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navajo warrior

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Messaggi pubblicato da navajo warrior

  1. <span style="color:red;">23 ore fa</span>, Anatas dice:

    Mi sono accorto solo io che il direttore del carcere si presenta nel primo albo col cognome PARKS ed invece viene poi chiamato da Tex nel secondo col cognome PRICE?

     

    <span style="color:red;">16 ore fa</span>, borden dice:

    E purtroppo io neppure.

     

    Come lo chiameremo nel sequel? :D

     

    Se qualcuno non ha ancora letto Duri a Morire, questo post contiene SPOILER grande come una casa

     

     

    Duri a Morire

     

    Già dal titolo questo albo si presenta tosto: gente tenace, inossidabile, che vende cara la pelle. Voto altissimo per il titolo. Il mio battaglione a naja aveva il motto Dür per Dürà, Duri per Resistere, un’esaltazione al combattimento fino alla fine.... In realtà, noi marmittoni annoiati dalla monotona vita di caserma gli davamo un significato diverso. E al giuramento, invece che ‘Lo Giuro !’ urlammo a squarciagola ‘L’Ho Duro !’. Naturalmente, il resto della ferma trascorse tranquillamente, con scarse opportunità (va bene, lo ammetto, nessuna opportunità) di onorare il nostro motto.

     

     Scena sesta: Macchinista, macchinista del diretto, metti in moto gli stantuffi...*

     *Estratto da una canzone di congedo.

     

    La banda di Decker arriva a tiro di Cooper e Taylor.

    Non ho ben capito perchè Decker ordina ai suoi di porre subito mano all’artiglieria, costringendo Cooper ad aprire il fuoco sulla banda. Occhei, noi sappiamo che Decker mira al presunto bottino nascosto da Cooper e Cooper sa di essere spiato da qualcuno, anche se non sa esattamente da chi. Ora ha visto che era Decker e immagina, giustamente (per l’interessamento mostrato da Sly), che lui è lì per il bottino. Se Scarface si avvicina a spron battuto e armi alla mano, è logico che Cooper reagisca. Decker poteva tentare la via diplomatica, dopo tutto sono compagni d’evasione e in un certo senso Cooper è fuori per ‘merito’ di Decker.

    Da una parte e dall’altra si scaricano i caricatori (che schifezza di frase, lo so), mentre la ridotta per Aurora si avvicina sbuffando.

    Devo dire che i disegni di questa storia mi piacciono abbastanza, ma se proprio devo fare una critica all’ottimo Prisco noto che i suoi personaggi, quando mirano con il fucile, hanno sempre la testa venti centimetri più alta di quanto dovrebbero, come se guardassero solo la punta della canna per mirare. Va bè, io non so disegnare neanche un mirino, figurarsi un uomo e un fucile.

    Tex e Carson sentono gli echi della sparatoria. Come capita spesso, è Tex che giunge alla conclusione del perchè di tanto baccano. Acquattati dietro alcuni alberi, Boston Jim, Paco e Spud li stanno aspettando, perchè sapevano di avere qualcuno alle costole, colpa di quello spione di Kuma.

    I tre furbacchioni sono convinti di avere partita facile, ma:

    1-non sanno che quei due sono Tex Willer e Kit Carson, e

    2-di conseguenza non sanno che Tex tutto vede e tutto sa.

    Perciò Tex li vede chissà come e avvisa il pard, che invece non ha il Dono e quindi è ignaro e sorpreso.

     

    Dopo Putifarre, il Vecchio Cammello tira in ballo Giosafatte (in ebraico tiberiano יְהוֹשָׁפָט [Yəhôšāp̄āṭ, Geova ha Giudicato], moderno ebraico יהושפט [Yehoshafat]; in greco Ἰωσαφάτ [Iōsaphát], romanizzato Iosafát; in latino Iosaphat). Costui fu il quarto Re di Giudea nel IX secolo AD. È famoso soprattutto perchè dà il nome alla valle omonima tra Gerusalemme e il Monte Oliveto dove, secondo il profeta Gioele, il Dio di Israele riunì tutti i popoli per il giudizio universale. Dante cita la valle nell’Inferno, non il personaggio in sè. No so se Giosafatte fosse ferrato nella danza in generale, ma a Carson piace immaginarlo in tutù sui palcoscenici dei peggiori vestiboli e locali malfamati del Far West ad esibirsi come ballerino.

     

    Paco ammazza il cavallo di Carson, Tex disarma Boston Bella Bombetta Jim, Carson stende Spud.

    Ma come? Nooo... mi era stato suggerito di chiamarlo Er Patata, io ho avvallato con gioia la proposta e Rauch me lo toglie di mezzo a pagina 12! Disdetta nera.

    Ora i malviventi sanno chi c’è di fronte a loro, ma invece di raccomandarsi l’anima al diavolo e darsela a gambe vanno incontro al triste destino. Cercano una manovra diversiva, ma la sfera di cristallo di Tex è in pieno spolvero e lui, ancora e ancora, già sa. Paco spera di cogliere di sorpresa i rangers aggirandoli, ma Tex lo anticipa e lo manda a spalare carbone alla corte di Belzebù, tirato in ballo in precedenza dallo stesso Paco.

     

    La figura di Belzebù ha diverse interpretazioni religiose e bibliche.

    In origine è un dio fenicio adorato a Ekron, chiamato Baʿal zĕbūl o semplicemente Bʿl zbl (Signore/Dio e Principe), benevolo e caritatevole nell’aiuto contro le malattie.

    Gli ebrei distorsero a loro piacimento il nome del dio fenicio, trasformandolo in un denigratorio בעל זבוב (Baʿal zĕbūb, Signore/Dio di Ciò che Vola), citato nell’Antico Testamento, con un significato di ciò che è fastidioso. Nella Septuaginta, versione greca del librone, è infatti definito βααλ μυιαν (Baal muian, Signore/Dio delle Mosche).

    Nella Vulgata, versione latina della Bibbia, è una divinità filistea chiamata Baʿal zĕbūb (Baʿal zĕbūl), citata nel Secondo libro dei Re.

    Nella versione greca dei Vangeli è addirittura il principe dei demoni, βεελζεβοὺλ (Beelzeboul).

    Nelle tradizioni popolari, Belzebù è considerato talvolta il fratello di Satana in persona.

     

    Il sopravvissuto Boston BB Jim fa la vigliaccata di ammazzare anche il cavallo di Tex, per pararsi il culo e fuggire a gambe levate. I due pards realizzano di esseri integri ma appiedati e Tex non manca l’occasione di informare Kit che l’agguato è avvenuto a causa di Kuma che li aveva scoperti. A questo, Carson non c’era arrivato.

    Nel frattempo, Cooper e Taylor si sganciano dalla sparatoria e raggiungono il treno, riuscendo a salirci nonostante Ray sia ferito da una pallottola di rimbalzo. Per il momento, riescono a seminare Decker.

    BBBJ si ricongiunge alla banda e salta fuori che Sly non aveva informato Decker della presenza dei rangers nei paraggi. Una mancanza grave alla quale uno come Frank Scarface Decker doveva reagire in maniera un po’ più calorosa.

    Sul treno, Taylor rappezza alla meglio la ferita di Cooper, usando la polvere da sparo come cauterizzante.

    Tex e Carson arrivano ai binari e il nostro riassume per filo e per segno cosa è successo e il motivo, continuando a ragguagliare Kit sull’intera faccenda della quale il Vecchio Cammello sembra non capire una mazza. Lui è lì solo per sparare e chiedere a Tex perchè deve farlo. Aquila della Notte è convinto che Cooper sta andando verso il rifugio della sua vecchia banda, ha preso il treno per far sparire le proprie tracce e ha in mente qualcosa d’altro, ma ancora una volta non lo dice a Carson.

    I due recuperano i cavalli di Cooper e Taylor, tornano a riprendersi le proprie selle ed ecco che Carson ha la folgorazione: ha pensato e ripensato finché è giunto alla conclusione che Cooper sta andando a riprendersi il bottino nascosto tempo prima. Tex sorride e annuisce, ‘bene’, sembra pensare, ‘il vecchio gufo ha capito la barzelletta’.

    A questo punto della storia, è cosa buona e giusta che Tex ricordi a Carson i suoi antecedenti con Cooper. In due parole, Cooper tradisce la sua banda, vendendola agli agenti privati della compagnia mineraria, poi fugge verso lidi più sicuri. In più, il bottino delle rapine non è dove doveva essere, scomparso. Per puro caso, Tex si imbatte in Cooper e lo acciuffa, affidandolo alle patrie galere.

    Qui sta l’incongruenza geografica di cui ho accennato giorni fa.

    Cooper parte dalla zona di Aurora, Nevada, dove la sua banda è sgominata dai contractors della compagnia. Tex lo intercetta a San Vicente, ‘al confine col Messico’, dove ha fatto rifornimento d’acqua ‘per attraversare il Deserto Mohave’. Ma il deserto è a Nord del confine, tra Aurora e il Messico.... Cooper torna indietro?

    E Tex dice che lo riconobbe perchè la sua faccia era stampata sugli avvisi di taglia di mezza Arizona, anche se Cooper agiva in Nevada e California.

    Per risparmiarsi la forca, Cooper rivelò al giudice dove aveva nascosto il bottino, ma, a quanto pare, la refurtiva recuperata non era tutta e così nacque la leggenda del tesoro nascosto.

     

    Scena settima: La Capanna dello Zio Seth

     

    I due fuggiaschi fanno deragliare il treno e Cooper stordisce i due macchinisti, con sollievo di Taylor che temeva per la loro vita. Mentre si allontanano, Taylor rivela a Cooper che ha sparato a un riccone che voleva impossessarsi della sua terra, per questo è finito in galera. Cooper ha un malore dovuto alla ferita e in quel momento compare un misterioso personaggio che minaccia i due con un fucile.

    È trascorsa la notte.

    I due tizzoni d’inferno trovano il convoglio deragliato ed è naturalmente Tex a descrivere l’accaduto. Carson chiede spiegazioni, come se non fosse in grado di connettere da solo. In pratica Tex racconta esattamente quello che è successo e ripete quello che Cooper ha detto a Taylor poche ore prima, per filo e per segno.

    Intanto, Cooper e Taylor si trovano nella capanna del misterioso uomo col fucile, un minatore grande e grosso di nome Seth Parker.  La Miranda Priestly che è in me mi induce a fare il simpatico raffronto delle camicie a quadri di Taylor e Parker, peraltro simili. Quella del giovanotto ha righe semplici, quella di Parker le ha doppie in orizzontale. C’è anche Juna, la donna indiana del minatore, simpatico abito nativo in pelle frangiata e ricamata con vezzoso, nonchè audace, decolté e acconciatura da Grandi Pianure o Altipiani. Parker azzecca che i due sono evasi da Dryfork (ovvio, per la mise di Cooper) e suggerisce il nome di Reno, come eventuale guida per attraversare il deserto. Questo Reno è a capo di una banda di tagliagole che si diverte a procurare mano d’opera ai rancheros e proprietari di miniere messicani, razziando uomini tra le tribù indiane. Cooper ringrazia e declina l’invito.

    La faccenda di Hopi e Zuñi un po’ lontani dal raggio d’azione è già stata esposta, per cui non faccio ulteriormente inalberare Borden che quando si parla di Indiani nicchia sempre.

    Parker ha un che di furbacchione... fa un ghigno quando risponde al proposito di sdebitamento rivoltogli da Cooper e incarica la donna di spiare le mosse dei due.

    Bella la scena di pagina 49 vignetta 2, con Juna che fabbrica un cesto di vimini, arte in cui i Paiute del Nevada eccellevano.

     

    Grande nome, Seth!

    Set (ebraico biblico שֵׁתֿ [Il Nominato]; ebraico moderno Šet; Ebraico tiberiense Šēṯ; arabo: شيث‎ [Shith, Shiyth o Sheeth]). Fu il terzo figlio di Adamo ed Eva, fratello di Caino e Abele. Secondo la Genesi, nacque dopo l'uccisione di Abele, ed Eva credette che Dio lo avesse designato come suo sostituto. Visse nove secoli ed ebbe una trentina di figli e innumerevoli nipoti e discendenti, tra cui Noè.

    Parker è semplicemente Il Guardiano del Parco.

     

    Cooper e Taylor si preparano a partire, temendo il tradimento del minatore, ma fuori della capanna ci sono Decker e i suoi cagnacci. Un paio di sberloni e calci mettono al tappeto l’ex rapinatore, poi il gruppo si appresta a partire. Taylor continua a mostrarsi come una mosca bianca in mezzo a mosche saprofaghe e cerca di salvare Juna, condannata a morte. Grazie al suo intervento, la ragazza scappa dopo avere sfregiato Kuma, gettandosi in una scarpata. Mentre gli altri se ne vanno con i due prigionieri, il comanche cerca Juna per vendicare l’onore.

    Tutta la scena è stata osservata da Parker, nascosto poco lontano. Il minatore aveva forse riconosciuto Cooper, ora ne ha la certezza e si avvia per avvisare Reno.

    Il destino dei due rangers in questa storia è quello di arrivare sempre un metro o un minuto dopo i fatti, rassegnati a udire l’eco degli spari in lontananza. Di questo passo, però, finiranno per eliminare tutta la banda perchè, puntualmente, si imbattono nella retroguardia. Questa volta tocca a Kuma. Il comanche insegue la pollastrella fuggita e la raggiunge sul greto del torrente, minacciandola di una morte lenta, crudele e dolorosa. Ma Tex lo brucia con un preciso colpo di fucile. La ragazza racconta i fatti ai pards e finalmente Carson ci aveva azzeccato, prevedendo il rallentamento di Cooper e Taylor che ha permesso a Decker di mettere loro il sale sulla coda. Juna rivela di essere viva anche grazie a Taylor, il che dà da pensare ai due pards sulla vera natura del ragazzo, da loro creduto l’assassino di Ike. La donna li informa poi di Reno e della sua masnada di Mohaves, cacciatori di uomini con i quali, con un po’ di vergogna, ammette la parziale complicità del suo uomo.

    Più avanti, il gruppo di Decker sta procedendo verso San Miguel, il villaggio fantasma dove fu recuperato parte del bottino di Cooper e dove sono convinti si trovi il resto. Lungo la strada, si imbattono nel cadavere di un indiano morto e legato a un albero e, grazie al racconto di Taylor e Cooper, sanno con chi hanno a che fare. Curioso che Decker riconosca le frecce mohave.

    Su un’altura poco distante, un bell’indiano li osserva e manda messaggi con uno specchietto...

    I messaggi sono recepiti da Reno nel suo covo sulla montagna, un paio di baracche di legno con annesso corral. Con lui ci sono Parker, che lo ha informato sulla presenza di Decker e Cooper, e i Mohaves.

    Come Paco, anche Reno è un messicano pieno di borchie, orecchini, bandana e sombrero, forse ancora più brutto.

     

    Il nome Reno è probabilmente il diminutivo di Moreno, termine spagnolo che indica una persona con i capelli neri. Sarà un caso ma, in italiano, Reno è anagramma di Nero.

    Nome appropriato per la storia, perchè Reno è anche una famosa città del Nevada, anche se il suo nome deriva, in questo caso, dal Maggior Generale dell’Unione Jesse Lee Reno. Reno è famosa per il gioco d’azzardo ed è citata nell’immenso brano Folsom Prison Blues dell’immortale Johnny Cash, dove dice ‘I shot a man in Reno just for watch him die’. Quanto mai azzeccato il fatto che, dal primo momento, avevo pensato a questa canzone come colonna sonora della storia.

     

    I Mohave sono una popolazione di lingua yuman che abitava ai tempi lungo il Colorado River, tra il Nevada meridionale e l’attuale riserva indiana di Colorado River, tra Arizona e California. I loro antenati giunsero sul fiume attorno al XII secolo AD, provenendo dalla California meridionale e dal deserto che oggi porta il loro nome. Il termine Mohave deriva da hàmakhá‧v, il nome che danno a loro stessi e il cui significato è andato perduto nel tempo (... ‘come lacrime nella pioggia’, direbbe Rutger Hauer che sarà forse noioso ma che cazzo questo è recitare). I moderni Mohaves pensano che il termine fosse una locuzione che si riferisce al fiume Colorado e oggi si fanno chiamare Pipa Aha Macav, Popolo Lungo il Fiume.

    Nel fumetto vediamo i Mohave vestiti come Apache (con l’aggiunta di penne sulla testa che gli Apache non portavano [ma nemmeno i Mohave]), in quel caratteristico abbigliamento misto bianco-nativo adottato da numerose popolazioni indigene americane che ebbero il tempo di convivere per secoli con gli ‘invasori’ (Apache, Navajo, Pueblo, Iroquois, Sioux, Creek, Seminole, Kickapoo, ecc. ecc.). i Mohave passarono quasi direttamente dall’età della pietra alle riserve e nelle fotografie di fine ‘800 li vediamo o nudi o in abiti totalmente ‘civili’. Peccato non vedere qua e là qualche tipica acconciatura mohave, che usavano arrotolare i capelli in lunghi cilindri impastati di fango, assumendo quasi l'aspetto di attuali rasta jamaicani.

     

    Scena ottava: I Cacciatori di Uomini

     

    Tex e Carson scoprono a loro volta il cadavere dell’indiano, lo seppelliscono e scrivono sull’agenda di occuparsi in futuro della banda di slavers, non immaginando che li incontreranno presto. Strano che la palla di cristallo non abbia parlato stavolta, anche perchè più tardi, udendo l’ennesima sparatoria, Tex è sereno nell’individuarne la causa nello scontro tra la gang di Decker e quella degli slavers. Nel frattempo, qualche dubbio assale i pards sulla reale moralità del giovane Taylor, essendo rimasti spiazzati dai suoi recenti comportamenti umanitari. I due continuano l’inseguimento della storia e Tex sa che la resa dei conti avverà a San Miguel.

    Tramonto.

    San Miguel, famigerato e simpatico paesello, arroccato sui pendii della montagna, con tanto di plaza, pozzo e chiesa in stile messicano, case di adobe con veranda e portico ad archi di pietra stile convento di frati. Bill Riccioli d’Oro arriva di corsa e avverte il fratellone dell’arrivo degli slavers, una ventina di agguerriti scannagatti. Boston Bella Bombetta Jim è incaricato di sorvegliare i prigionieri, appesi come salami in una baracca, mentre gli altri quattro furfanti si preparano ad accogliere gli assalitori.

    Tipi tosti questi, piazzano i candelotti rimasti all’ingresso del villaggio e attendono l’arrivo dei nemici. Mentre tutto ciò, Cooper si appresta a rivelare qualcosa a Taylor...

    Frank e Bill cercano di scoprire le intenzioni degli slavers e Reno butta subito le carte in tavola, dateci i prigionieri e andate in pace. Scarface Decker non è da meno di Tex, indovina che lì c’è il minatore e che questo ha fatto la spia, perciò Riccioli d’Oro lo spedisce all’inferno, dando il via alle danze.

    Ennesimamente parlando, i due satanassi giungono in tempo per sentire la sparatoria (sarà la quarta o quinta volta...). hanno aggirato il villaggio e ora devono risalire un pendio per raggiungerlo. Il saggio Carson consiglia di prendersela comoda, che più si ammazzano tra loro meglio è.

    Black e Sly sparano alla dinamite e fanno strage, poi comincia lo scontro a fuoco. Nel frattempo, anche i due pards arrivano a tiro del villaggio e si imbattono in alcuni Mohaves che abbattono non senza rischi. La seconda vignetta di pag. 84 è lo spunto per la copertina di Villa, anche se in realtà è Carson ad essere attaccato col coltello. La sparatoria alle spalle del villaggio mette sul chi vive i Decker. Williams va a vedere, raggiunge Boston Jim e insieme fanno un giro d’ispezione, imbattendosi nei rangers. Tosti sì, ma piccioni, gli uomini di Decker: per la seconda volta, pur col vantaggio della posizione e della sorpresa, si fanno vedere dai pards e perdono lo scontro. La carriera di Bella Bombetta finisce qui, mentre Williams si vaporizza per non fare la stessa fine. Il Vecchio Cammello è ferito di striscio alla patella rotulare, salvando per un pelo menisco mediale, legamenti collaterali e crociato anteriore. Avendo integra l’incisura intercondiloidea del femore e il corpo adiposo di Hoffa, Kit può unirsi a Tex nel rastrellamento casa per casa.

    Quel furbacchione di Sly manca dalla scena dal momento in cui ha sparato alla dinamite. Infatti, eccolo ricomparire nella stanza dove sono appesi Cooper e Taylor, pronto a fare la sua proposta: l’oro in cambio della pellaccia. Cooper accetta solo dopo l’assicurazione che il ragazzo non sarà toccato. Nel frattempo, in una magnifica vignetta, i Decker Bros si aggirano tra i cadaveri degli slavers, in una San Miguel spazzata dal vento serale. Si avvicinano a un malmesso Reno e lo freddano senza pietà. Davvero tosti. Duri a Morire.

    Per farla breve, ‘sti scannagatti degli slavers non sono riusciti a far fuori nemmeno uno della banda. Cacciatori di passeri, dovevano chiamarsi, altro che palle.

     

    Scena nona: Resa dei Conti

     

    Raggiunti da Black Williams, i fratelli sono informati della presenza dei rangers e, allo stesso tempo, realizzano che Sly è uccel di bosco con Cooper per arraffare il tesoro. Lo scontro con Tex e Carson è inevitabile e i tre non si tirano indietro. Niente preamboli, attacco diretto alla carica, in mezzo alla strada, senza tanti fronzoli, così si fa, per tutti i diavoli ! basta con ‘sti agguati, sotterfugi, piani e ripiani... così, ohp ! da veri uomini. Dür per Dürà...

    ... Bè, più o meno...

    Williams ci lascia le penne troppo presto, peccato. Riccioli d’Oro si sgancia per prendere Kit sul fianco, ma si imbatte in Taylor che si è liberato dalle corde allentate da Sly e ha preso la pistola lasciata lì su richiesta di Cooper. I due si sparano a vicenda e il ragazzo è colpito alla spalla. Addio sorpresa e Bill si ritrova faccia a faccia con il nostro reprobo preferito. Ora Bill Riccioli d’Oro Decker, liberatosi del cappellaccio, degli abiti polverosi e dell’artiglieria, suona deliziosamente l’arpa su una soffice nuvoletta, cherubino eletto tra gli eletti.

    Visto il fratello tornare polvere, Frank Scarface impazzisce di rabbia e ingaggia un duello epico con Tex. Prima fucilate, poi via i winchester e mano alle pistole, furente scambio di colpi, schivate, tuffi nella polvere... alla fine Decker è colpito a morte e stramazza al suolo, non prima di una imprecazione contro chi l’ha ucciso. Per stessa ammissione del ranger, un vero osso duro.

    Greg Taylor respira ancora e rivela ai rangers dove sono andati Sly e Cooper, evidentemente l’ex rapinatore gli ha detto qualcosa, prima.

    Cooper ha portato Sly presso una vecchia miniera abbandonata dove, a quanto pare, ha nascosto l’oro in una tana di coniglio. Sly non si fida di infilarci dentro le mani e slega Ray. Questi in realtà ha una pistola nel nascondiglio e i due si sparano addosso. All’improvviso, Sly è fermato da una intimidazione dall’alto. Bè, dall’alto della collina, mica dall’alto alto... È Tex, chi altri? Il bandito si arrende dopo un paio di fucilate ma tenta un colpo di coda, approfittando di una distrazione. Tex schiva e affonda, mandando al creatore Sly, avendo però il tempo di rinfacciargli la morte di Ike. Come Frank, anche il furbastro muore maledicendo il ranger.

    Cooper è stato colpito da Sly ed è in dirittura d’arrivo, il viso stravolto dalla febbre per la ferita precedente e dal dolore per l’ultima subita. Sa di non avere scampo e chiede a Tex come sta il ragazzo. Tex lo conforta in tal senso e chiede all’evaso se è per caso diventato sentimentale. Cooper risponde di voler dare una seconda possibilità al giovane Taylor che non è un assassino. Alla domanda del ranger riguardo l’oro, risponde che non c’è nessun bottino nascosto. Tex non è sorpreso e Cooper, prima di spirare, afferma che i due si sarebbero intesi. Al contrario dei due tagliagole ammazzati da Tex prima, Cooper si congeda con un ‘adiòs’.

    Due belle pagine, queste qui.

     

    Epilogo: Dryfork

     

    I due rangers sono a colloquio con il direttore della prigione, Price.

    Price?

    Per Giuda e Giosafatte étoiles du Moulin Rouge e per la barba posticcia di Putifarre, ma non si chiamava Parks?

    Ahi, ahi.

    Bè, potremmo chiamarlo Price Parks che suona bene.... ed è anche economico, perchè significa letteralmente ‘parchi [parsimoniosi, contenuti] nei prezzo’.

    Viene ribadita l’encomiabile condotta di Greg Taylor durante la fuga e la sua estraneità nella morte dello sceriffo McCall. Tex conferma poi quanto detto da Cooper riguardo il presunto tesoro e, a quanto pare, il direttore se la beve assieme al whisky. Io non ci giurerei...

    Mentre lasciano il penitenziario, sono osservati dal giovane Taylor, nella sua nuova divisa a strisce che fa tanto trendy. Tex è sicuro che Cooper ha rivelato a Greg il nascondiglio, ma assicura Carson di non volere indagare oltre e lasciare il giovanotto al suo destino. Secondo me, tra qualche tempo saremo di fronte a un bel sequel.

    Nell’ultima vignetta, Carson dichiara che, questa volta, non tutta la farina del diavolo va in crusca. Che stia diventando una frase abituale?

     

    L’evasione, la rivalità tra i fuggitivi, lo scontro tra bande, l’inseguimento, la ricerca del tesoro... tutti ottimi elementi classici western. Si poteva sviluppare meglio, soprattutto la partecipazione dei due pards che appare estemporanea, e questo è il punto. Tex sembra una comparsa, se non nell’ultimissima parte della storia. Non che sia vietato dare maggior risalto ad altri personaggi, anzi, ma qui il ranger arriva sempre tardi, tira le somme di ciò che è accaduto, prima del gran finale in cui si limita ad eliminare i vari pezzi sparsi rimasti sulla scena. So che dire ‘si limita’ è riduttivo, in fondo è lui che manda al creatore tutta la banda Decker, ma la sensazione è quella. Tex fa un ripulisti di personaggi ormai usurati dalla storia stessa. Una storia della quale lui è spettatore per quattro quinti. E quando i pards entrano in scena è solo per snellire in fretta le fila degli altri, come per evitare uno scontro finale troppo sproporzionato. Così è quando intervengono (in ritardo) per aiutare i guardiani della prigione contro i due evasi della diligenza, che eliminano con due fucilate. Allo stesso modo, si sbarazzano in 4+4=8 di due membri della banda Decker che avevano inscenato un ridicolo agguato sulla pista, fallito per la solita intercessione divina che, a lungo, stanca. In 70 anni Tex si è salvato da decine di imboscate, la maggior parte a causa dell’incapacità balistica degli avversari (la testa del ranger sfiorata per un millimetro o la pallottola che ammazza il cavallo che fa un ingiustificato quanto provvidenziale scarto), oppure per lo scintillio dell’arma al sole, per un uccellaccio che si alza improvvisamente in volo, per un ramo spezzato o per il nitrito di un cavallo. Tutto fa brodo, ci sta, mica può essere ammazzato il Tex, qualcosa bisogna inventare. Ma un Tex che vede di là della materia e che intuisce un agguato senza segni premonitori, questo no, dai. I tre beccaccioni sono in alto, tra gli alberi, acquattati e in attesa... come diamine fà Tex a vederli? E Carson che cade dal pero, come fosse l’ultimo dei tirapiedi e non il leggendario maggiore dei rangers temuto in tutto il West. Una cosa del genere accade anche alla fine, con Williams e Bella Bombetta in alto, riparati dal buio e dalle case. Ma Tex, sempre Tex, li vede. Anche l'eliminazione di Kuma sembra un inciampo sulla pista, utile solo a far dire a Juna che Greg è un bravo ragazzo.

    Alcune scene sono a mio avviso superflue e servono per tappare i buchi e consentire il completamento dei due albi (altra cosa che non capisco, questa dei due albi secchi per ogni avventura), salvo poi dimenticarsi altre scene che potevano essere più esplicative.

    La compagnia di Decker e i due pards si imbattono, di seguito, nel cadavere dell’indiano massacrato dagli slavers, una ventina di vignette (quattro pagine) per raccontare due volte la stessa cosa: nei paraggi ci sono gli slavers che sono dei cattivoni di quattro cotte. Perchè gli slavers hanno ammazzato l’indiano e l’hanno lasciato lì? Per punirlo di una ribellione? Hanno perso una fonte di guadagno, ammazzandolo. E poi lo lasciano lì per monito verso chi? In quelle lande desolate e disabitate? E non viene invece mostrato l’incontro dei rangers con i macchinisti del treno. Prima Tex legge nella sfera che non sono morti, poi Carson ricorda la buona azione di Taylor nel salvarli, perciò l’incontro è avvenuto.

    I personaggi cattivi sono davvero tosti, promuovo a pieni voti Scarface e Riccioli d’Oro su tutti, ma anche Black Williams e Kuma, anche se questo fa una fine un po’ misera, gabbato da una squaw... Er Patata indecifrabile, se n’è andato al primo colpo ricevuto. Paco mi è sembrato solo ‘chiacchiere e distintivo’, mentre Bella Bombetta, un tontolone. Tra tutti, Sly è un vero figlio di madre ignota, viscido, traditore, bastardo dentro e pure menefreghista, perchè riferire ai fratelli che in giro c’era Tex avrebbe cambiato molto le cose.

    Cooper è stato una sorpresa nell’avanzare della storia. All’inizio se ne stava sulle sue, poi ha fatto la bastardata/furbata di lasciare indietro i due galeotti della diligenza, prendendo con sè solo il ragazzo. In seguito ha cominciato a comportarsi meglio, risparmiando i macchinisti (ma lui non era comunque un assassino) e confidandosi poi con Greg, giungendo a rivelargli il nascondiglio dell’oro. Un cambiamento (redenzione? senso di colpa?) forse ingiustificato e non ben decifrabile. Mi chiedo solo una cosa: se Cooper avesse avuto la meglio su Sly e non fosse intervenuto Tex, cosa avrebbe fatto? Avrebbe aspettato Greg? Sarebbe tornato indietro a San Miguel per lui? O semplicemente se ne sarebbe andato con l’oro?

    Greg è stato dall’inizio un personaggio enigmatico. A parte la confidenza notturna con Cooper nel bosco, avrà detto sì e no venti parole in due albi, ma alla fine, tesoro esistendo, è lui il vincitore. È mancato totalmente un suo interloquire con i rangers, il chiarimento della situazione, la sua discolpa riguardo l’uccisone di Ike. Tex ne parla solo brevemente con Sly, a conti fatti. Per essere uno dei protagonisti della vicenda, è talmente invisibile che non si merita neppure l’analisi del nome. Mi aspettavo di più da lui, ma credo che non sia finita qui.

    Gli slavers si sono dimostrati poca cosa, sembrava che volevano ribaltare le montagne e alla fine hanno perso 20 a 0 con la banda Decker. Rubagalline, niente di più.

    I pards? Qualcuno ha scritto che sono stati solo degli spettatori. È vero, sono sempre stati all’inseguimento, sempre in ritardo, sempre sulla scena quando tutto era finito. Ma alla resa dei conti, dopo tutto, hanno vinto loro e, uno alla volta, hanno eliminato tutti i rivali, 6 a 2 per Tex su Kit. Per la logica della storia, sarebbero dovuto arrivare tardi anche questa volta, magari limitarsi a eliminare Frank, Sly e un paio di Mohave, con il resto della compagnia che si era eliminata tra loro. Sarebbe stato più coerente. Tex è fastidioso quando prevede il futuro e quando fa il professore. Per due volte non rivela a Kit quello che sa farà l’avversario di turno. Carson sembra non capire nemmeno perchè è lì e si deve far spiegare tutto dal pard, con una serie di ‘rinfrescami la memoria’, ‘ricordami questo’, ‘spiegami quello’... l’unica cosa giusta che dice è quando consiglia a Tex di andar piano che tanto i cattivi si ammazzano tra loro. Ma neanche lì gli va bene, alla fine devono sbrigarsela loro.

     

    Va bene, questa è promossa, la migliore storia del 2020.

     

    Alla prossima.

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  2. Sì, non posso darvi torto.

    Tex è Tex dal 1948.

    Io lo leggo da 50 anni cioè da quando sono nato ed è sempre così. Ed era già così da vent'anni prima che nascessi io e lo conoscessi.

    Perciò lasciamolo così com'è, a me va bene.

    Ma allora basta con le solite lamentele.

    Vecchio Cammello di qua e di là, poverino che Tex lo tratta da vecchio scemo che tanto ha sempre ragione lui. Patatine fritte e bistecche alte così e giustifico la mia presenza e dimmi un po' cosa succede che io non ci capisco niente. E il giovane Kit che è imbranato e non va a donne ma tanto le donne non possono esserci su Tex e allora come fa ad andare a donne? E Tiger Jack che fa Augh e Woah è selvaggio ma istruito e non può tagliare teste ma se c'è da minacciare uno facciamo finta che lui lo sbudella col coltello tanto sappiamo che non lo fa che non è un vero selvaggio. E Nzzi che fa calare le braghe a Tex, che schifo ma intanto ha fatto andare avanti Tex per vent'anni come lo vogliamo e Boselli che è tanto bravo clap clap ma solo sui Texoni e sull'altro Tex Willer perchè se saltasse una testa o si intuirebbe mezza tetta sulla serie mensile è uno scandalo.

    Konrad Lorenz ha fondato la sua carriera e la sua notorietà sul concetto dell'imprintig, che quando s'insinua nel cervello di un essere vivente ci resta e non se ne va più. Ma ciò non significa che Konrad Lorenz negasse il processo dell'evoluzione, studiato da Darwin.

    A quattro anni ho subito due processi di imprinting: Tex e la Juventus, due concetti che si sono radicati e non se ne vanno più.

    Da cinquant'anni, come Darwin, aspetto che il gioco della Juventus si evolva in qualcosa di sublime.  Aspetto, aspetto...

    E Tex?

    Aspettiamo.

  3. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

    Ah, già, ricordo. Non ti è piaciuta la testa tagliata. E neanche ti piacciono le donne. Per questo interrompi. :azz:Vabbè... Ma per I tre Bill, non puoi buttare via qualcosa e fare posto?

    Com'è variegato il mondo e i suoi inquilini.

    Teste mozzate e donne: due motivi che (a mio gusto, solo a mio gusto) rilancerebbero alla grande il Tex mensile.... con cautele, piano piano, ma lungo quella via.

  4. <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, borden dice:

     

     

    Ahimè, neanch'io sono perfetto, le contraddizioni sono troppe

     

    Però mi devi ricordare DOVE lo scrive.

     

     

     

     

    Perché alla fine c'era il TITOLO con CULVER. Ed è CULVER Nel Passato di Tex

     

    Ripeto, impossibile sanare le contraddizioni

    Albo Tex Gigante La Costa dei Barbari, numero 85, pagina 36. E qui Bonelli chiama Calver City la città. poi sarà Culver City solo su Tuttotex.

  5. Già, basterebbe eliminare l'avventura di Ritorno a Culver City e le cose andrebbero più o meno a posto.

    Peccato che Bonelli situò per bene il nuovo ranch di Sam, oltre il corso del Brady Creek e il bivio per Rochelle (McCulloch County, Texas).

    Ma qualcosa il Bos inventerà, anche per questo.

  6. Mi sono procurato i primi quattro albi di Tex Willer con questa sorta di rivisitazione del Totem Misterioso. Ottima la sceneggiatura di Boselli e molto accattivanti i disegni di De Angelis. È un Tex un tantino diverso dalla serie mensile e credo che mi piacerà. Magari se ho tempo faccio una mia personale recensione così faccio arrabbiare un po' Borden.

    Vorrei rivolgere, se possibile, un paio di domande a Borden per soddisfare la mia perversa curiosità. Non posso farle nella sua sezione perciò spero che possa rispondermi qui. Se ha già risposto a qualcosa del genere in altre pagine del forum, basta che lui o qualche utente mi indirizzi, ve ne sarò grato.

     

    Le domande sono queste (adesso mi rivolgo direttamente a Borden).

    Domanda numero uno, riguarda John Coffin.

    Naturalmente, ne Il Totem Misterioso di GLB era un perfetto sconosciuto, salvo essere ritirato in ballo nella storia sul passato di Tex, dove lo troviamo complice di Rebo, l’assassino di Sam Willer. Questo calza a pennello perchè nel Tex numero uno è chiaro che i due si conoscono e tra loro non corre buon sangue. Nella tua sceneggiatura, Coffin dice di avercela con Tex per i fatti di Robber’s Neck, ma nè lui nè Tex fanno mai accenno alla faccenda di Rebo e Sam. Il bounty hunter nella miniera sa che Tex ha ucciso per vendicare il padre e il fratello e Tex dichiara di conoscere Coffin come un emerito farabutto, ma non parla del suo coinvolgimento nella morte del fratello.

    La domanda è: hai volutamente lasciato cadere la cosa o c’è sotto qualcosa che mi sfugge? Il fatto che nelle ristampe del Passato di Tex si usa il nome Moffin e non Coffin, quasi a separare i due personaggi, c’entra qualcosa? Come forse c’entra la spinosa questione della cittadina che ne il Totem Misterioso è Calver City in Arizona, poi resta Calver City ma in Texas ne La Costa dei Barbari, per trasformarsi in Culver City nel Tuttotex dello stesso albo e rimanerci ne Ritorno a Culver City (511), mentre in Tex Willer è Culver City ma in Arizona?

     

    Seconda domanda, riguardo i Pawnee.

    Noto con piacere che usi il termine Tirawa per indicare la divinità principale dei Pawnee, eliminando l’orripilante doppio accostamento Manito-Wakantanka di GLB. Dal momento che nella storia sono rappresentati Apache e Pawnee in costumi consoni alla realtà, che la capanna di Orso Grigio è una loggia di terra (e non una baracca con tavoli e sedie come nel Totem Misterioso) e che è dato a Tirawa quel che è di Tirawa, posso sperare una maggiore attenzione sugli usi e costumi dei Nativi anche per il Tex mensile? Non siamo certo al top, ma certo non si poteva stravolgere completamente la storia di GLB.

     

    Un plauso per come sei riuscito a collocare i Pawnee in Arizona e per come hai svicolato sui dieci anni trascorsi dal primo incontro di Tex con Tesah bambina.

    Grazie.

  7. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Barbanera dice:

    Entrambi sono sceneggiatori sopraffini...per Giove Pluvio

    Giove (latino Iupiter o Iuppiter) è il dio o divinità suprema della religione e della mitologia romana, simile alla divinità mitologica della religione greca Zeus (greco antico: Ζεύς [Zèus]), capo di tutti gli dèi, signore dell'Olimpo, dio del cielo e del tuono.

    Plùvio [dal latino pluvius, derivato di pluĕre [piovere]) è un aggettivo usato come epiteto di Giove (latino Iuppiter Pluvius), corrispondente al greco Ομβριος, in quanto datore della pioggia. L’espressione Giove Pluvio si usa tuttora in tono scherzoso.

  8. Ho detto che compro regolarmente solo Tex mensile, non che non leggo altre serie....

    Comunque, per concludere e non indugiare OT, voglio solo ricordare che la sola presenza di Indiani nelle storie di Tex rasenta di per sè l'anacronismo. L'ultima vera resistenza dei Nativi nel Sudovest è rappresentata dalla resa di Geronimo nel 1886, e già questo era un evento isolato, in quanto gli Apaches (ultimi ad arrendersi) vivevano ormai da anni isolati nelle riserve. Con un Kit Willer nato dopo la guerra civile e la sua partecipazione, ventenne circa, all'ultimo splendido Texone, la presenza della banda di scorridori Chiricahua è una forzatura storica.

    Ma ripeto, Tex è questo e come dice giustamente il Bos, non è in trattato storico, geografico o antropologico.

  9. E' merito di Tex, PC, solo di Tex.

    Ho imparato a leggere a quattro anni, leggendo i Tex di papà. E mi sono piaciuti subito gli Indiani. A sei anni avevo già la mia cartina degli Usa ricalcata dall'atlante su un foglio di protocollo a quadretti, con su scritte le varie tribù nei posti dove le metteva GLB. Ci ho messo poco a scoprire che tante erano sbagliate e man mano cambiavo la cartina e continuavo a studiare i Nativi con altre fonti. Oggi possiedo 300 o più libri sui Nativi d'America e conosco i loro nomi e dove stavano, i nomi delle bande, dei villaggi, dei clan, dei capi e un milione d'altre cose, storia, cultura.

    E continuo a comprare Tex anche se mette i Seminole nel Kansas, i Mahican nel Saskatchewan e i Pawnee in Arizona.

  10. <span style="color:red;">3 ore fa</span>, borden dice:

     

     

    Premesso che Tex non è una lezione di storia e geografia, segnalami le inesattezze che citi... Magari abbiano semplicemente INVENTATO...;)

    E io premetto che le mie non sono, nella maniera più assoluta, critiche al lavoro di autori, disegnatori ed editori (e curatori :D). Sono semplici considerazioni.

    Tex mensile è l'unico fumetto che compro, da decenni, e continuerò a farlo, perchè Tex mi piace.

    L'inesattezza geografica in questo albo (Duri a Morire) sta a pagina 33, quarta vignetta. Tex dice una cosa al contrario, atlante alla mano.

    Nella vignetta successiva poi c'è una incongruenza, nel senso che Tex parla di avvisi di taglia in Arizona, quando le rapine si svolgono in Nevada e California. A meno che non sia stato sottinteso che Cooper lavorava anche in Arizona, o che per 'miniere della zona' si intende tutte quelle del Sudovest o che (questo io non lo so) uno che commetteva reati in Nevada era comunque ricercato anche in altri stati.

    Niente di importante, lo so. sono solo considerazioni, ripeto.

    Quello che mi dispiace di più è il calderone in cui si mescolano le Nazioni Native e poi a caso se ne tira su qualcuna per farla comparire negli albi. Questo accade quasi sempre.

    Non credo sia uno spoiler se nomino le tribù citate nella storia....

    Apache. All'inizio della storia, Tex racconta di avere inseguito fin lì un assassino mezzosangue apache. Un po' lontano dall'Arizona... Questo era uno in gamba, se ha costretto uno come Tex a braccarlo per almeno 800 km. Meriterebbe una storia come co-protagonista. Va bene, per sfuggire a Tex uno correrebbe fino al polo.

    Comanche. Kuma è un comanche, popolazione delle Grandi Pianure meridionali che viveva, nella seconda metà dell'ottocento, in Texas e dintorni, a 1300 km dalla regione della nostra storia. Va bene, Kuma si è aggregato ai Decker chissà come e quando ed è finito in Nevada con loro, non c'è problema.

    Mohave. Abitavano sul fiume Colorado, tra Arizona e California e solo in una piccola striscia di terra nella punta meridionale del Nevada, comunque a non meno di 250 km dalla zona del racconto. Quando ci sono in mezzo degli evasi, su Tex compaiono sempre i Mohave, ovunque sia la prigione. Questa volta però non cacciano evasi, cacciano indiani di altre tribù per venderli come schiavi in Messico. Va bene, in fondo cosa sono 250 km? 

    Zuni. Citati come popolazione razziata dai cacciatori di schiavi. Nell'ottocento abitavano ormai in un unico villaggio (pueblo) nel New Mexico occidentale, 900 km a Est.

    Hopi. Citati come popolazione razziata dai cacciatori di schiavi. Abitavano in diversi pueblos sulle famose mesas hopi, in Arizona, a 650 km dalla zona che ci interessa.

    Piute. Ooooooo.... Finalmente ! I Piute (o meglio in questo caso Northern Paiute) erano i soli abitanti nativi della zona. Erano divisi in bande regionali e nella'area di Aurora vivevano i Pakwidokado, Mangiatori di chub (un pesce della famiglia dei ciprinidi).

    Oltre ai Northern Paiute, nell'area circostante tra Nevada e California c'erano diverse bande di Western Shoshone, Owens Valley Paiute e Waasho. Sulla Sierra Nevada c'erano Miwok e Yokut, a Sud della Death Valley c'erano i Kawaiisu e nel Deserto del Mojave si incontravano Serrano, Vanyume e Chemehuevi

    Ma Reno e i suoi Mohave preferiscono farsi centinaia di km e tornare indietro con Hopi e Zuni.

    Non sono critiche nè polemiche, sia chiaro, solo simpatiche considerazioni.

     

     

     

  11. Boh.

    L'inizio della storia, nel primo albo, era intrigante. Lineare e semplice, ma intrigante, questo è l'aggettivo che mi era venuto subito in mente.

    Lo svolgimento, nel secondo albo, è altrettanto regolare, scontato forse, ma in fin dei conti, una buona storia.

    Però, quanti luoghi comuni, quante inesattezze.

    Sarà che il fumetto è svago, ma è possibile che che non si possa essere un po' più attenti e coerenti alle realtà storiche, culturali e geografiche?

  12. <span style="color:red;">23 ore fa</span>, gilas2 dice:

     

    Se non ricordo male, Spud come nomignolo (in british english) significa soprattutto 'patata' o 'tubero', più che 'sarchio' (attrezzo con cui si possono cavare i tuberi dal terreno)

     

    Quindi se soprannome italianizzato gli si deve proprio dare, 'Er patata' pare appropriato ;-)

    Prendo atto e mi piace :D nel prossimo albo lo chiamerò Er Patata Basettoni.

     

    <span style="color:red;">21 ore fa</span>, Diablero dice:

     

    Non esageriamo, nella prima pagina si vedono i forzati che si mettono a sedere sulle brande (senza inquadrare i piedi), NON che balzano subito fuori dalla cella, nella seconda Decker è GIÀ fuori dalla cella, è ovvio che è passato del tempo, tempo sufficiente per infilarsi le scarpe...  :lol:

    Bè, hai ragione. Non è che voglio puntualizzare su tutto, sia ben inteso. D'altronde, anche in Prison Break, che si svolge ai giorni nostri, i detenuti di Fox River vanno in branda più o meno vestiti come sono di giorno. Mica pretendo che si illustri proprio tutto, eh?

    Tra l'altro, avete mai visto Tex far pipì o Carson con un fascio di fogli di giornale in mano dietro una pianta? :lol: E sì che in certi bei western scene così sono capillari. Ricordo Giù la Testa che inizia con Rod Steiger che annega le formiche, ne Gli Spietati il giovane killer ammazza il suo primo uomo mentre questo è nella latrina, Kris Kristofferson prende la pistola nella latrina della prigione prima di ammazzare i vice di James Coburn in PG&BtK....

    PS. grande post, Diablero, ho quotato :inch:

  13. Credo che ormai gli amici del forum hanno letto l’albo, perciò non penso di spoilerare se faccio una mia personale disanima di questo gradevole albo...

     

    I Forzati di Dryfork

     

    Personaggi in ordine di apparizione (esclusi Tex e il Vecchio Cammello)

     

    1.  Sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie di Dryfork. Se non fosse per la divisa, sarebbe l’ideale ospite del penitenziario, col grugno che si ritrova.
    2.  Frank Decker, capo di una banda multietnica di incalliti fuorilegge. Lo chiamerò spesso Scarface, per lo sfregio che adorna ail suo brutto muso.
    3. John ‘Black’ Williams, membro della banda Decker. Il classico pistolero raffinato in panciotto e baffetti, letale come un crotalo.
    4. Bill Decker, fratello minore di Frank e suo vice nella banda.
    5. Kuma, il Comanche. Ennesimo rinnegato Nativo al soldo di una banda di fuorilegge. Nella saga di Tex, questa figura è tra i primi posti nella classifica delle       presenze nella categoria ‘attore non protagonista’, a partire da Piede di Lupo nel mitico albo a strisce numero uno Il Totem Misterioso.
    6. Ike McCall, sceriffo di Belmont. Ike è il diminutivo di Isaac (Egli Riderà, ebreo יִצְחָק, arabo إسحاق‎). Isaac o Isacco era uno dei tre patriarchi descritti nella Genesi, figlio di Sara che reagì ridendo al suo concepimento, avvenuto in tardissima età. In alternativa, diminutivo di Isaiah (Il Signore Salva, ebraico יְשַׁעְיָהוּ), profeta giudaico caro ai mormoni. Amico di vecchia data di Tex, mai comparso in storie precedenti. Viso bonario e simpatico, espressione sempre allegra. Presto si ritirerà per dedicarsi a una fattoria. Destino permettendo.
    7. Cole ‘Sly’ Slybridge, tagliagole della banda Decker. Cole è un antico nome inglese che significa Carbone o Grigio, come l’animo del personaggio… che d’altronde è noto come Sly, abbreviazione di Slybridge ma anche sostantivo che significa Furbacchione o Sornione.
    8. Ray Cooper, ex assaltatore di convogli minerari. Raymond è un nome di origine germanica che significa Protezione Divina, mentre Cooper è colui che fabbrica botti (quelle del vino, mica i petardi...), cioè Il Bottaio. Per la cronaca, il contemporaneo Ray Cooper è un percussionista inglese che ha collaborato con i maggiori artisti musicali d’oltremanica.
    9. Greg Tylor, il novellino. Giovane emblematico e misterioso, niente si sa di lui e del perchè si trova in manette sulla diligenza con destinazione Dryfork. Di certo non è il difensore scozzese del Celtic Glasgow... in ogni caso, Taylor è tuttoggi il quarto cognome più diffuso in UK e tra i dieci in USA e Australia. Nasce dall’occupazione normanna in Francia e indicava il mestiere di sarto attraverso l’avverbio tailor, dal francese tailleur e dal tardo latino taliator (dal verbo taliare), cioè ‘colui che taglia’.
    10. Boston Jim, fuorilegge della banda Decker. Dal nome presumo venga dal Massachusetts, o per lo meno dall’Est. Mi piace la sua bombetta.
    11. Tom ‘Spud’ Spudder, fuorilegge della banda Decker. Sebbene il soprannome significhi ‘sarchio’ (zappa con lama da una parte e due punte dall’altra) e il nome ‘sarchiatore’ o ‘colui che sarchia’, mi piacerebbe chiamarlo Basettoni, chissà perchè. Da come veste e dall’aspetto mi ricorda il Daniel Boone (eroe dell’indipendenza americana) alla conquista del Kentucky, in un celebre quadro.
    12. Ginger Charlie, fuorilegge della banda Decker. Presenza effimera, morto entro otto pagine e 19 vignette. Ginger è il nome inglese dello zenzero, pianta aromatica subtropicale importata in Europa fin dai tempi di Alessandro Magno. Dolcetti a base di zenzero sono citato nel sesta novella dell'ottava giornata del Decamerone del Boccaccio. È usato come nome infantile o vezzeggiativo per persone dai capelli rossi (Geraldine ‘Geri’ Estelle Halliwell-Horner, nota come Ginger Spice delle Spice Girls) o come diminutivo di Virginia (Virginia Katherine McMath, in arte Ginger Rogers, famosa ballerina).
    13. Paco, fuorilegge della banda Decker. Messicano con bandana, sombrero, speroni d’argento, borchie da ogni parte, sigaro, baffoni e cartucciera a tracolla. Tutto in uno.

     

     

    Scena prima: Quell’Alba di un Giorno da Cani*

     

    *Naturalmente è una libera allusione al film Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani di Sidney Lumet con il grande Al Pacino. Per la cronaca, il titolo italiano è in parte fuorviante, perchè se in effetti indica il pomeriggio di una giornata in cui va tutto storto (un giorno da cani, appunto), il titolo originale Dog Day Afternoon si riferisce ai Giorni del Cane, cioè il periodo di grande canicola estiva in cui nel cielo si può chiaramente osservare la costellazione del Cane Maggiore, di cui fa parte la più visibile tra le stelle del firmamento, Sirio. Il latino canicula significa ‘cagnolino’ e indicava appunto la stella Sirio. Il titolo corretto del film sarebbe quindi Pomeriggio di Canicola, senza riferimenti alla giornata storta dei protagonisti.

    Non c’entra una cippa con il fumetto, ma così è.

     

    Penitenziario di Dryfork, al confine tra Nevada e California.

    Nel contesto, si presume che la prigione si trova in Nevada, altrimenti sarebbe scritto ‘al confine tra California e Nevada’. In seguito si dirà che i fuggitivi forse cercano di raggiungere la California, quindi siamo senza dubbio in Nevada. Esistono diversi Dryfork o Dry Fork (Affluente in Secca, cioè un torrente che solo in determinati periodi dell’anno fornisce acqua a un fiume principale), ma nelle mappe del Nevada non ho trovato nessun nome corrispondente nell’area presumibile dell’azione che si svolge (vedremo poi) non distante a Nord della famosa Death Valley.

    È l’alba.

    Il simpatico sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie, suona la sveglia ai detenuti, con vigorose randellate sulle sbarre delle celle. Una bella prospettiva li attende, la solita giornata a spaccare pietre nel campo di lavoro. I detenuti sembrano sbigottitti, tra un ‘!’ e un ‘?’, come se fosse una novità. Immagino il fetore lì dentro, tutti a dormire sotto le coperte con gli stracci d’ordinanza che indossano di giorno, e nessuno che mette le scarpe, come se le avessero portate a letto...

    Faccia d’Angelo Murchison se la prende in particolare con il detenuto Frank Decker, al quale dà il buongiorno con la mazza da baseball in pieno stomaco. Solo un attimo di frustrazione da parte del galeotto che, da parte sua, sembra avere dei programmi alternativi per la giornata.

    La scena si sposta nel cortile del penitenziario, dove i detenuti in fila indiana si apprestano a consumare la succulenta colazione gentilmente offerta dalla ditta, bonariamente elargita dal raffinato chef della prigione.

    Scarface Decker nota un sottile filo di fumo che si innalza nel cielo fuori dalle mura di cinta e il suo ghigno soddisfatto ci fa sapere che è un buon segnale per lui... qualcosa bolle in pentola, di là della sbobba distribuita poco più in là. L’ergastolano crea un evidente diversivo, prendendosela con il gorilla nero che lo precede nella fila. La zuffa che ne segue provoca l’intervento delle guardie che neutralizzano Decker e lo rinchiudono nella classica fossa punitiva, dove arrostirà per il resto della giornata (ricordate La Cella della Morte?).

    Simpatiche le grinte dei protagonisti e dei comprimari, non ce n’è uno che si salva. I detenuti sono brutti e cattivi come più non si può e le guardie si distinguono solo per la divisa.

    Mentre nel penitenziario torna la calma, tre personaggi osservano la scena da una altura nei dintorni, prendendo atto che Decker è stato rinchiuso nella fossa, come previsto... Si tratta di Bill Decker (fratellino di Frank), ‘Black’ Williams e Kuma. Ma per ora non lo sappiamo.

    Nella vignetta con i tre osservatori possiamo vedere il penitenziario a debita distanza, posto in una pianura spoglia e desolata, circondata dalle montagne in lontananza. Il campo di lavoro si nota chiaramente sul lato adiacente a quello del portone d’ingresso. Questi particolari sono essenziali per le azioni che seguiranno.

     

     

    Scena seconda: La Diligenza

     

    Una diligenza avanza spedita sulla pista che collega il Red Rock Canyon al Deserto Mohave.

    Il Deserto Mohave è una vasta distesa arida nella California sudorientale, del Nevada meridionale, dell’Arizona nordoccidentale e dello Utah sudoccidentale. Nei limiti della sua area sono formalmente inclusi i territori della Death Valley a Nordovest, di Las Vegas e Lake Mead sul Colorado River a Nordest, di Lake Havasu sullo stesso fiume a Sudest, di Twentynine Palms a Sud e di Los Angeles a Ovest. Per definizione, il classico Deserto di Mohave è la zona californiana che si estende a Ovest del Rio Colorado verso San Bernardino. Come per Dryfork, anche di Red Rock Canyon è piena l’aria in Nevada... per cui, per ora, è sempre difficile collocare la scena dell’azione se non su vasta scala.

    All’interno della diligenza troviamo cinque allegri personaggi in catene, tre detenuti in pigiama a righe e due in borghese. La scorta è formata dallo sceriffo di Belmont, Ike McCall e i sui due giovani aiutanti.

    Belmont realmente fu, ora non più. Attualmente è una ghost town che si trovava nel Nevada centro meridionale, a Nordovest di Tonopah.

    Uno scambio di battute tra la stella di latta e uno degli ammanettati in borghese, certo Sly, ci fa intuire che quest’ultimo sarà oltremodo protagonista. Il prigioniero pregusta una divertente scampagnata al penitenziario, invece di preoccuparsi della sorte barbina che lo attende. Le sue parole mettono più di una pulce all’orecchio di uno dei detenuti in divisa a strisce...

    Lungo la strada, la diligenza si imbatte in un autostoppista al riparo sotto uno sperone di roccia, sigaretta accesa e sella poggiata in terra. È un magnifico Tex, appiedato, statuario e impenetrabile, con una vezzosa camicia con tre bottoncini sotto la gola, lindo e pulito come John Wayne nei suoi migliori film.

    Tex e Ike sono vecchi amici e scambiano quattro chiacchiere mentre il convoglio viaggia verso Agrizo, un simpatico quanto mai fantomatico paesello sulla strada per il penitenziario. L’innata curiosità del ranger lo spinge a voler dare un’occhiata ai passeggeri, tra i quali riconosce Ray Cooper, l’uomo che si era incuriosito al sarcastico commento di Sly in precedenza. Questo tizio conosce bene Tex, con il quale non corre certo buon sangue. Scopriremo che è stato proprio il ranger a porre fine alla sua carriera. Il prigioniero chiamato Sly è invece un membro della banda di Decker e lo sta raggiungendo per fargli compagnia nella tranquilla vacanza al bagno penale a spese dello Stato. Gli altri tre ospiti, per ora ai margini della faccenda, sono due veterani delle patrie galere (Pike e Clayton) e un novellino, Greg Taylor. Da una conversazione tra i detenuti, scopriamo che Cooper era a capo di una banda che, tempo addietro, rapinava i convogli delle compagnie minerarie nella regione, vale a dire tra la Sweetwater Range e il Silver Peak.

    Orbene, la Sweetwater Range è una catena di monti sul confine centrale tra la California e il Nevada, tra le contee di Mono e Lyon, a Sudest di Lake Tahoe, mentre il Silver Peak in questione potrebbe essere l’omonima montagna che si trova nell’attuale contea di Esmeralda nel Nevada, a Nord della Death Valley. Abbiamo ora un’idea più congrua di dove ci troviamo.

    Sly pensa che Cooper abbia nascosto da qualche parte una buona fetta del bottino e questo è un grosso incipit per il resto della storia.

    La diligenza arriva nei pressi della fantomatica Agrizo e Tex saluta la compagnia, dirigendosi al villaggio dove lo aspetta Kit Carson. La sua passeggiata è sorvegliata da due brutti ceffi (Tom ‘Spud’ Spudder e Boston Jim), anche loro in combutta con la banda Decker. Altri due membri della banda, nel frattempo, se la spassano ad Agrizo.

     

    A questo punto ci sono tre collegamenti che ci indirizzano su una pista ben precisa:

    1-Decker è protagonista nel penitenziario.

    2-Sly della banda Decker sta arrivando al penitenziario.

    3-due uomini di Decker sorvegliano la diligenza che porta Sly al penitenziario, mentre altri due villeggiano ad Agrizio.

     

     

    Scena terza: Kit Carson Entra in Gioco*

     

    *Omaggio all’albo a strisce numero 43 sesta serie verde.

     

    Il buon Carson è nella stalla comunale del paesello, quando riconosce un emerito tagliagole al secolo Ginger Charlie, noto ricercato dalla fluente zazzera rossa. Il nostro lo segue per porre fine alla sua indebita latitanza.

    Charlie dai Capelli Rossi è uno dei due uomini di Decker citati dai tizi che sorvegliavano la diligenza. Sta recuperando un altro membro della banda, un suo giovane e donnaiolo cugino by the name of Clem che se la sta spassando con una deliziosa pollastrella in uno squallido, squallido hotel... il bruto Charlie butta fuori la fanciulla e comincia a inveire contro lo spregiudicato cuginastro, mentre Carson si avvicina quatto quatto alla preda, come una lince sull’usma di un criceto, salvo imbattersi in una vecchia tavola tarlata che, scricchiolando, ne tradisce la presenza. Bim. Bum, Bam! Un bello scontro a fuoco d’altri tempi. Il Vecchio Cammello liquida Ginger, che non ballerà mai più sui palcoscenici del West... Clem si getta dalla finestra, sfondando la vetrata e atterrando di schiena sulla stradina sottostante, dopo un fallito doppio carpiato con tre avvitamenti e mezzo: voto 4/10.

    L’esibizione dal trampolino di Clem non è piaciuta alla giuria... lui ignora l’alt di Carson, spara allo sceriffo accorso per il trambusto e viene impallinato da Tex che entra in scena al momento giusto.

    I due pards si scambiano brevemente saluti e riassunto delle puntate precedenti. Tex è incuriosito dalla presenza di Ginger Charlie, nuovo membro della banda Decker: nelle ultime due ore, questa è la terza volta che sento nominare i membri di quella dannata banda.

     

    Per la cronaca, Carson esclama due classiche imprecazioni che rimandano al biblico Putifarre e al generico tanghero.

    Putifarre è l’italianizzazione di Potifar (ebraico: פּוֹטִיפַר o פּוֹטִיפָר, egiziano antico: Ptahwer [Ptah È Grande]), personaggio della storia di Giuseppe il patriarca, narrata nel libro della Genesi 39,1-20. Era flabellifero e capo delle guardie del faraone Amenhotep III. Flabellifero? Terra terra indica quei tizi che agitavano quei grandi ventagli di piume o rami di palma per rinfrescare i divini regnanti. Bisognerebbe chiedere a chi di dovere perchè Carson ami particolarmente questa singolare figura biblica, famoso più per via della moglie libertina che per le proprie abilità.

    Il tanghero, sostantivo di etimo incerto, è da vocabolario una persona grossolana, rustica, goffa o villana. Hey, non confondiamo con tanghéro (dallo spagnolo tanguero), cioè colui che fa del tango (il ballo) la sua professione. Forse deriva dal latino tanganum, a sua volta di derivazione germanicha con significato di ‘ostinato’. Termine anche citato dal Manzoni...

    Tra gli altri epiteti usati in queste pagine ci sono gli altrettanto classici satanasso e cialtrone.

    Satanasso è la variante popolare di Satana (dalle forme Satănas e Σατανᾶς che nel latino e greco biblico compaiono come varianti di Satan e Σατᾶ], con significato generico di demonio o persona prepotente e furiosa. In senso alternativo e positivo può invece indicare una persona attiva, dinamica e sempre in movimento, vivace, esuberante, sfrenata e oltremodo agitata. Per questo, i due pards si definiscono alternativamente satanasso in senso buono. In senso negativo, è ancora citato dal Manzoni...

    Il cialtrone, sostantivo di etimologia incerta, è una persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro.

     

     

    Scena quarta: Paura e Delirio a Dryfork*

     

    *ovviamente in omaggio a Fear and Loathing in Las Vegas di Terry Gilliam con Johnny Deep. Non che ci sia niente di psichedelico nella scena del fumetto, ma tutta la storia dell’assalto alla prigione ha un non so che di surreale e fantastico…

     

    La diligenza arriva a Dryfork, con immenso piacere di Sly. L’atteggiamento del Sornione indispettisce gli altri prigionieri... sulle colline, Williams e Paco (un altro sgherro di Decker) osservano la scena.

    Il sergente Murchison accoglie lo sceriffo McCall e il suo seguito al Grand Hotel del Torrente in Secca. Soliti convenevoli e battute fraterne con i nuovi e vecchi detenuti, mente occhi curiosi osservano la scena attraverso le lenti di un binocolo. Poi, il fattaccio...

    Un colpo di fucile echeggia nel cielo del Nevada e, contemporaneamente, un’esplosione manda al creatore un terzetto di guardie nel campo di lavoro. Bè, chi spara ode il colpo di fucile una frazione di secondo prima del boato, mentre dalla prigione presumo si senta solo l’esplosione, che copre il rumore dello sparo. Divagazioni da dopo pranzo. Riparato da un ammasso roccioso a poca distanza, Williams spara una seconda volta, centrando dei candelotti di dinamite nascosti tra i sassi. Subito dopo, Paco, Stud e Boston Jim aprono il fuoco sulle guardie. Sorvoliamo su come i fuorilegge siano riusciti a collocare le cariche e acquattarsi a tiro di fucile senza essere avvistati, dal momento che il penitenziario si trova in una pianura aperta (vedi vignetta citata prima).

    Ne nasce un parapiglia, guardie nel panico, galeotti in rivolta, picconate a destra e sinistra. Chi se la dà a gambe subito, chi si procura un fucile, chi si vendica sulle guardie. Murchison suona la sveglia ai suoi e li guida fori dal cancello principale, per sedare la rivolta e catturare i fuggiaschi.

    All’interno della prigione, gli sceriffi tengono d’occhio i detenuti della diligenza ma, approfittando di un attimo di distrazione, Sly estrae una pistola dallo stivale e liquida uno alla volta i tre tutori della legge. Per inciso, Sly ha ottenuto l’arma durante la sosta della diligenza a un trading post, la notte precedente. Mentre Sly si dà alla macchia, il giovane Taylor si china su uno dei vice sceriffo ferito e ne prende l’arma, con cui ferisce una guardia. Sly libera Frank Scarface Decker dalla cella sotterranea e insieme fuggono attraverso una breccia nel muro di cinta, aperta a colpi di dinamite da Bill Decker e Kuma il Comanche. Il quartetto se la squaglia a cavallo e Frank, giunto in cima a un’altura, mantiene una promessa centrando Murchison in piena fronte con un preciso colpo di fucile.

    Fine della carriera del sergente. La vignetta del colpo in testa mi ricorda in modo impressionante Enrique Breccia.

    Nel frattempo, approfittando della confusione, anche i tre galeotti della diligenza e il giovane Taylor diventano uccel di bosco, scappando a bordo del mezzo. Sly, notando la fuga, continua a rimuginare sulla faccenda del tesoro nascosto...

    Come da copione, Tex e Carson arrivano al penitenziario quando tutto è finito. Interrogato il dongiovanni Clem, hanno saputo del piano di evasione, ma il loro intervento è tardivo. Meglio così, altrimenti la storia sarebbe già finita. Le guardie stanno leccandosi le ferite e Tex si fa raccontare l’accaduto dal direttore Parks ed è messo al corrente della morte dell’amico Ike McCall. A causa degli avvenimenti, il ranger è convinto che l’assassino sia il giovane e misterioso Greg Taylor.

    Dal racconto di Clem, Tex ha saputo che tra le guardie si trova una talpa, Ted Nelson. Naturalmente, il Giuda in divisa si becca una bella spazzolata dal nostro ranger.

     

     

    Scena quinta: Inizia la Caccia

     

    Poco dopo, i due pards escono dal penitenziario, seguendo letteralmente le tracce dei fratelli Decker, visto che passano attraverso la breccia nel muro di cinta. Una prima indicazione fornita da Tex ci informa che i fuggiaschi dei due gruppi si dirigeranno probabilmente a Ovest, verso la sierra Nevada in California, dal momento che a Sud c’è l’inospitale Valle della Morte e a Nord la Silver Range, pure priva d’acqua. Carson ipotizza che possano invece confondere le acque, ma Tex ribadisce che si fa come dice lui, altrimenti il fumetto si chiamerebbe Kit e non Tex. Sulla pista incontrano i resti di una pattuglia di guardie che, durante l’inseguimento ai Decker, sono stati vittima di un’imboscata e ne sono usciti con le ossa rotte.

    Nel frattempo, la banda Decker si riunisce. Facciamo così conoscenza diretta dei suoi membri:

    1-Frank Scarface Decker.

    2-Bill Riccioli d’Oro Decker.

    3-Cole ‘Sly’ Slybridge.

    4-John ‘Black’ Williams.

    5-Boston Jim.

    6-Tom ‘Spud’ Basettoni Spudder.

    7-Paco il Messicano.

    8-Kuma il Comanche.

     

    Sly espone ai compagni i suoi sospetti sul presunto bottino nascosto di Ray Cooper e tutti sono d’accordo di mettere il sale sulla coda al fuggiasco in diligenza, tanto per fare quattro chiacchiere. Per questo, Kuma è già sulle sue tracce. Ora, sembra un po’ forzato che dei delinquenti in fuga dopo un’evasione si facciano gli affari propri invece di mettere la distanza maggiore possibile tra sè e i probabili mastini al loro inseguimento, ma:

     

    1-hanno già dato una bella strapazzata alle guardie sulle loro tracce.

    2-sono molto sicuri di sè e contano di dileguarsi presto tra le montagne.

    3-Cooper segue la stessa direzione, per cui non perderanno troppo tempo.

    4-non sanno di avere alle calcagna due tizzoni d’inferno come Tex e Carson (anche se Sly avrebbe fatto meglio a informare gli altri della presenza di Tex nei paraggi).

    5-se sparivano in quattro e quattrotto, che razza di storia era?

     

    Poco più in là, i quattro della diligenza sono alle prese con un assale che è andato a farsi benedire. Cooper decide di mettersi in proprio, coglie di sorpresa i due galeotti e fugge con i cavalli, tirandosi dietro anche l’imperscrutabile Greg Taylor. La scena è osservata da Kuma.

    Tex e Carson scoprono dalle tracce che uno dei fuggiaschi della banda si è staccato dagli altri e decidono di seguire questa pista. La vignetta centrale di pag. 91 è l’ispirazione della copertina di Villa e per me è più bella.

    I pards si accorgono che le tracce seguono quelle della diligenza e quel volpone di Tex ha già capito tutto, fine della storia. Il tizio che seguono è sulle tracce di Ray Cooper perchè vuole scoprire qualcosa sul tesoro nascosto. Io ho dovuto leggere tutto l’albo per arrivare qui, a Tex sono bastate una decina di vignette.

    A questo punto è elementare, segui la diligenza e trovi tutta la selvaggina.

    Intanto, alcune guardie raggiungono il luogo dove si è fermata la diligenza e cadono nell’imboscata tesa loro dai due galeotti traditi da Cooper che, magnanimo come un confessore, ha lasciato loro delle armi. La situazione è pessima per le guardie, ma arrivano i due satanassi che liquidano in fretta la faccenda. Grande Kit! Tex, che ha già tolto di mezzo il galeotto Pike, vuole bissare con l’altro, Clayton. Grida a Carson di tenerlo impegnato mentre cerca di stanarlo, ma Capelli d’Argento piazza un solo colpo, preciso sul secondo bottone dall’alto della camicia da forzato del marrano. Al morente Clayton non resta che il tempo di dire a Tex quello che già sa, cioè che Cooper li ha piantati in asso.

    Cooper e Taylor stanno rinfrescandosi le idee nell’ultima pozza d’acqua prima dell’inferno, quando si accorgono che qualcuno sta facendo dei segnali di fumo, indietro sulla loro pista. È Kuma, che aspetta i compari per riunirsi a loro con notizie fresche su Cooper. In seguito, Tex giunge alla stessa conclusione, ribadendo le sue ben note doti di chiaroveggenza e perspicacia. Quello che succederà noi non lo sappiamo, lui sì, come sempre. Sa già dove sta andando Cooper, ma non lo dice nè a Carson nè a noi, per non guastarci la sorpresa.

    Tex deve ricordare a Carson i nomi dei componenti della banda di Decker, come prima gli aveva rinfrescato la memoria su Cooper e prima ancora su Ginger che si era unito ai Decker. Il vecchio reprobo queste cose le sa, ma Tex, per volere degli sceneggiatori, deve sempre essere un metro avanti o uno scalino più su, fate voi, tanto è lo stesso, come gettare la spugna o tirare i remi in barca.

    Insomma, Cooper porta Taylor presso una ridotta ferroviaria dove transitano i convogli minerari tra le miniere di Aurora e le fonderie a valle. Aurora è oggi una ghost town mineraria, ma negli anni ’60 del XIX secolo era una boom town di quasi 10mila persone che lavoravano alle miniere d’oro. Si trova nella Mineral County in Nevada, poco a Sudovest del Walker Lake, a sole tre miglia dal confine californiano.

    Ray intende servirsi della ridotta per raggiungere le montagne e far perdere le proprie tracce, ma in quel momento arriva la banda di Decker....

     

    È un bell’albo, una bella storia. Mi piacciono anche i disegni, anche se sono un po’ sporchi, non so se mi spiego.

    Certo, alcune situazioni sono un po’ forzate, come l’incredibile attacco al penitenziario e la facilità con cui Tex e Carson restano incollati ai fuggitivi. Nessun intoppo, nè per gli uni nè per gli altri. E poi, questo Tex che sa tutto e prevede tutto. Spesso è inutile, cosa cambia se invece di presumere cosa ha in mente Cooper, si limita a seguirne e le tracce poi si vedrà? Perchè deve sentenziare le intenzioni di Decker di seguire Cooper per il bottino nascosto, invece di scoprirlo nel corso della storia? Già noi lo sappiamo perchè è stato detto dieci volte nell’albo, ma perchè anche Tex lo deve ribadire?

    In ogni caso, un giudizio positivo. Sono curioso di scoprire chi è questo Greg Taylor, se c’è o ci fa. La mia ipotesi è che si tratta di un detective, ingaggiato dalle compagnie minerarie, per mettere le mani sul bottino di Cooper. Doveva diventarne amico e strappargli informazioni in galera, ma il caso ha voluto che forse lo stesso Cooper lo porterà proprio al tesoro.

    Vedremo.

    Alla prossima.

  14. La quarta vignetta dell’albo mi ha fatto sorridere, perchè mi ha riportato alla mente una vecchia barzelletta nella quale un tizio, poco di buono e ormai defunto, viene invitato a visitare i gironi dell’inferno per decidere dove soggiornare per l’eternità. Nel girone dei Tedeschi è accolto da un guardiano kapò, vestito alla nazista, il quale lo informa che gli ospiti devono alzarsi alle quattro del mattino, risalire un’impervia montagna e lavorare tutto il giorno con pala e piccone, fino alle sette di sera, unico sollievo un po’ d’acqua e qualche crauto salato.

    Il tizio declina l’invito e si presenta alle porte del secondo girone, quello degli Inglesi. Il guardiano, un ufficiale coloniale in divisa cachi, elmetto e monocolo, espone la giornata di lavoro degli ospiti, un giro turistico in cima ad una montagnola dove lavoreranno di pala e piccone dalle cinque del mattino alle sei di sera, con breve buffet pomeridiano a base di tè, pancetta rancida e toast. Anche in questo caso, il tizio rifiuta.

    Nel terzo girone, quello dei Francesi, è accolto da un legionario con tanto di kepì. La giornata comporta la permanenza su una collina dalle sei del mattino alle cinque della sera, con scavo annesso mediante pala e piccone, alleviato da una pausa a base di tartine e rane fritte. Meglio delle precedenti offerte, ma il tizio ringrazia e va oltre.

    L’ultima possibilità è il girone degli Italiani. Dopo un lungo attendere davanti al portone, si presenta un grassone in ciabatte, canottiera e mutande. Tra una grattata di pancia e l’altra, il tale rivela che la giornata di lavoro consiste nel recarsi appena un po’ più in là del portone, alle sette del mattino, anzi alle otto, con calma... lavorare si fa per dire con pala e piccone fino alle quattro del pomeriggio, ma anche prima, le tre o giù di lì. La pausa pranzo prevede spaghetti, formaggio e vino. Se piove ci scappa una pennichella, si sa mai...

    Il tizio drizza le orecchie e, ingordo, chiede se ci sono possibilità di alleviare un po’ questa dura giornata di lavoro.... Al che il guardiano in mutande ribatte soddisfatto: ‘Bè, sai com’è... a volte non si trova la pala... qualcuno ruba un piccone...’

    <span style="color:red;">27 minuti fa</span>, ymalpas dice:

     

    Troppo tardi. L'albo di Niizzi dovrebbe essere stato ritirato dalle edicole con l'arrivo delle nuove copie della storia di Rauch.

    Credo si riferisse ai commenti su I Forzati di Dryfork.

    <span style="color:red;">21 ore fa</span>, Barbanera dice:

    I Mohaves erano specializzati nella caccia ai galeotti evasi...mi pare corretto e giusto farli intervenire in una storia carceraria...furono sconfitti in una dura campagna pre Guerra Civile nel 1859 e si sottomisero al governo americano.erano imparentati agli Yuma e agli Zuni.

    Con gli Yuma sì (e tra l'altro erano mortali nemici). Gli Zuni non c'entrano niente. il territorio citato nell'albo di Tex è molto a Nord Ovest del territorio dei Mohaves... che poi vivevano a Nord di Yuma, non nelle immediate vicinanze come ci fanno credere nei fumetti.

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