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billy kid

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Messaggi pubblicato da billy kid

  1. Letto ieri sera il primo albo. Devo dire che stavolta sono rimasto inaspettatamente soddisfatto dalla trama articolata da Faraci. A dir la verità mi aspettavo una storia di qualità nettamente inferiore... Lieto di essermi sbagliato! ::evvai:: La caccia all'implacabile Stanton e la presenza di Tiger al fianco del ranger sono indubbiamente gli elementi decisivi su cui Faraci ha puntato maggiormente; sul capitolo disegni mi sono già espresso... Aspetter? l'uscita della seconda parte per avere un quadro completo della vicenda e per poter esprimere un giudizio finale... :trapper: _ahsisi

  2. Dei bellissimi disegni, non c'è che dire. Molto interessante la pulizia e la semplicità del tratto, anche se l'espressività di Tex non mi entusiasma tantissimo... ^_^  A quanto pare lo stile grafico di Civitelli ha ispirato molto l'artista, anche se non è affatto semplice rifarsi all'inossidabile maestro aretino... :trapper: Nonostante ciò, ritengo sia una prova molto ben riuscita! ::evvai:: Ora che le guardo meglio, le ultime due tavole ricordano molto quelle della storia "I due killers", datata 1984, in cui Civitelli esordì su Tex ispirandosi inizialmente al segno di Giovanni Ticci... _ahsisi

  3. Acquistato stamani. Da una primissima occhiata alle pagine, non posso far altro che confermare quanto già detto da West10 e dalla Tigre Nera cica i disegni di Mastantuono, senz'altro più curati nei dettagli e nei primi piani dei due pards... Attendo di avere presto un momento libero per poterlo leggere... :trapper: _ahsisi

  4. Lascia perplessa la scena in cui i due vengono a sapere che lo sceriffo di New Orleans è Nat McMillan, sembra quasi che i due lo conoscessero appena, ne avessero praticamente dimenticato l'esistenza, e non fossero neanche stati sfiorati fino a quel momento dall'idea che potesse ancora essere lo sceriffo.

    Nat McMillan°! doubt Mac Kennet, vorrai dire... :trapper:
    Mi cospargo il capo di cenere... si è trattato di un lapsus tra due delle mie passioni: Tex ed il basket. Nate McMillan è un allenatore NBA :inch:
    Figurati... Anche a me capita spesso di confondermi, Tenente!... ::evvai::
  5. pare evidente che GLB avesse dimenticato di aver incontrato Nat MacKennet anche ne "Il Clan dei Cubani" oltre che nel più lontano "New Orleans".
    In seguito mi pare di ricordare che c'è una battuta con tanto di nota che rimanda a quella storia, ma potrebbe essere una modifica fatta in sede di revisione.

    Giusta osservazione. ::evvai:: Quanto alla citazione da te sottolineata, Carlo, durante la storia, nel momento in cui Tex apprende che lo sceriffo in carica è sempre il vecchio Nat, il ranger afferma solamente "di averlo incontrato parecchie volte in passato," giudicandolo un uomo onesto e capace... non fa però riferimento ai loro due precedenti incontri... sisi
  6. Riletta stasera. Una storia molto intensa, forse carente di colpi di scena, ma ugualmente affascinante e orientata prevalentemente all'azione. Sicuramente superiore rispetto alla media delle storie firmate da Bonelli padre in quel periodo, si distingue soprattutto per l'intensit? di una trama travolgente e ricca di avvenimenti; tuttavia la strutturazione, caratterizzata da scene eccessivamente brevi, ha lasciato un p? a desiderare: per la trama e l'insolita ambientazione cittadina, una spartizione della storia su almeno due albi sarebbe stata più adeguata... sisi Altro difetto tecnico del racconto (complice il numero limitato di pagine), il ruolo decisamente marginale rivestito in quest'occasione dallo sceriffo Mac Kennett, tenuto stavolta in scarsa considerazione... :_sigh Tipicamente Bonelliana, invece, la sceneggiatura, da cui traspare un Tex più manesco e dinamitardo del solito, unita ad una moltitudine di dialoghi avvincenti e indubbiamente azzeccati. Molto ben descritti e delineati i vari personaggi e gli avversari coi quali i due pards devono vedersela... :trapper: Di buona fattura anche i disegni di Civitelli, giunto alla sua quarta fatica texiana, che cominciano ad indirizzarsi gradualmente verso uno stile più morbido e personale. Memorabili anche le ricostruzioni dei battelli, del porto e delle vie cittadine di New Orleans, dinamiche ed estremamente accurate: un buon traguardo per il disegnatore aretino, anche se il suo periodo di massimo "splendore" è ancora lontano...:trapper: Voto: 6 ai testi, 8 ai disegni.

  7. [Per un lettore come me, cresciuto coi più morbidi disegni di Galep, Letteri e Ticci, è veramente difficile abituarsi al segno grafico di Mastantuono e di Font... :trapper:

    Curioso... anch'io sono cresciuto con i disegnatori che citi (forse anche per p?i? tempo, perchè è probabile che sia più vecchio di te) eppure non ho fatto alcuna fatca ad accettare Mastantuono, Font e gli altri. :indianovestito:
    Curioso? Meno di quanto tu pensi... :trapper: Questione di gusti, Carlo!... ::evvai::
  8. Le tavole che abbiamo visto in anteprima mi sembrano molto più curate della sua ultima prova, dove avevo lamentato la presenza di un disegno non troppo realistico, addirittura in qualche vignetta quasi scarabocchiate. Queste tavole sembrano esenti da quelli che per me, discorsi stilistici messi da parte, erano dei difetti. Queste tavole mi piacciono, spero solo che siano un'anteprima veritiera delle 220 altre che compongono la storia. Mi fa piacere anche il Tex finalmente sorridente ( di quello eternamente imbronciato non se ne poteva più). Resta uno stile "affilato", ma comunque neppure lontanamente paragonabile con gli ultimi lavori dello spagnolo Font.

    Hai ragione. La differenza stilistica tra le nuove tavole e le sue precendenti storie è piuttosto evidente. Mastantuono ha cercato di curare maggiormente i dettagli e la "pulizia" del tratto ha conferito un maggiore realismo e dinamicit? ai disegni, elementi che nelle sue prove passate erano quasi totalmente assenti. sisi Comunque, nonostante i miglioramenti, resto sempre del mio parere e non intendo modificare il mio giudizio su questo disegnatore, sia chiaro. Il suo "freddo" stile tagliente e decisamente rigido continua a non convincermi, pensate quello che volete... -_nono Per un lettore come me, cresciuto coi più morbidi disegni di Galep, Letteri e Ticci, è veramente difficile abituarsi al segno grafico di Mastantuono e di Font... :trapper:
  9. Una storia efficace e drammatica, senza il minimo dubbio uno dei tanti capolavori texiani del grande Nizzi, ben equilibrata e molto avvincente, gradevole da leggere. :indianovestito:

    Tipica dello stile nizziano la situazione iniziale,

    in cui Tex e Carson, in viaggio verso lo Skeleton Pass, vengono sorpresi da un furioso temporale e trovano riparo, insieme ai passeggeri di una diligenza, in una locanda gestita e abitata dalla famiglia Wallace, originaria di Boston. :soldatoS: La vicenda si intrica sempre di più, ma prosegue speditamente, segnata da molte scene e avvenimenti salienti che donano un ulteriore tocco di azione e di originalità alla storia, come l'omicidio di Blackton e il suo ritrovamento nel torrente poco lontano, l'agguato di Keller e Lennock, banditi reduci da una rapina, il tentato avvelenamento ai due rangers per mano di Jess Wallace, e il tragico quanto inaspettato epilogo, in cui la bella Terry finisce al creatore dopo aver confessato le sue colpe... :snif: Finale che assume inaspettatamente un bagliore di profonda tristezza e umanit? grazie al racconto di Wallace della travagliata giovinezza della ragazza... :snif:


    I punti forti di questa bellissima storia, sono da ricercarsi in una pressoch? ottima caratterizzazione dei personaggi, in una narrazione abbastanza semplice e scorrevole, senza intoppi n° pause brusche, in una azzeccatissima ambientazione e in una trama molto ben delineata, avventurosa e accattivante, priva di incongruenze, non tipica del Western classico, ma tendente al giallo, tipologia narrativa altamente vincente di cui Nizzi era un maestro.
    Impeccabile la sceneggiatura, composta da dialoghi freschi e avvincenti e da una suddivisione delle situazioni precisa e ben strutturata. ::evvai::

    Di questa storia ho apprezzato tantissimo la ferrea determinazione di un Tex più tosto del solito, ragionevole e rapido, capace di risolvere un complicatissimo giallo senza farsi minimamente influenzare da pareri altrui, come ho avuto modo di constatare da pagina 62 del primo albo, in cui

    Wallace cerca deliberatamente di depistare il nostro (che rimane tuttavia impassibile) tirando in ballo la storia del fantasma del vecchio proprietario...


    Piccolo difetto del racconto, come evidenziava John, l'eccessivo affidamento dei due pards alla fortuna per la risoluzione del caso. La "scena del gatto"? Tipica trovata nizziana, ma non per questo meno affascinante... :trapper::rolleyes:

    Gli inimitabili disegni del compianto Letteri, adatti alla trama e all'ambientazione della vicenda, fungono da contorno sublime e saporito nel bel mezzo di una cenetta coi fiocchi...

    VOTO: 8 ai testi, 9 ai disegni.
    P. S. Vi sarete chiesti: Perchè m? sto parlando di cibo? Perchè sono ore che non metto qualcosa sotto i denti!!! _thia- Vado di corsa a farmi uno spuntino... Hasta luego! ::evvai:: :lol2: laughing

  10. Questa storia la trovo gradevole, non memorabile ovviamente a causa di una trama semplice, ma pur nella sua semplicit? mi sembra ben costruita e sceneggiata. I disegni di Muzzi a me piacciono, e probabilmente se avesse potuto dare un'interpretazione più personale di Tex il suo lavoro ne avrebbe guadagnato, mentre invece, secondo me, aveva delle direttive che gli imponevano di non discostarsi significativamente dallo stile di Galeppini.

    Senza dubbio è così. :trapper: Tant'? vero che quasi tutte le storie texiane disegnate da Muzzi, erano firmate in coppia con Galep, che venne incaricato dalla Casa editrice di disegnare i soli volti di Tex. Tutto ciò comportava, logicamente, alcune difficolt? tecniche in più, senza contare i prevedibili allungamenti dei tempi di lavorazione delle storie. sisi Tempi duri, quelli, sia per Tex che per i suoi disegnatori, tenuti costantemente sotto pressione dal lavoro... Rimpiango solamente il fatto che Muzzi si sia allontanato da Tex troppo presto, e così pure Francesco Gamba e Lino Jeva, indimenticabili maestri del fumetto italiano... :snif:
  11. Lascia perplessa la scena in cui i due vengono a sapere che lo sceriffo di New Orleans è Nat McMillan, sembra quasi che i due lo conoscessero appena, ne avessero praticamente dimenticato l'esistenza, e non fossero neanche stati sfiorati fino a quel momento dall'idea che potesse ancora essere lo sceriffo.

    Nat McMillan°! doubt Mac Kennet, vorrai dire... :trapper:
  12. Una storia non particolarmente memorabile, nel complesso piatta, stirata e quasi totalmente priva di azione. Dopo averla riletta per la seconda volta ieri sera, dopo quasi dieci anni che non la riprendevo in mano, ho un p? rivissuto una parte della mia infanzia (? stato, infatti, uno dei primi Tex che ho letto) :indianovestito: ma ho anche capito perchè, non a torto, venga considerata da molti appassionati il più brutto centenario texiano mai realizzato... :snif: La trama era piuttosto classica, ma non priva di un certo effetto,

    ma a presentare enormi difetti fu indubbiamente la sceneggiatura, totalmente insipida e priva di siparietti comici, scene di azione e dialoghi avvincenti e stuzzicanti, elementi che da sempre avevano contraddistinto le storie di Bonelli Padre, qui in evidente fase di declino. Dialoghi monotoni e addirittura ripetitivi, come accade tra la pagina 37 e la pagina 40, in cui, mentre lo sceriffo racconta ai quattro pards del furto notturno al museo, Tex ripete la stessa domanda che aveva fatto in precedenza, ossia chi fosse il guardiano assassinato dai banditi.
    Da questa scena, deludente al 100%, traspare un G. L. Bonelli in evidente crisi di creativit?... :_sigh Altrettanto dicasi per la narrazione, lenta e poco scorrevole, accompagnata da una suddivisione profondamente incerta. -_nono A salvare (minimamente) la situazione furono i disegni di Galep, ancora freschissimi nonostante l'iniziale fase di declino, caratterizzati da una innovativa realizzazione delle vignette alla "Topolino", decisamente insolite su Tex, ma molto affascinanti, specialmente nelle prime 50 pagine, in cui l'artista sardo mise a frutto tutta la sua fantasia. Peccato che la colorazione abbia lasciato molto a desiderare: da un lato ben si adattava all'atmosfera e all'ambientazione Western, resa abbastanza bene; dall'altro lato sminuiva profondamente i disegni, facendoli sembrare di qualità inferiore. Colori che inoltre si fecero improvvisamente troppo accesi nelle ultime 20 pagine della storia. sisi Discreta la copertina, in linea con gli anni 80'. VOTO: 5 ai testi, 7 ai disegni, 6 alla copertina.
  13. Questo temo che sia impossibile. Prima di rivedere un disegnatore per la seconda volta su un Texone dovranno prima essere esauriti tutti quelli disponibili

    Dunque lo escludi categoricamente è In fondo il texone era stato concepito inizialmente solo per accogliere autori ospiti, ma ormai viene realizzato anche da autori "interni". Capita pure che disegnatori che esordiscono sul texone entrino poi a far parte dello staff. A questo punto, si potrebbe introdurre una eccezione anche alla regola dell'unicit?... ( e quindi inserire un Milazzo 2 prima che tutti i disegnatori disponibili siano esauriti ). Tu che ne pensi ?
    In attesa che ti risponda Carlo ti espongo il mio pensiero. Secondo me è altamente improbabile per non dire impossibile. I motivi sono diversi: Per primo la peculiarit? stessa del Texone che ha in se la caratteristica di proporre ogni anno un nuovo disegnatore a cui dare la possibilità di fare un albo con vignette molto grandi, per secondo il fatto che in giro di disegnatori a cui dare la possibilità di esprimersi per la prima volta c'è ne sono molti e quindi perchè mai farli precedere da un disegnatore che già ha fatto un Texone, per terzo e non ultimo perchè mai proprio Milazzo?Ti premetto che a me il Texone di Milazzo mi è piaciuto molto ma, immedesimandomi in chi dovrebbe decidere, come farebbe a dire diamo questo onore a Milazzo tralasciando tutti gli altri tipo Ticci solo per fare il primo nome che mi viene in mente? Sarebbe una scelta molto difficile, perchè mai doverla affrontare quando ci sono tanti disegnatori che ancora non hanno fatto un Texone?
    Questa volta concordo in toto con West. :old: -ave_ Premesso che il Texone è una pubblicazione nata appositamente per proporre ogni anno ai lettori i più svariati stili grafici e diverse interpretazioni di Tex, realizzate per l'occasione da disegnatori differenti, l'idea di assegnarlo per la seconda volta a Milazzo, Civitelli o ad altri fumettisti che in passato hanno già dato il loro contributo alla collana, non sta in piedi, è fuori da ogni logica... Senza contare il fatto che, come sottolieava poc'anzi West, ci sarebbero molti altri disegnatori, di casa Bonelli e non, che avrebbero piacere di tentare questo prestigioso esperimento... Dubito che la SBE acconsentirebbe una simile iniziativa, peraltro priva di ogni senso, fermo restando che esistono altre pubblicazioni "speciali" di Tex, quali Color, Maxi e Almanacchi, in cui Milazzo o chicchessia potrebbero sbizzarrirsi liberamente... :trapper:
  14. Una storia più avvincente che mai, ricca di colpi di scena e di azione in grande stile. Molto buona la prova di Nizzi, che per l'ennesima volta ci ha offerto in meglio della sua creatività e del suo inossidabile talento narrativo.

     

    Piacevole e piena di avventura la trama, ben stabile e calibrata in base alla suddivisione; interessante e sicuramente vincente l'idea di inserire come comprimari una banda di efferati rapinatori dotati di una mitragliatrice Gatling, fatto piuttosto insolito, all'epoca... Dopo una prima parte non particolarmente calda, in cui il colonnello chiede l'aiuto di Tex e Carson, si passa immediatamente all'azione con la spettacolare quanto inaudita rapina alla banca di Bisbee, in cui entrano in scena le otto minacciose canne della Gatling, che radono al suolo gli uomini dello sceriffo, buttatisi all'inseguimento dei furfanti. Altra scena saliente quella che va dal momento in cui il sergente Holbrook viene smascherato e si da alla fuga nottetempo, fino al successivo scoppiettante conflitto a fuoco nel saloon, dove all'ex ufficiale viene saldato il conto... :trapper: Inutile commentare l'attacco dei due rangers al vecchio pueblo, elettrizzante e combattuto a suon di dinamite, e la scena finale della storia, in cui il bravo capitano Lafferty si rivela inaspettatamente un doppiogiochista di prim'ordine... 

     

    La narrazione è fluida e scorre via veloce, caratterizzata da dialoghi intriganti e da numerosi siparietti comici, che contribuiscono a movimentare le pesanti atmosfere laddove il lettore può annoiarsi. Insomma, una storia western di impianto classico, in cui prevalgono principalmente l'azione e i conflitti a fuoco, senza contare l'immancabile suspence...

     

    Qualitativamente migliori rispetto alle storie precedenti i disegni di Vincenzo Monti, che pur mantenendo una certa somiglianza con lo stile ticciano e giolittiano, cominciano ad indirizzarsi verso uno stile più personale. Disegni, inoltre, che ben si adattano alla trama e all'ambientazione della storia. :trapper:

     

    VOTO: 8 ai testi, 8 ai disegni.

  15. Rileggendo "Il fiume della paura" ritengo di avervi trovato un'altra simpatica incongruenza: a pagina 82, Carson ricorsa il "quarantotto" scatenato tempo prima da lui e Tex su un battello.
    Trovo che mettere in bocca tale termine (che, a quanto so, è divenuto sinonimo di agitazione e ribellione su ispirazione dei moti che nel 1848 sconvolsero mezza Europa) ad un personaggio del tardo '800 potesse essere evitato, semplicemente poich? trovo improbabile che il vocabolo "quarantotto" inteso in quel senso fosse già in uso alla fine di quel secolo, credo bensì lo abbia acquisito solo nel secolo successivo.
    Avrebbe fatto molto meglio Nizzi a far dire al Vecchio Bisonte "casino", "pandemonio", un termine più adatto ai tempi insomma...

    Se è per questo, in un'altra storia di Nizzi viene usata l'espressione "Gli faremo vedere i sorci verdi", che risale alla Prima Guerra Mondiale.

    In genere di è tolleranti con queste espressioni idiomatiche, tenuto conto anche del fatto che se si volesse essere completamente filologi, i personaggi non dovrebbero nemmeno esprimersi in Italiano moderno bensì in quello del tardo 800.

    Beh, evidentemente il fumetto ha sempre acquisito un linguaggio attuale, in linea con i tempi. Un fumetto popolare come Tex deve presentare un linguaggio semplice, diretto ed immediato, e soprattutto comprensibile da tutti. Qualche tempo fa, rileggendo le prime storiche strisce di Tex firmate ai testi da G. L. Bonelli, mi sono accorto casualmente che l'autore scriveva in modo diverso, utilizzando dei termini e delle parole che oggi non troviamo più nella letteratura contemporanea e nei fumetti; ad esempio, mi ha incuriosito una frase pronunciata da Tex: "Se il sottoponte è deserto come la tolda, sono a posto!" doubt

    Come ben potete immaginare, questo vocabolo mi ha cacciato una pulce nell'orecchio e ho consultato il dizionario per saperne di più, scoprendo così che la "tolda" era il ponte scoperto delle navi a vela ottocentesche. :trapper:

    Riguardo alle incongruenze citate in precedenza, è superfluo dire che, se possibile, andrebbero evitate... sisi :inch:

  16. Non male... Un disegno davvero molto bello e pulito... Da notare l'accurata raffigurazione della sella, tipicamente western. :generaleN: Il disegno che mi ha più colpito, però, è senz'altro quello di Maurizio Dotti, più in alto, che ci presenta un Tex a cavallo dall'aria decisa e in splendida forma, direi: un vero capolavoro, quello... :wub: _ahsisi

  17. Un solo appunto a Tito: Tito, ma che t'ha fatto Carson° Quando lo vedremo su una tua storia da protagonista?

    Uhmm... Una bella domanda... In effetti nemmeno io ho mai capito perchè Faraci non inserisca Carson nelle sue storie. Forse è semplicemente in fase di "adattamento", oppure il vecchio pard non gli è congeniale, come hai detto tu... Vedremo se in futuro qualcosa cambier?... :trapper:
  18. Pur non essendo un'amante dello stile narrativo di Faraci e del segno grafico di Mastantuono, sono comunque abbastanza fiducioso riguardo a questa storia. La copertina e la tavola in anteprima postata da Paco mi attirano particolarmente... Comunque sia è prematuro, attualmente, esprimere un giudizio, positivo o negativo che sia... sisi :indianovestito:

  19. Prometto che la prossima volta gli errori li farà fare a Carson (e me la vedrà con i suoi ben più numerosi fans!

    Eh, no, caro Borden!... Se mi tocchi Carson io scatto come una molla, eheheh! _thia- :asd:Far commettere degli errori proprio al pard più esperto e ricco di esperienza del quartetto, mi sembra un'idea sballata... Niente colpi di testa, amigo!... :trapper: Se poi, per errori intendi dire che non lo fai più brontolare, magari andiamo più d'accordo... :rolleyes:
  20. Ragazzi... ragazzi... ve l'ho sempre consigliato di fare colazione la mattina solo con latte, massimo macchiandolo col caff?... Ma voi no... sempre a darci dentro con il vino...

    Da parte mia, puoi rimanere tranquillo, West10... Anche se l'immagine del mio avatar può trarre in inganno qualcuno, sono quasi del tutto astemio!... :D
  21. Una storia molto bella, godibile e un p? drammatica, senza alcun dubbio superiore rispetto allo standard che Nizzi teneva in quegli anni. sisi La trama è ben strutturata e suddivisa tra le varie situazioni, anche se ricalca grossomodo la schematica di un'altro celebre capolavoro nizziano, "I cavalieri del Wyoming", in particolare per quanto riguarda la caratterizzazione emotiva, psicologica e fisica dei vari comprimari. L'esempio più noto, di cui anche il lettore più distratto si sarebbe accorto, è la netta somiglianza tra la seducente ma arrogante Rhonda Carpenter e l'affascinante ma diabolica Tessy Malone. Entrambe sono proprietarie di un grande ranch e tentano di impadronirsi, il più delle volte con mezzi illeciti, delle terre circostanti appartenenti agli altri allevatori "vicini di casa"; sono disposte a tutto pur di raggiungere i propri scopi; entrambe sono attraenti, affascinanti, ma diaboliche e perverse, dotate di nervi ben saldi e in grado di sedurre facilmente gli uomini;Tutte e due le donne possiedono un amante; Sono anche molto simili nel modo di vestire; infatti entrambe utilizzano pressoch? gli stessi indumenti, vale a dire una gonna lunga, una camicia, un cappello col nastro scuro e un paio di stivali di cuoio. _ahsisi L'unica differenza tra le due è che Tessy è una signora decisamente elegante dai modi raffinati, mentre Rhonda ci viene presentata come una donna più pratica e più rude. :indianovestito: Nonostante l'evidente somiglianza tra le due storie e i rispettivi comprimari, la storia in questione riesce comunque a funzionare bene, poich? presenta un intreccio e uno sviluppo che si discosta decisamente da "I cavalieri del Wyomng". Le scene salienti che mi hanno colpito maggiormente sono state le brevi scaramucce tra i due rangers e i cowboys di Frank Bartok (nel primo albo), la battaglia a Paradise tra Tex e Rhonda Carpenter (nel secondo albo), scortata da una quindicina di tagliagole, in cui il nostro riesce DA SOLO a spedire all'inferno due terzi della banda, utilizzando astuti trabocchetti. Avvincente anche la scena finale, in cui la perfida donna lotta con il fratello Elia e finisce per bruciare viva insieme a lui nel fienile. ::evvai:: :snif: La narrazione è molto fluida e scorrevole; leggermente difettosa ed insipida la sceneggiatura, composta da dialoghi non troppo avvincenti (leggermente superiori quelli del secondo albo) e da un linguaggio pressoch? asciutto, salvo alcune eccezioni. Dinamici e realistici i disegni di Rossano Rossi, chiaramente ispirati a Civitelli, in particolar modo nei paesaggi e nei vari ambienti cittadini. La raffigurazione dei cappelli e dell'abbigliamento dei rangers, invece, ricorda molto Giovanni Ticci. :trapper: VOTO: 7 ai testi, 9 ai disegni. :old:

  22. Su fratelli e sorelle, aspetta qualche mese... :indianovestito: E ci saranno altri personaggi femminili.

    Peste ! :shock: Non vorrei farti venire l'orch... ite ma visto che, ultimamente, c'è stato un certo "diradamento" ( con mio personale sollievo _ahsisi ) dell'orda di comprimari
    Ed invece io non sarei affatto contento di un diradamento di comprimari. Anzi, sento un p? la mancanza di un nuovo Shane, o di un Ray, o di un Laredo, o di un reverendo Morrow (mi pare si chiamasse così il bellissimo fratello di Colorado Belle), di un Mitch, o del colonnello Brandon protagonista de I Territori del Nord-Ovest, e così via. CREA UMANITA', Borden, CREA! Tex ne viene solo arricchito, non sminuito!PS Non me ne volere, Capelli D'Argento ;). E' solo che tu intervieni così spesso su questo tema che ho paura che prima o poi Borden finisca per darti retta. E' bene che sappia (già lo sa, ma non vorrei lo dimenticasse...) che esiste anche l'altra faccia della medaglia, quella che nei comprimari vede ricchezza per la saga e dai comprimari (anche se oscurano Tex e forse proprio quando oscurano Tex) traggono nuove emozioni...
    Sono d'accordo al 100% con Leo. Una grande abbondanza di comprimari all'interno delle storie arricchisce inevitabilmente la saga, e quindi le storie stesse, che in questo modo vengono sviluppate in maniera più completa ed efficace. Tex non viene affatto sminuito da tutto ciò, ma al contrario ne trae sicuramente beneficio. sisi Dal canto mio, posso dire che i comprimari con una buona caratterizzazione psicologica ed emotiva non finiranno mai di stupirmi e appassionarmi... Storie come "I sette assassini" o "Le catene della colpa", checch? se ne dica, hanno un loro fascino proprio per lo stesso motivo... Anche in questo caso, però, ognuno ha i suoi gusti... >:azz: Riguardo a Borden, mi metto anticipatamente il cuore in pace... Quel furbone finge di darci ascolto, ma alla fine fa sempre di testa sua! _thia- :lol2: :malediz...
  23. su kit willer mi rendo conto di essere un p? sadico e invidioso della sua giovane bellezza, le occasioni per picchiarlo non mancherebbero visto che spesso disobbedisce agli ordini di Tex! :malediz...

    Accidenti, Waco... Se Kit potesse sentirti... Ironia a parte, non mi sembra un buon motivo, questo... Mettiamo in conto che alla sua età Tex era uno sbarbatello quanto il figlio (forse anche di più) ed era uno dei più temuti e pericolosi fuorilegge del Texas e dell'Arizona... Il fatto che Kit, a volte, disobbedisca al padre, non giustifica quei ceffoni di cui tu parli, anche perchè in diverse occasioni ha salvato la pelle dei suoi pards, dimostrando coraggio da vendere... Kit è e sarà sempre uno scavezzacollo, dovete rassegnarvi... :lol2: :malediz... Alla fine, però, è solamente una questione di gusti, niente di più... :trapper:
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