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San Antonio Spurs

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About San Antonio Spurs

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  1. Il passato di Carson... La partenza con il piede giusto, in tutti i sensi.
  2. Dunque l'ultimo titolo sarà "L'orrendo massacro". Finalone splatter ;-) Ricordi invece il primo titolo farina del tuo sacco?
  3. Da molto lontano, non geograficamente ma dalle questioni personali, immagino un Borden fra lo scaglionato e il deluso. Non come sentimenti principali, eppure intuibili in percentuali non da bilancia del farmacista. Ci sta, ad ogni passaggio di consegne e in un contesto che probabilmente da qualche tempo aveva visto rapporti in calando. Mi fermo qui, ma l'ultimo atto è un ringraziamento a Mauro per il suo passato, presente e futuro al "servizio dell'eroe".
  4. Sono completamente d'accordo a metà sul doppio di tutto. Scherzi a parte, un'ottima analisi per una storia davvero insolita ed anche per certi versi insoluta. Ho apprezzato anche i disegni, pure se a volte le tavole sembrano zeppe di particolari come quelle del Corvo sulla Settimana Enigmistica e in altre Tex sembra un imitatore che imita le fattezze di Tex. ma avercene di storie "sospese" così, con i confini sottilissimi e a volte schizofrenici di tutti i personaggi secondari. Ed una sola certezza di innocenza assoluta: quella del piccolo indiano.
  5. Non ho valutato la novità della proposta in sé, ma la qualità della stessa in questo episodio a confronto delle figure maschili. Come valuto azzardato il paragone con le quattro vedove, di spessore molto più basso. Quindi che cosa dovrei fare? Correggere il voto in avrei dato di più, ma siccome Manfredi (...) allora il mezzo punto lo rimetto in saccoccia? Posso aggiungerne uno a Borden per la sua Lily Dickart nel mensile e in Tex Willer?
  6. Fra i paletti obbligatori di un canone e le insidie di ripetitività ormai consueti dopo 77 anni di storie, questa vicenda fila via come un the fresco nella calura: gradevole ma non indimenticabile. ottimi disegni, trama da 7 con mezzo punto in più per la contrapposizione sulla scena delle due figure femminili assai più profonde ed interessanti dei corrispettivi maschili. Soprattutto Jimena: personaggio meritevole di altra chance. Io quasi quasi sogno un futuro incontro con Kit Willer
  7. La parola "Curatore" dovrebbe essere di appannaggio esclusivo di Borden, nel senso che dovrebbe portarsela dietro concedendone un'altra al suo successore. Lo dico da appassionato di etimologia e da estimatore del lavoro fatto da Mauro, che è riuscito a coniugare passione e competenza - e non è mai scontato - più fantasia e meticolosità. Una figura .professionale completa, dal valore aggiunto della disponibilità al dialogo (che è poi la sintesi fra confronti e a volte scontri). Alti e bassi come tutti, segno + larghissimo nella qualità delle proposte. Penso di essermi lamentato solo per l'importanza data a Nick Castle e all'uso del punto esclamativo dopo i titoli di una sola parola: come lamentarsi se la Juventus nella sua storia ha creduto anche Magrin e il Milan Tosetto "(il Keegan della Brianza"). Lunga e buona vita come autore è l'augurio migliore, reciproco.
  8. Richiesta amichevole al volo (visto che per oggi non riesco a verificare di persona: della fuga di Lily che cosa sanno esattamente i pard e/o che ipotesi hanno fatto sulla sua assenza/sopravvivenza? Grazie, era per uno spunto da ricollegare all'ultima storia, quella con Rick Master.
  9. Noi siamo inclusivi. Noi emiliani. E perché la Via Emilia è la terra di mezzo fra Po, Adriatico e Appennini. Solo la romagnola Ravenna e l'emiliana Ferrara fanno le snob, stando distanti ma inesorabilmente attratte. Risposa rapida a
  10. Non doveva esserci e giustamente non c'è stato nulla di galeppiniana memoria, ed era un'idea di fondo accettata ed anzi sottolineata nei primi Texoni, opere uniche quando non capolavori, con più libertà di intervento che discontinuità con il creatore di Tex. Opinione totalmente condivisa su Nizzi, per quello che riguarda forse un "unicum": una storia ricordata quasi esclusivamente per i disegni, la certezza che se il voto complessivo massimo, è 9,5 (il 10 non esiste, in quanto perfezione), la distribuzione fra Magnus e Nizzi è 9 e 0,5.
  11. Le opere memorabili restano quelle in bianco e nero, da "Sulle piste del Nord" al Texone di Magnus e poche, colorate, meriterebbero una menzione. Sono invece d'accordo sull'abolizione dell'obbligo di griglia classica anche perché uno dei capolavori di Galep, rimasto unico, nacque proprio grazie alle briglie sciolte. Starebbe alla sensibilità fra sceneggiatore e designatore trovare i giusti equilibri.
  12. A sparare nel mucchio qualcosa si finisce col prendere, a meno di non essere dei fuoriclasse come i nostri pard che hanno percentuali da finale olimpica di tiro a volo. Non appartenendo alla categoria superiore, quelli dell'attuale Bonelli fanno di tutto un po' per accaparrarsi acquirenti - sperando soprattutto nei nuovi - finendo con lo scontentare ancora di più i vecchi (e fedeli) che si aspetterebbero più qualità e meno quantità. Si può dire che i primi ragionano a sentimento, i secondi a guadagno ma le cose possono finire per intrecciarsi come mi pare di capire stia accadendo. Non leggo altre testate della Casa, non compro più nessuna ristampa. In quest'ultimo caso lo farei solo se in edizione CSAC di Repubblica (ma senza colorazione) con una precisa impostazione: tavole originali accompagnate da una parte redazionale che spieghi e mostri i cambiamenti e le censure a testi e immagini messi a confronto. Questo potrebbe interessare non solo gli aficionados, ma anche i neolettori più giovani attirati da un'opera che sarebbe unica nella storia del fumetto italiano. Le copie di un "Jethro!" nella collana IperTex, ExtraTex, Mega Tex, Tex Appeal e Tex Symbol mi aspetteranno invano.
  13. Definire qualcosa come non indimenticabile non significa affibbiargli la patente di brutto. Come ricordava di recente Corrado Augias, ogni giudizio dovrebbe riguardare una frase, una parola, una scena nel suo contesto ed è indubbio che nel mio preferire certe copertine di Galep ha un peso importante l'epoca della mia vita in cui le ho conosciute. Non intendevo fare paragoni, adoro sia Beethoven che Mike Oldfield e a loro modo sono stati entrambi rivoluzionari ma scambiandoli d'epoca sarebbero stati due geni incompresi. Questo vale sia per l'estro del disegnatore che per lo sbuzzo di chi gli suggerisce le copertine e a volte gliele boccia o gliele corregge, ma ripeto - o urlo - che Claudio è di gran lunga il miglior copertinista di Tex e che certi suoi bozzetti mi sono piaciuti molto più dei risultati finali (modificativi o sostitutivi)- P.S. Duce e Tex nello stesso post sarebbe come mettere nella Top 11 del Milan Calloni e Van Basten.
  14. Nella perduta arte delle copertine degli LP, quella di "The Dark Side of the Moon" è un capolavoro slegato dall'album; quella di "Tubular Bella" è allusiva ed esaustiva allo stesso tempo. Le copertine di Tex nel tempo hanno cambiato struttura, risultando il più delle volte descrittive. Dal 401 in poi - l'epoca di Villa ancora in auge - ne ho trovate poche brutte, ne ricordo poche indimenticabili. Ripeto, non certo per colpa dell'autore che, come noto, riceve input e propone più di un progetto. Non credo che mi rimarrà impressa nessuna copertina di Tex Willer.
  15. Tex continua a tenere in mano la Colt, caricata con proiettili d'argento, ma dovesse usarla sarebbe obbligato a mandare a gambe all'aria il già di per sé malandato Kit. Poi evidenzierei un errore marchiano: la vegetazione al contrario. Sì, perché dove passa Attila Tex non cresce più l'erba, qui invece è transitato dentro un prato inselvatichito senza lasciare tracce. Lo stesso dicasi per il disegno, dove però lo sguardo non è da incazzato ma da furbetto (come a dire: nulla di che, me ne intendo, io, di svenimenti).
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