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Thomas Warren

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Messaggi pubblicato da Thomas Warren

  1. Scusami Sam, non ne ero al corrente... Non me ne vogliano i redattori per questo mio improvviso sbalzo d'umore, ma dovete pur prendere atto che dopo due settimane di attesa mantenere il controllo dei propri nervi e' molto difficile, almeno per me. :) Non e' stato possibile prefissare la pubblicazione del TWM in una data precisa?

  2. Non  mi pare che il problema di fondo sia la riabilitazione..  Se lo è, allora non ho capito il tuo post. :wacko:  Servono anche i cattivi, per creare le storie, no? O vuoi che mi metta nei guai  :P con uBC creando altri personaggi ambigui al confine tra il bene e il male? :D  Il cielo ne scampi!  

     

    A tal proposito, Borden, volevo porti una domanda: che ne pensi della loro ultima recensione su Delta Queen? Il fatto che per una volta abbiano recensito la storia nella sua interezza e perdipiù senza attaccarti arbitrariamente, è un evento da festeggiare... Hanno finalmente imparato a far bene il loro mestiere, o sei riuscito a corrompere anche loro? :D

  3. adoro Galep!

     

    Questo disegno postato dall'amico Thomas lo conosco bene. E quoto Francob quando parla di stile inconfondibile, di "vero" Tex in riferimento al tratto galleppiniano. Il mio dispiacere è che in questo 2014 sono vent'anni esatti che Aurelio è scomparso e la Bonelli non ha fatto niente per celebrarlo-ricordarlo. Mi piacerebbe che gli dedicassero un Almanacco dell'Avventura, poiché negli ultimi anni invece dell'episodio di Zagor stanno celebrando autori immensi come Nolitta, Canzio, Toppi e ultimo, in ordine di tempo e pubblicazione, D'Antonio ristampando delle loro storie.

     

    Quindi un Almanacco dedicato esclusivamente al grande Galep ci starebbe bene, in cui, oltre a ospitare la storia breve di Tex "Gli Sterminatori" potrebbe avere al suo interno altre chicche: qualche episodio di "Occhio Cupo", "Le Perle del Mar di Oman", perfino un Mandrake che Galep ha disegnato negli anni quaranta... e dare ai lettori odierni di Tex anche una galleria di copertine e illustrazioni che il nostro ha realizzato per altre serie. Per me si potrebbe fare!

     

    Mai come in questa occasione mi trovo d'accordo col pensiero di Ulzana. E di mio aggiungo che, in una importante ricorrenza come i vent'anni dalla scomparsa di Galep, una pubblicazione speciale a lui dedicata avrebbe dovuto costituire la principale priorità della SBE, alla cui direzione, come se non bastasse, non si sono nemmeno presi la briga di pubblicare uno straccio di articolo sulla seconda di copertina di un albo di Tex, come invece periodicamente Sergio Bonelli non mancava di fare. Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare il motivo di tanta cieca indifferenza... -_-

  4. Non avresti potuto augurare questa nuova galleria in maniera migliore, Ymalpas! Tre opere d'arte da fare invidia a molti altri maestri del pennello. A quanto ho visto, Pietro Gamba è stato senza dubbio un maestro delle mezze tinte: tratto preciso e rigoroso, oltrechè pulito e curato nei dettagli. L'ultimo dipinto in particolare è mozzafiato... :clapping:

  5. Nel caso di Fernandez, credo che Borden abbia visto giusto. Non ho sottomano la ristampa a colori TexGold, ma vista la "povertà" grafica del maxi in questione, è molto probabile che le tavole abbiano tratto beneficio dall'aggiunta dei colori (per quanto scadenti siano).

  6. Fra gli autori di fumetti stranieri che potrebbero aspirare all'impegno di un Texone, suggerirei a Borden di tenere in debito conto Branislav Kerac, celebre fumettista serbo che, fra le sue prestigiose collaborazioni a "Tarzan e al "Grande Blek", annovera anche un'episodio di Zagor su testi di Burattini che sarà pubblicato prossimamente.

  7. Senza ombra di dubbio Alberto Giolitti, col suo segno squisitamente pittorico e dettagliato, ha lasciato la sua impronta anche nella saga di Tex. Un maestro indiscusso del fumetto internazionale di cui molti lettori sentono ancora oggi la mancanza, io compreso. Molto bella l'illustrazione postata da Ymalpas.

  8.  

    se non è il peggiore poco ci manca Burningbullet ;)

    Comprerò il maxi solo perchè Ruju ci sta regalando delle belle avventure di tex

     

     

    Per quanto mi riguarda, è la stessa ragione per cui io ho deciso di NON acquistarlo. Non ho mai sopportato quando delle buone storie, o più raramente, dei potenziali capolavori di sceneggiatura, sono stati completamente affossati e resi illeggibili da disegni non all'altezza della parte letteraria. Quando talvolta in passato ciò è avvenuto sono letteralmente andato in bestia, e nell'eventualità meglio non correre il rischio! B)

  9. Divergenza di opinioni a parte, una cosa è sicura: i recenti volumi di questa collana sono ben lungi dal determinare le stesse emozioni che i lettori di Tex hanno provato nel leggersi i memorabili colossal "Oklahoma!" di Berardi&Letteri o "Il cacciatore di fossili" di Segura&Ortiz, indiscussi capolavori da antologia dell'intera saga del Ranger sia sotto il profilo letterario sia per parte grafica, che io considero i MaxiTex per antonomasia, cioè quelle epiche avventure che incarnano alla perfezione il senso e lo spirito di questa discutissima collana fuori-serie. Una collana che, dati i suoi mitici precedenti, non meritava nel modo più assoluto di essere affossata e svilita in un modo talmente ignobile, bench? involontario (mi auguro), dalla SBE. Oggi quelle grandiose opere a fumetti che ho citato, uniche nel panorama internazionale del fumetto, vivono soltanto nei ricordi polverosi degli appassionati, e come se non bastasse, sono state ulteriormente sbiadite e offuscate da prodotti editoriali di bassa lega, scadenti soprattutto sul piano grafico, che a mio avviso non possono e non meritano di essere definiti "fumetti", termine fin troppe volte abusato e utilizzato a sproposito (? il caso di "Alaska", per intenderci, al quale, a distanza di un anno dalla sua data di pubblicazione, non saprei dare una definizione come minimo appropriata, n° tantomeno riuscirei parlarne con obiettivit? senza scomodare dal vocabolario i peggiori turpiloqui). Oramai la misura è colma e il mio pronostico è che, se non si adotteranno nuovi provvedimenti atti a rilanciare e salvaguardare la sua immagine e il suo buon nome, la serie MaxiTex è la prima candidata a chiudere per sempre i battenti. -_- Non vi nascondo la mia amarezza...

    • +1 1
  10. Una rappresentazione del Ranger molto ben riuscita. Fra l'equilibrio delle proporzioni anatomiche e il senso del movimento, spiccano fortemente le ombreggiature, che per un accentuato contrasto con il bianco rendono il disegno ancor più accattivante. E' probabile che questa vignetta provenga dal ColorTex scritto da Faraci su cui Milano sta al momento lavorando.

  11. Tavole davvero interessanti, quelle di Bruzzo. L'impronta classica che lo contraddistingue e l'uso ben dosato nei neri ne fanno uno stile relativamente equilibrato e adatto a visualizzare alla perfezione i complessi scenari dell'Ovest Americano. Mi sembra di percepire, nel suo tratto, l'influenza di altri autori texiani, Giovanni Ticci e Vincenzo Monti fra tutti... Per il resto, mi dispiace che questo talentuoso disegnatore, al pari di Rossi, Leomacs e Ginosatis, non lo si possa vedere pubblicato molto spesso a causa del suo lento ritmo di produzione. Sulle cover non mi pronuncio ancora: le commenter? a tempo debito nell'apposita discussione.

  12. Al momento sono piuttosto indeciso sulla convenienza dell'acquisto di questo nuovo Maxi. Ruju ha ormai dato prova della sua abilità di sceneggiatore western, ma Diso, che a suo stesso dire era decisamente più a suo agio con le atmosfere amazzoniche del Jerry Drake nolittiano, non mi ha mai pienamente convinto su Tex, e al suo scadente standard grafico va ad aggiungersi il peso degli anni, nota non di poco conto considerando che è di classe 1932 (fate un p? i vostri conti). :trapper: Sulla cover di Villa ho poco da dire, senonchè comincio ad avere le scatole piene di sassi e di scenari rocciosi, dei quali si è abusato troppo negli ultimi tempi.

    Pregio??
    Fosse almeno lento ce lo sorbiremmo di meno - e pure nella velocit? ricorda Ortiz...

    Rendiamo grazie al buon Dio, piuttosto! Si dice che ai tempi di Mister No Diso non avesse problemi a sforare le 60 pagine mensili... (!!!)
  13. Torno anche io nel vivo della discussione accingendomi a commentare "Il guerriero immortale", albo numero 646 e secondo capitolo di questa entusiasmante storia di cui ho ultimato la lettura poche ore fa. E lo faccio dicendovi che, per quanto mi riguarda, le promettenti premesse della prima parte sono state abbondantemente soddisfatte, sia per la parte letteraria sia sotto il profilo grafico. Dopo due anni di assenza, Ruju ritorna alla grande sulla serie regolare con un piccolo grande classico dalla trama puramente Western, ricca di scene corali (agguati, caccia al bisonte, attacchi alle carovane) e basata, come nella miglior tradizione bonelliana, sull'ennesimo complotto ordito alle spalle del popolo Comanche da una schiera di loschi affaristi senza scrupoli, i quali, tramite sicari stipendiati, non hanno esitazione a ricorrere all'omicidio laddove ciò servisse a favorire i propri interessi personali. Il breve finale, che mi ha riportato alla mente quello della storia "L'inseguimento" (nn. 629-630) di Faraci e Mastantuono, lo si potrebbe definire 'un'improvviso colpo di spugna', secco e folgorante nella sua ristrettezza. Una trovata insolita, questa, ma di cui ho comunque apprezzato l'originalità. La componente psicologica negli antagonisti, al contrario dei polimorfi characters di Boselli, risulta scarsamente approfondita, ma non del tutto: dalla lettura traspare molto chiaramente come lo sceneggiatore abbia deciso di non soffermarsi troppo sull'autore della congiura, il viscido Johnson (protagonista in una mezza dozzina di pagine appena), preferendo invece donare un maggiore spessore caratteriale alla figura del feroce predone Wasape, la cui ingenuità prevale tuttavia sul valore e sulla lucidit? mentale, una debolezza che gli si rivela fatale e che in breve tempo lo manda incontro a una tragica morte. Una delle più evidenti forzature, che molti di voi avranno evidenziato, è presente a pagina 57, dove Wasape irrompe al galoppo nella main street di Scotsville oltrepassando senza nemmeno un graffio la pioggia di proiettili che in quel momento si abbatte su di lui. Una scena abbastanza stonata, questa, che mi risulta inverosimile anche tenendo condo della mancanza di pratica dei contadini nell'uso delle armi. Uno dei punti di forza di questa storia, invece, è IMHO la centralit? mantenuta da Tex durante tutto l'arco narrativo, altro dettaglio di bonelliana memoria. Un Aquila Della Notte al top della forma, inflessibile, determinato e autoritario, coadiuvato da un Carson che non rimane confinato al suo ruolo di spalla comica (fin troppe volte abusato da Nizzi), ma il cui supporto si rivela talvolta decisivo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, e che in virt? di ciò, è perfettamente funzionale alla vicenda. A mio giudizio, quindi, Ruju promosso a pieni voti nella testata proprio per l'eccellente gestione del team Tex e Carson, condotta come meglio non si sarebbe potuto, e per la scorrevolezza e la "texianit?" dei dialoghi. Il tutto condito con delle atmosfere notturne cupe e di forte impatto, rese alla perfezione grazie ai fantastici disegni di Ernesto Garc?a Seijas, che ha forse raggiunto il suo apice artistico in fatto di espressivit? e dinamismo. Il suo tratto classico e denso dai contorni ben marcati, spesso impreziosito con delle imponenti sfumature, si attaglia alla perfezione al contesto, e il maestro argentino si dimostra ancora una volta infallibile nella visualizzazione delle scene d'azione e nella resa drammatica ed emotiva dei volti dei comprimari. Ve ne potete fare un'idea grazie al primo piano di Tex di pagina 72 dell'albo 646, uno dei migliori finora realizzati dall'artista. In sintesi, una trama, che seppur con qualche lieve pecca, si colloca al di sopra della sufficienza, una sceneggiatura di ottimo livello e una parte grafica impeccabile. Soggetto: 7Sceneggiatura: 8Disegni: 9Copertina: 9

  14. Come vi avevo promesso, in esclusiva per voi i primi sei acquarelli di una travolgente sequenza di 12 dipinti, in cui Giovanni Ticci ripercorre gli scenari salienti della straordinaria epopea del West americano: attacchi alla diligenza, impiccagioni, risse nei saloon, agguati notturni e molto altro. Vi confesso che la prima volta che li ho visti sono rimasto estasiato dalla potenza e dalla vitalit? che questi dipinti emanano. Lascio spazio ai vostri commenti e vi auguro... buona "degustazione"! -ave_

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