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San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Mi è sembrata una storia con un ottimo ritmo e ben disegnata, con più di un personaggio di rilievo e, concordo con natural killer, con una conclusione non scontata. Il personaggio di André si inserisce in una consolidata saga di giovani banditi pentiti e non solo a suon di sganassoni - che pure non mancano - mentre quello di Calloway e della sua banda sarebbe perfetto in un film di Quentin Tarantino. Django Unchained+The Hateful Eight, insomma. Due sole annotazioni: Kit Carson mi sembra rappresentato con capelli più lunghi di quelli tradizionali. Infine, pelo nell'uovo: a pagina 15, quinta vignetta, si dice che il bottino della rapina in banca è di "solo mille dollari". A pagina 31, seconda vignetta, André in fuga si compiace dei "cinquemila dollari del colpo" tutti per lui.

  2. La copertina del numero 672 lascia intendere che la questione con la SP non  sia finita, a meno che non ci sia un nuovo flashback con le vicende di sette anni prima. In ogni caso, finora una storia dall'ottimo ritmo con una serie di personaggi secondari di "spessore" anche se protagonisti per poche vignette: dal macellaio che diventa tenero con Kate allo sceriffo che sembra bonaccione ma in realtà la sa lunga (vedi il colloquio con il banchiere), dal solitario e incastrato Paulsen allo stizzito Garrett. I volti di Tex? Mutevoli come le sue espressioni e allora la quarta vignetta di pagina 112 mi autorizza a sospendere qualsiasi critica per altri primi piani meno riusciti, perché in fondo che sia Tex lo vediamo o lo sappiamo e nessun pezzo di musica è uguale all'altro se eseguito da due artisti diversi. Il Carson di E.R.G.S. mi è invece sembrato il più godibile e "conforme" al Vecchio Cammello da molto tempo a questa parte: cito alla rinfusa la terza vignetta di pagina 9, la quarta di 40, la prima di 68, la quinta di 113.

  3. Ho qualche perplessità che lascio in stand by su questa storia, dove - secondo la prima lettura un albo alla volta e la classica seconda concentrata - mi sembra che sia stata messa troppa carne al fuoco contemporaneamente e di tipo diverso. Bruciando qualcosa, scottando appena altro. Non mi spiego una certa soggezione dei pard nei confronti di Mackenzie, così come non ho mai compreso l'indulgenza nei confronti della Rodelo's Family; vero è che se da un lato uno cerca di salvaguardare la tradizione, dall'altro c'è l'esigenza di diversificare atteggiamenti e comportamenti, altrimenti sarebbe sempre e solo manicheismo da buoni buoni contro cattivino. Direi che la storia sarebbe perfetta se intesa e interpretata dalla parte del colonnello "cattivo" ma non troppo, quindi in chiaroscuro e un po' schizofrenica e se davvero Borden l'avesse intesa così, un po' alla David Lynch, da parte mia scatterebbe una standing ovation da oro azzurro alle Olimpiadi. Nota finale curiosa: nella terza vignetta a pagina 17 del numero 669 - Il Colonnello Mano Cattiva - Tex parla di "Generale Mackenzie". Profeta.

  4. Una delle storie meglio disegnate di sempre anche se Tex a volte appare un po' diverso dall'immaginario collettivo e consolidato, ma bisogna farsene una ragione, ogni artista la interpreta a suo modo. Per quello che riguarda i texoni, volume secondo solo a quello di Magnus - che rimane e sarà inarrivabile- e sono 20 anni giusti giusti da quel capolavoro. 

  5. non c'è UNA distribuzione. Ci sono gli agenti LOCALI. 

    Io sono stato per anni Direttore di una rivista a livello Nazionale, stampata a Bologna che arrivava un giorno a Bormio e solo il giorno dopo a Reggio Emilia. Conosco il problema.

    In ogni caso, storia molto dinamica e ben disegnata. E sono convinto che ci saranno sorprese, perché autorizzano a crederlo i tre volumi complessivi, quando sul finire del primo l'epilogo sarebbe apparso scontato se gli albi fossero stati solo due. Mi intriga molto quello che si attribuisce allo sciamano nella presentazione del numero di luglio.

  6. Storia ottima sotto tutti i punti di vista. In particolare ho apprezzato il dinamismo dei cambi di scena per le storie parallele: dai campi indiani al forte, dai due fratelli a Kit che indaga in solitario. I disegni di Ticci? Evocativi direi, nel senso che queste storie al Nord sono "sue" e nessuno come lui riesce a far comprendere la vastità dei luoghi, la natura selvaggia, i boschi insidiosi, i chiaroscuri. Una piccola nota, senza polemica (capita di sbagliare): nella seconda vignetta di pagina 111 del primo volume il tenente assassino dice "Il tenente Ross ha ucciso il capitano Morris...", che era poi il capitano Bennet come correttamente riportato nella quarta vignetta.
     

    Bennett, chiedo scusa.

    • +1 1
  7. Io sono uno sherlockiano passionale. Il Giallo Mondadori sta pubblicando una serie di cosiddetti apocrifi rispetto ai romanzi e ai racconti di Conan Doyle. Il livello è a onda marina, ma almeno si tratta di novità. Qui siamo all'ennesima riproposizione di cose già viste e che la collezione a colori aveva già proposto. Ma la domanda è: cui prodest? I vecchi hanno già dato, i giovani li interessi, li attiri, li catturi con questi volumi "The best of"?. Dopodiché certo, chi non lo vuole non lo compra, ma almeno motiva il perché: minestra riscaldata, fosse anche risotto al tartufo bianco di Alba.

  8. Io a questo giro passo. Ho già dato e ho già visto. E non trovo nessun appeal in questa lunga iniziativa che di nuovo ha solo il cartonato, sei euro in più a botta. Che spenderei a occhi chiusi per qualcosa di nuovo, ma non fatemi comprare il pane raffermo ad un prezzo superiore di quello fresco.

  9. A me non è piaciuto. Storia discreta sì, ma se paragono la gabbia dell'unico album a quella del numero 600 mi accorgo che nel 661 c'è molto spazio inutile sprecato. Poi, se si doveva fare così, si faccia così. I disegni: Burbage mi ha ricordato la pessima interpretazione di Lito Fernandez o del suo studio di apprendisti; l'albo è zeppo di personaggi che sembrano appena usciti da una cura dimagrante, ma le armi, vedi prima vignetta di pagina 83 sembrano essere state sottoposte d una cura di ormoni. Ci sono avversari pestati a go go con cadute in stile Cico di Zagor - e allora no, grazie - un volto di Tex nella seconda vignetta di pagina 67 che sembra quella di suo cugino filippino, una cinetica generale esasperata, un antenato di Superman che nella seconda vignetta di pagina 109 si butta dalla finestra come un nuotatore dalla pedana in piscina,un'ultima tavola nella quale da destra a sinistra camminano Kit, Carson e Jeff, ma che nell'ultima vignetta si vede scambiato  di posto con Tex. Ultima nota: il tratto nei volti mi ha ricordato qua e là quello di Vincenzo Monti.

    non entro in merito dei tuoi gusti e di come tu abbia giudicato i disegni di questa storia. però
    per quanto riguarda l'ultima vignetta penso tu abbia un'idea "statica" del fumetto.
    E' vero che Jeff scambia posto ma capita che, quando si cammina, i personaggi, nella realtà e nel fumetto,
    si muovini, siano "in action" per dirla... poi il cambiamento di posto non pregiudica l'armonia della vignetta,
    forse Danubio s'è "distratto" ma mi sembra il classico pelo nell'uovo... se l'azione fosse avvenuta all'interno di
    un auto (d'accordo, impossibile in un western come Tex ma è per intenderci), poniamo che Carson sia seduto
    di fianco al guidatore e,nella vignetta successiva, te lo ritrovi nei sedili posteriori ALLORA sì che sarebbe stato
    davvero un errore.






     

    Non è che quell'ultima vignetta sia stata decisiva per indurmi di non dare la sufficienza ai disegni e so benissimo che fra una vignetta e l'altra ci può essere diverso spazio temporale. Ricordo anche esempi più clamorosi di scambio repentino di posizione, ad esempio davanti ad un tavolo. Danubio è giovane e si farà. I temi che scrivevo io in prima elementare sono per fortuna diversi dagli articoli che per professione ho scritto molti anni dopo e tuttora.

  10. A me non è piaciuto. Storia discreta sì, ma se paragono la gabbia dell'unico album a quella del numero 600 mi accorgo che nel 661 c'è molto spazio inutile sprecato. Poi, se si doveva fare così, si faccia così. I disegni: Burbage mi ha ricordato la pessima interpretazione di Lito Fernandez o del suo studio di apprendisti; l'albo è zeppo di personaggi che sembrano appena usciti da una cura dimagrante, ma le armi, vedi prima vignetta di pagina 83 sembrano essere state sottoposte d una cura di ormoni. Ci sono avversari pestati a go go con cadute in stile Cico di Zagor - e allora no, grazie - un volto di Tex nella seconda vignetta di pagina 67 che sembra quella di suo cugino filippino, una cinetica generale esasperata, un antenato di Superman che nella seconda vignetta di pagina 109 si butta dalla finestra come un nuotatore dalla pedana in piscina,un'ultima tavola nella quale da destra a sinistra camminano Kit, Carson e Jeff, ma che nell'ultima vignetta si vede scambiato  di posto con Tex. Ultima nota: il tratto nei volti mi ha ricordato qua e là quello di Vincenzo Monti.

  11. Di gran lunga la storia migliore da molti anni a questa parte, direi da quella degli Uomini Giaguaro e quindi risaliamo al 1992. 


    Addirittura! Onestamente  sia "Il passato di Carson" che "Gli invincibili", per tacere di "Patagonia" le sono superiori e di molto, a mio parere

    Con un ultimo albo dal ritmo incalzante e disegni ancora efficaci, vedi quelli di Tex al buio. Cercando il pelo nell'uovo ci eravamo forse illusi sulla figura del Drago,


    Io l'avevo detto che il Drago era probabilmente un'invenzione di Jack Thunder.
     

     ma i cinesi nel contesto hanno un loro perché, di sfruttati come lo erano realmente all'epoca, che mettessero traversine di binari o aprissero lavanderie. I quattro pard si sono divisi bene compiti e responsabilità, ma anche autocritiche, ho trovato eccellente lo spazio riservato ad un Carson mai così propositivo, ma anche Tiger Jack recita da protagonista, mentre Kit è sempre e comunque il "figlio di", troppo buonone e non particolarmente fulmine di guerra. Il Kid abbandona definitivamente la scena e probabilmente non avrebbe meritato un'altra opportunità, la sorella invece insieme all'ameba del compagno potrebbe ritornare, 


    Vedo che non sei informato: Dallas ritornerà in una storia che Giovanni Bruzzo sta disegnando, che sarà ambientata tra gli Inuit dell'estremo Nord  e vedrà anche, per la gioia e la delizia di Paco Ordonez, anche il ritorno di Kathy Dawn.:P

    anche se io continuo a rimpiangere e a sognare la Bethanie (Walsh? Non ne sono sicuro) finita all'inferno con il suo treno.


    Bethanie Walsh ormai ha detto tutto quello che poteva dire secondo me.

     

    Non sono informato, infatti e senza ironia leggo volentieri la tua anticipazione. In quanto alle storie preferite, o alle preferenze sui personaggi, siamo nella vasta prateria della soggettività. Tifiamo tutti per la stessa squadra, ma c'è chi preferisce il portiere, chi il trequartista e chi la punta centrale. E chi rimpiange ancora il libero.
     

  12. Di gran lunga la storia migliore da molti anni a questa parte, direi da quella degli Uomini Giaguaro e quindi risaliamo al 1992. Con un ultimo albo dal ritmo incalzante e disegni ancora efficaci, vedi quelli di Tex al buio. Cercando il pelo nell'uovo ci eravamo forse illusi sulla figura del Drago, ma i cinesi nel contesto hanno un loro perché, di sfruttati come lo erano realmente all'epoca, che mettessero traversine di binari o aprissero lavanderie. I quattro pard si sono divisi bene compiti e responsabilità, ma anche autocritiche, ho trovato eccellente lo spazio riservato ad un Carson mai così propositivo, ma anche Tiger Jack recita da protagonista, mentre Kit è sempre e comunque il "figlio di", troppo buonone e non particolarmente fulmine di guerra. Il Kid abbandona definitivamente la scena e probabilmente non avrebbe meritato un'altra opportunità, la sorella invece insieme all'ameba del compagno potrebbe ritornare, anche se io continuo a rimpiangere e a sognare la Bethanie (Walsh? Non ne sono sicuro) finita all'inferno con il suo treno

  13. Storie, sceneggiature da non considerare capolavori, Tito Faraci è un po' ripetitivo nel suo connotare un solo grande colpevole e i suoi scagnozzi, ma ammetto che il mio giudizio è pregiudicato dalla altissima considerazione per la storia che inizia con l'albo mensile Winnipeg. Piacevoli e notevoli, invece i disegni. Cossu a suo agio nella "ligne claire" e abbastanza, elegantemente e proficuamente, civitelliano.
    Nella seconda storia torna Ortiz, che sporca e impolvera, che esagera con la coloritura delle facce degli indiani e che comunque ancora una volta si mostra e si dimostra ottimo per le storie di frontiera

  14. Una delle migliori storie degli ultimi anni, con intrighi che non si ripetevano dalla storia di Omicidio in Bourbon Street. Vado a memoria e chiedo scusa se non era quello il tipo dell'albo iniziale, comunque risaliamo al 2008.
    L'unica cosa che mi lascia perplesso è tutta questa attenzione per un personaggio come Kid Rodelo, che in fondo è un bambinone cresciuto (male) e che non vedrei mai oltre al ruolo di comprimario, che penso avrà anche alla fine di questa storia. Il ritorno di Jack Thunder ci riposta al filone bonelliano che addirittura portò a due ritorni di Mefisto in poco più di un anno, quello di ripescare nel passato personaggi forti. Quello che non mi  mai sembrato Rodelo appunto.
    La sorella di Kid è una sorta di velina ante litteram, sempre più stemperata di carattere e se dovessi pensare ad una donna che mi piacerebbe rivedere in una storia di Tex, quella è Bethanie nei numeri dal 613 al 615.
    In ogni caso apprezzo la scelta di non chiudere la storia nell'insopportabile gabbia dei due albi.

  15. Molto bello e confortante, dopo la delusione per il Color Tex.

    Una trama avvincente ed intrigante, con tanti elementi fuorvianti su Kid Rodelo ed un crescendo di emozioni e supposizioni.

    Però... perché far uscire in edicola (quella chiavica del) Color Tex solo un giorno prima dell'altro albo?

  16. Storia deludente, colori da album "Roselline". Il Color Tex si conferma un riempitivo svuotatasche (5.50) di cui si potrebbe fare a meno, non fosse che il texofilo compra tutto e di tutto. Ma pensando al contemporaneo Winnipeg, ci si rende conto della differenza fra lo studiare per la lode e lo studiare per la sufficienza. Nota sulla copertina: Carson sembra uscito da una scena dell'Esorcista

  17. Essendo coetanei io e San Antonio Spurs abbiamo conosciuto Tex più o meno nello stesso periodo e abbiamo così potuto apprezzare moltissime storie indipendentemente dalla loro lunghezza.

    E' anche vero che il passaggio a storie conclusive in uno o più albi ha consentito a qualcuno di selezionare le storie in base ad argomento, ambientazione, autore o disegnatore, anche se ultimamente sotto la gestione curatoriale di borden si sta tornado a vedere ogni tanto albi che contengono la fine di una storia e l'inizio di un'altra.

    Questo potrebbe essere il preludio al ritorno alle avventure con lunghezza libera risolvendo una volta per tutte l'annoso problema di storie compresse e brodi allungati, finali flash o verbose conclusioni.

    La lunghezza fissa può restare per gli extra. Tra questi aspetto con impazienza quello di Laura Zuccheri della quale tu da bolognese e da amante del basket, come si evince dal nick, dovresti ben conoscere il padre Ettore.

    Caro Natural Killer, sposo in pieno le tue affermazioni e confermo la conoscenza di Ettore Zuccheri, il secondo più grande Ettore di sempre fra gli allenatori di basket in Italia. In quanto al nick, l'ho scelto anche perché si tratta della franchigia più vicina alle sorgenti del Nueces, quindi ipotizzando che i pronipoti di Tex ne sarebbero stati affezionati sostenitori

  18. Lettore di Tex dal 1967 ribadisco la mia avversione, che non è retrograda, per le storie obbligatoriamente lunghe un tot, visto che ne esistono di brevi e di lunghe nei vari speciali disseminati durante l'anno. Poi, da giornalista professionista so bene che se quello è il numero massimo delle battute , più o meno quelle devono essere, ma un film può durare invece 80 minuti come 130 o essere spezzato in due come Kill Bill.

    Giotto e Cimabue si riferivano solo ad un allievo di un maestro, forse sono ancora influenzato dall'immagine della scatola delle matite.

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