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  1. Per la faccenda del padre mi aspettavo un approfondimento nel secondo albo: credo che sia uno di quegli aspetti promettenti che però non sono riusciti a decollare, e che hanno mantenuto la storia su livelli decisamente non eccelsi. D'accordo, Makua in quello scontro se la cava bene, ma non ci ho visto granch?... E' uno scontro come tantissimi altri!Non lo percepisco mai come una minaccia, ecco! E tantomeno Santos! Gli elementi per una buonissima storia c'erano tutti, e ce n'erano molti, ma alla fine si è risolto come la solita storia di un contrabbandiere e del suo scagnozzo che vengono eliminati nientemeno che da un bambino... Primo albo promettente, ma conclusione (e per conclusione intento tutto il secondo albo, non solo le pagine finali) decisamente non all'altezza delle premesse, secondo me! ;)

  2. La storia si mantiene su livelli buoni anche con questa seconda parte, ma onestamente mi aspettavo molto di più. Praticamente questo Makua fa davvero poco nella vicenda, a parte un insipido duello finale, e addirittura Santos viene giustiziato (se così si può dire) dal figlio di un suo "concorrente" che è solo una comparsa... L'intera risoluzione della vicenda mi lascia un p? disorientato. Mi sarei aspettato qualcosa di più da Makua, soprattutto a livello di caratterizzazione psicologica, mentre invece non si capisce molto del perchè non abbia tenuto in considerazione la lezione che gli ha dato Tex sul finire del primo albo; non si capisce se alla fin fine Santos è suo padre; non sembra poi tanto diverso (a parte un p? più di spavalderia e di bravura con la pistola) dal Makua visto nel flashback, mi pare anzi che resti comunque una mezza cartuccia (come Santos, del resto). Invece mi sarei aspettato che sviluppasse una personalit? da assassino sanguinario con l'aggiunta di qualche rotella fuori posto, e questo perchè non ha vacillato un attimo (sul finire della prima parte) a darsi l'obiettivo di battere Tex in futuro... Ma tra lui e Santos mi sembra quasi di ritrovarmi davanti degli inoffensivi paciocconi. Sicuramente a togliermi un bel p? di gusto per la lettura hanno contribuito in maniera enorme i disegni scandalosamente impubblicabili di Font: è la prima volta che mi sento derubato dei soldi che ho speso per un albo di Tex, ma questi disegni sono davvero inguardabili. Voto 6, credo sia la prova peggiore di Ruju su Tex, purtroppo! Però è anche vero che non tutte le ciambelle riescono col buco!

  3. In un primo momento anch'io sono rimasto un p? disorientato dal fatto che non si capisca il motivo preciso per cui Espectro ha messo in piedi un'organizzazione del genere. Però in fin dei conti non è stato qualcosa che ha danneggiato il livello della storia: ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, ma niente di più. Non avevo pensato alla motivazione che ha spinto Borden a impostare la vicenda in questo modo, ma mi pare del tutto ragionevole e sensata. La sensazione che manchi qualcosa resta comunque, perchè per gusti miei preferisco sapere il perchè il cattivo agisce come agisce, però capisco anche le motivazioni di Boselli.

  4. Ma certo, il mio appunto non è niente di che, diciamo che mi sarei aspettato che trascorressero anni prima di un cambiamento così radicale: praticamente è più giovane di Kit Willer, ha avuto un maestro per pochissimo tempo ma nonostante ciò pare che in pochi mesi sia diventato così temuto. Niente di male, credo ancora che sarebbe stato più realistico il flashback in cui sarebbero trascorsi degli anni prima di giungere a questo punto, ma se la storia proseguirò su questo livello direi proprio che ci sarà poco di cui lamentarsi!

  5. Di solito non comincio mai il commento di una storia con un parere sui disegni, ma questa volta direi che è doveroso: mi ero ricreduto sulle ultime prove di Font, che era cominciato a piacermi, ma nel caso specifico di questo primo albo trovo che sia scandaloso pubblicare questo tipo di disegni su una serie prestigiosa come Tex. Rispetto alla sua ultima storia ho percepito un calo incredibile, le tavole sono disegnate talmente male che fanno quasi passare la voglia di leggere. E, detto da me che sono sempre fin troppo morbido nelle critiche (e che sono un tipo a cui va bene sempre tutto) significa che c'è davvero un problema. Secondo me i disegni di questo primo albo sono semplicemente impubblicabili. Per quanto riguarda la storia, invece, non l'ho trovata male, devo dire che per ora mi sta piacendo abbastanza, anche se (leggendo le anticipazioni sul prossimo numero) credo che forse sarebbe stato meglio raccontarla in un flashback di qualche anno, per dare a Makua il tempo materiale per diventare effettivamente un grande pistolero. Ripeto: credo proprio che la mia impressione sulla storia sarebbe stata anche migliore con dei disegni quantomeno decenti.

  6. Io non sono d'accordo con Ymalpas. L'unica cosa che condivido, almeno in parte, è la critica sui contenuti della nuova rubrica che è comparsa al posto della solita pagina degli arretrati: però l'idea è stata appena lanciata, forse ancora non sanno bene cosa proporre, anche se, ripeto, l'idea di base di utilizzare questo spazio per uno scopo decisamente migliore di quello di fornire un elenco di titoli, c'è. In molti, in passato, si sono lamentati perchè nella serie regolare (a differenza delle ristampe) non c'è una rubrica ma la lista degli arretrati, per cui io dico: sotto questo punto di vista la modifica l'hanno fatta, diamogli un p? di tempo. Per il fatto delle pubblicit? devo dire che sono d'accordissimo con quello che stanno facendo alla SBE: d'accordo che sono un lettore di Tex, ma forse, non sapendo cosa stanno pubblicando su altri fronti, mi perdo qualcosa di bello. E qui la pubblicit? aiuta, perchè se non avessi frequentato questo forum, probabilmente avrei saputo poco o nulla di Saguaro, e una pubblicit? striminzita non so se mi avrebbe fatto venir voglia di comprarlo: in questo caso mi sarei perso quello che invece è un buonissimo prodotto. Visto che è economicamente difficile riprendere l'iniziativa del "Giornale", non ci trovo nulla di male a pubblicizzare un p? di più le altre testate. Non credo che il fumetto Tex venga in questo modo sminuito, onestamente non è una mia necessit? quella di vedere la copertina del prossimo numero in grande e a colori, un p? di suspance ci sta anche. Poi c'è anche il ragionamento del marketing, nel senso che è doveroso fare più pubblicit? sul mezzo che viene visto di più, che in questo caso è Tex. E' chiaro che c'è più pubblicit? su Rai Uno piuttosto che su Telenova che si vede solo a Milano. E proprio per questo credo invece che, il fatto di usare Tex come mezzo per fare pubblicit? alle altre serie, sia proprio un segno di riconoscimento del valore del fumetto Tex!

  7. Io credo che la cosa che veramente contraddistingue i Texoni sia il fatto di avere il disegno di copertina che è sempre su sfondo bianco. Per il resto la grafica è davvero vecchissima: posso capire i limiti tecnici dei computer degli anni '80 che hanno partorito il "modello" di copertina del Texone, però sono straconvinto che (pur mantenendo la tipicit? dello sfondo bianco) qualcosa si possa fare, e ne beneficerebbe anche il disegno dell'artista di turno.

  8. E' evidente in praticamente tutti gli albi di tutte le serie di Tex che la Sergio Bonelli Editore ha un'attenzione per la presentazione estetica del prodotto pari a zero. Basti pensare al Color Tex: primo numero datato 2011 e grafica di copertina (ovviamente non parlo del disegno di Claudio) semplicemente imbarazzante. E per il secondo numero non è cambiato nulla. Sono d'accordo che l'impaginazione del Texone ormai è più che obsoleta, con quei bordini fatti in Excel che sembrano proprio la prima delle soluzioni che a suo tempo potevano venire in mente a chi ne curava la grafica. Io sono sempre stato dell'idea che si debba svecchiare notevolmente questo aspetto di tutte le serie di Tex: non so come sono messe le altre testate perchè non le leggo, però trovo abbastanza improponibile mandare in edicola gli albi in queste vesti grafiche. In fondo le cose da curare sarebbero poche, solo copertine e retro!Non è per forza necessario creare cose complicate o pacchiane, credo che si potrebbe ottenere qualcosa di ottimo anche con uno stile semplice. Per quanto mi riguarda non solo sono favorevolissimo ad una modifica delle copertine del Texone, ma lo sono anche a quella di tutte le altre serie, a parte quella regolare, dove non mi pare che ci sia niente da cambiare, a parte il carattere dei titoli che è praticamente sempre uguale.

  9. La storia è molto bella, sono d'accordo con tutti quelli che l'hanno trovata buona: l'unico neo, a mio modo di vedere, sta nel fatto che il Morisco è praticamente relegato ad un ruolo davvero marginale, è poco influente nella vicenda, forse lo è fin troppo poco. Comunque, per il resto, mi sembra tutto molto credibile e verosimile, il che, in questo tipo di storie, non è facile da ottenere: bella l'idea del cavaliere (o meglio della cavallerizza, in questo caso) senza testa protetto dall'armatura, e in generale l'alone di mistero e di tensione non viene meno in nessuna delle 240 pagine. Di carne al fuoco, soprattutto in termini di personaggi impiegati (e mi riferisco ai quattro pards più Eusebio e il Morisco) ce n'? tanta, e nonostante mi sia sembrato che il sestetto sia stato un p? sottoutilizzato credo comunque che la gestione di questi personaggi sia stata tutto sommato buona. Sono convinto che la storia sarebbe stata ancora migliore se ci fossero state a disposizione più pagine: nel complesso mi sembra buona, ma non ottima, il che resta comunque un risultato degnissimo di nota. Finalmente, infine, abbiamo potuto apprezzare il genio artistico di Civitelli in un formato più consono al suo talento, è ridondante ripetere che i suoi disegni sono una gioia per gli occhi ma del resto è la pura e semplice verità.

  10. Io non capisco perchè qui le persone, soprattutto Giacomo, si scaldino per nulla. Io sinceramente non ho visto da parte n° di Boselli n° di chicchessia un irrisione delle critiche altrui: semplicemente ci sono state risposte dirette e senza giri di parole da parte di tutti, secondo me l'irrisione ci sarebbe stata se Boselli avesse voluto prendere in giro qualcuno usando dei giri di parole per far passare le sue risposte. Se vi scaldate per così poco, non oso pensare che succede per le vere discussioni accese! :D

  11. Pensi davvero che non si possa scrivere "Tex" senza sapere che Carson è padrino di Kit? Non basta sapere che Tex e Carson sono amici fraterni, e il giovane Willer ha ricevuto il nome in onore del vecchio ranger?

    Giacomo, ma proprio in questo sta la differenza tra il fan e il professionista!D'accordo che questo è un particolare che in molti si ricordano, ma alla fin fine il succo della questione è questo!
  12. Borden, ribadisco la gratitudine per "Montagne maledette" e - chi ama le sorprese non legga -

    l'intervista che mi hai concesso
    . Tuttavia, qui dissento totalmente. Riporto le tue parole:

    Tuttavia, una cosa voglio dire. Tex bisogna scriverlo tenendo presente tutta la saga (e questo lo so fare meglio di voi, non ci piove), ma anche come se lo si dovesse scrivere per un lettore che lo legge PER LA PRIMA VOLTA!

    Il punto della discordia è nella parentesi: c'è da capirne il senso. Qui sei tu l'unico autore e dunque non ci sono termini di paragone per quel che riguarda lo scrivere. Se il punto è il conoscere la saga, francamente penso che siamo in molti a conoscerla bene: leggo Tex dal 1987, non da ieri.[...]Quanto alla questione "figlioccio", non me ne ricordavo neppure io, come tu certamente non ricorderai mille altri dettagli: è un argomento così decisivo per la conoscenza di una saga? O forse è più importante sapere come si muovono i personaggià
    Credo la questione del conoscere la serie sia molto più complicata di quanto appare: il fatto è che uno scrittore professionista legge, rilegge, analizza e seziona al microscopio ogni vignetta, magari anche dei particolari per noi insignificanti o che non riusciamo a notare, e questo proprio perchè, essendo quello di scrivere il suo lavoro (e aggiungo, in questo caso scrive un fumetto che non è stato creato da lui) quando legge Tex o scrive una storia lo fa partendo da presupposti, da "assunzioni" diverse dalle nostre e dalla necessit? di conciliare elementi che neanche ci immaginiamo: non dimentichiamoci che ha la responsabilità di creare un prodotto che leggeranno centinaia di migliaia di persone, e le cose da far combaciare sono già di per sè un'infinit? anche senza tener conto di questo dato. Io credo che sia doveroso che un autore di Tex, e a maggior ragione quello principale, conosca la saga meglio di tutti noi. E' una cosa che pretendo, deve essere così, non mi sento offeso se me lo sento dire da Boselli in persona.
  13. Come sempre Boselli reagisce alle osservazioni dei forumisti come le batterie di howitzer di Arlington ad alzo zero sul villaggio di Black Elk : molti forumisti,Anatas,Ymalpas,Cheyenne, io stesso, non abbiamo nascosto le nostre perplessit? sulla conclusione de "Gli schiavisti", evidenziando, con educazione, garbo e dovizia di particolari, i molti punti che ci hanno lasciato con un retrogusto di amaro in bocca.. Non siamo tutti sprovveduti, faciloni e lettori di Tex da ieri l'altro.

    In tutta onest? non mi pare che la sua reazione sia stata sproporzionata o eccessiva... Mah!
  14. In generale trovo abbastanza realistico il fatto che Tex e i pards non si preoccupassero troppo del lato ambientale delle cose, a meno di trovarsi di fronte a dei veri e propri scempi oppure a situazioni già gravemente compromesse, tipo la decimazione dei bisonti. Per quanto riguarda gli avvoltoi è anche vero che non mi è mai sembrato che Tex e i Nostri sparassero direttamente per uccidere, piuttosto fanno un p? di rumore per allontanarli dalla preda, che in questi casi è pur sempre un essere umano, e pietà vuole che sia seppellito prima di venir totalmente divorato da questo tipo di animali. Nulla vieta che si mangino altri animali. Invece, a proposito di serpenti & co., ovviamente penso che chiunque sparerebbe per uccidere se fosse minacciato di morte, come in questi casi!

  15. Il linguaggio di Tex è fondamentale e rispecchia il suo carattere. Spaccone!Il vecchio Tex anche quando non sparava lo sentivi nominare cose del tipo: "sputare piombo", "piombo caldo in faccia", "sputafuoco", insomma dialoghi che ti facevano sorridere mentre leggevi. Effettivmante o sei capace o non lo sei di usare un certo tipo di linguaggio. Facile dire che ogni autore ha il suo stile: col cavolo! Allora scrivi un altro fumetto...

    Non sono per nulla d'accordo. Se per scrivere Tex bisogna clonare il linguaggio usato nelle storie di 40 o 50 anni fa, è inutile scriverlo. Frasi tipo quelle che hai citato ormai non funzionano più, rischiano di diventare grottesche, se riproposte tali e quali. Se devo aspettarmi di trovare in edicola un Tex che dice sempre le stesse cose, che affronta sempre nemici privi di un qualsivoglia profilo psicologico degno di nota, e che alla fine offre da bere a tutti, onestamente la sola idea mi annoierebbe. Se voglio leggere cose di questo tipo vado a riprendermi le vecchie storie. Non voglio dire che ogni tanto non sia comunque bello riproporre questi schemi, ovviamente un p? rinnovati, ma se vogliamo dare un futuro a Tex guardando troppo nel passato, secondo me commettiamo un errore. Detto questo, effettivamente sono anch'io dell'idea che questo terzo albo ridimensiona un p? la storia. Intendiamoci: l'ho trovato più coinvolgente degli altri, l'azione non manca, però sono stati soprattutto i personaggi ad apparire forse un p? meno pericolosi di quanto le premesse lasciassero intendere. In generale però questa è una buonissima storia, l'idea funziona, e le preoccupazioni che anch'io avevo a proposito del fatto che un solo albo sarebbe potuto essere poco per concludere la vicenda, sono state smentite. Ripeto: la storia magari non ha raggiunto il livello che ci aspettavamo; però a parte il fatto che non si può sempre pretendere di leggere dei capolavori, il risultato credo sia tranquillamente da 7,5.
  16. Se non sbaglio, invece, alcuni avevano definito proprio i lavori dell'ultimo Galep (e perfino di Letteri) impubblicabili, quindi, anche se non si può negare (ed è comprensibile) che Galep sia senz'altro più amato di Ortiz, in generale si cerca di guardare a questo problema in modo abbastanza obiettivo. Io sono uno di quelli a cui Ortiz piace, però di certo un calo qualitativo c'è stato, non si può negare.

  17. A volte, come nel caso di "Notte Tragica", forse sarebbe più giusto parlare di lievi ritocchi, piuttosto che di censure. Su questo albo, credo proprio che l'espressione orginale di Tex sia del tutto stonata con il titolo dell'albo e con la scena raffigurata, che, pur essendo molto semplice, è carica di significato. Invece, per copertine tipo "Old Pawnee Bill"... Beh, che dire? Saranno anche stati altri tempi, e forse dovranno aver pensato che un uomo che ne sovrasta un altro brandendo un'ascia non stesse troppo bene con il bollino ddella garanzia morale di fianco. Le censure sulle copertine sono senza dubbio significative, però c'è di buono che non distorcono il fumetto più di quanto non lo abbiano invece fatto i dialoghi censurati!

  18. Questo potrebbe essere un terreno che offre moltissime possibilità di esplorazione, per offrire magari qualcosa di nuovo alla serie. Ricordo anche "La Cella della Morte", dove la vicenda non era propriamente in mano ai soli Tiger e Carson, però Tex era sostanzialmente in disparte e si creavano dinamiche nuove, o comunque diverse ed interessanti. Credo che potrebbe essere una bella idea quella di provare a scrivere qualcosa in questo senso.

  19. Ho l'impressione che questa seconda parte sia meglio riuscita della prima, il livello della storia si alza e penso che potremmo trovarci davanti ad un ottimo prodotto: magari non un capolavoro ma di sicuro un'ottima storia, ancche se ovviamente andr? letta almeno una volta tutta insieme. Ho visto che all'inizio dell'albo il Tenente Castillo effettivamente ammette di essere uno smidollato come avevo detto un mese fa, confermando l'impressione che mi ero fatto di lui, che poi era una delle uniche due alternative possibili: una persona fondamentalmente onesta ma che per vigliaccheria non tenta di far nulla per opporsi alla situazione degli schiavisti. Non fraintendetemi: non lo dico in senso dispregiativo, però è evidente come, alla prima occasione di poter essere spalleggiato da qualcuno che lo sostenga, non si tiri indietro dal fare il proprio lavoro. Però non è un rinforzo che si va a cercare, gli capita per caso, ma tant'?. Questo secondo albo mi è sembrato piuttosto crudo, soprattutto per come sono state raccontate le sequenze dei poveri malcapitati che sono costretti a lavorare nella miniera di rame e degli indiani colpiti dal vaiolo. E c'è anche stato il richiamo alla storia della vendetta di Brennan e Teller. Questo è un tipo di crudezza che apprezzo, non è per nulla eccessiva e anzi, contribuisce bene a far capire al lettore la serietà e la gravit? del momento e della situazione. Vedremo nella terza parte il motivo per cui questo "Espectro" ce l'ha tanto con questi indiani, in un finale che si preannuncia sicuramente molto ricco!

  20. Ottima domanda. Da un lato trovo che partire con una storia memorabile sia utile innanzitutto per fissare nella mente del lettore il nome dello sceneggiatore, e per dimostrare fin da subito il proprio valore. Però è anche vero che a quel punto la cosa più difficile è sapersi confermare ad alti livelli, che non vuol dire sfornare capolavori in continuazione, semplicemente significa non eclissarsi dopo poco tempo. Per me non fa molta differenza se uno sceneggiatore parte o meno "col botto": credo però che per forza di cose il capolavoro debba, prima o poi, scriverlo. La differenza la fa il sapersi mantenere su un livello buono, senza troppi cali.

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