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Pedro Galindez

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Messaggi pubblicato da Pedro Galindez

  1. Ecco la copertina del volume 231 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Quartiere cinese": comprender? gran parte de "La grande sete" ( nn. 585 - 586 ) e la prima metà de "L'artiglio della tigre" ( nn. 587 - 588 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa ( che peraltro, per l'ambientazione e l'atteggiamento di Tex, presenta qualche affinit? con quella del n. 504 della serie regolare, "Il covo del male" ) si rifanno a quest'ultima vicenda.

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  2. Ecco la copertina del volume 230 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Le stagioni dell'odio"; comprendera le ultime pagine de "Lo sceriffo indiano" ( nn. 581 - 582 ), "Missouri" ( nn. 583 - 584 ) e l'inizio de "La grande sete" ( nn. 585 - 586 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda vicenda.


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  3. In effetti, nell'albo 607, lo sciamano al suo servizio afferma che Revekti ha la capacità di venire a conoscenza di avvenimenti lontani nel tempo e/o nello spazio ( come il massacro dei Pima perpetrato dalla banda Cunningham ); naturalmente, possiamo anche credere che le affermazioni dello sciamano siano motivate da fini propagandistici ( allo stesso modo delle voci su Revekti che si sono diffuse nelle riserve e su cui Tiger ci ha ragguagliato nell'albo 606 ), ma resta il fatto che ci credono non solo i suoi seguaci abbrutiti dal "pane degli dei", ma anche un guerriero valoroso e lucido ( sappiamo che non usa quasi mai la droga dei cactus dal suo dialogo con Goyaklee subito dopo la scelta di quest'ultimo come capo della spedizione contro Cunningham & Co. ) come Ahwig che, nonostante non attragga molto l'attenzione a una prima lettura, si rivela in realtà ben più pericoloso del suo capo sul piano dell'azione pura e semplice ( con un portentoso tiro d'arco liquida Minnesota; in seguito, pur ferito gravemente da uno o due colpi sparati da Tiger e Mazay [ una prodezza degna del Tex del primo centinaio, anche se forse non troppo verosimile ] riesce a uccidere uno dei cowboys di Cunningham e a togliergli il cavallo, in modo tale da poter avvertire il suo capo degli ultimi sviluppi della situazione; infine, nella parte finale della vicenda, è lui con un lancio di coltello [ il coltello e l'arco sembrano proprio un motivo ricorrente della vicenda, visto che vi ricorrono personaggi tanto diversi come Tex, Ahwig, Carver, Longway e Parkman ] a impedire a Miles Cunnigham di estrarre la sua pistola e impiombare Revekti, oltre a guidare il nerbo degli uomini del "profeta" contro il gruppo di Parkman dove, dopo una carriera nel segno dell'azione, finisce paradossalmente per morire per aver parlato a Goyaklee prima di sparargli ). Lo scarso rilievo sul piano dell'azione e della psicologia di Revekti resta dunque, IMHO, non eccessivamente convincente ( anche perchè il nostro meticcio non è affatto un uomo con la testa fra le nuvole, come il suo equivalente bianco nella nolittiana "I ribelli del Canada" ).

  4. Ecco la copertina del volume 229 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "L'innocente": comprender? le battute conclusive di "Vendetta per Montales" ( nn. 579 - 580 ) e l'inizio de "Lo sceriffo indiano" ( nn. 581 - 582 ). Aquest'ultima storia si riferiscono la copertina di Claudio Villa e il titolo.

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  5. Non è detto che Parkman debba per forza riavere le sue spalline da tenente; nel mondo anglosassone i gradi militari sono spesso ( soprattutto in occasione di guerre ) conferiti "a titolo temporaneo"; di conseguenza, non è affatto impossibile che Parkman ricominci "dalla gavetta" ( qualcosa del genere, se non ricordo male, era capitato al sergente Torrence di "Cercatori di piste" [ nn. 417 - 418 ], ex ufficiale confederato arruolatosi come soldato tra le giubbe blu ), tanto più in quanto le dimissioni dovevano appunto servire ad evitargli la degradazione e l'espulsione dall'esercito.

  6. Ora che ho preso e letto anch'io l'ultimo albo, provo anch'io a fissare le mie impressioni sulla storia e i disegni. IL SEGUITO DEL POST POTREBBE CONTENERE SPOILERPer quanto riguarda il primo aspetto, la narrazione procede IMHO in maniera sostanzialmente chiara e fluida ( in questo ritengo non abbia torto Paco che vede in questa sceneggiatura un segno dell' avvicinamento del modus narrandi di Boselli a quello "classico" del medio e tardo GLB e di Nizzi; il problema è però che, come è capitato spesso nel caso di quest'ultimo sceneggiatore, la cosa può prestare il fianco alle accuse di prolissit? e lentezza del ritmo narrativo ) , con non poca azione e alcuni riusciti colpi di scena. D'altro canto, credo sia comunque difficile negare che siano presenti le diverse imperfezioni ravvisate da diversi frequentatori di questo e altri spazi informatici. Cosè, se mi pare probabilmente esagerato affermare che Tex ha un ruolo completamente marginale nell'azione, va comunque detto che, per quanto nel primo albo il nostro ranger sia abbastanza incisivo negli scontri a fuoco coi seguaci di Revekti, nel prosieguo della narrazione è abbastanza facile accorgersi che sul piano strategico il piano per scoprire il covo di Revekti è stato ideato da Laredo, mentre, sul piano dell'azione, buona parte della gloria spetta a Tiger, agli scout di Fort Apache, al bieco torturatore e massacratore d'indiani Carver ( ! ) e persino ( in veste di deus ex machina ) a Kit Willer. Cosa resta dunque a Tex? Il ruolo di guida in campo tattico e quello di uccisore di Revekti. La cosa peraltro è meno gloriosa di quanto potrebbe sembrare un po' perchè il terribile ribelle indiano, la cui entrata in scena è stata tanto attesa per circa due albi è men che nullo come uomo d'azione ( quando Tex se lo ritrova di fronte, è proprio Revekti a eliminare - involontariamente - il suo seguace che sta lottando corpo a corpo col ranger, dando così modo a quest'ultimo, di liquidarlo; del resto, anche in precedenza Revekti non faceva quasi un passo senza essere circondato da un nugolo di guardaspalle, manco fosse stato un boss mafioso ), un po' perchè le sue doti di astuzia e di scaltrezza, pur non del tutto spregevoli, non sono nemmeno eccezionali: per intenderci, a far cadere in trappola a quella maniera Cunningham e i suoi ( con l'ex colonnello che, per mettere meglio la testa nel sacco, si comporta come se indossasse ancora la giubba blu ) ci sarebbe riuscito anche il Cane Giallo di "Oltre il fiume". Anche l'ex colonnello Miles Cunningham non mi pare uscire troppo bene dalla storia. Infatti, mentre i primi due albi e mezzo ce lo avevano mostrato come un uomo certamente spietato e vendicativo, ma anche intelligente ed abile, nella parte finale della vicenda si comporta con lo stesso stupido fanatismo dei vari Elbert ( "Sangue navajo" ), Arlington ( "Vendetta indiana" ) e Ratcliffe ( "Buffalo soldiers" ). Nemmeno la sua morte riesce a mio parere a coinvolgere emotivamente ( in un qualsiasi senso ) il lettore: i suoi tentativi di piatire salva la vita per sè, il figlio e il maggiordomo nero ricordano poco piacevolmente quelle scene di "Ritorno a Culver City", "Moctezuma" e "Il fuggiasco" in cui è Tex a comportarsi in tal modo con chi lo ha ridotto alla sua merc? ( Don Diego Villalta nel secondo caso, due stelle di latta negli altri ); Cunnigham di suo ci mette soltanto una certa viscida vena adulatoria che Tex, anche in questi tristi momenti, non sfoggia. Persino il fatto che accetti di morire piuttosto che sopportare l'uccisione del figlio non mi pare sia in grado di commuovere molto ( anche perchè, come Cunningham aveva probabilmente capito, Revekti non aveva affatto voglia di mantenere la parola; più commovente, semmai, l'eroica abnegazione del maggiordomo Moses che si fa ammazzare per dare ai due padroni la possibilità di fuggire ), mentre la sua fine, identica a quella dei cacciatori di scalpi dell'omonima vicenda bonelliana, è però priva ( magari in ossequio al realismo della situazione ) di quel dignitoso coraggio mostrato da quei vilains in quelle circostanze. Molto più riuscito ( e al centro della narrazione per due terzi della medesima; non so se fosse questo il fine che Boselli si era riproposto, ma tutta quella fitta trama di complicità, rancori e conversazioni tra i membri principali della schiera di Cunnigham, che è parsa a numerosi lettori eccessiva e ridondante, [anche perchè diversi di costoro periscono poi senza troppo rilievo, a differenza degli Innocenti de "Il passato di Carson&quot] finisce per mettere in rilievo sempre più accentuatamente la personalit? dell'ex tenente ) mi pare invece Parkman, che, pur soffrendo per il suo amore perduto, ha acquisito la lucidit?, l'intelligenza tattica e il buonsenso che gli erano del tutto estranei in "Sulla pista di Fort Apache". Pure, a tanti progressi sul piano delle capacità d'azione, non si accompagnano analoghi progressi sul piano del senso morale, che si risveglia solo di fronte alla morte fra i tormenti dello scout indiano catturato, mentre non è abbastanza sveglio da impedirgli di partecipare alla strage dei Pima. Per quest'ultima Tex, pur dopo aver espresso propositi di vendetta, una volta sentite alcune dichiarazioni di rimorso e pentimento di incerta sincerit?, lascia andare liberi sia lui che gli altri superstiti del "gruppo di fuoco" del fu Cunningham, cosa che ha comprensibilmente lasciato l'amaro in bocca a un discreto numero di lettori. Certo, non mancano esempi di analoghi "patti col diavolo" anche in GLB, ma quasi sempre essi o concernevano pesci piccoli, lasciati liberi di "andare a farsi impiccare altrove" ( come ne "Lo sfregiato" ) oppure la sorte si incaricava di liberare Tex dalla necessit? di dover ringraziare e beneficare i suoi provvisori alleati ( come mostrano la sorte di Thomas e degli altri adepti del vodoo alla fine de "Il figlio di Mefisto" e quella del cugino di Eusebio ne "Gli scorridori del Rio Grande" ); IMHO, se dallo scontro con Revekti si fossero salvati soltanto i cowboys di Cunnigham, l'effetto vagamente stridente del finale sarebbe stato quantomeno molto attutito. Per quanto riguarda i disegni, si può certo notare che Ginosatis eccede un po' con l'inchiostro ( certe sue vignette paiono incisioni all'acquaforte ) e talora con l'espressionismo nella resa dei volti di certi personaggi caratterizzati in senso bieco; penso tuttavia che la sua prestazione sia di livello piuttosto buono, specie se si considerano le dimensioni della storia e il fatto che fosse all'esordio su "Tex". In sintesi, a mio parere:soggetto 7sceneggiatura 6,5disegni 7,5

  7. Ecco la copertina del volume 228 della "Collezione Storica a colori" da domani in edicola con il titolo "La palude degli agguati"; saranno comprese in esso la conclusione di "Omicidio in Bourbon Street" ( nn. 576 - 578 ) e l'inizio di "Vendetta per Montales" ( nn. 579 - 580 ). Il titolo e la copertina fanno riferimento alla prima vicenda ( curiosamente, anche se non forse la cosa non era del tutto imprevedibile visti i caratteri "magico - occultistici" della trama di Boselli, Claudio Villa si è ispirato per la sua immagine alla copertina galleppiniana del n. 162 della serie regolare [ "Nel regno dei Maya&quot] in cui Tex e i pards penetrano nello Yucatan per affrontarne gli abitanti, caduti sotto il malefico influsso di Yama )

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  8. Questa è la copertina del volume 227 della "Collezione Storica a colori", in edicola da domani con il titolo "Cuervo lo spietato": conterr? le ultimissime pagine di "Terre maledette" ( nn. 573 - 574 ), "Sul sentiero dei ricordi" ( n. 575 ) e la prima parte di "Omicidio in Bourbon Street" ( nn. 576 - 578 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riallacciano alla seconda vicenda.

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  9. Ecco la copertina del volume 226 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Indian Plains": includer? l'ultima parte de "Il Fuggiasco" ( nn. 571- 572 ), oltre alla quasi totalit? di "Terre maledette" ( nn. 573 - 574 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla seconda storia.

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  10. Ecco la copertina del volume 225 della "Collezione Storica a colori", da domani in edicola con il titolo "Ultima notte a Destiny": comprender? la maggior parte di "Buffalo Soldiers" ( nn. 569 - 571 ) e l'inizio de "Il fuggiasco" ( nn. 571 - 572 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono alla prima storia.

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  11. Eccola copertina del volume 224 della " Collezione Storica a colori" , da oggi in edicola con il titolo "Le belve di Carrizo": contiene la quasi totalit? di "Dieci anni dopo" ( nn. 567 - 568 ) e la parte iniziale di "Buffalo Soldiers" ( nn. 569 - 571 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa si riferiscono a quest'ultima vicenda.


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  12. Questa è la copertina del volume 223, della "Collezione Storica" a colori, da oggi in edicola con il titolo "Spettri del passato": comprender? l'ultima parte di "Spedizione in Messico" ( nn. 563 - 564 ), "La sentinella" ( nn. 565 - 566 ) e le primissime pagine di "Dieci anni dopo" ( nn. 567 - 568 ). Il titolo e la copertina di Claudio Villa sono - una volta tanto - un po' ambigui: potrebbero infatti riferirsi tanto alla prima storia ( in cui gli " spettri" sarebbero rappresentati dal fratello di un vecchio nemico di Tex che fa parte dei "cattivi" ) che alla seconda ( in cui si farebbe riferimento al principale comprimario di essa, il soldato sudista che non sa della fine della Guerra Civile ). Anche lo sfondo paesistico creato da Villa può riferirsi altrettanto bene al Messico della prima vicenda che all'Arizona della seconda.

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