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San Antonio Spurs

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  • Compleanno 12/05/1960

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    Franco Montorro

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  1. La storia è di qualità medio alta. I disegni sono fantasticamente rivoluzionari nella loro prospettiva. Segnalo: solo le due tavole di pagina 156 e 157 come esempio, perché esemplari su campi diversi
  2. Sono d'accordo con te. Sarebbe come se il miglior attore sulla piazza decidesse di non esibirsi più in film nuovi, ma in sequel di vecchi; perché* è chiaro che è un bello stimolo provare a rifare il Bogart in Casablanca o il Mastroianni nella Dolce Vita e sarebbe anche un bello specchietto - non dico per le allodole - per i nostalgici e i curiosi. Ovvio che così facendo ci si prova per la gloria, ma ci si può anche ritrovare con poca o tanta polvere addosso. Questo non comporta nessun giudizio nuovo sull'ultima storia, ma riporta un giudizio obiettivo su un atteggiamento inflazionato soprattutto nei numeri dell'ultimo decennio (andando a spanne), al punto che ormai sarei portato a considerare quante vicende di GLB ancora non sono state aggiornate, riviste, per non dire corrette.
  3. Terza e ultima parte deludente, approvo chi l'ha definita arzigogolata. aggiungo frammentata.Il labirinto dei cunicoli rappresenta alla perfezione una storiche si divide e si perde in molte altre, come accadeva nell'ultima vicenda di Mefisto. Il risultato è di un suo di proposte, non del tutto appetitose. Diciamo storia in discesa, come qualità; apprezzabilissima nel primo albo, ancora interessante nel secondo, ma con troppo guazzabuglio nel terzo. Ultima considerazione, che ripeto: i sequel delle storie sono un astuto esperimento (non è un'offesa) di tenere viva l'attenzione dei vecchi lettori con vecchi ricordi e certamente anche di dare una sistemata a certe incongruenze dei tempi pionieristici o comunque lontani di GLB. A A parte Mefisto e Il figlio scemo qualche proposta cè stata anche da parte del figlio Sergio o chi per lui (Nizzi), dal Cornicerò a Proteus, però negli ultimi anni la densità dei sequel è decisamente aumentata. Non giudico, credo di aver contribuito a spiegarne le ragioni: attirare un pubblico ormai anziano e quindi di larghe memorie. Tex mensile come Techetechete su Rai 1.
  4. Disegni dinamica e non convenzionali, ma anche divisivi: io sospendo il giudizio. Il Texone fin dalla sua nascita gode di autonomia realizzativa ed è completamente scollegato a tutte le altre uscite.
  5. Rilettura e seconde opinioni. Primi piani troppo diseguali, in alcuni Tex sembra Gabriel Garko; In altri Gros Jean sembra Bombolo; Tiger Jack reduce da una cura dimagrante; Bocci peraltro magistrale nelle scene di campo largo Assalto di Holt alla casa di Andreev che prende troppo spazio Andreev che sembra disegnato con ispirazione dell'Andrea Giordana nel Conte di Montecristo; Olav, il Pat Mc Ryan del secondo decennio del XXI Secolo; Holt e la sua combriccola reiterano il peccato di deficienza già troppe volte; I Cow Boys del Montana hanno la stessa concretezza dei Nazisti dell'Illinois; Andreev che anche nell'introduzione viene presentato come russo, quando non lo è, quindi non è ignoranza dei bifolchi, ma errore di chi ha scritto la didascalia iniziale di pagina 5; Spero che la lunga vicenda della cerimonia nel campo Salish poi comporti davvero una sorta di protezione in qualche vicenda al limite del sovrannaturale; Infine, l'ormai conclamata - ma non da tutti acclamata - tendenza a sequel la comprendo se, oltre alla passione personale di Boselli di completare o richiamare certe vicende bonelliane, è frutto di una strategia precisa, consapevole del fatto che non ci sono più numeri alti di nuovi lettori, ma uno zoccolo duro che leggeva Tex nello scorso secolo (quorum ego). E' come quando d'estate Rai1 ti propone Techetechete ed è un trionfo. Qui si aggiornano situazioni e personaggi deja vu e la nostalgia non è canaglia ma sirena. Ogni tanto una situazione nuova, ogni tanto il ritorno di Lena, del Morisco, di Ely Parker, del generale Davis, di Tom Devlin, di Nat Mc Kennet, di Juan Raza, di Lily Dickart. Esche, per i diversamente giovani, che assolutamente non critico, ma ipotizzo.
  6. Pestata una certa cosa maleodorante. Complimenti,
  7. In quasi due anni di attività, è il primo ritardo registrato - e immaginate con quanta precisione dio sappia la data di uscita di ogni albo - il che mi fa ritenere che più che problemi di distribuzione ci siano stati problemi di stampa o di rifornimento all distributore. Avendo lavorato per quarant'anni nel mondo dell'editoria, so che basta che un granello di sabbia finisca nelle macchine per ritardare tutto il processo. In ogni caso, ribadisco un'esperienza diretta: in tutte le sue forme Tex è l'unico fumetto ancora in auge, anche se sul pubblico è anzianotto, nessun altro genere macina. Copie sperdute di Dylan Dog, uno Zagor a ogni vittoria della Salernitana - chiedo scusa per l'ironia, auguro una pronta risalita alla squadra campana - Dampyr o drago nero come trattorie di cinta senese alla Mecca. Un Topolino quasi per caso, Manga manga pa 'a capa. Oltre ai quotidiani, l'edicola la tengo su grazie ai giornali dei programmi TV e di gossip, più qualche Giallo Zafferano e Cotto e Mangiato. La via verso l'estinzione mi vedrà prendere lo svincolo, non a breve, ma con la certezza che nessuno tornerà a seguire il percorso.
  8. Io non parlo di didascalie, ma di baloons
  9. Bosellin è un fuoriclasse che ogni tanto pecca di eccesso di spiegazionismo, ma il più delle volte è bravo ad equilibrare testo e immagine. Non lo ridico, esprimo un'opinione, vorrei che nei baloons fosse più sinergico, ma lui Sun docente, io sono uno spettatore
  10. Penso sia una questione di equilibrio fra testo e disegno. Il capolavoro di Magnus fu agevolato dalla misura del primo rispetto al secondo. Boselli da tempo è diventato molto verboso, perdendosi fra la sintesi primaria di GLB e la comunque scarna ( parola che non sottintende un difetto) efficacia di Nolitta e Nizzi. Ho trovato gradevoli le vignette piene di Bocci, se mi vado a rileggere la recente saga di Mefisto mi perdo in baloons rompibaloons. Poi è vero che al di là dei gusti personali stiamo a commentare qualcosa tipo pietra miliare e da Steven Spielberg non ci aspettiamo, con tutto il rispetto per un nostro compatriota, che giri una commedia alla Vanzina. A me il ritmo della storia è piaciuto, in quanto ai disegni li preferisco di gran lunga a quelli delle ultime opere di Diso o Laurenti, a tratti imbarazzanti.
  11. La seconda. Il lavoro di Villa mi appare sempre di più impoverito ogni volta. Capolavoro all'inizio e poi trattamento verso una normale amministrazione della serie "Che tanto vendiamo lo stesso".
  12. Direi che i primi due bozzetti erano più intriganti. Ogni copertina fa storia a sé, che sia da introduzione ad un albo di introduzione o conclusivo. Comunque, Claudio Villa è un maestro di inventiva, di teoria e di pratica.
  13. Quella pagina è utilissima, perché spiega il concetto di inutilità.
  14. San Antonio Spurs

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Non ho mai attaccato Nizzi in maniera particolare, ho solo sottolineato la situazione particolare per un autore in evidente declino, attribuendo la questione anche all'età, e senza schierarmi pro o contro di lui a prescindere. Ha gestito per anni un'ordinaria amministrazione fatta di alti e bassi negativi, non ho mai negato la riconoscenza per aver gestito un lungo periodo di transizione fra Bonelli padre e figlio; avrà certamente ancora un contratto in essere che gli consente/gli permette di scrivere ancora sceneggiature e qui finisce il giudizio sul professionista. Sull'uomo, viste certe sue uscite, ho perplessità che però come detto non influenzano il mio giudizio sul suo contributo a Tex. Giusto per non correre il rischio di essere scambiato per un incendiario. Non lo sono mai stato quando facevo il giornalista, figuriamoci ora che sono solo un lemure da tastiera.
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