non si è più certi in che cosa siano stati sinceri i due cugini, dove stiano i colpevoli e dove gli innocenti.

    Le rivelazioni finali di Howard Walcott mettono fine a questi dubbi che hanno attanagliato Tex per anni. Il peso che però il Ranger si è portato per anni non può essere cancellato con facilit?.
    L'amicizia fra Tex e John Walcott è rimasta rovinata per molto tempo e in un certo senso non potr? essere ripristinata del tutto visto la morte del secondo.
    Le scene con Tex sconvolto nell'apprendere come abbia dovuto giudicare male un amico per tanti anni a causa di un maledetto complotto.
    Sono pagine sui legami d'amicizia che a me colpiscono ancora più del rapporto fra Carson e Clemmons nel "Passato di Carson".



    Vedete quanto questa storia ispiri e quanto fa pensare, come rimane dentro dalla cena iniziale con i Walcott alla sfuriata finale di Tex con Howard Walcott (Quello che avete fatto è un abominio!). Ciò che rimane a Tex alla fine è solo il desiderio di abbandonare un posto che lo stesso servo dei Walcott, Nathan, indica come "non più come una volta"; sono anche queste le cicatrici della guerra.
    La presenza di Kit Carson come accompagnatore è comunque significativa perchè indirettamente si legge di come lui negli anni sia sempre l'amico fraterno di Tex, il cui legame rimane intatto attraverso gli anni ( a differenza di quello tragico con John Walcott). Sarà lui infatti a far compagnia a Tex in "un bar luccicante e pieno di specchi in cui berci un bicchiere sopra".

  22. Altro che semplice fuorilegge!Il Tex di queste pagine già aiutava rivoluzionari, catturava spie , liberava prigionieri, sconfiggeva uno Stato e creava pagine nella storia del Messico. :capoInguerra: Di certo, Tex qui è proprio una locomotiva a tutta velocit?, ma una locomotiva che viaggia anche fuori dai binari e travolge chi deve essere travolto. Non c'è tregua, non c'è pausa; guerriglia texiana condotta con abilità da Bonelli e da Galep. Per forza un sacco di lettori si sono appassionati subito a Tex : puro fumetto d'avventura, coinvolgimento, intrattenimento, passione .... -ave_ Do un otto pieno a questa storia. Notando i commenti che ho datto nelle primissime storie, vedo che ho esagerato con i voti. In effetti sono diventato più severo con i voti e assegnerei anche a quelle otto e non nove o dieci (quelli li riservo per i capolavori).

  23. Ottima, davvero ottima storia, anche se non penso un capolavoro. Rileggendola ho l'impressione di essere alle prese con un remake di "Il Grande intrigo" ma un remake dannatamente ben fatto; il confronto lascia più o meno alla pari queste due grandi storie. I personaggi come avete già detto sono tra i migliori scritti da Nizzi : il colonnello Oliveira, la mente dell'intrigo, l'uomo da battere; il governatore Zamora, il potente sanguinario, crudele e non senza una sua dose di svago cui si concede; il generale Velasco, il motivo che da più o meno inizio a tutta l'avventura, non ha peso significativo nello sviluppo della faccenda ma sono comunque straordinarie le scene in cui dichiara più volte odio verso Montales (un rapporto d'odio che mi ricorda quello di Mefisto con Tex); Pedro "Cobra" Galindez, il ribelle che si rivela essere anche lui un doppiogiochista, davvero triste nel vedere passare dall'altra parte questo personaggio. In effetti l'impianto delle storie di GLB e Nizzi è piuttosto simile : prigione per Tex, fuga e ribaltamento della situazione. Solo che mentre GLB aveva preferito concentrare la storia come un thriller, Nizzi usa una risoluzione che tende più alla guerra (liberare i prigionieri del carcere e conquistare Chihuaha). Alcune cose che mi hanno lasciato un po' perplesso è il fatto che alla fine non si dica una parola per il giudizio della riabilitazione di Tex; forse perchè Nizzi temeva di scrivere qualcosa di già visto. Diciamo che visto che Tex concedono una bella lezione ai grandi artefici, mi sarebbe piaciuto di infliggere tale trattamento anche ai Rurales corrotti che avevano incastrato Tex (quelli che uccidono i loro commilitoni). Di certo la strada per Tex e i suoi pards è tutta in discesa dopo che scoprono del tradimento di Galindez. Il Ranger è straordinario come capo e come comandante dei rivoluzionari che sognano di abbattere la tirannide di Zamora; è una situazione che mi ricorda quelle storie in cui Tex affiancava Montales nella liberazione del Messico. Anche l', quanto patriottismo , quanti sognatori, quanto desiderio di libertà, che scene! clap Il povero Carson è più che mai al centro di numerosi siparietti, ma davvero numerosi; ho l'impressione che c'e ne sia uno ogni cinque pagine. Il settore disegni può creare confusione, visto lo scarto che c'è tra Fusco e Civitelli; il tratto del primo è secondo me quello più adatto alla storia, tuttavia la sua prestazione non è proprio perfetta (ho notato alcune imprecisioni nel corso della storia); Civitelli invece comincia ad affinare il suo tratto e rendersi spettacolare anche lui. VOTO FINALE : 8 e mezzo

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