Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Piombo Caldo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    1132
  • Iscritto

  • Ultima attività

Messaggi pubblicato da Piombo Caldo

  1. Davvero soddisfatto di questo quarto albo. Qui si vede un Kit davvero convincente, (Kit che è anche il mio pard preferito).  Mi è piaciuto come sia Tex che Kit anche se lontani e separati sappiano come agiranno contro i loro avversari. Il terzo albo è forse troppo mieloso con Daniel che sembra aver preso una cotta per Kit. La storia si è conclusa nella maniera che era più prevedibile, ed è quella che avrei voluto.

    La Tigre incredibilmente non è morta con l'ultima storia di Nizzi, ma per aver avuto  una storia così mi va benissimo che sia rimasta viva. Queste storie belle lunghe con le navi,perdute e non,mi piacciono proprio, speriamo di veder presto anche quella di Barbanera.

    I disegni di Venturi più che ottimi, i volti dei pards poi sono i migliori in assoluto.🤸‍♂️🙋‍♂️

     

    • +1 1
  2. Color deludente anche per mè. E stranamente anche la storia di Boselli lo è. Io sceriffo che  manda il figlio a controllare l'ingresso della cittadina e che lascia la moglie a casa da sola non ha senso, bastava nascondere la moglie e il figlio in un posto sicuro, che poi i banditi avrebbero trovato grazie alla spia di un balordo.

    Anche i disegni, a parte Mastantuono, no  mi sono piaciuti.  

  3. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

    Italo Calvino diceva che “di un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.” E questa è la sensazione che mi ha dato “Terra promessa” dopo chissà quanto tempo non la riprendevo in mano, quella di un classico che sembra sempre nuovo e inaspettato, e che conserva il suo fascino intramontabile, come certi film western del passato.

    E infatti la sensazione del lettore, mentre sfoglia le pagine, è proprio quella di una sceneggiatura e di disegni estremamente cinematografici. Cinema western classico, anni ‘50- inizio '60, però, nonostante “Terra promessa” sia del 1972/1973, con situazioni tipiche del genere: carovane di pionieri verso la California, indiani feroci in agguato, guide traditrici e speculatori senza scrupoli. Tema texiano fin dai tempi di Lupo Bianco (Tex n. 18/19), sceneggiato in modo diverso ma altrettanto meraviglioso, dall’inizio alla fine un’avventura epica e avvincente, senza un attimo di noia, con i quattro pards che agiscono in perfetta sintonia, e soprattutto con un Tex da incorniciare.

     

    Ogni tanto si legge che qualcuno rimpiange i siparietti nizziani tra Tex e Carson, oppure il Tex glbonelliano manesco che sbatacchia e pesta gli avversari come tappeti, be’ io invece ho piuttosto nostalgia di questo Tex glbonelliano, che è sì grintoso e sbrigativo nei modi, ma è soprattutto un uomo sicuro di sé, intelligente, beffardo, abile, capace in una scazzottata o in un duello di far fuori l’avversario semplicemente con un pugno e una mossa astuta, inaspettata, senza scomporsi più di tanto, affrontando ogni impresa coll’acume, l’esperienza e i nervi d’acciaio di un consumato conoscitore del West, che valuta ogni decisione con sagacia strategica, mantenendo sempre un sorriso ironico, come un gatto che gioca col topo, e che sa trattare con quaccheri, sceriffi, pellerossa e uomini di Frontiera con discernimento e umanità.

    In questa storia non ci sono personaggi “grigi”, ci sono buoni e malvagi, ma i malvagi non sono caricati o eccessivi, sono uomini comuni, banalmente ma realisticamente dediti all’omicidio per soldi. GLBonelli qui non ha bisogno di avversari carismatici, di geni del male o indiani pittoreschi, gli bastano normali delinquenti, che diano il senso (o l'illusione) di un’avventura western il più possibile “realistica”.

     

    E i disegni di Ticci in questa storia sono eccezionali, tra i migliori dell’intera serie, sia nei paesaggi che nei volti, sia negli interni che negli esterni, sempre dinamici, evocativi, con un gran senso della profondità spaziale.

    Io sono tra quelli che preferisce il primo Ticci al secondo, anche se apprezzo e amo anche quello successivo, più stilizzato. Ma al di là dei gusti personali, è un fatto che i volti e le espressioni del primo Ticci sono indubbiamente migliori: gli avversari - bianchi o indiani che siano - non hanno il perenne ghigno che caratterizza le canaglie e i violenti del Ticci più maturo, spesso raffigurati con tratti caricati, in certi casi enfatici oppure melodrammatici, coi lineamenti deformati dalla cattiveria o dalla stupidità. Qui i suoi disegni - in accordo con la sceneggiatura - sono “classici” nel senso migliore del termine, i delinquenti non hanno il marchio dell'infamia stampato in faccia, e anche il viso di Tex è più aperto, davvero quello di un uomo saldo e coraggioso, con lo sguardo, quando serve, duro, ma molto più spesso ironico e beffardo, mai cupo.

    Insomma questa storia è un capolavoro da tutti i punti di vista.

    Puoi dirlo forte.🍺🙋‍♂️

    • Grazie (+1) 1
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.