Piombo Caldo
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Tex si comporta da Tex in tutte e due le storie. Come diceva Glb, Tex picchia chi merita di essere picchiato, sa di rischiare molto nelle sue azioni avventate, ma lo fa sempre per far trionfare la giustizia.
Opinione soggettiva e anche un po' oggettiva.🤸♂️
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Quello che a me da fastidio sono proprio i toni ipreraccesi e volgari di alcuni, che guardacaso sono quasi tutti di quelli che bocciano questa storia.🙋♂️
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Io in questa storia ci vedo tutto il bene e i principi positivi, altri invece ci vedono tutto il male. Mi inchino ai due ultimi post.
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Mi aggiungo.
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Piace anche a mè. 🙋♂️
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Allora è una storia tua, ma non te la passeranno.🤐
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Non ci credo.🤐
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Bene bene, non vedo l'ora di leggere la storia del gemello della Tigre, o del gemello di Proteus, o del quinto fratello gemello de El muerto, o di qualche altro nemico che è già morto.🙋♂️
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Kit è stato innamorato di molte ragazze, al limite sara bisex.🤸♂️
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😊 Glb non lo farebbe mai. E tu non sei Glb.
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Direi un finale alla Glb, ricorda un po' il finale di El diablo.
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Davvero soddisfatto di questo quarto albo. Qui si vede un Kit davvero convincente, (Kit che è anche il mio pard preferito). Mi è piaciuto come sia Tex che Kit anche se lontani e separati sappiano come agiranno contro i loro avversari. Il terzo albo è forse troppo mieloso con Daniel che sembra aver preso una cotta per Kit. La storia si è conclusa nella maniera che era più prevedibile, ed è quella che avrei voluto.
La Tigre incredibilmente non è morta con l'ultima storia di Nizzi, ma per aver avuto una storia così mi va benissimo che sia rimasta viva. Queste storie belle lunghe con le navi,perdute e non,mi piacciono proprio, speriamo di veder presto anche quella di Barbanera.
I disegni di Venturi più che ottimi, i volti dei pards poi sono i migliori in assoluto.🤸♂️🙋♂️
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Vedremo alla fine, per il momento non cè niente che stona, nemmeno il fucile consegnato a Winter Bear secondo mè.
E finora tutte le storie di questa serie per mè sono più che ottime, spero continuino così.
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Color deludente anche per mè. E stranamente anche la storia di Boselli lo è. Io sceriffo che manda il figlio a controllare l'ingresso della cittadina e che lascia la moglie a casa da sola non ha senso, bastava nascondere la moglie e il figlio in un posto sicuro, che poi i banditi avrebbero trovato grazie alla spia di un balordo.
Anche i disegni, a parte Mastantuono, no mi sono piaciuti.
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Io lo avevo associato a lui per il giubbotto pezzato. Allora ritiro tutto quello che ho detto.🖐
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Un bel cartonato di pregio lo comprerei subito anch'io, ma deve essere assolutamente in bianco e nero.
Quello che Tex riconosce nel saloon,per mè, è il figlio del ranchero Baker.🖐
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Grande Boselli e grandi disegni.
A dimenticavo.
Gran bella storia anche quella breve di Giusfredi e Ticci.🖐
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Gran partenza di questa storia, spero che continui su questi livelli. Di gran livello anche i disegni. Sulla storia breve Zaghi non mi aveva colpito più di tanto, ( forse a causa del colore ) ma qui mi è piaciuto tantissimo, e spero proprio che continui con Tex Willer.🖐
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E nell'intervista diceva anche che i disegni di Galep non gli piacevano, se non ricordo male. 🖐
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1972 - 2010 malgrado Oltre il fiume, che considero una delle storie più brutte di Tex.
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:
Italo Calvino diceva che “di un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.” E questa è la sensazione che mi ha dato “Terra promessa” dopo chissà quanto tempo non la riprendevo in mano, quella di un classico che sembra sempre nuovo e inaspettato, e che conserva il suo fascino intramontabile, come certi film western del passato.
E infatti la sensazione del lettore, mentre sfoglia le pagine, è proprio quella di una sceneggiatura e di disegni estremamente cinematografici. Cinema western classico, anni ‘50- inizio '60, però, nonostante “Terra promessa” sia del 1972/1973, con situazioni tipiche del genere: carovane di pionieri verso la California, indiani feroci in agguato, guide traditrici e speculatori senza scrupoli. Tema texiano fin dai tempi di Lupo Bianco (Tex n. 18/19), sceneggiato in modo diverso ma altrettanto meraviglioso, dall’inizio alla fine un’avventura epica e avvincente, senza un attimo di noia, con i quattro pards che agiscono in perfetta sintonia, e soprattutto con un Tex da incorniciare.
Ogni tanto si legge che qualcuno rimpiange i siparietti nizziani tra Tex e Carson, oppure il Tex glbonelliano manesco che sbatacchia e pesta gli avversari come tappeti, be’ io invece ho piuttosto nostalgia di questo Tex glbonelliano, che è sì grintoso e sbrigativo nei modi, ma è soprattutto un uomo sicuro di sé, intelligente, beffardo, abile, capace in una scazzottata o in un duello di far fuori l’avversario semplicemente con un pugno e una mossa astuta, inaspettata, senza scomporsi più di tanto, affrontando ogni impresa coll’acume, l’esperienza e i nervi d’acciaio di un consumato conoscitore del West, che valuta ogni decisione con sagacia strategica, mantenendo sempre un sorriso ironico, come un gatto che gioca col topo, e che sa trattare con quaccheri, sceriffi, pellerossa e uomini di Frontiera con discernimento e umanità.
In questa storia non ci sono personaggi “grigi”, ci sono buoni e malvagi, ma i malvagi non sono caricati o eccessivi, sono uomini comuni, banalmente ma realisticamente dediti all’omicidio per soldi. GLBonelli qui non ha bisogno di avversari carismatici, di geni del male o indiani pittoreschi, gli bastano normali delinquenti, che diano il senso (o l'illusione) di un’avventura western il più possibile “realistica”.
E i disegni di Ticci in questa storia sono eccezionali, tra i migliori dell’intera serie, sia nei paesaggi che nei volti, sia negli interni che negli esterni, sempre dinamici, evocativi, con un gran senso della profondità spaziale.
Io sono tra quelli che preferisce il primo Ticci al secondo, anche se apprezzo e amo anche quello successivo, più stilizzato. Ma al di là dei gusti personali, è un fatto che i volti e le espressioni del primo Ticci sono indubbiamente migliori: gli avversari - bianchi o indiani che siano - non hanno il perenne ghigno che caratterizza le canaglie e i violenti del Ticci più maturo, spesso raffigurati con tratti caricati, in certi casi enfatici oppure melodrammatici, coi lineamenti deformati dalla cattiveria o dalla stupidità. Qui i suoi disegni - in accordo con la sceneggiatura - sono “classici” nel senso migliore del termine, i delinquenti non hanno il marchio dell'infamia stampato in faccia, e anche il viso di Tex è più aperto, davvero quello di un uomo saldo e coraggioso, con lo sguardo, quando serve, duro, ma molto più spesso ironico e beffardo, mai cupo.
Insomma questa storia è un capolavoro da tutti i punti di vista.
Puoi dirlo forte.🍺🙋♂️
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È no, se è un soggetto del solo Zagor, Andreucci non lo cediamo.
[297/299] Fuga Da Anderville
in Le Storie dal 201 al 300
Pubblicato
Ma allora se va tutto liscio la storia va a farsi friggere.
Attenzione non voglio nessun commento su questo mio intervento.🤗