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TWF - Tex Willer Forum

Pedro Galindez

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Messaggi pubblicato da Pedro Galindez

  1. La vicenda di questo Texone può essere datata con una certa precisione: a pag. 77 il principe Florian dice di essere stato costretto all'esilio due anni prima dall'attuale principe di Bulgaria, Alessandro. Si tratta di Alessandro di Battemberg, nominato principe di Bulgaria dalle grandi potenze europee nel 1879 dopo il congresso di Berlino del 1878 e rimasto sul trono fino al 1886, quando venne costretto ad abdicare. Florian precisa che ciò è avvenuto a causa di vecchi rancori. Di conseguenza, la vicenda non può essere datata a prima del 1881 - 82 o dopo il 1886.

  2. Grazie dei complimenti, Shane :indianovestito: !Per quanto rigarda il tuo dubbio, penso che alla SBE non abbiano nemmeno considerato la possibilità di rifare i volti meno gradevoli di Tex e Carson: ciò che un tempo era considerato ammissibile e lecito con illustri disegnatori stranieri poco familiari con la saga texiana ( Wilson o anche De La Fuente ), sarebbe probabilmente stato preso per una mancanza di rispetto da Roi, che fa invece parte a pieno titolo della scuderia bonelliana.

  3. IMHO non si tratta tanto del fatto che, come dice Shane, "Carson non ci fa una bellissima figura" in determinati scontri quanto del fatto che

    i due vilains di questo Texone, il principe Florian e il licantropo Vladar riescono in una impresa in cui nemmeno Mefisto, Yama o Zhenda erano mai riusciti: trasferire lo scontro con Tex e i pards ( nel caso nostro, il solo Carson ) su di un terreno completamente a loro favorevole, e questo sia per quanto riguarda i luoghi che le armi a disposizione. Nel primo caso, nonostante ci troviamo, come ci dice Ruju nella prima didascalia, nell'Arizona settentrionale, pare invece che la location della vicenda sia i la Bulgaria o la Romania, tanto Vladar & co. conoscono bene il terreno e sfruttano tutti i vantaggi che esso può offrire loro per masssacrare in maniera atroce i pionieri e gli indiani locali; le cose però ( e qui entrano in gioco i poteri paranormali -vista al buio - e le armi segrete - l'usbergo nascosto sotto le vesti - di cui Vladar dispone) non cambiano nel primo scontro tra Vladar e Tex, in cui, per quanto il nostro ranger ce la metta tutta sia sul piano tattico che su quello balistico, finisce per affrontare Vladar e i suoi tirapiedi nel luogo e nel momento scelto da quest'ultimo e si può legittimamente dubitare che sarebbe riuscito a prevalere anche se il vilain bulgaro non avesse beccato la cocuzza di Carson, costringendo Tex a uno spericolato tuffo nelle rapide per cercare di salvare la ghirba del suo pard. Non si può nemmeno trascurare il fatto che Tex e Carson riescono a risalire la china soprattutto grazie all'aiuto della zingara vanamente innamorata di Vladar, che ( con un flashback ampiamente reminiscente dei momenti di Dampyr in cui vengono illustrati al lettore e/o al protagonista gli antecedenti storici dei suoi avversari ) permette loro di inquadrare l'avversario che devono fronteggiare, consentendo a Tex di metterlo ko nel loro secondo confronto. Anche in questo caso, però , è un po' strana la scarsa sollecitudine di Tex nell'accertarsi della dipartita del suo temibile avversario ( non era andata così col folle Barrera de "La voce misteriosa" o, più recentemente, con la Sarita de "La cavalcata del morto ), col pretesto di dover mettere il sale sulla coda del principe Florian: come poteva pensare che un tizio come costui, semplice versione esotica dei tanti "dominatori della vallata" da lui affrontati nella sua carriera ( come Carson aveva capito fin dal principio ), potesse creargli grossi problemi o sfuggirgli? Sarà maligno, ma leggendo il Texone mi è balenata persino l'idea che Tex avesse paura di qualche tiro mancino da parte del presunto morto, se per caso lui o Carson gli si fossero avvicinati ( un po' come era capitato in precedenza all'innamorato della figlia del principe Florian dopo lo scontro simulato tra quest'ultimo e Vladar ) e fosse ben lieto di lasciare l' la patata bollente ( sistemata nell'epigrammatico epilogo dalla zingara - deus ex machina ). E' pur vero che, in contrapposizione a tutto ciò, i pards sono mostrati nel loro autentico carattere da Ruju; viene però da pensare che, se molte storie texiane di Nolitta sono parse a più di un lettore "storie in cui il protagonista sembra Zagor, non Tex", qui abbiamo invece l'autentico Tex immerso in un'atmosfera zagoriana in cui pena e fatica come un'aquila costretta a combattere uno squalo sott'acqua, talch? il lieto fine faticosamente conseguito lascia un retrogusto amaro paragonabile alla lontana con l'epilogo di "Patagonia", dove invece Tex, anche per i suoi errori di stampo nolittiano, viene battuto su tutta la linea sul proprio terreno dai tutt'altro che titanici ufficiali argentini.
    . Quanto ai disegni, il discorso e IMHO alquanto più semplice ( e, dovessi fare anche per loro un paragone con "Patagonia", Frisenda batterebbe IMHO Roi senza discussione e senza merc? ): Roi, a parte che nei primissimi e in taluni primi piani, ha spesso dato il minimo di definizione possibile ai volti di Tex, di Carson e talora anche degli altri personaggi: in diverse vignette pare quasi che i nostri due rangers siano immersi in una nebbia che cancella i loro lineamenti ( o almeno parte di essi, come il naso, la bocca e le orecchie, cosa che d' loro in qualche caso un'aria vagamente reminiscente degli zombie o dei vampiri ); ciò qualche volta accentua felicemente le tinte gotiche della vicenda, ma spesso lascia una non piacevole impressione di "non finito" ( non certo in senso michelangiolesco ) o di "tirato via" ( non certo in senso tintorettesco ) che mi fanno, per contrasto, rivalutare l'Ortiz de "L'indomabile" o, per rimanere nel quadro dei Texoni, l'Ambrosini de "Il prezzo della vendetta", pur con tutte le ineguaglianze che la sua opera presenta. In sintesi, IMHO:soggetto 8,5sceneggiatura 8disegni 6,5
  4. E'arrivato anche da me. Dovr? aspettare anch'io per un giudizio più articolato, ma anche IMHO i disegni di Roi non verranno probabilmente considerati uno dei punti di forza del ventinovesimo Texone: infatti, anche se accentuano l'atmosfera vagamente "horror - fantasy" della vicenda ( che di primo acchito mi è parsa molto "zagoriana", non senza qualche spruzzatina di elementi dampyriani e dylandoghiani ), li trovo spesso "sfocati" ( specialmente dopo la prima trentina di pagine ) e in parte anche squadrati.

  5. Tenuto conto che, da quando è stata redatta la lista ( che faticherei a ritrovare ), quasi certamente si saranno aggiunte avventure di ambientazione nordico - nevosa, forse è il caso di fare una nuova lista. Si tratta, per quanto ricordo, di queste avventure:a) Serie RegolareIl tranello ( nn. 10 - 11 )Impronte misteriose ( nn. 11 - 12 )La bufera ( nn. 75 - 76 )Sulle piste del Nord ( nn. 121 - 124 )La notte degli assassini ( nn. 166 - 168 ) ( non si svolge in Canada, ma non manca la neve )I ribelli del Canada ( nn. 203 - 207)Ombre dal passato ( nn. 239 - 240 )Un mondo perduto ( nn. 282 - 283 ) ( ambientazione montana, ma intonazione avventuroso - fantascientifica )Terra violenta ( nn. 340 - 341 )I predatori del Grande Nord ( nn. 343 - 346 )L'oro di Klaatu ( nn. 401 - 403 ) ( ambientata in Arizona, ma su un altopiano innevato )Yukon selvaggio ( nn. 412 - 414 )Bufera sulle Montagne Rocciose ( nn. 445 - 446 )La maschera dell'orrore ( nn. 493 - 496 )Athabaska Lake ( nn. 530 - 533 )Intrigo nel Klondike ( nn. 544 - 545 )Lo sceriffo indiano ( nn. 581 - 582 ) ( vale quanto detto per "L'oro di Klaatu" )I demoni del Nord ( n. 600 )L'oro dei monti San Juan ( nn. 631 - 632 )b ) Almanacchi del WestLa ballata di Zeke Colter ( Almanacco 1994 )c) MaxiNei territori del Nordovest ( Maxi 2001 )Alaska ( Maxi 2013 )d) TexoniL'ultima frontiera ( Texone n. 11 )Il prezzo della vendetta ( Texone n. 19 ) ( tutta la parte finale si svolge in ambiente innevato )

  6. Ho appena riletto questa storia. Anche se IMHO non può aspirare ad essere considerata un capolavoro, mi pare difficile negare che risulti molto leggibile. La trama mescola abilmente uno sfondo "superclassico" ( la lotta di Tex e dei pards contro i trafficanti di whisky e i predoni indiani del Sudovest Usa che è il fulcro di storie tanto diverse fra loro per ampiezza e valore artistico come, tanto per limitarci al Tex di GLB, "Sabbie insanguinate" [ nn. 188 - 189 ], "A sud di Nogales" [ n. 199 ] e "Tucson" [ nn. 211 - 213 ] ) e spunti abbastanza nuovi e interessanti, incentrati sul coprotagonista di questa vicenda, il giovane pistolero mezzosangue Makua. Non che sia il primo personaggio di tal genere ad apparire nella saga texiana, dato che il boselliano Mickey Finn ha alle sue spalle un background mica tanto dissimile; tuttavia, mentre il comanche - irlandese e altri personaggi a lui non tanto dissimili come Paco Ordonez sono caratterizzati fin dal principio della loro storia texiana come inequivocabili vilains, di Makua ci viene fatta vedere tutta l'evoluzione ( o meglio "involuzione" ) spirituale in modo tale da non privarlo mai del tutto di una certa misura di empatia da parte del lettore. Come infatti udiamo e vediamo nei due albi la sua condizione di nascita "irregolare" lo ha reso l'oggetto dell'odio e del disprezzo della tribù di sua madre, e anche i pochi valori positivi a cui poteva ( e magari voleva ) attaccarsi per sopravvivere

    vengono da lui perduti, dato che sua madre è oramai morta all'inizio della storia, mentre il suo più prudente e pacifico amico Cuchillo ( il cui rapporto con Makua mi ha un po' ricordato quello di Ranocchio con Rosso Malpelo nell'omonima novella di Verga ) viene brutalmente eliminato dal predone Mescalero Domingo, che ucciderebbe anche Makua se intervenisse Tex, che però, a parte offrire qualche buon consiglio di scarsa incidenza pratica, lascia Makua alla sua condizione di reietto abbandonato; di conseguenza è difficile che il ragazzo non dia retta alle sirene di Edward Santos, che, bene o male, è stato l'unico ad offrirgli la prospettiva di un futuro migliore, presentandoglisi dunque come una figura "paterna", ancorchè in discreta misura falsa e posticcia, dato che anche per questo comanchero l'interesse personale viene prima di tutto, come dimostra il fatto che lasci il suo giovane protetto a fronteggiare Tex, finendo però vittima ( un po' come gli analoghi personaggi de "Il testimone"[nn. 395 - 397 ] e del Maxi "Rio Hondo") della sete di vendetta di Juanito Roca, il figlio del rivale da lui fatto uccidere

    .

    Nel seguito della vicenda, l'abilità di pistolero e la ferocia di Makua hanno modo di venire fuori in misura notevole

    come dimostrano le scene dell'uccisione del capo Apache Tarkas, suo antico persecutore, e quella dell'uccisione di Roca e dei suoi guardaspalle

    , anche se, come gli fa notare il suo mentore Santos, ancora non è al livello di Tex e Carson, cosa che il confronto col ranger si incaricherà di dimostrare, riportando Makua al punto di partenza, con in più il peso delle sue colpe ( e della relativa pena ) e irrimediabilmente tagliato fuori da un futuro come pistolero: un personaggio insomma che ha preso la strada sbagliata, e ha pagato fino in fondo per questo, uscendone spezzato interiormente e quasi annichilito come individuo, cosa che la chiusa "epigrammatica" di Ruju ( una specie di marchio di fabbrica del suo stile ) si incarica di sottolineare in maniera molto efficace e anche "toccante", come ha puntualizzato Virgin. Ad accompagnare questo centro emotivo della vicenda, Tex e Carson ( come anche, nei limiti che la loro "partecipazione straordinaria" concede, Kit Willer e Tiger ) si mostrano brillanti ed efficaci tanto sul piano dell'azione che su quello della strategia che nelle scene di dialogo; anche i personaggi minori, specie Santos, la vedova Pilar Roca e Juanito Roca, sono bene resi e Ruju mostra la sua bravura di sceneggiatore inquadrando e risolvendo senza problemi il tutto nello spazio ( non breve, ma neppur lunghissimo ) di 220 pagine, senza slentamenti o inopportune accelerazioni. I disegni di Font mostrano le sue consuete tendenze al tratto sottile e alla raffigurazione caricaturale, e IMHO Tex e i pards ne soffrono alquanto; Makua e Santos ( in parte ) e i personaggi minori mi sembrano però di livello alquanto migliore sul piano qualitativo, mentre gli sfondi vengono risolti in modo efficace ed efficiente. In sintesi, IMHO:

    soggetto 8

    sceneggiatura 8

    disegni 7 +

    • +1 1
  7. IMHO, il problema di Ortiz è che, nel declino, il primo elemento dei suoi albi texiani a peggiorare è stato, per sua disgrazia, uno che per molti lettori è non solo importantissimo, ma assolutamente fondamentale: la resa del volto di Tex e dei pards, che nelle ultime sue prove risulta assai spesso sgradevole. Questo compromette spesso la possibilità di apprezzare anche il Tex di disegnatori che non accusano in maniera tanto marcata il peso dell'età o degli acciacchi, figuriamoci quello suo. Personalmente ritengo che le sue ultime prove, da "Evasione!" in poi non siano certo il massimo, ma che, bene o male, riescano ad arrivare ad un livello mediamente decoroso o più che decoroso, con "vette" e "depressioni" in ogni singolo albo. Voto perciò "Gradimento medio". Per quanto riguarda il paragone con Galep che ha "animato" ( anche troppo :rolleyes: ) la discussione, mi pare difficile che sia o possa essere oggettivamente equilibrato, e ciò per diverse ragioni:1) in primo luogo, Galep è stato il creatore grafico di Tex, che ha dedicato al nostro ranger il più e il meglio della sua attività da quando aveva meno di trent'anni a quando aveva superato la settantina; Ortiz, che lo si voglia o no, ha esordito nella serie regolare quando aveva passato da vari anni la sessantina e l'immagine di Tex, pur liberatasi dall'obbligo dell'esclusivo riferimento al modello di Galep, era comunque legata per il lettore medio a Letteri, Fusco, Ticci, Villa, Civitelli ecc., autori tutti assai diversi dal disegnatore spagnolo, che ha dovuto conquistarsi il credito dei lettori in una misura sconosciuta a Galep ( e probabilmente anche a Letteri, Nicol' Fusco o Ticci ); senza dire che , dal secondo centinaio in poi ( nel primo si era invece potuto giovare delle matite e/o delle chine di Uggeri, Gamba, Cormio ecc. ), Galep ha potuto essere utilizzato dalla Bonelli come "punta di diamante" della serie, da usare in maniera limitata e se possibile per occassioni importanti ( pensiamo agli albi centenari, a "Gli sterminatori" e alle storie di Mefisto e Yama ); Ortiz, come tutti sappiamo, ha assunto ( insieme a Font ) nel corso del quinto e sesto centinaio il ruolo del disegnatore "veloce", che deve assicurare la pubblicazione degli albi della serie regolare .2) in secondo luogo, quando paragoniamo ( come hanno fatto Ymalpas e Paco ) un disegno rifinito, colorato, fatto senza scadenze di pubblicazione dinanzi come quello di Galep a delle tavole in bianco e nero che dovevano essere assolutamente consegnate entro una certa data come quelle dell'ultima fase dell'attività di Ortiz, IMHO rischiamo fortissimamente di non tenere conto di condizioni di lavoro oggettivamente fin troppo differenti; se fossi ( come non sono ) un panegirista a tutti i costi di Ortiz, potrei replicare mettendo a confronto le tavole de "La maschera dell'orrore" con quelle di Galep per "Soldati a cavallo" ( l'età dei due disegnatori era più o meno la stessa, anche se all'epoca probabilmente Ortiz godeva di salute migliore ): se si prescindesse dai fattori menzionati al punto 1 ( e magari si ricordassero le diverse aspettative di produttivit? per quanto riguarda i due disegnatori ), IMHO difficilmente Galep avrebbe la meglio.... Per quanto infine riguarda i gusti personali di ciascuno a livello disegnatori ( altro argomento che ha suscitato discussioni nel topic ) , posso dire che, mentre apprezzo tutti i disegnatori "storici" di Tex ( l'ultimo Ticci non mi pare però tanto superiore all'ultimo Ortiz ), quelli di scuola iberica suscitano in me un gradimento variabile: trovo ottimo il primo Ortiz, più che buono Blasco ( malgrado le censure di Nizzi, a mio avviso facilmente estendibili anche Letteri o Nicol', che non sempre sapevano evitare sviste o discrasie tra una tavola e l'altra ), abbastanza gradevole De La Fuente, non molto gradevole Font.

  8. Il mio voto va ad Ah - Toy ( come guida di una tong non manca di risorse e come donna è al riparo da certi metodi texiani ). Per quanto invece riguarda le preferenze mi oriento verso il professor Doberado e il colonnello Watson ( anche se IMHO sarebbe difficile fargli conservare non tanto la vita, quanto le risorse economiche e di potere che erano il suo punto di forza ).

  9. Anche se potrebbe essere già morto, voto per O'Bannon: dopotutto credo che sarebbe interessante rivedere una delle poche persone che Tex ha battuto con mezzi non troppo leali ;) . Assegno invece la preferenza a Marie Gold.

  10. ATTENZIONE: IL POST PUO' CONTENERE SPOILERHo letto anch'io i due albi. IMHO la prestazione tanto di Boselli che di Acciarino è sostanzialmente positiva. Per quanto riguarda il primo, la sceneggiatura, pur ricca di azione e personaggi, scorre in maniera molto scorrevole e lineare ( potremmo parlare, come ha fatto l'Ammiraglio, di "classicismo boselliano", in quanto la narrazione si snoda in modo non troppo dissimile da quello classico di GLB e di Nizzi ) ma comunque sempre interessante e avvincente: a parte i tre pards, generalmente in ottima forma ( a parte forse il piccolo infortunio i personaggi principali ( "Billie" Bayon, i due Discoll, i due Damon e Nick Favor ) sono ben presentati e tratteggiati ( particolarmente positivo ?, a mio parere, il fatto che i "cattivi", compreso lo stupido e brutale Jared Damon, si mostrino pragmatici e realisti anche nei momenti in cui si sarebbe potuto temere un eccesso di Grand Guignol ); bastano inoltre pochi tocchi per dar vita anche ad alcuni dei personaggi secondari ( penso soprattutto allo sceriffo Disch, tronfio, vile e spudoratamente al soldo dei Damon, e al soprastante Stammers ). Come ha detto Paco, la conclusione della vicenda strizza l'occhio a "La sconfitta" ( il duello e la fine dei due Damon ), ma Boselli è a mio parere assai abile nell'inserire con sobrietà questi particolari nella sua sceneggiatura e nel presentare lo scontro tra i Damon e Tex in maniera tale da sottolinearne l'inevitabilità e le ragioni profonde ( in GLB, lo scontro tra Tex e i due "cattivi" appare al tempo stesso superficiale e sopra le righe, dato che Freddy Baker va a picchiare il naso contro Tex semplicemente per una stupida bravata, mentre suo padre è solo un ranchero tracotante ). Di fronte a ciò, i difetti del plot si riducono IMHO all'inserimento nella trama dei due vicesceriffi, che appaiono figure un po' scolorite e non molto coerenti sul piano del comportamento ( non si capisce perchè passino dalla parte di Tex dopo i "massaggi" ricevuti e prima di uno scontro dall'esito tutt'altro che scontato ); ciò comunque non mi pare in grado di inficiare in maniera decisiva la sceneggiatura. Per quanto invece riguarda la prova di Acciarino, vi sono alcune quasi inevitabili imperfezioni da esordiente ( i volti di Tex nell'ultima striscia di pag. 61 e nella prima di pag. 62 del numero 633 e quello di Kit Willer a fine pag. 87 del numero 634, reso quest'ultimo ancor meno gradevole dalla sproporzione tra la testa e il corpo del figlio di Tex ), ma nell'insieme la prova è piacevole e positiva. In sintesi ( e IMHO ):soggetto 8sceneggiatura 9disegni 8--

  11. @Yosey Wales: complimenti per la ricerca! Gli episodi in questione di "Alla conquista del West" erano già stati tirati in ballo nei Forum texiani, ma più che altro come fonti ( qualche "amico" di Nizzi aveva parlato più brutalmente di trama scopiazzata ) de "Le colline dei Sioux" ( nn. 480 - 482 ), il seguito di questa storia. Dal riassunto che hai scovato si vede però che anche la parte iniziale di "Sioux" ha qualche punto di contatto col telefilm americano ( anche se, a onor del vero, l'idea della spedizione in territorio indiano di bianchi non avvezzi alla vita del West che provocano con la loro stupidit? la reazione dei nativi si trova già nella storia zagoriana "La marcia della disperazione" [ Zagor nn. 112 - 116 ], pubblicata nel 1974 - 75, e probabilmente nota a Nizzi ancor meglio di "Alla conquista del West" ).

  12. Il mio voto va alla copertina dell'albo d'oro n. 2, in cui Galep riesce IMHO in maniera eccellente a ricreare il clima dei film western Usa coevi. La mia preferenza va invece alla copertina n. 6 che, oltre al suo piacevole tono avventuroso, offre a Galep la possibilità di mostrare nel campo degli sfondi paesaggistici. In ogni caso, complimenti anche da parte mia, Ymalpas, per aver portato all'attenzione del forum queste prove di Galep, per quanto non siano solo ignote alla maggior parte dei lettori texiani attuali, ma anche probabilmente estranee alle loro aspettative di resa visiva delle avventure del nostro ranger, tanto che molto probabilmente non sarebbe favorevolmente accolta la riproposizione di qualcosa del genere nelle copertine e negli albi attuali ( come IMHO hanno mostrato le non poche critiche ricevute da Claudio Villa quando ha cercato in parte di rifarsi a questo tipo di modelli per la copertina di "Sul sentiero dei ricordi" )

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